Battaglia
Il primo
fine settimana dei Serpeverde ad Hogsmeade passò tranquillo e indenne.
Non ci
furono situazioni di particolare interesse. Erano aperti tutti i negozi e i
pub, c’erano in giro molti residenti, si respirava una iniziale aria di Natale,
visto che in molti si erano dedicati alla ricerca dei regali con un certo
anticipo.
La
notizia della nuova organizzazione delle gite a Hogsmeade aveva provocato
diverse reazioni negli studenti e nei professori.
Gli allievi erano, in maggioranza, infastiditi. Le gite
ad Hogsmeade erano l’occasione per passare del tempo insieme a tutti gli altri,
indipendentemente dalle case e si sentivano limitati. Desideravano poter uscire
e divertirsi insieme, anche se erano consapevoli dei rischi che potevano
esserci uscendo da Hogwarts.
Rimaneva
sempre qualche incosciente (termine largamente usato dalla professoressa
McGrannit e dal professor Vitious) che in quei giorni più tentava di unirsi al
gruppo dei Serpeverde escogitando trucchi o travestimenti facilmente
individuati dai professori.
Hermione
passava molto tempo a rassicurare quelli del primo e secondo anno che non era
possibile alcun attacco dentro le mura della scuola mentre Ron, di nascosto da
lei, ma ben visibile da Harry o da chi fosse vicino a loro nella Sala Comune,
la imitava nei gesti e nell’atteggiamento. Questo provocava una serie di
risate, a volte dirompenti a volte represse, che rendevano il rapporto tra i
due amici spesso infuocato.
L’incontro
dell’E.S. aveva dato i risultati meno desiderati.
Harry,
Hermione, Ron e Susan non avevano ottenuto praticamente nulla da Silente ed
erano stati chiaramente avvertiti di non prendere alcuna iniziativa che potesse
mettere in pericolo loro o i piani dell’Ordine.
Ron aveva
tentato di controbattere che, non avendo informazioni in proposito, non
sapevano se e quando avrebbero arrecato danni all’Ordine, ma si era preso una
gomitata da Hermione e un sorriso ironico di Silente.
Ron aveva
insistito.
“Harry è
al centro dell’attenzione di Vol… Voldemort, Signore. Se sappiamo cosa intende
fare, possiamo aiutare Harry.”
Ci
mancava una baby-sitter, pensò Harry, ridendo tra sé e sé.
“Quello
che intende dire Ron, Preside, è che si sentiamo pronti a sostenervi al meglio
delle nostre possibilità. Sappiamo che non potete renderci partecipi di tutto,
ma siamo anche noi in guerra, lo siamo direttamente dall’anno scorso e non
riusciamo a metterci semplicemente da parte. Siamo sempre in allenamento e
crediamo nella possibilità di offrire a noi stessi e al nostro futuro un mondo
diverso e sicuro. Vogliamo impegnarci fino da ora per farlo.”
Decisamente Hermione riusciva a spiegarsi molto meglio di Ron, pensò Harry dopo
aver sentito l’amica. Ron invece gli sussurrò:
“Dice
quello che pensa lei come se lo avessi pensato io… come se mi interessasse ora
un mondo da dare ai miei figli! Io voglio aiutare te e la mia famiglia, non la
mia futura generazione! Non la sopporto quando diventa troppo intelligente.”
Silente
aveva ascoltato tutte le loro obiezioni, comprese quelle di Susan che in quanto
a parlantina, non era di molto inferiore a Hermione, ma l’unica frase
interessante era stata:
“Anche se
l’Ordine avesse elaborato delle strategie, non potrebbe condividerle con voi in
quanto minorenni (maledetta parola… mancava un anno solo in fondo! - fu l’immediato
pensiero di Harry). Potrebbe solo chiedere la vostra collaborazione nel
combattere all’interno della scuola, ma sapete che un attacco qui è
impossibile. Siamo pronti ad ogni altra eventualità.”
“Quindi”
dedusse Harry il giorno dopo con i compagni dell’E.S. “una altra eventualità è
stata prevista.”
“E visto
che cambiano le modalità di uscita a Hogsmeade, lì sarà più probabile.”
aggiunse Terry.
“E
cominciano dai Serpeverde!” disse Neville.
“Ma è
rischioso per gli studenti!” esclamò Cho.
“Non per
i Serpeverde. Sappiamo dove tira il vento in quella casa…” argomentò Susan.
“Quindi
loro escono e noi … noi forse no … noi … noi cosa?” si chiese Ginny guardandosi
in giro.
Tutti si
concentrarono su questo.
I
professori furono tutti impegnati a tranquillizzare gli allievi più emotivi, a
individuare coloro che avrebbero tentato di forzare le regole, a spiegare i
motivi della scelta con tutte le varietà possibili di parole e di frasi, a
controllare anche le proprie esclamazioni di frustrazione di fronte a chi voleva,
ad ogni costo, spiegare perché la scelta era sbagliata.
Il giorno
della prima uscita fu creata una rete di controllo a prova dei gemelli Weasley
(termine creato dai professori per indicare qualcosa di inaccessibile) e
nessuno riuscì a forzare la barriera protettiva fatta di presenze discrete di
un professore ad ogni angolo conosciuto della scuola che permettesse di
arrivare ad Hogsmeade.
L’E.S.
aveva deciso che non avrebbero tentato di seguire i Serpeverde e si limitò a
provare delle possibili soluzioni di uscita non autorizzata dalla scuola.
In particolare Neville fu incaricato, dato il suo aspetto
insospettabile, di presidiare il passaggio usato da Harry il terzo anno, che
portava direttamente a Hogsmeade. Nessuno doveva conoscerne l’esistenza dato che
nessuno se ne curò durante tutto il giorno.
Quindi
avevano trovato il modo di aggirare l’ostacolo più grande.
Gli Auror
fecero una prova generale per controllare Hogsmeade. Vennero richiamati altri
appartenenti all’Ordine della Fenice non impegnati in attività di coordinamento
o di controllo. Si misero a intervalli regolari lungo la strada principale
dalla stazione alla fine del paese, in particolare vicino ai negozi e ai pub.
Scelsero gli angoli che permettevano una vista migliore verso la campagna circostante.
Per fortuna non era ancora nevicato, ma questa eventualità avrebbe creato
notevoli difficoltà. Lupin e Piton si assicurarono di chiudere il passaggio dal
Platano Picchiatore alla Stamberga Strillante.
Per il
fine settimana successivo erano stati richiamati dalla scuola una ventina di
ex-allievi che avrebbero vestito le divise dei Griffondoro, mentre una
quindicina di membri dell’Ordine della Fenice avrebbero difeso le diverse
postazioni, mescolandosi ai cittadini del paese, elemento che valutarono durante
l’uscita dei Serpeverde rendendosi per la maggior parte irriconoscibili per
evitare fughe di notizie.
I
cittadini di Hogsmeade sarebbero stati avvertiti da Silente, il giorno prima,
del possibile rischio di un attacco.
Molti
cittadini si erano resi disponibili per controllare la presenza di estranei nei
dintorni e agli Auror vennero indicate una decina di “facce strane” da tenere
sotto controllo, nessuna delle quali però risultò conosciuta.
La
settimana successiva fu comunicato che la nuova uscita avrebbe coinvolto i
Griffondoro.
L’E.S.
entrò in piena attività.
Ci furono
due riunioni infuocate: una di allenamento e una di organizzazione.
Per la
seconda fu presa ogni possibile precauzione affinché gli insegnanti non si
accorgessero di nulla.
La domanda
fatta da Ginny era ancora senza risposta. Cosa sarebbe successo?
Le
discussioni non avevano prodotto risultati. Ma era stato deciso che tutti gli
appartenenti all’E.S., autorizzati o meno, avrebbero partecipato all’uscita per
essere presenti in caso di necessità. La presenza di Harry Potter rendeva
l’uscita particolarmente a rischio.
Harry era
consapevole che molti lo stavano osservando. Troppo spesso dove c’era lui
avvenivano combattimenti e il pericolo aumentava. Molti studenti si chiedevano
se uscire o meno. Harry chiese direttamente se fosse necessario che lui
rimanesse a scuola, ma fu rassicurato, in classe, di fronte a tutti, dalla
professoressa Mc Grannit, che non c’erano rischi.
Tutti i
preparativi proseguivano, ci sarebbero stati gli Auror e gli insegnanti a
proteggerli.
Il giorno
dell’uscita gli studenti del Griffondoro aspettavano nell’atrio.
I membri
dell’E.S. delle altre case avevano appuntamento mezz’ora più tardi vicino
all’uscita sorvegliata in precedenza da Neville e in quel momento da Justin,
per raggiungere Hogsmeade e aspettare l’arrivo di Ron per poter uscire.
Quando
mancavano pochi minuti alla partenza i Griffondoro videro il resto della
scuola, tutte le Case al completo, raggiungerli vicino all’uscita, controllati
da tutti gli insegnanti.
In mezzo
al brusio di sorpresa generale Silente prese la parola:
“Mi
spiace di dovevi informare che non sarà possibile la gita a Hogsmeade in quanto
è arrivata notizia di un possibile attacco. Dobbiamo rinviare. Rimarrete qui
sotto la protezione degli insegnanti.”
Harry e
Ron si guardarono sorpresi. Cercarono Hermione che era dietro a loro con Ginny.
E adesso? Saltavano tutti i piani… Cosa fare?
Cercarono
tra la folla tutti gli altri e lentamente si spostarono verso un angolo buio
dell’entrata. Il caos era tale da nascondere i loro movimenti.
“Non ho
visto nessun Auror nella sala.” disse Susan.
“Dove
sono?” chiese Ron.
“A
Hogsamde.” affermò Hermione. “Sentite… era organizzato. Piton sapeva che
l’obiettivo era quello e lo ha detto, ma non potevano mandare gli studenti per
vedere se era vero. Così hanno fatto una prova con i Serpeverde, non
rischiavano praticamente nulla e oggi hanno finto tutto fino all’ultimo per non
fare insospettire nessuno.” Il tono della ragazza era concitato per l’emozione.
“Ma non
attaccheranno mai se non ci siamo noi! Che senso avrebbe attaccare Hogsmeade?
Harry non c’è!” esclamò Susan
“Già…”
Hermione aveva lo sguardo concentrato.
“Ma se
pensano che arriviamo, saranno pronti ad attaccare!” disse Dean
“Ma non
entreranno in azione senza motivo…” puntualizzò Susan.
“Potrebbero
mandare qualcuno al posto nostro… qualcuno che faccia finta di essere noi…”
ipotizzò Harry.
“E chi
hanno mandato al posto nostro? Gli Auror?” chiese Padma
“Sì,
credo di sì” disse incerta Hermione.
“Alcuni
di loro sono conosciuti, non passerebbero mai come studenti. No, c’è altro.”
disse Luna.
“Sarebbero
troppo pochi contro i Mangiamorte e Tu Sai Chi.” aggiunse Ginny. “Pensano che
ci sia Harry oggi, ci sarà un attacco in massa, non possono rischiare di
perderlo di nuovo. Devono essere tanti anche i nostri. I professori sono qui…
tranne Shacklebolt mi pare… altri… chi potrebbe essere? … chi andrebbe in aiuto
di Silente?…” continuò a ragionare ad alta voce.
Rimasero
in silenzio.
“Allievi!”
esclamarono contemporaneamente Ginny, Hermione e Susan.
“Chi è
più fedele a Silente degli allievi? Ci saranno ex allievi…” finì Hermione
Ginny e
Ron si guardarono e pensarono ai fratelli…
Harry
intanto fremeva. Se c’era battaglia per lui, doveva esserci.
“Io vado”
disse.
Tutti lo
guardarono.
“Vado a
vedere a Hogsmeade.” sentenziò.
“Ok.
Andiamo.” disse Ron. Sarebbe rimasto con Harry e voleva vedere i fratelli.
“Chi
viene?” chiese Hermione a tutti.
“Non
sentitevi in obbligo. Qualcuno deve rimanere a controllare che non ci seguano i
professori.” propose Harry. Non voleva sentirsi responsabile della scelta di
nessuno.
Lentamente
alzarono la mano Neville, Luna, Susan, Dean, Terry e Anthony.
Harry
aggiunse:
“Justin,
Ernie, Hanna, Michael fateci da palo e controllate l’entrata. Chi viene ad
avvisarci se ci scoprono?”
Hanna
alzò la mano.
“Tutti
gli altri si muovano nella sala e se chiedono di noi dite che ci avete appena
visto, o ci avete parlato e siamo appena andati in qualche altro punto della
sala …o in bagno … o … inventate qualcosa. Ma lasciate intendere che siamo qui
nella sala.” Ginny aveva dato indicazioni che sarebbero dovute arrivare da
Harry, ma il tono era tale che nessuno fece obiezioni o pensò che avesse
esagerato.
Velocemente
il gruppetto si mosse verso l’ingresso segreto a Hogsmeade.
Intanto
il gruppo degli ex-allievi era entrato nel paese e si stava avvicinando ormai
al negozio di Mielandia senza che ci fosse stato alcun movimento sospetto.
Gli Auror
erano rigidi e attenti in attesa nei posti definiti.
Il gruppo
del finto Griffondoro cercava di dimostrarsi il più possibile affiatato e
allegro. Molti di loro non si vedevano dalla scuola e riuscivano con molta
naturalezza a dimostrare interesse e curiosità reciproca e a muoversi con
sicurezza lungo il paese. Ma tutti avevano una parte del cervello concentrata
sul dialogo e l’altra attenta ad ogni possibile movimento sospetto. In
particolare, uno di loro, tenuto per sicurezza all’interno del gruppo, aveva
capelli neri e la stessa altezza di Potter. Vicino si muoveva Bill Weasley il
più somigliante a Ron e una ragazza della casa di Tassorosso con dei voluminosi
capelli castani.
Mentre
decidevano se entrare o meno nel negozio una
violenta esplosione arrivò dalla loro destra, illuminando tutta la zona.
Mentre
gli sguardi si giravano in quella direzione, dalla parte opposta, dall’interno
di una casa apparentemente chiusa, uscì un numero sempre maggiore di
Mangiamorte.
Il finto
gruppo di Griffondoro sguainò le bacchette e si schierò pronto alla battaglia,
mentre gli Auror, richiamati da un grido di Emmeline Vance, convergeva verso lo
stesso punto.
In pochi
secondi uscirono lampi di luce da ogni bacchetta, mentre i due schieramenti si
ricomponevano e cercavano di fronteggiarsi, valutando le forze dell’avversario.
Dalla
casa continuavano però ad uscire Mangiamorte, senza alcuna interruzione.
"Blocchiamoli!” urlò Lupin. “Sturgis, vieni con me!
Charlie, Willy, Rose… fate scudo!!”.
Mentre
gli ex-allievi chiamati da Lupin si toglievano dal gruppo e proteggevano gli
Auror con una serie di incantesimi distraenti, Remus e Podmore si lanciarono
verso la casa.
Elphias e
altri due Auror concentrarono le forze verso l’ingresso della casa, bloccando
l’uscita dei Mangiamorte, costretti a proteggersi e quindi a rallentare
notevolmente la loro irruenza.
Lupin e
Podmore crearono una barriera di massi vicino alla porta, bloccandola e, agendo
dalle finestre, bloccarono parzialmente o totalmente tutti i Mangiamorte
all’interno della casa, togliendo loro le bacchette e creando corde che li
tenessero fermi.
In realtà
ne erano rimasti molto pochi e riuscirono ad arrestare definitivamente il loro
ingresso nel paese.
Lupin
aveva intravisto Lucius, Bellatrix e Goyle nella mischia e molti altri dei
quali non ricordava il nome.
Sulla
strada intanto c’erano i primi caduti delle due parti.
Mentre
però l’Ordine della Fenice continuava a portare i propri feriti da Madama
Rosmerta dalla parte dei Mangiamorte nessuno di occupava dei feriti,
lasciandoli per strada.
Il gruppo dell’E.S. intanto aveva raggiunto la cantina e
poi il retro di Mielandia e cercava di capire cosa stesse succedendo, prima di
uscire, spiando verso il salone e dalle finestre.
Si
sentivano urla e comandi gridati da diverse voci, schiocchi di incantesimi e si
vedevano lampi di luce dalla strada.
C’era in
corso una battaglia.
“Ho visto
Charlie…” sussurrò Ginny che si trovava su una scala e poteva vedere fuori da
una finestra “Stava correndo verso l’altra parte della strada…”
Ron le si
avvicinò, guardò nella stessa direzione, ma non riuscì più a vederlo.
Sospirò.
Harry
allungò un braccio e gli strinse l’avambraccio. Luna strinse la mano di Ginny.
“Pronti?”
chiese Harry al resto del gruppo.
“Come ci
muoviamo?” chiese, di rimando Ron.
“Non
credo dovremmo uscire per ora. Costringeremmo L’Ordine a stare attenti a noi,
invece che combattere.” Hermione pensava alla battaglia al Ministero della
Magia.
“Cerchiamo
delle postazioni dalle finestre per lanciare incantesimi all’esterno e
rimaniamo come retroguardia, uscendo se si spostano.” propose Ginny.
“Potremmo
fare poco…” disse Harry.
“Ma non
ci faremmo scoprire” concluse Terry.
Harry
accettò di malavoglia, ma riconosceva che era la soluzione migliore.
Non
voleva che si accorgessero di lui e fossero tutti costretti a salvarlo!
Uscirono
in gruppo dal retro ed entrarono nella sala del pub.
C’erano
alcuni feriti, curati velocemente da Madama Rosmerta e da una donna vestita con
la divisa dei guaritori di San Mungo. In tutto c’erano tre feriti in quel
momento, dei quali due si stavano già rialzando.
Madama
Rosmerta li vide. Sul suo
viso comparve la sorpresa, l’ esasperazione e infine un sorriso.
“Rimanete
all’interno e non cacciatevi nei guai!”
“Aiutiamo
dalle finestre intanto” disse Harry.
Presero
posizione.
Ron a
sinistra della porta, Harry a destra, dopo di lui Terry e Anthony ad una
finestra, a quella successiva Neville e Susan e infine Dean e Luna.
Ginny
intanto si stava guardando intorno, ma non riconobbe, nei feriti, nessuno dei
fratelli.
Hermione
si mise a fianco di Ron.
“Teniamolo
d’occhio” disse accennando a Harry “ che non faccia di testa sua.”
“Sarà
difficile… è teso come una corda di violino, guardalo… vuole solo uscire…”
Ron fece
cenno con la testa verso l’amico, rigido e talmente rivolto verso l’esterno da
sembrare pronto a balzare fuori.
Ginny
sentite le loro osservazioni, si avvicinò a Harry e gli sfiorò gentilmente una
spalla. Il ragazzo sussultò e si girò di scatto, guardandola infastidito.
“Fai
lavorare il cervello e fai riposare il cuore adesso. Funziona meglio…”
Harry si
rilassò, respirando a fondo. Le fece un piccolissimo sorriso di rassegnazione e
poi le fece cenno di mettersi alla sua destra, più protetta dalle pareti.
Ginny si
accoccolò al suo fianco, sbirciando dalla fessura tra due assi.
Ron prese
Hermione per una manica del maglione e la portò dietro di sé.
“Non
farmi preoccupare troppo per te” le disse, guardando all’esterno.
“Mi
arrangio, grazie.” rispose l’amica, con tono risentito.
“Lo so,
ma non voglio che ti faccia male. Ok?” parlando si girò a guardarla, serio.
“Non saprei con chi litigare. Stai attenta…”
“Anche tu
…” sussurrò Hermione imbarazzata.
“Allora
stammi vicino: io controllo te e tu controlli me.” Si sorrisero.
Poi
rivolsero gli sguardi all’esterno.
I
Mangiamorte si ritiravano verso l’inizio del paese, combattendo e portando con
sé l’Ordine della Fenice.
Erano
sorpresi: cercavano Harry Potter e non lo vedevano.
Dall’interno
del negozio i ragazzi videro la battaglia spostarsi lontano da loro.
Harry non
resistette oltre.
“Li
seguo” annunciò lanciandosi fuori dalla porta.
“Fermo!”
lo raggiunse Ron. “Lascia almeno che ci sia qualcuno davanti a te. Non puoi
presentarti per primo, sei quello che cercano!”
Harry
sentiva fortissimo il desiderio di togliersi la mano di Ron da braccio e dagli
una spinta per allontanarlo da sé.
Ron tenne
lo sguardo fisso su di lui, fermo e deciso.
“Lo sai
quello che è meglio per tutti, dai…” aggiunse.
Harry
fece un lungo e profondo respiro.
Ron fece
cenno agli altri di partire verso l’Ordine della Fenice e poi trascinò Harry
con sé, dietro al gruppo.
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Grazie
a Caillean, Daffy e Jericho. Mi sento bravissima con i vostri commenti… e sono
contenta di rendervi contente! Spero vi piaccia anche questo, anche se siamo
alla fine. Il prossimo è l’ultimo.