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Autore: Tada Nobukatsu    20/01/2017    1 recensioni
Il colibrì è l'uccello più piccolo del mondo. Ha spiccata aggressività, rapidità nel volo e nelle acrobazie, stupendi colori e per questo le antiche civiltà americane lo consideravano la reincarnazione di valorosi guerrieri caduti in battaglia. Il movimento delle ali può raggiungere la sorprendente velocità di 70-90 battiti al secondo. Nessun altro uccello vivente sul pianeta può battere le ali tanto velocemente. In proporzione, la dimensione del loro cuore, rapportata all’uomo, è più grande di 5,6 volte e la frequenza cardiaca dei battiti può raggiungere 1260 pulsazioni al minuto.
Tutte cose molto belle, ma la vera domanda è... che diavolo ci fa in mezzo ai corvi, ai gatti e ai gufi?
Ma soprattutto... Cosa c'entrano in tutto questo i biscotti di Kageyama?
Genere: Comico, Romantico, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Il salto dal trampolino!


Chiyo fu la prima ad entrare nella scuola, veloce come un razzo, seguita subito dopo da Kuroo.

«Ho vinto io!» gridò lei, alzando le braccia al cielo.

Kuroo si piegò, ansimante, cercando di riprendere fiato e disse, divertito: «Sei veloce davvero!»

«Te l'avevo detto!»

«Eri avvantaggiata!» disse lui, rialzandosi e cominciando a camminare verso la mensa. Dopo la notte passata e la mattinata a correre, la fame aveva cominciato a ucciderli. «Ho un dolore qui al fianco che mi toglie il fiato questa mattina, è come se avessi dormito tutta la notte con qualcosa conficcato proprio qui» si indicò, lanciandole occhiatacce.

«Non cercare scuse! Sono più veloce di te, è un dato di fatto» disse lei, piantandosi le mani ai fianchi. «Folletto psicopatico uno, gattaccio cattivo zero!»

«Ehy ehy ehy!» l'imponente voce di Bokuto anticipò il suo arrivo, e si piazzò davanti ai due proprio poco prima che entrassero a mensa. «Dov'eravate finiti? Eh? Vi hanno cercato dappertuto questa mattina! Hai cercato di rapire la piccoletta?» chiese infine, puntando gli occhi su Kuroo.

«Lei ha cercato di rapire me!»

«Ma quando mai?!» stridulò lei, fulminandolo.

«Ci siamo svegliati presto tutti e due questa mattina, così abbiamo impiegato il tempo correndo»

«E io ho vinto alla velocità!» disse lei, allargando il petto inorgoglita.

«Perché non facciamo una gara a chi salta più in alto?» sghignazzò lui, guardandola di traverso e Chiyo reagì, come al solito, fulminandolo.

«Lo sai che prendere in giro per disagi fisici è da maleducati?!»

«Ti stai veramente dando del disabile?» inarcò lui il sopracciglio.

«Stupido!» gli disse semplicemente, cominciando a camminare per entrare in mensa. «Vado a mangiare, sto morendo di fame.»

«Non esagerare o ti appesentirai» sghignazzò ancora Kuroo e Chiyo in tutta risposta gli strillò contro: «Devo crescere!»

Entrò nella mensa sentendo un brivido lungo la schiena. Era arrivato il momento della verità: avrebbe dovuto cercare di mantenere la copertura raccontando a tutti quella mezza menzogna. Lei non era capace di dire bugie, perciò si limitò a pregare che nessuno gli chiedesse niente. Per quanto i presenti sembrava stessero facendo ognuno gli affari propri, non riusciva in qualche modo a non sentirsi al centro dell'attenzione.

Si prese da mangiare e si avvicinò al tavolo delle ragazze, che la guardarono colme di interrogativi. E lei cominciò a sudare freddo.

Cercò di mostrarsi calma e si sedette, sorridendo. «Buongiorno!»

«Ciao Chiyo-chan!» salutò Yachi.

«Ti sei alzata presto questa mattina?» chiese Kaori e Chiyo ebbe il primo micro-infarto.

"Va tutto bene, basta che ti mostri sicura e decisa! Sii come Kuroo!"

«Sì e sono andata a correre un po'.»

«Strano, di solito ci vogliono le cannonate per svegliarti» osservò Miyanoshita ed ecco il secondo micro-infarto.

«Magari è solo l'agitazione da ultimo giorno» cercò di sghignazzare, concentrandosi immediatamente sul suo piatto, abbuffandosi e cercando nella bocca piena la scusa per non parlare più.

«Comunque, dicevo... mi sono affacciata per socchiudere la finestra e ho trovato questo cervo volante gigante sul cornicione!» riprese a parlare Yukie, non dando più importanza a Chiyo e lasciandola mangiare.

E la colazione parve proseguire con normalità.

Nessuno parve interessato al caso Chiyo-Kuroo spariti la mattina, probabilmente lui aveva avuto ragione quando diceva che non avrebbero destato sospetti con quella scusa. E poi, chi poteva immaginare che quei due avessero una storia?

Nessuno avrebbe potuto sospettare niente, tranne Yukie e Kaori, che non tardarono a dar voce ai propri pensieri nel cortile, mentre andavano alla palestre.

Si affiancarono sghignazzanti a Chiyo, una a destra e una a sinistra, e cominciarono con una finta recitazione:

«Sai, Yukie, cosa ho sentito questa mattina?»

«No, cosa Kaori-chan?»

«Ho sentito quelli della Nekoma che dicevano che quando si sono svegliati questa mattina presto il loro capitano, Kuroo, non era in stanza.»

«Sul serio? Proprio come Chiyo! Chissà dov'era.»

Chiyo sospirò imbarazzata, lasciandole parlare per un po', cercando di non dar loro peso. Ma alla fine prese una decisione.

«Ok, sentite!» disse, fermandosi e voltandosi a guardarle. Si diede uno sguardo intorno, puntando gli occhi su tutti quelli che gli passavano accanto. Lì c'erano troppe orecchie.

«Con me!» ordinò,prendendo loro le mani e trascinandole lontano dal vialetto, dietro a un muretto nel giardino.

«Ve lo dirò» annunciò e lei due si illuminarono, guardandosi: «Allora è vero che la storia della corsa mattutina era una balla! Me lo sentivo!» disse Yukie.

«Che avete combinato, sporcaccioni!» la sgomitò Kaori e Chiyo avvampò, gridando: «Niente! Abbiamo solo dormito!»

Yukie e Kaori la guardarono per un po' stupite, prima di spalancare la bocca, sconvolte e lasciarsi sfuggire: «Avete dormito assieme?!»

Chiyo le ammonì con un sonoro "Sh!" e si guardò attorno, pregando che nessuno le avesse sentite.

«Per favore! Se ve lo dico è perché so di potermi fidare di voi e perché magari potete darmi una mano a rendere più credibile la scusa...»

«Sei una sporcacciona!» l'ammonì ancora Yukie, ma Kaori si affrettò a colpirla con un gomito.

Chiyo sospirò, chiedendosi se avesse fatto la scelta giusta nel renderle partecipi di quella storia.

«Non è successo niente, ve lo giuro. Per favore, ascoltatemi» disse e le due annuirono, guardandola con gli occhi sbarrati, attenti e un po' anche emozionati.

«Questo come sapete è l'ultimo giorno, poi torneremo alla Karasuno e allora non ci vedremo più per tanto tempo. Ieri sera ci siamo ritrovati, proprio come le sere precedenti, ma nessuno dei due riusciva a salutarsi definitivamente. Era la nostra ultima sera, capite?» e le due annuirono con vigore. «Così ci siamo chiusi in uno sgabuzzino e abbiamo dormito assieme...» e le due tornarono a spalancare la bocca, sconvolte. Perciò Chiyo si affrettò a specificare: «Dormire! Solo dormire! Ve lo giuro! Non abbiamo fatto...» arrossì. «... le cose zozze!»

Yukie e Kaori restarono immobili, pensierose a lungo, riflettendo su quanto ascoltato.

«Ecco...» abbassò lo sguardo Chiyo, imbarazzata. «... Se voi due voleste in qualche modo sostenermi, assecondando la...» ma venne interrotta da Yukie che voltandosi verso Kaori le disse: «Tu hai visto Chiyo questa mattina?»

«Sì, certo!» rispose la seconda. «Era a letto, ma poi all'alba si è alzata, si è vestita ed è uscita a correre.»

«Anche io ho visto così! E poi l'ho rivista poco dopo, nel cortile che correva insieme a Kuroo.»

«Sì, correvano e basta! Li ho visto anche io.»

E Chiyo sorrise, grata.

«Però!» disse a un certo punto Yukie, affiancandola e prendendola sotto braccio. La guardò maliziosa e sogghignando disse: «Adesso vogliamo tutti i dettagli!»

«Che?!» strillò Chiyo, sobbalzando.

«Uh! La mia memoria! Comincio ad avere un annebbiamento! Dov'hai detto che era Chiyo-chan questa mattina, Yukie?» chiese Kaori, mettendosi dall'altro lato.

«Anche io comincio a ricordare poco... sai era mattina presto!»

«State scherzando, vero?» chiese Chiyo.

«Oh! Mannaggia, proprio non ricordo! Ma non sono sicura che fosse nel suo letto...»

«Ah! Va bene! Va bene!» gracchiò Chiyo, agitandosi. E imbronciata, colma di vergogna, cominciò a raccontare alle due per filo e per segno ciò che era successo la sera prima e quella mattina, omettendo però le parti più imbarazzanti, come quando lui aveva cominciato a baciarle il collo o lei gli era salita cavalcioni sopra.

E le due l'ascoltavano, emozionate e rapite, ripetendo trasognanti le frasi che ritenevano più romantiche e dolci.

Poi, finalmente, il settimo e ultimo giorno di ritiro ebbe inizio.

Chiyo si stese sulla panchina, ben prima di cominciare, già stanca e assonnata. L'aver dormito poco, combinata alla mattina di corsa, era stato distruttivo.

"Maledizione" pensò, scocciata che non fosse molto in forma per quell'ultimo giorno di partite.

«Chiyo-chan è già stanca» osservò Hinata, guardandola.

«Vedi che succede ad alzarsi presto per andare a correre invece che riposare?» la rimbeccò Ukai, fulminandola.

«Non avevo sonno!» lamentò lei.

«Ma ora sì!»

«Ma gioco lo stesso!» si alzò in piedi, facendo appello a tutte le energie che aveva in corpo e che neanche sospettava di avere.

«Faccio iniziare il primo set a Nishinoya. Tu cerca di riprenderti.»

«Ok» rispose semplicemente, tornando a stendersi sulla panchina.

«Chiyo-chan non ha brontolato che vuole giocare?» gridò Tanaka, preoccupato.

«Hai la febbre? Ti senti bene?» le chiese Daichi, inginocchiandosi vicino a lei e mettendole una mano sulla fronte.

«Faccio chiamare il dottore?» intervenne anche Asahi.

«Quanto la fate esagerata. Sono solo un po' stanca, neanche fosse la prima volta che mi stanco» sbruffò lei.

«Poveretta» ridacchiò Tanaka. «Ma in fondo è una ragazza, che vi aspettavate? Non regge certi ritmi.»

Chiyo saltò in piedi sulla panchina, ergendosi come un eroe di guerra, e gridò: «Invece sì! Sono prontissima! Andrò in campo anche da sola e porterò la mia squadra alla vittoria! Vedrai! Fatemi giocare! Ukai-san!!!»

«Smettetela di istigarla!» gridò Ukai verso i tre che ora se la ridevano.

Alla fine il primo set lo giocò Nishinoya, come concordato, e Chiyo restò in panchina a guardare. La squadra, quel giorno, era carichissima.

Tutti erano concentrati e il numero di errori commessi fu molto meno, rispetto al solito. Quella settimana di allenamento aveva dato i suoi frutti e gli effetti erano più che visibili. Nonostante tutto, però, quel primo set lo persero comunque, anche se con una differenza di soli due punti.

E così anche i successivi due, fino alla pausa pranzo.

Chiyo si sedette al tavolo col resto della sua squadra, invece che con Kaori e Yukie, come spesso faceva ultimamente. Si mise vicino a Tanaka, posò il vassoio sul tavolo e poi gli crollò a fianco, esausta.

«Chiyo-chan è svenuta!» strillò Asahi, al suo fianco.

«Dai! Dai! Sveglia pigrona!» la colpì sulla schiena Tanaka, senza nessun effetto.

«Mangiate voi per me... io non ne ho la forza» mugolò lei.

«Io comincio ad avere paura!» sbiancò Tanaka.

«Basta! Chiamo il dottore!» si alzò Daichi e sarebbe andato veramente se Chiyo non l'avesse fermato.

«Sei sicura di voler giocare dopo?» gli chiese Daichi, serio.

«Sì! Voglio giocare la mia ultima partita contro Bokuto-san e Kuroo!» gridò lei, lasciando trapelare una leggera vena di tristezza.

I membri della Karasuno si guardarono per un breve istante, un po' preoccupati, ma poi cercarono solo di sorriderle.

«Allora approfitta della pausa e magari vai a dormire un po'. Hai ancora un'ora di tempo» le suggerì Asahi e lei si alzò di colpo, urlando: «Hai ragione!»

Prese dal proprio vassoio qualcosa da mangiare, ingoiando velocemente quanto pià potesse, e portandosi via il resto, compreso un onigiri di Tanaka che era finita nella sua presa, scappò via accompagnata dall'urlo di quest'ultimo: «Ladra! È mio!»

Uscì nel giardino, si andò a mettere all'ombra di un albero e puntò gli occhi al cielo. Le nuvole facevano strani disegni, ma non perse molto tempo nel cercare di attribuire forme divertenti a quell'ammasso di vapore condensato, che si addormentò in pochi secondi.

Quando si risvegliò, circa un'ora dopo, chiamata da Yachi, si sentì come nuova.

Le era bastato poco, alla fine, ed era tornata in forma.

Corse all'interno della palestra, diretta verso Ukai, urlando entusiasta: «Sono pronta voglio giocare!» tutto in un fianto, senza spezzare le parole.

«Bentornata» le disse Ukai, prima di indicare il campo. «Avanti! Tutto tuo, per questo giro.»

Chiyo si tolse la felpa e corse al suo posto, guardando contro chi avrebbero dovuto giocare. Quel primo set pomeridiano si sarebbe svolto proprio contro la Nekoma.

Il primo, e sicuramente l'ultimo, prima dei preliminari.

Osservò i giocatori dall'altro lato, che stavano finendo di disporsi.

Kuroo non era in campo, non in quel momento, ma probabilmente sarebbe entrato dopo, scambiandosi con il libero.

Sorrise un po' amareggiata.

L'ultimo set le faceva una strano effetto.

«Lev» urlò al russo vicino alla rete. «Mi raccomando il muro a braccia aperte!» sghignazzò.

«Non confonderlo più di quanto non lo sia già!» ringhiò Kuroo dalla panchina e questo la fece ridere.

«Questo è giocare sporco» sghignazzò Tsukishima, davanti a lei. «Loro ci hanno insegnato tanto e tu invece cerchi di peggiorare la situazione» e Chiyo rise ancora.

Il fischio dell'arbitro diede il via e cominciò quel suo ultimo set faccia a faccia contro Kuroo. L'ultimo set della settimana, dove avrebbe potuto abbattere il gigante.

Cominciò proprio la Karasuno, con Asahi che tentò la sua battuta in salto. La palla fu potentissima e volò dall'altro lato a una velocità inaspettata. La Nekoma fece appena in tempo a vederla, nessuno si buttò a prenderla, ma non ce ne fu bisogno perché andò fuori.

«Che bomba!» commentò Chiyo, prima di voltarsi. «La prossima Asahi-san! Con la prossima li stendi!» e Asahi le sorrise.

Battè la Nekoma. La Karasuno la ricevette e la rimandò dall'altro lato, ma Yaku, il libero, riuscì a bloccare la loro schiacciata e tenere la palla in gioco. Inuoka saltò, pronto a schiacciare, ma Tsukishima gli si piazzò davanti a muro e riuscì a bloccarlo.

Toccò di nuovo alla Karasuno e a battere fu Tsukishima: ancora una volta la ricevettero senza problemi e la rispedirono dall'altra parte.

Kenma alzò questa volta a Lev che diede sfogo a tutta la sua potenza. Kageyama e Tanaka provarono a murarlo, senza successo, e la palla finì lontano.

Lev atterrò, già esultando, ma Chiyo scattò con tutta la velocità del colibrì. Uscì dal campo e si lanciò verso la palla con un tuffo. Rotolò un paio di volte e quasi non entrò nell'altro campo, dove giocavano Fukurodani e Shinzen.

Si rialzò sotto lo sguardo perplesso e un po' spaventato dei presenti e urlò, mentre correva di nuovo dentro: «Copertura!»

La palla venne miracolosamente salvata e rispedita nel campo dei Nekoma, dove fu giocata di nuovo.

Kenma alzò di nuovo a Lev, ma solo dopo aver ingannato il muro, lasciandogli via libera.

«Non passerai!» gridò Chiyo, correndo a riceverla. Lev era micidiale di potenza, ma peccava di precisione e questo permetteva a Chiyo di avere tutto il tempo di capire dove mettersi. Le sue non erano mai palle troppo difficili, se non per la velocità e la forza con cui arrivavano.

E anche quella volta riuscì a prenderla, stringendo i denti per il dolore alle braccia, ma salvandola ancora.

E la palla restò in gioco.

Ancora Kageyama, che l'alzò a Hinata, schiacciò ma venne murato da Inuoka e la palla cadde al suolo, nonostante Chiyo avesse provato lo stesso a buttarsi per salvarla.

«C'eravamo quasi!» sorrise lei, ansimando per la fatica e rimettendosi in piedi.

«La prossima! La prossima!» l'incoraggiarono i suoi compagni.

Finalmente dall'altra parte entrò anche Kuroo e i due si scambiarono una lunga occhiata colma di intesa, brillanti di una strana luce.

Chiyo sorrise, ma non del suo solito sorriso gioviale e fanciullesco, ma era un sorriso emozionato, eccitato.

Battè la Nekoma, Daichi ancora una volta ricevette e la mandò all'alzatore, che l'alzò a Tanaka. Kuroo e Inuoka gli si piazzarono davanti a muro e riuscirono a bloccarlo, spedendo la palla dritto ai suoi piedi, dove però comparve Chiyo con un tuffo e la salvò appena in tempo.

Kageyama l'alzò e in quell'istante Daichi, Asahi, Hinata e Tsukishima partirono in contemporanea, per andarla a colpire con un attacco sincronizzato.

Asahi la colpì e la spedì dall'altra parte, Yaku la ricevette ma non riuscì a trattenerla e la palla venne scaraventata lontano, dando punto alla Karasuno.

Chiyo saltò in piedi esultando, ma subito cambiò espressione: guardò Kuroo, si abbassò una palpebra e gli fece una sonora linguaccia. Tanaka la guardò sbalordito, mentre Hinata correva a mettersi al suo fianco e fare anche lui linguaccia.

Kuroo si stupì, ma certo non prese bene la provocazione infantile.

Yaku comparve al suo fianco, ridendo a crepapelle: «Ti detesta proprio!»

«Non sai quanto» sogghignò lui, accendendosi nello sguardo.

Hinata e Chiyo tornarono ai propri posti, saltellando e esultando con un: «Potere ai piccoli!»

La partita riprese, senza esclusione di colpi, schiacciata dopo schiacciata, ricezione dopo ricezione, mentre il tabellone dei punti correva sempre troppo lentamente. Quando ormai entrambe le squadre riuscirono a superare i venti, i giocatori cominciavano a essere più che stremati.

«Dai, ce la stiamo giocando bene. Non molliamo adesso!» provò a incoraggiarli Daichi.

Ancora battuta, ricezione, alzata e schiacciata che veniva però in un modo o in un altro bloccata.

Kenma alzò a Kuroo, che ingannò però il muro con quel salto in ritardo che già altre volte aveva usato. E mentre il muro scendeva, lui saltava. Chiyo corse dietro di loro, pronta a riceverla e fulminò il moro dall'altra parte, concentrata.

Kuroo parve puntarla, fissandola e schiacciando, ma la palla non andò nella direzione prevista ma all'ultimo riuscì a mandarla in diagonale, imitando un po' la tecnica di Bokuto.

Chiyo scattò, allarmata, e si tuffò, senza riuscire a prenderla.

"Mi ha ingannata!" pensò, infastidita. "Si è aggrappato ai miei sentimenti, al fatto che io considerassi questa partita un gioco tra me e lui e sapeva che mi sarei sentita sicura del fatto che avrebbe mirato a me, per poi cambiare traiettoria e non darmi il tempo di prenderla"

Si alzò, fissandolo mentre esultava con i compagni per il punto fatto.

E lui, non appena vide di avere su di sè il suo sguardo, ricambiò la gentilezza di poco prima facendole una linguaccia alla stessa maniera.

Chiyo parve infiammarsi dalla rabbia, tanto che i suoi compagni ne ebbero per un attimo paura per la velocità con cui il suo sguardo era esploso. Sembrava stesse gridando: "Ti ammazzo. Ora." ed era terrificante.

Ancora battuta e Chiyo corse più che mai, in ogni direzione, ormai su di giri. Sembrava aver riacquistato parte della sua vecchia tecnica, dove vedeva solo la palla, senza considerare altro, inseguendola ovunque pur di prenderla. Probabilmente era complice la delusione appena ricevuta che aveva fatto nascere in lei il sentimento di ribalta, ma questo andava a discapito della sua resistenza e anche dell'incolumità dei suoi compagni, che spesso se la ritrovavano addosso senza pietà.

La palla arrivò di nuovo dalla parte della Karasuno, venne salvata e mandata in direzione alzata, ma a partire quella volta fu Chiyo.

Saltò appena prima della linea, raggiungendo la palla. Con la coda dell'occhio vide Kuroo e Inuoka a muro, proprio davanti a Tanaka.

Kuroo sapeva già che lei l'avrebbe alzata a lui, conosceva il loro rapporto e la loro capacità di coordinazione, per questo non aveva avuto dubbi sul dove posizionarsi.

Infatti Tanaka era già pronto a saltare e colpire.

Ma Chiyo l'alzò indietro, invece che davanti, dove arrivò Asahi e la schiacciò dall'altra parte accaparrandosi il punto.

Chiyo lanciò uno sguardo a Kuroo, sghignazzando malignamente, soddisfatta di averlo fregato, e a lei si aggiunse Tanaka, altrettanto soddisfatto.

Avevano provato e concordato in quei giorni, quando si allenava con loro prima di raggiungere gli altri alla palestra tre. Chiyo si era dimostrata rapida di riflessi, come si poteva intuire dal suo inseguire ogni palla, anche le più imprevedibili, e questo le permetteva di prendere rapide decisioni a mezz'aria.

Per questo si erano concordati che sarebbero partiti entrambi, ma che lei avrebbe deciso all'ultimo, in base alla posizione del muro, a chi far schiacciare utilizzando l'altro da esca.

«Tsk!» si lasciò sfuggire Kuroo, sentendosi fregato.

Il suo modo di contrastarla mandava Chiyo su tutte le furie, lui utilizzava le conoscenze che aveva di lei, i suoi sentimenti, per utilizzarli a suo vantaggio. Spesso riusciva a prevedere le sue mosse e fregarla, ma lei si stava dimostrando degna di quel confronto. Odiava il fatto che lui riuscisse a utilizzarla in quel modo, a manipolarla e riuscisse a leggerle così nel profondo, ma questo alimentava solo il suo desiderio di fare sempre meglio per abbatterlo.

«Avevi detto che l'avrebbe passata al cinque» disse Inuoka, guardando Kuroo.

«Mi ha fregato» sghignazzò lui, tornando in posizione.

E la partita riprese, in un estenuante effetto yo-yo, dove nessuna delle due voleva lasciare all'altro il set.

Arrivarono a 27-28 per la Nekoma, e ormai nessuno di loro sentiva di avere più energie, eppure resistevano in piedi sotto quel caldo asfissiante.

«Se fanno questo punto...» disse Chiyo, ansimando e Tanaka le si affiancò, sorridendo emozionato: «Non lo faranno. Questa volta la penalità la subiranno loro, stanne certa.»

Lei lo guardò a annuì, convinta. Poi allungò una mano nella sua direzione e Tanaka le battè il cinque, prima di tornare a guardare di fronte a sè.

Battuta da parte della Nekoma e Chiyo scattò indietro, urlando: «Mia!» la mandò a Kageyama che l'alzò a Hinata. Il muro gli si piazzò davanti e lui optò per il pallonetto. Yaku comparve dietro al muro della sua squadra, salvando per miracolo la palla. Kenma l'accolse e l'alzò a Lev che schiacciò con tutta la potenza che aveva.

Tanaka si trovava sulla traiettoria e si piegò per prenderla, ma la prese storta e la palla volò in direzione delle panchine.

"Non cadrà!" pensò Chiyo colta da un'eccitazione tale da farle vibrare ogni muscolo. Saltò vicino a Tanaka non appena la palla gli andò di traverso e lo scavalcò, tuffandosi sulla palla. Troppo lontana, troppo veloce.

Nel vuoto del saltò allungò un piede, cercando la spinta e la trovò sulla faccia di Tanaka in piedi appena sotto di lei. Gli schiacciò il piede sul naso e saltò a braccio dritto verso la palla, usandolo per spingersi in avanti.

In un ultimo sforzo riuscì a prenderla e rimandarla indietro, atterrando malamente a terra poco dopo.

Si voltò, entusiasta di essere riuscita a prenderla e solo allora vide il povero Tanaka a terra, dolorante, con un rivolo di sangue che gli usciva dal naso.

Nonostante l'estremo salvataggio, comunque Hinata si trovò di fronte un muro che non riuscì a superare e la palla cadde nella loro parte di campo dando il set alla Nekoma.

«Accidenti» tremò Chiyo, rendendosi conto di ciò che aveva appena combinato. Si era lasciata trasportare troppo, tornando alle vecchie abitudini dove correva senza guardare e a rimetterci era stato lo stesso Tanaka.

L'ombra furiosa di Ukai le comparve alle spalle e lei ridacchiò nervosa, tremando come una foglia.

«Chiyo-chan!» ringhiò con voce bassa, come una belva pronta a scattare sulla preda. E lei continuò a ridacchiare, inginocchiata a terra.

«Ehm... ops...» si lasciò sfuggire.

«Devi guardare dove metti i piedi!» gridò Ukai con tutta la rabbia che aveva in corpo, mentre lei gli faceva eco con un urlo terrorizzato. Si voltò di colpo verso il suo coach e si chinò a terra, sfiorando il pavimento con la fronte e piagnucolando: «Perdono! Perdono! Perdono!»

"Ha steso il suo compagno" pensò Kuroo osservandola stupito. "Daichi aveva detto che a volte tendeva a essere un po' distratta, ma addirittura questo?"

«Ohi ohi» lamentò Tanaka, sollevandosi. Shimizu gli corse incontro, armata di fazzoletto, e si affrettò a tamponare la perdita. Tanaka non appena aprì gli occhi e se la ritrovò davanti, intenta ad aiutarlo con quella dolcezza, per poco non svenne dall'emozione. Chiyo gli gattonò incontro, stridulando: «Tanaka-san ti prego perdonami! Non l'ho fatto apposta! Mi dispiace!»

«Non fa niente» disse lui trasognante, lasciandosi curare da Shimizu. «Anzi, se ti dovesse ricapitare non farti problemi. L'importante è salvare la palla... no?»

«Chiyo-chan!!!» urlò Nishinoya, raggiungendola a corsa. «Vuoi usare anche la mia di faccia come trampolino?» disse sporgendo il viso in avanti.

Chiyo li guardò un po' stupita, ma poi capì i loro intenti e non potè che sghignazzare divertita.

«Ma io e te giochiamo nello stesso ruolo, Noya-san! Non saremmo mai in campo nello stesso tempo, non potrei farlo.»

Nishinoya ebbe come un colpo, rendendosi conto che aveva ragione, poi aggiunse: «Negli allenamenti! Puoi usarmi negli allenamenti!» e lei rise ancora più forte, fino a sentirsi costretta a portarsi una mano alle labbra per smorzare.

«Non c'è niente da ridere, impara a non uccidere i tuoi compagni!» gli urlò Ukai, facendole quasi venire un infarto, e lei di nuovo si buttò a terra ai suoi piedi gridando: «Perdono!»

«Andiamo a fare la penalità» disse Daichi, avviandosi verso la porta. «Chiyo-chan la fai due volte»

«Eh?!» stridulò lei, contrariata.

«Niente storie! La farai al posto di Tanaka che ora è occupato e riprendersi.»

«Ma non è giusto! Lui è felice di essere stato colpito, giusto Tanaka-san?» chiese voltandosi, ma lui neanche l'ascoltava più, troppo concentrato sul viso di Shimizu a pochi centimetri dal suo.

«Diamine è proprio cotto» osservò tra sè e sè, prima che Daichi la richiamasse e la costrinse a correre su per la collinetta due volte di fila.


La maggior parte della gente pensa ai colibrì come piccole creature leggiadre, tuttavia si scontrano contro vari oggetti più spesso di quanto si possa pensare. Possono volare contro finestre, muri, alberi, automobili e via dicendo. Molte volte riescono a volare via senza alcun problema, altre volte invece possono rimanere storditi e richiederanno un pronto soccorso.

(animalivolanti.xyz)
   
 
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