Salve a tutti continua con questo capitolo la faticosa continuazione delle mia serie di pseudo-poesie almeno finchè avrò tempo di scriverne.
Grazie a tutti coloro che leggono ma soprattutto a chi recensisce
Simonachan90: ti ho recensito un'altro paio di storie è sempre un piacere leggere i tuoi commenti. In effetti Obito somiglia tanto a Naruto anche se Rin è un po'diversa da Sakura per quel poco che so su di loro; quei due sono carini insieme se non fossero morti così giovani bisognerebbe scriverci qualcosa sopra
Lilla95: In effetti sul secondo personaggio non mi sono spiegata bene ma d'altronde nel manga la morte di Rin non viene neanche accennata, ho immaginato che lei muoia durante l'attacco della Volpe e quindi che non sia riuscita diventare adulta nè ad arrivare ad avere suo primo amore con Kakashi . La tua interpretazione sulla morte interiore non mi era venuta in mente anche se potrebbe starci. Comunque per quello che Kakashi dice a Sasuke sul fatto che entrambi abbiano perso tutte le persone care mi ha fatto credere che anche lei non ci sia più.
Avvertenze il tema trattato in questo capitolo è un po' pesante per semplificare si tratta di cosiddetti morti che sono considerati "cattivi", il gruppo di Akatsuki Kakuzu-Hidan. Il primo si è legato eccessivamente agli aspetti materiali della vita mentre il secondo a quelli immateriali. L'Hidan che ho descritto qui è un uomo che crede profondamente nell'esistenza del male ( se non sbaglio il nome Jashin dovrebbe avere proprio questo significato) principio che seguirà fino ad esserne inglobato e distrutto.
Buona lettura
Kakuzu
Strappai
le ricchezze una per una,
estirpai cuori
avido parassita che si nutre di
vita
per un desiderio immenso
di possederla davvero,
Vendetti la mia
natura umana
tutto per raggiungere lo scopo.
Un sogno nato da un
bambino
che più volte morì quasi di fame,
privo di tutto,
trattato come
bestia,
ignaro della vita.
Ah, fondare l’esistenza sulla violenza e
sull’oro
E alla fine ricadere nel fango!
Hidan
La
falce, l’arma sacra, sempre pronta
Estinguere le forze, recidere le
vite.
Sacrifici quotidiani di sangue,
Fiotti cremisi bagnano la
terra.
Sacerdote del culto di Jashin
in un villaggio dimenticato
che
lasciai sotto la sua protezione.
Pregai, sacrificai ogni giorno
Ma per
quanto mi sforzassi,
ah pena tremenda,
per aver fatto sfuggire una
preda
il dono diventa punizione
ora sono l’ultimo sacrificio
nel
disfacimento delle mie membra immortali