2.
The
truth is hiding in
my eyes
Matteo si allontanò da quelle
panchine di marmo, dirigendosi verso la sua auto.
Alice, la sua ragazza, l’aveva chiamato. Era pronta per
uscire, si, sarebbero
usciti ancora, come ogni sera.
Si passò una mano fra i capelli corti, fino ad arrivare ad
accarezzarsi la
nuca.
Eppure una vocina nella testa del ragazzo diceva di fare marcia
indietro.
Ma per quale motivo?
Non riusciva a darsi risposa, non riusciva a capire perché
d’un tratto non
desiderasse posare le sue labbra su quelle carnose di Alice, non
desiderasse
intensamente inebriarsi del suo profumo, non desiderasse perdersi nei
suoi
occhi marrone.
Sospirò, aprendo al portiera dell’auto. Mise in
moto l’auto e si voltò
un’ultima volta verso quelle panchine.
Fissò per un attimo un viso sorridente, una ragazza che
parlava con un ragazzo
alto circa trenta centimetri più di lei. Scherzavano come
fanno i bambini,
dandosi spallante e spinte. I capelli scuri le ricadeva in dolci onde
sulle
spalle, mentre i grandi occhi brillavano, come stelle, alla luce del
lampione.
Istintivamente Matteo sorrise, scuotendo appena il capo.
Perché? Perché non era Alice ciò che
in quel momento desiderava?
Si allontanò, ignaro di ciò che il destino gli
riservava.
“Ma
che hai fatto ai capelli? Sembra che ti abbia leccato una
mucca!”, esclamai
tirando un leggero spintone a Stefano, l’amico-torre che mi
era accanto.
“Perché non ti piacciono”, chiese
toccandoseli appena.
“No.”, dissi scuotendo il capo.
Alzò un sopracciglio, “Ma vattene,
và.” , disse dandomi dando un leggero
spintone.
“Ehi!”, lo ripresi io imitandolo, senza
però spostarlo di nemmeno un
centimetro. “Si ma non è giusto. Mi ci vuole un
camion per spostarti.”, continuai
incrociando le braccia al petto.
“Non è colpa mia se sono una montagna e tu alta
appena un metro e sessanta.”
“Sono un metro e sessantadue, per la cronaca.”,
dissi prima di tirarli una
spallata, questa volta facendolo arretrare un po’.
“Ahi, mi hai fatto male!”, esclamò
accarezzandosi il braccio.
“Ah! Ce l’ho fatta!”, gridai entusiasta.
“Così però mi rompi un
timpano!”
“Oh, scusa.”, dissi grattandomi la nuca. Mi voltai
e qualcosa attirò la mia
attenzione. La macchina di Matteo piano si allontanava. Lo stomaco mi
si chiuse
in una dolorosa morsa, l’aria che respiravo fu come mi
schiacciasse il petto,
mentre una ferita invisibile, lì accanto al cuore,
cominciava a bruciare.
Da quanto non faceva così male? Da quanto la sua assenza non
mi faceva mancare
il respiro?
E’ difficile dimenticare una persona che per mesi
è stata al centro del tuo
intero universo, una persona che ti ha dato tanto, involontariamente.
Una
persona che all’inizio ti era solo amica, quella stessa
persona che ha rapito
il tuo cuore, senza nemmeno saperlo.
Mille volte avrei voluto dire a Matteo ciò che il mio cuore
cantava, ma non ne
avevo mai avuto il coraggio.
Mi dicevo ‘Perché rovinare
un’amicizia?’, solo quando lei
arrivò nella sua vita, mi resi conto di aver sbagliato, di
aver
sbagliato alla grande.
E quando vidi le loro labbra incontrarsi, il mio cuore per un istante
si fermò,
spezzandosi, frantumandosi. Una ferita che per mesi brucò,
ma che credevo fosse
guarita. E me ne resi conto solo allora, quando
il suo era vicinissimo al mio, quando potevo sentire il suo profumo
perforarmi
i polmoni, quando potevo sentire il calore del suo corpo accanto al mio.
Sospirai e quasi il petto mi fece male.
“Eleonora? Tutto okay?”, mi voltai verso Stefano,
accennando un sorriso.
“Si. Sono solo un po’ stanca. Credo me ne
andrò a casa.”
“Ma no, non puoi. Devi venire a casa mia, ricordi? La
festa?”, chiese
corrugando la fronte.
“Ah, è vero.”, ricordai mordicchiandomi
il labbro inferiore.
“Dai, ragazza sciocca, vieni con me a prendere un
gelato.”. E così, Stefano,
circondandomi le spalle con un braccio mi condusse verso il bar
più vicino.
Mi
sedetti sul divano, sospirando. Tutti ballavano, giocavano si
divertivano.
Solitamente ero quella che amava divertirsi, allegra e solare, che
scherzava a
giocava, ma quella sera non ero dell’umore adatto.
Mi passai
una
mano fra i capelli, buttando all’indietro la testa.
Sentii il
cuscino
del divano piegarsi al peso di qualcuno, ma non mi curai di
aprire gli occhi per vedere chi fosse.
“Di
solito sei la prima a scatenarsi.”, nell’udire
quella voce, il mio cuore
perse un battito.
Lottai
contro me
stessa: non volevo aprire gli occhi. Vedere ancora una volta
il suo viso, i suoi occhi mi avrebbe mandata ulteriormente in
confusione,
avrebbe ancora fatto bruciare i margini di quella ferita
invisibile… ma fu inutile. Aprii gli occhi
e trattenni
il fiato quando i suoi occhi verdi di fusero con il nero dei miei.
“Di
solito. Non sempre.”, dissi mordendomi il labbro inferiore.
“Implica
il sempre.”
“Oggi
non mi va, tutto qui.”
“Ancora
nervosa?”, chiese con tenerezza. Il tono della mia voce si
addolcì.
“Sono
solo stanca.”, dissi buttando ancora indietro la testa e
guardando
davanti a me.
“Sei
diversa.”, la sua voce era appena udibile, sovrastata dalla
musica.
“Non
sono diversa. Sono l’Eleonora di sempre.”, in
realtà sapevo bene che non
era così, non quella sera.
“Si,
lo
sei.”
“No,
non lo sono.”
“Oh
andiamo, Ely! Perché devi essere così
testarda?”, sbuffò mettendosi dritto.
“Non
sono testarda.”, risposi con tono duro, puntando i miei occhi
nei suoi.
Feci un
sussulto
quando i suoi polpastrelli sfiorarono il dorso delle mia mano.
Quel tocco ebbe la forza di una slavina, un contatto che mi mancava, un
contatto che non vi era da tempo, da quando arrivò Alice. Un
contatto che mi
scatenò una tempesta dentro e che mi fece ricordare anche
una volta, per la
seconda in una sera, cosa avevo perso.
“Matteo,
ti cercavo!”, velocemente ritrasse la mano alla voce
squillante di
Alice. I lunghi capelli ramati ondeggiarono quando si sedette sulle sue
gambe,
baciandolo a fior di labbra.
Una lenta
pugnalata al cuore. Sale sull’invisibile ferita.
Avrei voluto
scappare, evitare ai miei occhi quella scena, ma non ne avevo la
forza. Era come fossi incollata a quel divano contro la mia
volontà, e per
quanto dentro di me lottassi… era inutile. Inerme rimasi,
lì.
“Ciao
Eleonora.”, disse lei in un sorriso, mostrandomi una schiera
di denti
perfetti e bianchissimi.
“Ciao.”,
sussurrai con la bocca asciutta. Con la coda dell’occhio vidi
Matteo
guardarmi.
“Come
stai? Tutto okay?”, chiese raggiante, abbracciandolo.
Deglutii
rumorosamente, “Si.”, riuscii solo a dire. Lei
sorrise.
“Ora,
ehm… scusate ma vado a cercare Stefano.”, dissi
trovando la forza per
alarmi, scappare da lì.
“Siete
molto uniti.”, sbottò acidamente Matteo. Mi voltai
a guardalo, confusa
dal suo tono di voce.
“Non
è una cosa che ti riguarda.”, sussurrai con
durezza, per poi allontanarmi.
E mi lascia
alle
spalle quell’immagine… le loro labbra che si
univano, le loro
mani che ti sfioravano.
Mi lascia
alle
spalle il suo viso, oramai marchiato a fuoco nelle mia mente.
Mi lascia
alle
spalle i suoi occhi verde smeraldo.
Mi lasciai
alle
spalle… Matteo.
Ma chi
volevo
prendere in giro?
*
Ed eccomi gente,
ancora qui.
Anche questa storia non era prevista ma Erica mi ha dato spunto ed
eccomi qui!
Una storia che dedico a quattro persone speciali,
a Erica (per te);
alla mia migliore amica, Honey;
a Dà, che mi manca tanto;
a nonna Pater, la mia dolce nonna Panter.
E ringrazio tutti coloro che hanno letto e soprattutto gli angeli che
hanno
recensito il capitolo precedente:
KeLsey: ciao! Visto? L’ho
continuata! Credo tu sappia chi è ora questa Alice! Sono
contenta sia piaciuto
il capitolo precedente! Spero che questo non sia stato da meno, ci
tengo tanto
a sapere cosa ne pensi! Ti voglio bene, Eri (L)
Nessie93: ciao! Che piacere leggere
una tua recensione anche qui! Davvero è la prima originale?
Cavolo ne sono
felicissima, davvero! Spero questo capitolo sia stato di tuo
gradimento, lo
spero davvero tanto! Cerco di rendere la ragazza il più
reale possibile, un
personaggio in cui tutti si possono rispecchiare. Grazie mille davvero!
A
presto! XD
fede_sganch: ciao! *-* che piace
vederti anche qui! L’ho continuata alla fine,
l’ispirazione ha avuto il
sopravvento! Sono contenta ti piaccia! Fammi sapere di questo capitolo!
Grazie
mille per la recensione!
KikyCullen: ciao! Sono contenta ti
sia piaciuta, davvero tanto! Spero ti sia piaciuto anche questo!
Grazieeee
mille per la recensione! A presto! *_*
A voi, con affetto Panda.