Fanfic su artisti musicali > Beatles
Segui la storia  |       
Autore: coffee girl    21/01/2017    3 recensioni
Una modern AU sui nostri John e Paul adolescenti.
Dal primo capitolo:
"È buffo quando bastano uno sguardo diverso e una piccola insignificante frazione di secondo a cambiare tutto ciò in cui si è sempre creduto. Eppure non è proprio in questo modo che gli eventi destinati a cambiare per sempre la nostra vita prendono forma?"
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: John Lennon, Paul McCartney
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Il giorno dopo Paul si presentò alla stessa ora a casa di John. Se possibile, era ancora più nervoso del pomeriggio precedente, ma John lo accolse con la consueta tranquillità. Bevvero la tazza di tè che Mimi aveva preparato per loro e iniziarono a suonare. A mano a mano che minuti e poi le ore passavano, Paul si faceva sempre più teso.
Che John si fosse dimenticato della promessa? Che si fosse reso conto che la sua richiesta era troppo sbagliata per essere presa in considerazione? Che avesse deciso di non aiutarlo più?
Sopraffatto da pensieri sempre più cupi, Paul non si era reso conto che John l’aveva chiamato più volte. Fu così che senza rendersene conto, se lo ritrovò di fronte. Aveva appoggiato la sua chitarra sul letto e lo stava guardando fisso in volto, quei suoi magnetici occhi color nocciola ridotti a due fessure. Senza aggiungere altro si era chinato su di lui e aveva unito le loro labbra in uno sfiorarsi delicato. Paul aveva sentito il respiro mozzarsi in gola ed era stato incapace di reagire fino a quando, dopo una manciata di secondi, John aveva interrotto quel contatto.
«Figliolo, cerca di metterci un po’ più di impegno, mi è sembrato di baciare uno stoccafisso! Se ti comporti così con il tuo migliore amico, che cosa succederà quando al mio posto ci sarà quella ragazza? Non vorrei mai che il tuo povero cuoricino cedesse al primo appuntamento.» Lo rimproverò bonariamente. Ecco che John aveva assunto di nuovo il tono beffardo.
Magari fosse stato davvero solo il suo migliore amico! Si ritrovò a pensare nello sconforto più totale. Paul sapeva bene che, nonostante fosse inesperto, se con lui ci fosse stata per davvero Jane, non avrebbe fatto la figura dello stoccafisso. Non gli importava di quella ragazza, era di John che era innamorato! Ma era piuttosto ovvio che questo non potesse dirlo ad alta voce, così si limitò a balbettare una sconnessa frase di scuse. Chiuse gli occhi e ci mise tutto il suo impegno nell’intento di rilassarsi.
John allacciò di nuovo le labbra alle sue e provò ad accarezzarle dolcemente con la lingua nella speranza che, quell’imbranato del suo amico, le schiudesse e gli lasciasse libero accesso alla sua bocca. Paul, inaspettatamente, comprese le sue intenzioni e dischiuse le labbra lasciandosi sfuggire un gemito. Ci fu uno scontro di denti prima che potesse sentire la lingua di John cercare la propria per accarezzarla e giocarci insieme. Quella danza era la sensazione più bella che avesse mai provato in tutta la sua vita, più bella di qualsiasi altra impresa avessero compiuto, era ancora meglio che suonare insieme e questo Paul non lo credeva possibile perché, suonare con John, era tutta la sua vita, ma poterlo baciare era un’esperienza di gran lunga migliore.
Quando si staccarono per riprendere fiato, Paul stava sorridendo e John aveva un’espressione indecifrabile dipinta sul volto. Nella stanza piombò il silenzio e Paul sentì di nuovo un familiare senso di ansia crescergli dentro sotto forma di un groviglio sempre più fitto che gli annodava lo stomaco. Era sul punto di scoppiare quando John decise di parlare per primo.
«E bravo il nostro Paul, vedi che se ti impegni impari in fretta? Ma ricordati che, se con quella Jane andrà tutto bene, sarai in debito con me.» Paul, ancora una volta incapace di aggiungere altro, accennò un sorriso incerto. Si sentiva stordito e insieme felice. Ad essere sinceri, prevaleva la seconda perché John gli aveva appena detto che era stato bravo.
Il terzo giorno, come per un tacito accordo, dopo uno scambio piuttosto eloquente di sguardi, entrambi i ragazzi poggiarono gli strumenti alla parete di fronte al letto di John e si sedettero uno di fronte all’altro. Il cuore di Paul batteva talmente forte che temeva che anche John avrebbe finito con il sentirlo. Chiuse gli occhi, inspirò profondamente e prima che avesse il tempo di riaprirli si ritrovò le labbra dell’altro sulle sue. Così sottili, leggermente screpolate e che sapevano di tabacco e di birra, ma soprattutto di John.
 
Le sessioni di musica andarono avanti di pari passo con quelle di baci per l’intera settimana fino a quando non arrivò il fatidico sabato che si sarebbe concluso con la gran serata di Paul. John gli fece i suoi migliori auguri e ovviamente gli fece anche promettere che gli avrebbe fatto un resoconto dettagliato di tutti i particolari. Paul arrossì e si diedero appuntamento per suonare di nuovo il giorno seguente.
 
Quella sera John disse a Mimi che non sarebbe uscito, ma che se ne sarebbe rimasto in camera poiché aveva iniziato a piovere e aveva in mente il testo di una canzone di cui, per quanto si sforzasse, non riusciva a trovare la strofa finale. Mimi era rimasta così stupita che il ragazzo non avesse voglia di andarsene da qualche parte a fare baldoria, come accadeva fin troppo spesso, che l’aveva persino costretto a farsi misurare la febbre per accertarsi che stesse bene.
John si chiese se a quell’ora Paul avesse già portato Jane in un bel locale e se, di lì a poco, l’avrebbe baciata.
Stupido! Certo che l’avrebbe baciata. Per prepararsi a quell’appuntamento, lui e Paul non avevano fatto altro per un’intera settimana. Eppure adesso che Paul non era lì con lui, ma era in compagnia di quella ragazza, John provava un’insolita sensazione di vuoto alla bocca dello stomaco, e sentiva il battito accelerato. Che avesse ragione Mimi e si fosse preso sul serio qualche malanno? Magari proprio l’influenza che stava girando a scuola e mieteva vittime negli ultimi giorni.
Si stese sul letto a occhi chiusi, ma questa scelta non migliorò la situazione in quanto, tutti quei fastidiosissimi sintomi, non accennarono ad attenuarsi e, per di più, l’immagine che si materializzò, dopo qualche secondo nella sua mente, non aiutò a sentirsi meglio. Perché diavolo aveva immaginato le labbra di Paul? Forse perché erano piene e a forma di cuore come quelle di una ragazza. Ovvio! Come aveva fatto a non pensarci?
No no! Che razza di ragionamenti stava facendo? Paul poteva anche avere un paio di labbra da ragazza, ma era senza ombra di dubbio un maschio, oltre ad essere il suo migliore amico e, in ogni caso, alla fine della serata sarebbe stato fidanzato con Jane e tutto solo grazie alle sue stramaledettissime lezioni! E allora? Se Jane avesse ceduto o meno, non sarebbero certo stati fatti di John.
Prima che cominciasse tutta quella stupida storia e che Paul gli chiedesse di aiutarlo a gestire la faccenda dei baci, non aveva mai pensato a lui in quel senso, nonostante fossero molto legati. Aveva sempre pensato che il rapporto con Paul fosse speciale, ma non certo in quel senso. Diamine no! Certo che no, non riusciva neppure a pronunciarla quella parola! Forse Mimi si era sbagliata quando gli aveva misurato la febbre perché ora si sentiva la testa scoppiare.
La realtà era che capitava spesso che John uscisse con qualche ragazza, ma non era mai stato nulla di davvero importante, l’unico punto fermo era sempre stato il suo migliore amico e quella era la prima volta in cui era stato Paul ad avere deciso, per primo, di passare una serata con qualcuno che non fosse John. Forse era semplicemente geloso. Si convinse che dovesse trattarsi proprio di quello mentre cercava di tranquillizzarsi con una sigaretta e una bottiglia di birra. Gli bastarono però un paio di sorsi per rendersi conto che non era stata una buona idea quella di cacciare dell’alcool nel suo stomaco in subbuglio. Spense la sigaretta, abbandonò la bottiglia ancora piena ai piedi del letto e si stese di nuovo.
 
 
Dal canto suo Paul, che non aveva mai avuto la benché minima intenzione di chiedere a Jane di uscire con lui, era alle prese con un nuovo problema e aveva pensato che di sicuro un po’ d’aria l’avrebbe aiutato a schiarirsi le idee. Camminava da quasi due ore per le strade di Liverpool incurante della pioggia che aveva cominciato a scendere sulla città. Si era fatto buio mentre i suoi capelli si erano appiccicati alla fronte e i vestiti si erano impregnati d’acqua eppure non sentiva freddo, non sentiva nulla a parte un profondo senso di vuoto.
Quel piano che, sulle prime, gli era sembrato un vero e proprio colpo di genio, gli si era rivoltato contro. Se era vero che era riuscito a baciare John, ad assaporare le labbra da cui era così ossessionato, lo era anche il fatto che, dopo avere sperimentato sensazioni tanto intense, d’ora in poi, il semplice stare vicino a John, ogni giorno, con la consapevolezza di non poterlo avere, si sarebbe rivelato una tortura impossibile da sopportare.
Povero illuso, come aveva potuto anche solo sperare che John, quello che poteva avere tutte le ragazze che desiderava, grazie ad un semplice sguardo, avrebbe mai potuto innamorarsi del suo imbranatissimo amico, per giunta maschio? Cosa credeva? Che l’avrebbe fatto capitolare grazie ai suoi incredibili baci? Era stato un povero piccolo idiota.
Come se non fossero bastati i pensieri, quella sera anche i suoi piedi avevano deciso di creargli problemi, conducendolo nell’unico posto in cui desiderasse davvero di essere: la casa di John.
Avrebbe dovuto suonare il campanello e parlargli? Che cosa gli avrebbe raccontato? Avrebbe dovuto mentire ancora? L’avrebbe perso se avesse optato per la verità e avesse deciso di farsi coraggio e aprigli il suo cuore? No, non poteva farlo, non poteva permettersi di correre il rischio. Che John potesse odiarlo non era assolutamente un’opzione!
Si voltò indietro e iniziò a correre verso casa mentre la pioggia e le lacrime gli rigavano il volto.
 


ANGOLINO DELL’AUTRICE
Rieccomi con il secondo capitolo di questa mini long, per prima cosa, vorrei ringraziare tutte le persone che stanno leggendo la storia. Spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e magari vi abbia messo un po’ di curiosità su quello che accadrà nei prossimi. Un grazie a Kia per la recensione e i consigli e a Paola che ha sempre la pazienza di leggere in anteprima, betare e soprattutto incoraggiarmi.
Alla prossima,

Alex

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Beatles / Vai alla pagina dell'autore: coffee girl