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Autore: Silvy Rainbowstorm    15/01/2017    0 recensioni
Molte persone nel mondo non sanno quanto la propria vita abbia valore. Anche Dorothy non lo sa, spera proprio che la sua cambi, ma un giorno si renderà conto di cosa voglia dire non avere nemmeno un nome, un volto con il quale riconoscersi e desiderare una vita. Dorothy non può minimamente immaginare il desiderio di guardarsi allo specchio.
Genere: Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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Vieni a dormire.


Caro diario,
vorrei tanto andare via, non soffrire più.
Perché non posso anch'io avere una vita normale? Voglio dire, senza una mamma (una figura inesistente ed egoista) che ti dica di accettare le cose così come stanno e ti levi tutta la speranza di dosso!
Ieri Erin voleva che io e la mamma a dormissimo in camera con lui. Mamma si è rifiutata e lei, allora, ha detto che io mi sarei offerta. Ho protestato, ma sono stata costretta.
           La tua Dorothy S.


Era da diversi giorni che in famiglia si respirava un'atmosfera sempre più tesa. Erin sembrava essere peggiorato per la disperazione della sorella, che stava lentamente perdendo l'ultimo briciolo di sanità mentale. Dorothy non ne poteva più, i suoi tentativi di fuga la facevano sentire un verme, incapace di scegliere il proprio destino.
-Io... non posso... farlo...
Stava seduta per terra di fronte allo specchio della sua camera. Ciocche di capelli color rame le ricadevano crespe sugli occhi mentre stringeva tra le mani le forbici da cucina.
-Loro non lo sapranno.
-Sì che lo sapranno!
-E allora? Tanto tuo fratello ti bastona e alla mamma non interessa!
Annuì.
Il bordo affilato delle forbici premette contro la tenera pelle del braccio per scorrere e affondare leggermente nel tessuto. Dorothy sorrise.
-Ho il controllo... deciderò io quando dovrà finire tutto.
Guardò soddisfatta il proprio capolavoro che sanguinava copiosamente, il suo modo di sentirsi felice: sentiva di far soffrire qualcun altro con il suo gesto e questo la riempiva di uno strano appagamento.
Il suo stato d'animo mutò quando sentì improvvisamente levarsi un grido da in fondo al corridoio, seguito da un rumore di passi: "Sorellina, vieni a dormire!"
-...no.
Erin aveva messo mano sulla maniglia della porta che si stava aprendo. Il suo viso era quasi visibile dall'uscio. Dorothy fece forza contro la porta.
"Sorellina..."
Il fratello si stava alterando.
"NO!"
"Vieni, sorellina".
"NO, NO, NO!"
"VIENI FUORI!"
Dorothy diede una brusca spinta bloccando l'ingresso con il chiavistello. La porta si richiuse di botto. Si udì un orrendo raschiare di unghie dall'altro lato.
"NON TI LIBERERAI DI ME! NON MI LASCERAI SOLO!"
   
 
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