Film > The Avengers
Segui la storia  |       
Autore: Cry_Amleto_    17/01/2017    1 recensioni
/Seguito di "Lost Time"/
[Stony!]
Tratto dalla fanfiction:
"Forse avrebbe vinto. O forse no.
Forse sarebbe sopravvissuto. O forse no.
Forse lo avrebbe salvato. O forse no.
L'unica cosa certa, è che aveva bisogno di rivedere colui che aveva perso in quel dannato disastro."
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Steve Rogers/Captain America, Tony Stark/Iron Man
Note: Missing Moments, Movieverse, Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Lost'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

[Remember]

[...]Don't leave me alone
Cause I barely see at all
Don't leave me alone, I'm... [...]
([...]Non lasciarmi solo
Perché sono quasi cieco
Non lasciarmi solo, io...[...])

«Tony...!»

Un urlò riempì il silenzio della villa.
L'uomo ormai privo di identità, si ritrovò fulmineamente schiacciato contro una parete, due mani che gli tenevano bloccati i polsi in una stretta ferrea, facendogli scivolare di mano l'arma e il bicchiere di scotch, che si infranse con un rumore cristallino sul pavimento in marmo.
Sollevò di poco le palpebre, quanto bastava a vedere il liquido ambrato sparso ovunque e una t-shirt bianca che gli ostruiva la visuale.

«Non importa quante volte te lo dirò...» continuò la Voce che lo aveva intrappolato «... NON SEI SOLO.»

A quel punto, colui che fu Tony Stark, alzò lo sguardo fino ad incontrarne un altro, cristallino. Uno sguardo che avrebbe potuto riconoscere ovunque.

Il Capitano dovette trattenere un gemito quando incrociò gli occhi vitrei dell'altro. Sembrava che qualcuno gli avesse aspirato via l'anima, e la consapevolezza che quella situazione - quello sguardo - era avvenuta colpa sua non migliorava le cose.

L'uomo che un tempo era stato un inventore, disse con la voce monotona di un automa: «Menti, Rogers. Questo non è più posto per me. Sono morto tre anni fa, e così sarei dovuto restare.»

«No...» il mormorio di Steve era quasi un' incredula supplica «Il mondo ha bisogno di te... I-io ho bisogno di te.»

Quest'ultima affermazione sembrò riaccendere un tiepido barlume nello sguardo dell'altro.

«E allora perché non mi sei venuto a cercare? Non dico negli ultimi 3 anni, ma quando sono tornato. Sai, non so se te ne sei accorto, ma è passata più di una settimana.»

Se non fosse stato per la mancanza di espressione nella voce e nel suo viso, il Capitano avrebbe potuto dire di star parlando con il sarcastico Tony di sempre. Invece quello che aveva di fronte, sembrava una sua macabra copia sbiadita.

Steve non riuscì a rispondere, le labbra tese in una linea sottile.

«Tu lo ami, non è così? Ami Barnes e la tua lealtà ti impone di non pensare neanche alla possibilità di poterlo tradire.» continuò l'altro, mentre gli angoli delle labbra si sollevarono in quello che doveva essere il suo solito sorrisetto, ed invece appariva come una incolore smorfia mesta.

Ancora una volta, il Capitano non seppe cosa dire. Si limitò ad annuire, una sola volta, lentamente, il volto cinereo.

Si sentiva colpevole, Steve, colpevole di aver colpito quasi a morte quel grande, fragile uomo di cui aveva imparato a conoscere le sfaccettature.

«Va bene così.» disse pacato il fantasma di Tony Stark, sottraendosi alla presa dell'altro con gesti altrettanto moderati.

«NO CHE NON VA BENE!!!» urlò a quel punto il Capitano, prendendolo per le spalle e iniziando a scuoterlo, come a volerlo risvegliare dallo stato simil catatonico in cui era caduto. «HAI APPENA TENTATO IL SUICIDIO, DANNAZIONE!! Se fossi arrivato qualche istante più tardi... ancora pochi secondi e...» la voce gli si ruppe, non riuscendo più a terminare la frase.

«...E  avresti lavato dalle pareti la mia materia grigia, dicendo addio a tutti i tuoi ostacoli morali tra te e lui.» terminò l'altro, sottraendosi alla sua presa «Se ti fa sentire in colpa, allora non ci riproverò, se è questo che vuoi sentirti dire. Ora va, prima che lui noti la tua assenza.»

«Buck capirà sicuramente. Non è da me non aiutare gli amici in caso di bisogno...» ribatté il Capitano, con fare più accomodante.

A quel punto, Tony scoppio in una rumorosa risata priva di gioia che, se possibile, sembrava più dolorosa di una crisi di pianto.

«Cosa vuoi, Rogers?» il suo tono era freddo, così come l'ira che lentamente aveva iniziato a scorrere in lui, riscaldandolo e facendogli, quanto meno, provare qualcosa. «Hai fatto irruzione a casa mia, quindi, cosa vuoi?»

L'altro rimase per qualche istante in silenzio, prima di rispondere quasi in un sussurro: « F.R.I.D.A.Y. mi ha chiamato avvisandomi che stavi per commettere qualche sciocchezza, o almeno era questo il succo del suo discorso pieno di numeri, dati e robe simili.»

«Mi dispiace aver interrotto qualsiasi cosa tu stessi facendo, allora. Ora, per favore, vattene.» Rispose l'inventore, lasciandosi crollare sul divano, la bottiglia di nuovo prontamente alla mano.

«Dovresti smetterla di bere.» Le parole gli sfuggirono dalle labbra quasi senza che se ne rendesse conto.

Tony si girò verso di lui, un sopracciglio inarcato, portandosi la bottiglia alle labbra e bevendone un lungo sorso con fare quasi provocatorio.
Si guardarono, ed entrambi ricordarono.
Quante volte avevano iniziato discussioni in quel modo? Di solito finivano per litigare aspramente, poi per fare a botte e infine per baciarsi con foga. 
A Steve sembrò di tornare indietro di tre anni.
A Tony sembrò di riavere indietro il suo Steve. 
Quasi senza accorgersene, si sorrisero genuinamente e, in qualche modo, l'uno lesse negli occhi dell'altro e viceversa il perdono.
Perdono per aver fatto tardi.
Perdono per non aver aspettato.
Perdono per le promesse mantenute e quelle mancate.
Ed entrambi capirono, con quel singolo sguardo, che il Destino aveva tessuto per loro una storia che non si può cambiare. Erano legati inesorabilmente l'uno all'altro: per quanto avessero potuto provare a scappare, era inevitabile ritrovarsi.

Quindi, quando il Capitano gli diede le spalle, entrambi sapevano che quello non sarebbe stato un addio, ma un arrivederci. 
Perché non si può combattere il Fato, né tanto meno spezzare il suo Filo Rosso.

«Non sei solo.» ripeté ancora una volta Steve, una mano sul pomello, l'altra a torturarsi il petto, vicino al cuore, lì dove una pressione invisibile gli premeva in modo quasi doloroso.

Poi se ne andò, lasciando dietro di sé una scia che sapeva di Speranza. E di Amore Ancestrale.

 

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > The Avengers / Vai alla pagina dell'autore: Cry_Amleto_