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Autore: 22Mavi    15/01/2017    5 recensioni
{AU ° fantasy} Per quanto tempo era stato segregato nell'oscurità? Si ritrovò a pensare che probabilmente lo era da sempre.Lui ci era nato nel buio.Sul suo paese invece, Konoha, regnava la luce. Eppure dietro quell'accecante luminosità, si nascondevano animi oscuri. Sasuke sapeva di essere uno di loro, ma era consapevole anche di non essere l'unico.
Lui però non era una semplice ombra, no, lui era il buio che era sceso sull'intero reame.Lui era l'oscurità della follia di chi ha smarrito ogni strada, il cui passato è una disperata menzogna.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: AU, Lemon | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Nessun contesto
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L'OMBRA DI KONOHA
           

Capitolo 16



Quando guardi a lungo nell’abisso, l’abisso ti guarda dentro.
Friedrich Nietzsche






 Potenza e adulazione la circondano. E' seduta sul trono, con la stessa corona di sua madre posata sul capo, Sasuke è vicino a lei, la mano stretta nella sua. 
Altero, regale e irraggiungibile guarda innanzi a se, sui capelli neri splendono zaffiri e rubini. 
Non vorrebbe distogliere lo sguardo da quella creatura così perfetta e potente, estasiato come mai Sakura lo aveva visto prima, ma una scena altrettanto gloriosa le si presenta davanti : La sala del trono è ricolma di stendardi blu sui quali il ricamo bianco e rosso del simbolo Uchiha fiammeggia come se fosse in vita. Giocolieri e circensi intrattengono i numerosissimi ospiti, che battono le mani e ridono gioiosi.
«Lunga vita al Re Sasuke e alla Regina Sakura, lunga vita agli Uchiha!» urlano tutti, e a lei spunta sul viso un sorriso felice.
 Si guarda intorno, ma non riesce a scorgere nessun viso amico tra quelli. 
«Sei contenta mia Regina?» Sasuke la scruta con soddisfazione, e un' ombra di cupidigia vela il suo sguardo. Sakura sente le fiamme divampare nel suo corpo, non appena ascolta quella voce ferma, non appena incontra quegli abissi oscuri. «Come non mai, mio amato Re» risponde con un sussurro cupo, avido, non suo. E immagina estasiata la sua lingua sui suoi seni, i suoi denti nella pelle, i respiri sotto la carne. 
Poi, come dal nulla, compaiano intorno a lei tre uomini incappucciati, ricoperti di sangue. In un attimo cadono ai suoi piedi. Si accasciano e pronunciano lamenti incomprensibili, rantoli e piagnistei. 
Ma nessuno se ne cura, nessuna guardia interviene, nessuno riesce a vederli, tranne lei. 
«Chi siete?» chiede chinandosi su di loro. Passano dei minuti di attesa silenziosa, gli uomini tremano. 
«Hai lasciato che lui ci uccidesse!» sibilano poi di risposta, mentre ragni e scorpioni escono dalle loro vesti, circondandola. 
Sakura balza in piedi, spaventata, fa cadere la corona di sua madre per terra e la vede rotolare con lentezza per tutte le scalinate. Si guarda le mani, grondano sangue viscido e denso. 
Impallidisce e indietreggia, sente la gola riarsa e l'aria bloccarsi, gli insetti della notte continuano a invadere il pavimento e Sakura urla, chiede aiuto, ma nessuno la sente. 
«Io..io non so di cosa parlate» balbetta tentando di pulirsi sul vestito, ma i festeggiamenti sono ancora più forti di prima e Sasuke non può aiutarla, non la vede, ammira sotto di se la corte che lo osanna. 
Sakura guarda con orrore il sangue che non se ne va dalle sua mani tremanti.
«Tu...tu dovevi redimerlo, era scritto! E invece sei stata sedotta dall'oscurità, dalla menzogna, sei diventata ciò che eri nata per debellare!»
I tre uomini hanno i volti coperti, ma le loro grida di maledizione hanno una disperazione tale da renderli mostruosi . E un urlo esce dalla gola di Sakura.
«Io...mi dispiace...io..., non sono abbastanza forte!» cerca di giustificarsi tra le lacrime. Si porta le dita sugli occhi, tentando di far sparire quegli uomini, ma finisce solo per sporcare anche le guance bianche e le labbra. Ora il viso è completamente intriso di sangue vermiglio. 
«Tu hai mentito a te stessa credendo alle sue bugie! Sapevi quale era la verità, ma hai preferito chiudere gli occhi  per il folle amore che provavi. Ci hai fatto uccidere tutti Sakura, ci hai ucciso tu, non lui!!TU HAI ABBANDONATO LA TUA ANIMA NELLE TENEBRE!» 
 


Sakura spalancò gli occhi. 

Il cuore batteva freneticamente contro la cassa toracica, la gola era tremendamente secca e gocce di sudore freddo imperlavano la sua fronte. 
Si guardò intorno allarmata, riconoscendo pian piano la stanza da letto. Le ci vollero diversi minuti per placare il terrore e rendersi conto che ciò che aveva visto non era reale.
Si voltò inquieta tra le lenzuola tiepide, una cosa a cui nonostante fossero passate settimane dalla prima notte di nozze, non era affatto abituata. 
Sasuke dormiva su un lato vicino a lei; la schiena si alzava e si abbassava lentamente. Si voltò piano, per guardarlo muoversi leggermente nel calore delle coperte; fu tentata di passargli una mano tra i capelli, ma il  braccio si fermò a metà strada tra lei e lui, che le dava le spalle. La matassa di capelli neri si apriva sul cuscino chiaro, quei fili scuri, fatti di un materiale ben più puro della seta della federa, li amava con una forza devastante. Come amava tutto quello che li circondava. 
La voce cupa, rimbombò nella sua testa, scuotendola con terrore. 
"Per il folle amore che provavi, ci hai ucciso tu, non lui!!TU HAI ABBANDONATO LA TUA ANIMA NELLE TENEBRE!" 
Chiuse gli occhi con forza sentendo un brivido salirle fino al collo, smorzandole il respiro. Il cuore le riprese a battere convulsamente, mentre un pensiero inquietante si districava nella sua mente: Avrebbe pugnalato a morte se stessa – o almeno, una parte di se stessa – in cambio di una vita al fianco di Sasuke?
Si avvicinò a lui, esitante, e poggiò la fronte sulla sua schiena sospirando a labbra chiuse . 
«Sei fastidiosa anche nel sonno» lo sentì sussurrare, con quella voce tagliente e venata di sarcasmo anche quand'era intorpidita dal sonno. Sorrise, sentendosi sollevata anche se non sapeva bene da cosa, e si distese, addosso a lui, puntando le mani sul materasso per guardarlo. Teneva ancora gli occhi chiusi, il viso ostinatamente girato di lato, ma i muscoli tesi in un sogghigno indicavano che era più che sveglio. Sakura gli piantò un bacio veloce sulla fronte e notò che i suoi capelli rosa gli solleticavano il viso. In assenza di reazioni, Sakura si chinò a strofinare il naso sulla sua guancia e poi gli crollò addosso, nascondendo la testa nell'incavo del suo collo e respirando tra i suoi capelli neri. Sentì la mano di lui poggiarsi sull'attaccatura della coscia e stringere delicatamente, fremendo.
«Non riesci a dormire?», le chiese, voltando la testa verso il soffitto.
Sakura si limitò ad annuire, come una bambina, e un po' sentiva di esserlo in quel momento. 
Sasuke la fece muovere e si stesero uno di fronte all'altra, i visi vicini e le mani che si toccavano quasi per caso tra di loro.
«Hai avuto un incubo?» disse guardandola negli occhi, riconoscendo il panico nel verde delle sue iridi.
Sakura chiuse le palpebre con forza, come per tenere a bada quelle immagini- quelle grida- che aveva udito e visto poco prima.
«Cosa hai visto?» La voce di Sasuke era apparentemente ferma, ma lei riuscì comunque a cogliere una sfumatura di preoccupazione.
Riaprì gli occhi, incontrando i suoi vicinissimi, attenti e profondi, maledettamente profondi.
«Non lo so....sembravano auspici, rivelazioni di un futuro...-» si interruppe stringendo le dita intorno al lenzuolo «... Sembrava  reale»
Sasuke rimase in silenzio limitandosi a fissarla, raccogliendole la lacrima che le stava scendendo inevitabilmente sulla guancia. 
«Parlamene» le disse sfiorandole appena le dita. 
«...noi regniamo su Konoha» iniziò con la voce ridotta a poco più di un sussurro. Riconobbe immediatamente negli occhi di Sasuke la fiamma di un' inquieta bramosia e le si annodò qualcosa nello stomaco, ma continuò. «La Sala del Trono è gremita di gente che ci osanna come i primi regnanti Uchiha, sembriamo felici e probabilmente lo siamo davvero, ma la morte mi divora. Dei cadaveri mi tormentano...Mi dicono che sono stata io ad ucciderli, che ho lasciato la mia anima alle tenebre, facendomi corrompere dall'oscurità. Le mie mani grondano di sangue e insetti notturni strisciano ai miei piedi, come infimi servitori- »
«Basta così» le disse solo tendendo i muscoli della mascella. Sakura girò il viso dall'altro lato, dandogli le spalle. 
Sebbene tentasse di affondare i singhiozzi nella morbidezza del cuscino, Sasuke riconobbe subito il sommesso tremolio delle spalle che accompagnava sempre i suoi pianti. 
L'avvicinò, allungando un braccio e portando la sua schiena sussultante contro il suo petto. E lei si rannicchiò a contatto del suo corpo infilando i piedi tra le sue gambe. Le baciò la parte di nuca scoperta dai lunghi capelli rosa, respirando il suo profumo di pesca.  
«Era solo un incubo...» sospirò sulla sua pelle accarezzandole con l'altra mano, quella non allacciata intorno alla sua vita, i capelli lunghi. Sakura non rispose, perché entrambi sapevano che i suoi sogni, non erano semplici proiezioni distorte della mente, ma presagi, terribili e oscuri. 
«E' stato orribile...» Sasuke la strinse, di più.  «E' passato ormai...»
Sakura allora si voltò, e con gli occhi chiusi appoggiò la fronte sulla sua, respirando piano.
«Lo è davvero?» 
Non era una domanda, era una coltellata in pieno petto, una constatazione la cui verità fece vibrare l'animo di Sasuke. 
Si sentì così insicuro che il dolore gli investì direttamente il cervello, serrandolo in una morsa. Chiuse gli occhi respirando a fondo. Sakura alzò il viso, poggiando la testa sul suo petto, l'orecchio combaciò perfettamente sul cuore del Traditore. Solo quando ascoltò quel battito sembrò ridestarsi completamente dall'incubo che aveva vissuto.
«Resta così» le disse posandole una mano sul capo rosa. «Co-come?» chiese perplessa  con gli strascichi ancora del pianto tormentato. 
«Resta così sul mio petto...voglio che tu ti riaddormenti ascoltando questo suono» 
Sakura spalancò gli occhi. Quella richiesta le dimostrava una purezza così assoluta da risultarle persino dolorosa, era figlia di una premura unica nel suo genere, una premura che aveva il retrogusto amaro della tortura. E, inevitabilmente, alla gioia si affiancò il dolore. Sakura pensò a quanto sciocca lei fosse : Come poteva accettare completamente quel percorso di dolore, di amore e di sangue?
Come poteva accettare colui che si era macchiato di peccati così grandi da essere imperdonabili?  E come poteva essere compresa colei che, pur scoprendo chi e cosa lui fosse, sceglieva di stargli comunque accanto? Nonostante tutto il dolore che lui aveva portato, tutto il sangue di cui si era sporcato. Sapere e rimanere con lui. Per quell'unica stilla di luce ancora viva in lui. Per quell'unica scintilla accettare tutto il resto. Amare il mostro. Ed esserne riamata indietro. Pensò che nonostante quella gentilezza che lui le donava, lei non sarebbe mai riuscita a chiudere occhio quella notte; non si rese conto che il battito di Sasuke l'accompagnò in uno dei sonni più sereni.


¤






«
Dunque, Principe Uchiha, a cosa si deve questo interesse per i fenomeni astronomici?» 
Il vecchio scienziato era completamente ingobbito su libri e strani strumenti sparpagliati sulla scrivania impolverata. La barba lunga e il naso aquilino gli davano quella certa solennità che lo rendevano allo stesso tempo una figura austera e misteriosa, l'età avanzata -più che avanzata- e la grandissima capacità scientifica gli conferivano poi un rispetto particolare, persino per uno come Sasuke -tendente da sempre a considerarsi superiore a chiunque- L'Uchiha lo scrutò in quella postura piegata e apparentemente fragile, si sforzò di ricordarlo differente, più giovane almeno, ma nelle sue memorie sembrava essere sempre stato così, perennemente vecchio, ricurvo e con la barba bianca. 
«Ho sempre avuto una particolare propensione per gli studi astronomici, forse non ricordate.» 
L'astronomo alzò solo ora lo sguardo dai libri, rivolgendogli un'occhiata severa. 
«Ricordo che quella che eccelleva in questa scienza era tua sorella! Tu invece sei presuntuoso e impertinente come quando eri ragazzo!» sbottò sistemandosi gli occhiali, mentre un colpo di tosse scuoteva tutto l'esile corpo.«Dunque la tua è semplice curiosità...» mugugnò allisciandosi la barba. Gli aveva dato del tu, ma Sasuke non se ne curò più di tanto. «Esattamente» ripose in un mezzo ghigno.
«Bhè la tua richiesta mi ha colto di sorpresa, devo ammetterlo. Di certo però non posso prevedere la prossima eclissi solare totale così, su due piedi,...dovrai darmi più tempo.»
 Sasuke annuì, consapevole che gli studi dell'Universo non fossero cosa da poco; Ma era impaziente, doveva capire quando Orochimaru si sarebbe mosso. Per quello che ne poteva sapere l'eclissi poteva avvenire tra un giorno come tra un anno. 
«Per quanto riguarda la seconda domanda che mi hai posto...»Iniziò il vecchio aprendo un immenso registro in cui Sasuke vide appuntate una quantità esorbitante di date, calcoli e disegni. Girò velocemente diverse pagine, le dita raggrinzite e rugose passavano velocemente in rassegna annotazioni su annotazioni. «Bene, ecco! » esclamò puntando il dito su un disegno preciso. «L'ultima eclissi solare totale è registrata il 14 Gennaio di quattro anni or sono» Sasuke spalancò gli occhi e si sporse sul registro dell'anziano scienziato. Lesse chiaramente la data con annesso schizzo : La Luna era interposta tra Terra e Sole, e quest'ultimo proiettava sulla Terra l'ombra della Luna. «Non è possibile...» mugugnò esprimendo ciò che doveva essere solo un pensiero. «Come scusa?» 
«Il 14...Gennaio... ne siete sicuro?» Il vecchio sbatté una mano sulla scrivania, con una forza tale da far tremare il legno. «Come osi?... Chiedere a me se sono sicuro!»
Sasuke rimase immobile a scrutare lo splendido disegno. Era sconvolto, e non poteva nasconderlo. 

«L' avresti uccisa! Cosa sei diventato Sasuke? Quando finirà questa follia?
»

«Se tu fossi meno presuntuoso, ricorderesti che le eclissi di Sole sono visibili solo da zone limitate nel mondo, sempre diverse; qui a Konoha l'ultima volta che l'uomo ha potuto assistere al totale oscuramento del Sole è stato il 14 Gennaio di quattro anni or sono, su questo non c'è alcun dubbio Uchiha!»
Il vecchio uomo aveva alzato gli occhi per portarli in quelli neri del suo sfacciato interlocutore, cogliendone lo sgomento e il turbamento. Rimase in silenzio, vedendolo chiaramente in difficoltà; era sicuro che quell'arrogante Principe Uchiha non fosse andato da lui solo per curiosità, ma evidentemente le notizie lo avevano sconvolto più del previsto. L'ultimo Uchiha si raggirava inquieto per lo studio, andando avanti e indietro, gli occhi fissi si spostavano da una direzione all'altra, freneticamente, sembrava un folle. Esasperato, l'astronomo si allisciò la canuta barba. «Forza, cosa vuoi chiedermi ragazzo!» disse allora sedendosi sull'enorme poltrona ricoperta di pelli d'orso. Solo allora Sasuke riprese a guardarlo, immobilizzandosi. 
«Quando avverrà l'eclissi, la Luna si frapporrà tra il Sole e la Terra, e l'ombra calerà su di noi. Non ci sarà più...luce, è esatto?»
 L'uomo lo fissò in silenzio, scrutandolo con gli occhi chiari e opachi. «E' esatto...ma solo in parte» disse poi, poggiando le mani sui braccioli. Sasuke scrutò il suo viso, invitandolo velatamente a continuare. 
«Il Sole proietterà l'ombra della Luna solo su Konoha, nel Regno del Vento, o della Terra, non si assisterà all'eclissi totale. E no Principe, la Luna non oscurerà il Sole; o per meglio dire, lo farà, ma sarà solo una nostra impressione. Il diametro del Sole è nettamente superiore rispetto a quello della Luna, l'unico motivo per cui noi vediamo il completo occultamento del Sole è perché la Luna è più vicina alla Terra. Ma ripeto, è apparente, il Sole non sarà mai oscurato veramente dalla Luna» concluse con un profondo colpo di tosse che lo fece lievemente ripiegare su se stesso. 

« Sasuke, ti pre...go...fer..mati
»

Delle voci richiamarono momentaneamente l'attenzione diel principe che buttò un occhio fuori la finestra spalancata. Era il primo giorno della raccolta delle mele, Sakura gli aveva chiesto di partecipare ai festeggiamenti, ma come al solito lui si era rifiutato. Risa e musica arrivarono tra i filari degli alberi fino alle sue orecchie, si allungò leggermente e vide donzelle danzanti in vaporosi abiti bianchi, molto simili alla sua divisa da prigioniero. Portò gli occhi neri più in là scorgendo Minato e Sakura che arrivavano a benedire la raccolta -un tempo era sua madre che si occupava di questo tipo di cerimonie- e intravide Naruto muoversi tra i festanti, il sole brillava tra le sue ciocche dorate. Sorrideva a tutti, e tutti di rimando gli sorridevano. Sarebbe stato amato dal suo popolo, probabilmente di più di quanto lo era Minato. Sarebbe stato amato come lui non lo sarebbe mai stato.

«
...ora va' devo studiare» Sasuke allontanò lo sguardo dalla scena festosa per riportarlo su quello accigliato dell'astronomo.  «Forza ragazzo, se continui a starmi tra i piedi non saprai mai quando avverrà la prossima eclissi solare!» sbottò facendolo parzialmente rinsavire dall'amarezza. «Sì...» riuscì solo a pronunciare allontanandosi dallo studio sepolto dai libri. 
Quando si chiuse la porta di legno pesante alle spalle, si appoggiò immediatamente alla colonna di pietra alla sua destra, quasi si aggrappò ad essa. Il respiro era veloce, la testa persa in innumerabili pensieri. L'ultima eclissi era avvenuta a Gennaio di quattro anni prima, per esattezza il 14...semplice coincidenza? No, Sasuke non credeva più alle coincidenze, c'era qualcosa di molto più spaventoso e potente dietro. Il caso non esisteva, tutto era già stato scritto, e la Luna lo seguiva in ogni passo della sua vita, tenendolo per mano quando si spingeva sempre più addentro l'oscurità, aiutandolo a spegnere ogni luce intorno a sè. Accecandolo con i sogni di vendetta, facendogli assaporare e desiderare il potere. E la prossima volta che avrebbe sfidato il Sole, oscurandolo, l'animo di Sasuke sarebbe stato marchiato per l'eternità.




«
Tutto bene, Principessa?» Sakura trovò la forza di girare appena il viso verso quello preoccupato di Hinata. «Non credo di sentirmi troppo bene, Hinata» ammise appoggiandosi all'albero alle sue spalle. «Lasciate che vi accompagni nelle vostre stanze...» . Nel silenzio del castello, riversato interamente fuori per la raccolta, Hinata guardava la sua amica. Ampie occhiaie circondavano i suoi splendidi occhi verdi, la pelle era pallida e il viso tirato in un espressione di dolore e preoccupazione. Aveva già visto Sakura in condizioni del genere, ma in quel momento l'esile figura della principessa, sembrava straordinariamente fragile, sul punto di spezzarsi in mille pezzi. «C'è qualcosa che vi preoccupa?» Sakura la guardò con affetto serrando le labbra in una smorfia che sarebbe dovuta essere un sorriso. Come poteva spiegare? E come poteva capire, la dolce Hinata, il suo infinito tormento? «Ho solo bisogno di riposare...» disse a voce bassa. Ma sapeva che non appena avrebbe chiuso gli occhi, la dannazione l'avrebbe tormentata. Non c'era Sasuke a scacciarla con il suono dei suoi battiti, e lei l' avrebbe dovuta combattere da sola. Hinata si limitò a rimanere in silenzio e quando arrivarono alle stanze spostò i cuscini dal materasso, l'aiutò a sedersi sul letto e chiuse lievemente le tende, agendo come una semplice dama di compagnia e non l'erede di una delle famiglie più nobili di Konoha. «Non disturbarti ulteriormente Hinata...va' a festeggiare con gli altri» «Lasciate che vi aiuti» rispose seria sedendosi accanto a lei sul letto. «Hai già fatto tanto, Naruto ti starà cercando» «No, non ho fatto nulla per voi. Vi prego, mi avete salvato la vita una volta, permettetemi di sdebitarmi almeno un minimo.» timida, le posò una mano sulla sua stringendogliela  e scoprendola fredda come quella di un cadavere. «Cosa vi tormenta? Vostro marito-» «No, Sasuke non ha fatto niente» per il momento, pensò con un brivido.  «Ho avuto solo uno spiacevole incubo...» Hinata le strinse più forte la mano, in passato era già accaduto che Sakura fosse tormentata da oscuri sogni, che nascondevano dietro presagi e temibili futuri. «Una parte di me preferirebbe morire piuttosto che vivere nella notte, un'altra però anela ardentemente l'oscurità e i suoi servitori...» Hinata spalancò leggermente gli occhi perlacei e la sua pelle fu percorsa da un brivido. «Qualcosa sta cambiando in me, Hinata,...e non so se sarà in grado di contrastarla» le rivolse uno sguardo spaventato, gli occhi verdi tremarono appena, e la giovane Hyuga senza esitazione l'abbracciò, vincendo la propria riservatezza. «Hanno cercato di piegarvi, ma voi avete sempre resistito alle avversità e ai dolori che la vita vi ha riservato. Niente è più forte della vostra tenacia...voi siete come le piante di bambù» Sakura la guardò con curiosità, provocando un lieve rossore sulle guance di porcellana di Hinata. 
«
Questa pianta ha una crescita decisamente insolita. Il suo progresso più che lento, sembra praticamente nullo. Nei primi anni è piccola, debole, fragile. Poi dopo quattro anni, svetta verso il cielo in un modo spettacolare, raggiungendo dimensioni notevoli. Il suo corpo diventa duro e fermo eppure ondeggia dolcemente nella brezza, mentre il suo tronco rimane saldamente radicato nel terreno sottostante. La sua base è solida, anche se si muove e ondeggia armoniosamente con il vento senza mai lottare contro di esso. Col tempo, anche il più forte vento si stanca, ma il bambù rimane ancora ritto in piedi, segue una naturale flessione verso le intemperie delle stagioni, si piega ma mai si spezza. E in inverno quando il peso della neve lo inclina sempre più, il bambù sembra sull'orlo di rompersi definitivamente, fino a quando però un giorno la neve divenuta troppo pesante, scivola via, e a quel punto la pianta scatta di nuovo verso alto, scostando tutta la neve rimasta. Il bambù, ha sopportato il pesante fardello della neve, ma alla fine la sua natura ha prevalso urlando "Io non sarò sconfitto". Ecco, voi possedete la stessa forza e la stessa tenacia del bambù... sono sicura che per quanto sareste sottoposta a fardelli pesanti, ignobili e dolorosi da sostenere e scacciare, riuscirete sempre a riergervi e sollevarvi. Io ho piena fede nelle vostre capacità e nella vostra inesauribile forza, e finquando lo vorrete non vi abbandonerò mai.»
Sakura assaporò tutte quelle parole pronunciate piano, quasi sottovoce, e una lacrime di riconoscenza e di stanchezza le uscì dagli occhi.
«Hai davvero una tale considerazione di me...» Hinata sorrise e si alzò dal letto, ma quando Sakura la vide allontanarsi, la trattenne con gentilezza.
«Posso approfittare ancora un po' della tua gentilezza?»
La giovane Hyuga sembrava sorpresa e felice 
«Credevo che volevate rimanere sola, che la mia presenza vi-» balbettò, ma Sakura le prese una mano rivolgendole uno sguardo carico di affetto e gratitudine.
«Sarei felice di averti ancora qui... vorrei restare in tua compagnia, se ciò non ti dispiace»

Dopo le confidenze di Sakura, dopo la paura e l'angoscia, più tardi delle risate calde, femminili, e delle confessioni pudiche. Nel tepore dell'ambiente leggero e familiare che si era venuto a creare, Sakura improvvisamente si alzò di scatto dal letto, correndo in direzione delle stanze da bagno. Hinata la seguì, raccogliendole i capelli rosa, mentre Sakura era piegata sul lavabo di ceramica.
Quando il malessere sembrò passato, Hinata l'aiuto ad alzarsi, lavandole con cura il viso pallido e prostrato.
«Scusami...deve essere stato uno spettacolo disgustoso»
 La Hyuga le prese un braccio e se lo portò sulle spalle, per poi farla adagiare sulla poltrona fuori le terrazze.
«Un po' d'aria mi farà bene, grazie!»
Si sedette al suo fianco porgendole un bicchiere d'acqua.
«Posso farle una domanda?»
«Certo»
«Avete spesso queste improvvise nausee?» «No, questa è la prima volta. Oggi è stata una giornata abbastanza pesante, mi sento particolarmente debole»
«...posso...controllare una cosa?»
«Ahah certo Hinata!» le rispose in una calda e sonora risata. Con stupore di Sakura però, l'amica attivò il Byakugan. Gli occhi vitrei si soffermarono sul suo ventre per poi divenire ancor più grandi a causa della sorpresa.
Euforica e con il battito accelerato, Hinata le prese una mano, sotto lo sguardo stupito della Principessa.
«Ho un po' di influenza?» «No, Sakura..» era la prima volta che si rivolgeva a lei senza inutili formalità. Ma l'emozione era troppa e sincera per poter prestare attenzioni a cose del genere.
«Sakura...sei incinta!»


 
Angolo autrice :

Rieccomi, finalmente! Innanzitutto spero che abbiate trascorso delle felici e serene feste, e che questo 2017 sia iniziato nel migliore dei modi :)
E' passato un po' di tempo dall'ultimo capitolo postato, ma mi sono dovuta occupare di tesi di laurea e altre cose noiose, quindi non ho avuto modo di aggiornare.
Inizialmente questo capitolo includeva anche il flashback sul "14 Gennaio di quattro anni or sono"...e quindi su cosa rappresenta questa data per Sasuke.
Ma ho deciso di inserirlo nel prossimo capitolo per dargli la giusta attenzione che merita.
(E comunque non so se si capiva o meno, ma le frasi in corsivo sono ricordi di Sasuke)
Ultimamente sono parecchio "in fissa" con la serie tv Penny Dreadful, dai toni decisamente oscuri e gotici, e la descrizione dell'incubo di Sakura trae spunto proprio
da queste atmosfere evocate dal programma. Lo ammetto, avrei voluto rendere la visione ancora più dark, ma ho desistito, forse in futuro ;)
Per il momento vi lascio con i tormenti e i sogni dei nostri protagonisti :)

Alla prossima Un bacione fortissimo a chi mi sta seguendo, grazie per esserci -ancora-<3

22M
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