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Autore: LysL    01/02/2017    2 recensioni
Una raccolta di otto piccole storie che vedono come protagonista Yuri Plisetsky mentre impara che "casa" non è solo un luogo, ma anche affetto e, perché no, a volte anche persone.
(La nota What if? si riferisce al fatto che il contesto diverge dal finale canonico, poiché la storia è stata ideata prima della fine della serie.)
*
{Storia partecipante al contest "Christmas Game – Puzzle Time" proposto e curato da Fanwriter.it ♥}
#1. Casa
#2. Promesse
#3. Tutta colpa del jet-lag (forse)
#4. Nanna
#5. Nuovo
#6. Troppo saké
#7. Hobbies
#8. Legami
#9. [Bonus!] A distanza
Genere: Generale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Yuri Plisetsky
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Contest natalizio



Immagine di SpigaRose


Legami
 
[Prompt: Nevicata Notturna]
 
Nonostante la sua giovane età, Yuri aveva già visto numerose città straniere; aveva viaggiato dalla Russia fino al Giappone, nell’Ovest dell’Europa, negli Stati Uniti e nel Nord America. Si riteneva fortunato di aver avuto quella possibilità, eppure nessuna New York con le sue luci ed il ritmo frenetico, nessuna Hasetsu con la sua calma quasi noiosa, nessuna Barcellona con il suo sole tiepido perfino d’inverno avrebbero mai potuto eguagliare la maestosità di Mosca.
La Piazza Rossa era gremita di persone, illuminata a giorno dalle decorazioni luminose che adornavano la lunga ed imponente facciata del centro GUM. Numerosi altri festoni luccicanti pendevano sopra la sua testa, tra gli stand del mercatino di Natale, e attraverso di essi si riuscivano a vedere le cupole colorate della Cattedrale di San Basilio.
Ai moscoviti il freddo non faceva paura, neanche i tredici gradi sotto zero che il termometro stava indicando, e Yuri e Nikolai Plisetsky non facevano eccezione. Con le guance e i nasi rossi, pesanti giacconi di pelle foderati di lana e sciarpe (Yuri aveva messo quella della signora Katsuki) strette bene al collo, camminavano vicini tra gli stand, guardando tutto, ma senza cercare niente in particolare.
Yuri indugiò per qualche secondo con lo sguardo sul grande albero di Natale allestito di fronte l’entrata del GUM per poi passare sulla pista di pattinaggio al centro della piazza, dove le persone scivolavano sul ghiaccio in modo più o meno aggraziato.
Gli piaceva quell’atmosfera: era festosa, ma non soffocante, la gente ti passava accanto parlando del più e del meno e sorridendoti perché a Natale si è tutti più buoni. I turisti non erano meno coinvolti dalla vivacità dei locali e i loro occhi meravigliati e felici erano parte della festa.
Anche a distanza di anni, ricordava ancora quanto gli piacesse da bambino recarsi lì per quella ricorrenza; quando era piccolo, suo nonno soleva comprargli un sacchetto di prjaniki ad uno degli stand e aspettava che li mangiasse prima di portarlo alla pista, e se dopo quella non fosse stato troppo stanco, era capitato che facesse un giro son lui sulla giostra illuminata o che lo portasse a vedere il carro di Ded Moroz.
Adesso le cose erano un po’ cambiate; a Yuri non interessava più salire sulle giostre e guardare Ded Moroz, non era più il bambino irrequieto che faceva disperare il nonno rischiando di perdersi tra la folla, nella foga di raggiungere una determinata bancarella o di seguire Snegurochka, però continuava a rimanere incantato di fronte ai giochi di luce e al modo in cui le sagome della Torre Spasskaya e della Cattedrale si stagliavano contro il cielo blu freddo e sporcato da nubi grigie e vaporose, come una coltre che si ispessiva al passare dei secondi.
Affondò di più le mani nelle tasche, rabbrividendo, più per l’impazienza che per il freddo e si voltò a guardare suo nonno, il quale aveva lo sguardo perso di fronte a sé.
Tolse una mano dalla tasca, facendo una smorfia quando l’aria gelida gli sfiorò la pelle scoperta tra guanti e manica, ma senza scomporsi più di tanto, e la posò sul braccio dell’uomo per attirare la sua attenzione.
Nikolai si voltò verso di lui, con un sorriso nascosto dalla sciarpa. «Yurochka?»
Yuri fece un sorrisetto ed accennò allo stand a pochi metri da loro. «Quest’anno niente prjaniki?» chiese. Non aveva realmente fame: dopo la sontuosa cena del giorno prima e il pranzo a base di avanzi sarebbe stato assurdo che ne avesse ancora, anche se poteva ritenersi un tipo piuttosto goloso, però quella era sempre stata una tradizione e lui non aveva intenzione di spezzarla.
«Sei un pozzo senza fondo, nipote, mi chiedo cosa dirà Lilia quando ti vedrà domani.» Commentò suo nonno e Yuri sbuffò rumorosamente. «Non ingrasserò se per due giorni mangio di più, non sono mica come quel cotoletto giapponese! Tsk.» calciò un pezzo di carta che aveva avuto la sfortuna di trovarsi tra i suoi piedi.
Nikolai scoppiò a ridere a quella reazione, e il suono ricco e roco della sua risata sciolse la punta di fastidio che aveva cominciato a crearsi nel petto di Yuri. «Vieni qui, andiamo a prendere questi prjaniki!» gli scompigliò quelle poche ciocche che sfuggivano al cappuccio scuro della felpa.
Yuri si scostò da quel tocco con un sorriso e prese a camminare verso lo stand. L’odore dolce si diffondeva nell’aria come una scia seducente che guidava gli avventori verso la bancarella, dove i dolcetti ricoperti di glassa bianca facevano bella mostra di sé, tentando chiunque passasse di lì.
Mentre suo nonno stava in fila aspettando il proprio turno per pagare, Yuri si fece da parte; appoggiato alla struttura metallica dello stand, tirò fuori il telefono per scattare una foto alla piazza illuminata; al centro della foto la Cattedrale splendeva in tutta la sua magnificenza, accanto all’orologio della Spasskaya. La postò pochi secondi dopo segnando #москва #redsquare e non passò che qualche altro istante prima che cominciassero ad arrivare le prime notifiche. Quello che Yuri non si sarebbe mai aspettato era uno dei commenti che spuntò tra gli altri pieni di cuori e dichiarazioni d’amore dalle sue fan: “v-nikiforov Passa una bella serata e divertiti, Yurio! Victor e Yuuri.
I suoi occhi passarono più volte su quella semplice frase, giungendo alla conclusione che sì, era lì e non se la stava immaginando.
Non ne era neanche stupito, a dire la verità, dopo che quella mattina entrambi i due piccioncini si erano premurati di augurargli Buon Natale e non solo loro! Aveva ricevuto un messaggio vocale da Yuuko in cui l’intera famiglia Nishigori gli faceva gli auguri, un foto di Mila imbacuccata in una giacca fucsia e stretta alla sua nuova fiamma sullo sfondo del mercatino di isola Elagin a San Pietroburgo, un breve, ma sentito messaggio da Georgij ed anche una foto di una Almaty nebbiosa con le montagne innevate in lontananza da Otabek, correlata di un semplice Buon Natale, Yura. Perfino Lilia e Yakov l’avevano chiamato, più per ricordargli di non perdere l’aereo del giorno dopo, ma Yuri aveva comunque apprezzato il pensiero.
E quella mattina si era accorto di qualcosa a cui non aveva mai realmente fatto caso, mentre se ne stava seduto su una sedia della cucina con Noski in grembo e tentava di rispondere alla maggior parte dei messaggi che gli erano arrivati. Aveva sempre pensato che le persone facessero gli auguri per convenzione, senza sentire realmente quelle parole vuote e ripetute anno dopo anno. Cos’altro poteva spingere qualcuno a scrivere qualcosa di tanto scontato? Yuri era dell’idea che se qualcuno era davvero importante nella sua vita, allora era con lui che avrebbe passato le feste e non ci sarebbe stato bisogno di affidarsi ad un apparecchio elettronico.
Aveva dovuto ricredersi, e l’aveva fatto nell’esatto momento in cui aveva guardato le sue ultime conversazioni ed aveva notato che erano sempre le stesse da qualche mese a quella parte.
Aveva dovuto ricredersi, dopo aver sentito l’affetto nelle urla delle gemelle, nella voce profonda di Takeshi ed in quella più acuta e materna di Yuuko.
Aveva dovuto ricredersi, dopo il sorriso della signora Katsuki, tanto simile a quello del figlio, nella foto di gruppo che Victor gli aveva mandato. E per la prima volta neanche lo stupido sorriso a cuore di quest’ultimo era riuscito a spegnere quella scintilla che gli aveva fatto aprire un sorriso sul volto.
Aveva dovuto ricredersi, dopo l’espressione splendente di una Mila innamorata e felice di condividere quell’emozione con lui, e dopo le parole gentili di Georgij.
Aveva dovuto ricredersi, dopo il panorama di Almaty e il soprannome che l’aveva fatto arrossire, anche se era stato lui per primo a darne uno ad Otabek.
Aveva dovuto ricredersi, dopo il tono burbero di Yakov e quello più severo di Lilia, entrambi tinti di una nota fiera.
Un tocco freddo sullo zigomo gli fece alzare lo sguardo verso il cielo, appena in tempo per vedere scendere i primi, silenziosi fiocchi di neve dal cielo, coperto ormai di nuvole. Attorno a lui i mormorii della gente si fecero più alti, seguiti da risate e abbracci, mentre i bambini cominciavano a correre in giro cercando di mangiare la neve, spesso seguiti dagli adulti.
Una mano sulla spalla lo fece sussultare, preso com’era ad osservare il lento fluttuare dei fiocchi bianchi. Abbassò il viso, incontrando gli occhi verde scuro di suo nonno. L’uomo gli stava porgendo un sacchetto di carta, con il suo solito sorriso duro e orgoglioso che riservava solo a lui.
Yuri si sporse a prendere un biscotto, gustando il dolce sapore del miele, mitigato da quello più fresco del limone e dello zenzero. Alzò di nuovo lo sguardo verso l’alto, verso la Cattedrale ormai celata da una sottile coltre bianca, e sentì il braccio di suo nonno posarsi sulle sue spalle e stringere.
Forse non l’avrebbe mai detto ad alta voce, e forse non l’avrebbe mai più ammesso a se stesso una seconda volta, ma in quel momento, stretto a suo nonno, nel mezzo della Piazza Rossa gremita di persone e con i messaggi di coloro che tenevano a lui a ricordarglielo, Yuri Plisetsky si sentì il ragazzo più fortunato al mondo.
 
 
 
[1520 parole]
 
 
 
Note della pseudo autrice:
Ed ecco qui anche l’ottavo ed ultimo capitolo di questa raccolta!
Devo dire che pensavo di metterci molto più tempo per scriverlo, considerati tutti gli impegni che ho in questo periodo, ma sorprendentemente non è stato così.
Prima di passare ai ringraziamenti, vorrei spendere un paio (molto più di un paio, conoscendomi) di parole su questo ultimo capitolo, per spiegare alcune cose e tirare le somme.
Ho cercato di descrivere l’atmosfera della piazza in modo più realistico possibile, facendo riferimento ad immagini trovate sul web e informazioni su siti di viaggi (e adesso le pubblicità non fanno altro che chiedermi se io voglia prenotare per il Natale a Mosca il prossimo anno!), e se volete davvero cogliere bene l’ambientazione vi consiglio di cercare un semplice “Piazza Rossa Natale” su Google, perché merita tantissimo!
La Cattedrale di San Basilio, la Torre Spasskaya e il centro commerciale GUM sono monumenti che si affacciano sulla piazza e contribuiscono alla creazione di questo scenario suggestivo e pieno di luce. È inoltre tradizione Russa quella di organizzare questi Mercatini di Natale in quasi tutte le città più importanti (quindi nella zona del Cremlino a Mosca, ma anche in varie zone di San Pietroburgo, dove ad esempio si trova Mila).
Ded Moroz (Nonno Gelo) e Snegurochka (Fanciulla di Neve) sono due personaggi del folklore russo; il primo è portatore di doni, la seconda è sua nipote ed aiutante, nonché personificazione dell’inverno.
I prjaniki sono dolci tipici russi che vengono mangiati principalmente nel periodo natalizio. Sono aromatizzati al miele, limone, cannella e zenzero, infatti sono simili al pan di zenzero (ed il nome significa proprio questo), e ricoperti di glassa. Hanno un aspetto troppo invitante *-*
Per quanto riguarda l’aspetto meno informativo e tecnico di queste note, la cosa che mi preme di più è essere riuscita a rendere bene il personaggio di Yuri, di aver descritto il suo percorso di accettazione e rivalutazione dei suoi legami con le persone che hanno influenzato la sua vita, ma anche con la sua terra e con i posti in cui è stato bene, nel modo in cui mi ero prefissata.
Lascio il verdetto a voi lettori, e mi accontento di aver terminato questa raccolta. (*psst* ci sarà un capitolo bonus, perché mi andava troppo di scriverlo!)
Sono contenta di aver scritto queste storie: mi hanno permesso di “rimettermi in carreggiata” dopo un periodo davvero buio per la mia ispirazione, Yuri On Ice mi ha fatto tornare la voglia di scrivere e non potrei essere più grata a Kubo per aver creato un’opera così bella e piena di bei messaggi e personaggi ancora più meravigliosi.
Volevo inoltre ringraziare Aly7788, FigliadellaPernico, Isir, Mikahellau, Princess U_U, sunrise92, Vale51198, White Hurricane e Zoey Charlotte Baston per aver inserito la storia tra le preferite e Alexys_Tenshi, BlackVelvet, Brave_, Daniela_97, Destiel95, DiamanteLightMoon, FuriaBuia19, Merope Molly Lestrange, Silvar tales, somebodytowritefor e Unacomete per averla inserita tra le seguite.
Un ringraziamento speciale va a chi ha recensito, ma soprattutto alle splendide Silvar tales, la lettrice che ogni autore vorrebbe, e _Lady di inchiostro_, che mi ha supportato sin da quando questa storia non era che un’idea nella mia testa e continua a farlo tutt’ora.
Grazie mille a tutti e alla prossima!
LysL
  
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