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Autore: Eilan21    20/01/2017    7 recensioni
Svezia, 443 dC. Con la morte del re, la successione al trono è incerta. La gloriosa Stirpe del Drago, che ha governato la Svezia per oltre trecento anni, rischia di estinguersi e precipitare il paese in un'era di guerre e anarchia. Tutte le speranze di un popolo sono riposte in Arianrhod, l'ultima erede della casata reale, una bambina di soli quattro anni.
Genere: Angst, Avventura, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Antichità, Medioevo
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Dragons





Hai preparato quell'acqua calda, Gudrun?” chiese Gerda nel suo solito tono pacato e gentile.

L'anziana cuoca sbuffò, forse più per i vapori bollenti che le rendevano il volto paonazzo che per la richiesta di Gerda. Si era affezionata a quella ragazza che al suo arrivo aveva guardato con occhio diffidente. Ma Gerda aveva saputo presto conquistarsi le simpatie della servitù grazie alla sua dolcezza e disponibilità, ma anche alla sua fermezza. Gudrun, che lavorava a corte da più di trent'anni, l'aveva presa sotto la sua ala e l'aveva aiutata ad ambientarsi in quell'ambiente nuovo e sconosciuto.

Gerda veniva dalla campagna ed era giunta a corte un paio di anni prima, in cerca di un impiego più remunerativo di quello nei campi. Sua madre non era più in grado di lavorare a causa di un'artrite acuta ed aveva lasciato interamente sulle sue spalle il loro sostentamento. Nella sfortuna, la ragazza non avrebbe potuto essere più soddisfatta della piccola nicchia che si era conquistata nel mondo.

La principessa vuole la sua acqua calda, Gerda?” chiese ridendo Borstig, uno dei cuochi che in quel momento passava di lì con un pentolone tra le mani.

Sì, scherza pure Borstig... ma la principessa di Svezia è una brava ragazza. Non è presuntuosa e viziata come quelle del suo rango.”

Una vera rarità!”, intervenne una sguattera di cucina.

Gerda sorrise. “Puoi ben dirlo.”

Ed è anche una gran bellezza, se lo chiedi a me”, disse Borstig, intento a rimestare nel pentolone che aveva appeso sopra il focolare.

Peccato che nessuno te l'abbia chiesto, impiccione!”, lo apostrofò Gudrun agitando il mestolo nella sua direzione. Poi consegnò a Gerda l'acqua calda che la ragazza avrebbe dovuto portare nella camera di Arianrhod.

Grazie Gudrun”, disse Gerda, facendo per prendere congedo.

Ehi, Gerda!” la richiamò la voce di Borstig. “E' vero che la svedese sta per sposare il nostro principe?”

Si è già sparsa la voce?”

Non c'è niente che le orecchie di volpe di Borstig non possano cogliere”, disse Gudrun ammiccando.

Taci, donna!” l'apostrofò Borstig.

In ogni caso hai sentito bene Borstig. Lei e Hrolf si sposeranno.”

E che mi dici di te?” chiese la sguattera, asciugandosi le mani bagnate nel grembiule. “Chi era quel cavaliere con cui ti ho vista parlare l'altro giorno? Sembravate molto intimi...”

Gerda arrossì fino alla radice dei capelli. “Non abbiamo affatto parlato. Mi erano solo cadute delle lenzuola mentre passavo e lui è stato così gentile da aiutarmi a raccoglierle. Il mio ringraziamento è stata l'unica parola che ci siamo scambiati.”

Suvvia, lasciala in pace Sigrid!” intervenne Gudrun autoritaria, vedendo Gerda in difficoltà. “Devi sempre vedere la malizia dove non c'è?”

Sarà...” disse la sguattera alzando le spalle. “Ma io so quello che ho visto.”

Come quando io ti ho vista insieme allo stalliere, a rotolarvi sul fieno in mezzo ai cavalli?” chiese Gudrun.

Sigrid chiuse la bocca e tornò imbronciata a pelare patate nel suo angoletto, sotto lo sguardo divertito degli altri servi.

Grazie”, sussurrò Gerda a Gudrun, e all'occhiolino della cuoca lasciò le cucine per dirigersi ai piani superiori.


Arianrhod aveva trascorso le ultime due notti piangendo e dormendo poco o niente. Non si sarebbe vergognata di ammettere che aveva tirato fuori Bron dal suo baule da viaggio, dove la bambola aveva viaggiato riposta tra gli abiti, e aveva dormito stringendola a sé, in cerca di un conforto impossibile da trovare. La decisione che aveva preso, quella di rinunciare per sempre a Gareth, l'aveva distrutta. Il dolore era talmente forte da essere quasi fisico e solo quella piccola bambola sembrava salvarla dall'abisso in cui stava precipitando. Era sicura che nessuno potesse comprendere fino in fondo la sua disperazione: né Ragnhild, né Östen... e non aveva il coraggio di rivedere Gareth per timore che la sua risolutezza crollasse miseramente.

Nel dormiveglia tormentato in cui era caduta udì la porta aprirsi e la voce di Gerda riempire la stanza, squillante come sempre.

Siete sveglia, principessa?”, chiese la ragazza allegramente.

Arianrhod lottò per non perdere quegli ultimi brandelli di sonno, ma vi rinunciò quando Gerda cominciò a versare l'acqua calda nel catino per lavarsi.

Oggi è una magnifica giornata, sapete?” continuò l'ancella.

Arianrhod dubitava fortemente che sarebbe stata migliore di quella precedente, ma tacque, mettendosi a sedere sul letto ancora insonnolita. La mancanza di sonno di quegli ultimi due giorni cominciava a pesarle.

Volete che vi porti la colazione?” chiese Gerda, fissandola con la brocca a mezz'aria.

Al solo sentire nominare la colazione Arianrhod si sentì assalire da un'ondata di nausea mattutina.

No grazie, Gerda. Non ho fame.”

Siete sicura? Avete un'aria così pallida. Di sicuro mettere qualcosa nello stomaco vi aiuterà a sentivi meglio.”

Arianrhod si limitò a scuotere la testa, cercando di reprimere la nausea che aumentava.

Come volete..” disse Gerda, dubbiosa. Poi aggiunse, come ricordando all'improvviso: “Oh che sciocca che sono! Dimenticavo di dirvi che è venuto a cercarvi un cavaliere poco fa...”

Arianrhod drizzò immediatamente le orecchie. “Gareth...?” chiese, dimenticando all'istante il suo proposito di non vederlo più.

Non so come si chiami. È alto e affascinante... abbiamo parlato a lungo, e... ma dove andate principessa? Non siete ancora vestita!” protestò Gerda mentre Arianrhod schizzava fuori dal letto, passandole sotto il naso e oltre la porta nella veste da notte.

Da che parte è andato?” chiese in fretta.

Di là...” indicò Gerda, presa in contropiede.

Arianrhod corse lungo il corridoio e per poco non andò a sbattere contro il cavaliere che l'aveva cercata. Fu con un pizzico di delusione che si accorse che i suoi capelli non erano castani, ma biondi. La sua delusione si alleviò appena quando riconobbe Östen.

Il giovane cavaliere alzò un sopracciglio nel notare il suo abbigliamento, ma non fece domande per non metterla in imbarazzo.

Östen!” esclamò la giovane regina. “Come mai sei qui?” E senza attendere risposta, aggiunse, più a bassa voce: “Come sta Gareth?”

Distrutto. Esattamente come te, a quanto vedo...”

Arianrhod fu improvvisamente consapevole di come doveva apparire agli occhi di chi la guardava. Pallida, nauseata, con dei cerchi scuri intorno agli occhi a causa della mancanza di sonno, con i capelli in disordine e gli occhi lucidi. Non certo un bello spettacolo.

Mi dispiace”, sussurrò. “So che mi odierai per quello che ho fatto a Gareth, e ne hai tutte le ragioni. Ma non potevo fare altro. Ci sono altre... persone coinvolte, e devo pensare anche al loro bene.” E così dicendo si sfiorò inconsapevolmente il ventre con le dita. Un gesto che non sfuggì a Östen, il cui sguardo si raddolcì per poi incupirsi subito dopo. Aveva detto a Gareth che quello che stava giocando era un gioco pericoloso, ma l'amico era troppo accecato dall'amore per dargli ascolto. Come aveva avuto ragione! Ma Gareth ed Arianrhod erano due delle persone che aveva più care al mondo, e l'aver avuto ragione non gli provocava neppure la più piccola soddisfazione. Anzi, si malediceva per non aver fatto di più per fermarli finché era ancora in tempo.

Io non ti odio affatto, Arianrhod”, le disse prendendola per le spalle, con una familiarità che gli sarebbe sembrata impensabile solo pochi mesi prima. “Tu avrai sempre la mia amicizia e la mia lealtà, così come ce l'ha Gareth.”

Perché sei venuto a cercarmi, allora?” chiese Arianrhod con un filo di voce.

Sono venuto per parlarti, prima che tu commetta un terribile sbaglio. Non devi dare retta a ciò che ti ha detto Gareth. So che è stato lui a spingerti a questo passo, e so che lo ha fatto perché ti ama. Lui mette te, la tua sicurezza e la tua felicità prima della sua. Ma non devi dargli ascolto. Non puoi sposare Hrolf e rinunciare all'amore della tua vita. Neanche per le migliori ragioni al mondo.”

Arianrhod, che aveva trattenuto il fiato sbalordita durante tutto il discorso di Östen, cominciò pian piano ad espirare, lasciando andare la tensione.

Perché mi dici questo?” chiese infine. Non sapeva se avrebbe mai potuto seguire il consiglio dell'amico, ma gli era infinitamente grata di aver detto quello che aveva detto. Doveva essere stato difficile per lui parlare così francamente alla sua regina, eppure l'aveva fatto. Per lei e per Gareth.

Perché non voglio che tu commetta il peggiore errore della tua vita. Non può che venirne infelicità, e questo non vale un trono.”

Non posso promettertelo...” disse Arianrhod con onestà.

Promettimi solo che ci rifletterai.”


***


Quello stesso pomeriggio Arianrhod sentì che si era ripresa a sufficienza per affrontare gli ostacoli che presto le si sarebbero parati di fronte. Aveva permesso a Gerda di aiutarla a vestirsi e pettinarsi; questo l'avrebbe aiutata a nascondere il pallore del viso e la tensione nei suoi lineamenti. Non aveva senso continuare a nascondersi, ad aggrapparsi ad una vecchia bambola per evitare di affrontare la realtà. Cosa avrebbero detto di lei i suoi genitori, il re e la regina, se avessero potuta vederla in quello stato? A quel pensiero Arianrhod andò istintivamente in cerca della collana della madre e la mise al collo.

Madre, dammi la forza”, sussurrò toccando il gelido metallo.

Il primo passo era dare a Ragnhild l'annuncio del patto che aveva stretto con re Frode, dirle che finalmente aveva realizzato il suo desiderio ed era fidanzata con Halfdan. Il futuro, che per lei si prospettava cupo, almeno a Ragnhild avrebbe recato un po' di felicità.


***


Ragnhild osservava Arianrhod da sopra il suo tamburo di ricamo, con l'ago a mezz'aria, gli occhi spalancati. Era completamente senza parole all'annuncio fattole da Arianrhod. Anche se si era diffusa la voce che la principessa svedese si sarebbe presto fidanzata con il quartogenito di re Frode, Arianrhod non aveva ancora rivelato a nessuno dell'accordo stretto con lo zio. La prima a saperlo doveva essere Ragnhild. Ma perché l'amica la guardava sbalordita e inorridita? Perché non le gettava le braccia al collo ringraziandola?

Proprio in quel momento qualcuno bussò alla porta. Prese alla sprovvista, né Ragnhild né Arianrhod risposero con prontezza.

Principessa, siete lì? Devo parlarvi...”

Per Odino, è Hrolf”, bisbigliò Ragnhild portandosi la mano alla bocca.

Aspettami di là, nell'altro salotto”, le chiese Arianrhod.

Ragnhild ubbidì senza fare domande e scomparve dietro la porta della stanza comunicante a quella in cui si trovavano, che veniva utilizzata principalmente dalle dame per il cucito. Arianrhod non poté fare a meno di notare che si muoveva come in trance, talmente pallida in viso da farle temere che sarebbe svenuta da un momento all'altro.

Ma il principe stava bussando di nuovo, così Arianrhod si affrettò a invitarlo ad entrare. Quando Hrolf entrò la trovò seduta compostamente. Fece un passo avanti incerto e Arianrhod ebbe qualche secondo per studiarne la figura.

Il principe aveva quell'aria perennemente insicura ma, a parte questo, non era un brutto ragazzo. Era di piccola statura, questo sì, ma aveva capelli biondi, due grandi occhi blu che sembravano sinceri e un accenno di barba che lo faceva sembrare meno ragazzino.

Principessa”, disse rivolgendosi a lei. “Volevo parlarvi.”

Arianrhod si alzò in piedi e gli andò incontro. Lui ricambiò con un'occhiata nervosa, ma guardandola dritta negli occhi.

Mio padre mi rivelato che presto saremo marito e moglie.”

E cosa ne pensate?”

Ecco... la notizia mi ha turbato alquanto. Non fraintendetemi, voi siete una bellissima donna e mi porterete in dote addirittura un regno...”

Ed un figlio non tuo, pensò Arianrhod con una fitta di rimorso.

...ma ho pensato che devo essere sincero con voi.”

Vi prego...” lo incoraggiò Arianrhod, provando un moto di ammirazione per il principe. Lo aveva giudicato senza spina dorsale, ma forse era stata troppo precipitosa. Hrolf aveva una sua voce dopotutto.

Vi sposo perché è ciò che mi chiede mio padre, ma vi dico sinceramente che amo un'altra donna.”

Un'altra donna?” ripeté Arianrhod sbalordita.“La conosco?”

Non ha importanza”, rispose Hrolf. “Non rivelerò il suo nome. Non voglia esporla.”

Ma Arianrhod non lo stava più ascoltando. Un'agghiacciante sospetto le stava strisciando addosso, facendola gelare da capo a piedi.

Vi ringrazio di essere stato sincero con me, cugino. Non lo dimenticherò”, disse prima di correre via, noncurante di aver lasciato il principe di sasso.

Corse fino alla stanza di Ragnhild senza mai fermarsi e spalancò la porta senza preoccuparsi di chiedere il permesso.

Nella penombra non vide immediatamente l'amica. Ne sentiva solo il singhiozzio sommesso. Seguì il suono fino a superare il letto. Seduta a terra, le ginocchia strette contro il mento, Ragnhild piangeva a calde lacrime. Non mostrò di accorgersi della presenza di Arianrhod finché questa non le ebbe toccato il braccio con le dita.

Allora sollevò il viso rigato di lacrime verso di lei, ma non disse nulla.

Arianrhod si sedette accanto a lei e le passò un braccio intorno alle spalle.

Perché non mi hai detto che non è di Halfdan che sei innamorata?”

Quando mi hai parlato dei miei sentimenti per il principe e del fatto che ti eri accorta che lo guardavo, pensavo avessi capito che si trattava di Hrolf...”

Arianrhod si sforzò di richiamare alla memoria quell'episodio. I due principi erano uno accanto all'altro, e lei aveva dato per scontato che fosse Halfdan quello da cui Ragnhild era stata colpita. Non avrebbe mai pensato...

Cos'è, ti pare impossibile che potessi essere innamorata di Hrolf?” chiese la ragazza come leggendole nel pensiero.

Arianrhod se ne vergognava, ma doveva ammettere che aveva considerato Hrolf meno di niente senza nemmeno conoscerlo. Era stata sciocca e superficiale.

Potrai mai perdonarmi? Io pensavo di aiutarti, invece ho accettato di sposare proprio l'uomo che ami.”

Non è colpa tua, Arianrhod”, disse Ragnhild asciugandosi gli occhi. “Tu hai sacrificato la tua felicità pensando di donarla a me... hai fatto qualcosa che nessuno si sarebbe mai sognato di fare per me.”

Arianrhod la guardò per qualche attimo. “Sì... e ora devo rimediare a questa situazione.”





Nota dell'Autrice: Eccomi con il nuovo capitolo... in scandaloso ritardo! Perdono, perdono, sono stata impicciatissima! :) Comunque ora sono tornata, con un capitolo che cambia la prospettiva delle cose. Arianrhod, pensando di fare del bene, ha fatto un gran pasticcio, promettendo di sposare proprio l'uomo di cui la sua amica è innamorata. Come ne uscirà fuori? La risposta alla prossima puntata! :D

Mi raccomando fatemi sapere che ne pensate.

Grazie a tutti e alla prossima!

Eilan


   
 
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