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Autore: Sailor Mercury    09/04/2005    2 recensioni
Derisa, incompresa, disprezzata, schernita... "Vedrai che un giorno farai vedere a tutti di che pasta sei fatta, mia piccola Amy". Una lotta tra bene e male per difendere la persona che si ama. Se ci aggiungiamo molta azione e tanta magia, DING, la storia è pronta.
Genere: Azione, Fantasy, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amy aprì gli occhi di scatto

 

Eccoci al finale di questa breve, ma intensa storia! Ciao e grazie a  chi mi ha seguito! Grazie davvero.

 

 

 

Parte Terza

 

 

“In my dreams I’ll always see you soar above the sky

In my heart there always be a place for you

For all my life I’ll keep a part of you with me

And everywhere I am there you’ll be”

(Faith Hill – There you’ll be)

 

 

Amy aprì gli occhi di scatto. Qualcuno l’aveva chiamata anche se non sapeva con esattezza chi o come. Intorno a lei la situazione non era cambiata per nulla. C’era sempre quello strano fascio di luce candido che la illuminava e da ogni parte era presente solo oscurità.

Non sapeva chi l’avrebbe potuta chiamare ora che era in quel posto così tetro, ma nonostante si sforzasse, non riuscì ad individuare a chi appartenesse quella voce. Anzi, più si sforzava e più dimenticava. Ma quella voce doveva ricordarla, perché era di una persona importante che gli era stata sempre vicina nella sua difficile esistenza :

Tom!!” – urlò Amy –“Devo assolutamente uscire di qui!”. Amy iniziò a correre velocemente, desiderosa di uscire da quel posto per tornare dal suo Tom. Dopo pochi metri percorsi si fermò di scatto. L’intenzione di uscire c’era, ma la volontà da sola non bastava.

“Come faccio ad andarmene da qui?”. Continuò a parlare all’aria per molto tempo interrogandola su come fare ad abbandonare quel posto. L’aria sembrò non rispondere lasciando Amy ancora di più nello sconforto. Si lasciò cadere a terra ormai priva di forza e con il fiatone. Doveva concentrarsi su qualcosa che le ridesse il coraggio e cosa c’era di meglio che pensare a Tom? Si concentrò profondamente cercando di convogliare i suoi ricordi. Durante questa operazione, la luce su di lei, si intensificò parecchio e poco a poco, estendeva il suo raggio d’azione illuminando sempre di più lo spazio circostante.

Ce l’hai fatta…” – le disse una voce calda e rassicurante – “sei riuscita a farmi splendere di nuovo…grazie”. Amy non credette a chi che era apparso davanti ai suoi occhi.

Amy, piccola, ascolta la mia storia che ti riguarda molto da vicino perché la tua storia è la mia storia”.

 

 

………………………………………………………………………………………………....

 

 

“Ho detto di fermarti!” – urlò di nuovo Amiaezy – “Lasciati uccidere, umano! Non ho tempo da perdere, io!”.

Tom correva come un forsennato. Non doveva essere colpito da quegli strani raggi amaranti che le uscivano dalle mani. Se ne fosse venuto a contatto, avrebbe fatto la stessa fine dei suoi compagni. Corse in direzione della sua aula e, per farlo, attraversò tutto il cortile della scuola. Trovò la forza per salire le scale e,  una volta giunto in quello che

poche ore prima era l’ingresso della scuola, si girò all’indietro. Dietro di lui non c’era nessuno. Che l’avesse seminata? Allora era salvo…

“Dove credi di andare?”. Il ragazzo alzò la testa verso il cielo. Su di lui stava precipitando  Amiaezy e Tom si scostò giusto in tempo per non essere trapassato da una lunga spada.

“Ti ho detto di stare ferm…”. Tom oservava la scena assolutamente inorridito. Il corpo di Amiaezy  era scosso da fremiti febbrili e il sudore scendeva abbondante sul suo viso. Il corpo cominciò a gonfiarsi sempre di più e ad ogni respiro veniva espulsa una quantità di sangue dai tessuti. Non ebbe più la forza di mantenere la spada fra le mani e la lasciò cadere, producendo un tintinnio metallico. Gli spasmi aumentavano e Tom si allontanò da lei riparandosi dietro un banco rovesciato.

“Non…puoi…vincere…tu…non…puoi” – biascicò Amiaezy sputando saliva e plasma.

Ma ormai non poteva più sottrarsi alla fine. Un forte boato fece vibrare la terra. Amiaezy urlò in un modo disumano e scoppiò come scoppia un palloncino pieno d’acqua. Il silenzio.

“E’ finita” – pensò Tom e fattosi coraggio fece sbucare la testa dal banco. Tutto era avvolto da uno fitto strato di fumo e, mentre si diradava, scorse l’ombra di una persona venirgli incontro. Tom era terrorizzato. Il demone era ancora vivo e pronto ad ucciderlo e questa volta nulla avrebbe potuto salvarlo. Si preparò quindi a combattere mettendo in pratica le scarne nozioni di pugilato imparate alla palestra. La figura era di fronte a lui. Alzò i pugni posizionandone uno vicino al mento e uno pochi centimetri più avanti ed esclamò:

“Sono pronto! Fatti sotto!”.

Ma quella non rispose. Si sentì solo una risatina e Tom sentendosi preso in giro caricò il destro. Ma non colpì la persona dinanzi a sé.

“Ciao, Tom!” – gli disse con tono gentile e aggraziato- “stai bene?”

Oramai la nebbia si era diradata del tutto. Chi aveva pronunciato quelle parole era l’essere più bello che Tom avesse mai visto. Capelli biondi, lunghi fino alle spalle, le decoravano il volto angelico e occhi più blu dell’oceano sbucavano da una frangetta forse un po’ troppo lunga. Per coprire la pelle bianca e morbida, aveva un vestito verde acqua che arrivandole alle ginocchia, mostrava i piedi scalzi della giovane. Ma la cosa più strabiliante di tutte, erano un paio di meravigliose e candide ali che le spuntavano dalla schiena. Avevano piume morbide e lisce che riflettevano la luce sotto i raggi del sole.

Tom? Mi riconosci?”- chiese molto lentamente. Tom scosse piano la testa abbassando le braccia.

“Sono io, Amy!” – continuò. Tom ripeté nella sua testa l’ultima frase. La guardo dritta negli occhi e dopo pochi secondi non ebbe dubbi:

Sei proprio tu?”- chiese e, senza attendere la risposta l’abbracciò con dolcezza. I due rimasero in quella posizione per molto tempo e Amy ne approfittò per raccontargli la sua incredibile avventura e la scoperta delle sue origini. Lo ringraziò tante volte per aver avuto fiducia in lei e per averla destata dallo sconforto in cui la sua anima era caduta. Quando i ragazzi si sciolsero dall’abbraccio entrambi si guardarono intorno. La scuola ormai era distrutta, così come le vite di tutti i suoi occupanti.

Cosa ne sarà di loro?” – chiese Tom facendo vagare lo sguardo sui corpi privi di vita.

“Non preoccuparti” – gli disse prendendogli la mano – “Staranno benissimo…oh”. Una lieve fitta colpì Amy in pieno petto facendole portare la mano al torace.

Amy!!! Stai male?” – le chiese angosciato Tom.

“No, non preoccuparti! E’ solo il nostro segnale” – rispose sorridendo – “Significa che è ora di andare”.

“Ora di andare? Non capisco, dove?”. Adesso Tom la fissava con occhi imploranti. Non voleva separarsi da lei, non dopo che l’aveva creduta persa e poi l’aveva ritrovata.

Tom” – iniziò lei – “ci sono tante cose del mio passato che non so e...vedi...mi è stata offerta la possibilità di…”.

“Basta così, ho già capito tutto”. La ragazza lo fissò sorpresa, ma ormai sapeva che Tom la conosceva troppo bene.

“Solo una cosa” – continuò lui – “vedi di non stare via molto, intesi?”

“Intesi” – fu la sua risposta. I loro sguardi si fusero in uno solo. Amy si avvicinò a Tom e gli schioccò due baci su ogni guancia.

“Ti voglio bene” – esclamarono entrambi all’unisono.

“Avanti, vai! Non vorrai fare aspettare lassù!” – disse Tom – “Arrivederci, Amy”.

“Arrivederci, Tom” – rispose mentre apriva le sue ali facendovi filtrare una piacevole brezza appena alzata. I piedi si staccarono da terra e, con molta naturalezza, Amy coordinò i battiti delle sue ali e salì sempre più in alto fondendosi con la prima nuvola che incontrò.

Quasi speranzoso, Tom rimase per qualche minuto col naso all’insù. La nuvola dove era sparita la ragazza era ancora visibile. Ma ad un tratto iniziò a mutare colore, assumendo una sfumatura grigiastra. Iniziò a nevicare e argentei cristalli si posarono sui numerosi corpi esanimi ridonandogli la vita.

“Grazie!” – esclamò Tom verso la nuvola.

Attese pazientemente che tutti gli alunni si fossero destati. Costruì un rudimentale ponteggio usando qualche banco e attirò l’attenzione dei presenti:

“Ascoltatemi, tutti! Dovete sapere la storia di una ragazza che è stata sempre derisa e disprezzata da tutti noi, ma che però ha lottato per resistere e salvarci! Il suo nome è Amy e nonostante…”

La narrazione proseguì fino all’arrivo delle autorità che allarmati da qualcuno, raggiunsero la scuola immersa nel parco. Tutti vennero trasportati nelle proprie abitazioni e il bilancio finale fu solo di pochi feriti. Alcuni credettero alla storia di Tom, ma altri si convinsero che la scuola fosse esplosa per una fuga di gas. Da quel giorno Tom, si sentì un ragazzo speciale perché aveva vissuto un esperienza che nessuno avrebbe mai più provato e perché era stato salvato dalla persona che amava.

 

 

####

 

 

La luna è alta nel cielo, saranno le due di notte o poco prima. Stanotte c’è una brezza piacevole. Porta profumi da ogni paese in cui ha soffiato. E’ un po’ fredda, ma è molto gradevole e per questo decido che la finestra deve restare aperta. Le tende respirano ad ogni arrivo d’aria.

Ormai è primavera e tutti gli alberi sono in fiore, ma penso che da lassù la vista migliore ce l’abbia tu. Chissà com’è guardare la terra dall’alto…mi piacerebbe guardarla, magari insieme a te. Spengo la luce sul comodino. Devo riposare, domani c’è compito in classe.

Buonanotte angelo mio e come ogni notte so che veglierai su di me.

Mi rimbocco le coperte, adesso fa freddo. Meglio chiudere la finestra, il vento è aumentato.

Mi alzo e chiudo le ante, ma mentre sto per farlo si riaprono violentemente: colpa di una nuova ondata di vento: istintivamente mi copro il viso con il braccio.

Pochi secondi e il vento si dissolve.

Ancora incerto, scosto l’arto dagli occhi e metto a fuoco.

Le ali ti si sono fuse con le tende in una delicata danza. Poggi i candidi piedi sul davanzale e mi guardi in un modo da togliere il respiro.

Non so cosa pensare, ma credo che la cosa più giusta da fare sia dire semplicemente:

Bentornata, amore mio”.

 

 

 

Piaciuto il finale? A me tantissimo perché mi immagino la scena come in un film. Quando Tom parla c’è un sottofondo di pianoforte che sfocia in un’orchestra di violini, quando arriva Amy! Aaaaaaaaaaaah che sogno! Ciao e alla prossima avventura.

 

 

 

 

Ringrazio tantissimissimo tantissimississsississimo:

 

La Spynn

 

Eirinya

 

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