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Autore: 9Pepe4    31/05/2009    8 recensioni
«Il tuo cuore batte forte. Ma mi hai già vista così». Un mormorio timido, ma Kyle la fissò esitante, cercando di spiegare il motivo del proprio tumulto interiore.
La strinse, ansioso di sentirne il calore e la sua pelle liscia sul proprio corpo.
«Non eri così vicina quella volta» disse, con voce impastata.
«È strano» bisbigliò Jessi, mentre Kyle le scostava i capelli dal viso. «Ho letto di questo, ho sentito di questo, ma è come se lo conoscessi da molto tempo. Da quando esisto».
Kyle la capiva. Era come se il suo corpo avesse atteso quell’attimo per tutto il tempo, ed adesso stesse gridando di gioia per il traguardo raggiunto.

Ispirato all'ononima canzone di De André.
Sono presenti lievi spoiler della terza stagione
Genere: Erotico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jessi XX, Kyle XY
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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Dolcenera

Il cielo era plumbeo, le nubi coprivano interamente la volta, minacciando un temporale nel vento che agitava le fronde degli alberi.
Kyle era immobile davanti alla finestra della sua stanza. Sentiva le voci di Amanda e di sua madre provenire dalla casa accanto, ma era distratto da un altro suono per poter ascoltare davvero ciò che le vicine si dicevano.
Il cuore di Jessi. Batteva più accelerato di quanto avrebbe dovuto, agitato e ansioso. Sembrava così spaventato che il ragazzo avrebbe voluto poter tendere le mani e tenerlo delicatamente tra i palmi per quietarlo almeno di un poco. Ma sapeva che palpitava così perché temeva che le cose potessero cambiare, o peggio, tornare come prima, temeva che Kyle si dicesse che costante significava Amanda, e che l’amore per la Bloom era più importante di quello di Jessi.
E Kyle non poteva calmare la sua ansia, perché ancora non lo sapeva.
Ma le emozioni di Jessi, già forti in quel battito furioso, si amplificavano nel legame che i due ragazzi avevano sempre avuto e in un attimo, quasi senza rendersene conto, Kyle si era voltato, lasciando alle proprie spalle le risa incerte di Amanda.
Quasi i suoi passi sapessero ciò che la sua mente non riusciva a comprendere, lo guidarono senza esitazioni davanti alla porta della stanza di Jessi.
Il giovane entrò dopo un attimo.
La ragazza, non appena lo udì, si alzò di scatto dal letto rosso sul quale era sdraiata sino ad un momento prima. I suoi occhi verdi si concentrarono su quelli cobalto di Kyle.
«Ciao» disse, laconica, senza lasciare trasparire alcuna emozione.
«Ciao. Come stai?» domandò Kyle, avvicinandosi a lei di qualche passo titubante.
«Preoccupata».
«Oh». Kyle esitò. Che razza di commento era “Oh”?! Avrebbe voluto proteggerla, e invece poteva solo farla sentire confusa e ansiosa. Cercò di dividere l’inquietudine palpitante della ragazza dai propri pensieri, ma si accorse di non riuscirci, ed un attimo dopo comprese perché. Non poteva liberarsi di quell’angoscia, perché la condivideva.
Jessi l’aveva trascinato su un’altra via. E se dapprima quella strada lo aveva confuso e disarmato, pian piano vi si era abituato, ed ora era in un certo modo divenuta il suo sentiero. Il pensiero di abbandonarlo lo spaventava un poco.
Jessi lo guardò, sollevando il mento. La sua espressione sarebbe potuta apparire solo orgogliosa e distaccata, se solo il suo labbro inferiore non fosse stato percorso da un tremito.
Kyle, senza potersi trattenere, la paragonò ad Amanda. Mentre lei aveva capelli biondi ed occhi azzurri e una bontà spiccata, Jessi aveva capelli scuri e ribelli; occhi verde scuro e un carattere il più delle volte incontrollabile. Il suo modo di fare non era delicato, ma quando si trovava davanti a Kyle cambiava completamente, rivelando tutta la sua fragilità.
Era facile immaginare Amanda camminare piano sotto la volta notturna, i capelli baciati dalla timida luce lunare. Jessi pareva più adatta per una notte priva di stelle, per un cielo nero d’inchiostro.

Nera che porta via che porta via la via
Nera che non si vedeva da una vita intera così Dolcenera nera
Nera che picchia forte che butta giù le porte

Nera di malasorte che ammazza e passa oltre
Nera come la sfortuna che si fa la tana dove non c’è luna luna
Nera di falde amare che passano le bare

«Sei venuto per dirmi che hai finalmente compreso i tuoi sentimenti?» domandò Jessi. Il tono pareva quasi indifferente, ma nei suoi occhi Kyle riconobbe la paura.
«Purtroppo no» replicò, sperando di poter dare una risposta diversa, una risposta che l’avrebbe tranquillizzata, che le avrebbe fatto nascere un sorriso. «E mi spaventa» aggiunse.
«Ti spaventa?» ripeté Jessi.
Kyle la guardò con un nodo alla gola. «Sì. Perché se sapessi per certo quello che provo, potrei essere sicuro di non perderti, e invece non lo so».
Jessi inclinò il viso verso il basso, mentre le sue palpebre avevano un fremito.
«Ma so che provo tanto per te» mormorò Kyle.
Lei sollevò gli occhi, con un brillio di incredula felicità nello sguardo, una felicità che rincuorò Kyle.
Il ragazzo si avvicinò al letto. Jessi si tese verso di lui, e le sue labbra dolci lambirono quelle di Kyle, che avvertì una scossa percorrergli il corpo. Con un desiderio quasi feroce si inoltrò nel bacio, catturando la lingua di Jessi e beandosi del calore della sua bocca.
Le mani della ragazza si aggrapparono alla maglietta di lui, stringendola a tal punto da far sbiancare le nocche, mentre pareva determinata ad immergersi in quel bacio. E Kyle vide i propri abiti cadere, sentendosi come liberato da un peso, e tese le mani nell’ansia di liberare anche Jessi.
«Il tuo cuore batte forte. Ma mi hai già vista così». Un mormorio timido, ma Kyle la fissò esitante, cercando di spiegare il motivo del proprio tumulto interiore.
La strinse, ansioso di sentirne il calore e la sua pelle liscia sul proprio corpo.
«Non eri così vicina quella volta» disse, con voce impastata.
«È strano» bisbigliò Jessi, mentre Kyle le scostava i capelli dal viso. «Ho letto di questo, ho sentito di questo, ma è come se lo conoscessi da molto tempo. Da quando esisto».
Kyle la capiva. Era come se il suo corpo avesse atteso quell’attimo per tutto il tempo, ed adesso stesse gridando di gioia per il traguardo raggiunto.
Jessi gli posò le mani sul petto. «Ti fanno l’effetto dell’altra volta?» chiese timidamente.
«No. Più forte».
La bocca di Kyle, imbarazzata dalle parole che non riusciva ad esprimere, assaporò quella di Jessi, gustando le sue labbra con un misto di eccitazione, ansia e aspettativa. La strinse, sentendo le sue spalle calde sotto le mani.
Un rombo di tuono provenne dall’esterno. La pioggia iniziò a bagnare il mondo, frustando i vetri delle finestre e picchiando sulle foglie degli alberi.

Ma la moglie di Anselmo non lo deve sapere
Ch’è venuta per me
È arrivata da un’ora
E l’amore ha l’amore come solo argomento
E il tumulto del cielo ha sbagliato momento

Acqua che non si aspetta altro che benedetta
Acqua che porta male sale dalle scale sale senza sale sale
Acqua che spacca il monte che affonda terra e ponte

«So cosa succede a questo punto» bisbigliò Jessi.
«Sì» rispose Kyle in un sussurro. «Dovrei saperlo anch’io».
«Ma non importa, vero? È tutto dentro di noi».
Quel “noi” pronunciato con delicatezza, a fior di labbra, spinse Kyle a catturare di nuovo la bocca di Jessi. Con lentezza, le passò le mani lungo i fianchi. Alzò il viso di scatto sentendola rabbrividire, ma l’espressione della ragazza era solo meravigliata e un accenno di sorriso indugiava lieve sulle sue labbra.
«No. Non ti fermare. È… bello».
E Kyle si coricò, attirando Jessi su di sé, osservando il soffitto attraverso la cascata dei capelli bruni della ragazza. E quando lei indugiò con le dita sul suo viso, disegnando con le mani il contorno del suo volto, si sentì invadere da un tremito di felicità.
I loro gesti si succedevano l’uno all’altro con semplicità. Ogni movimento ne ispirava un altro in maniera del tutto naturale, mentre i loro corpi premevano l’uno contro l’altro, cercando conforto nel calore reciproco.
Le labbra di Jessi erano frutti da assaporare, il suo corpo liscio e vivo un tesoro da custodire con delicatezza e tenerezza passandovi sopra i palmi delle mani.
Gli occhi di Kyle erano il cielo, erano l’oceano, erano tutto il mondo. Tutto ciò di cui Jessi aveva bisogno si trovava lì, in quelle iridi azzurro intenso.
Il vento soffiava turbinando davanti alla finestra, picchiando e urlando sulle pareti, mentre la pioggia inondava i marciapiedi, scorrendo senza freni lungo la strada. E le gocce tamburellavano contro i vetri in una danza inquieta ed imprecisa, mentre le coperte si distavano sotto i movimenti assorti dei due ragazzi.
Il temporale infuriava, diluviando acqua e tuoni.
Ma la mente di Jessi era immersa nell’oceano, sconfinato e perfetto, degli occhi di Kyle, occhi che parevano poterla contenere e proteggere da tutto.
E se la perfezione era stata raggiunta, ora veniva infranta da nuove ondate di desiderio e goffa passione.
Kyle respirava affannosamente, trovando l’armonia nella schiena inarcata di Jessi, nei fianchi della ragazza, ardenti sotto le sue mani.
Jessi aveva gli occhi socchiusi, puntati nelle onde increspate delle iridi di Kyle. Sentiva il mare dentro sé, la sua serenità perfetta, la sua acqua limpida che si tendeva a bagnare spiagge e rocce per qualche attimo, per poi ritirarsi.
Kyle strinse le gambe. Jessi gemette piano, chinandosi e appoggiando la guancia accaldata contro quella del ragazzo.
Le coperte si aggrovigliavano sui loro corpi nudi.

Ma la moglie di Anselmo sta sognando del mare
Quando ingorga gli anfratti si ritira e risale
E il lenzuolo si gonfia sul cavo dell’onda
E la lotta si fa scivolosa e profonda  

Acqua di spilli fitti dal cielo e dai soffitti
Acqua per fotografie per cercare i complici da maledire
Acqua che stringe i fianchi tonnara di passanti

Quando si fermarono, si fermarono assieme.
Kyle cinse i fianchi di Jessi, tenendola stretta a sé, beandosi del corpo tiepido della ragazza premuto contro il proprio. Il futuro sembrava ancora una cortina di nubi che coprivano il cielo, impedendo di vederne l’azzurro, negando la speranza di un sole.
Ma forse ora, mentre il ragazzo respirava piano il profumo dei capelli di lei, qualche raggio riusciva timido a filtrare attraverso il bigio cupo delle nubi ingombranti.
Un fremito si risvegliò nel corpo di Jessi, che strinse a sé le braccia di Kyle.
«Jessi?» domandò il ragazzo, confuso. «Piangi?»
Le sue mani salirono alle guance della ragazza, dove trovarono un paio di lacrime incerte. Le asciugarono quasi esitanti, non riuscendo a spiegarsi la loro origine.
«È da stupidi, vero?» mormorò Jessi. «Mi sento così felice… Completa».
Kyle sentì il proprio cuore alzarsi sollevato alle ultime parole della ragazza. Poi analizzò la domanda, e scoprì la risposta nel tumulto del proprio animo.
«No» sussurrò, il mento affondato nei capelli di lei. «Non è da stupidi».
La abbracciò, cullandola piano.
La pioggia iniziava a diminuire, ed i primi coraggiosi iniziavano ad avventurarsi fuori dalle proprie abitazioni. Sembrava che, dopo il temporale di guerra dichiarata, il cielo si fosse deciso a trovare un accordo, una proposta di pace.

Oltre il muro dei vetri si risveglia la vita
Che si prende per mano
A battaglia finita
Come fa questo amore che dall’ansia di perdersi
Ha avuto in un giorno la certezza di aversi

Le gocce si fecero meno agguerrite, mentre la pioggia si quietava completamente. Un sole timido e ormai in declino iniziò ad affacciarsi alla coltre di nubi, spazzandole via con i propri raggi sfumati del rosso del tramonto.
La gente iniziava a muoversi in modo familiare, senza quasi badare alle pozzanghere che si raccoglievano dove il terreno era più irregolare. Due bambini correvano sui marciapiede, sordi ai richiami dei genitori, balzavano a piè pari nelle pozze, schizzandosi d’acqua sporca.
Il cielo scuro era sgombro di nubi, infiammato dal sole che si apprestava a scomparire dietro l’orizzonte.

Acqua che ha fatto sera che adesso si ritira
Bassa sfila tra la gente come un innocente che non c’entra niente
Fredda come un dolore Dolcenera senza cuore  

Kyle era immobile sul letto di Jessi, il malloppo dei propri vestiti appallottolati stretto contro il petto, quasi a voler soffocare il battito accelerato del proprio cuore.
Fuori c’era un cielo sereno, ma in qualche modo il continuo rumore dell’acqua gli mancava, così come gli sembrava più vuota la casa ora che non udiva più il martellare del cuore di Jessi, quel palpito che batteva allo stesso ritmo del suo.
Si era districata quasi con disperazione dalle sue braccia, aveva lottato con i propri vestiti – che ora sembravano costringerla in una gabbia di cotone – ed era corsa fuori che ancora pioveva.
Piano, Kyle inclinò la testa sul proprio petto, forse sperando di cogliere nella propria pelle l’aroma delle braccia e del seno di Jessi.
Sapeva che sarebbe ritornata – nessuno di loro poteva stare distante dall’altro – ma non sapeva quando. Avrebbe dovuto rispondere alle domande di Nicole mantenendo quel loro incontro segreto, ma per quel momento voleva preoccuparsi solo di rammendare il bocciolo della bocca di Jessi e il tocco tiepido della ragazza.

Jessi sentiva il proprio cuore battere forte. Era in piedi in una corriera, le mani strette attorno al sostegno verticale, e teneva gli occhi socchiusi.
Aveva i capelli fradici, appiccicati alle guance.
Sentiva sulla schiena gli sguardi perplessi degli altri passeggeri, ma non voleva pensare ad altro sguardo che a quello di Kyle.
E l’acqua si separava dalla stoffa zuppa dei vestiti, raccogliendosi in un rivolo gelido che le scorreva sulla pelle, donandole un brivido. La maglietta e i jeans bagnati le si incollavano alla pelle, mentre si sentiva come se quel bus la separasse dal resto del mondo.
E mentre pensava a Kyle, sentendolo lontano, si chiedeva cosa avrebbe fatto di quei secondi, di quei minuti e di quelle ore che la aspettavano. Il tempo era troppo, se non poteva essere vissuto assieme al ragazzo.
Piano, Jessi chinò la guancia ad appoggiarla sulle nocche strette al sostegno.
Nei suoi occhi brillava la luce di sfolgorante tristezza del tramonto; il suo cuore palpitava nel ricordo dei gesti di Kyle che avevano riportato il suo corpo ad una vera esistenza.
Probabilmente, sarebbe tornata, anche se non sapeva quando.
Perché era sua, in quel momento più che in qualunque altro.

E la moglie di Anselmo sente l’acqua che scende
Dai vestiti incollati da ogni gelo di pelle
Nel suo tram scollegato da ogni distanza
Nel bel mezzo del tempo che adesso le avanza

Così fu quell’amore dal mancato finale
Così splendido e vero da potervi ingannare






Spazio Autrice: Spero vi sia piaciuto. A me è piaciuto scriverlo, perché Jessi e Kyle sono semplicemente perfetti l'uno per l'altra.
Le parole allineate a destra e le ultime due frasi al centro sono dalla canzone "Dolcenera" di Fabrizio De André, che ha ispirato il tutto. Ho deciso di tralasciare le parti in sardo perché pensavo di accompagnarle con la traduzione, ed alla fine credevo che il testo ne sarebbe risultato troppo appesantito.
Un grazie di cuore a chiunque leggerà e vorrà commentare.
  
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