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Autore: Cyanide_Camelia    28/05/2009    3 recensioni
Irlanda, in un liceo privato si incontrano e si intrecciano le vite di alcune personalità eterogenee, quali Shelly, una diciassettenne americana con un passato burrascoso, tutta mascolinità e vitalità; Mia, una dolcissima ragazza vittima degli errori degli altri; ed a seguire Daphne, Ginger, Weed, Emerien, Kurt e molti altri personaggi emblematici, a raccontare quanto dolore si possa sopportare, quali sono le ferite nascoste di ognuno e le singole aspirazioni, la difficoltà nel rapportarsi, fino a dipingere un quadro complessivo, cantato dalle voci di Mia e Shelly, di una generazione che balla sul precipizio.[Ripubblicata a seguito di un'accorta revisione della precedente "Memories of a Toxicdoll and of a Broken Dream" ed arricchita]
Genere: Malinconico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Life is forever

Momenti di eternità

 

Shelly è diventata parte di me, oramai.

È una persona buona e divertente. Dal nostro primo incontro ne sono venuti molti altri, sempre a casa mia, il giovedì, dalle quattro alle otto. Io studio, lei gironzola per la stanza, parla, mi racconta dello Utah, delle sue amiche, di quello che si sono dette la mattina o il pomeriggio prima con Daphne e Ginger, e del suo gruppo di amici.

Alla fine Shelly è diventata l’attrazione della nostra scuola.

Ha fatto di quelli che erano degli emarginati, nelle loro classi, una cerchia solida di amici inseparabili.

Il suo talento è proprio quello di circondarsi della gente più disparata e di tirare fuori il meglio di loro con una spontaneità fuori dal comune.

Mi sembra così strano che una persona fuori dal comune come lei abbia scelto di stare proprio con me.

Insomma, lei è petrolio, ed io sono olio extravergine.

Eppure sta qui, vicino a me tutto il giorno.

Arriva in ritardo regolarmente, e dopo nemmeno mezz’ora fugge in bagno a fumare una sigaretta.

A ricreazione, con i suoi amici, regolarmente fumano due o tre canne, e così lei ritorna in classe bella alticcia. Si sdraia sul banco, e dalla quarta ora inizia lo spettacolo.

Perché Shelly è mezza fatta, e così cominciamo a prenderci a parolacce, a fare battute su battute e iniziamo a ridere come pazze.

Questa è la vita scolastica di norma con accanto Shelly, una specie di tornado, umorale e volubile: non sai mai come si alza la mattina, se arriverà arrabbiata o felice, o con che pazzia se ne uscirà oggi.

Come di norma arriva tardi, durante l’ora della professoressa di letteratura, Lucille Brennen, butta per terra la borsa e si toglie il bomber verde evidenziatore, poi si lascia cadere sulla sedia e mi saluta con la mano.

 

“Ciaooo!”

 

“Indovina indovina!” mi sussurra lei nell’orecchio.

 

“Cosa?”

 

“Domenica c’è un rave a pochi chilometri da qui, mi ha avvertita Daphne.” Mi sventola il Blackberry sotto il naso, con la schermata di MSN messenger accesa.

 

“Ci vai?” le chiedo, invidiosa.

 

Daphne, Daphne, Daphne. Che cosa ha lei in più? Perché il suo legame con Shelly è così diverso dal nostro? Beh, d’altro canto, lei può essere una Toxicdoll. Solo io non posso.

 

Colpa dell’AIDS, tutta colpa dell’AIDS.

 

“Piccola, certo che sì. Tu vieni?”

 

“Non posso. Piuttosto, grandissima troia, che hai fatto ieri sera? Mi hai svegliata con quella telefonata alle tre di notte, e tu eri completamente fatta e parlavi di qualcosa come di una micia ed un uccellino….ma che volevi?”le chiedo bisbigliando.

 

“Non si dicono le parolacce!- finge di rimproverarmi –Ieri ero in riunione a casa mia con le Toxicdolls, e ci siamo completamente strafatte, e poi Ginger ha letto, mezza nuda, ad alta voce, le regole..e leggendo quella che chiede che noi siamo bisexual, ha detto e allora lo volevo dire anche a te. A te piace più la micia o più l’uccello?”

 

Arrossisco e mi sento stupida, capendo troppo tardi il doppio senso. E dire che mi ci ero arrovellata tutta la notte, su questa cazzata.

 

“Non lo so. Forse né l’uno né l’altro…chi lo sa.”mi tengo sul vago.

 

“Tu sei problematica, ragazza. Comunque è una norma che ho eliminato.”conclude, facendomi l’occhiolino, e si mette a mandare messaggi con il Blackberry nascosto nell’astuccio.

 

Capisco che la conversazione è conclusa, e mi volto con gli occhi bassi sul quaderno.

 

 

Mi sento completamente stravolta.

Conosco poche persone, ma fortunatamente sono così belle e uniche che non vorrei assolutamente stare da nessun altra parte.

Per fortuna oggi è tornata Mia. Vorrei dirle che mi è mancata, che mi è mancato il suo profumo, sentire il calore nell’averla accanto.

Lei è diversa da tutte le altre, lei non sarà mai una Toxicdoll.

Perché Mia ha degli obiettivi, e si aggrappa al presente, al momento, cerca di vivere con impegno e rettamente, di preservare la sua anima. Lei che ce l’ha.

La mia dov’è, Mia? Perché da quando ti conosco comincio a volere anche qualcosa di diverso? Temo di desiderare qualcosa che non posso avere.

 

La campanella della ricreazione mi riporta alla realtà.

Scatto in piedi ed esco per prima, spintonando, e corro giù per le scale, verso il nostro nascondiglio, sicura di non aver lasciato tracce.

Mi arrampico sulla grata verde e mi lascio cadere sull’erba secca.

Trovo già due dei ragazzi, Kurt e Joshua, e l’immancabile Ginger.

 

Ginger e Weed si piacciono. Stanno sempre a battibeccare, a punzecchiarsi, scherzano come bambini, litigano, si odiano, fumano e fanno pace.

Lui la prende in giro per la sua statura, lei invece gli rifila scenate di gelosia camuffate da amorevoli scherni per le altre ragazze con cui si diverte a farla arrabbiare.

Una volta aveva addirittura baciato una delle ragazze per bene.

All’uscita, Ginger e delle altre le avevano fatto una “chiusa” come se ne fanno poche, e

l’avevano lasciata rantolare a terra, con le labbra spaccate e piene di ematomi.

 

“Sfido io chi ti vorrà baciare adesso, puttana”.

 

Da allora lui si limita a fare il solletico o a prendere in braccio qualche compagna di classe, ma chiaramente Ginger resta l’ape regina, nello sciame delle favorite di Joshua.

 

Poi c’è Kurt. Kurt è la nostra guardia del corpo, un ragazzone largo quanto alto e con un’aria minacciosa…che in realtà è tutta apparenza.

Kurt è un ragazzo dolcissimo e disponibile al 100%.

Per capirci, è quello che alle feste non beve, non si stona e controlla che tutti gli altri non esagerino e stiano piuttosto bene a fine serata, quando ci riaccompagna uno per uno a casa con la sua macchina, con l’unico patto che tutti mettano dei soldi per la benzina e, a turno, lo aiutino a scuola con le materie più ostiche.

 

L’ultimo membro della compagnia è Francis. O anche il Nerd.

Il soprannome si spiega da solo, no?

Francis è un ragazzo mingherlino, sempre in camicia e pantaloni scuri, con tanto di cintura, a vita altissima. Ha degli splendidi ricci scuri e gli occhi da Bambi, nascosti dagli occhiali spessi con la montatura nera e pesante modello Wayfarer, una parlata forbita ed espressioni lapidarie tutte votate a smontare lo sfortunato di turno.

Il Nerd è, ovviamente, molto dotato e colto. Un vero e proprio mangiatore di libri.

Il suo punto debole è la matematica, determinato semplicemente dal fattore noia.

 

“I numeri mi buttano giù, e lo Stanford ancora di più, se possibile.”

 

Quando aveva sentenziato così, si era pronunciato nel suo totale disinteresse per la materia, accompagnato alla compassione per il povero Prof. Stanford, un uomo sulla cinquantina con baffoni biondi e chierica, tanto frustrato quanto le sue cravatte.

 

Il genio della matematica e della fisica –perché dovunque ce n’è uno, innegabilmente- è Ginger.

Mettile in mano una calcolatrice scientifica, un quadernetto a quadretti, una penna e una ventina di esercizi universitari di matematica pura, e lei li risolve nel giro di due ore.

 

Ed eccoci qui, tutti riuniti nel nostro ritaglio di libertà.

Daphne si cala dalla recinzione elegantemente, con forti reminescenze della sua attività di ballerina classica, mentre il Nerd, impacciato come al solito, per scavalcare ci impiega un’eternità.

 

“Forza e coraggio, Frankie!” urla Daphne, che non ha ancora imparato che lui si chiama Francis, e non Frankie.

 

“Francis, Daph, Francis. Per gli amici, quindi non per te, il Nerd.”annaspa lui,col fiatone.

 

“Vero! Per quelli come me, no?” chiede Ginger, in punta di piedi anche per dare un bacino sulla guancia a Francis, che è piuttosto basso per essere un ragazzo.

 

“Già. Ora vai a scaricare la tua furia omicida su Weed” le risponde lui con sufficienza ironica, spintonandola verso Joshua, seduto a terra, che invece la stringe dal basso.

 

Mi metto a gattoni e mi allungo verso Weed a mo’ di gatto.

 

“Vero che hai quella cosuccia che mi fa taaanto felice?”sbatto le ciglia, supplichevole.

 

“Hrm.” Grugnisce lui, in segno si assenso, mentre fruga nelle tasche e sposta Ginger, mettendola a sedere su una delle sue cosce.

 

“Certo che sei piccola ma pesicchi!” lamenta Weed, provocando l’indignazione della bionda.

 

“Ma come ti permetti? Ho anche perso peso, sono arrivata a ventisette chili!” strilla lei con la vocetta acuta.

 

“Sì vabbè dai un chilo Ginger a quanti chili del Sistema Internazionale equivale? Sei un piombino!”ribatte lui, canzonandola.

 

“Se alludi all’altezza, nella botte piccola c’è il vino buono.” Momentanea rimonta di Ginger.

 

“Nella botte…ma nel tappo no.” L’ultima frecciata di Weed la fa ammutolire ed imbronciare, mentre riflette su cosa rispondergli.

 

A questo punto comincia il rituale della ricreazione.

Weed prepara la canna, Ginger lo riprende in continuazione fingendo che non le vada bene niente, Kurt fa la guardia, scherzando sul fatto che quei due stiano sempre a rimbeccarsi come una vecchia coppietta di pensionati, Daphne osserva con rispettosa contemplazione, il Nerd e io chiacchieriamo impazienti e ci prendiamo in giro.

 

E io penso che queste cose in Utah, queste emozioni, queste risate non le avrei conosciute.

Non avrei mai saputo che qui, nel quartier generale dei paperini perfettini, la felicità dell’amicizia fa si che la vita sia eterna.

 

 

 

 

 

.: Spazio Cos :.

 

Eccomi qua, perdonate il ritardo nell’aggiornamento ma questo mese, al solito, è sempre il più impegnativo per quanto concerne gli impegni accademici.

Così, tra un argomento e l’altro, sono riuscita a revisionare anche questo capitolo e a pubblicarlo.

Dal prossimo attendetevi una maggiore strutturazione della trama che prende una piega più intelligibile.

 

Al solito, leggete e recensite in virtù della mia beata gioventù, eccetera eccetera, tanto sappiamo tutti che non lo farete, ma d’altra parte uno spera sempre che sotto Natale (che dista soli sette mesi, essù!) voi siate tutti più buoni!

 

Special Thanks to:

 

Nafasa: sì, quel dolce è decisamente da provare!

 

Black Lolita: abbi fiducia sia per la recensione alla tua storia, che arriverà di certo, sia per il tuo nick :P un elefante non dimentica niente! Ti ringrazio per la recensione, anche io amo moltissimo Ginger e spero ti piaccia ancora di più col passare del tempo. Per quanto riguarda Mia…beh, vedrai, vedrai.

 

Talpina Pensierosa: come vedi qui sono già più comprensibili le fila del racconto, incluso il rapporto tra Ginger e Weed e l’amicizia biscottosa di Shelly e Mia. Che dire? Spero ti piaccia anche questo capitolo!

  
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