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Autore: Fujiko91    20/01/2017    3 recensioni
Adoro così tanto la saga di Harry Potter, d'aver deciso di scrivere questa FF! Ogni capitolo rappresenta un anno ù.ù
E non solo non è l'ennesima Drarry che tratta solo di Harry e Draco...Ma in ogni capitolo ci saranno anche altre coppie, sopratutto slash! *^*
Tipo Remus/Sirius - Cedric/Harry e poi una coppia Het Harry/Ginny! Si mi sono sbizzarrita molto! E devo dire di esserne molto fiera! *A*
Harry alle prese prima con attrazione e poi con l'amore per Draco, un mago molto complicato... Il loro sentimento verrà messo a dura prova da molti ostacoli...
Una buona lettura a tutti! *^*
Genere: Drammatico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Famiglia Malfoy, Famiglia Weasley, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry, Harry/Ginny, Remus/Sirius
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4, II guerra magica/Libri 5-7
Capitoli:
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Finalmente questo capitolo tratterà quasi esclusivamente di Harry e Draco e del loro rapporto, nei precedenti capitoli mi sono lasciata andare troppo su altre coppie chiedo scusa...:3 Ci vediamo giù! Buona lettura! ù.ù

 

Due corpi nudi che sotto le lenzuola con fervente passione si cercano, si baciano, si amano e si confessano amore eterno…

 

Harry si svegliò sudato nel suo letto, nella sua camera in casa degli zii al N° 4 di Privet Drive. Era tutta l’estate che faceva lo stesso sogno di lui con Malfoy.

E Harry non aveva la minima idea di cosa si provasse realmente a farlo. Arresosi al fatto di non riuscire più a riprendere sonno decise di alzarsi, rivestirsi e indossare i propri occhiali da vista. Dopo aver sceso le scale, Harry entrò in cucina e lì si sentì dire dallo zio: “ Finalmente ti sei svegliato, ti sembra l’ora?”

“Non è il momento, io esco a dopo!”.

Non se la sentiva di rispondere come al solito alle domande dei suoi zii, su cosa fosse successo quell’anno a Hogwarts e soprattutto dover dire il motivo per cui ogni notte piangesse, così uscì di casa decise di dirigersi verso il campo da gioco in cui andava da bambino quando scappava dai suoi zii o si nascondeva da suo cugino. Arrivato in quel luogo desertico, decise di sedersi sull’altalena e lì iniziò a ripensare a varie cose “Ma perché devo sognare Malfoy? Non dovrei più pensare a lui... infondo come farei mai a stare con uno il cui padre è un mangiamorte ma soprattutto uno degli assassini di Cedric. È tutta colpa mia se è morto… dovevo morire io e non lui ma perché la vita è sempre così difficile. Oltretutto proprio ora che le cose con Malfoy stavano andando per il verso giusto… Ma ora sto con Ginny e Ron è pure felice.”

I suoi pensieri vennero interrotti dall’arrivo di suo cugino Dudley con i suoi amici “Perché non vai a casa dalla mamma a piangere invece di stare qui? È vero, tu non hai una mamma, ma nemmeno una famiglia o una casa tua... ora cosa farai eh?”

Harry non rispose ma mentre stava per reagire, il cielo cambiò improvvisamente colore tanto che gli amici di suo cugino decisero che era ora di scappare. Invece Dudley con un viso invaso dalla paura chiese a Harry: “Che cosa stai facendo?”

“Io… nulla! Ma è meglio se ce ne andiamo, su forza vieni!”

Dopo pochi minuti di corsa Harry iniziò a chiedersi nella sua mente “ma che cosa sto facendo... non ci posso credere sto salvando mio cugino..potrei lasciarlo qui... Si perché no? In fondo lui con me è sempre stato malvagio!”Mentre stava pensando quelle cose nella sua mente, subentrò un’altra voce: “Hai ragione Harry lui ti ha fatto soffrire, ti ha ferito, ha offeso i tuoi genitori cosa aspetti scappa lascialo lì...” Ritornato in sé, disse ad alta voce: “No! Non posso!”

“Cosa?”

“Nulla Dudley, tranquillo andrà tutto bene ma ora corri!”

Appena giunsero in una galleria sotterranea, si ritrovarono in trappola e circondati da dei dissennatori. Dopo un iniziale sgomento Harry usò il suo patronus per scacciarli, ma il povero Dudley non era più lo stesso.

Con suo cugino Harry fece, suo malgrado, ritorno a casa degli zii e mentre era lì ad ascoltare l’ennesima sfuriata di suo zio, arrivò una lettera dal ministero della magia che disse: “Con la presente lettera, lei signor Harry Potter viene espulso dalla scuola di Stregoneria di Hogwarts per aver usato la magia in presenza di babbani.”

Harry rimase senza parole ma Vernon aggiunse: “Giustizia è fatta!”

Dopo aver rinchiuso Harry in camera sua, prese la macchina e con sua moglie Petunia portarono Dudley all’ospedale.

Harry se ne stava seduto sul suo letto a riflettere sulle varie cose accadute l’anno precedente. “Non è poi così male non tornare più a Hogwarts. Con quello che è capitato l’anno scorso... non saprei nemmeno come affrontare i miei compagni e poi Draco!” Ma i suoi pensieri vennero interrotti dalla maniglia della porta, che si stava per aprire Potter si preparò a scacciare i nemici ma…

Per sua grande fortuna non erano dei nemici ma degli amici, come capo squadra c’era Moody, con lui c'erano altri maghi tra cui Ninfadora Tonks una giovane maga, molto carina. Quest’ultima notò che gli zii di Potter erano dei babbani molto ordinati e in effetti aveva ragione.

Il compito di quella piccola compagnia fu di scortare Harry a casa di Sirius. La casa di Black si trovava al N°12 di Grimmauld Place. All’inizio era invisibile ma dopo che Moody picchiettò 3 volte sulla strada con il suo bastone il N°12 fu reso visibile. Harry rimase senza parole tanto da rimanere indietro e farsi riprendere dallo stesso Moody: “Allora vieni o no?”

“Arrivo!”.

Appena fu all’interno rimase un po’ deluso infatti all’esterno sembrava carina come casa ma all’interno era tutt’altra storia. Dava l’idea di un luogo spettrale, polveroso, sporco e molto disordinato, infatti, c’erano oggetti sparsi ovunque di vario genere tipo artefatti d’argento e cimeli di famiglia provenienti da tutti i maghi Purosangue, Serpeverde. Harry noto anche che Molly Weasley aveva ripulito come meglio poteva almeno la sala da pranzo, dove in quel momento c’era una riunione dell’ordine e non solo rivide con gran piacere suo zio. “Sirius!” disse Harry dopo averlo abbracciato. Poi fu mandato al secondo piano da Molly: “Dopo poi si cenerà”.

Mentre saliva le scale, fece la conoscenza dell’elfo domestico dei Black il suo nome era Kreacher, non era per nulla simpatico come Dobby anzi odiava i maghi come Harry, infatti non lo salutò nemmeno anzi fece finta di nulla e continuò a ripulire un quadro da cui proveniva la voce di una donna acida. Il giovane mago non vi si ci soffermò, al secondo piano trovò delle stanze da letto una delle quali era di Sirius, un luogo disordinato con il letto sfatto. Appena ne uscì fu abbracciato forte da Hermione. “Harry! Come stai... non possono mi sono documentata è un’ingiustizia!” Harry la guardò un po’ sorpreso ma non troppo infondo era ormai da tempo che si conoscevano ma disse: “Ultimamente… ci sono state parecchie ingiustizie non trovate…”

“Miseriaccia Harry! Tu devi reagire!”

“E cosa dovrei fare, Ron? Sono stato io a non riuscire a salvare Ced, c’ero solo io quando è rinato Voldemort ed è colpa mia se questo è avvenuto…”

“No, non è vero Harry! E tu lo sai bene” intervenne Ginny, Harry le corse incontro e l'abbracciò, mentre Hermione e Ron rimasero senza dire nulla anche alquanto imbarazzati ma un'unica domanda sorgeva spontanea nella loro mente “Ma cosa ci siamo persi? E Malfoy?”.

A un certo punto furono chiamati da Molly: “ La cena è pronta scendete!”.

La grande sala da pranzo aveva all’interno un lungo tavolo, da 40 persone di legno, come capo tavola di stava Arthur Weasley, alla sua destra sua moglie Molly, alla sua sinistra Fred, George e Ron dall’altra c'erano anche Hermione e Ginny, un po’ più in là Ninfadora con Lupin e come altro capo tavola stava Sirius. A un certo punto Harry che stava seduto alla sinistra del suo padrino si ricordò che “Lupin era innamorato di Sirius ma che ora stava con Ninfadora e così all'improvviso ripensò a lui e Malfoy che anche tra di loro oramai le cose erano finite e che per lui c’era Ginny. Ma era davvero la cosa giusta? È quello che vuoi Harry…” quella domanda non se l’era mai posta, ma ripensandoci meglio in fondo lui non aveva del tutto dimenticato Malfoy e forse era anche per quel motivo che non voleva tornare a Hogwarts per non pentirsi di qualcosa in futuro, ebbene si Harry aveva paura di se stesso.

Fu interrotto da tutto, da Sirius il quale disse “Harry, qui non tutti vorrebbero che ti mettessi al corrente di tutto. Ma penso che non sia giusto e così… Devi sapere che Cornelius ti ha accusato di mentire.”

“Ma perché?” chiese Harry alquanto turbato.

“Perché lui è guidato dalla paura. Come tutti noi anche lui non ha un buon ricordo dell'ultima volta del ritorno di Voldemort. La paura, Harry, fa sempre fare cose stupide quindi stai attento! Per questo motivo, domani devi andare al processo difenderti e vedrai che ogni cosa andrà al suo posto.” Sirius concluse così senza aggiungere altro. Ma dopo cena chiamò Harry e lo invitò a seguirlo nella sua camera e lì disse: “Harry io volevo parlarti di una cosa che mi ha detto Lupin... Non essere arrabbiato con lui è solo che si preoccupa per te!”

“Lo so zio... ma cos’è che ti ha detto?”

“Lui... ecco... mi ha parlato di te e Malfoy. Io non ho nulla contro questa cosa... ma suo padre, sai meglio di me che è un Mangiamorte, è troppo pericolosa questa tua attrazione” disse Sirius ma nei suoi occhi non c’era traccia di cattiveria e nemmeno nelle sue parole ma solo un grande affetto verso il suo unico nipote.

Così Harry per farlo tranquillizzare disse: “Non ti devi preoccupare, zio, tra me e lui ora non c’è più nulla, io sto con Ginny” anche se non ne era molto convinto nemmeno lui stesso ma per fortuna convinse Sirius il quale ritornò al piano di sotto con gli altri.

Appena rientrò nella sua camera, fu raggiunto da Ron ed Hermione, il primo a parlare fu Ron che disse: “Non ci posso credere. Ma almeno la ami?”

“Non mentire, Harry, non a me e a Ron siamo tuoi amici!” concluse Hermione.

Harry stette per un po’ in silenzio per poi dire: “Ecco… non lo so nemmeno io, è successo tutto così in fretta... prima la morte di Ced, poi la scoperta che Lucius è un Mangiamorte e infine la decisione di lasciare Draco. Ma alla fine con me c’era Ginny... ma forse io non la amo, mi dispiace così tanto, Ron, io…”

“Non importa Harry! Ginny se ne farà una ragione è vero Hermione?”

Hermione decise di aiutarlo capendo che in fondo lui lo faceva solo per mettere a suo agio Harry. “Ma certo! Non preoccuparti, Harry, le parlerò io... ma magari prima vedi come vanno le cose con Malfoy e poi le parlerai.”

“Avete ragione. Grazie ragazzi!” disse Harry.

 

La mattina seguente Harry si dovette alzare di buon'ora per andare con Arthur al Ministero della Magia per la sua udienza.

Dopo un'oretta di viaggio, con i vari mezzi pubblici per Londra, alla fine entrarono dall'entrata per i visitatori cioè usando una normale cabina del telefono.

Harry si ritrovò con Arthur nell’Atrium l'ingresso principale del Ministero al centro si trovava un’enorme fontana che rappresentava le principali razze magiche. Alla destra che alla sinistra stavano lungo un corridoio le Metropolvere che usavano i maghi e le streghe per viaggiare. Harry e Arthur salirono nell'ascensore con il quale andarono al piano terreno, dove si trovava l’aula in cui sarebbe avvenuto il processo del giovane mago. Con sua grande sorpresa, Harry vide Cornelius parlare con Lucius Malfoy, quest’ultimo avendo visto il giovane mago se ne andò senza aggiungere altro.

Durante il processo, Harry capì solo due cose: Albus l’aveva abbandonato anche se mentalmente si chiese “perché?” e che doveva stare molto attento e lontano da Dolores Umbridge.

Harry appena la vide gli ricordò vagamente un grosso rospo. Per via del fatto che fosse tozza, con la faccia larga e vizza, il collo corto che gli ricordava tanto quello di suo zio Vernon e la bocca era grande e molle. Gli occhi erano tondi e sporgenti, ma quello che la rendeva ancora più brutta al suo sguardo, era il suo completo rosa che stonava veramente molto col resto.

Harry preferì guardare altrove durante tutto il processo fino a quando finalmente esso finì positivamente per il giovane mago che venne assolto.

Harry fece ritorno con Arthur a casa di Sirius e lì vi trovò una lettera per lui, dal timbro si capiva benissimo da parte di chi fosse…

Dopo tanto pensare se aprirla o no fu Ron a rompere gli indugi dicendo: “Su aprila in fondo cosa mai potrebbe dirti Malfoy!” aveva ragione e così Harry annuendo l’aprì e la lettera prese forma, un po’ come quella che aveva ricevuto Ron dalla madre, dopo aver distrutto la macchina volante del padre. La lettera disse con una voce maschile:

Potter, quest’anno sarà un vero incubo per te, ti rovinerò per avermi fatto soffrire... Come hai osato lasciarmi ti farò pentire.

Quest’anno non avrai scampo visto che ci sarà Dolores Umbridge, un’ex serpeverde. Nemmeno il tuo amico Silente potrà salvarti da me e dal mio odio, Potter!

A presto Draco Malfoy.

Appena la lettera finì Ron disse: “Miseriaccia, in confronto la lettera di mia madre quella volta non era nulla... Ora cosa farai Harry?”

“Ma è ovvio, non farà nulla perché Malfoy sta bleffando, non è vero Harry?” chiese Hermione.

Harry li osservò e poi disse “Ma certo che non succederà nulla… speriamo…”.

Ron ed Hermione riuscirono a dormire bene quella notte ma Harry non ce la fece nella sua mente aveva troppe preoccupazioni l’allontanamento di Silente, l’arrivo della Dolores e Malfoy. Per non parlare del ritorno di Voldemort…

Si risvegliò di cattivo umore quella mattina e nemmeno troppo voglioso di far ritorno a Hogwarts. Ma alla fine si rivesti scese le scale e dopo aver fatto colazione, andò con Malocchio in stazione. Ron ed Hermione andarono con gli altri avanti, ma lui rimase indietro a parlare con Sirius. Lo zio dopo essersi trasformato in mago disse: “Non potevo lasciarti andare via così... finita questa storia voglio veramente che tu venga a vivere con me! Ma vorrei anche che tu scelga bene la tua vita. Tu devi seguire il tuo cuore Harry e non lasciarti influenzare da nulla hai capito?”

“Che cosa vuoi dire Sirius?” chiese Harry meravigliato.

Dopo un momento di silenzio Sirius disse: “Io parlavo di Malfoy. Se tu lo ami, o almeno provi qualcosa, devi andare in fondo e comprendere i tuoi sentimenti non fare come me. Se io potessi tornare indietro, cambierei molte cose non solo per quanto riguarda i tuoi genitori ma anche il mio rapporto con Lupin... lo so che tu sai. Ero troppo giovane per capire o troppo stupido. Ma ora capisco di averlo perso ed è troppo tardi. Non fare il mio stesso errore melo prometti, Harry?”

“Sì... lo farò…” gli disse Harry. Alla fine dovettero concludere lì la conversazione perché il treno sul binario 9 ¾ stava per partire.

Prima di salire sul treno, Harry gli sembrò di vedere Voldemort ma, per sua fortuna stava solo sognando. Infatti, si ritrovò sul treno però lì , si sentiva isolato in fondo il rapporto tra Ron ed Hermione si era rafforzato tanto che oramai lo lasciavano solo. Oltre tutto vide da lontano Cho ma non volle parlare di Cedric non se la sentiva, ancora. Poi cercò con lo sguardo Malfoy ma non lo vide. Alla fine il treno giunse a Hogwarts e lì Harry scoprì che le carrozze venivano portate da strani esseri “Ma chi o cosa porta le carrozze?”

“Harry cosa stai dicendo? Non c’è nulla che sta trainando le carrozze” disse Hermione.

Ma una voce femminile che proveniva dalla carrozza disse: “Sono i Thestral, tranquillo tu non sei pazzo o almeno…”

I tre amici salirono sulla carrozza seguiti da Neville che chiese: “Chi sei?” a rispondere fu Hermione: “Oh lei è Lunat- Luna Lovegood. Andiamo che ho fame!”

Harry guardò la sua amica in modo quasi cattivo o almeno sorpreso da quel comportamento da parte sua. Alla fine giunsero finalmente all’interno della scuola e dopo aver posato le proprie valige, andarono a sedersi al tavolo dei grifondoro. Harry si sentì subito osservato da molti, ma decise di non badarci il suo unico pensiero andò verso Malfoy e su dove potesse essere seduto. Per sua grande fortuna o sfortuna il tavolo dei serpeverdi era tornato dall’altra parte della grande sala ora dietro di lui c’era il tavolo Corvonero in cui stava anche Cho e la nuova alunna Luna.

Dopo un po’ Silente iniziò a parlare “Ragazzi un nuovo anno ha inizio. Quest’anno ci sono vari cambiamenti. Prima di tutto Hagrid non c’è, poi Dolores Umbridge sarà la nuova insegnante contro le arti oscure. Lei è stata mandata dal ministero della magia, quindi comportatevi bene” ma una voce femminile lo interruppe: “È meglio che sia io a parlare, Silente. Ragazzi io sono qui per farvi imparare la vera magia quella sui libri, quella che insegna a non combattere. Perché in fondo tutti sappiamo che non ci sarà bisogno di farlo.” appena ebbe finito, ricevette un mucchio di applausi ma con grande sorpresa di Harry non provenivano solo dal tavolo dei serpeverdi ma anche da altri tavoli e così mentalmente si disse: “allora nessuno mi crede... questa cosa fa parecchio male. Non dovevo tornare… ho solo voglia di andarmene nel mio letto e piangere o urlare a tutti la mia solitudine…”

Finita la solita presentazione, Harry aspettò solo che Ron salisse con lui fino in camera. Ma appena furono nella sala comune Grifondoro Harry fu assalito da Seamus che gli disse: “Mia madre dice che stai mentendo.”

Potter scoppiò dalla rabbia e disse senza pensarci: “Non è colpa mia se la tua stupida madre dà retta alla gazzetta del profeta!”

“Tu non puoi dare della stupida a mia madre, Harry! Rimangiati quello che hai appena detto”

“No! Non lo farò perché è la verità!”

A bloccare l’inizio della rissa intervenne Ron. Una volta in camera disse ad Harry “Cavolo era solo Seamus, non devi farci caso è facile!”

“No Ron, nulla è facile… non ci sarà mai nulla di facile per me. Anzi sai cosa ti dico? Mi è passato il sonno me ne vado!” e così uscì di corsa dalla stanza e poi corse giù dalle scale. Ma mentre stava correndo, andò a picchiare contro qualcuno. “Ahi!”

“Scusami tanto… Luna giusto?”

“Sì giusto, Harry cosa fai qui a quest’ora?”

“Non avevo sonno… e tu?”

“Oh! Io stavo cercando le mie cose i nargilli le hanno nascoste, vuoi aiutarmi?”

“Sì! Perché no!”. Mentre stava cercando la roba di Luna, finalmente la guardò meglio e notò alcune cose che non aveva notato al loro primo incontro. Notò subito i suoi lunghi capelli, d'un biondo sporco e disordinati, sopracciglia molto chiare e occhi sporgenti che le conferivano uno sguardo perennemente di sorpresa. Poi il suo sguardo cadde sulla sua collana di Tappi di Burrobirra e lei se ne accorse perché disse: “Ti piace Harry? Sai i tuoi amici pensano che io sia un po’ tocca…”

“No! Non so cosa sia capitato a Hermione, lei non è mai stata così te lo giuro e poi tu non sei pazza anzi sei molto carina!”

“Harry Potter, non è che ti sei innamorato di me ora?”

“Io… Oh ecco lì c’è la tua valigia!” poi da vero gentleman, Harry la accompagnò fino alla sua casa e lì Luna disse: “Grazie, per il tuo aiuto e per questa volta ti sei salvato dalla domanda ma la prossima non si sa…. Tranquillo scherzo! A domani Harry!”

“S-sì a domani Luna.” Harry ritornò nella sua camera. Si sentiva più tranquillo perché si rese conto che alla fine qualcosa di buono c’era: aveva fatto una nuova amicizia. Prima di dormire disse: “Certo che quella Luna è carina!” si lasciò scappare, ma Ron non stava dormendo. “Miseriaccia! Ora ti piace Luna non pensi che l’amore ti abbia già fatto abbastanza male, Harry?”

“Ti prego, Ron, ora dormi! A domani.” Alla fine si addormentarono entrambi.

La mattina seguente Harry svegliò Ron. “Che c’è? Non dirmi che siamo in ritardo?”

“No! Volevo dirti che io e Luna siamo solo amici! Sì è carina ma non è il mio tipo. E poi ora io sto con Ginny ricordatelo, Ron, è pur sempre tua sorella.”

“Sì hai ragione... ora andiamo a far colazione”.

Dopo essersi vestiti, scesero giù in sala grande e Harry fu raggiunto prima da Luna che lo salutò con un abbraccio, poi da Cho che gli diede appuntamento alla torre dei gufi e infine da Ginny con la quale andò a sedersi al tavolo dei grifondoro per fare insieme la colazione. Il tutto sotto lo sguardo infuriato di Malfoy, il quale fu interrotto da Pansy la quale disse: “Certo che Potter ha molta fortuna con le ragazze non pensi Draco?”

“Sai cosa me ne frega a me! Può fare tutto ciò che vuole quello lì” disse Malfoy ma mentre lo diceva spezzo in due una matita.

Dopo colazione Harry, Hermione e Ron andarono alla loro prima lezione con Dolores. La lezione alla fine non era per nulla di arti oscure anzi, passarono tutto il tempo a studiare l’ABC della magia. Alla fine Harry fu trattenuto da quest’ultima e portato nel suo studio per una lezione speciale.

Lo studio di Dolores, non sembrava, ma era il vecchio studio di Lupin. Però non lo ricordava più infatti lei lo aveva tutto riempito di moquette rosa, raffinate tende di pizzi,vasi di fiori secchi, tavolini ricoperti di centrini, tovagliette a fiorami rosa. E infine le pareti della stanza erano tappezzate di piatti con miagolanti gattini infiocchettati.

Dolores fece sedere Harry sulla sua sedia. “Ora signor Potter, prenda questa piuma e scriva Io non dirò più bugie

“Quante volte lo devo scrivere?” “Fino a quando non le penetrerà” “C-cosa?”

“Oh! Capirà, signor Potter”.

Dopo un po’ che stava scrivendo, ad Harry venne un fortissimo dolore sul palmo della mano destra. “Non dirò più bugie…” lesse e la Umbridge sentendolo disse: “Sì… Perché io e lei sappiamo che lei sta mentendo.”

Harry non rispose nulla ma continuò a scrivere pur sentendo il dolore salire. Appena uscì dall’aula, si ricordò che doveva andare a parlare, con Cho ma mentre stava per uscire da Hogwarts  incontrò Draco. “Potter, com’è andata con la Umbridge?”

“Non ho tempo per te Malfoy!”

“Vedrai che lo troverai, Potter! Che cosa dirai alla tua nuova amica del suo amato Ced, eh Potter?”

Harry preferì non far caso alle cattiverie che stava sputando così corse e arrivò alla torre dei gufi. Lì al suo interno trovò la Chang che appena lo vide esclamò: “Harry! Pensavo che non saresti più venuto… sai io ci tenevo a dirti una cosa…”

“Sì lo so, che vorresti che io ti parlassi di Cedric ma io….”

“Aspetta Harry, io volevo solo ringraziarti di aver riportato il suo corpo e dirti che non ti ritengo responsabile.”

Harry la ringraziò, alla fine tornarono insieme alla sala grande per la cena per poi salutarsi e ognuno andare a sedersi nel proprio tavolo. Durante la cena, Harry si sorbì le lunghe occhiatacce di Ginny che infine parlò: “ Dove sei stato?”

“Chang mi ha voluto ringraziare per avergli riportato il corpo di Cedric. Non dirmi che sei gelosa?”

“Ma certo che no! È solo che io... non voglio perderti, Harry.”

“Ma tu non mi perderai Ginny” disse Harry con la bocca semi piena di cibo. Per poco la cena non gli andò di traverso quando vide Malfoy andare a parlare con la Chang e poi questa alzarsi e dirigersi verso di lui. Harry si alzò forse per non essere scortese ma alla fine quel gesto gli costò solo un fortissimo schiaffo sulla guancia.

“Non avvicinarti mai più a me. Tu stavi con Cedric, Harry?”

“Ma chi? Malfoy tu?”

“Non cambiare discorso, Harry, sii sincero. Non pensi che io abbia già sofferto abbastanza?”

“S-sì Cho. Ma io sono sincero tra me e lui non c’era nulla, lui amava solo te! Devi credermi”

“Non so più a cosa credere, so solo che devi starmi alla larga!” Harry la lasciò andare via senza neppure difendersi, ma quella scena gli fece guadagnare l’odio di tutti coloro che ancora erano dalla sua parte. Ovviamente però qualcuno era ancora dalla sua parte, anche se erano in pochi e in quel momento si potevano contare sulle dita di una mano.

Il giovane mago, dopo essersi seduto fece finta di nulla e finì la sua cena poi uscì fuori con l’intento di andare a dare una lezione al vero colpevole di quel casino Malfoy. Ma per sua fortuna fu raggiunto da Luna. “Harry, già che ci sei, volevo dirti se domani vieni un po’ con me ti mostrerò meglio i Thestral che ne dici?”

“Non è il momento io devo…”

“Devi picchiare Malfoy e magari farti cacciare e poi?”

“Poi... io... hai ragione Luna sto facendo il suo gioco. Grazie sei un’amica.” Dopo essersi dati appuntamento per il giorno dopo Harry risalì in camera e andò a dormire in fondo voleva solo dimenticare tutto e lasciarsi andare nel sonno.

Il giorno seguente, avvennero parecchie cose. Harry dopo essersi alzato e vestito, scese in sala grande dove fece una piccola colazione, con tutti gli studenti che lo tenevano a distanza. “Almeno l’anno scorso c’era Ced o Draco... Ora sono solo…” In realtà vicino a lui c’erano Ginny, Hermione e Ron ma lui era come se non li vedesse. Dopo aver finito la colazione, decise di andare alla lezione di Piton ma anche lì si sentiva fuori luogo per non parlare del fatto dei vari tormenti da parte di Malfoy. Sembrava la solita giornata da dimenticare in fretta. Ma per sua fortuna, arrivò l’ora di pranzo e poi quella di studio, ma visto che aveva studiato tutto allora decise di andare da Luna nella foresta nera.

“Harry, non ci speravo più!” disse Luna.

Harry si guardava meravigliato un po’ a destra e un po’ a sinistra per poi dire: “Non sono così male i Thestral”. Infatti Harry noto alcune cose che non aveva notato la prima volta come per esempio che avevano l’aspetto di cavalli alati praticamente scheletrici. Tutti di color marrone scuro o nero ed erano tutti mansueti e molto obbedienti anche se Luna li cercava di far diventare vegetariani ma senza successo. Harry si divertì parecchio alla scena. Ma a un certo punto per curiosità chiese: “Ma perché tu ed io li vediamo e gli altri no?”

“Perché li possono vedere solo coloro che hanno visto qualcuno morire…”

“Oh! Allora tu... mi dispiace Luna.”

“Non è colpa tua Harry. Sì io ho visto morire mia madre.”

Harry senza riflettere l’abbracciò, come faceva Ced quando lo vedeva triste.

Luna rimase un po’ sorpresa da quel gesto ma Harry disse: “Tu ed io siamo amici!”

“Lo siamo?”

“Ma certo che lo siamo Luna!”. Stettero ancora un po’ lì a divertirsi, con quelle strane ma affascinanti creature, alla fine venne sera ed entrambi rientrarono per la cena. Quella notte dopo tanto tempo Harry si sentì di nuovo amato.

Dopo aver fatto una bellissima dormita, una così non la faceva da tempo, Harry si alzò di ottimo umore. “Ron svegliati”

“Harry! Cos’hai?”

“Oggi andiamo da qualche parte?”

“Dove?”

“Non lo so, magari a Hogsmeade?”

“Ma sì, con Hermione e magari anche Ginny!A Natale vieni da noi vero?”

“Ma certo Ron! Dove vuoi che vada… Su ora andiamo a far colazione”.

Quando scesero, Harry venne bloccato da Malfoy: “Non farci l’abitudine, Potter, non sempre le cose ti andranno bene, anzi…”

“Dacci un taglio, Malfoy!” intervenne Ginny.

Draco non rispose se ne andò dicendo qualcosa a bassa voce che nessuno sentì.

“Ginny, grazie” disse Harry. Poi i quattro amici andarono in sala grande per fare colazione, dopo aver finito, andarono al paese.

Harry decise che era ora di stare, un po’ con Ginny e così lui e lei lasciarono andare avanti Hermione e Ron poi se la svignarono per andare nelle vicinanze della stamberga strillante. Appena arrivarono in quel luogo, Harry disse: “ Sai è qui che ho incontrato Sirius per la prima volta, durante il 3° anno”

“Perché devi parlare di tuo zio, Harry? Invece potremmo fare altro…”

“Oh! Magari è meglio raggiungere gli altri ci staranno cercando…”

“No! Ho parlato con Hermione. Dimmi, Harry, tu cosa provi per me?”

“Io... ti voglio bene Ginny”

“Come ne vuoi a Malfoy? Pensi che non ti veda come lo guardi? Tu provi ancora qualcosa per lui... forse è meglio mettere apposto i tuoi sentimenti prima di ferirci entrambi con questa storia Harry”

“Ok se è questo quello che vuoi per me va bene…” disse Harry. Poi i due giovani maghi ritornarono dagli altri, e Ginny andò subito da Hermione con cui si confidò forse più del dovuto visto che per il resto della sera, la sua amica lo guardava come se avesse voluto incenerirlo con lo sguardo.

Prima di salire in camera sua decise di andare un po’ in giardino ma lì incontro Malfoy, il Purosangue fece finta di non vedere Harry, ma quest’ultimo disse: “Sai forse dovremmo parlare noi due, Malfoy”

“Oh! Ma davvero, Potter?”

“Non fare così, ti rendi odioso... Perché, Malfoy?”

“Perché cosa? Perché ti odio? Fammi pensare, tu mi hai lasciato per qualche motivo che non vuoi dirmi. Dopo che mi avevi detto di provare qualcosa per me, anche se alla fine che sia amore, c’è ancora qualche dubbio vero, Potter?”

“Non dire assurdità io… Il motivo è… perché non lo chiedi a tuo padre?”

“E cosa c'entra ora lui? Ma intanto ora hai la tua Ginny. Ma non abituarti alla bella vita, mio padre sta per intervenire su una piccola cosina vedrai, Potter, che sorpresa”.

Il giorno dopo, la sorpresa venne, subito alla luce, Dolores Umbridge divenne Inquisitore supremo di Hogwarts così ogni libertà non esisteva più, non solo Silente se vedeva sempre meno, solo una volta uscì dal suo studio per salvare la professoressa di occlumanzia.

Harry tentò di parlarci ma fallendo miseramente. Ogni cosa era cambiata in peggio e così Harry e i suoi amici decisero di scrivere a Sirius. Lo zio di Harry rispose immediatamente rendendosi visibile ai ragazzi nel caminetto della sala comune dei grifondoro dicendo: “Anche qui da noi le cose non vanno bene, Cornelius sta insabbiando la verità. E mette a tacere chiunque dica il contrario. Non solo molte persone sono già scomparse, Voldemort si sta muovendo come anni fa. È tutto uguale, non penso che gli altri sarebbero felici che te lo dicessi ma tutto sta andando male. Harry, è stato Lucius Malfoy a far salire di grado Dolores. Quindi ragazzi state attenti.”

Harry e i suoi amici rimasero malissimo per quelle parole. Ma Hermione disse: “Alla fine dovremmo combattere, cosa intendi fare, Harry?”

“Sì ha ragione Hermione, dobbiamo combattere.”

“Sì ma come?”

“Pensaci bene potremo creare qualcosa come l’Ordine della Fenice!”

“Hermione, è carino da parte tua ma penso che nessuno mi seguirebbe… da come stanno le cose…”

“Non è vero, noi ti seguiamo amico!” aggiunse Ron.

Il giorno dopo di nascosto decisero di riunire tutti gli studenti alla stamberga strillante e lì Hermione disse: “Allora ragazzi, come sapete Voldemort è tornato e…” ma molti non erano sicuri di quelle parole così intervenne Harry: “ Sì avete tutte le ragioni per non credermi... Non vi chiedo di combattere per me ma per Cedric! Fatelo per lui fatelo perché è stato coraggioso fino all’ultimo!”

Dopo quelle parole furono in molti ad aderire all’impresa, tra loro c’erano anche Neville, Luna, Cho Chang, Ginny, Fred, George, Ron, Hermione e moltissimi altri studenti. Alla fine l’unica cosa che rimaneva da fare era trovare un’aula pronta ad aiutarli, e fu Luna a trovare la stanza delle necessità. Quest’aula compariva solo se ne avevi bisogno con tutte le cose di cui avevi bisogno già all’interno. Harry ringraziò tutti e da li ebbero inizio le prime lezioni. Potter era un bravissimo insegnante tanto che gli studenti che inizialmente non si fidavano, con il tempo lo stavano rispettando sempre di più.

Intanto Draco era divenuto il fedele cagnolino dell’Umbridge e per lei faceva da spia.

Era notte e Harry si svegliò di colpo e spaventato e sudato venne portato nello studio di Silente e lì raccontò il suo sogno: “C’era il padre di Ron eravamo al Ministero della magia, Arthur era ferito. Io…” e si mise a piangere.

Silente mandò in suo aiuto alcuni abitanti dei dipinti e infine chiamò Piton e gli disse: “Presto, Severus, non c’è più tempo! Temo che sia tardi...”

Harry non ci capiva più nulla ma voleva che il preside gli desse solo retta e così a un certo punto urlò: “Mi guardi! C-cosa mi sta succedendo?” ma non venne nessuna risposta. Harry fu portato nei sotterranei da Severus e lì sottoposto a un incantesimo per leggergli la memoria. “Ma a cosa serve?”

“Sembra che il signore oscuro abbia un collegamento con te, Potter. Che lui ne sia a conoscenza o meno non è chiaro!”. Harry ritornò in camera sua che ormai era mattina, il Natale era quasi alle porte.

Dopo essersi cambiato, andò nella sala grande per la colazione ovviamente non c’era nessuno, perché erano tutti all’ospedale San Mungo a trovare il padre di Ron. Fu raggiunto subito da Malfoy. “Potter, sei solo?”

Harry non sapeva bene cosa dire ma disse una cosa che ripensandoci con il senno del poi si sarebbe sentito un idiota: “Malfoy! Mi puoi accompagnare all’ospedale San Mungo?”

“Ma sei sicuro, Potter….Io non penso che…”

“Ti prego, Malfoy, non me la sento di andarci solo.” Alla fine Draco stava accompagnando Harry in quell'ospedale mentre stavano viaggiando gli chiese: “Allora, Potter, perché hai chiesto a me di accompagnarti?”

“Io... ero io il serpente che stava attaccando il signor Weasley, capisci?”

“Oh! Potter, non sei solo, io ci sarò sempre... anche se in questo momento io ti dovrei odiare e invece sono qui a dirti parole dolci!”

Harry non lo lasciò finire che appoggiò la sua testa sulla sua spalla e alla fine giunsero al San Mungo. Draco non scese però disse ad Harry: “Io ti aspetto qui. Sai è meglio così non penso che lì dentro qualcuno sarebbe felice di vedermi, Potter!”

“Sì forse è meglio così… A dopo, Malfoy”.

L’edificio all’esterno era di mattoni rossi, tutti sporchi e trasandati. Lì vicino alla porta d’entrata, Harry riconobbe Ron. “Ron! Come sta tuo padre?”

“Harry! Mio padre sta meglio, su forza vieni a trovarlo gli farà parecchio piacere”. Una volta dentro Harry notò subito che le apparenze ingannano, infatti all’interno era ordinato e pulito proprio come un ospedale normale e composto da sei piani. Mentre stavano arrivando alla stanza, Ron disse: “Non ci crederai mai chi ho visto?”

“Chi hai visto?”

“Nella stanza vicina a mio padre, c’è ricoverato il professor Allock, ma lui non mi riconosce. Ormai è pazzo”

Harry non rispose subito perché s’interruppe vedendo da lontano Neville, ma non disse nulla a Ron. Poi arrivarono nella stanza Arthur fu molto felice di vedere Harry, oltre tutto l’intera famiglia lo ringraziò. Dopo la visita Harry andò nella direzione in cui vide Neville e dopo aver girato l’angolo: “Oh! Harry, cosa ci fai tu qui?”

“Io sono qui per il padre di Ron sta bene! E tu Neville?”

“Io sono qui per i miei genitori, sai dopo la maledizione lanciatagli da Bellatrix loro sono diventati pazzi e così…”

“Mi dispiace molto, Neville. Devi stare tranquillo non lo dirò a nessuno, anzi è meglio che vada mi staranno cercando. A domani a scuola.”

“Grazie e si a domani, Harry”.

Harry ritornò appena in tempo nella stanza del padre di Ron, così che nessuno si accorse della sua assenza, a un certo punto Ginny disse: “Harry ed io facciamo ritorno a scuola, intanto tu papà stai bene vero?”

“Ma certo! Andate pure, ci vediamo a Natale, Harry.”

Potter non sapeva cosa fare, ma a un certo punto a parlare fu Ginny: “Come sei arrivato fin qui Harry?”

“Ecco... io... mi avrebbe accompagnato…” ma non fece in tempo a finire che varcata la porta d’uscita Ginny strillò: “Non ci posso credere! Ti sei fatto portare da Malfoy... Io torno da sola, a domani!” e se ne andò a dir poco arrabbiata. Harry salì sulla carrozza con Draco che gli disse: “Sai se volevi potevi tornare con lei, Potter”

“Non so più nemmeno io cosa voglio, Malfoy. Ma ora lo so, voglio stare con te! Quindi per favore non roviniamo tutto” detto ciò Harry decise di coricarsi appoggiando la testa sulle ginocchia di Draco.

“Sai una cosa, Potter, anch'io sono felice di stare qui con te…” gli sussurrò all’orecchio Malfoy.

Giunsero a Hogwarts che oramai era già notte, ma ad aspettare Harry sulla porta della casa Grifondoro c’era Ginny la quale si capiva dagli occhi quanto avesse pianto.

“Ginny io…”

“Vorrei da te almeno per una volta la verità, Harry”

“Hai ragione, Ginny, ecco io si ti voglio bene però come un’amica, forse nel mio cuore ci sarà per sempre Draco…”

“Mi fa piacere che tu sia stato sincero, Harry. Ma penso che per un po’ io non ti voglia vedere”.

Quella notte fu di nuovo dura per Harry, perché sapeva di aver spezzato il cuore di Ginny e non osava pensare alla reazione di Ron. Il giorno dopo andò nell’aula delle necessità solo per fare a tutti gli auguri di Natale. Dopo aver anche salutato la Chang con cui oramai le cose si erano risolte da sole, Harry vide da lontano Ginny e così andò da lei. “Ginny io...”

“Non parlare, Harry! Baciami e basta!” Il bacio non fu bello o stupendo come avrebbero desiderato entrambi, anzi in quel momento nella mente di Harry: “Quanto vorrei che fosse Malfoy, questo bacio mi riporta alla mente il nostro ultimo bacio era così bello…” Invece Ginny: “Come pensavo, non c’è alcuna passione, però se avesse di nuovo bisogno di me io ci sarò sempre per lui. Non m’importerebbe se lui mi usasse.”

Finito il bacio, i due giovani maghi tornarono dai loro amici, Ron chiese subito com’era stato, seguito a ruota da Hermione. Harry sorrise e basta dicendo solo: “È stato bagnato ma bello!”

Il giorno dopo, tutti gli studenti si stavano preparando per tornare a casa per le feste di Natale ma Harry prima di partire andò da Malfoy “Potter, e se ci vedessero?”

“Non m’importa sai ieri ho ripensato che è da un bel po’ che non mi baci.”

“Tu sei strano, Potter!” ma detto ciò Malfoy spinse Harry in un angolo buio e lì si consumò il più bel bacio che Harry avesse mai ricevuto.

“Ecco ti ho accontentato, contento Potter?”

“S-si! B-buon N-Natale, Malfoy!” e Harry arrivò al treno e con esso ritornò a Londra.

Festeggiarono il Natale nella casa dell’ordine, tutti i presenti potevano sentire della tensione tra Harry e Ginny, a permettersi di fare la domanda fatidica fu Remus: “Harry cos’è successo con Ginny?”

“Io ho ripensato a ciò che mi ha detto lo zio, sul non fare il suo stesso errore. Io voglio bene solo a una persona, lui è Malfoy. Sì lo so è sbagliato ma io... non so Remus”

“È amore, anche se alla tua età è ancora troppo presto, però è questo, tranquillo qui nessuno ti sta giudicando qui. In fondo non è colpa di Draco se suo padre è così ricordatelo sempre, Harry!” Finito il discorso Remus iniziò a riflettere meglio sulla frase iniziale di Harry. Sirius ha fatto un errore lo stesso errore? Me! Quella risposta alla sua domanda venne spontanea, però non ne fece parola con nessuno fino a sera, quando entrò nella stanza di Sirius, quest’ultimo non aveva ancora preso sonno. “Remus, cosa ci fai qui? È successo qualcosa?”

“No, tranquillo. Tu cosa provavi per me?”

“Te lo avevo già detto... Oh, Harry cosa ti ha detto?”

“Non te la prendere con il ragazzo lui, ha già parecchi problemi sai si è reso conto che ama Malfoy! Io però stavo parlando di te.”

“Ohhh! Speriamo che vada tutto bene almeno per lui... io ricambiavo, però ora tu hai lei. E non voglio che tu rovini tutto per me, noi Remus non siamo più dei ragazzi!”

“Già…” quella notte Remus rimase nella stanza di Sirius, ne uscì solo la mattina dopo quello che successe all’interno rimarrà per sempre un bellissimo ricordo per entrambi.

Il giorno dopo Harry, Ginny, Hermione, Ron, Fred e George fecero ritorno a scuola, durante il viaggio Fred disse: “Stamattina mi sono alzato presto e sapete cos'ho visto?”

“Cosa Fred?” gli domandò incuriosito George.

“Remus ha dormito con Sirius”

“Tu deliri, vero Harry?” chiese Hermione strizzando l'occhio all’amico.

“Ma certo! Remus era nella sua camera l’ho visto io!” la conversazione si bloccò lì. Alla fine giunsero alla scuola e lì Harry andò subito a vedere se era arrivato Malfoy, ma non trovandolo da nessuna parte decise di salire in camera e mettere in ordine la sua roba e poi rimanere giù per la cena.

I giorni passarono e Harry non ebbe più occasione di rivedere Draco, anche perché l’Umbridge era diventata una vera e propria arpia.

Un giorno Hermione disse: “Ragazzi è tornato Hagrid, andiamo a vedere come sta.” Arrivati davanti alla casa del mezzo gigante, riuscirono per pura fortuna e a evitare l’Umbridge, per poi entrare. “Hagrid cos’hai?”

“Su entrate e chiudete ho messo su proprio ora del tè!” Hagrid era agitato e aveva pure un occhio nero poi ritornò a dire: “Silente mi ha mandato a parlamentare con i giganti ma, qualcun altro c’era andato per farseli buoni”

“E così loro ti hanno fatto quell’occhio nero?” chiese Ron.

Dopo aver lasciato la carne al Thor Hagrid rispose: “No! Questo me l’hanno fatto altri... sapete la fuori il tempo sta cambiando e non in bello. Sta per succedere qualcosa…” mentre lo diceva, fuori si era alzato uno strano vento.

Da un'altra parte più precisamente ad Azkaban qualcuno stava per evadere.

Il giorno dopo sulla Gazzetta del Profeta “È evasa Bellatrix Lestrange, aiutata da suo cugino Sirius Black” diceva Cornelius.

Seamus fermando Harry gli disse: “Anche mia madre ora dice che la gazzetta non la racconta giusta. Quello che ti sto dicendo è che mi dispiace, Harry!”

“Scuse accettate, tranquillo!” rispose Harry.

Durante il pomeriggio Harry aveva cercato ovunque Draco, ma per sua sfortuna l’avrebbe rivisto, molto presto. Infatti Chang Cho stava proprio in quel momento sotto l'effetto del veritaserum stava raccontando tutto sull’aula delle necessità. Finito l’interrogatorio, Malfoy cercò di trovare Harry prima ma sua sfortuna Dolores oramai aveva trovato l’aula e preso Harry e i suoi amici. Harry vedendo vicino alla porta Draco disse: “Non ci posso credere, sei stato tu?”

“No, non è stato lui! Sono stata io, scusa Harry…” disse Cho, anche se non aveva alcuna difesa. Harry chiese scusa a Draco, poi Dolores presentò le prove al primo ministro e questi stava per far arrestare Silente, ma questi riuscì a scappare usando la sua fenice.

Grazie all'aiuto di Hermione, i ragazzi riuscirono a liberarsi della Umbridge. Dopo aver fatto ritorno a scuola, scoprirono che era stati sistemati anche Draco e gli altri, Harry inizialmente si preoccupo ma Ginny disse: “Tranquillo, domani starà meglio Harry!”

“Grazie…”

Harry trovò l’aiuto di Luna, Neville, Ginny, Ron ed Hermione e con loro andò a salvare Sirius.

Il giovane mago si ricordò di aver già visto quella stanza, nel sotterraneo del Ministero della magia. Arrivati davanti alla porticina, i giovani maghi vi entrarono. All'interno vi trovarono altissimi scaffali pieni di sfere di cristallo contenenti delle profezie. Quando Harry giunse nel posto, vide Sirius, non c’era nessuna ma vi trovò su uno degli scaffali la profezia che lo riguardava. Appena l’afferrò questa iniziò a parlare. Non solo, dopo un po’ fecero la loro comparsa due mangiamorte uno era Lucius e l'altra Bellatrix loro volevano la sfera ma Harry cambiò discorso e disse rivolgendosi a Lucius: “Se lei pensa che così facendo io mi allontanerò da suo figlio, si sbaglia, lui non ha di colpe Non è colpa di Draco se ha un padre come lei.”

Lucius capì subito il senso di quelle parole e rispose a tono: “Pensavate che io fossi nato ieri, Potter? Ma non è così io capii fin da quella partita di quidditch del secondo anno che cosa provavi per mio figlio!Ma si dà il caso che non tutti la penseranno così... ma visto che ti piace tanto perché non aiuti me che sono suo padre eh?”

“Lei è solo un idiota! Che si nasconde dietro a una maschera, la vorrei vedere ad andare in giro senza di essa, signor Malfoy.”

Lucius non pensò un solo secondo in più alla profezia in quel momento gli interessava solo uccidere quel moccioso, Bellatrix dal canto suo non tentò nemmeno di fermarlo. Ma quella battaglia li portò a fallire la loro missione. Ma purtroppo per Harry il destino fu ancora una volta crudele infatti nella camera della morte, Sirius cadde accidentalmente per mano di Bellatrix nell’arco che lo condusse direttamente nel mondo dei morti.

Harry sopraffatto dal dolore e dalla rabbia, dopo aver raggiunto la strega gli lanciò l’incantesimo Imperius, proprio in quel momento di esitazione. Voldemort riuscì a impadronirsi della sua mente, per sfortuna del signore oscuro Harry si rivelò un osso duro e in quel momento ad aiutarlo intervenne Silente, dopo una lunga battaglia tutto finì. Il giorno dopo Cornelius chiedeva scusa a tutta la comunità magica e li avvertiva del terribile ritorno di Voldemort, dando anche le sue dimissioni. Non solo ci fu una piccola commemorazione in ricordo di Sirius e Harry ne approfittò per parlare con Remus. “Io non so cosa dire…” “Dovrei essere io starti vicino ma delle tiepide lacrime iniziarono a rigargli il volto ragazzo, io...non è possibile perché? Proprio lui.”

“Su fatti forza Remus c’è Ninfadora, che starà per sempre vicino”

“Lo so è che... sai la notte dopo Natale l’abbiamo passata insieme, non abbiamo fatto nulla siamo solo stati abbracciati uno all'altro, però è stato bello ma nessuno dei due poteva pensare che... altre lacrime scesero

“Sì lo so...questa è la vita, per fortuna nessuno di noi sa quando morirà! Ora devo andare, sai ho una cosa in sospeso”

“Grazie Harry” pensò Remus.

Harry fece ritorno a scuola e lì vi incontro Draco, sembrava perso non sembrava neppure lui disse solo: “Hanno arrestato mio padre, Potter, io non sapevo che lui fosse…”

“Tranquillo, lo supereremo insieme! Tu ed io, Malfoy. Tu non sei responsabile degli errori di tuo padre ricordatelo sempre!”

E così Harry per quell'estate non fece ritorno a casa dei suoi zii infatti andò senza dire nulla a nessuno con Draco. A Londra.

Quello che non sapeva Harry è che la vita tra poco lo avrebbe messo di nuovo di fronte a un bivio, o il suo amore o i suoi amici…


Angolo dell'autrice:
vi avviso che stiamo arrivando hai capitoli tristi, si perchè andando avanti ci saranno molti morti.... (sono cattiva ewe)
Come avrete notato in questo capitolo, ho ripreso finalmente la coppia Harry e Draco, si lo so mi sono divertita a giocare con altre coppie ma mi è piaciuto fare così! Quindi non accetto critiche ù.ù
Però mi sono ripresa anche perchè infondo è una Drarry! Anche se vede molte coppie principalmente slash... e poi mi ero anche lasciata andare con Harry e Ginny ma come vedete mi sono ricreduta *non ci posso fare nulla Ginny non mi piace xD*
Ringrazio chi recensirà e  ovviamente la mia preziosa beta! :*
Al prossimo capitolo!
Fuji

 
 
  
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