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Autore: Red_Coat    22/01/2017    1 recensioni
Genesis.
La mia vita, per te.
Infinita rapsodia d'amore
__________________________________________
DAL TESTO:
Un bagliore accecante invase la grotta, ed io capì che l'avevo raggiunta appena in tempo. Alzai gli occhi, e vidi uno splendido angelo con una sola ala, immensa, nera e maestosa, planare dolcemente su una roccia. Rimasi incantata, con gli occhi pieni di lacrime, a fissare la sua sagoma, fino a che non mi accorsi che i suoi occhi verdi come l'acqua di un oceano di dolore e speranza seguitavano a fissarmi, sorpresi e tristi.
Fissavano me, me sola, ed in quel momento mi sentii morire dal sollievo e dalla gioia
" Genesis! " mormorai, poi ripetei il suo nome correndogli incontro
C'incontrammo, ci abbracciammo. Mi baciò.
Ed io, per la prima volta dopo tanto tempo, piansi stretta a lui.
Genere: Avventura, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Genesis Rhapsodos, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Vincent Valentine, Zack Fair
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Spoiler!, Triangolo | Contesto: Più contesti
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Capitolo XII

(...)

Nel frattempo nel cortile interno del quartier generale della Shinra, quello che portava al dormitorio e in cui venivano conservati i veicoli a quattro ruote usati per gli spostamenti dei soldati e degli armamenti nei luoghi più disparati, il 2nd class Zack Fair e il suo migliore amico, il 2nd Kunsel, erano impegnati in una conversazione iniziata da poco ma che aveva tutta l'aria di essere molto sconvolgente, o almeno lo era per quest'ultimo, che all'improvviso guardando negli occhi l'amico si esibì in un'espressione sconvolta, gli occhi sempre nascosti dal casco a infrarossi che pareva amare parecchio, visto che non lo toglieva mai neanche per bere o mangiare, almeno non quando era in servizio.

-Zack, ma sei sicuro?- chiese, sconcertato -Solo il viaggio di andata, tra treno ed elicottero, non dura meno di un giorno e mezzo, forse anche due, e tu hai solo tre giorni di tempo! Che dirà Angeal quando lo scoprirà?-

Fair continuò a sorridere, anche ora leggermente nervoso. Titubò un po', soffermandosi forse a pensare che non aveva riflettuto sufficientemente su questo particolare, poi però scuotendo deciso la testa tornò a rispondere, sempre positivo.

-Tu preoccupati solo di farmi trovare l'elicottero nel punto che abbiamo stabilito. Ad Angeal ...- lasciò in sospeso la frase ancora per qualche istante, stavolta davvero in crisi, per poi infine concludere -Ad Angeal penserò io, non preoccuparti. In fondo si tratta solo di un paio di giorni in più, tra cinque sarò di ritorno. Cosa vuoi che succeda in così poco tempo?- domandò, più rivolto a sé stesso che al suo interlocutore.

Kunsel si fece serio, sospirando.

-Zack, lo sai che stai rischiando grosso, vero?-

Lui sorrise.

-Si, lo so.- annuì, sincero.

Un altro attimo di silenzio, e un'altra occhiata sinceramente preoccupata.

-E poi hai lasciato casa tua senza neanche avvisare, perché adesso ci vuoi ritornare?- tornò a chiedere Kunsel -Avevi detto che ci saresti ritornato solo da 1st, se proprio dovevi tornarci ...-
-Si, si, lo so.- risolse frettolosamente Fair, teso e anche un po' preoccupato ma deciso a proseguire per la sua strada -Ma ... è per Valery. Voglio portarla in un posto sicuro, e credo che casa mia possa esserlo.- per poi dopo una breve pausa aprirsi in un sorriso e concludere, fiducioso -Sono sicuro che mio padre la proteggerà.-

-Cos'ha di così speciale quella ragazza, che ti stai affannando così tanto per proteggerla?- ribatté allora l'altro, interessandosi improvvisamente all'argomento.

Fair sorrise, arrossendo anche un po'.

-Io ...- iniziò, ma si ritrovò a rimanere quasi subito subito senza parole, perché in fondo << Io non lo so ...- concluse -E' diversa. E ha bisogno di me. Questo mi basta.- con un sorriso felice e imbarazzato.

L'altro lo guardò stranito, quindi sorrise a sua volta e scosse la testa con rassegnazione.

-Sempre il solito.- replicò divertito -Vedi di non cacciarti in ulteriori guai, altrimenti sarai tu ad aver bisogno di me, poi.-

Fair rise rallegrato, allentando così anche la tensione nella sua anima.

-Non preoccuparti.- risolse, scoccandogli un occhiolino -Non mi caccerò in nessun casino, promesso.-

***

-Levati di mezzo!- urlò fuori di sé Genesis, irato e sull'onda di un impeto di eccitazione per quella battaglia che, se solo non fosse stato come al solito per Angeal, stavolta lo avrebbe davvero visto trionfare.

Lo mise fuorigioco avvolgendogli il volto con una magia di fuoco, quindi alzò il viso solo per accorgersi che Sephiroth era riuscito a liberarsi dalla bolla infuocata in cui lo aveva intrappolato. Aumentando la potenza ci riprovò di nuovo, incrociando la lama della Rapier contro quella della Masamune e tentando un attacco ravvicinato che però, interrotto nuovamente da Hewley, purtroppo andò a rivoltarglisi sciaguratamente contro quando la lama della spada ordinaria che li divideva si ruppe con uno schianto, scagliandosi così violentemente contro la sua spalla destra, ferendogliela profondamente e tagliandogli in due lo spallaccio del soprabito.
Cadde in ginocchio, con una mano a coprire la ferita e l'altra che ancora reggeva la spada. E per un interminabile istante il cuore di Angeal e Sephiroth perse improvvisamente un colpo.

\\\ Fine flashback \\\

 


Successe proprio quel giorno, quello del tuo ferimento, della scoperta del tuo essere diverso, speciale per me.
Riaprì di scatto gli occhi, sconvolta e sudata da quello che avevo appena visto, e trattenendo il fiato mi guardai intorno, ritrovandomi seduta sul letto in camera di Zack, tremante e col cuore che mi batteva forte in gola.
"Dio, ti scongiuro" pregai "Fa che sia stato solo un sogno."
Anche se, in cuor mio, sapevo benissimo che non lo era. Affatto. Del resto, era proprio questo il tempo.
Ero arrivata proprio quando tu stavi per andartene.

-Ben svegliata!-

Una voce, vivace e allegra, m'indusse di colpo a riemergere quasi di soprassalto dalla mia angoscia, riscuotendomi.
Guardai davanti a me, e vidi Zack con uno dei suoi soliti irresistibili sorrisi sulle labbra e una fumante tazza di ceramica stretta tra le mani. Appena fu certo di aver attirato la mia attenzione si avvicinò, guascone come sempre, e sedutosi accanto a me sul bordo del letto me la porse, affabile.
Col suo aiuto mi sistemai meglio con la schiena sulla testiera del letto a cui avevo appoggiato il cuscino, e prendendola in mano chiesi, incuriosita, lasciandomi andare ad un sospiro e sforzandomi di sorridere.

-E' un altro dei tuoi intrugli miracolosi?- chiudendo poi per un attimo gli occhi e appoggiando un po' la testa sull'orlo sottile dello schienale del letto.

La mia testa.
Faceva male, era pesante e quasi completamente vuota. Non riuscivo a non pensare a te, al sogno che avevo avuto. Avevo paura ... di quello che ti sarebbe successo.
Zack nel frattempo, ignaro di tutto, rise alla mia battuta scuotendo la testa.
Riaprii gli occhi e lo osservai intenerita, mentre i fili corvini dei suoi capelli si muovevano qua e là scossi da quel movimento deciso, e quelli più corti della frangia gli ricadevano ai lati del viso sfiorandogli gli zigomi, e appena un po' la fronte e gli occhi leggermente a mandorla.
Sorrisi di nuovo, improvvisamente calma e in pace.
Il cucciolo.
Quello ... era lo Zack che non avrei mai più dimenticato, quel piccolo grande uomo che era capace di attirare su di sé solo coccole e carezze, ma che all'occorrenza avrebbe saputo trasformarsi nel grande eroe che in futuro avrebbe saputo dimostrare di essere, disposto a dare tutto sé stesso per la salvezza dei suoi amici e di ciò in cui credeva.

-No, no.- rispose allegro -E' un comunissimo the al limone. Ma se vuoi posso migliorarlo.-

Il sorriso si allargò sul mio viso. Allungai le mani verso la tazza e prendendola la strinsi tra le dita, rilassandomi non appena il suo calore attraversò la pelle del palmo e delle dita, ed iniziando quindi a sorseggiarla, piano e godendomela fino in fondo.
Buona.
Forse un po' troppo dolce per i miei gusti, ma ...

-Va bene così.- risposi, riposando il mio sguardo su di lui.

Tuttavia, ben presto non riuscii più a far finta di nulla.
Zack prese ad osservarmi in silenzio, e dopo qualche minuto passato così all'improvviso cominciai a sentirmi piccola piccola, quasi indifesa, di fronte a quello sguardo improvvisamente profondo e a tutto quella curiosità.

-Allora?- mi chiese quindi dopo un po', impaziente.

Arrossii.

- C-Cosa?- replicai, imbarazzata.
-Com'è?- continuò lui, indicando con un movimento del capo la tazza.

Oh, ma certo. Il the.
Che diavolo avevo pensato che volesse, sennò?
Tossicchiai, e finsi di pensarci un po' su per poi storcere le labbra fingendo disgusto e scrutare la sua reazione preoccupata. "No, basta." Pensai divertita.
Non ce la facevo proprio a tenerlo sulle spine.

-Buonissimo.- risposi quindi, e vidi i suoi occhi e tutto il resto del suo viso mutare dapprima in una espressione di sorpresa e poi in una vivace, divertita.

Scoppiammo tutti e due a ridere, ed io rischiai anche di rovesciarmi il the addosso.

-Piantala!- esclamò lui, fingendosi contrariato per poi subito dopo farsi di nuovo serio e tornare a chiedere, implorante -Dai, sul serio. Sto cercando d'imparare a cucinare.-

Sorrisi di nuovo, tornando a mandar giù un altro sorso di the.

-Ah.- replicai annuendo -E usi me come cavia? Grazie.-

E giù un altro scroscio di risate.

-Va bene, lo ammetto.- concluse alla fine Zack, alzando le mani, per poi tornare ad insistere -Ancora non mi hai risposto, però. Non fare la furba.- inclinando di lato il capo supponente e incrociando le braccia sul petto forte.

Allora mandai giù tutto d'un fiato l'ultimo sorso, e colpendo il suo braccio con un leggero pugno decretai, schioccando la lingua.

-E' buono, idiota. Come vuoi che sia, una cosa cucinata da te?- posando poi la tazza sulla cassa che faceva da comodino.

Lui sgranò gli occhi, e roteò un po' la testa alzando gli occhi al cielo per poi tornare a fissarmi.

-Aaaah!- rispose -Grazie!- avvicinando così, quasi inaspettatamente il suo viso al mio, e guardandomi a lungo dritto negli occhi.

Mi ritrovai a farlo anche io, senza riuscire a stancarmene.
Com'erano ... belli.
Lui era bello, in ogni cosa.
Bello, puro e semplice, come un cielo azzurro.
E poi, eravamo così vicini da riuscire a sfiorarci, a sentire l'uno il respiro e il calore del corpo dell'altra.
In quel momento, forse per via della paura che aveva accompagnato la mia vita fino a quel momento o per colpa dell'ansia che avevo di volermene liberare, non pensai a null'altro che a noi, dimenticandomi per un attimo di tutto, anche della promessa che ci eravamo fatti e ... di te, Genesis.
Si, è vero, lo dimenticai. Ma anche così, non fu abbastanza per farlo completamente.
Le nostre labbra si fecero sempre più vicine, ma nel momento preciso in cui si sfiorarono ed io chiusi gli occhi pronta a sentirne il sapore, la consistenza e il calore, un pensiero, sempre lo stesso, tornò a porsi tra me e quella realtà virtuale.
Quella situazione, me ne ricordava un'altra, che se io avessi seguito i miei desideri del momento non si sarebbe mai avverata.
E benché Dio solo sa quanto lo volessi, in quel momento, non avrei potuto impedire che Aerith e Zack s'incontrassero, né che s'innamorassero.
Nessuno mi dava il diritto d'interferire col loro futuro, l'unico cosa buona che fosse successa nelle loro vite. Non potevo rovinarla, né togliere loro la possibilità di viverla. Anche se in quel momento avrei voluto farlo, ah se avrei voluto.
E poi ... c'eri tu.
Non potevo ingannare Zack, perché ... anche se volevo baciarlo, anche se avrei voluto stargli accanto per sempre, il mio cuore ... era te che voleva.
E lui si sa, non pensa mai a nulla e a nessuno quando si tratta di legare le persone tra di loro. Proprio come quello di Zack stava facendo con noi da quando ci eravamo visti la prima volta.
Riacquistai lucidità, e allontanandolo mi voltai e scossi la testa, chiudendo gli occhi rammaricata, sperando di non dover vedere la sua faccia delusa.
Anche così però, non fu affatto facile.
Per mezzo delle mie mani ancora sulle sue braccia, sentii i suoi muscoli forti irrigidirsi di nuovo, e quando mi voltai a guardarlo, il suo sguardo deluso frantumò il mio cuore in mille, piccoli e irrecuperabili pezzi

-Ti prego, Zack ...- mormorai, inumidendomi le labbra all'improvviso secche e traendo affranta un sospiro mentre tornavo a scuotere di nuovo il capo, supplicante.

Un solo sguardo negli occhi, e lui sembrò capirmi, perché all'improvviso la delusione lasciò il posto a quel coraggio e a quella sicurezza grazie ai quali, un giorno fortunatamente ancora molto lontano, sarebbe diventato ciò che sognava. Un eroe.

-E per via di quel segreto?- mi chiese semplicemente, comprensivo.

Lo guardai, sgranando gli occhi e spalancando meravigliata la bocca. Segreto? Quale segreto? Non si stava forse riferendo a ...
Ma come faceva? Come riusciva a leggermi così bene dentro l'anima e a capire ciò che ancora non avevo neanche avuto il coraggio di dirgli?
Mi sciolsi, e lasciando ricadere gli occhi in basso, verso la stoffa morbida delle lenzuola annuii, dispiaciuta, affrettandomi però subito dopo ad aggiungere

-Ma non è come pensi ...!-

Perché? Cosa avrebbe dovuto pensare?
Forse che il segreto riguardasse un ragazzo?
Lui scosse la testa con un sorriso tranquillo, e mi prese le mani.

-Tranquilla.- mi disse -Se c'è già un altro lo capisco.-

Ecco, appunto. Sorrisi, stringendogli di più le dita delle sue mani nelle mie.

-No, no Zack. Ti sbagli.- lo corressi, e il sollievo riempi la mia anima quando lo vidi illuminare il suo viso ed i suoi occhi azzurro cielo per mezzo di un sorriso sollevato.

E invece no, non si sbagliava. Almeno, non era completamente fuori strada, anche se il problema era un altro, e molto più grave s'è possibile, del primo.
Non ci sarebbe stato bisogno di aggiungere altro, eppure sentivo il bisogno di dirgli la verità, esattamente come avevo provato a fare dal momento in cui lo avevo incontrato.

-E' solo che ...- iniziai quindi, tornando ad abbassare il volto.

A quel punto, inaspettatamente, Zack mi strinse di più le mani, e Dio quando avrei voluto baciarlo in quel preciso istante!
Alzai di nuovo lo sguardo verso di lui, e stavolta ciò che dissi e feci uscì dal profondo del mio cuore, dalla più intima parte di me.
E fu solo la verità, anche se non proprio quella che avrei dovuto dirgli.
Sentii le lacrime premere contro i miei occhi mentre il pensiero che ben presto si sarebbe allontanato da me già saliva a lacerarmi il cuore. Avrebbe conosciuto quell'Antica, poi Cloud, ed io sarei sparita per sempre dalla sua vita. E non avrei neanche potuto salvarlo dal tragico destino che lo attendeva.
Probabilmente, questi sarebbero stati gli unici e ultimi momenti in cui ci saremmo potuti ritrovare così vicini.
Al solo pensarlo, secondo dopo  secondo il dolore consumava gli ingranaggi del mio cuore, così come la ruggine fa con quelli di un orologio.
Quegli occhi del colore di un cielo d'estate continuavano a scrutarmi, in attesa di una risposta, e all'improvviso lasciai andare tutti i dubbi e mi buttai tra le sue braccia, in lacrime.
Lo sentii sussultare, sorpreso ma non troppo. Poi, quasi subito dopo, posò la sua testa sulla mia e mi stinse talmente tanto teneramente che il mio cuore vibrò più e più volte, riscaldato dal suo calore e confortato di quei gesti.
Avrei voluto non finisse mai, quel momento bellissimo in cui eravamo solo io e lui nella sua stanza, abbracciati proprio come fratello e sorella e forse anche come qualcosa in più.
Ma il mio destino non era legato a lui, così come il suo non era legato a me.
E tutto questo mi lacerava il cuore a morsi.

-Ho paura ...- riuscii a mormorare soltanto, tra i singhiozzi -di perderti.-

Tremò di nuovo, e trattenne per qualche istante il fiato. Poi, percepii un lieve sorriso dipingersi sulle sue labbra, e le sue braccia mi strinsero ancora di più a lui, dolcemente, mentre con le labbra sfiorava la mia testa con un tenero bacio sulla nuca

-Non mi perderai.- sussurrò, avvicinando la sua bocca al mio orecchio destro e facendomi tremare -Te lo prometto.-

No.
Non poteva. La realtà che dominava la mia mente ancora una volta si oppose a quella che stavo vivendo, fatta di sogni e fantasia. Ricordai tutte le cose e le persone che mi avevano fatto quella promessa.
Mia, la piccola fattoria in cui ero cresciuta, e il ragazzo che avevo amato.
"Non promettermelo, Zack." Pensai, riprendendo pian piano controllo di me stessa "Non farlo, ti prego!"
Quindi, sciogliendomi dall'abbraccio, lo guardai coraggiosamente negli occhi, scuotendo la testa e asciugandomi le lacrime con la manica della tuta che avevo indosso.

-Non fare mai promesse che poi non potrai mantenere.- lo avvisai, sorridendo appena e tirando su col naso.

Zack sorrise a sua volta, intenerito, e mi carezzò le guance umide avvolgendo con le sue mani i miei zigomi e scontandomi poi qualche ciocca ribelle da di fronte il viso.

-La manterrò, invece. - replicò -Dovesse essere l'ultima promessa che faccio in vita mia.- con quel guizzo fiducioso negli occhi, per poi avvicinarsi di più a me e baciarmi delicatamente sulla fronte, prima di tornare a stringermi di nuovo in un abbraccio protettivo e intimo, uno di quelli che sanno di qualcosa di più della semplice, comune promessa di amicizia che ci eravamo fatti.

Non ho idea di quanto durò quel momento, forse un quarto d'ora, forse di più o di meno.
Quello che so è che ad un certo punto Zack si rialzò, e con un sorriso ed un occhiolino mi chiese di aspettarlo per qualche istante e se ne andò con la promessa che sarebbe tornato subito.
Difatti, dovetti aspettare solo pochi minuti, giusto una manciata, prima di vedermelo ritornare con due pacchi regalo per me, piccoli ma promettenti.

-Stamane mi ha chiamato Angeal.- mi spiegò, mentre io lo osservavo sorpresa tornare a sedersi vicino a me e poggiarmeli sulle gambe -Mi ha detto che ho tre giorni di congedo, così sono uscito presto e ho fatto compere per te, prima che ti svegliassi.- quindi con un sorriso fiero e anche un po' imbarazzato indicò i pacchetti, confezionati con una luminescente carta rossa e un fiocchetto verde mako -Ho pensato che ti sarebbero piaciuti.- aggiunse, invitandomi a scartarli.

Mi aveva ... fatto un regalo?
No, anzi, non uno. Due. Ben due regali che sembravano anche belli grossi pronti lì di fronte a me da scartare.
Ignorando volontariamente l'accenno ad Angeal sorrisi, e li presi tra le mani, guardandolo ancora un po' incerta. Non ... non sapevo se accettarli o meno. La nostra situazione era già di per sé complicata, e non volevo che ci rimanesse ulteriormente male, ma non volevo neanche illuderlo più di quanto già non avessi fatto.
Ma lui non si scoraggiò. Del resto, non era nel suo stile.

-Su avanti, aprili.- m'incoraggiò.

Senza dire una parola, con gli occhi che brillavano di felicità e curiosità e la bocca ancora spalancata per la sorpresa, finalmente mi decisi ad obbedire, ed iniziai tremante a scartarli facendo attenzione a non rovinarne la confezione.
Mi sembrava fossero fatte di cristallo, per quanta cura era stata messa nel fabbricarle.
E quando ne vidi il contenuto poi, mi lasciai andare ad un'esclamazione di sorpresa lasciando che questa apparisse anche sul mio viso, assieme alla meraviglia.
Erano due capi di abbigliamento, un trench coat blu cobalto con due bottoni neri per ogni lato sul davanti, l'ingresso per una cintura che se ne stava ancora riposta nel pacchetto e un comodo cappuccio estraibile, e un lungo vestito bianco a fiori, a maniche corte, semplice ma bellissimo che arrivava più o meno sotto le ginocchia. Aveva un piccolo scollo a goccia i cui lembi erano tenuti assieme da un nastro azzurrino, e con ad esso, come ultimo regalo, Zack mi diede anche un paio di ballerine bianche di pelle lucida.
Rimasi ... senza fiato. Semplicemente senza fiato, e sbalordita, a fissarli mentre lui quasi come a volersi scusare aggiunse, gesticolando nervosamente.

-Avevi bisogno di vestiti, e così mi sono detto ... si, insomma, che questi potessero andare, come regalo. Non sapevo i tuoi gusti, perciò ho preso quello che ho pensato ti potesse piacere e ti stessero meglio.- si fermò qualche attimo per riprendere fiato e concludere, grattandosi con una mano la nuca -Se non ti piace qualcosa posso sempre cambiarli.-

Lo fissai incredula.

-Scherzi?- replica, quasi commossa.

Lui mi scrutò un po' spaurito.

-Quindi ... sono okkey?- chiese titubante.

Mi sciolsi in un sorriso, e abbandonando tutto sulle mie gambe mi misi in ginocchio sul materasso, e lo abbracciai forte rispondendo grata.

- Sono meravigliosi!- guardandolo negli occhi e vedendo sorgere un altro allegro sole in mezzo a quel cielo azzurro che fino a quel momento era stato leggermente velato dal dubbio -Grazie Zack. Davvero.-
 

(...)


 

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