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Autore: _ClyssiasChange_    17/01/2017    1 recensioni
Conan Edogawa, alias Shinichi Kudo, non è ancora tornato normale, così come non ha smesso di proteggere i suoi amici cercando di risolvere casi e trovare gli uomini in nero, ma cosa succederebbe se durante un caso venisse ferito e gli venisse diagnosticata un'amnesia? Quanto ci rimetterà a riacquistare la memoria? E i suoi presunti sentimenti per Ran rimarrebbero invariati?
ShinichixShiho/AixConan
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ai Haibara/Shiho Miyano, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Shiho Miyano/Shinichi Kudo
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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 Do you remember me?
6. Him

 
 
Conan non dormirà quella notte, a causa dei troppi pensieri che lo assalivano; così come non dormirà Ran, divisa tra la preoccupazione per quel bambino che sin dal primo giorno gli ha ricordato il suo amico d’infanzia di cui era sempre stata innamorata e dalla mancanza per quest’ultimo, Shinichi, che non si faceva sentire da così tanto tempo … all’incirca dall’amnesia di Conan, quanto avrebbe voluto sentirlo, vederlo, raccontargli tutto e lasciarsi consolare e sì, faceva fatica ad ammetterlo, ma anche aiutare.
- Buongiorno ragazzi, ehi, ma cosa sono quelle facce?- la mattina seguente Goro, col solito tatto, si preoccupò per la sua Ran e per il piccolo Conan.
- Oh, non è niente papà, davvero, ho solo fatto fatica a prendere sonno, sai, a breve ci sarà un importante esame a scuola!- mentì la karateka, il padre annuì poco convinto, ma sapeva che non poteva intromettersi nella vita privata di sua figlia, se l’era sempre cavata bene … assomigliava a sua madre, pensò.
-E tu Conan? Anche tu problemi con la scuola? Ed io che pensavo fossi un genietto- lo schernì, tentando di smorzare la tensione che già dal mattino accompagnava la colazione.
- Eh? Oh, proprio così! Infatti credo che oggi dopo scuola andrò a fare i compiti da Haibara, così mi darà una mano! Ci si vede, non voglio fare tardi a scuola- salutò tutti velocemente e, senza nemmeno mangiare, uscì.
La giovane si rabbuiò.
-Ran … c’è qualcosa che non va? Puoi dirmelo, lo sai, sono tuo padre- l’uomo le mise una mano sulla spalla con fare amorevole, non sopportava la visione della sua unica figlia in uno stato così triste, lei che aveva sempre un così bel sorriso e una grinta invidiabile.
- No, è che non mi ha nemmeno chiamata “onee-chan”, ha subito pensato di andare da Haibara e … mi ricorda così tanto Shinichi, papà, sta crescendo così in fretta e non posso sopportarlo, mi preoccupa il fatto che stia sempre con la polizia o con te, che sia sempre a contatto con crimini che un bambino non dovrebbe nemmeno ascoltare alla televisione! È ancora così piccolo … mi chiedo, non potrebbe crescere con un trauma continuando così?- si sfogò in parte, stringendo i pugni lungo i fianchi e strizzando forte gli occhi sotto lo sguardo comprensivo di Goro.
- Sei una brava ragazza Ran, non puoi sapere quanto sia fiero di te, anche io ammetto di provare spesso strani sentimenti per quel bambino, sono molto contrastanti, mi sono affezionato a lui eppure ancora, a volte, non so se provare pietà o rabbia per la sua arroganza, è ancora un marmocchio dopotutto ed è curioso come tutti alla sua età ed è influenzabile, comunque forse non hai tutti i torti. Tuttavia non mi è mai sembrato che gli dispiacesse stare sui luoghi del crimine, anzi, bisogna quasi portarlo via con la forza.
Mi auguro che con ciò che è successo capisca non è un gioco, è un lavoro per professionisti. E a tal proposito quel detective da strapazzo cosa centrerebbe ora?- sentenziò con calma, fatta eccezione per l’ultima frase.
-Capisco … - disse, per poi arrossire a dismisura – non centra nulla! Solo che a volte nei modi di fare Conan mi ricorda lui, ma è logico se sono imparentati, giusto?-
- Mh, Ran, oggi sta a casa per favore, sei stanca e non vorrei ti capitasse nulla di grave-
-Ma papà … - ribatté lei, non convinta a saltare un giorno di scuola.
-Guarda che è vantaggioso anche per me, potrai prepararmi da mangiare quando starai meglio- rise lui, coinvolgendo così anche la figlia.
-Sei incorreggibile- continuò, abbracciandolo forte. – Allora magari chiamo la mamma per sapere come sta, non la sento da tanto-
-Chi? Quella vecchia bisbetica? – borbottò l’uomo, senza evitare di nascondere un leggero rossore sul viso, che Ran finse di non aver visto per quieto vivere.
***
- Ehi Conan! – lo salutarono i ragazzi fuori da scuola, che già parlavano tra loro.
- Ehilà- ricambiò, senza troppe cerimonie, mettendosi al fianco di Ai.
-Dormito male?- le chiese quest’ultima col suo solito tono noncurante.
-Magari, almeno significherebbe ho dormito … - sospirò pesantemente l’occhialuto.
-E perché non hai dormito, sentiamo? Un altro assurdo caso oppure hai dormito con Ran?- ridacchiò con sarcasmo la bionda.
Il ragazzino non poté fare a meno di arrossire all’ultima affermazione di Haibara.
-Stupida, che vai dicendo? È complicato … non so se posso dirtelo, è strano e non lo capisco nemmeno io, senti, lascia stare, non capiresti- disse con voce ferma, mettendosi le mani in tasca.
Haibara lo guardò, per poi abbassare un attimo lo sguardo, ma solo per quell’istante, quando poi la campanella suonò senza dire nulla camminarono verso l’entrata, con i loro amici che continuavano a parlare senza badare a loro due.
***
Le ore non passavano, erano tremendamente lente, l’aula di quel colore bianco tenue non alleggeriva di certo il clima angusto che in quel momento pesava sulle menti degli studenti.
La professoressa spiegava, chissà che cosa poi, era matematica? Chissà.
Conan non stava proprio ascoltando, il viso rivolto verso la finestra, la matita che puntellava il quaderno in continuazione in un movimento frenetico. I suoi pensieri erano decisamente lontani dalla matematica, lontani da quell’aula, forse anche lontani da quell’immensità che era il cielo stava osservando.
-Io capisco- una voce, all’improvviso, lo svegliò dalla trance in cui si era avvolto, una voce femminile e soave, una voce ancora bianca, ma particolare.
Inconfondibile.
- Mh?- mugugnò, girandosi verso di lei. I capelli biondi, gli occhi azzurri, i lineamenti così delicati, non faticò a pensare alla bellezza sarebbe diventata una volta cresciuti.
-Mi riferivo a prima, hai detto non avrei capito, invece capisco, capisco molto bene, anche se non so di cosa si tratta. Tu dimmelo e capirò, fidati- disse tutto in un filo di voce mentre con una mano si scostò i capelli dal viso, era così matura, non poteva avere davvero sette anni.
- Quanti anni hai in realtà?- le parole gli uscirono dalle labbra ancor prima di realizzarle, se ne pentì subito, eppure ebbe come un dejà-vu. Sentì il papillon andargli stretto in una morsa, era forse la tensione o la paura per aver detto qualcosa di così stupido a una ragazza saccente come Ai Haibara?
Si preparò psicologicamente al peggio, ma niente lo avrebbe preparato alla visione gli si parava davanti: Haibara era impallidita di colpo, i suoi occhi erano sgranati e sembrava avesse visto un fantasma da come tremava, non la stava prendendo in giro, non era uno scherzo? Si era sentita improvvisamente male?
- C- Conan … che cosa sai su di me? –
 

Clyssia’s Crazy Corner
Ed eccomi qua, sono viva!
Cazzo come sono soddisfatta—
Questa storia sta prendendo la piega che volevo, yup! Il finale mi piace un botto, eheh, tra l’altro mi piace di questo capitolo la tensione nei momenti più normali della giornata, credo che lo stile sia cambiato ancora ma che volete farci? Aggiorno troppo lentamente e cambio e vbb.
SEE YA’!
Kiss Clyss

Edit: wow. Col capitolo pronto lo pubblico quando? Settimane e settimane dopo, quando sono al limite della depressione, aha. Quanto si vede che per scrivere e pubblicare devo essere triste. :)) non badateci, è un promemoria per me. Spero che almeno voi siate felici e che il leggere vi rallegri la serata.
   
 
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