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Autore: KikiKetamine    30/01/2017    1 recensioni
Prima di scrivere questa storia, mi sono chiesta: cosa è successo dopo la fine di Harry Potter?
Così nasce la nostra storia, dalla fine fine di Harry Potter e dalla Rinascita della Fenice.
"Come un canto libero si librò la fenice prendendo fuoco, come un canto libero rinacque dalle ceneri."
Ringrazio chiunque abbia voglia di lasciare qualche commento positivo e sono accettate anche le critiche, purchè, costruttive.
Spero possa piacervi.
La scrittrice.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Fred Weasley, Harry Potter, Hermione Granger | Coppie: Albus Severus Potter/Rose Weasley, Harry/Ginny, Ron/Hermione
Note: AU, What if? | Avvertimenti: Bondage, Incompiuta | Contesto: Nessun contesto, Contesto generale/vago
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Neville Paciock.

L'alba stava per sorgere, ma le nuvole quel giorno non davano spazio al sole. Abitava nel castello di Hogwarts l'uomo che da ben ottantasei anni insegnava Erbologia. Il canto dell'orologio appeso al muro lo sorprese mentre con la mente viaggiava lontano. Pensava a sua moglie, Hannah Abbott, che molti anni prima si prendeva cura di lui come se fosse un bambino ed ora era seppellita nel cimitero di Hogwarts. 
Come tutte le mattine si vestì e scese silenziosamente le scale. Guardandosi attorno vide Pix scrivere parolacce sui muri con l'inchiostro indelebile. Fece un mezzo sorriso e continuò la sua camminata tra i prati della scuola. Solitario e pensieroso, ecco come lo vedevano tutti. Al limitar della foresta ebbe un brivido e si fermò ad osservare il panorama. Vide la capanna di Hagrid che ormai non era abitata da nessuno, ma usata per tenere gli attrezzi di Erbologia. Il sole cercava di farsi spazio, ogni tanto, tra le nuvole. Sarebbe stato bello, pensò, raccontare ai suoi nipoti della battaglia di Hogwarts, ma purtroppo non potè raccontarlo a nessuno. Esattamente settantanove anni prima, dopo mesi e mesi di tentativi, Hannah rimase incinta. Neville era la persona più felice del mondo, i mesi passarono velocemente e all'ottavo mese si rese conto che iniziavano ad esserci delle complicazioni. Si rivolse a Madama Chips che, ormai anziana, suggerì di farle assumere quotidianamente delle erbe speciali. Neville se ne prese cura, cercò ogni rimedio e provò tantissime pozioni. Le acque si ruppero alla fine dell'ottavo mese e Madama Chips supportata da una levatrice di Hogsmade cercò di fare nascere il bambino che avrebbe dovuto chiamarsi Adam. Hannah concentrò tutte le forze per far nascere suo figlio, ma purtroppo morì di parto e qualche ora dopo morì anche Adam Paciock. 
Il dolore della perdita di sua moglie e di Adam fece perdere la testa a Neville che, invece di cercare la forza, si chiuse sempre di più in se stesso evitando, quando possibile, qualsiasi contatto umano. Sembro il professor Piton, pensò. Il manto di tombe si stendeva davanti a lui. Salutò con un cenno la tomba in alto, quella di Albus Silente e si avvicinò a quella di Hannah e Adam. Furono seppelliti uno accanto all'altro. "È passato un altro anno amore mio" sussurrò parlando come se Hannah fosse davanti a lui. "Mi mancate davvero tanto, mi chiedo per quale motivo debba restare qui su questa terra" singhiozzò.
Rivolse uno sguardo verso il castello, si strinse nel mantello e fece ritorno verso quella che da ottantasei anni chiamava 'casa'. 
Aprì la porta della serra e si sentì stupito quando vide che l'aula era piena di fiori bianchi che scendevano intrecciandosi a lui. 
"Neville, sono qui" risuonò la voce di sua moglie. Pensò di essere diventato pazzo, ma la vide. Era in piedi alla fine dell'aula e si avvicinava a lui. Sembrava che stesse volando. "Hannah..." mormorò. "Sono venuta a prenderti, il tuo momento è arrivato e finalmente potremo stare di nuovo insieme"
Con gli occhi lucidi, Neville rivolse un ultimo sguardo al castello illuminato dalla luce del sole e chiudendo gli occhi, prese la mano di Hannah. Un brivido leggero gli attraversò la schiena, ma non sentì alcun dolore. Aprì gli occhi e gli scese una lacrima quando vide che era ancora nello stesso punto e che i fiori e sua moglie erano spariti. Decise di andarsene dalla serra e fare ritorno nella sua stanza. Quel giorno avrebbe annullato tutte le lezioni dandosi malato. Appena uscì dalla serra un'aria calda lo avvolse e vide due persone corrergli incontro. Prese gli occhiali dalla tasca del mantello e li mise sulla punta del naso. Gli tremarono le labbra e le mani.
"Mamma... papà..." cadde in ginocchio. "Mi dispiace così tanto delle vostre sofferenze in vita!" Fu la prima cosa che il cuore gli suggerì di dire. Frank Paciock battè un colpetto affettuoso sulla spalla di Neville e lo aiutò a rialzarsi. "Adesso siamo tutti insieme e... per sempre" sussurrò sua madre. Neville alzò subito gli occhi fissandola intensamente. Capì che non era stata immaginazione, lui aveva davvero seguito sua moglie ed era morto. Quando si rese conto di tutto ciò notò anche che la scuola sembrava in migliori condizioni e Thor era nei prati della scuola. Vide Hagrid che da lontano gli faceva cenno con la mano. "Tesoro, vai nella tua stanza. Hannah e Adam ti stanno aspettando" sorrise Alice. Neville corse su per i prati e poi su per le scale, ma andò a sbattere contro qualcosa, o meglio qualcuno. "Scusami, ero di fretta e non ti ho visto" si sbrigò a scusarsi. "Non si preoccupi signore. Anzi, ha per caso visto Harry Potter in giro?" Chiese qualcuno che a causa della caduta sembrava essere finito dentro ad un armadio. "Harry Potter?" Chiese Neville stupito per la domanda. "Scusami, ma tu chi sei?" Non riuscì a trattenersi. "Sono Dobby signore, l'elfo domestico" e apparve un piccolo elfo con una giacca elegante, una maglietta dei Rolling Stones e dei pantaloni a quadri. Aveva anche un calzino rosso ed uno verde infilati in quelle che sembravano essere orecchie. "Scusami Dobby, non so dove sia Harry, ma sono di fretta." Si affrettò a raggiungere la porta della sua stanza e tirò un grosso respiro. Aprì la porta e vide che il suo letto era stato sostituito da una culla piccolina che si dondolava da sola. Hannah aveva sicuramente fatto qualche magia perché dove prima c'era l'armadio, vide un letto matrimoniale e al posto della sua libreria, si trovava una cucina piccola. D'istinto si avvicinò alla culla e prese in braccio il suo piccolo Adam. Lo strinse cercando di non fargli male. Nonostante fossero passati settantanove anni dalla sua morte, Adam era rimasto piccolo. Hannah aveva ancora la stessa età del giorno in cui era morta. Tutti in realtà, si rese conto. Anche i suoi genitori, Hagrid... e Dobby? Non ci aveva pensato.
Chi era quel buffo elfo che si aggirava per Hogwarts? E per quale motivo stava cercando Harry? Si trovava anche lui lì? Scosse la testa tentando di scacciare via le domande e si concentrò su Adam. In quel momento Hannah entrò dalla porta dietro di Neville e si mise accanto a lui. Con un gesto lieve della bacchetta fece apparire uno specchio che rifletteva la loro immagine. "Ho aspettato così tanto per vederci in questo modo" sussurrò Hannah dando un piccolo buffetto al piccolo Adam e sorridendo, attraverso lo specchio, a Neville.
  
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