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Autore: asyathemoonchild    20/01/2017    0 recensioni
Alexia Rookwood e suo fratello Alban sono gli Auror più giovani della storia. Diciannove anni lei e ventuno lui, hanno ottenuto tutti i requisiti necessari in tempo record. Questo perché vengono da una famiglia di maghi oscuri: sono cresciuti tra le Arti oscure e purtroppo conoscono fin troppo bene quel mondo malato e corrotto.
La loro nuova vita è iniziata quando i gemelli Fred e George Weasley, coetanei di Alexia, sono fuggiti da Hogwarts per protesta contro la professoressa Umbridge ed i suoi metodi ridicoli. Mentre li guardava volare via, nella testa della ragazza si era accesa una lampadina: la ribellione esisteva, era possibile. E bisognava attuarla subito, prima che fosse troppo tardi.
E così, dopo mesi di attenta ed accurata preparazione, erano scappati. Il Ministero li aveva accettati subito: erano in possesso di informazioni utilissime. In seguito, poco a poco, erano diventati Auror.
Ed eccoci qui: l'oscurità incombe sul mondo magico come mai prima d'ora, opprimendolo. E in tempi del genere tutto può accadere…
Genere: Azione, Fantasy, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Fred Weasley, George Weasley, Kingsley Shacklebolt, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Alexia si riscosse e sfilò la bacchetta dal fodero lungo la coscia. - Expelliarmus! -
Lui si protesse facilmente. - Ciao anche a te, Lex – mormorò, con un debole sorriso.
Lei lo attaccò di nuovo, stavolta senza pronunciare l'incantesimo, e lo colpì. - Che cosa diavolo ci fai qui? - Domandò, arrabbiata, andandogli incontro pronta a lanciare un altro Expelliarmus.
Lui la guardò dal basso verso l'alto, scavandole dentro con quegli occhi grigioazzurri che sapevano leggere ogni parte di lei.
Alexia e Draco non si vedevano da quando lei aveva terminato gli studi ad Hogwarts, più di un anno prima. Una volta erano migliori amici. Questo prima che lei scappasse da casa sua con Alban, prima che Draco scegliesse di restare con la sua famiglia e di diventare un Mangiamorte. Per questo, lei lo aveva odiato. Rappresentava tutto quello contro il quale aveva sempre lottato.
- Dovevo vederti – disse lui. - Ho saputo del colpo di stato al Ministero, e dovevo accertarmi che tu stessi bene. - Si alzò, spazzolando via la polvere dal completo dall'aria costosa. - Avevo paura che tu fossi rimasta ferita, o peggio. -
Alexia lo guardò in cagnesco ancora per qualche istante, in silenzio, tenendogli la bacchetta puntata addosso. Ma poi la loro lunga, profonda amicizia ebbe la meglio sul risentimento e la ragazza gli andò incontro. Gli gettò le braccia al collo e lo abbracciò forte. Le parve di tornare a respirare per la prima volta dopo mesi: le era mancato il conforto del suo migliore amico.
Draco si scostò, vagamente imbarazzato come tutte le volte che lo abbracciava – non era un tipo che amava granché il contatto fisico. - Come stai? - Le chiese.
- Io bene. Alban è rimasto ferito, ma tutto okay. -
- Mi dispiace, per lui. - Era chiaramente a disagio. L'ordine di cui faceva parte aveva quasi ucciso Alexia, e lui se ne faceva una colpa nonostante avesse aderito alla causa dell'Oscuro Signore solo per amore della sua famiglia.
- Tranquillo, ora sta bene. - La ragazza si sforzò di sorridere. - Allora: con chi sei fidanzato ora, dato che la tua ex promessa sposa ora è peggio che morta per la cara vecchia nobiltà Purosangue? - Alexia e Draco, infatti, si erano conosciuti già da piccoli perché promessi sposi. Le loro nozze erano state fissate per il mese successivo al diploma di Draco, ma Alexia era scappata di casa: entrambe le famiglie l'avevano rinnegata e, un mese dopo la sua fuga, c'era già un'altra sposina pronta per Draco.
- Si chiama Asteria – rispose lui. - Asteria Greengrass. Me l'hanno imposta i miei genitori, esattamente come te. All'inizio non mi piaceva, e poi mi ricordava costantemente che ormai eri lontana anni luce da me… - Si schiarì la voce, imbarazzato. - Comunque, abbiamo iniziato a passare del tempo assieme e, beh… - Arrossì.
- Ti piace? -
- Credo di sì. -
Alexia sorrise, felice per l'amico. - Finalmente una bella notizia! E lei com'è? Hai una fotografia? -
- Sì, aspetta. - Trasse dalla tasca interna della giacca un piccolo portafogli nero. Lo aprì e da una delle tasche estrasse la fotografia di una ragazza davvero bellissima, con lunghi capelli castani ed occhi di un verde brillante. Sorrideva all'obbiettivo ed al collo portava una sciarpa azzurra con lo stemma di Beauxbatons. - Ha studiato a Beauxbatons? -
- Sì. La adoreresti, Lex, è intelligente, simpatica, bella… - sospirò. - Per una volta i miei hanno fatto qualcosa di giusto. -
La ragazza sorrise di nuovo. - Sono davvero, davvero felice per te. Ti meriti una ragazza così. -
anche lui sorrise, e per un attimo tra i due calò il silenzio. - E tu? - Domandò poi. - Con Weasley? -
- Ah, lascialo stare Weasley. -
- Tabù? -
- Come sempre. Però, – aggiunse, - indovina chi è tornato fresco fresco dalla Bulgaria. -
- Cosa… - Draco sgranò gli occhi. - Non ci posso credere. Alek? -
- In persona. -
- E voi due avete ripreso da dove avevate lasciato? -
- Direi di sì. - Guardò distrattamente la casa. - È qui. -
Draco sgranò di nuovo gli occhi. - Qui? Nella stessa casa in cui convivi con Weasley? -
- Non ci convivo – puntualizzò lei. - Ospito lui ed i suoi fratelli, dato che casa loro è messa distrutta. E Kingsley mi ha chiesto di far stare qui anche i tre bulgari: Krum, Uri ed Alek. -
- La delegazione completa. - Il ragazzo si lasciò andare un sorriso. - Ma guarda te… due ragazzi che ti piacciono sotto il tuo tetto. E poi dici che non hai fortuna. -
- George mi ignora e appena Alek mi dà attenzioni fa il geloso e lo guarda come se volesse ammazzarlo – commentò lei. - A te pare fortuna? -
Draco guardò l'amica con un sorrisetto. - Cosa intendi esattamente con “attenzioni”? -
- Se proprio ci tieni a saperlo, stava per baciarmi quando sei arrivato tu e George ha pensato bene di fare irruzione per dirmelo. -
L'altro fece una smorfia. - Scusa, Lex. Come al solito ho un tempismo pessimo. -
- Puoi dirlo forte. Ma ormai ci ho fatto l'abitudine. Sei peggio di Alban. -
Tra i due calò un breve silenzio, spezzato da Alexia dopo una manciata di secondi. - Che cosa dicono le altre famiglie dei Rookwood? -
- Oh, sai, le solite cose. “Poverini, sono così delle brave persone”, “non meritavano dei figli ingrati e traditori del sangue”. -
- Tutto nella norma, insomma. -
- Tutto nella norma. - Guardò l'elegante orologio da taschino. - È meglio che vada. I miei staranno iniziando a chiedersi dove sono finito. -
- Va bene. - Alexia avrebbe voluto passare più tempo con lui, ma purtroppo la situazione non lo permetteva. Aveva così tanto da dirgli… - Fatti sentire, ogni tanto. -
- Certo. Magari un giorno ti porto qui Asteria, così la conosci. - Sorrise ed aprì le braccia.
Alexia vi si tuffò accogliendo la stretta di Draco, così familiare. - Ti voglio bene. -
- Anche io, Lexie. - Si staccò. - Sta' attenta. -
- Anche tu. -
Con un ultimo saluto, Draco si Smaterializzò e scomparve.
Alexia sospirò e si accinse a tornare in casa. Certo era stato un incontro breve e un po' strano, per versi imbarazzante, ma le aveva scaldato il cuore. Non si era resa conto di quanto Draco le fosse mancato in quell'anno finché non se l'era rivisto davanti.
In ingresso trovò Agatha. - Alexia, è arrivato un gufo per te – le disse, porgendole una busta. Si scostò i lunghi capelli biondi dal viso pallido. - È da parte di Kingsley. -
Alexia la aprì in fretta. All'interno, come sempre, poche parole: “Highwood, ai Weasley serve una mano con la casa. Potresti andare ad aiutarli appena puoi? K.S.”.
- Che cosa dice? - Domandò Agatha.
- Aiuto per la casa dei Weasley. I Mangiamorte, ieri, l'hanno resa quasi del tutto impraticabile. -
- Vengo anch'io - disse prontamente la bionda. - Vado ad avvisare Cassia. Vedrai che anche lei vorrà aiutare. -
La ragazza annuì distrattamente, passandosi una mano sugli occhi. Si sentiva mortalmente stanca. Quante cose da fare, quante questioni a cui pensare, quante responsabilità…
Salì le scale quasi senza accorgersene e bussò alla stanza dei gemelli. George venne ad aprirle. - Che cè'? - Le chiese, un po' bruscamente.
- Kingsley mi ha scritto di andare ad aiutare i tuoi con la casa. Si parte tra mezz'ora. - Alexia fece per andarsene subito dopo questo laconico resoconto, dato che la voglia di parlare era ben poca, ma George la trattenne afferandole una mano. - Grazie – disse.
Da qualche parte, la ragazza trovò la forza per un sorriso tirato.


Poco dopo erano dai Weasley. Ad Alexia si spezzò il cuore nel vedere com'era stata ridotta la casa.
La parte superiore era stata data alle fiamme – di nuovo, così come il tendone allestito per il matrimonio di Bill e Fleur. Le stanze dei piani di sopra erano crollate o una parete era esplosa, rivelando l'interno. Il signor Weasley e Bill si davano da fare sui tetti pericolanti per riparare i danni più gravi, mentre la signora Weasley raccoglieva gli oggetti più disparati in cortile. Fu la prima ad accorgersi di loro, ed un sorriso si aprì sul suo viso. - Ragazzi! - Andò loro incontro ed abbracciò i figli, per poi passare alle tre ospiti. - Mi dispiace tanto, signora Weasley – disse Alexia. - Non vi meritavate nulla del genere. -
- Dove siete stati, stanotte? - Domandò Agatha.
- Oh, ci hanno ospitati Remus e Tonks. -
- Ed i ragazzi dove sono? -
Molly si incupì ed esitò prima di rispondere: - Ron è partito con Hermione ed Harry per una missione che Silente aveva affidato loro prima di morire. Qualcosa di molto importante, qualcosa che potrebbe aiutare a sconfiggere Voi-Sapete-Chi per sempre. -
Calò un silenzio attonito. Faceva ancora male sentir nominare Silente, il loro amato preside morto un anno e mezzo prima per mano dell'ex insegnante di Pozioni e Difesa contro le Arti Oscure, Severus Piton. Ed un brivido corse lungo la schiena di Alexia nel pensare a quei tre ragazzi che lei conosceva così bene come a dei fuorilegge, soli e nascosti da qualche parte cercando di non farsi uccidere.
Scoprirono che il miglior rimedio a questo tipo di pensieri era lavorare. Tenere il corpo occupato rendeva la mente stranamente tranquilla.
Alexia, però, aveva comunque un costante punto interrogativo in testa: Alek le piaceva sul serio come quando aveva quindici anni? Oppure voleva solo rimpiazzare la sua secolare cotta per George?
Proprio mentre pensava a queste cose entrò in quella che una volta era la camera dei gemelli. Una parete era esplosa, facendola sembrare una scatola aperta sul vuoto. Alcune cose erano state sbalzate fuori e giacevano in giardino: un comodino, libri, una vecchia Pluffa. Sembravano così fuori posto, in mezzo al verde sgargiante del prato.
Alexia udì un singhiozzo, e si rese conto che su uno dei due letti stava George, il viso tra le mani. - Ehi – gli disse dolcemente. - Va tutto bene. -
- No – replicò lui, cercando di dare un tono alla voce. - Non va tutto bene, Alexia. -
- Lo so. Ma vedrai che le cose si sistemeranno. Noi sistemeremo tutto questo, okay? Lo facciamo sempre. - Gli si sedette accanto e cinse le spalle del ragazzo con le braccia. - Fidati di me. -
George alzò lo sguardo su di lei. Attraverso le lacrime, i suoi occhi verdi parevano smeraldi da quanto erano lucidi e brillanti. - Grazie per essere qui. -
- Dovere. - Sorrise, cercando di dargli coraggio. Gli prese una mano. - Vogliamo ricostruirla, questa parete? -
Anche George riuscì a sfoggiare un sorriso tirato. Si alzò in piedi con lei, sempre tenendole la mano, e puntò la bacchetta.
- Reparo! - Esclamarono in coro. 

   
 
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