× Capitolo 5 × - Silenzi e vetri rotti
Abby serrava gli occhi ogni volta che alle sue orecchie giungeva un rumore, un urlo, qualsiasi cosa. Le grida erano praticamente cessate, nella centrale. La sua compagna d'avventura se ne stava sul tavolo addossato alla porta, seduta, la schiena poggiata su di essa e la bocca fischiettante. Come se fosse tutto un gioco, uno scherzo.
Certo, il suo discorso era stato terribilmente convincente, ma... ecco, c'erano troppi ma.
No, ad essere sincera, non ci capiva più un cazzo. Gatti neri che aprivano tombini da cui uscivano topi assassini. Assassini? Lei doveva uscire da quella stanza. Fuori sembrava ancora regnare il caos, ma dentro... magari avrebbero potuto dare un'occhiata.
«Possiamo uscire, adesso?» azzardò.
«Da quanto siamo qui dentro?» Bry sembrava per metà addormentata, per metà vigile ma assorta nei suoi pensieri.
«Quasi un'ora» non avevano parlato, dall'ultima discussione. L'orologio segnava le 6:54.
La finestra mostrava ancora un esterno buio, anche se le immagini erano confuse a causa dell'albero che copriva la visuale.
«Allora non possiamo uscire»
«Ma è tutto silenzioso, adesso» protestò.
«I tuoi genitori ti hanno mai detto di non tornare da sola la sera, perché non c'è in giro nessuno?» la squadrò da capo a piedi. Forse aveva colpito nel segno, con quella contraddizione. Certo che le era stato detto, più e più volte.
Magari, Abby doveva solo rispondere con un "Sì" pacato, farle sapere che capiva ciò che intendeva. Invece se ne stette zitta, a subire lo sguardo truce dell'altra. Forse, la considerava inutile. Anzi, peggio: un impedimento. Non era riuscita a spostare un tavolo, figuriamoci fare altro di minimamente più impegnativo.
Era stata dannatamente fortunata, a trovare Bry. Se lei non le avesse tenuto la porta aperta, se non l'avesse salvata, se non avesse rimediato ai suoi stupidi sbagli, chissà cosa sarebbe successo.
E ora, la bionda era appartata in un angolo, ancora un po' tremante, ad osservare l'altra che puliva il suo stupido coltellino. A malapena l'aveva usato, come poteva essere ancora sporco? La luce veniva riflessa dalla lama, lievemente scheggiata da un lato, ma senz'altro pulita. Perché continuava a pensare a quel maledetto oggetto? Era come se le mani della ragazza l'avessero stregata, mentre giocavano con quell'affare. Ma non c'era molto altro da fissare, lì dentro.
«Senti...» Abby si avvicinò all'altra, cauta, mostrando le forbici che teneva in mano da ormai un po' di tempo. «Che me ne faccio di queste?»
«Sono la tua arma» sussurrò Bry in risposta, pareva stanca di doverle spiegare ogni cosa, di doverle fare da madre, in quella situazione. Ripensò ancora una volta ai suoi genitori, e si sforzò per non mostrare il suo dolore. La mora la fissò per qualche secondo, forse comprensiva, o forse ancora irritata. Abby non riusciva mai a decifrare il suo sguardo.
Bry si alzò e le venne incontro. Sfiorò una lama delle forbici con le dita. «Vedi? Questa parte è tagliente. Non lo sarà mai come un coltello, certo, ma come arma di difesa è meglio di niente» spiegò.
«Dovrei infilzare i topi, con questa?»
«Qualunque cosa venga verso di te, e non alla ricerca di un abbraccio»
Abby restò perplessa per un secondo, poi sorrise. Caspita se era forte, quella ragazza. Probabilmente, un secondo più tardi, l'avrebbe semi-odiata di nuovo, ma decise di godersi il momento. Non ebbe, comunque, l'opportunità di scoprirlo.
Perché, pochi secondi dopo, un sonoro rumore di vetri rotti occupò qualsiasi suo recettore sensoriale e allertò la mente. Sentì un liquido caldo e fluido scorrerle lungo le gambe, ma non ci badò. Era troppo spaventata.
«Merda» sussurrò Bry, gli occhi fissi sulla finestra, da cui alcuni ratti stavano facendo capolino, fissando le due ragazze con i loro occhioni iniettati di sangue.
«Merda» ribadì Abby, le forbici strette tra le nocche pallide dallo sforzo e i pantaloni ormai fradici. Avrebbe voluto svenire di nuovo.
N.d.A. Ciao! Spero che la storia vi stia interessando!
Ricordate che una recensione (anche se piccola minuscola ermetica) è sempre gradita :)
Alla prossima!