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Autore: asyathemoonchild    25/01/2017    0 recensioni
Jamie Blakemount vive con le sue cugine in una casa tra le Big Horn Mountains, Wyoming, nei pressi della città di Buffalo. vive per la caccia, per la famiglia e per il suo ragazzo Leonard, anche lui cacciatore. Questo finché i fratelli Winchester non irrompono all'improvviso nella sua vita tranquilla. Dean, il maggiore dei due, sembra avere tutto in comune con lei: passione per la caccia, la musica rock anni '90, le auto. Cosa accadrà quando i due si ritroveranno a dover condividere spazi, giornate? Finirà a calci e pugni? O in qualche altro modo che nessuno avrebbe previsto?
- Ogni capitolo ha il titolo di una canzone. l'idea sarebbe di tenersela in sottofondo durante la lettura, per cogliere il "mood" del capitolo :)
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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 La mattina della caccia Jamie si svegliò dolorante. Sentiva un labbro gonfio e la pelle dello zigomo sinistro le tirava. Stiracchiandosi, scoprì che anche costole e ginocchia le facevano male.
Dean, pensò, ricordando all'improvviso la sera prima. Strinse i denti per trattenere la rabbia ed andò in bagno a sciacquarsi via dal viso i segni di quella notte.
In cucina tutti la guardarono. Era l'ultima ad arrivare e non passò per nulla inosservata. - Jamie – la chiamò cautamente Siria. - Che cos'è successo? -
- Niente. - La ragazza prese posto e si versò un gran bicchiere di succo d'arancia. Lindsay le servì un pancake senza guardarla negli occhi. Jamie lo aggredì, addentandone larghi morsi. Aveva bisogno di forze per la caccia, dato che era così dolorante. - Allora, Lace – disse, cercando di distogliere l'attenzione da sé. - Pronta per la tua prima caccia? -
Lei annuì, incerta. Era un po' pallida, e sembrava spaventata.
- Non preoccuparti. - Le sorrise, stringendole una mano. - Andrai benone. -
La ragazza ricambiò il sorriso, grata, e sembrò un po' più tranquilla.

Finita la colazione tutti si alzarono in fretta: era ora di partire. - Allora, ci servono i due piloti migliori dato che per mezzogiorno dobbiamo assolutamente attaccare. - Siria aveva assunto il piglio da comandante che aveva sempre prima della caccia. - Quindi ho deciso che Jamie verrà con il pickup, mentre Aiden guiderà il furgone. -
- Ma il furgone è mio! - Protestò Lindsay.
- Sì, ma io so farlo volare – la canzonò Aiden, passandole un braccio attorno alle spalle.
La ragazza mise il broncio. - Te lo lascio guidare a patto che io venga con te. -
- Andata. Allora niente amoreggiamenti con tua cugina. -
- Okay, basta con le smancerie – tagliò corto Jamie. - Tutti voi altri con me, su. -
In garage, si arrampicò sul pickup. Era uno di quei veicoli imponenti, neri, con i finestrini oscurati. Adorava guidarlo per andare a caccia. - Lace, vieni tu davanti, ti va? -
- Certo. - La bionda si arrampicò dal lato passeggero, sedendosi accanto alla cugina. - Ho paura, Jamie – mormorò, prima che i Winchester salissero.
- Lo so, ma andrà tutto bene. Ti coprirò le spalle tutto il tempo, e ci saranno tutti gli altri a darti una mano. - Le sorrise. - L'importante è che ti ricordi di usare il machete che porti sulla schiena, tutto qui. -
L'altra deglutì, annuendo vigorosamente. - Certo. -
Jamie mise in moto e sporse la testa fuori dal finestrino. - Vi muovete o cosa? -
I Winchester, che stavano parlando di qualcosa di serio a giudicare dalle loro espressioni, si voltarono a guardarla. - Arriviamo – assicurò Sam, che fece un cenno al fratello e poi salì, accomodandosi dietro a Jamie.

Arrivarono nei pressi del nido prima del previsto: Jamie ed Aiden avevano, come al solito, dato prova delle loro capacità come piloti.
- Okay. - Jamie parcheggiò nel bosco, più lontano possibile dal sentiero. - Prendete le vostre cose dal bagagliaio, ora dobbiamo andare a ricongiungerci con gli altri. -
Lace ed i Winchester annuirono. Sam e Lace si diressero subito verso il baule del grosso pickup, ma Dean restò lì davanti a Jamie. - Ehi – le disse. Guardava i lividi sul viso di lei. - Mi dispiace di averti fatto del male. -
- Mi hanno fatto di peggio. - Fece per andarsene, ma lui la afferrò per un polso. - Non intendevo solo fisicamente. -
Lei lo fulminò con lo sguardo e strappò il braccio dalla sua presa. - Ripeto, – scandì, - mi hanno fatto di peggio. -
Si ricongiunsero con gli altri davanti ad una quercia che conoscevano Lace e Lindsay. - Okay, qui ci dividiamo – ricordò loro Siria. - I ragazzi con Aiden, le ragazze con me. - Si voltò verso il suo fidanzato e lo strinse forte. - A dopo, amore mio – mormorò, prima di baciarlo. - Ci vediamo dall'altra parte – rispose lui con un sorriso, poi sguainò il machete.
Lindsay decise di imitare la cugina e gettò le braccia al collo di Dean. Sembrava essersi dimenticata di ciò che era successo con Jamie. Dean, invece, guardò la ragazza dagli occhi verdi mentre abbracciava sua cugina e le stampava un bacio sulle labbra.
Jamie baciò una foto di Leonard che teneva nel taschino ella camicia e che tirava fuori ogni volta che si accingeva a cacciare. - Possiamo andare? -
- Sì. - Aiden fece un cenno ai Winchester. - Andiamo prima noi, voi partite tra dieci minuti come deciso – ricordò, prima di voltarsi e sparire nel bosco.
Sam lo seguì subito, mentre Dean esitò, lanciando un'ultima occhiata a Jamie. Non vedendo alcuna reazione, sospirò e se ne andò. La ragazza fece un grande sforzo per non sorridergli o salutarlo. Continuava a pensare: “che diavolo fai, idiota? E se fosse l'ultima volta che lo vedi?”. Ma, come al solito, l'orgoglio prevalse sui sentimenti.
- Jamie – la chiamò Siria, riscuotendola dalle sue elucubrazioni. - Vieni con me. -
Jamie, incuriosita, seguì la cugina poco più in là. - Allora, vuoi dirmi che diavolo succede tra te e Dean? - Le chiese lei, con le mani sui fianchi.
- Cosa intendi? - Jamie si sentì arrossire. Era una gran bugiarda, ma Siria non ce la faceva mai ad ingannarla.
- Non prendermi in giro – disse infatti lei.
La cugina sospirò. Non le restava che confessare. - L'ho visto fase sesso con Lindsay, in garage. -
Siria spalancò gli occhi. - Che cosa? -
L'altra si strinse nelle spalle. - Li ho visti. -
- Ah. - La guardò, sondandola nel profondo con quegli occhi blu a cui non si poteva mentire. - E perché ti interessa tanto? -
- Perché Lindsay è mia cugina. -
- O piuttosto perché ti piace Dean? - Domandò l'altra, dolcemente.
- Non è vero – mentì lei. - Io sto con Leonard, e lo amo. -
- Lo so. - Le mise una mano sulla spalla. - Ma forse Leonard non ti dà la scossa che ti dà Dean. -
- Io sto con lui – replicò Jamie. - Da cinque anni. Ci sposeremo a maggio. -
- Nessuno ti costringe a diventare Jamila Miller. - Le prese il viso tra le mani. - Porti il nome della nostra bisnonna, Jamila Hawthorne, che rinunciò a marito e figli per Devon Blakemount, suo grande amore. - La guardò intensamente. - Io non voglio solo che tu sia felice. Non importa come o con chi. -
Jamie annuì. - Ci penserò. -
- La vita è una sola, Jamie. - Le sorrise e tornò dalle altre.

Jamie si infilò per prima nel pertugio. Era stretto ed angusto, ma le ragazze ci passavano comodamente. Nel giro di pochi secondi intravidero la fine del tunnel: sbucava un un ampio salone. All'interno, stravaccati su un paio di divani, stavano i primi cinque vampiri. Jamie fece un gesto, muovendo la mano tesa, che significava “ora vado”. Le altre annuirono, così la ragazza prese un profondo respiro ed uscì dal cunicolo.
Non appena fu fuori sguainò il machete e, con un grido, si scagliò sui vampiri. I primi due riuscì a coglierli di sorpresa e a decapitarli con due fendenti puliti, ma il terzo snudò le zanne e le si gettò addosso cercando di morderla. Il vampiro e la cacciatrice rotolarono a terra in un groviglio di membra e Jamie vide con la coda dell'occhio che le sue cugine ed i ragazzi si stavano dando a loro volta da fare. Il vampiro fece schioccare le fauci a un nulla del suo collo, tenendola inchiodata al pavimento. Con uno scatto di reni Jamie gli fece perdere l'equilibrio ed accompagnò il colpo con una testata che mandò il mostro al tappeto. Prima che avesse il tempo di fare altro, lo decapitò con un colpo secco del machete ormai grondante di sangue.
Si guardò attorno, studiando la situazione. Attratti dal baccano, anche gli altri vampiri si erano precipitati nel salone. Siria ed Aiden, schiena contro schiena, ne fronteggiavano quattro coprendosi le spalle a vicenda. Sam era alla prese con altri due di loro, mentre Lace aveva il suo daffare a tenerne a bada uno dall'aria affamata. Lindsay non si risparmiava, e come al solito giocava con le prede: prima le picchiava e le feriva per ucciderle solo alla fine, dopo essersi divertita un po'. Anche Dean ne aveva già uccisi molti. Se la cavava molto bene, con il machete. Era senza pietà, freddo, come Lindsay.
Jamie fu distratta dalla sua contemplazione da du paio di vampiri che tentarono di prenderla alle spalle. - Ah, no, avete pensato male – disse tra i denti, mulinando il machete attorno a sé. In breve, anche quei due succhiasangue erano a terra con i loro sangue, ad imbrattare il pavimento con il loro vischioso sangue scuro. Con il fiatone, Jamie si guardò attorno per controllare che i vampiri fossero tutti morti.
- Covo libero – annunciò Siria, dalla stanza accanto.
Lace contò i corpi ed aggrottò le sopracciglia. - Ne manca uno. -
Proprio mentre finiva di pronunciare queste parole, Jamie sentì un brivido di terrore farle accapponare la pelle nel vedere l'ultimo vampiro in procinto di scagliarsi su Dean dal ballatoio del piano superiore. - Dean! - Gridò, prima di scagliarglisi addosso e spingerlo via.
Il vampiro le saltò addosso, andando a infilzarsi sul suo machete. Dean reagì decapitandolo in un batter d'occhio. - Grazie – le disse, mentre il corpo del vampiro cadeva a terra. Poi sgranò gli occhi, inorridito: - ma tu sei ferita! -
Jamie abbassò lo sguardo sul braccio sinistro: era vero. Un pugnale di piccole dimensioni era piantato nella sua carne. - Merda – imprecò. Non se n'era nemmeno accorta subito: la botta di adrenalina, come al solito, non le aveva fatto sentire dolore. Si sedette su uno dei divani, scostando le braccia di Dean che cercavano di aiutarla, e prese a fatica il kit del pronto soccorso dallo zaino. Si legò una benda sopra la ferita, appena sotto la spalla, per fare da laccio emostatico e limitare l'afflusso di sangue. Poi strinse i denti e, con un grugnito di dolore, estrasse il coltello dal braccio. Jamie si affrettò a fasciare la ferita, legando stretta la benda attorno allo squarcio. Quando rialzò lo sguardo, vide che tutti la guardavano, preoccupati. - Non vi preoccupate – li rassicurò. - Mi è successo di peggio. Piuttosto, iniziate a raccogliere le armi. - Era una tradizione dei Blakemount: prendersi le armi degli sconfitti. Era anche per quel motivo che il loro arsenale era così vasto ed eterogeneo.
Gli altri si allontanarono. Tutti, tranne Dean. - Che c'è? - Gli chiese, dato che continuava a guardarla insistentemente.
- Ti sei presa un coltello nel braccio per salvarmi. -
- Beh, meglio un cacciatore ferito che uno morto, non credi? - Fece spallucce, movimento che le causò una stilettata di dolore. - Avresti fatto lo stesso. -
- Certo, ma… - Le prese una mano. - Davvero, grazie, Jamie. -
La ragazza lo guardò alzarsi ed allontanarsi per aiutare gli altri, incredula: non avrebbe mai pensato a Dean Winchester come a uno che ringraziava.

Tornarono alle auto con un borsone colmo di armi, specialmente articoli d'epoca e da esposizione. I vampiri andavano matti per quel tipo i cose.
Stavolta Jamie accettò di buon grado di non guidare, ma si sedette dietro con Dean. Lasciò che Aiden guidasse, con Sam di fianco. Le altre sarebbero andate con Lindsay, nel furgone.
Sedersi sui morbidi sedili del pickup fu un sollievo. Finalmente i muscoli si rilassarono e Jamie poté mangiare un paio di barrette energetiche al cioccolato per recuperare un po' di forze. Si sentì subito meglio, nonostante i sobbalzi dell'auto che le facevano correre stilettate di dolore lungo il braccio, e riuscì a dare un'occhiata alla ferita. Non era molto profonda, per fortuna, e non sembrava granché grave. Applicò del tessuto adesivo per assorbire meglio il sangue e riavvolse la benda attorno al suo braccio.
- Come stai? - le chiese Dean.
- Sorprendentemente bene. Non fa tanto male – rispose, mentre con una salvietta si detergeva il sangue secco dalle braccia e dal viso. - A casa mi farò mettere i punti da Siria. -
Lui annuì. Sembrava fosse a disagio. - Fortuna che i vampiri non sono tanto bravi con le armi – scherzò, dopo un po'.
- Già. - Jamie si lasciò andare ad un sorriso stanco, appena prima di reclinare la testa all'indietro sul comodo sedile ed addormentarsi.

Quando si svegliò, il pickup scricchiolavano sul vialetto di ghiaia che conduceva a casa Blakemount. Passò appena il tempo di parcheggiare e scendere che Siria le fu subito addosso. - Vieni immediatamente a stenderti sul divano. Bisogna pulire e cucire quella ferita. -
Jamie sorrise tra sé: la preoccupazione costante di Siria – la preoccupazione di una madre – la riportava alla sua infanzia, quando si sbucciava le ginocchia o si tagliava giocando con i coltelli.
Lasciò che la cugina la conducesse in salotto dove trovò Sandy, intenta a divorare l'ennesimo libro. Non appena vide Jamie ridotta in quello stato, scattò in piedi. - Cos'è successo? Cosa ti hanno fatto? -
- Niente di che, Sandy – sorrise la cugina. - È solo un graffio, non ti preoccupare. -
La ragazzina estrasse dalla tasca un coltello a serramanico, che aprì con uno scatto. - Chi è stato? Dimmi dov'è, che vado ad ammazzarlo. -
- Ci ho già pensato io – rispose Dean, che era appena entrato nella stanza.
- Ah, sì? - Sandy lo fronteggiò senza paura, incrociando le braccia e guardandolo con aria di sfida. - E sentiamo, dov'eri mentre un vampiro faceva uno spiedino con il braccio di Jamie? -
Il ragazzo esitò, guardando Jamie per un istante. - Quel vampiro stava per uccidermi, e tua cugina mi ha salvato la vita. Purtroppo, nel farlo, è rimasta ferita. -
Sandy sembrò soddisfatta dalla risposta. - Okay – disse semplicemente, prima di andare ad siutare Siria con l'occorrente per sistemare la ferita.
Dean si sedette accanto a Jamie. - Non si capisce neanche che è tua cugina, sai? -
Anche lei sorrise. - È la mia piccola guerriera. - Lo guardò, tornando seria. - Lo sai che non sei obbligato a stare qui, vero? -
- Invece lo sono eccome. Mi hai salvato la vita. -
La ragazza alzò gli occhi al cielo. - Che ripetitivo che sei. -
Assieme a Siria e Sandy, tramutatesi in infermiere, arrivò anche Sam. - Jamie, stavo pensando che visto che ti sei ferita starai più comoda nella tua stanza, sul tuo letto, con le tue cose. Quindi, dato che mio fratello non è affatto un gentiluomo, - disse, scoccando l'ennesima occhiataccia al Winchester maggiore, - ti cedo quello dove ho dormito io. -
- Oh, no, Sam, ma non devi… starò benissimo sul divano. -
- Invece no – replicò Siria. - Devi dormire su un vero letto. Ringrazia Sam ed accetta. -
- Jawohl, mein Führer! - Jamie imitò il saluto nazista e sorrise a Sam. - Grazie, Sam, accetterò l'offerta. -
- Ottimo. Vado a prendere le mie cose. -
Jamie si rese improvvisamente conto di una cosa: sì, avrebbe dormito in camera sua, ma l'altro letto era ancora occupato da Dean. Merda. Come diavolo pensava di riuscire a dormire quando a due metri da lei stava Dean?
Con un sospiro, tentò di non pensarci.

Quando Siria l'ebbe ricucita e ripulita per bene, Jamie annunciò con un sonoro sbadiglio che sarebbe andata a letto. Ringraziò ancora una volta Sam e si accinse a salire le ripide scalette di legno consunto. Arrivata nella sua stanza mise in carica il cellulare e prese una t-shirt pulita da usare come pigiama; slegò gli stivali e tolse i pantaloni. Quando però arrivò il momento di togliersi la maglia, scoprì che non ce la faceva. Ci provò in tutti i modi, ma il dolore era ancora troppo forte. Rimase incastrata con il braccio destro nella manica, e si stava per rassegnare ad andare a letto con la maglia sporca di sangue quando qualcuno bussò alla porta. - Jamie, sono io. Posso entrare? -
Dean. Merda. - No, no, non provare nemmeno ad entrare. -
Il ragazzo, da fuori, sentiva i suoi grugniti nel tentativo di liberarsi della maglia. - Jamie, non fare la bambina. Sto entrando. -
- No! -
Troppo tardi. Dean l'aveva appena vista in mutande. E nemmeno un paio carino, tipo quelli con il pizzo che metteva quando stava con Leonard. No, quelle che indossava sembravano addirittura boxer da uomo. Oltretutto, aveva un braccio bloccato nella manica della maglia. Poteva forse andare peggio? - Ti avevo detto di non entrare – disse.
- Volevi aspettare che arrivassero i pompieri per liberarti? -
- Vaffanculo, Dean. -
Lui rise. - Dai, fatti aiutare. -
La ragazza indietreggiò. - No! Sei pazzo? -
- E cosa intendi fare, esattamente? Correre mezza nuda in giro per casa a cercare aiuto o dormire sporca di sangue? - La guardò. - Dai, non guardo. -
- Lo giuri? -
- Lo giuro. - Dopotutto, un vero giuramento è valido solo se stai toccando la Bibbia.
Jamie gli si avvicinò e gli strinse una mano attorno alla gola. - Se lo racconti a qualcuno, - disse, in un soffio, - io ti ammazzo. -
Dean rise di nuovo. - Va bene, Catwoman. - Con delicatezza liberò il braccio destro di lei dalla manica e le tolse la maglia tirandola verso il basso, in modo da non doverle far muovere il braccio ferito. Cercò di ignorare il fatto che lui e Jamie erano soli in una camera da letto e che lei indossava solo la biancheria.
- Beh? - Fece lei.
- Cosa? Ho finito. -
- No, bello. Mi serve aiuto anche con il reggiseno. -
- Eh? Ah. Oh. - Dean si diede dello stupido per quei versi senza senso. - Okay, ehm… ti vuoi girare? -
Senza rispondere Jamie si voltò. Il tocco delicato del ragazzo sulla sua pelle era come fuoco e ghiaccio allo stesso tempo, e le causava brividi involontari. Una volta che si fu occupato dei gancetti della parte posteriore, Dean le abbassò le spalline in modo da sfilare più facilmente le braccia e l'aiutò ad indossare la maglietta del pigiama. - Mi sento un'invalida – disse lei, per spezzare in qualche modo quello che era il silenzio più imbarazzante della sua vita.
- Lo sei – scherzò il ragazzo. - Okay, ragazzina, è ora di dormire. - Le diede una mano a stendersi e a coprirsi e, stranamente, lei non protestò né rifiutò le attenzioni di lui. - Buonanotte. -
- Notte, Dean. -
Stettero per un po' al buio, ognuno nel proprio letto, in silenzio. Alla fine il ragazzo chiamò: - Jamie. -
- Cosa c'è? -
- Vuoi che venga lì a dormire con te? - 
Sì, fu la prima risposta che le venne in mente. - No. Sai com'è, non mi piace prendermi gli scarti di Lindsay. -
Dean tacque, e non parlò più finché non si fu addormentato.


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scusate se ci ho messo così  tanto ad aggiornare la storia ma oggi avevo un esame all'università quindi gli ultimi giorni li ho passati a studiare! spero che questo capitolo vi sia piaciuto, non esitate a farmi sapere cosa ne pensate <3 
 

   
 
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