NdA
C'è un po' di tematica slash in questo capitolo. Niente di eccezionale, se
non una consapevolezza arrivata in ritardo, e può comunque essere vista in un
contesto di bromance. Spero vi piaccia!
Capitolo 9: Odin
Non
vuole correre rischi. Non può fare del male a nessuno se
rimane da solo e
Dio solo sa quanto poco si meriti che qualcuno si preoccupi per lui.
È un
assassino, un'arma forgiata con ossa e metallo. Non si merita che
qualcuno come
Steve, altruista e testardo, rischi di farsi ammazzare nel tentativo di
aiutarlo. L'isolamento è l'unica soluzione.
Tutta
la sua
vita entra in un singolo zaino. Non possiede molto, giusto alcune
camicie e un
paio di jeans di scorta e una collezione di taccuini. I taccuini sono
gli
oggetti personali ai quali è più legato e
continua ad aprire il borsone per
controllare all'interno, quasi potessero scomparire
nel momento in cui non li sta guardando. Contengono i suoi
ricordi
e ci si aggrappa come ad un'ancora di salvezza.
Ha
iniziato
a scrivere per mettere in ordine tutti i ricordi ai quali non riusciva
a dare
un senso, in modo da decifrarli in seguito. Ben presto i taccuini sono
diventati una finestra su
un passato che
ancora fatica a riconoscere come proprio.
Il
primo gli
è stato offerto gratis insieme ad una penna, durante una
specie di inaugurazione
di fronte ad un palazzo pieno di uffici, un pomeriggio. Dopo averli
presi è rimasto
a fissare a lungo le pagine vuote, domandandosi cosa avrebbe potuto
farsene. La
penna sembrava così pesante tra le dita. In alto nella prima
pagina, in una
grafia disordinata fatta di piccole lettere ha scritto Il
mio nome è…
Si
è fermato
per un attimo, insicuro su come completare la frase. Per Anna era stato
James,
sebbene sembrasse strano; troppo preciso e formale, un nome che gli
appartiene
anche se non l'ha quasi mai usato. Steve invece l'aveva chiamato Bucky.
Quel
nome suona un poco più familiare ma comunque estraneo, dato
che il Bucky che Steve
conosceva è morto ormai da parecchio tempo.
Non
riuscendo
a decidere cosa scrivere ha lasciato il resto in bianco e ha infilato
il taccuino
nella giacca. L'ha aperto di nuovo il mattino seguente per aggiungere
Bucky
alla fine della frase, perché gli sembrava più
giusto così.
Nel
corso
dei giorni successivi ha riempito tutto lo spazio disponibile di
scarabocchi - poche
parole o una frase striminzita, frammenti di una vita alla quale adesso
sta
cercando di ridare una direzione.
Avevo una sorella di nome Rachel.
Ho
perso il
primo dente quando avevo sei anni.
Odio
il
cocco.
Altri
sono
più lunghi e dettagliati, frutto delle memorie meglio
delineate. Gli è sembrato
comunque strano scriverli, come delle mezze verità che
rischiavano di non
corrispondere alla realtà una volta impresse su carta.
Mia
madre
era un'insegnante della scuola elementare Oliver H. Perry. Le piaceva
insegnare
matematica e scienze.
Ho
trovato lavoro
come scaricatore al porto durante l'estate del 1941. Il mio capo si
chiamava
Frank Malone. Aveva solo tre dita alla mano destra, colpa di un
incidente che
gli era capitato quando aveva dodici anni.
Il
mio primo
appartamento era in una pensione a Greenpoint. Era una stanza singola
con una
finestra rotta e c'era un negozio di alimentari dall'altra parte della
strada.
Alcune
delle
note sono state depennate o cancellate, modificate a metà
della frase ogni
volta che si rendeva conto di confondersi con qualcos'altro. Nonostante
siano sconnesse
e confuse, averle a portata di mano lo ha aiutato ad iniziare a
riprendere il
controllo.
Il
secondo
taccuino è arrivato alla stessa maniera, regalatogli per
strada di fronte al
campus di un college; ha iniziato a scrivere quasi all'istante e ben
presto non
è rimasta alcuna riga vuota. Questo è leggermente
diverso, però: mentre il
primo è una raccolta di ricordi sporadici, tasselli di un
puzzle che alla fine
può essere ricomposto, il secondo contiene tutto quello che
sa a proposito di
Steve Rogers.
Una
metà
delle pagine riporta ogni cosa che ha letto sulle targhe allo
Smithsonian e le
informazioni sul Capitano che ha recuperato attraverso altre fonti. Ha
scritto
dov'è nato, ha scritto qualcosa a proposito della sua
infanzia e dove è
cresciuto. Ha scritto di quando si è arruolato
nell'esercito, è diventato il
leader degli Howling Commandos e di quando si è sacrificato
alla fine della
guerra. Ha riempito pagine con i dettagli di quando e come è
stato ritrovato,
del suo impegno con i Vendicatori, di come ha smascherato la corruzione
dello S.H.I.E.L.D.
ad opera dell'Hydra.
L'altra
metà
è dedicata ai dettagli che lui
ricorda a proposito di Steve, tutti gli elementi più
personali e privati che
non si trovano affissi al muro in un museo.
Il
colore
preferito di Steve è il verde.
A
Steve
piacciono le mele.
Steve
riempiva le scarpe di giornali in modo che non gli stessero larghe.
Steve
soffre
di ipermobilità al polso destro.
Steve
si è
rotto una caviglia in seconda elementare.
Steve
era
stato accettato alla scuola d'arte ma non poteva permettersi di pagare
la
retta.
La
madre di
Steve era infermiera.
Steve
ha un
gancio sinistro micidiale.
A
differenza
del primo taccuino, le note sono più approfondite;
può non sapere molto di se
stesso, ma di sicuro conosce il Capitano.
Steve
ha una
cicatrice a forma di x sull'anca sinistra, se l'è procurata
inciampando nel
parco e cadendo su di un bastone.
Un
anno
Steve ha venduto ad una fiera degli schizzi fatti a carboncino per
comprare un
regalo di compleanno a sua madre.
Le
iridi di Steve
hanno dei riflessi verdi ma si vedono solo quando c'è la
luce giusta.
Steve
si è
rotto una costola quando ha fatto a botte con Ricky Salas.
Steve
ha
l'abitudine di accoccolarsi di nascosto accanto a te, la notte1.
Inoltre è sempre caldo come un termosifone.
Steve
profuma di trifoglio e cannella.
Conserva
all'interno
del taccuino alcune fotografie prese da riviste patinate e delle
polaroid
scovate nelle biblioteche. Anche se non ricorda nulla della propria
vita, finché
continuerà ad avere il viso di Steve impresso in testa
andrà tutto bene.
Steve
è mio
amico.
Per
questo la
decisione di andarsene è fisicamente dolorosa. Per ogni
buona ragione che ha
per rimanere (e non sono molte) ce ne sono comunque altre dieci che lo
spingono
a scappare - tutto a causa di Steve. Sa che andarsene è la
scelta migliore e al
contempo la sola idea basta a farlo sentire come se qualcuno l'avesse
appena
accoltellato allo stomaco.
Cerca
di
distrarsi dai propri pensieri racimolando il denaro necessario; i conti
in
banca di alcuni dei suoi committenti sono ancora disponibili e lui
riesce ad
accedervi senza troppa difficoltà. Rubare i soldi
è la parte meno complessa, il
procedimento più laborioso è prelevarli di
persona. Qualcuno che ritira intere
mazzette di banconote da uno sportello automatico potrebbe destare
sospetti e
deve anche fare attenzione a non mostrare la propria faccia alle
telecamere di
sorveglianza, per paura di essere riconosciuto. È
un'operazione che richiede
pazienza, tuttavia alla fine del mese si ritrova con una somma
soddisfacente.
Con
i
contanti alla mano l'unica cosa che gli resta da fare è
andarsene da New York.
Rimane fuori dall'appartamento di Steve per almeno venti minuti quel
mattino, un
bel pezzo prima dell'alba, e osserva la finestra oscurata memorizzando
il
disegno delle tende. Slaccia la cerniera dello zaino e prende uno dei
nuovi taccuini;
c'è una penna infilata tra le pagine, in attesa della
prossima nota da appuntare.
Io
amo Steve
Rogers2. Ecco perché me ne sto
andando.
Richiude
il
quadernino e lo rimette a posto, poi fa scorrere la zip e passa le
cinghie
oltre le spalle. La sua intera vita esiste chiusa in uno zaino
traboccante di
taccuini e fotografie e ricordi di un uomo in rosso, bianco e blu. Si
gira e si
incammina lontano dall'appartamento di Steve, lontano dall'isolato in
cui vive
Steve… lontano da Steve.
1. Steve is a stealth cuddler at nigh
Ci sono dei
termini che proprio non si prestano ad una traduzione stringata!
2. I love
Steve Rogers
L'autrice
ha scelto di usare questa formula invece
dell'inequivocabile "I'm in love with" per mantenere un contesto valido
sia come bromance che come slash, per sua stessa ammissione nelle NdA.
Del
resto la formula "I love" in Inglese si applica ad un sacco di
situazioni e definisce sia l'amore romantico che l'affetto verso i
membri della famiglia e gli amici. [NdT]