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Autore: emylee    24/01/2017    3 recensioni
Harry ha iniziato il suo sesto anno già stanco di tutto e di tutti, e mentre sembra che Voldemort si sia preso una vacanza lontano dalla sua testa, Harry sospetta che abbia lasciato il compito di ucciderlo a qualcosa che non fa parte né dei Mangiamorte, né di tutto il resto delle minacce che incombono su di lui.
In ogni caso, Malfoy c'entra sempre.
E fu proprio per quello scontro che le sue giornate si trasformarono e non erano più opache.
Perché fu in quel momento, nell'istante in cui i capelli perfettamente pettinati di Malfoy solleticarono le sue narici, che iniziò a starnutire.
E starnutire.
E starnutire.
E starnutire ancora.
Genere: Comico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Un po' tutti | Coppie: Draco/Harry
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
Capitoli:
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IX


Invece di studiare, dato che le ore libere del pomeriggio servivano a quello dopotutto, Harry stava chiuso nel suo dormitorio, steso nel suo letto, a rigirarsi distrattamente la sua bacchetta tra le dita, mentre gli altri Grifondoro erano nel caos.
«Ragazzi, tutto questo è un complotto.»
«Sì! Un attentato contro Harry!»
«Probabilmente stiamo esagerando, non c'è niente di male, sono pur sempre ragazzi...»
«Hermione, non capisci la gravità della situazione. Sai bene che Harry è tonto per quanto riguarda i rapporti sociali, specialmente quelli amorosi, e Malfoy ne sta approfittando!»
«Certo, perché te ne sai di cose a riguardo, vero?»
«Zitto Seamus, è una cosa seria, Harry è in pericolo.»
«Di tutti i pericoli che inseguono Harry tutti i giorni, credo che Malfoy sia quello più innocuo.»
«Sei seria?! Stiamo parlando di Malfoy.»
«So chi è Malfoy, e ti ricordo che c'ero anche io in aula quando ha detto cosa sentiva nella sua Amortentia. Sono sicurissima che Malfoy non è indifferente ad Harry.»
«Mentiva, sono sicuro che mentiva.»
«Ragazzi,» Neville bloccò Hermione e Ron nel loro battibecco, indicando qualcuno dietro di loro, «credo che a Harry non piaccia granché che noi parliamo di questa cosa in questo modo.»
«No, assolutamente.»
Harry si era alzato e aveva assistito con un cipiglio spazientito almeno metà della discussione. Sapeva anche lui che probabilmente Malfoy lo stava prendendo in giro, o forse no, non lo sapeva neanche lui in realtà, però gli stava dando terribilmente fastidio sentir parlare di lui – di loro – in quel modo. Merlino, l'aveva solo baciato, no? Poco importava che lui non riuscisse ormai a pensare ad altro, e che stava già pensando ad un modo per poterne rubare degli altri – fai tu, gli aveva detto – non erano comunque affari loro. Sapeva come non cadere nelle trappole... più o meno.
L'anno scorso, nell'Ufficio Misteri, era caduto in una trappola con tutte le scarpe.
Ecco, ora era depresso.
Al diavolo tutti, «Sapete cosa? Non sono affari vostri.»
Detto quello, girò i tacchi e uscì dal dormitorio, attraversando veloce, inciampando a tratti, la Sala Comune e fermandosi subito dopo aver chiuso dietro di sé il ritratto della Signora Grassa.
Affranto e con il morale a terra – sembrava già fossero passate ere da quel bacio e dalla felicità che lo aveva travolto – si sedette sulle scale lì vicine, prendendosi la testa tra le mani e tirando leggermente le ciocche corvine strette tra le dita.
«Harry.»
Alzò il viso di poco, giusto appena per poter vedere il viso di Ginny e farle un sorriso tirato, per poi farlo ricadere di nuovo tra le ginocchia.
Non disse niente, Ginny. Si limitò a sederglisi accanto e ad abbracciarlo con un braccio sottile, senza aggiungere parole fuori luogo. Era così diversa da suo fratello. C'era anche lei, in Sala Comune, quando lui stupidamente si era lasciato sfuggire quel particolare che non voleva affatto rivelare, perché era una cosa privata. Una cosa che riguardava solo lui e Draco.
Se ne stettero in silenzio per un bel po' di minuti, forse mezz'ora. Ginny non se ne lamentò, e lui continuò a godersi le leggere carezze della ragazza. Ecco, non poteva innamorarsi di Ginny? Lei era perfetta per lui. Perfetta. L'adorava. Perché non poteva essere lei?
Semplice. Lei non era Draco.
Sbuffò, irritato, e stava per dire a Ginny che non importava, che stava meglio e che non c'era bisogno che stesse lì accanto a lui per tutto il tempo, perché ormai la fase "depressione" si era appena attivata e di certo non sarebbe passata in fretta.
Voleva cercare Malfoy, voleva trovarlo e voleva ancora parlargli, perché avevano ancora un sacco di cose da dirsi, e magari strappargli anche qualche bacio – meglio ancora se proprio un bacio come Merlino comanda – ma fu lui a trovarlo, alla fine.
«Ehw. Disgustoso.»
«Malfoy,» lo salutò Ginny, apparentemente tranquilla, mentre Harry si irrigidì tra le sue braccia – doveva preoccuparsi? Godric divino, l'aveva per caso sentito mentre lo chiamava nella sua mente? Era un po' inquietante pensare a lui, volerlo vedere, e farlo puntualmente apparire, «come mai sei arrivato adesso? Era almeno da mezz'ora che eri nascosto dietro quella colonna.»
«Non volevo disturbare il vostro rendezvous, ma devo ammettere che più passavano i secondi e più mi stavo per sentire male a guardarvi, quindi ho voluto esternarvi tutto il mio disgusto.»
«Be', allora direi che dovresti proprio prendere il mio posto» gli rispose Ginny, lasciando la presa su di lui per alzarsi, spolverandosi la gonna. La sua voce sembrava spazientita – Ginny odiava Malfoy, come tutti gli Weasley d'altronde – ma sembrò ingoiare il rospo.
Forse lo faceva per lui.
Ed infatti, «Non gongolare, Furetto, non lo faccio di certo per te» aggiunse sottovoce quando gli fu accanto, tanto che Harry fece fatica a sentirla. Ma la sentì lo stesso.
Quando Ginny non fu più in vista, Harry alzò infine lo sguardo e si scontrò con la smorfia schifata di Draco, nello stesso istante in cui la Signora Grassa stava per far uscire qualcuno dalla sua Sala Comune.
Draco stava per dire qualcosa, ma Harry non gliene diede modo. Non seppe neanche lui cosa gli prese, ma balzò in piedi e gli si buttò letteralmente addosso, facendogli battere la schiena contro la ringhiera delle scale dietro di lui e appiccicando le labbra alle sue. Be', voleva baciarlo, era il suo desiderio più grande da due ore a quella parte – e forse inconsciamente anche di più – ma quando lui gli aveva detto fai tu, sicuramente non si riferiva ad un attacco improvviso davanti al dormitorio Grifondoro.
Ma trovò la bocca di Draco morbida e aperta per lui, e che Voldemort lo uccidesse seduta stante se non ne avesse approfittato. Non lo stava neanche scacciando via di malagrazia, anzi, per un attimo sembrò quasi che lo stesse stringendo di più a sé e le sue labbra, decisamente occupate, tendersi in un sorriso. O meglio, un ghigno.
Si staccò da lui con uno schiocco. Vide che guardava alle sue spalle, «Cosa stai...»
«Shh» lo zittì, e riprese a baciarlo di sua spontanea volontà, affondando le mani tra i suoi improponibili capelli e la lingua nella sua bocca.
Avrebbe continuato a baciarlo e a farsi baciare per sempre, dimentico del nervosismo di poco prima, dimentico di tutti i dubbi che nutriva per Draco, dimentico di dove si trovasse e, soprattutto, di chi era appena uscito dal suo dormitorio. Non gli importava più niente.
Draco smise di baciarlo infiniti attimi dopo, «Hai sonno, Potter?»
«Non hai neanche idea quanto.»
«Bene allora,» Draco lasciò completamente la presa su di lui – le sue mani erano nei suoi capelli, nei suoi vestiti, e non sentiva alcun disagio quindi dedusse che non erano infilate in altri posti per ora proibiti – e sogghignò, squadrando qualcuno alle sue spalle, «andiamo a prendere in prestito un'aula in disuso, con i giusti incantesimi Gazza e quel gatto pulcioso non ci daranno problemi. Il bagno per ora lasciamolo solo per i tuoi problemi di incontinenza.»
«Ma non ho problemi di incontinenza..!»
Seguì Draco senza badare alla folla di Grifondoro che aveva avuto come spettatrice al suo assalto.


Trovarono una stanza abbandonata al terzo piano. Draco castò un paio di incantesimi per silenziare l'aula e chiudere la porta, nonché per tenere lontano chi non era gradito al momento – Gazza, suppose Harry, era forse l'ultimo dei suoi pensieri; non era propriamente lui che lo preoccupava.
Ne castò distrattamente altri per trasfigurare un tavolo e una sedia in un materasso e in un cuscino. Sembrò rendersi conto solo ora di quanto Draco fosse bravo in quasi tutte le materie. Più bravo di lui, almeno. Difesa Contro le Arti Oscure forse era l'unica eccezione, ma era l'eccezione che confermava la regola che Malfoy era molto più bravo di lui in tutto.
Era deprimente.
Harry rimase tutto il tempo a fissare i movimenti dell'altro in un angolo, seguendo il braccio dondolare e castare incantesimi come il pendolo di uno di quei vecchi orologi che una volta vide in un negozio di antiquariato, quelle rare volte che i Dursley lo portavano via da Privet Drive.
Quando ebbe finito, Draco si limitò a fissarlo in silenzio, indicandogli con un cenno il materasso.
«Non riuscirò a dormire.»
«Prova.»
«Non è un bagno, questo.»
«Ma ci sono lo stesso io» sorrise, «Non ti lascerò dormire di nuovo in un bagno, Potter, è meglio che tu inizi ad abituarti ad un letto. Tra l'altro, ora che mi ci fai pensare, ricordami che devo darti la fattura della mia lavanderia: ho dovuto portarci il mio costume di Halloween perché il tuo orribile trucco da altra sponda me l'ha imbrattato, e mi è costato un occhio. Non che non possa permettermelo, ma il minimo che tu possa fare è pagare con i tuoi bei galeoni.»
Harry annuì soltanto, avvicinandosi al materasso e stendendocisi sopra. Chiuse gli occhi.
Si addormentò solo quando sentì Draco stendersi al suo fianco.
Dormì per tutta la notte.


Si svegliò solo perché aveva una fame allucinante. Dopo essere uscito dall'infermeria e dopo aver discusso con i suoi compagni di casa, si era direttamente addormentato in quel letto improvvisato con Malfoy e saltando, così, la cena.
Anche Malfoy non doveva aver mangiato. Si guardò intorno e lo vide disteso di lato su quel materasso, con un braccio sotto al cuscino e l'altro a cingersi l'addome. Durante la notte doveva aver tirato tutte le coperte, perché le aveva tutte aggrovigliate intorno alle gambe e al busto. Solo distrattamente Harry si rese conto di avere un freddo cane.
«Maledetto, pure da addormentato tenti di farmi fuori.»
Si mise a sedere, passandosi una mano tra i capelli, suppose, più spettinati del solito. Lui e Draco dovevano parlare, ma parlare sul serio. Niente battutine, niente giri di parole, e ora non aveva neanche la stanchezza che lo faceva sembrare un ritardato, quindi decise che era il momento giusto per fare Il Discorso.
Non sapeva bene cosa aspettarsi da Draco. Se avesse avuto cattive intenzioni, gliel'avrebbe detto? Così a mente lucida, Harry avrebbe di gran lunga preferito che se Draco lo stesse prendendo in giro, avrebbe preferito saperlo, anche se ci sarebbe rimasto male.
Non molto, però. Era pur sempre Malfoy.
No, ok. Gli avrebbe spezzato probabilmente il cuore. Ma tanto il suo cuore aveva avuto già abbastanza batoste da poterne resistere un'altra, no? Prima Cedric, poi Sirius. Almeno Malfoy l'avrebbe abbandonato come loro, ma non sarebbe morto.
Represse un brivido, mentre lo scosse malamente per svegliarlo. «Malfoy!»
Era agitato e non sapeva bene per quale motivo. O per quale suo pensiero.
Draco mugugnò una parolaccia, mentre si metteva a sedere accanto a lui, con gli occhi ancora chiusi. Una bocca tanto bella quanto sboccata dovrebbe essere illegale. «Merlino, Potter, sei una piaga fin dalle prime ore del mattino.»
«Dobbiamo parlare.»
Aprì gli occhi e gli scoccò uno sguardo scocciato, «Ancora?»
«Seriamente però!» sbottò, mordendosi l'interno delle guance, «Sono serio, mi stai prendendo in giro? Ho avuto modo di pensare in infermeria, da solo, prima che Ron ed Hermione venissero a prendermi e iniziassero a tartassarmi l'esistenza, e se questo è un modo per farmi testimoniare a favore di tuo padre hai sbagliato di brutto. Loro non hanno ovviamente aiutato, mi hanno messo più ansia! Vuoi consegnarmi a Voldemort? Hai saputo che cado facilmente nelle trappole? Hai saputo che ho un cuore tenero e mi affeziono facilmente, non appena mi si mostra un po' di affetto? Cosa hai...»
«Ma hai sempre parlato così tanto?! È mattina presto, per Salazar, dove la trovi tutta questa voglia di parlare?!»
«Draco, per favore, ti sto chiedendo delucidazioni...»
E lo zittì.
Solitamente si sarebbe infuriato. Perdinci, voleva delle risposte! Voleva essere tranquillizzato, come quelle donne delle telenovelas che vedeva zia Petunia quando temevano che il marito le stesse tradendo e volevano che lui negasse. Ecco, Harry voleva proprio che Malfoy negasse ogni cattiva intenzione che aveva verso di lui, e che evidenziasse quelle buone. Se ce n'erano, di buone.
Ma, ecco, lui si sarebbe arrabbiato se l'avesse zittito con una mano, con un urlo, con una testata.
Non con un bacio, però.

Dio, si sentiva un debole. Un sottone. Ecco, già immaginava che ruolo avrebbe avuto semmai avrebbe fatto l'amor... fatto sesso con Malf... con un uomo.
Draco lo baciò con dolcezza. Non era né come il bacio a stampo dato in infermeria, né come quello irruento e bagnato dato fuori dal dormitorio Grifondoro. Era dolce, lento, dato perché voleva tenergli la bocca occupata in qualcosa di più piacevole del dire stupidaggini. La lingua di Draco gli carezzava prima le labbra, poi il palato, per poi intrecciarla con la sua.
Le sue labbra pizzicavano e nella sua pancia sentì come una vertigine. Ma era piacevole. Piacevolissimo. Sarebbe rimasto a baciarlo per sempre – e lo avrebbe sempre pensato, ogni volta che si sarebbero baciati, ogni volta che lo avrebbe immaginato, ogni volta.
Però dovevano parlare, eddai, dovevano! Non poteva restare con quei dubbi per sempre, aveva bisogno di risposte, e ne aveva bisogno subito!
Quindi mise fine al bacio dopo essersi goduto un ultimo morso leggero, poi poggiò le mani sulle spalle di Draco e lo allontanò. Ma non troppo.
Le parole che aveva bloccate in gola non uscirono subito perché rimase incantato dal rossore sulle guance di Draco e dalle sue labbra gonfie e lucide. Lui sbuffò e decise di parlare lui, «Se serve per tornare a velocemente a pomiciare, no, Potter, puoi stare tranquillo. Non voglio che mio padre esca da Azkaban, non ho ormai più nulla a che fare con lui. E non ti consegnerò al Signore Oscuro perché non ho nulla a che fare neanche con lui – e mai vorrò, sia ben chiaro. Se non mi credi, puoi spogliarmi e guardarmi il braccio» e ghignò.
Si spinse di nuovo verso Harry, ma lo fermò di nuovo. «Allora perché?»
«Perché cosa?»
«Perché stai... perché hai... perché me...»
«Perché mio padre è ad Azkaban,» rispose solo, accarezzandogli la leggera peluria nascente sulla sua mandibola con due dita, «e ora sono libero io. Adesso scelgo con la mia testa, non con la sua.»
Harry lo guardò a bocca aperta, la testa completamente vuota.
«Anche se devo ammettere che mi hai aiutato molto ad avvicinarmi a te. Mi aspettavo prima qualche altra scazzottata, prima di finire insieme a letto,» rise, e rise davvero di cuore, indicando dov'erano seduti in quel momento, «mi hai stupito con l'odore della tua Amortentia, ma... ammetto... a malincuore, che mi ha fatto molto piacere.»
Harry gli saltò completamente addosso, baciandolo con la testa ancora leggera ma con il cuore che urlava felice.
E non parlarono più.




Spazio Autrice:
Perdonatemi il ritardo, ma ho finito di correggerlo adesso e ho subito pubblicato! Se mi è sfuggito qualche errore, fatemelo sapere!
Che ve be pare del capitolo? Vi avviso subito che è previsto solo un altro capitolo + epilogo (l'avevo detto che non sarebbe stata molto lunga come storia!) un po' mi spiace terminarla, mi è piaciuto molto scriverla.
Ringrazio tutti! Chi preferisce, segue e ricorda! Aumentate sempre di più!
Ricordo, proprio perché siete in molti, di farvi sentire talvolta, per dirmi cosa pensate della storia! Mi farebbe piacere sentire le vostre opinioni!
Grazie <3

Emily


  
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