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Autore: Juken    12/01/2017    8 recensioni
"Naruto aveva imparato ad adorare il sorriso di Hinata, simile ad un fiore. Quando lo intravedeva si sentiva felice. Per lui, era un tipo di felicità che non aveva mai provato prima.[...] L'euforia di quelle ore pomeridiane era simile alla soffice sensazione di avere la testa leggera, una pura gioia che non aveva mai conosciuto fino a quel momento. Non era come il senso di realizzazione che provava dopo aver portato a termine una missione, come quando chiacchierava con i suoi più cari amici o come l’istante in cui finalmente gustava il ramen di Ichiraku. Era un tipo speciale di felicità."
[NaruHina centric + tutte le altre coppie canon; non tiene conto di una parte del cap.699 e di tutto quello che avviene dopo]
Non fatevi confondere dall'introduzione, questa fanfic è piena di baggianate.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
Capitoli:
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Anno nuovo, capitolo nuovo!
(Sì, per me il nuovo anno inizia oggi, tutta colpa dell'influenza -.-)

 

 


!!! Attenzione: questo capitolo contiene una tonnellata di assurdità !!!

 

 

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UN NARUTO È PER SEMPRE

 

 

dork in love

 

 

 

 

 

          4. Tra il dire e il fare c'è di mezzo Naruto.

 



 

 

 

«Hinata tu sei innamorata di un idiota patentato, questo lo sai vero?»
Quella mattina un sole tiepido aveva fatto capolino tra le nuvole e il vento dei giorni precedenti si era placato.  Sakura, Hinata ed Ino ne avevano approfittato immediatamente per un giro di compere. La pimpante ragazza dai capelli rosa con le insistenze della Yamanaka era riuscita finalmente a convincere Hinata1 ad abbandonare pantaloni sformati e felpe over-size almeno per quanto riguardava le missioni, elencandole le comodità della giacca senza maniche con annessa cintura in vita multitasking che usava anche lei e la praticità dei pantaloncini che non impedivano nessun movimento in caso di combattimento. Hanabi, Sakura ed Ino sembravano aver formato un fronte unico contro il suo armadio e avevano dichiarato guerra a qualsiasi cosa che “non le rendesse giustizia” o che la facesse somigliare – a loro detta- ad “una nonnina ultracentenaria”. Per sua fortuna, non erano ancora riuscite a conquistare la parte che riguardava i vestiti che indossava quando non era in missione. La nuova giacca unita ai pantaloncini e agli stivali, che a dispetto del loro aspetto erano molto più comodi dei sandali che portava prima, erano davvero un cambiamento che le piaceva. Si era lasciata coinvolgere facilmente dall’esuberanza di Sakura e convincere dalla lista infinita e a tratti senza senso dei pro di quella nuova divisa, preferendola di certo all’alternativa che le aveva proposto Ino che comprendeva gonne scomodissime e top decisamente troppo rivelatori che non avrebbe indossato nemmeno sotto tortura. Nel suo armadio, però, alcune gonne lunghe, felpe e magliette larghe rimanevano ancora al sicuro al loro posto. Non avrebbe mai abbandonato quei vestiti così confortevoli per altri che la facevano sentire costantemente a disagio.
Oltre ad aggiornare la sua divisa, Hinata aveva acquistato anche svariati gomitoli di lana rossa, che ora teneva al sicuro nel sacchetto di carta marrone stretto al petto. Non erano passati inosservati agli occhi delle sue amiche che sapevano già per cosa li avrebbe utilizzati. Non avevano fatto domande ma non avevano potuto fare a meno di entrare nell’argomento ‘Naruto’ mentre passeggiavano tranquille tra i negozietti di Konoha.
I pensieri di Hinata corsero subito al comportamento bizzarro del biondo di qualche sera prima.
«Naruto non è un idiota. Ma ultimamente si è comportato in maniera piuttosto strana» sussurrò lei con voce flebile.
«Ieri mi ha raccontato che ha provato ad invitarti a casa sua. Incredibile! Non riesce neanche a chiedere come si deve ad una ragazza un appuntamento»
Hinata sentì immediatamente le guance andare a fuoco.
«A-Appuntamento? Ne sei sicura, Sakura? Perché non sembrava esattamente di quest’idea»
Naruto che chiedeva un appuntamento a… lei? Impossibile. Sicuramente Sakura aveva capito male.
«Ed invece è proprio così! Fronte-Spaziosa mi ha detto tutto!» le confermò invece Ino.
«Ragazze vi dico che non è così! Mi ha parlato delle ragazze dell’Accademia, di come stanno continuando i suoi allenamenti e di tutte le altre sue ammiratrici» Abbassò gli occhi. No, non stava chiedendo a lei un appuntamento, ne era sicura. «Forse stava cercando di dirmi che voleva invitare qualcuno di loro ad uscire?» Questa era una versione molto più probabile di quella delle sue amiche. Ma Sakura, stranamente agitata, si affrettò a smentire le sue ipotesi.
«No, no, assolutamente NO! Ma come ti salta in mente!?» la rassicurò «È tutta colpa di quell’idiota!»
Ed invece era così normale per lei pensarlo. Non era stupida. Hinata sapeva che un giorno l’avrebbe visto al fianco di qualcuno che non era lei ed avrebbe dovuto farsene una ragione. Si sarebbe dovuta arrendere al fatto che il suo era un amore ad una sola direzione, che lui non l’avrebbe mai corrisposta, mentre ogni giorno che passava era più innamorata di prima.
Senza contare il fatto che si sentiva lei l’idiota della situazione.
«Sakura…» riprese, racimolando il coraggio di chiederle qualcosa a cui non era del tutto sicura volesse avere una risposta «Ti ha anche raccontato della mia figuraccia?»
Sakura ed Ino si fermarono nel bel mezzo della strada e si girarono con occhi spalancati contemporaneamente verso di lei, in una maniera che era anche piuttosto inquietante.
«FIGURACCIA? Quale figuraccia?»
Ok, forse Naruto le aveva raccontato solo una parte della loro conversazione e lei avrebbe fatto bene a tenere la bocca chiusa e tenersi le sue paturnie mentali per sé.
«Hinata adesso devi obbligatoriamente dircelo! Non puoi lasciarci così, a morire di curiosità!»
Ino la guardava in attesa, avida di dettagli.
Lei sospirò, ormai aveva tirato lei in ballo l’argomento e sapeva che non l’avrebbero mai lasciata in pace se si sarebbe tenuta quel piccolissimo incidente per sé.
«Io non me ne sono resa subito conto, ma quando ho incontrato Naruto l’altra sera, abbiamo parlato a lungo. Intendo dire, veramente a lungo. Molto probabilmente era dalle lezioni per gli esami Chunin che non parlavamo così tanto. Sono passate due settimane dall’ultima lezione? Forse meno. Eppure sembrava che avesse così tante cose da dirmi!»
Hinata cercò di nascondere un sorriso. Infondo si stava ingannando da sola. Sapeva che era tutto nella sua testa. Pensare che lui non vedesse l’ora di incontrarla, che fosse davvero entusiasta di parlare con lei, in particolare con lei era da patetici ed egoisti. Ma non riusciva a scacciare del tutto quel pensiero che, anche se solo per un secondo, alleviava la sensazione che aveva da sempre di non essere abbastanza.
Sakura ed Ino le sorrisero, incoraggiandola a continuare.
«Molto probabilmente si era reso conto che si era fatto tardi e del mio stomaco che brontolava. È stato così imbarazzante! Naruto-kun invece è stato così gentile da invitarmi a mangiare con lui. Ma io… io ecco…»
Se solo pensava a come la sua testa era andata subito in tilt, come avesse interpretato in maniera sbagliata la sua proposta e il viaggio di fantasia che aveva fatto il suo cervello, le veniva voglia di non farsi più vedere in giro per il prossimo millennio.
«Da soli… nel suo appartamento… lo so che lui non aveva assolutamente altre intenzioni se non mangiare ramen, ma io…»
Quasi si faceva pena da sola. Nascose la faccia tra le mani. Anche Ino e Sakura erano innamorate dei propri rispettivi ragazzi, ma perché sembrava che solo lei avesse l’attitudine a rendersi così ridicola?
«Ho farfugliato qualcosa che non ricordo neanche di preciso e sono andata via, lasciandolo lì impalato!»
Sbirciò tra le mani la reazione delle sue amiche, sperando più che altro che un’enorme voragine si potesse aprire nel terreno e la inghiottisse all’istante, evitandole tutto quell’imbarazzo.
Ma Sakura la stupì, abbracciandola e squittendo.
«Non ci posso credere! La mia piccola Hinata… siete fatti per stare insieme!»
Non era proprio quella la conclusione a cui pensava arrivasse ma ci pensò Ino a ricordarle quanto fosse stata stupida.
«E così… lui voleva offrirti del ramen e tu volevi offrirti come dessert?» Insinuò infatti con un sorrisino.
Ecco, non era esattamente quella la direzione che il suo cervello aveva preso, ma era allo steso modo imbarazzante. Dov’era quella voragine?
«Ino!» Sakura guardò male l’amica bionda.
Sapeva che per Hinata non era facile confidarsi e se l’aveva fatto, significava che si fidava di loro. Quello che dovevano fare non era prenderla in giro, ma aiutarla.
«Hinata, la tua non è stata una figuraccia. CREDIMI!» sottolineò Sakura, omettendo che Naruto non si era per niente accorto del suo stomaco che brontolava, troppo intento a seguire gli stupidi passi di quel dannato libro «Non dimentichiamoci con chi abbiamo a che fare! CON UN IDIOTA PATENTATO. E questo è un dato di fatto. Punto»
Ino annuì, concordando pienamente con Sakura e continuò ammiccando in direzione di Hinata.
«Ma aspetta un secondo! Non avete passato tutti quei pomeriggi insieme prima degli esami Chunin? Tutti soli soletti a giocare alla sexy insegnante e all’alunn-»
«NO!» Hinata spalancò gli occhi, negando immediatamente le insinuazioni di Ino e continuò abbassando notevolmente la voce, quasi temendo che qualcuno potesse sentirle. Voglio dire… sì, l’ho aiutato. Ma non è la stessa cosa. Non eravamo sempre… da soli. Ogni tanto c’era con noi Iruka-sensei oppure Konohamaru con Moegi e Udon. Qualche volta anche il Sesto è passato a controllare che Naruto non stesse cercando un qualche modo per evitare di studiare. Era… era diverso.»
Come avrebbe potuto spiegarglielo? Strinse le labbra, umettandole. Quell’estate non si era tirata di certo indietro di fronte alla prospettiva di passare del tempo con Naruto aiutandolo a studiare. Non era più la balbettante dodicenne insicura che non riusciva a stare neanche nella stessa stanza con lui senza svenire. Era cresciuta ed al suo fianco si sentiva al sicuro. Eppure era innamorata persa, in una maniera che era ben più profonda di quando aveva dodici anni. Anche quando erano rimasti da soli era stato facile portare tutta la sua attenzione sui libri o ai metodi per fargli capire più facilmente alcune nozioni complicate. Ma quella sera, presa alla sprovvista, senza esami su cui concentrarsi, in un nanosecondo i suoi occhi avevano visto cose che non c’erano, aveva sentito brividi lungo la sua schiena, immaginato un significato diverso dietro le parole di Naruto e il suo cuore aveva perso un battito.
Ino si pentì della sua uscita infelice, vedendo Hinata abbassare lo sguardo e chiudersi a riccio. Cercò subito di rimediare e di tirarle su il morale.
«Ehi! Stavo scherzando Hinata! E poi vedrai che quell’idiota ti chiederà sicuramente di nuovo di uscire. Naruto non prova interesse per nessuna delle sue ammiratrici, non è con una di loro a cui vuole chiedere un appuntamento. Sono solo un effetto collaterale della sua popolarità. Dopo la vittoria, lui è diventato il simbolo della rinascita e non dobbiamo neanche trascurare il fatto che sia diventato un bel-»
Sakura immediatamente la interruppe.
«INO! L’ultima volta che ho controllato, tu stavi con Sai!» Puntualizzò.
«Che io abbia il mio amato Sai non esclude il fatto che possa fare apprezzamenti oggettivi. E poi lo sai che quando fai così sembri proprio una racchia? Sei sicura che con Sasuke vada tutto bene? Ancora non mi hai detto com’è a letto!»
Con suo sommo stupore, Hinata osservò le guance di Sakura prendere fuoco.
«Non è di me che stiamo parlando adesso! Avevi pure iniziato un discorso serio, ma devi sempre infilarci i tuoi commenti inutili!»
Quando quelle due iniziavano i loro battibecchi e soprattutto iniziavano a parlare di certi argomenti, le veniva voglia di farsi piccola piccola e scomparire.
La bionda roteò gli occhi, ignorando Sakura.
«Comunque volevo semplicemente dire che è normale che si ritrovi circondato dai fan e soprattutto dalle fan di ogni età. Ma non preoccuparti Hinata. Non devi sentirti intimorita da loro, non contano. Tu, invece, sei importante per lui»
Oh Ino! In passato le era sembrato che all’apparenza prendesse tutto con leggerezza, ma -come Sakura- la capiva.
Tu sei importante per lui.
Hinata sperava così tanto che quella non fosse l’ennesima bugia con cui prendeva in giro sé stessa, che anche quella non fosse una sensazione reale solo nella sua testa. Cosa aveva sentito lui quando si erano presi per mano durante la guerra? Solo lei cercava ancora quella mano? Era tutto solo frutto della sua immaginazione?
«Lo sai che mi ha confidato che pensava che il tuo “ti amo” avesse lo stesso significato di quando lui dice “amo il ramen”. Ci credi? Su questo punto di vista è come se fosse un bambino intrappolato nel corpo di un adulto» Sakura interruppe i suoi pensieri. «Tu sei una donna forte e una kunoichi coraggiosa, sei sopravvissuta ad una guerra e a scontri mortali. Mi hai detto più di una volta che Naruto per te è come una luce che ti ha guidata, come il sole. Lui è un sognatore questo è vero, ma non è lui il sole. Tu lo sei.2 Lui è un deficiente? Allora dichiarati una seconda volta e lascia perdere quello stormo di poppanti che gli vanno dietro e che di certo lui non considera degno di attenzione.»
Eccole lì le sue due motivatrici personali. Indipendenti. Forti. Sicure. Bellissime.
«E poi lo so che non hai mai perso la speranza»
Sakura indicò il sacchetto che aveva tra le braccia, da cui si intravedeva uno dei gomitoli che stava in cima.
«Questa volta la finirai?»
Hinata si morse un labbro, stringendosi nelle spalle. Le aveva confidato che l’anno precedente aveva iniziato a confezionare una sciarpa per il compleanno di Naruto, ma che non aveva mai finito. Con tutta la buona volontà aveva iniziato quel progetto, ma più vedeva il crescente “Fanclub dell’Eroe del Villaggio della Foglia” ricoprirlo di regali più si demoralizzava. Ragazze provenienti da ogni dove, lo avevano aspettato perfino davanti casa per un autografo o per lasciargli un pacchetto in vista del suo compleanno. Cos’era una misera sciarpa di fronte alla mole di oggetti di ogni tipo che aveva sicuramente ricevuto? Aveva avuto questa idea non vedendolo mai indossarne una, ma col passare del tempo aveva finito per pensare che magari non gli piacessero e basta. In fondo la sciarpa è uno dei regali più banali del mondo, quello che si compra quando non si hanno idee. Ed inoltre, con ogni probabilità, ne aveva ricevute già a decine. Seguendo questi pensieri, l’aveva abbandonata per dei buoni da Iciraku, che per sua sfortuna però, non aveva neanche avuto modo di dargli. Infatti l’anno scorso era stata convocata per una missione dell’ultimo minuto che era durata quasi due mesi, mancando così il compleanno di Naruto.
Quest’anno aveva ripreso il suo piccolo progetto. Non stava comprando una sciarpa a caso. Lei gli voleva regalare qualcosa che avrebbe fatto con le sue mani, in cui avrebbe messo impegno e dedizione.
Annuì alla domanda di Sakura e sia lei che Ino le sorrisero entusiaste, completamente d’accordo con la sua idea.
«Perché non-»
Appena Ino aprì di nuovo bocca, fu bruscamente interrotta da tre voci squillanti.
«Kya! Narutoo – senpaaai!»
Si voltarono per capire a chi appartenessero quelle voci e videro tre ragazze euforiche chiedere un autografo al famoso eroe. Naruto le aveva avvistate e stava già sventolando un braccio in segno di saluto quando Sakura riportò l’attenzione su di sé.
«Ragazze scusatemi un secondo. Proprio adesso mi è venuto in mente di avere una questione in sospeso col baka. Una cosa da team 7. Torno subito»
Così dicendo, la kunoichi dai capelli rosa si diresse a passo di marcia verso Naruto, prima che lui potesse raggiungerle, con un sorriso forzato e uno sguardo omicida.


Il buonumore di Naruto, quella mattina, era stato spazzato via come foglie dal vento appena aveva messo piede fuori dal suo appartamento. Si era appena chiuso alle spalle la porta che nascondeva il caos in cui versava casa sua, pronto ad iniziare la missione “Confessione”, quando le voci più squillanti che avesse mai sentito in tutta la sua vita avevano raggiunto le sue orecchie. Voci che aveva subito collegato alle tre ragazzine che si stavano dirigendo verso di lui a tutta velocità e la sua missione si era immediatamente trasformata in “Scappare da quell’assalto a sorpresa”.
La storia dell’Eroe del Villaggio aveva sin da subito iniziato a pesargli.
In passato, non aveva mai nascosto di desiderare di diventare il miglior ninja della Foglia e che le persone lo riconoscessero e lo valutassero non solo come Forza Portante, ma non aveva mai voluto quel tipo di popolarità. Era stato una frana totale nelle prime interviste che avevano seguito la vittoria contro Kaguya e si sentiva estremamente a disagio a fare autografi e a ricevere regali da sconosciuti. Ricordava ancora lo scorso compleanno, quando aveva accantonato in un angolo della sua stanza da letto una pila enorme di pacchetti, molti dei quali non aveva nemmeno mai aperto. Non voleva essere ingrato o maleducato rifiutandoli. Semplicemente non sapeva come comportarsi. Inoltre non gli sembrava per niente adatta la parola ‘Eroe’. Quelli che erano i veri eroi ormai non c’erano più e lui si sentiva anche un po’ ladro degli onori e della gloria che spettavano invece a loro. Non aveva combattuto quella guerra da solo eppure solo lui sembrava aver acquisito tutta quella popolarità, nonostante molti altri, che in quella guerra avevano fatto la differenza, erano ancora vivi e vegeti. Sasuke non era ancora visto del tutto di buon occhio dalla gente della Foglia e forse non lo sarebbe stato mai, non aveva visto nessuno chiedere autografi a Sakura e che lui sapesse, nessuno aveva recapitato regali ad uno qualsiasi dei suoi amici. Quando aveva espresso questi dubbi a Sakura, però, lei insieme ad Ino e Choji aveva riso del suo disagio per quella fama improvvisa e gli aveva rivelato di sentirsi sollevata di non essere il centro dell’attenzione ogni volta che camminava per le strade di Konoha. Ora che si avvicinava di nuovo il suo compleanno temeva che si ripetesse la stessa storia dell’anno precedente. L’unica idea brillante che gli era venuta in mente era stata quella di darsela a gambe, anche se questo non sembrava arrestare le sue fan. Anche quella mattina stava cercando di applicare quella tattica. Aveva smesso di scappare però quando, con la coda dell’occhio, aveva intravisto i lunghi capelli scuri appartenenti alla persona che ormai tormentava i suoi pensieri. Era stato in quel momento che tutti i suoi tentativi di sfuggire alle ragazzine erano sfumati. Era stato raggiunto e accerchiato da loro e non aveva potuto far altro che mettere su un sorriso forzato e assecondare le loro richieste.


«Ho appena finito di dire ad Hinata che non te ne frega niente delle tue fangirls e TU te ne vai in giro a firmare autografi come una rockstar?»
Quella doveva essere una mattina semplice che doveva essere impiegata esclusivamente nella ricerca e nella sua confessione ad Hinata. Non solo aveva perso tempo prezioso - cercando di scappare da quelle ragazze – che avrebbe potuto impiegare per portare a termine la sua missione principale, ora si vedeva anche piombare addosso una Sakura furiosa senza motivo e che sembrava sforzarsi per parlare con il tono di voce più basso possibile.
«Buongiorno anche a te, Sakura-chan» Naruto gli lanciò uno sguardo confuso. Lui a differenza sua, si ricordava ancora come si cominciava una conversazione normale. E poi cos’era poi quella storia delle fangirl? Era lui la vittima!
«Shhhhh!» lei lo aveva subito zittito «Parla a bassa voce, baka! Anzi, taci!»
Naruto la guardò ancora più confuso, corrucciando le sopracciglia.
«Lasciamo perdere e andiamo diritti al punto. Adesso non ti sembra un buon momento per chiedere un appuntamento ad una certa persona?» le chiese lei ammiccando.
Ecco spiegato il perché di quei sussurri. Spiò Hinata al di là della testa di Sakura, impegnata in quella che sembrava una fitta conversazione con Ino.
Era bellissima. Nella sua giacca lilla, nel semplice gesto di portarsi una ciocca di capelli dietro l’orecchio, nel modo in cui i suoi occhi seguivano le parole dell’amica bionda, lei era bellissima.
La sicurezza accumulata iniziò a vacillare piano piano, deglutì a vuoto e la fretta con cui aveva lasciato il suo appartamento, l’urgenza di trovarla erano state improvvisamente sostituite da uno strano nervosismo.
«Non so se è proprio questo il momento giusto. E poi non vedi che sta parlando con Ino? Meglio un’altra volta» sussurrò piano lui.
«Ma che vai blaterando! Non fare il bambino. Allora ricorda: sii spontaneo. Frasi semplici e dirette. Proponile qualcosa che piace fare anche a te e il gioco è fatto.»
«Facile a dirsi…»
Sakura non lo lasciò finire che con uno spintone lo trascinò velocemente di fronte ad Hinata.
Lui salutò sia lei che Ino con un sorriso rigidissimo. Sentiva già che avrebbe combinato un casino.
«Hinata stavo giusto raccontando a Naruto del nostro shopping» Sakura si voltò verso una vetrina alle spalle della Hyuga «e a proposito di spese, ho dimenticato di comprare… una cosa. Torno subito. Vado un attimo a comprare… quella cosa. Ino vieni con me»
Così dicendo, lei afferrò bruscamente il braccio della Yamanaka e insieme si allontanarono lasciandoli soli. Solo Naruto, per fortuna, si accorse che non si stavano dirigendo verso nessun negozio, ma che avevano semplicemente girato l’angolo alle spalle della corvina cercando di nascondersi – senza neanche tanto successo- dietro un cartellone pubblicitario ed allo stesso tempo restare a portata d’orecchio.
Il rossore che si fece spazio sulle guance di Hinata confermò che lei aveva capito benissimo che le due amiche li avevano lasciati da soli di proposito. Lei abbassò lo sguardo. Era molto più facile concentrarsi sulle sue scarpe che affrontare quegli occhi azzurri.
Naruto si ritrovò a pensare che anche così, con lo sguardo sfuggente e la faccia simile ad un pomodoro, era bella. Gli venne voglia di abbracciarla, prenderla per mano e non lasciarla mai andare. Sentì un fiume di parole risalire su per la gola ma fermarsi sulla lingua. La bocca gli era diventata arida come il deserto e tutto il brillante discorso che aveva in mente si ingarbugliò. Doveva iniziare con qualcosa di semplice che mettesse a proprio agio entrambi.
«Allora Hinata come va? Fatto qualche acquisto interessante?»
Cercò di sbirciare scherzosamente nel sacchetto di carta che aveva tra le braccia, ma questo sembrò infastidirla perché lo strinse ancora di più a sé come se ne volesse nascondere il contenuto. Grandioso! Neanche due parole in croce e aveva già fatto la figura dell’impiccione. Spostò il peso da un piede all’altro, imbarazzato. Si grattò la nuca e lasciò il suo braccio così, senza saper bene dove mettere le mani. Doveva incrociare le braccia al petto? Stringerle dietro la schiena? Poggiarle sui fianchi?
Perché quando aveva cercato di chiederle un appuntamento la prima volta gli era sembrato facile? Ora non riusciva a comportarsi naturalmente e non ricordava più neanche come funzionassero normalmente le sue mani. Sakura gli aveva suggerito di essere spontaneo. Ma come faceva ad essere spontaneo se era così agitato?
«Oh niente di particolare! Io e Sakura abbiamo preso delle nuove divise per le missioni»
Le rispose lei interrompendo il flusso dei suoi pensieri.
Naruto spostò lo sguardo dal sacchetto che reggeva al suo sorriso. Finalmente Hinata gli stava regalando uno di quei sorrisi timidi che tanto gli piacevano. Un sorriso che era sempre dolce e che -gli piaceva pensare-  dicesse che andava tutto bene, che qualsiasi cosa assurda lui dicesse o facesse lei non l’avrebbe giudicato male.
Lui, invece, le sorrise di riamando come un’ebete.
«Sono contento!»
Si morse la lingua. Era una frana totale. Di cosa esattamente dovesse essere contento non lo sapeva neanche lui. Doveva restare calmo, essere sé stesso e dire “frasi semplici e dirette”, non era complicato. Non gli sembrava il momento adatto per confessargli i suoi sentimenti, lì in quella strada affollata, con due paia d’occhi che lo scrutavano e il cervello completamente scollegato dalla lingua. Avrebbe potuto però invitarla ad uscire fuori di nuovo e quando sarebbero stati finalmente loro due da soli, aprirgli il suo cuore. Ricordò quello che gli aveva detto Sakura: proporle di fare insieme qualcosa che piacesse ad entrambi. Fece vagare lo sguardo lungo la strada, individuando proprio dietro quelle arpie dagli occhi di fuoco delle sue amiche un ristorante dall’aria non troppo costosa e dall’insegna invitante.
«Uhm… Hinata mi stavo chiedendo…»
Stava per invitarla a mangiare un boccone proprio lì quella sera, ma fece il grosso errore di riportare lo sguardo su di lei e incontrare i suoi occhi non più fissi sulle sue scarpe.
Gli occhi di Hinata erano così chiari da sembrare quasi del tutto bianchi. Ma con quella vicinanza lui riusciva a cogliere tutte quelle sfumature segrete che li rendevano unici. Ricordava vagamente di come quando erano piccoli, molti bambini prendessero in giro gli Hyuga e i loro occhi ‘inquietanti’. Con un pizzico di fastidio verso quegli stupidi bambini invidiosi, pensò che gli occhi di Hinata fossero tutt’altro che inquietanti. Erano… caldi. Chiarissimi eppure caldi e luminosi. Sarebbe stato così facile perdercisi dentro per ore e cercare di cogliere tutte le parole silenziose che sembravano nascondere.
Quando finalmente si rese conto che lei stava aspettando che lui continuasse, arrossì. Dimenticò all’istante qualsiasi cosa avesse in mente di dirle e sentì il cervello ridursi in una pappa molle inutilizzabile.
Ma doveva assolutamente dire qualcosa. Subito!
«… tu mangi?»
Hinata alzò entrambe le sopracciglia nella più totale confusione.
«Come?»
Forse aveva sbagliato domanda, perché ora lei lo stava guardando stranita. Si morse un labbro agitato.
DEVI DIRE QUALCOSA DI INTELLIGENTE. RESTA CALMO E DI QUALCOSA DI INTELLIGENTE! ORA!’
Era l’unica cosa a cui riusciva a pensare ma di fatto nessuna frase che avesse senso uscì dalla sua bocca.
«Voglio dire… ti piace mangiare… uhm… all’ora di cena?»
Di male in peggio. Vide Sakura sbirciare dal cartellone e chiudere gli occhi afflitta.
Era in blackout.
La faccia di Hinata era diventata un enorme punto interrogativo.
Missione fallita.
Missione fallita.
Missione fallita.
Stava iniziando perfino a sudare.
Era decisamente ora della ritirata.
«Naruto m-mi stai inv-»
Nella smania di chiudere immediatamente quella conversazione e seppellirsi vivo il prima possibile, ignorò quello che lei gli stava dicendo.
«Stavo scherzando! Ahah! Ora devo proprio andare, è stato bello incontrarti. Ci vediamo!»
Fuggì via senza voltarsi per non peggiorare la situazione, lasciando la povera Hinata sicuramente a domandarsi quanto lui fosse imbecille da zero a un miliardo.
Ogni giorno sembrava peggiorare sempre di più. Anziché avvicinarsi ad Hinata, faceva solo passi indietro dimostrandosi sempre più imbranato e con un cervello che sembrava retrocedere lentamente verso quello di una gallina.
Girato l’angolo si ritrovò di nuovo di fronte le arpie. Si era quasi dimenticato di loro che ora lo guardavano sconvolte.
« “Ti piace mangiare all’ora di cena?” Davvero?»  Ino aveva incrociato le braccia al petto, ancora incapace di credere a quello che aveva sentito. «È stato doloroso perfino solo da ascoltare»
«Ero agitato, ok?» Agitato e patetico. In realtà non si sentiva neanche di contraddirla.
«Adesso basta. Ci penso io!» Aveva annunciato invece Sakura «Ogni volta che lascio fare a te, combini un disastro. Stasera io, tu, Hinata, Ino, Sasuke e tutti gli altri andiamo a mangiare insieme carne grigliata. Proprio oggi dovrebbe arrivare anche Temari da Suna. Perciò una rimpatriata è proprio quella che ci vuole!»
Ino guardò corrucciata l’amica «Shikamaru mi ha detto che Temari arriva domani non oggi»
La rosa le lanciò uno sguardo infuocato e senza farsi vedere dal biondo le assestò una gomitata non proprio delicata nel fianco.
«MA CHE DICI! Certo che arriva oggi. Probabilmente Shikamaru non ti ha aggiornata»
Ino annuì coprendosi il fianco con una mano, guardando risentita quella manesca della sua migliore amica. Di sicuro le aveva lasciato un livido.
«Ah Naruto non preoccuparti, avvertiamo noi gli altri. E poi magari stasera potresti anche accompagnare Hinata a casa!» continuò Sakura.
«Accompagnarla a casa? Perché?» Di nuovo lui non ci stava capendo niente. Come avrebbe potuto una rimpatriata aiutarlo con Hinata? Inoltre non era ridicolo accompagnare a casa qualcuno che sapeva perfettamente badare a sé stesso? Già aveva fatto la sua bella figura da imbecille!
«Ehm… perché è una ragazza della nostra età, da sola, di notte…» gli suggerì la rosa.
«Eh? Hinata è forte! Solo uno stupido proverebbe ad importunarla3»
Ora si che era stupito. Per caso Sakura non sapeva che con un singolo tocco la Hyuga poteva spappolare gli organi interni di qualsiasi malcapitato?
«Ti mancano proprio le basi. Le basi!» Ino era del tutto esasperata. Prese sottobraccio Sakura e aggiunse «Meglio raggiungere Hinata, sicuramente si starà chiedendo che fine abbiamo fatto. Stasera sii puntuale, ci vediamo… uhm… ah, ci sono! Ci vediamo all’incrocio che precede Rokkasen4, alle 20:00 in punto!»
Detto ciò, si volatilizzarono con un’aria confabulatoria che non gli piaceva per niente.
Le osservò andare via e affondò le mani nelle tasche della sua felpa del tutto demoralizzato.
Non aveva per niente voglia di tornare a casa in solitudine e restarsene sul letto a fissare il soffitto, aveva bisogno di parlarne con qualcuno!
A quell’ora Shikamaru stava lavorando e Sasuke l’avrebbe sicuramente mandato al diavolo. Osservò il punto in cui Ino e Sakura erano andate via e gli venne subito in mente Sai, il pallido e stranissimo Sai: l’ultima persona al mondo che pensava si sarebbe trovato una ragazza. Da quando quei due si erano messi assieme, non una sola volta li aveva visti in giro senza tenersi per mano, Ino sembrava sempre felice e perfino un po’diversa quando era con lui. Di sicuro ne doveva sapere molto di più di donne di quanto ne desse a vedere e non poteva essere solo grazie a quegli stupidi libri. Si diresse verso l’appartamento che Sai condivideva con Ino sperando che si trovasse lì e che ne potesse cavare qualche consiglio pratico.
Giunto di fronte alla sua porta, bussò. Si stupì quando al primo tocco la porta si aprì. Sicuramente Sai era in casa! Non si era neanche preoccupato di chiudere a chiave. Entrò senza farsi tanti problemi ma se ne pentì all’istante.
«Amore, sei tornata presto!»
Apparve di fronte a lui in tutto il suo nudo e pallido splendore Sai, una mano poggiata sul fianco e un’espressione delusa alla vista del biondo.
«Ah… ma tu non sei Ino»
Naruto si era coperto immediatamente gli occhi con una mano, desiderando una perdita di memoria improvvisa.
«Adesso che ti sei accorto che non sono Ino, potresti metterti delle fottute mutande?»
Che brutta idea passare da Sai!
«Non sei a tuo agio con-»
Brutta, bruttissima idea.
«Ancora non ti sei vestito?»
Naruto fece sbucare un occhio dalla mano ma lo chiuse all’istante. Sai se ne stava impassibile - e nudo - come se fosse normale, incurante di lui e delle sue lamentele.
«Ok! Ho capito. Rilassati»
Quando Sai si ripresentò vestito nel piccolo salotto dove Naruto si era accomodato, cercando insistentemente di non chiedersi perché mai l’amico fosse nudo, il biondo aveva ancora gli occhi ostinatamente chiusi.
«Ti devo avvertire di una cosa però: se sei qui per uno dei miei libri, mi dispiace, ma non posso più prestarteli» annunciò Sai.
Naruto aprì gli occhi, tirando interiormente un sospiro di sollievo vedendolo finalmente con dei pantaloni addosso.
«Come?»
«Stamattina è passata Sakura per uscire con Ino per poi andare da Hinata. Ci ha raccontato un po’ com’è andata con lei l’altra sera e mi ha minacciato di non prestarti mai più uno qualsiasi dei miei manuali» Gli rispose Sai, con un’espressione che non riusciva a distinguere tra l’annoiato e il disinteressato.
E quello lì stava con Ino?
«Perché stai a sentire quello che ti dice Sakura?»
Naruto lo squadrò. Aveva già lasciato perdere la storia dei libri, voleva sapere invece quale segreto nascondesse.
«Perché potrebbe letteralmente uccidermi» disse con ovvietà Sai e aggiunse «e perché anche Ino le ha dato manforte»
Era davvero curioso il modo in cui cambiava totalmente espressione quando anche di sfuggita nominava la Yamanaka.
Sembravano la coppia più felice del mondo.
«Come hai fatto?» Esclamò di punto in bianco Naruto, studiandolo.
«A fare che?»
Stava facendo il finto tonto per caso? Non poteva tenersi i suoi segreti per sé, doveva condividerli! Lui era un suo amico!
«A trovarti la ragazza!» Sbuffò.
Sai lo guardò stupito.
«In realtà, è lei che ha trovato me»
E questo cosa voleva dire?
«Non sono in vena di rebus!»
Naruto stava iniziando a spazientirsi. Perché non glielo diceva e basta?
«Come hai fatto a chiedere un appuntamento ad Ino? Dove siete andati? Non eri nervoso?»
Sai fece uno di quei suoi sorrisini strani ed enigmatici che non era mai stato in grado di capire.
«Io non le ho chiesto un appuntamento. Lei mi ha baciato per la prima volta di ritorno da una missione e dopo abbiamo iniziato ad uscire insieme» disse con semplicità.
Naruto sbatté le palpebre incredulo.
STUPIDO BASTARDO FORTUNATO.
Non aveva fatto il minimo sforzo per conquistare Ino? Il suo segreto non era nient’altro che una fortuna sfacciata?
«Per rispondere all’altra tua domanda: si, ero comunque nervoso» Sai ignorò la sua faccia sbigottita e continuò «Fino a poco tempo fa, Ino aveva così tanti pretendenti che ne avresti perso il conto. E non intendo solo nel Paese del Fuoco. Sono arrivati da ogni parte per corteggiare “una delle più belle Kunoichi di Konoha”. Non potevo competere, ma Ino non se ne è mai curata. E fra tanti lei ha scelto di stare accanto a me»
Ancora tutt’ora Sai non riusciva a credere a come le cose si fossero evolute così velocemente o a spiegarsi perché Ino avesse scelto di salvare dall’oscurità in cui si sentiva sprofondare5 proprio lui. Quel che sapeva era che lei aveva contribuito a rendere il suo sorriso meno solitario e che ogni volta che lei lo prendeva per mano, metteva insieme tutti i piccoli pezzi in cui la sua anima era frantumata.
«È per questo che tu sei agitato, Naruto? Anche a te innervosisce la lista di pretendenti che sicuramente ha anche Hinata? Immagino che con lei sia anche peggio! Ha un’Abilità Innata e per questo ci saranno anche tutti quelli che vorrebbero proporsi per un matrimonio vantaggioso. Lo sai, no? Gli Hyuga sono un clan nobile e lei fa parte della casata principale, davanti alla porta del padre ci sarà ormai la fila di quelli che mirano ad avere tra i propri nipoti qualcuno munito di Byakugan, per esempio»
Ah.
I pretendenti.
Una lista di pretendenti.
Ecco qualcosa a cui non aveva minimamente pensato e che si andava subito ad aggiungere alle sue pippe mentali.
Gli era venuta un’improvvisa voglia di urlare.
«Oppure ti sei comportato come un disadattato per auto-eliminarti dalla lista?»
Cosa?
Stava scherzando?
Ma Sai aveva una faccia serissima che Naruto avrebbe preso volentieri a pugni.
Perché era andato da lui, innanzitutto? Lo aveva già scordato.
Troppo preso dalla sua stessa irritazione aveva anche dimenticato di avvertirlo della rimpatriata di quella sera, ma non se ne curò. Ci avrebbe pensato Ino.
Ritornò a casa con nuove insicurezze e l’umore nero.

Nota per sé stesso: Non chiedere mai più consigli a Sai. MAI PIÙ.

 

 

***



Quella sera Naruto si presentò in perfetto orario al punto stabilito sperando che quella cena insieme ai suoi amici riuscisse a scrollare un po’di quella stizza causata dalla chiacchierata con Sai. Ma nella strada quasi deserta c’erano solo Ino e Sakura, nascoste dietro un muretto basso. Si avvicinò a loro, curioso.
«Cosa ci fate qui dietro?»
Stava diventando un’abitudine la loro?
Senza degnarlo di una minima risposta, Sakura afferrò un suo braccio per far nascondere anche lui.
«Perché diavolo hai addosso quella cosa?» esclamò Ino.
Naruto guardò “quella cosa” che non era altro che la sua felpa arancione preferita e alzò un sopracciglio.
«Cosa avrei dovuto mettermi?»
«Lascia perdere» intervenne Sakura per poi rivolgersi alla kunoichi bionda «Te l’avevo detto che sono fatti per stare insieme! Stiamo parlando di Naruto! Cosa vuoi che gliene importi a questo qui di che colore sia la gonna che porta Hinata, quanto larga sia la sua maglietta o se si abbini o meno. Lo sai che una volta ho pensato che fosse daltonico?»
Naruto le guardò stranito, mentre parlavano beatamente fra di loro come se lui non ci fosse, nascoste dietro un muretto senza motivo. Il suo cervello registrò, però, un dettaglio in particolare.
«Hinata? Dov’è?»
Quelle due si sorrisero tra di loro per poi voltarsi finalmente verso di lui.
«Hinata è arrivata ed è già all’ingresso del ristorante che ti sta aspettando»
Ino gli indicò un punto in lontananza al di là di quell’insolito nascondiglio, dove vicino ad un’insegna rossa e luminosa c’era proprio lei.
«Ma allora perché ci stiamo nascondendo? E che fine hanno fatto tutti gli altri?»
«Gli altri non verranno. Non c’è mai stata nessuna rimpatriata! Ora va e goditi il tuo appuntamento» gli chiarì Ino.
Naruto deglutì, realizzando quello che avevano organizzato quelle arpie.
«Voi non venite?»
Questa volta fu Sakura a rispondergli.
«Oddio, Hinata è una bellissima ragazza. Ma non siamo noi ad essere innamorate di lei» sorrise maliziosa.
Era senza parole.
«La parola che stai cercando è “grazie”» gli suggerì Ino.
«Ti risparmio la fatica. Non c’è di che! Ora sbrigati» Sakura liquidò la faccenda e con uno spintone lo fece uscire allo scoperto.
Si fece coraggio e si incamminò verso Hinata.
Quando si ritrovò finalmente di fronte a lei, rimase un attimo di troppo in silenzio a contemplare i suoi capelli raccolti in una treccia laterale, le guance appena arrossate e i suoi occhi così limpidi.
Lei ruppe quel silenzio chiedendogli dove fossero Sakura ed Ino.
Avevano mentito anche a lei? Fantastico! Pensò sarcasticamente Naruto.
«Ehm… non sono potute venire perché… perché Sakura è stata chiamata per un’emergenza in ospedale e ha chiesto anche l’aiuto di Ino»
Meritava davvero il premio per La Peggiore Bugia Del Secolo.
Prima che Hinata potesse fare domande, le poggiò una mano sulla spalla invitandola ad entrare al ristorante.
Lei sussultò nel momento esatto in cui lui sentì una scossa partire proprio da quella mano.
«Ma questo non ci fermerà mica dal mangiare dell’ottima carne grigliata. Su andiamo!»
Lei semplicemente annuì, sorridendogli.
Contro ogni pronostico di Naruto, la serata trascorse tranquillamente e piacevolmente.
Lei era Hinata, colei di cui era innamorato perso, ma pur sempre Hinata!
Non era un nemico da affrontare o qualcuno da temere. Il suo nervosismo non aveva senso, si disse mentalmente. Mise da parte liste di pretendenti, le sue figuracce e il pensiero che lei non fosse più innamorata di lui, concentrandosi solo su di lei. Aveva quasi dimenticato come fosse bello e naturale – quando non era nel panico più totale- parlare con lei, che lo ascoltava attenta e non una sola volta si era lamentata di come lui monopolizzasse sempre la conversazione.
Durante tutta la serata, sentì nello stomaco una strana sensazione di vuoto, come un crampo ma non dalla fame6. Una sorta di agitazione che impediva che se ne stesse completamente calmo e seduto composto e una voglia sfrenata di avvicinarsi sempre di più ad Hinata ed alla sua bocca. Oh le sue labbra! Non le aveva perse un attimo di vista, mentre il viso di lei attraversava tutte le sfumature possibili di rosso.
Una volta usciti dal ristorante, così vicini che le loro mani si sfioravano quasi, pensò che quello fosse il momento perfetto per dichiararsi. Anche se gli occhi di Hinata gli facevano ancora salire il cuore in gola, si sentiva abbastanza sicuro di sé. Erano gli stessi occhi che gli suggerivano che i sentimenti per lui non erano cambiati, che non c’era nessun pretendente, che lo facevano sentire come se ci fosse solo lui e basta.
O era solo la sua immaginazione?
Accantonò subito quel pensiero. Non c’era spazio per l’esitazione.
Prese un respiro profondo.
Con il battito del cuore a mille, già fantasticava sull'istante in cui l’avrebbe stretta a sé e l’avrebbe baciata.
Eccome se l’avrebbe baciata.
Ormai era diventata una necessità.
Non vedeva l’ora di colmare quella fastidiosissima distanza e di sentire il suo sapore.
Ma i suoi sogni ad occhi aperti si sgonfiarono come un palloncino appena bucato.
Proprio mentre stava per aprire bocca, una figura si era materializzata accanto a loro facendoli sobbalzare.
Naruto si voltò a dir poco seccato, con uno sguardo omicida.
QUELLO ERA IL SUO MOMENTO PERFETTO. 
DANNAZIONE!
Chiunque fosse stato a interromperlo, anche il Sesto in persona, avrebbe dovuto vedersela con lui.

 


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NdA - Note noiose e lunghe  per capitoli lunghissimi.


quuens  Egggiàh! Questo è il capitolo più lungo scritto finora. Un treno in rotta di collisione. Praticamente non sapevo nemmeno io  dove fermarmi. Ma in qualche modo dovevo pur terminarlo, e perché non farlo assecondando il mio lato sadico? Eheh. Dando  un’occhiata anche al prossimo capitolo (che per metà è già scritto) devo dire che sto trattando proprio male il nostro Naruto. Non preoccuparti mio amato dork, avrai la tua rimonta, non ora, ma l’avrai!
<---- 1. Qualcuno su Tumblr aveva notato -molto tempo fa- che le uniformi di Hinata e Sakura in ‘The Last’ si somigliano tantissimo e aveva immaginato loro due fare shopping insieme, scambiarsi i vestiti e cose così. (Ovviamente non trovo più il post -.- ) Subito mi è partito il BROTP LEVEL: OVER 9000! Ho dovuto inserirlo per forza, capitemi! Le amo troppo insieme *-*

queens 22. Questa è una semi citazione dalla serie Tv ‘Grey's Anatomy’ di cui vado particolarmente fiera. Non solo mi piace da morire ma si collega benissimo al nome di Hinata. Per chi non lo sapesse il cognome di Hinata, Hyuga (日向, Hyūga), significa "attraverso il Sole" [...] "Hinata", il suo nome di battesimo, è un gioco di parole: è un altro modo di leggere i kanji del suo cognome, che con questa lettura prendono il significato di "un posto soleggiato" (Fonte).

3. In questo capitolo ci sono un sacco di cose prese da The Last. La mia adorata Brotp, la sciarpa rossa, l’incontro tra Naruto ed Hinata dove a lei brontola lo stomaco e anche questa citazione che è una delle mie preferite! L’unico motivo per cui lui non l’accompagna a casa è perché è convinto che nessuno le può dare noia perché lei è maledettamente forte. LI AMO. Vabbeh!

4. Ho zero fantasia nel dare i nomi ai ristoranti o ai luoghi in generale, perciò ne ho preso uno che esiste veramente. Rokkasen è su TripAdvisor ed ha anche delle ottime recensioni.

5. Ok, parliamo adesso della Sai\Ino. Affrontare questa coppia anche solo per questo pezzetto è stato abbastanza difficile. Non la capisco e nel manga\anime ce ne viene mostrato pochissimo. Ho letteralmente bisogno di qualcuno che me la spieghi, anche se mi piacciono insieme ç_ç Spero di non aver scritto un’oscenità D: Mi sono ispirata ancora una volta all’'opening 20. (che poi vogliamo parlare di quanto sia assolutamente bellissima Ino in quest’opening? Senza contare Hinata! *fangirla*) Fan della Sai|Ino, fatemi sapere cosa ne pensate e non abbiate paure di scrivermi le vostre critiche. Sono pronta a tutto. No, non è vero. Nel prossimo capitolo cercherò di affrontare la Sasu\Saku. Si salvi chi può!

6. Descrivere la sensazione delle farfalle nello stomaco è difficile,ok? T.T

 

 

Vi ringrazio per la pazienza, se recensirete o anche se leggerete soltanto! 

   
 
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