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Autore: Candy11    29/01/2017    0 recensioni
Febbraio 1988, nasce Martin Arnaud.
Ho deciso di inserire la storia di questa ragazza, che, in un universo diverso dal nostro, è qualcuno. Qualcuno che tutti conoscono e amano. Martin è una ragazza arrivata dal basso e diventata una persona realizzata, che è riuscita ad inseguire e raggiungere il suo sogno: diventare attrice.
Durante la narrazione presenterò Martin a 360°, una personalità amabile e in continuo mutamento. I suoi amori, le sue passioni, le sue fatiche, i suoi momenti di difficoltà.
Nella storia sono presenti vari cross-over e personaggi quali Chris Evans, James Franco, Wes Anderson, Ryan Reynolds, Blake Lively ...
E' solo la storia di una ragazza, ma forse vale la pena leggerla.
*** vorrei precisare che il contesto è quello di un "universo parallelo" in cui la nostra Martin esiste e col tempo diventerà una stella del cinema... Le situazioni che la circondando, le date etc. sono il più possibile attinenti a quelle reali 🙂 ***
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Cross-over | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Triangolo
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CAPITOLO 1 - I MIEI ANNI FRANCESI









Ho deciso di omettere il periodo che va dalla mia nascita ai miei quindici anni. Non perché fossi infelice, anzi, proprio perché vissi così spensieratamente, così allegramente che non riesco a dare il giusto peso a quegli anni. In Italia era tutto fantastico, avevo amici e mi divertivo. Però avevo la costante sensazione che mi stessi perdendo qualcosa. Molto probabilmente perché i miei genitori non facevano altro che parlare di quanto bello fosse il resto del mondo e di che peccato fosse non poterlo girare.
Col senno di poi, mi resi conto che sì, era bello viaggiare… ma non trasferirsi.
 
Amai i miei tre anni in Francia, tra alti e bassi, furono brevi ma intensi. Ebbi la possibilità di conseguire il diploma italiano e quello francese (il BAC), non perdendo così lo studio della mia lingua d’origine.
Per i miei genitori era fondamentale potersi muovere tra una lingua e l’altra. D’altronde crebbi in un contesto sociale di profondo cambiamento.
Gli anni Novanta si sono presentati come gli anni in cui tutti sarebbero potuti diventare Qualcuno, realizzarsi, puntare al top del top. Sono cresciuta così, senza se e senza ma. Nella mia vita non c’era spazio per le incertezze. Anche se…
A pensarci bene la certezza di non volere incertezze era l’unica certezza della mia vita.
Forse sto esagerando, comincio a sembrare noiosa e non è proprio “noia” la parola che mi si addice di più.
In Francia conobbi alcune fra le persone più antipatiche della nazione. Non solo loro, ovviamente. Mi feci molti amici. L’amore e l’amicizia non mi mancava.
Feci tutte le esperienze che una ragazzina di 15-16 anni meritava di fare. Iniziai ad ascoltare band pop-punk, ad attaccarmi ai capelli finte meches rosa shocking, a guardare MTV di nascosto e consumare le cassette a furia di guardarle.
Avevo un’amica speciale: Clotilde.
Condividevamo una passione: il cinema. Amavamo qualsiasi tipo di film. Andavamo in biblioteca a cercare libri di recitazione, di regia e di fotografia.
Trascorrevamo il nostro tempo a fare film con la videocamera di suo padre.
Quanto s’inc***ò quando scoprì che rubavamo la sua adorata videocamera da vacanza, per filmarci mentre proponevamo remake di film altezzosi francesi!
Ero felice, come ho detto, amai i miei anni francesi.
Un po’ come per un pittore o un letterato che, per prassi, nel periodo della Belle Epoque risiedeva a Parigi. Definendo, così, quegli anni: “Il proprio periodo Parigino”.
Ma non fu tutto rosa e fiori. Ebbi un problema.
Solo uno… ma enorme.
Il mio unico problema era che non ero magra. Quei ragazzi antipatici si divertivano a trascorrere le loro giornate a ricordarmi quanto fossi cicciottella. Mi lasciavano sul banco delle carte di merendine con un biglietto: “obèse”. Ma, grazie… non posso dire altro. Grazie a loro riuscì ad affrontare questo mio … “problema”.
Non riuscivo a convivere con me stessa.
Avevo diciassette anni quando, dopo un anno passato a vomitare e a cercare di mangiare il meno possibile, stetti male. Mi chiusi in me stessa e non parlai più con nessuno. L’unica persona che mi restò vicina fu Clotilde.
Per fortuna, avevo capito il mio errore. Corressi la mia alimentazione e iniziai a fare attività fisica… questa vita sana e salutare durò poco. Le mie condizioni fisiche variarono negli anni, e anche parecchio. Tentai sempre un approccio salutare ma non riuscì mai a mantenerlo.
Una volta dimagrita e un poco (ma poco poco) più sicura di me, ero abbastanza in forma da riprendere a frequentare le lezioni. Mancava poco al mio compleanno. Stavo per compiere 18 anni. Stavo per diventare un membro burocraticamente funzionale della società.
Ma nel profondo, non era ciò che volevo. Volevo tornare indietro nel tempo, volevo rivivere i miei giorni da bambina spensierata. Non era possibile, ovvio.
Gli unici momenti in cui non sentivo il pesante alito delle responsabilità sul collo erano quelli trascorsi con Clotilde. Ma, successe che lei non volle più fare i film con me. Progressivamente, cominciò a non voler nemmeno vedere più i film.  Fino a non volermi più parlare.
Clotilde scomparse dalla mia vita. Negli anni scoprì che Clotilde si era trasferita in un’altra zona della Francia, il padre aveva avuto problemi di salute ma non mi spiegai mai perché non mi disse nulla.
Sono sicura lo fece per proteggermi, o forse per proteggersi, dal dolore che provammo nell’abbandonarci.
Con le amiche rimaste, iniziai così a programmare il mio compleanno. Erano i diciotto anni, una data importante, l’avrei ricordata per tutta la vita.
Decisi di invitare alla mia festa anche Nicolas, la mia cotta. Era nel mio stesso corso di italiano. Lui fu da sempre gentile con me. Era curioso e si divertiva a chiacchierare con me in italiano. E io mi facevo un sacco di risate. Era divertente sentirlo parlare in italiano. Era bello vederlo parlare italiano… era bello.
Ero follemente cotta di lui, non c’è molto altro da dire!
Tutti i tasselli della mia vita cominciavano piano piano a mettersi al loro posto. Volevo stare bene e mettercela tutta. Da cicciotta ragazzina italiana ero diventata una giovane ragazza. Ogni tanto qualche ragazzo mi guardava e la cosa se da un lato mi metteva a disagio, dall’altro contribuiva ad aumentare sensibilmente la mia autostima.
Che tutto stesse iniziando ad andare per il verso giusto?
 
 
 
 
   
 
 
 
 
Ciao lettori! :) 
Ho deciso di scrivere un po' più di capitoli e di raccontarvi tutta la storia di Martin. So che siamo nella sezione "Chris Evans" e, state tranquille, tra un po' arrivera'! Non l'ho mica dimenticato! :D  
Spero la storia vi piacera', parlera' di tutto. Della storia di una ragazzina come tante, come lo eravamo/siamo noi e della sua crescita!  
Un bacione :)  
Candy  
   
 
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