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Autore: tonksnape    10/04/2005    3 recensioni
La prima prova di FF. Un ipotetico inizio (da agosto a dicembre) del 6° anno per il trio e tutta Hogwarts. A voi i commenti. Grazie. I personaggi originali sono naturalmente di JKR.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ginny Weasley, Il trio protagonista
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Battaglia

Il primo fine settimana dei Serpeverde ad Hogsmeade passò tranquillo e indenne.

Non ci furono situazioni di particolare interesse. Erano aperti tutti i negozi e i pub, c’erano in giro molti residenti, si respirava una iniziale aria di Natale, visto che in molti si erano dedicati alla ricerca dei regali con un certo anticipo.

 

La notizia della nuova organizzazione delle gite a Hogsmeade aveva provocato diverse reazioni negli studenti e nei professori.

Gli allievi erano, in maggioranza, infastiditi. Le gite ad Hogsmeade erano l’occasione per passare del tempo insieme a tutti gli altri, indipendentemente dalle case e si sentivano limitati. Desideravano poter uscire e divertirsi insieme, anche se erano consapevoli dei rischi che potevano esserci uscendo da Hogwarts.

Rimaneva sempre qualche incosciente (termine largamente usato dalla professoressa McGrannit e dal professor Vitious) che in quei giorni più tentava di unirsi al gruppo dei Serpeverde escogitando trucchi o travestimenti facilmente individuati dai professori.

Hermione passava molto tempo a rassicurare quelli del primo e secondo anno che non era possibile alcun attacco dentro le mura della scuola mentre Ron, di nascosto da lei, ma ben visibile da Harry o da chi fosse vicino a loro nella Sala Comune, la imitava nei gesti e nell’atteggiamento. Questo provocava una serie di risate, a volte dirompenti a volte represse, che rendevano il rapporto tra i due amici spesso infuocato.

 

L’incontro dell’E.S. aveva dato i risultati meno desiderati.

Harry, Hermione, Ron e Susan non avevano ottenuto praticamente nulla da Silente ed erano stati chiaramente avvertiti di non prendere alcuna iniziativa che potesse mettere in pericolo loro o i piani dell’Ordine.

Ron aveva tentato di controbattere che, non avendo informazioni in proposito, non sapevano se e quando avrebbero arrecato danni all’Ordine, ma si era preso una gomitata da Hermione e un sorriso ironico di Silente.

Ron aveva insistito.

“Harry è al centro dell’attenzione di Vol… Voldemort, Signore. Se sappiamo cosa intende fare, possiamo aiutare Harry.”

Ci mancava una baby-sitter, pensò Harry, ridendo tra sé e sé.

“Quello che intende dire Ron, Preside, è che si sentiamo pronti a sostenervi al meglio delle nostre possibilità. Sappiamo che non potete renderci partecipi di tutto, ma siamo anche noi in guerra, lo siamo direttamente dall’anno scorso e non riusciamo a metterci semplicemente da parte. Siamo sempre in allenamento e crediamo nella possibilità di offrire a noi stessi e al nostro futuro un mondo diverso e sicuro. Vogliamo impegnarci fino da ora per farlo.”
Decisamente Hermione riusciva a spiegarsi molto meglio di Ron, pensò Harry dopo aver sentito l’amica. Ron invece gli sussurrò:

“Dice quello che pensa lei come se lo avessi pensato io… come se mi interessasse ora un mondo da dare ai miei figli! Io voglio aiutare te e la mia famiglia, non la mia futura generazione! Non la sopporto quando diventa troppo intelligente.”

Silente aveva ascoltato tutte le loro obiezioni, comprese quelle di Susan che in quanto a parlantina, non era di molto inferiore a Hermione, ma l’unica frase interessante era stata:

“Anche se l’Ordine avesse elaborato delle strategie, non potrebbe condividerle con voi in quanto minorenni (maledetta parola… mancava un anno solo in fondo! - fu l’immediato pensiero di Harry). Potrebbe solo chiedere la vostra collaborazione nel combattere all’interno della scuola, ma sapete che un attacco qui è impossibile. Siamo pronti ad ogni altra eventualità.”

 

“Quindi” dedusse Harry il giorno dopo con i compagni dell’E.S. “una altra eventualità è stata prevista.”

“E visto che cambiano le modalità di uscita a Hogsmeade, lì sarà più probabile.” aggiunse Terry.

“E cominciano dai Serpeverde!” disse Neville.

“Ma è rischioso per gli studenti!” esclamò Cho.

“Non per i Serpeverde. Sappiamo dove tira il vento in quella casa…” argomentò Susan.

“Quindi loro escono e noi … noi forse no … noi … noi cosa?” si chiese Ginny guardandosi in giro.

Tutti si concentrarono su questo.

 

I professori furono tutti impegnati a tranquillizzare gli allievi più emotivi, a individuare coloro che avrebbero tentato di forzare le regole, a spiegare i motivi della scelta con tutte le varietà possibili di parole e di frasi, a controllare anche le proprie esclamazioni di frustrazione di fronte a chi voleva, ad ogni costo, spiegare perché la scelta era sbagliata.

Il giorno della prima uscita fu creata una rete di controllo a prova dei gemelli Weasley (termine creato dai professori per indicare qualcosa di inaccessibile) e nessuno riuscì a forzare la barriera protettiva fatta di presenze discrete di un professore ad ogni angolo conosciuto della scuola che permettesse di arrivare ad Hogsmeade.

L’E.S. aveva deciso che non avrebbero tentato di seguire i Serpeverde e si limitò a provare delle possibili soluzioni di uscita non autorizzata dalla scuola.

In particolare Neville fu incaricato, dato il suo aspetto insospettabile, di presidiare il passaggio usato da Harry il terzo anno, che portava direttamente a Hogsmeade. Nessuno doveva conoscerne l’esistenza dato che nessuno se ne curò durante tutto il giorno.

Quindi avevano trovato il modo di aggirare l’ostacolo più grande.

 

Gli Auror fecero una prova generale per controllare Hogsmeade. Vennero richiamati altri appartenenti all’Ordine della Fenice non impegnati in attività di coordinamento o di controllo. Si misero a intervalli regolari lungo la strada principale dalla stazione alla fine del paese, in particolare vicino ai negozi e ai pub. Scelsero gli angoli che permettevano una vista migliore verso la campagna circostante. Per fortuna non era ancora nevicato, ma questa eventualità avrebbe creato notevoli difficoltà. Lupin e Piton si assicurarono di chiudere il passaggio dal Platano Picchiatore alla Stamberga Strillante.

Per il fine settimana successivo erano stati richiamati dalla scuola una ventina di ex-allievi che avrebbero vestito le divise dei Griffondoro, mentre una quindicina di membri dell’Ordine della Fenice avrebbero difeso le diverse postazioni, mescolandosi ai cittadini del paese, elemento che valutarono durante l’uscita dei Serpeverde rendendosi per la maggior parte irriconoscibili per evitare fughe di notizie.

I cittadini di Hogsmeade sarebbero stati avvertiti da Silente, il giorno prima, del possibile rischio di un attacco.

Molti cittadini si erano resi disponibili per controllare la presenza di estranei nei dintorni e agli Auror vennero indicate una decina di “facce strane” da tenere sotto controllo, nessuna delle quali però risultò conosciuta.

 

La settimana successiva fu comunicato che la nuova uscita avrebbe coinvolto i Griffondoro.

L’E.S. entrò in piena attività.

Ci furono due riunioni infuocate: una di allenamento e una di organizzazione.

Per la seconda fu presa ogni possibile precauzione affinché gli insegnanti non si accorgessero di nulla.

La domanda fatta da Ginny era ancora senza risposta. Cosa sarebbe successo?

Le discussioni non avevano prodotto risultati. Ma era stato deciso che tutti gli appartenenti all’E.S., autorizzati o meno, avrebbero partecipato all’uscita per essere presenti in caso di necessità. La presenza di Harry Potter rendeva l’uscita particolarmente a rischio.

Harry era consapevole che molti lo stavano osservando. Troppo spesso dove c’era lui avvenivano combattimenti e il pericolo aumentava. Molti studenti si chiedevano se uscire o meno. Harry chiese direttamente se fosse necessario che lui rimanesse a scuola, ma fu rassicurato, in classe, di fronte a tutti, dalla professoressa Mc Grannit, che non c’erano rischi.

Tutti i preparativi proseguivano, ci sarebbero stati gli Auror e gli insegnanti a proteggerli.

 

Il giorno dell’uscita gli studenti del Griffondoro aspettavano nell’atrio.

I membri dell’E.S. delle altre case avevano appuntamento mezz’ora più tardi vicino all’uscita sorvegliata in precedenza da Neville e in quel momento da Justin, per raggiungere Hogsmeade e aspettare l’arrivo di Ron per poter uscire.

Quando mancavano pochi minuti alla partenza i Griffondoro videro il resto della scuola, tutte le Case al completo, raggiungerli vicino all’uscita, controllati da tutti gli insegnanti.

In mezzo al brusio di sorpresa generale Silente prese la parola:

“Mi spiace di dovevi informare che non sarà possibile la gita a Hogsmeade in quanto è arrivata notizia di un possibile attacco. Dobbiamo rinviare. Rimarrete qui sotto la protezione degli insegnanti.”

Harry e Ron si guardarono sorpresi. Cercarono Hermione che era dietro a loro con Ginny. E adesso? Saltavano tutti i piani… Cosa fare?

Cercarono tra la folla tutti gli altri e lentamente si spostarono verso un angolo buio dell’entrata. Il caos era tale da nascondere i loro movimenti.

“Non ho visto nessun Auror nella sala.” disse Susan.

“Dove sono?” chiese Ron.

“A Hogsamde.” affermò Hermione. “Sentite… era organizzato. Piton sapeva che l’obiettivo era quello e lo ha detto, ma non potevano mandare gli studenti per vedere se era vero. Così hanno fatto una prova con i Serpeverde, non rischiavano praticamente nulla e oggi hanno finto tutto fino all’ultimo per non fare insospettire nessuno.” Il tono della ragazza era concitato per l’emozione.

“Ma non attaccheranno mai se non ci siamo noi! Che senso avrebbe attaccare Hogsmeade? Harry non c’è!” esclamò Susan

“Già…” Hermione aveva lo sguardo concentrato.

“Ma se pensano che arriviamo, saranno pronti ad attaccare!” disse Dean

“Ma non entreranno in azione senza motivo…” puntualizzò Susan.

“Potrebbero mandare qualcuno al posto nostro… qualcuno che faccia finta di essere noi…” ipotizzò Harry.

“E chi hanno mandato al posto nostro? Gli Auror?” chiese Padma

“Sì, credo di sì” disse incerta Hermione.

“Alcuni di loro sono conosciuti, non passerebbero mai come studenti. No, c’è altro.” disse Luna.

“Sarebbero troppo pochi contro i Mangiamorte e Tu Sai Chi.” aggiunse Ginny. “Pensano che ci sia Harry oggi, ci sarà un attacco in massa, non possono rischiare di perderlo di nuovo. Devono essere tanti anche i nostri. I professori sono qui… tranne Shacklebolt mi pare… altri… chi potrebbe essere? … chi andrebbe in aiuto di Silente?…” continuò a ragionare ad alta voce.

Rimasero in silenzio.

“Allievi!” esclamarono contemporaneamente Ginny, Hermione e Susan.

“Chi è più fedele a Silente degli allievi? Ci saranno ex allievi…” finì Hermione

Ginny e Ron si guardarono e pensarono ai fratelli…

Harry intanto fremeva. Se c’era battaglia per lui, doveva esserci.

“Io vado” disse.

Tutti lo guardarono.

“Vado a vedere a Hogsmeade.” sentenziò.

“Ok. Andiamo.” disse Ron. Sarebbe rimasto con Harry e voleva vedere i fratelli.

“Chi viene?” chiese Hermione a tutti.

“Non sentitevi in obbligo. Qualcuno deve rimanere a controllare che non ci seguano i professori.” propose Harry. Non voleva sentirsi responsabile della scelta di nessuno.

Lentamente alzarono la mano Neville, Luna, Susan, Dean, Terry e Anthony.

Harry aggiunse:

“Justin, Ernie, Hanna, Michael fateci da palo e controllate l’entrata. Chi viene ad avvisarci se ci scoprono?”

Hanna alzò la mano.

“Tutti gli altri si muovano nella sala e se chiedono di noi dite che ci avete appena visto, o ci avete parlato e siamo appena andati in qualche altro punto della sala …o in bagno … o … inventate qualcosa. Ma lasciate intendere che siamo qui nella sala.” Ginny aveva dato indicazioni che sarebbero dovute arrivare da Harry, ma il tono era tale che nessuno fece obiezioni o pensò che avesse esagerato.

Velocemente il gruppetto si mosse verso l’ingresso segreto a Hogsmeade.

 

Intanto il gruppo degli ex-allievi era entrato nel paese e si stava avvicinando ormai al negozio di Mielandia senza che ci fosse stato alcun movimento sospetto.

Gli Auror erano rigidi e attenti in attesa nei posti definiti.

Il gruppo del finto Griffondoro cercava di dimostrarsi il più possibile affiatato e allegro. Molti di loro non si vedevano dalla scuola e riuscivano con molta naturalezza a dimostrare interesse e curiosità reciproca e a muoversi con sicurezza lungo il paese. Ma tutti avevano una parte del cervello concentrata sul dialogo e l’altra attenta ad ogni possibile movimento sospetto. In particolare, uno di loro, tenuto per sicurezza all’interno del gruppo, aveva capelli neri e la stessa altezza di Potter. Vicino si muoveva Bill Weasley il più somigliante a Ron e una ragazza della casa di Tassorosso con dei voluminosi capelli castani.

Mentre decidevano se entrare o meno nel negozio una violenta esplosione arrivò dalla loro destra, illuminando tutta la zona.

Mentre gli sguardi si giravano in quella direzione, dalla parte opposta, dall’interno di una casa apparentemente chiusa, uscì un numero sempre maggiore di Mangiamorte.

Il finto gruppo di Griffondoro sguainò le bacchette e si schierò pronto alla battaglia, mentre gli Auror, richiamati da un grido di Emmeline Vance, convergeva verso lo stesso punto.

In pochi secondi uscirono lampi di luce da ogni bacchetta, mentre i due schieramenti si ricomponevano e cercavano di fronteggiarsi, valutando le forze dell’avversario.

Dalla casa continuavano però ad uscire Mangiamorte, senza alcuna interruzione.

"Blocchiamoli!” urlò Lupin. “Sturgis, vieni con me! Charlie, Willy, Rose… fate scudo!!”.

Mentre gli ex-allievi chiamati da Lupin si toglievano dal gruppo e proteggevano gli Auror con una serie di incantesimi distraenti, Remus e Podmore si lanciarono verso la casa.

Elphias e altri due Auror concentrarono le forze verso l’ingresso della casa, bloccando l’uscita dei Mangiamorte, costretti a proteggersi e quindi a rallentare notevolmente la loro irruenza.

Lupin e Podmore crearono una barriera di massi vicino alla porta, bloccandola e, agendo dalle finestre, bloccarono parzialmente o totalmente tutti i Mangiamorte all’interno della casa, togliendo loro le bacchette e creando corde che li tenessero fermi.

In realtà ne erano rimasti molto pochi e riuscirono ad arrestare definitivamente il loro ingresso nel paese.

Lupin aveva intravisto Lucius, Bellatrix e Goyle nella mischia e molti altri dei quali non ricordava il nome.

Sulla strada intanto c’erano i primi caduti delle due parti.

Mentre però l’Ordine della Fenice continuava a portare i propri feriti da Madama Rosmerta dalla parte dei Mangiamorte nessuno di occupava dei feriti, lasciandoli per strada.

 

Il gruppo dell’E.S. intanto aveva raggiunto la cantina e poi il retro di Mielandia e cercava di capire cosa stesse succedendo, prima di uscire, spiando verso il salone e dalle finestre.

Si sentivano urla e comandi gridati da diverse voci, schiocchi di incantesimi e si vedevano lampi di luce dalla strada.

C’era in corso una battaglia.

“Ho visto Charlie…” sussurrò Ginny che si trovava su una scala e poteva vedere fuori da una finestra “Stava correndo verso l’altra parte della strada…”

Ron le si avvicinò, guardò nella stessa direzione, ma non riuscì più a vederlo.

Sospirò.

Harry allungò un braccio e gli strinse l’avambraccio. Luna strinse la mano di Ginny.

“Pronti?” chiese Harry al resto del gruppo.

“Come ci muoviamo?” chiese, di rimando Ron.

“Non credo dovremmo uscire per ora. Costringeremmo L’Ordine a stare attenti a noi, invece che combattere.” Hermione pensava alla battaglia al Ministero della Magia.

“Cerchiamo delle postazioni dalle finestre per lanciare incantesimi all’esterno e rimaniamo come retroguardia, uscendo se si spostano.” propose Ginny.

“Potremmo fare poco…” disse Harry.

“Ma non ci faremmo scoprire” concluse Terry.

Harry accettò di malavoglia, ma riconosceva che era la soluzione migliore.

Non voleva che si accorgessero di lui e fossero tutti costretti a salvarlo!

Uscirono in gruppo dal retro ed entrarono nella sala del pub.

C’erano alcuni feriti, curati velocemente da Madama Rosmerta e da una donna vestita con la divisa dei guaritori di San Mungo. In tutto c’erano tre feriti in quel momento, dei quali due si stavano già rialzando.

Madama Rosmerta li vide. Sul suo viso comparve la sorpresa, l’ esasperazione e infine un sorriso.

“Rimanete all’interno e non cacciatevi nei guai!”

“Aiutiamo dalle finestre intanto” disse Harry.

Presero posizione.

Ron a sinistra della porta, Harry a destra, dopo di lui Terry e Anthony ad una finestra, a quella successiva Neville e Susan e infine Dean e Luna.

Ginny intanto si stava guardando intorno, ma non riconobbe, nei feriti, nessuno dei fratelli.

Hermione si mise a fianco di Ron.

“Teniamolo d’occhio” disse accennando a Harry “ che non faccia di testa sua.”

“Sarà difficile… è teso come una corda di violino, guardalo… vuole solo uscire…”

Ron fece cenno con la testa verso l’amico, rigido e talmente rivolto verso l’esterno da sembrare pronto a balzare fuori.

Ginny sentite le loro osservazioni, si avvicinò a Harry e gli sfiorò gentilmente una spalla. Il ragazzo sussultò e si girò di scatto, guardandola infastidito.

“Fai lavorare il cervello e fai riposare il cuore adesso. Funziona meglio…”

Harry si rilassò, respirando a fondo. Le fece un piccolissimo sorriso di rassegnazione e poi le fece cenno di mettersi alla sua destra, più protetta dalle pareti.

Ginny si accoccolò al suo fianco, sbirciando dalla fessura tra due assi.

Ron prese Hermione per una manica del maglione e la portò dietro di sé.

“Non farmi preoccupare troppo per te” le disse, guardando all’esterno.

“Mi arrangio, grazie.” rispose l’amica, con tono risentito.

“Lo so, ma non voglio che ti faccia male. Ok?” parlando si girò a guardarla, serio. “Non saprei con chi litigare. Stai attenta…”

“Anche tu …” sussurrò Hermione imbarazzata.

“Allora stammi vicino: io controllo te e tu controlli me.” Si sorrisero.

Poi rivolsero gli sguardi all’esterno.

 

I Mangiamorte si ritiravano verso l’inizio del paese, combattendo e portando con sé l’Ordine della Fenice.

Erano sorpresi: cercavano Harry Potter e non lo vedevano.

 

Dall’interno del negozio i ragazzi videro la battaglia spostarsi lontano da loro.

Harry non resistette oltre.

“Li seguo” annunciò lanciandosi fuori dalla porta.

“Fermo!” lo raggiunse Ron. “Lascia almeno che ci sia qualcuno davanti a te. Non puoi presentarti per primo, sei quello che cercano!”

Harry sentiva fortissimo il desiderio di togliersi la mano di Ron da braccio e dagli una spinta per allontanarlo da sé.

Ron tenne lo sguardo fisso su di lui, fermo e deciso.

“Lo sai quello che è meglio per tutti, dai…” aggiunse.

Harry fece un lungo e profondo respiro.

Ron fece cenno agli altri di partire verso l’Ordine della Fenice e poi trascinò Harry con sé, dietro al gruppo.

 

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Grazie a Caillean, Daffy e Jericho. Mi sento bravissima con i vostri commenti… e sono contenta di rendervi contente! Spero vi piaccia anche questo, anche se siamo alla fine. Il prossimo è l’ultimo.

  
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