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Autore: NeverThink    29/05/2009    7 recensioni
Con la coda dell’occhio vidi Matteo avvicinarsi. La sua figura alta e slanciata si sedette accanto a me.
Si portò la sigaretta alle labbra, aspirando del fumo che piano poi si alzò, nell’aria primaverile, in spirali.
Ebbi un fremito, quando voltò il capo verso il mio viso.
Guardai per istanti che parvero eterni i suoi occhi verdi, oltre le sottili lenti degli occhiali.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Lobelessness

Lovelessness
mancanza d’amore




Sbuffai, irritata.
Possibile che non si era capaci di organizzare una gita in campagna?
”Tanto siamo poche. Cioè, alla fine ci metteremo a vedere la tv e passeremo la giornata così.”, aveva detto Francesca.
”Ma si, fate ciò che volete, fate quel che vi pare. Io non mi penerò più. Sapete che mi importa? Faccio tanto e poi? Basta, io rimango a casa.”, sbottai dall’irritazione.
In fondo, non era difficile. Anche se la comitiva non era al completo, anche se non eravamo tutte, ma solo cinque, passare quel lunedì dopo pasqua con loro, sarebbe probabilmente stata la cosa più bella.

Ma loro no. Siamo poche, siamo poche.
Scossi il capo cercando di mantenere la calma. Era una persona abbastanza irritabile, una qualsiasi cosa detta nel modo sbagliato, anche nel momento più adatto, mi mandava in escandescenza.
Mi sedetti così in disparte, sperando di non essere notata da nessuno, all’angolo di quella panchina di marmo.
Amici, amiche e conoscenti, parlavano a qualche metro da me ed io gli ignorai bellamente.
Poi, accadde qualcosa che non avevo premeditato.
Con la coda dell’occhio vidi Matteo avvicinarsi. La sua figura alta e slanciata si sedette accanto a me.
Si portò la sigaretta alle labbra, aspirando del fumo che piano poi si alzò, nell’aria primaverile, in spirali.
Ebbi un fremito, quando voltò il capo verso il mio viso.
Guardai per istanti che parvero e terni i suoi occhi verdi, oltre le sottili lenti degli occhiali.
”Cosa c’è?”, sussurrò prima di riportarsi la sigaretta alle labbra piene.
”Nulla.”
fece un leggero risolino, “Si, certo.”
”Sono solo un po’ nervosa.”, ammisi quando il suo piede tocco il mio bloccandolo. Quando ero nervosa, muovevo aritmicamente e velocemente il piede.
”Come mai?”
”Sono una persona che si innervosisce molto facilmente. Basta un nonnulla.” . Non mi andava di raccontargli la ‘verità vera’.
”Capisco.”. Guardai il suo profilo. Gli occhiali che poggiavano delicati sul naso dritto, il viso asciutto, la leggere barba incolta, i corti capelli neri.
Quanto mi era piaciuto, Matteo?
Sorrisi, cercando di alleggerire l’aria, inebriandomi del suo profumo.
Poi il cellulare nella mia tasca vibrò.
Lo presi e lessi il messaggio appena ricevuto.
No, perché sarebbe difficile tornare. Per questo non esco.
Cristina.
Sentii il suo viso poggiare sulla mia spalla, vicinissimo al mio. Potevo udire il dolce rumore del suo respiro.
Due anni prima, quel contatto mi avrebbe causato una tempesta dentro.
”Chi è Cristina?”, chiese curioso.
”Una mia amica. Lo sai che è maleducazione leggere i messaggi degli altri. È anche un reato violare la privacy altrui.”, dissi sorridendo.
”Oh, andiamo Ely, ci conosciamo da anni.”, esclamò scompigliandomi i capelli.
Riportai il cellulare in tasca, poi il suo suonò.
”Si… okay… ora?... va bene… arrivo.”. Chinai il capo sapendo già chi era.
”Bhè, io vado a prendere Alice.”, disse guardandomi con quel suo sguardo verde.
Annuii col capo. Mi saluto con la mano, mostrandomi uno dei suoi fantastici sorrisi, poi… sparì, ricordando a me stessa ciò che avevo perso.

   
 
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