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Autore: marty0029    11/01/2017    2 recensioni
Gloria Perri, una ventitreenne che si trasferisce a New York dall'Italia. Una ragazza insicura che riesce a ritrovare un po' di sicurezza grazie all'amica Candice. Una ragazza con dei problemi dovuti ad un passato insistente e pesante. Una ragazza che senza saperlo diventerà un ossessione per Lui.
Bradley Lays, multimiliardario di fama mondiale. Possiede un attico nell'Upper East Side e un casinò a Las Vegas. Un uomo abituato a mantenere il controllo su tutto quello che lo circonda. Un uomo che tutti definiscono "Bello e Impossibile". Un uomo a cui difficilmente si può dire di no.
Questa è la storia di un amore avvolgente.
Un amore carnale, che porterà la nostra protagonista a sconvolgere completamente quello che conosceva prima di Lui.
Una storia che farà innamorare.
Diciamocelo ragazze... Ognuna di noi vorrebbe un Mr. Lays nella sua vita!
TRAILER--> https://www.youtube.com/watch?v=ktJsJKZ8aWE&list=UUSS-sqmw6wGG1nnmHxz2gDw
Genere: Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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19) out of danger

 

Limbo.
Era la parola giusta che stava raccogliendo il mio stato d’animo da una decina di ore a questa parte.
Certe volte non capiamo il significato di determinate parole. Siamo umani eppure capita molte spesso di trovarci a pensare che alla fine non tutto quello che ci circonda è di nostro interesse. Se qualcuno una settimana fa mi avesse detto che adesso me ne sarei stata seduta su una poltroncina abbastanza scomoda con mia madre che mi dorme sulla spalla e con Bradley che mi guarda con la coda dell'occhio sperando di non essere notato, gli avrei semplicemente dato del coglione.
Avevamo dato il consenso al Dr. Fillmore di procedere con l'intervento e adesso eravamo in attesa di un responso positivo o negativo che fosse. C'erano veramente molti rischi. Le possibilità di mio padre erano appese ad un filo. La sua vita era appesa ad un filo. Ancora dovevo riprendermi dalla decisione di mia madre che aveva acconsentito senza battere ciglio all'idea dell'intervento. Non aveva praticamente compreso niente di tutta la conversazione eppure non si era tirata indietro davanti all'inevitabile.
Limbo.
Ero in un cazzo di limbo che mi logorava dentro. Erano dieci ore che avevano portato mio padre in sala operatoria e il mio cuore rallentava ogni minuto che passava. Avevamo acconsentito a fare l’intervento e poco più di mezz’ora più tardi avevo stretto la mano ad altre cinque persone che il Dottor Fillmore si era portato da Baltimora. L’anestesista, il Dottor Thomlinson, era uscito dopo circa un paio di ore, per informarci che l’intervento era cominciato e che mio padre aveva reagito bene all’anestesia totale. Mi era sembrata una buona cosa ma più il tempo passava, più la mia mente viaggiava per luoghi che era meglio non intraprendere. Perchè ci mettevano così tanto tempo?

-tieni Bimba-

Alzai lo sguardo verso quella voce che bisbigliava per non disturbare mia madre e lanciai una benedizione a chiunque avesse messo Bradley Lays sulla mia strada. Senza di lui non sarei stata in grado di affrontare tutto questo. La mia forza era lui.
Lo ringraziai con un sorriso sincero e afferrai il cappuccino che mi stava offrendo. Avevo bisogno di buttare giù qualcosa di caldo e quel profumo di latte e caffè fece meraviglie.

-ho paura Bradley- dissi in inglese in modo da estromettere mia madre dalla conversazione.

Tutto quello che volevo e che cercavo di fare era di non farle vedere la mia paura o la mia angoscia. Ne aveva abbastanza lei per entrambe.

-questo genere di operazioni sono complesse Gloria. Non possono svolgersi in poco tempo.- mi rispose stringendomi la mano e dandomi quel poco di forza che mi serviva nell’ascoltare le sue parole.

-ne è passato tanto..-

Lo sentì ringhiare e avvertì nitidamente la vibrazione del suo cellulare nella tasca della giacca. Era una roccia. Lavorava come un pazzo anche con un oceano di distanza che lo divideva dalla sua azienda. Guardò lo schermo dello smartphone e premette il pulsante di rifiuto chiamata. Lo faceva spesso e la cosa non mi aveva mai destato molto sospetto. Lui era il signore dell’universo e sicuramente poteva anche permettersi di chiudere la comunicazione in faccia a qualcuno.

-mi prometti una cosa appena tutto questo casino sarà finito e torneremo a casa?- gli domandai a bruciapelo mentre rimetteva il telefono nella giacca.

-tutto quello che ti frulla per la testa.-

-mi porti a Las Vegas?- domandai sorridendo come una ragazzina.

Il mio sorriso si riprodusse anche sul suo volto e mi prese il viso tra le mani. Avrei voluto essere spensierata e vivere il nostro amore fuori dalle quattro mura di un’ospedale.
Ci eravamo confessati il nostro amore reciproco e sinceramente non avrei mai creduto di passare le prime ore dopo il “ti amo” fatidico che aspettavo da tutta un vita, in un ospedale. Pensavo che qualcosa in lui si sarebbe rotto. Che ne avrebbe avuto abbastanza di sostenermi davanti a questa cosa più grande di me e di lui, ma invece non lo faceva. Mi stava dietro e mi supportava come nessuno nella mia vita aveva mai fatto. Che fosse proprio questo il significato del vero amore? Non lo sapevo perchè non avevo mai amato, ma adesso potevo affermare con certezza che senza Bradley nella mia vita sarei stata nella merda in tutti i sensi.

-io Bradley Lays prometto solennemente di portarti a Las Vegas quando tutto questo sarà finito!- disse prima di baciarmi.

Sorrisi nel bacio e mi lasciai andare a quella magnifica sensazione. Non c’era stato nemmeno un momento di intimità tra noi da quando ero praticamente uscita dalla Royal Suite e questo bacio era proprio quello di cui avevo bisogno.
Un ronzio mi fece staccare dal suo bacio e lo guardai mentre alzava gli occhi al cielo esasperato con chiunque gli stesse rompendo le scatole da venti minuti a questa parte. Se non avesse risposto al più presto avrebbero mandato un plotone di ricerca.

-rispondi per favore.. metti fine alle sofferenze di chi sta provando a mettersi in contatto con te!-

Lo vidi guardarmi dritto negli occhi, poi come se avesse capito che non c’era altro modo per scampare a quella telefonata, prese il telefono dalla giacca e rispose continuando a guardarmi negli occhi.

-Lays!-

Voltai la testa e mi concentrai su mia madre che ancora riposava. Provai tenerezza per la posizione in cui era e decisi di andarle a comprare qualcosa da mangiare prima del suo risveglio. Ero certa che non l’avrei mai trascinata fuori finchè non ci avessero dato notizie, e anche in quel caso non avrebbe mai lasciato il capezzale di papà.
Mi alzai goffamente e alzai la testa proprio mentre la porta della sala operatoria si apriva rivelando la figura del Dr. Fillmore che usciva seguito da due assistenti di cui non ricordavo il nome. Cristo l’operazione è finita.
Svegliai dolcemente mia madre mentre Bradley riattaccava il telefono in faccia al suo interlocutore. Era un momento troppo importante per passarlo al cellulare.

-Dr. Fillmore mi dia buone notizie la prego!- dissi mentre anche mia madre si alzava dalla poltroncina come una molla.

Lo vidi togliersi la mascherina e la cuffia verde che aveva in testa. Questi piccoli secondi di silenzio mi stavano facendo lentamente morire. Perchè cazzo non si decideva a darmi una risposta?

-l’operazione è perfettamente riuscita. Abbiamo cambiato la valvola aortica che era fortemente compromessa e questo ci ha fatto accumulare un po' di tempo, ma l’intervento è andato a buon fine. Mi sento di comunicarvi con gioia che Mr. Perri è definitivamente fuori pericolo.-

Fu veloce.
Molto veloce che me ne resi conto solo quando successe.
Mi ritrovai in ginocchio in un mare di lacrime che non ero in grado di controllare.
Mio padre stava bene. Aveva sopportato l’intervento di dieci ore e aveva subito un’ulteriore sostituzione di una parte del cuore e nonostante questo stava bene.
Respiravo a fatica mentre sentivo che Bradley spiegava a mia madre in italiano quello che il Dr. Fillmore aveva appena detto. Grazie.
Grazie.
Alzai leggermente la testa vedendo una delle assistenti di Fillmore che si chinò davanti a me e sentì chiaramente la sua stretta sulla mia spalla. Quel contatto mi fece capire definitivamente che non era un fottuto sogno. Mio padre era ancora vivo.
Grazie.

-Grazie- sentì dire da mia madre mentre anche lei singhiozzava di gioia davanti a quelle parole riprodotte da Bradley.

-ho fatto il mio lavoro Mrs. Perri. Ho dato disposizione alle infermiere di tenere suo marito in terapia intensiva per qualche ora, dopo di che lo farò spostare in reparto in modo da farvelo vedere.- esclamò a mia madre che nonostante la differenza di lingua annuì energicamente.

Sorrisi e mi lasciai andare ad un respiro a pieni polmoni. Finalmente la ruota aveva ripreso a girare. Avrei fatto pace anche con mio padre e questa mi sembrava la cosa più importante del mondo in questo momento. Gli avrei detto tutto quello che pensavo e l’avrei anche brontolato per avermi fatto tornare a casa in questa circostanza.

##

Potevo affermare senza ombra di dubbio alcuno che le schiacciatine della Royal Suite erano la fine del mondo. Sembravano in grado di resuscitare i morti.
Dopo che mio padre era stato dichiarato fuori pericolo, le infermiere ci avevano messo all’incirca cinque ore prima di spostarlo in reparto dalla terapia intensiva. Erano state ore lunghe, ma finalmente vedevamo una luce alla fine del tunnel. Mia madre era tornata a sorridere e vederla parlare con Bradley mi riempiva il cuore di sensazioni uniche. Chi lo avrebbe mai detto?
Sfortunatamente essendo in reparto, la notte non poteva ricevere visite, fatta eccezione per una persona. Sapevo che non avrei schiodato mia madre nemmeno sotto tortura, quindi mano nella mano con Bradley, avevamo lasciato l’ospedale diretti verso il suo Hotel. Mi aveva chiesto più volte se volessi mangiare qualcosa da qualche parte, ma il ricordo della cena della sera prima era ancora vivido e volevo ripetere l’esperienza.

-so che sto per dire qualcosa che probabilmente di manderà fuori di testa, ma devo dirla.-

Il moro davanti a me alzò lo sguardo dal computer e lo puntò su di me che ero comodamente seduta sul divanetto color salvia.

-se sai già che non mi piacerà, perchè dirla?- ribattè con ovvietà facendomi nascere un piccolo sorriso.

-ci tengo a ringraziarti davvero Bradley. Senza il tuo aiuto, senza il tuo denaro, le tue conoscenze, sicuramente mio padre non sarebbe sopravvissuto. Non so in che modo, ma sappi che mi sdebiterò con te!- dissi ignorando le sue parole e il suo sguardo torvo.

-Bimba.. quando capirai che non devi ringraziarmi perche mi prendo cura di te? Tu sei tutto ciò che ho aspettato per tanto tempo, non mi interessa un fottuto cazzo del denaro che ho speso o delle conoscenze che ho smosso. Tutto quello che ho fatto e che faccio tutt’ora, lo faccio solo per te, perchè ti amo Gloria.-

Scoppiai a piangere come una bambina davanti a quella sua dichiarazione. Dovevo raccontargli il mio passato. Il motivo per il quale lo ringraziavo era principalmente localizzato nel mio passato. Ero abituata ad essere una persona introversa e incompresa. Mi sembrava assurdo che qualcuno potesse fare qualcosa per me senza un tornaconto personale. Mi aveva proprio segnato il mio passato maremma ladra. Chissà se lui mi avrebbe compreso.

-anche io ti amo Lays.-

Lo vidi sorridere per come l’avevo chiamato e due secondi dopo fu sopra di me intento a baciarmi con foga e come dio comandava. Cristo. Se i baci potessero uccidere dal desiderio i suoi sarebbero un arma di distruzione di massa.

-ti va di sentire una storia? Il mio passato è chiuso in un cassetto del mio cervello, ma sento che devo essere del tutto sincera con te se voglio che tra noi funzioni.-

-non devi sentirti obbligata a parlare con me solamente perchè ti senti in debito Bimba. A me basta che tu sia felice.-

-vuoi che io sia felice?-

-più di ogni altra cosa-

-allora ascoltami-

Mi misi comoda sul divanetto, appoggiando la testa sul suo braccio disteso sulla spalliera. Avrei potuto addormentarmi in quella posizione da come mi sentivo rilassata. Nonostante fossi in tensione per quello che stavo per raccontare, mi sentivo al sicuro perchè ero tra le sue braccia.

-dunque.. sono nata il 29 ottobre del 1992, proprio a venti chilometri da qui, da Firenze, in un piccolo paese dove tutti sanno tutto di tutti. I miei sono sempre stati severi e rigorosi nelle regole e diciamo proprio che non sono mai stati dei genitori modello. all’età di dieci anni non avevo nemmeno un amico e tutti coloro che si avvicinavano a me venivano allontanati perchè i miei mi denigravano e sfottevano davanti a tutti. Troppo magra, troppo grassa, troppo sportiva, troppo mora, troppo bionda, insomma ero troppo e basta.-

Potevo sentire il fiato di Bradley rallentare durante il mio racconto. Chissà se si immaginava questa piccola bambina che era circondata da una solitudine perenne.

-gli anni passavano e la situazione non cambiava, anzi, se possibile diventava peggiore. Capitava sempre più spesso che mi mandassero dagli psicologi per capire quale fosse il mio problema, perche secondo i miei ero io quella che aveva qualche problema. Nessuno voleva essermi amico perche loro mi avevano fatto terra bruciata intorno. Mi davano regole severe e non potevo sgarrare altrimenti ne avrei subito le conseguenze. Fu così che arrivata a diciassette anni lo feci.-

-Bimba..- il suo tono sembrava un ammonimento.

Forse aveva capito dove volevo andare a parare.

-mi trovò mio padre in bagno con una lametta. Fortunatamente era arrivato in tempo e non avevo ancora compiuto qualcosa di irreparabile, però da li la situazione prese una svolta. Per la prima volta in vita mia mi ribellai e decisi che non sarei stata più succube di nessuno. Nessuno mi avrebbe più dato ordini o regole da seguire. Litigai con i miei e siamo stati per più di due anni senza avere contatti, fino a che a quando fui accettata per fare uno stage di lingue proprio a New York. Ai miei venne un colpo quando tutta sorridente glielo annunciai e subito dopo partì senza più guardarmi indietro. Dopo il corso mi ero così legata a quella città che decisi di rimanerci a vivere. Il resto della storia lo sai.-

-Gloria, adesso capisco diverse cose. Il tuo ribellarti agli ordini. La tua paura di tornare in questa città. La tua ansia nel rivedere i tuoi..-

-mia madre ha detto che si è pentita. Mi ha fatto i complimenti per la ragazza che sono diventata senza di loro. È come se quella città mi avesse cambiata.-

-vorrei andare da loro e incazzarmi come una iena per quello che ti hanno fatto.-

-è passato Bradley, e come passato e bene che stia dove sta. Sono felice adesso.-

-se penso a quello che avresti potuto fare.. Cristo, mi sale la voglia di spaccare qualcosa.- esclamò balzando in piedi e stringendo i pugni lungo i fianchi.

-non è successo vedila così. Non sono più quella ragazza Bradley. Sono cambiata. Sono diversa. Sono più forte di quello che può sembrare.- dissi alzandomi anche io e fronteggiandolo nonostante i vari centimetri che ci dividevano.

Alzò gli occhi al cielo esasperato e sentì il suo cellulare vibrare sul tavolino da fumo dove l’aveva lasciato appoggiato. Potevamo far finta di niente, lasciarlo suonare a anche sentire di nuovo la vibrazione per l’ennesima telefonata, ma il fatto non sarebbe cambiato. Lui doveva tornare a New York. Doveva accettarlo. Doveva capirlo.

-lo so cosa stai pensando e la risposta è no!- borbottò prendendo il telefono e controllando da chi provenisse la chiamata.

-non puoi continuare a stare qui per sempre.- risposi mentre mi rimettevo seduta e mi guardavo le ginocchia.

Ci avevo pensato. Era un po' di tempo che l’idea mi balzava in testa. Sarei dovuta rimanere per qualche periodo in Italia. Non potevo lasciare soli i miei genitori. Chissà che cure e quanto tempo mio padre avrebbe passato in convalescenza. Mia madre era troppo inesperta e incerta per potersi far carico della famiglia. Sarei dovuto restare almeno fino alla completa guarigione di papà. Ci sarebbero potuti volere giorni come mesi, ma non potevo voltare loro le spalle. Specie adesso che sembrava avessero capito i loro errori. La mia casa sarebbe rimasta New York per tutta la mia vita, ma momentaneamente era meglio così. Dovevo trovare il modo e le parole giuste per dirlo a Lui. Sapevo che non voleva tornare a casa senza di me. Pensavo pure che lo facesse per paura di perdermi. Se fossi tornata con lui, almeno avrebbe avuto la certezza che avrei preso l’aereo.

-che vuoi dire? Hai intenzione di non tornare più a New York?- esclamò inorridito mentre puntava quelle pozze azzurre sopra di me.

-devo restare qui per del tempo Bradley. Tempo che tu non puoi permetterti di passare lontano da casa. Io tornerò. Adoro troppo quel posto per non tornarci. Ci sei tu, c’è Candice, ma adesso, in questo preciso momento il mio posto è qui-

-aspetteremo che tuo padre si sia ripreso e torneremo a casa insieme-

Scossi la testa guardandolo negli occhi. Era troppo intelligente per non averlo ancora capito. Probabilmente rispondeva così perchè in cuor suo lo sapeva. Era arrivato il momento di separarci, anche se momentaneamente.
Quello che mi aveva raccontato sull’aereo di andata era ancora ben impresso nella mia mente, alternato dal senso di dovere verso mio padre che mi aveva portato ad accantonarlo.
Il suo segreto che lo portava a finire dentro al letto di chiunque nel momento in cui era frustrato o incazzato era ancora vivido nella mia mente nonostante i giorni passati. Restare separati sarebbe stato un trauma anche per me sotto quell’aspetto.

-potrei stare qui per mesi. Tu lo sai Bradley. l’hai saputo da quando hai portato qui Fillmore. Io devo aiutare la mia famiglia adesso. Sono io quella che deve restare non tu. È la mia battaglia-

Ringhiò di frustrazione e gettò il telefono sul letto che nel frattempo aveva ripreso a suonare. Era troppo potente e importante per permettersi di restare ancora qui.

-tu tornerai-

-io tornerò. Tornerò. Te lo prometto.-

-non posso..-

Sentivo disperazione nella sua voce e la cosa mi spezzava. Lui era sempre stato forte anche per me. In questi momenti mi aveva dato la forza di andare avanti e capire che quello che era successo mi avrebbe fatto crescere. Non poteva spezzarsi proprio adesso che finalmente avevamo visto una fine a quella sofferenza di mio padre.

-puoi lasciarmi adesso. I momenti più critici sono passati. Avrò sempre bisogno di te. Il tuo senso di protezione e l’amore che provi per me devono trovare pace e forti tornare a casa.-

-cosa cazzo c’è che non capisci Bimba nelle parole “non posso”? Io non posso lasciarti andare. Non posso prendere un fottuto aereo e allontanarmi da te per non so quanto tempo. Ti ho cercato Gloria. Ti ho aspettato dio solo sa quanti cazzo di anni. Ti ho avuto. Ti ho anche adesso. Ho un costante e incessante bisogno di te. Non posso lasciarti. Sarebbe come abbandonare me stesso- replicò con una nota di sofferenza nella voce.

-sei importante Bradley. Hai il mondo ai tuoi piedi e questo implica delle responsabilità non da poco. Tu devi farti carico della tua vita, della tua azienda. Non puoi più lavorare da qui con nove ore di fuso orario. I tuoi collaboratori non possono sostituirti per mesi-

Doveva capire il problema.

-non posso lasciarti qui da sola. Non dopo quello che mi hai raccontato del tuo passato. Non dopo quello che ho scoperto che tu hanno fatto i tuoi.-

-è il motivo per il quale tornerò Tesoro. Niente mi riporterà nel mio passato. Compirò il mio ruolo da figlia, ma appena si sarà sistemato mio padre e potrà tornare ad occuparsi di mia madre io tornerò da te.-

-promettimelo. Giuramelo.- disse crollando in ginocchio e prendendomi le mani tra le sue.

Vedevo ansia e disperazione nelle sue bellissime iridi blu. Ansia che non sarei tornata a vivere nella sua città e disperazione per una separazione imminente. Stava male. Stavo male. Eravamo condannati. Il nostro amore ancora non era in grado di sbocciare. Non era ancora arrivato il suo momento.

-te lo giuro. Ho un milione di ragioni per tornare-

Il bacio che ne seguì mi mandò in paradiso.
Lo sentì togliermi la felpa che avevo indossato quella mattina e rimasi in reggiseno davanti a lui. I pantaloni, leggings per esattezza, erano già sul pavimento a fare compagnia alle scarpe da ginnastica e adesso anche alla felpa azzurra.
Si mosse a grandi passi verso la penisola e mi fa girare, sistemandomi seduta sul freddo granito. aveva gli occhi colmi di piacere, così come lo erano i miei in questo istante. Si infilò tra le mie cosce, muovendosi piano, con le mani sui miei fianchi. Lo guardavo estasiata quando lui mi strattonò in avanti, contro il suo inguine, la sua erezione andò sfregare proprio nel punto giusto.
Gemetti, circondandogli il collo con le mani. Si raddrizzò, si sfilò il maglione dalla testa, buttò via le scarpe, poi si liberò in fretta dei pantaloni e dei boxer. Io rimasi lì seduta, paziente, più che felice di guardarlo spogliarsi.
Quest’uomo era un dio.
Feci scorrere lo sguardo su tutta la sua meraviglia, fremendo un istante sulla grossa e pulsante erezione.
Tornò ad accostarsi, allungando le mani dietro la mia schiena per sganciare il reggiseno, facendolo scivolare via lento e poi gettandoselo alle spalle.
aveva le mani appoggiate sul bordo del piano di lavoro e mi guardava famelico. Si chinò e prense in bocca un capezzolo, accarezzandolo lentamente e stuzzicandolo con la lingua.
Ero in uno stato di beatitudine senza pudore, sospirai e allungai le dita per intrecciarle ai suoi capelli, mentre mi bacia i seni. Abbandonai la testa indietro e chiusi gli occhi, offrendomi alla sua bocca premurosa. Non mi dispiaceva affatto lasciargli prendere il controllo. Lui era contento e io me ne godevo felice i risultati.
Mi depositò un bacio tenero sull’orecchio, poi mi fece sdraiare sulla schiena.
Appoggiandosi su un braccio teso accanto a me, mi scostò con delicatezza i capelli dal viso. Lo guardavo che mi esamina pensieroso, con i suoi fantastici occhi azzurri lucidi.

-tutto diventa tanto più facile da sopportare quando ci sei tu, Gloria-mi sussurrò guardandomi intensamente negli occhi.

Si spostò in fretta e in un unico movimento controllato mi strattonò in avanti rendendomi piena con la sua erezione che non aspettava altro. Lanciai un grido a quell’invasione così violenta, sentendo il piacere travolgermi di nuovo.

-cristo Bradley.-

Urlai, gettando le braccia sopra la testa mentre lui si afferrava alle mie cosce, tirandomi avanti e indietro sul marmo per accompagnare il ritmo forsennato. Riaprì a fatica gli occhi e mi accorsi che sta sudando, la mascella è contratta.
Mi sollevò di peso contro il suo corpo e mi fece ruotare per finire contro il muro, con un colpo violento alla schiena che mi fece gridare.
Nella smania di controllare l’orgasmo che continuava a crescere, trovai a tentoni la sua spalla e mi ci aggrappai con la bocca, affondandogli i denti nella carne. Lo sentì sospirare di piacere e un altro gemito uscì veloce dalla mia bocca.

-ti amo Bimba-

-anche io Bradley-

-pronta?- domandò mentre con il bacino aumentava ancora di più il ritmo.

Lasciai la spalla, buttai la testa indietro con un grido roco ed esplosi in un favoloso e agognato orgasmo.
All’improvviso lui si immobilizzò, aveva il respiro spezzato e affannoso, e poi ecco che con l’ultima portentosa spinta viene urlando il mio nome come se fosse il problema a tutti i mali del mondo. Come se il mio nome potesse aggiustare tutto.

-wow-

-ricordati di questo Bimba. Ricordati quanto cazzo siamo perfetti insieme-

-ricordalo anche tu. Niente Suite strane o appuntamenti improvvisi per favore- dissi con coraggio mentre cercavo di scendere dalla posizione in cui eravamo ancora.

Rafforzò la presa sul mio sedere e le mie gambe si strinsero ancora di più al suo bacino. Con una mano mi prese il mento e mi obbligò ad alzarlo in modo che potessi vedere i suoi occhi. Era serio.

-ti amo Gloria Perri. Nessuna entrerà nel mio letto se non la stupenda Bimba tra le mie braccia. Ti giuro solennemente che sarò tuo per tutto il tempo che tu vorrai.-

-potrebbe essere molto tempo-

-sono un fottuto figlio di puttana fortunato allora!- esclamò prima di baciarmi.

__________

SONO VIVA!

Buon anno a tutti...
Dunque.. ho INTENZIONE DI COMPLETARE LA STORIA... solo che avrò bisogno di tempo e non me la sento di dare scadenze... non ne sono in grado. sappiate solo che FINIRO'. lo prometto!!

Vi amo e Vi abbraccio una per una!

Marty0029


 
 
   
 
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