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Autore: arowen47    31/05/2009    1 recensioni
Se la vita ti togliesse tutto, se ti togliesse l'unica fonte di sostegno della tua vita, riusciresti a creare un nuovo mondo tutto per te lontano dalla tua vita precedente? Abbandoneresti tutto? Ricominceresti tutto da capo. Spero vi piaccia! Commentate
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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You can see that I've been crying

 

Presi la sua mano e insieme ci dirigemmo verso la stazione. Il treno aspettava silenzioso sui binari, appoggiai le valigie per terra e trassi un profondo respiro. Sentivo di nuovo il vuoto impossessarsi del mio cuore, della mia anima, delle mie membra.

Strinsi di più la mano di Federico, i nostri sguardi si incontrarono, ancora. I miei occhi velati cercavano conforto in quelli di lui.

“E’ ora di partire Giulia.”
“Senti, non ti devi preoccupare, ho capito tutto e se avessi bisogno ti chiamerò subito.”
“Giulia, dannazione! Come fai a dirmi di stare tranquillo? Sarai da sola in una città che non conosci, in una casa che non conosci, sarai da sola!”

“Così però la metti sul drammatico…”
“Giulia…”

Sentii le sue braccia attorno alle mie spalle, il suo respiro vicino al mio orecchio. Riuscivo a sentire il battito del suo cuore e il profumo del suo dopobarba. Un profumo così dolce, così familiare. Papà.

Piansi, piansi lacrime amare, d’odio, di rabbia, di frustrazione. Mio padre era morto e mia madre aveva tradito per sempre la mia fiducia e ora l’unica cosa che mi restava era quel poco che avevo messo nella valigia, il mio mp3 e il biglietto del treno che mi avrebbe portato in un luogo sconosciuto.

Sentii le braccia di Federico farsi più strette, con una mano mi accarezzava la schiena mentre con l’altra giocava con i miei capelli.

“Non posso lasciarti andare!”
“Devo, devo… se rimango in questa città ancora per qualche minuto so che… che…”
“Shh… non dire altro ti prego.”
Mi staccai dal suo abbraccio e infilato l’mp3 nelle orecchie presi le mie valigie e salii sul treno.

“Giulia, quando arrivi chiamami. Ho già avvisato la signora Clara, la casa che di solito ci affitta è sul lungo mare. Per il tuo arrivo sarà tutto pronto, di qualunque cosa tu abbia bisogno chiedi pure a lei. Ti prego Giulia, chiamami! Quando vuoi, a qualsiasi ora, ma fallo.”
Gli accarezzai la guancia e gli sorrisi.

“Appena arrivo ti chiamo, non devi dire a nessuno dove sono…”
“Nemmeno a Erika?”
“Soprattutto a lei, mia madre… mia madre quando capirà che me ne sono andata sarà la prima persona a cui chiederà qualcosa, quindi, meno sa meglio è…”
“Va bene… Giulia…”
“Si?”
“Io ti…”
Ma prima che potesse terminare la frase il treno si mise in moto. Lo vidi rincorrere il treno e poi lo vidi fermarsi in corrispondenza della fine della stazione.

“CIAO FEDE! A DOMENICA!”

Ero ormai troppo lontana e le parole del mio migliore amico furono coperte dal rombo delle ruote del treno sulle rotaie.

Chiusi il finestrino e sistemate le valigie mi sedetti. Durante quel viaggio mi accompagnarono le note malinconiche di Iris dei Goo Goo Dolls. Lacrime silenziose rigarono il mio viso. Velocemente le asciugai, strinsi a me la foto di mio padre. Non lo avrei mai dimenticato, sentivo ancora il suo profumo, la sua risata cristallina e cullata dalle sue caldi braccia mi addormentai.

 

Mi maledii per quello che avevo appena detto, avrei rovinato lo splendido rapporto che mi legava a lei, e per cosa? Per cosa avevo messo in pericolo la nostra amicizia? Per cosa avevo messo in pericolo il meraviglioso legame tra me ed Erika? Per cosa?

Ero stato spinto da puro e semplice egoismo. È vero l’amavo, l’amavo, ma l’avevo capito troppo tardi ed ora, ora era tutto perduto.

Chissà quando avrei rivisto quel sorriso che mi aveva stregato quel giorno al parco, fu proprio quando incrociai quegli occhi color cioccolato che brillavano, che mi accorsi di essere innamorato di lei.

Ma io stavo con Erika, il mio primo amore e lei, lei adesso cercava di rifarsi una vita lontana da qui, lontana da i suoi cari e lontana da me.

Forse sarei riuscito a dimenticarla, forse un giorno quando avrei rivisto quegli occhi che tanto amavo, non avrei più sentito quella sensazione di magia, ma solo affetto, un affetto tra fratello e sorella.

Ritornai in casa e chiuso in camera mia ripensai a tutto quello che era successo quel giorno e mi addormentai con il suono della sua voce, mentre cantava la nostra canzone.

 

It's strange to think the songs we used to sing
the smiles, the flowers, everything...is gone
yesterday I found about you
even now just looking at you...feels wrong
you say that you'd take it all back, given one chance
it was a moment of weakness and you said yes...

you should've said no, you should've gone home
you should've thought twice before you let it all go
you shouldn've known that word, bout what you did with her wouls get back to me...
and I should've been there, in the back of your mind
I shouldn't be asking myself why
you shouldn't be begging for forgiveness at my feet...
you should've said no, baby and you might still have me

you can see that I've been crying
and baby you know all the right things...to say
but do you honestly except me to believe
we could ever be the same...
you say that the past is the past, you need one chance
it was a moment of weakness and you said yes...

 

 

Grazie per i commenti!!

  
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