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Autore: Voglioungufo    04/02/2017    4 recensioni
NaruSasu | KakaSaku | Post-699
Naruto non riesce più a distinguere cosa sia vero e falso. Sasuke non crede di essere in grado di aiutarlo. Ma Sakura non smetterà mai di avere fiducia nei suoi testoni: sa che come le calamite si ritroveranno sempre.
“E’ questo quello che è successo? Hanno preso i ricordi di Naruto su Sasuke e li hanno resi terrificanti?”
Shikamaru annuisce. “Sì, li hanno resi così terrificanti che lui lo vede come una minaccia alla sua incolumità e lo odia, potrebbe esserne così spaventato da tentare di ucciderlo. Questa è la nostra teoria”
Genere: Angst, Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Kakashi Hatake, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Naruto/Sasuke
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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CALAMITE

Il cielo è intervallato da grossi nuvoli bianchi che i raggi del sole cercano di trafiggere colpendo lo spiazzo di terra secca e l’erba tagliata corta. Guarda l’unica figura che si allena in quello spazio vuoto del campo sette distrattamente, Sakura volteggia in figure letali posizionando e lanciando shuriken, trafigge l’aria con i kunai e ha distrutto parecchi sassi con i suoi pugni.
“Pensavo non ci venisse più nessuno, qui” dice la ragazza alla fine, quando si ferma dandogli le spalle ritta come un fuso. Volta solo di poco la testa mostrando il profilo delicato.
Sasuke non risponde, sbuffa solo leggermente facendo un passo avanti. Solitamente non usa i campi di addestramento pubblici, usa quelli del quartiere Uchiha, solo che quella mattina si è svegliato con una strana nostalgia e senza rendersene conto i suoi passi lo hanno guidato in quel campo di addestramento.
Sono passati cinque giorni da quando Naruto ha avuto l’incontro con Hinata, sa che ce ne sono stati altri e che è entrato in contatto anche Iruka-sensei. Tutti dicono che può migliorare, che possono farcela, ma per Sasuke sono stati quattro giorni orribili. È come se un’apatia dolorosa lo divorasse da dentro.
Sakura si stiracchia i muscoli indolenziti e fa un sorrisetto pigro mentre socchiude gli occhi. “Neh, Sas’ke-kun, ci alleniamo insieme? Che ne dici?”
Sasuke si è sempre allenato solo con Naruto, ma la maggior parte delle volte usa un proprio kage bushin. Sono gli unici avversari con i quali può mettere in atto tutto il suo potenziale senza temere, con gli altri deve sempre frenarsi.
Annuisce comunque, avaro di parole, perché la kunoichi è nel suo stesso team e nelle missioni c’è sempre bisogno di affinità combattiva. Si limiterà a sfruttare solo lo sharingan e pochi jutsu del rinnegan. Sakura è forte, lo è moltissimo, ma non al suo livello.
“No, Sas’ke-baka” lo richiama notando l’abbassarsi del chakra “Non trattenerti, colpiscimi con tutta la tua forza” e mentre lo dice allarga le gambe e posiziona le mani davanti in difesa, stringe un kunai.
La guarda male. “Non sopravvalutarti”
“E tu non sottovalutarmi” lo rimbecca mostrandogli la lingua “Se lo farò anch’io non potrò mai migliorare. Credi che in missione saranno gentili come te? No, quindi non farti scrupoli”
Sasuke vorrebbe dirgli che in missione non troverà nessuno forte come lui o più forte di lei visto che è la miglior kunoichi di Konoha, ma si limita a un sorrisetto beffardo mentre richiama il chakra ad attivare il rinnegan. Da quando è tornato si è scoperto ad ammirare molto l’Haruno: la sua costanza e la sua determinazione sono incredibili. Non aveva nessuna base su cui partire, né un demone codato o un’arte oculare o qualche altra tecnica di un clan ninja –i suoi genitori sono civili --, ma aveva abbastanza forza di volontà da farla diventare un’erede dei Sannin.
Fa mezzo sorriso divertito pensandoci. “Dopo non metterti a piangere però, Haruno” la deride con un soffio di affetto.
Sakura ghigna apertamente. “Ho smesso di piangere per te, baka” poi attacca. Gli lancia con precisione il kunai contro centrandolo al petto, Sasuke lo devia estraendo fulmineo kusanagi, non si sofferma minimamente su quell’arma e alza la testa verso il cielo conscio che si tratta solo di un diversivo. Infatti vede subito la figura di Sakura precipitare verso di lui mentre carica un pugno. Si sposta appena in tempo e la kunoichi libera il chakra sul terreno distruggendolo come se si fosse scontrata una piccola meteora. Sasuke corruccia le sopracciglia mentre nello sbalzo di ritirata attiva chidori lungo la lama della katana. Sul volto della ragazza compare una smorfia di fastidio per gli acuti strilli di quei fulmini. Si accuccia evitando l’affondo dell’avversario e approfitta di quella spinta per lanciare un calcio laterale. L’Uchiha lo evita senza scomporsi e balza via per evitare un secondo pugno. Stare troppo vicini alla ragazza può essere pericoloso, deve concentrarsi su tecniche a medie o lungo raggio. Disattiva chidori sulla katana e velocemente la rinfila nel fodero. Si porta le dita dell’unica mano al petto iniziando a comporre i sigilli di cavallo-tigre-pecora-scimmia-cinghiale-cavallo-tigre e poi le porta alla bocca unendo l’indice con il pollice.
Sakura schiva facilmente l’offensiva scartando di lato con un balzo, si porta di nuovo vicino al ragazzo cercando di colpirlo alla faccia. Para con l’avambraccio e cerca di destabilizzare il suo equilibrio. La kunoichi ruota su sé stessa e gli sfila la katana gettandola lontana. Sasuke sbarra gli occhi preso alla sprovvista ma poi li assottiglia furioso. Senza pensarci una seconda volta attiva nuovamente il chidori facendolo crepitare nella propria mano, Sakura cerca di evitare il colpo attivando un ninjutsu di vento, ma intercetta con lo sharingan i sigilli e repentino cambia strategia. Tira fuori una kunai e mira al fianco, la kunoichi inarca la schiena e rotola a terra rialzandosi immediatamente in posizione difensiva. Non è abbastanza veloce, l’Uchiha le arriva alle spalle e la colpisce con precisione alle gambe facendola franare nuovamente a terra. Prima che possa anche solo pensare di contrattaccare si trova con le spalle a terra e la lama del kunai sotto il mento.
Tutto il combattimento è durato nemmeno una manciata di minuti, sono stati cosi veloci che agli occhi di uno spettatore esterno sarebbero apparsi come figure sfuocate.
Sakura imbroncia l’espressione. “Non hai usato il rinnegan, però” gli rinfaccia.
“Sì, invece” la contraddice “Ho usato la tecnica spazio-temporale per apparirti alle spalle”
A quelle parole Haruno arriccia le labbra verso l’alto. “Sleale” lo rimprovera ironica e appoggia la nuca a terra scoprendo la gola.
Sasuke la odia. Non capisce come possa essere così rilassata con lui che le punta un kunai alla gola, volendo potrebbe ucciderla e lei non avrebbe nemmeno il tempo di reagire. Come può fidarsi così ciecamente di lui dopo tutto quello che le ha fatto? La odia. Lo fa sentire sporco, in colpa e debole. Dove lo mette tutto quel coraggio, Sakura?
“Sai, avrei voluto che tu e Naruto foste i testimoni al mio matrimonio” dice improvvisamente, ha gli occhi verdi che riflettono il cielo e qualche ricordo amaro. Sasuke ha uno spasimo alla mano al nome del biondo e la lama graffia leggermente la pelle morbida del collo. Dovrebbe toglierla prima di fare danni, ma non ci riesce.
Sakura continua a parlare non curante della goccia di sangue che ha preso a scivolare sulla pelle rosea. “Invece non mi permettono neppure di vedere Naruto. Me lo hanno proibito, non posso nemmeno controllare le sue condizioni. Non posso incontrarlo” una lacrima rotola all’angolo dell’occhio destro.
Meglio così, pensa Sasuke. Non vuole nemmeno lui che veda quel pallido fantasma di Naruto, ne uscirebbe distrutta, si renderebbe conto che è irrecuperabile.
“Hai detto che non avresti pianto” dice invece con voce cupa.
“Infatti non sto piangendo per te, baka” il suo petto trema per una risata. Alza una mano sfiorandogli la guancia con le dita. “Siete entrambi dei tali baka. Mi farete diventare pazza, prima o poi”
Quella carezza infastidisce Sasuke, è inadeguato a sopportarla, ma non si muove e la lascia fare. Ha ancora il kunai premuto sulla sua gola, cosa aspetta a toglierlo?
“Neh, alla fine la storia si ripete sempre. A parti inverse, però. Solo io resto sempre... lasciata indietro” termina, sembra sul punto di scoppiare davvero in lacrime.
“Sakura—”
“Cosa ci fai sopra mia moglie, Sas’ke-kun?”
Entrambi sussultano mentre, davanti a loro, si è materializzato l’Hokage con la faccia scura e un sorriso tirato con una grande voglia di strozzare l’ultimo degli Uchiha. “Se hai cambiato idea potevi pensarci prima, ora è off limits” continua minaccioso mentre Sasuke si alza velocemente e Sakura arrossisce.
“Kakashi!” strepita furiosa “Smettila di sparare cretinate. Ci stavamo allenando. E tu non dovresti essere in ufficio, scusa?”
Sasuke si sistema il mantello e va a recuperare kusanagi preferendo lasciare i due ai loro problemi di gelosia e coppia. La infila nel fodero ancora sorpreso che la ragazza sia riuscito a prendergliela, Sakura ha fatto davvero molti progressi.
“Comunque stavo cercando te, Sasuke” la voce di Kakashi gli arriva nuovamente seria e si volta trovandolo mentre fa dei buffetti sulla testa a una Sakura completamente rossa in volto.
No, non vuole sapere cosa si sia perso, grazie.
“Ascolto” concede incolore tornando a sistemare kusanagi.
Kakashi non commenta il suo tono informale, prende solo un grosso respiro. “Ho parlato con Naruto”
Quelle parole catturano tutta l’attenzione dell’Uchiha, anche la rosa volta la testa verso l’Hokage e lo guarda con gli occhi verdi spalancati.
“Faccia a faccia?” Sasuke è il primo a riprendersi “E non ha dato di matto?”
“No. Era solo molto arrabbiato con me e per ragioni abbastanza giuste” sospira “Non sappiamo cosa stia succedendo, nessuno di noi lo sa. A volte è quasi razionale, lucido, poi, senza nessun motivo,torna ad esplodere e dobbiamo sedarlo. Nemmeno il Kyuubi può esserci di aiuto” Kakashi esita, come se avesse paura a continuare “Dice che vorrebbe vederti”
Il mondo è una barchetta a vela, sballottata da onde scure, con il ponte che ondeggia sotto i suoi piedi e fatica a mantenere l’equilibrio. Si sente come un ubriaco e lo stomaco è serrato in una morsa. Gli sudano le mani. Sasuke aveva rinunciato a vederlo, aveva capito di aver perso nel momento esatto in cui aveva riconosciuto lo sguardo d’odio in quegli occhi blu, ma ora che ha sentito quelle parole non può sottrarsi al desiderio di rivederlo.
Dice che vorrebbe vederti.
Vorrebbe andare subito, ma Kakashi lo costringe ad aspettare qualche ora per poter sistemare la sala in caso Naruto esplodesse. A mezzogiorno è davanti alla stanza d’ospedale, sembra più una cella. Vorrebbe poter incontrarlo in privato, ovviamente, ma deve sopportare la presenza del solito équipe medico e un auricolare dove Kakashi gli comunica in caso di necessità. Aspetta il via dell’Hokage prima di aprire la porta e scivolare dentro la stanza bianca.
Subito quegli occhi azzurri si fissano su di lui.
È disteso sul lettino dallo schienale rialzato con cinque cinghia per braccia a bloccargli i movimenti e sigilli dipinti attorno a lui nel caso perdesse il controllo. Ma non sta lottando per liberarsi, lo osserva solamente con lo sguardo diffidente di chi si aspetta una trappola da un momento all’altro. Si avvicina fino ad arrivare ad un metro da lui, si sente nervoso e dopo tutto quel tempo percepisce chiaramente l’assenza del braccio.  Non sa cosa dire, si chiede se anche Naruto abbia provato quel senso di nausea alla bocca dello stomaco quando lo aveva rivisto dopo tre anni. Ora capisce perché era rimasto immobile a fissarlo, ora capisce come si debba essere sentito destabilizzato.
“Ciao”
“Ciao” risponde lui, è la voce di Naruto, sembra la sua voce, ma sembra quella di un estraneo.
“Kakashi mi ha detto che volevi parlarmi” dice. Vorrebbe non sentirsi così a disagio sotto quello sguardo vivido.
“Vederti, in realtà” lo corregge, sembra si aspetti che lo attacchi da un momento all’altro. Lo fissa così a lungo che getta uno sguardo alle specchio-finestra come a cercare aiuto, ma riceve solo il riflesso della sua immagine. Ha occhiaie profonde, il viso pallido come un malato con gli zigomi sporgenti ed è tutto scompigliato per il breve ma intenso allenamento con Sakura. D’altronde sono cinque giorni che non dorme.
Quasi a leggergli nella mente Naruto riprende a parlare. “Ti ricordavo più carino”
Per qualche motivo quella frase fa scattare qualcosa in Sasuke, come se una rabbia sopita si risvegliasse lentamente. “Anche tu hai avuto tempi migliori” risponde brusco. Che cosa sta facendo? Non ha nessun diritto di rispondere con quel tono antipatico, è stato torturato, Kami! Non riesce proprio a capire cosa sia quel peso in fondo allo stomaco, sembra rabbia. Non deve prendersela con Naruto per quella situazione, ha appena passato l’inferno e non deve infierire. Deve aiutarlo. Improvvisamente sente che potrebbe mettersi ad urlargli dietro, non sa nemmeno per cosa, semplicemente vedere quel Naruto che non è Naruto lo fa star male.
“Non sei simpatico a dirmi queste cose dopo quello che ho passato” gli ricorda infatti con una risata amara, come se non gli importasse davvero del mancato tatto.
“Tutti abbiamo passato cose brutte. Ed eri tu quello simpatico, non io” inspira bruscamente. Sa che Kakashi gli sta ordinando qualcosa dall’auricolare ma non riesce a sentirlo. Si sente troppo in balia delle sue emozioni e non gli piace, odia non avere la situazione sotto controllo. Si sta comportando malissimo, ma d’altronde è vero: è sempre stato Naruto quello con la parola giusta. Era sempre Naruto quello a dover salvare gli altri da sé stessi, era lui quello buono, gentile, simpatico, altruista. Non Sasuke. Sasuke è il contrario di tutte quelle cose. Quello che Naruto aggiusta Sasuke lo distrugge.
 Deve andarsene da lì.
“Senti, mi dispiace, sono molto stanco. Magari passo più tardi”
Ha quasi raggiunto la porta quando la sua voce si ferma.
“Sas’ke, io mi ricordo del bento”
Un rapido flash di Kakashi che vieta di far pranzare Naruto si imprime nella memoria di Sasuke. Quello è stato il primo gesto che li ha uniti come compagni di team, come amici.
“Che cosa ricordi?” domanda girandosi, gli fa male il petto come se il cuore stesse cercando di frantumare la prigione delle costole.
“Kakashi-sensei che mi lega al palo per non farmi mangiare” dice “E te che mi passi il tuo bento e convinci Sakura-chan a fare lo stesso”
“Esatto” conferma  “Serviva che anche tu fossi in forze per fare gioco di squadra”
“Kakashi avrebbe potuto squalificarti dall’esame e tu non saresti potuto diventare un ninja”
“Esatto” ha in bocca un gusto amaro. Kakashi continua a dargli suggerimenti ma non riesce a sentirlo, è troppo stordito. Tutto ruota attorno a Naruto.
“Perché lo hai fatto? Era la prima volta che qualcuno, oltre a Iruka-sensei, rischiava tanto per me. Tu... mi hai fatto sentire parte di qualcosa” alza gli occhi chiari su di lui, sono smarriti, sinceri, ma anche molto arrabbiati. Chiedono risposte.
Sasuke scrolla le spalle, lui non ha quelle risposte che tanto cerca. Vorrebbe solo mettersi ad urlare o prendere a pugni qualcosa ma controlla le sue emozioni dietro una maschera di indifferenza, non lascia trasparire nulla dagli occhi neri.
“Non so cosa pensare. Loro dicono che siamo... compagni, ma io ricordo che tu hai cercato di uccidermi, che hai cercato di distruggere il villaggio, che hai quasi ucciso Sakura-chan, che sei entrato nell’Akatsuki...” stringe le labbra “Io ricordo anche queste cose”
“Sono vere” Quella conversazione è peggio di ricevere cento pugni allo stomaco.
“Perché ho rischiato così tanto per te? Perché sono andato così lontano per te?”
 “Perché sei mio amico” sussurra piano quasi non volesse dirlo.
Naruto abbassa lo sguardo mentre mastica fra le labbra quella parola. “Amico” ha un tono sprezzante, quasi se la cosa lo nauseasse. “E’ quello che dicono tutti qui. Che siamo amici, che non mi sei nemico. Però...” lo guarda fisso con gli blu vividi che esprimono solo odio “Io non ci credo. Io non mi fido di te. Io ti odio”
Kakashi non protesta quando Sasuke lascia quella stanza bianca. Cammina lungo il corridoi dell’ospedale senza riuscire a vedere le cose attorno a sé, gli sembra di essersi perso nella nebbia e questa nebbia somiglia molto ai freddi e opachi labirinti dell’Ade. Quando un raggio di sole lo colpisce alla faccia scacciando tutte le ombre del suo viso si rende conto di essere uscito dall’edificio e capisce perché si senta così male.
Il tempo in cui aveva dato per scontato l’affetto di Naruto è scaduto, la sabbia ha smesso di scivolare nella clessidra e ora lo vede finalmente per quello che è realmente.
Pericoloso.
Bugiardo.
Traditore.
Solo.
 
**
Nei giorni successivi per le strade di Konoha c’è solo aria di festa mente si pianifica il matrimonio dell’Hokage. Quando viene annunciato che servono dei bambini per cantare si presentano tutti quelli del villaggio, nel palazzo dell’Hokage ci sono solo consegne di fiori, ogni negozio cerca di regalare la composizione più bella in una gara mai annunciata. Sakura non può uscire di casa senza che qualcuno la fermi ogni due passi per farle le congratulazioni e per questo ha messo tende a Villa Uchiha, unico posto dove i coraggiosi abitanti di Konohagakure non osano mettere piede. Anche durante gli allenamenti gli shinobi chiacchierano allegramente sull’evento in vista. Tutti i paesi alleati mandando ambasciatori per le proprie congratulazioni. Ormai è un affare internazionale.
“E dire che io volevo fare una cosa molto intima” borbotta Sakura distesa sul divano di Villa Uchiha. Sasuke non le risponde nemmeno. Sarà un matrimonio tradizionale visto che si tratta dell’Hokage ed è incredibile la quantità di dettagli che devono essere curati. Al Yui-no1 partecipa praticamente tutta Konoha e il Mokuroku è così immenso che i novelli fidanzati non sanno dove mettere tutti quei regali. Si presenta anche il Kazekage alla cena con i fratelli, chiacchiera allegramente con Sakura e Kakashi anche se continua a guardare di sbieco Sasuke. Domanda anche le condizioni di Naruto, ma solo un poco per non guastare il clima di festa.
Però non c’è modo di non capire il perché di tutta quella aspettativa. Dopo tutto quello che è successo tutti vogliono che accada qualcosa di bello, qualsiasi motivo è buono per festeggiare e cercare di ritrovare la speranza. Sakura e Kakashi ci sono disgraziatamente finiti in mezzo. Questo spiegherebbe perché un giorno Ino si presenta alla porta dell’Uchiha con una parrucca bionda in testa –la terrà finché non le ricresceranno i capelli – per sequestrare Sakura e portarla a provare abiti da sposa. Però non spiega perché abbiano trascinato anche lui in mezzo a quel negozio pieno di merletti e stoffa svolazzante.
Mi sto rammollendo, pensa scappando da quella agghiacciante situazione.
Sasuke lo sa, però, che tutto quello è anche per tenerlo distratto da Naruto. Non ci stanno riuscendo particolarmente bene, l’Uzumaki è un chiodo fisso nella sua mente; però il pomeriggio del matrimonio si sente sinceramente felice per la sua compagna di team.
Haruno ha preteso che almeno lui le facesse da testimone, il secondo è Gai-sensei sulla carrozzina e fortunatamente per l’occasione ha evitato di indossare la ridicola tuta verde. Ino è accanto alla sposa per aiutarla nel cambio dei quattro abiti e sembra una figura anacronistica accanto a una Sakura in kimono bianco visto che la Yamanaka indossa un capo dalla foggia moderna.
Il matrimonio viene celebrato con le teste degli Hokage come sfondo nel tardo pomeriggio quando il sole sta per tramontare. Kakashi fa le promesse di fedeltà con il cielo completamente arancione alle spalle e il sacerdote dona una fronda di camelia giapponese a Sakura. Le sue dita stringono il bastoncino come se tenesse una cosa troppo belle e delicata per essere vera. Allo scambio degli anelli ha un sorriso enorme sul volto e gli occhi lucidi dalle lacrime di gioia.
Sasuke è sinceramente felice per lei, è felice che si sia lasciata alle spalle l’infatuazione per lui trovando un uomo che merita pienamente e che la rispetta.
Appena termina la cerimonia l’orchestra che in origine doveva essere piccolo ma che si è rivelato degno di un teatro inizia a suonare allegri motivetti; la prima a muoversi è proprio Sakura che tira Kakashi per un mano al centro dello spiazzo iniziando ad ondeggiare in maniera scomposta e per nulla coordinata, tipico di Sakura.
Sasuke resta nel limite sorseggiando del saké e segue il ritmo battendo un piede a terra.
“Uchiha, non vorrai fare il palo per tutta la sera!” vocia fastidioso l’Inuzuka mentre stringe le mani di un’impacciata Hinata. Alza gli occhi al cielo e non si muove, continua a guardare gli abitanti di Konoha intrecciare passi e mani in un ballo che diventa sempre più scoordinato per via del tanto saké che è stato consumato. Potrebbero andare avanti tutta la notte.
Sasuke è rimasto sempre nell'angolo ed è uno dei pochi ad essere ancora lucido, non regge bene l'alcool e non ama la sensazione di perdere il controllo che suscita, come se non fosse padrone della situazione; quindi evita sempre di esagerare. Ha preferito accendersi una sigaretta.
Sakura è la prima raggiungerlo, ha  scambiato il kimoni bianco tradizionale per un abito più moderno stretto in vita ma dall'ampia gonna a ballerina. Si getta su una sedia accanto a lui a peso morto con un soddisfatto "Ah!" e subito dopo sfila i piedi dai tacchi alti e sottili.
"Come fa Ino a fare le missioni con questi aggeggi?" piagnucola confusa. Ha l'elegante acconciatura leggermente sfatta con dei fili rosa che le scivolano davanti al volto arrossato e gli occhi che luccicano.  Lo guarda con aria furbetta prima di sfilargli con gesto repentino la sigaretta dalle labbra.
"Baka, non lo sai che fumare fa male?" lo riprende bonariamente. Sasuke la guarda spazientito per quel gesto invadente. Vuole ribattere con qualcosa di pungente ma la sua attenzione viene catturata da un gruppo di bambini che scoppia a trillare felice e dal verso stupito di qualche adulto.
 Lui è lì che guarda dritto verso di loro, verso Sasuke.
Sakura soffoca un urlo sorpreso. "Naruto!" grida euforica saltando in piedi e correndogli incontro senza potersi trattenere dall'abbracciarlo e stringerlo il più stretto possibile. "Naruto! Sei qui!" la sente gridare ancora piena di gioia aggrappata a collo del ragazzo.
"Ciao, Sakura-chan!" risponde il biondo con gioia "Piano, 'tebayo" esala strozzato dall'abbraccio. Ha sorriso come Naruto, ha usato lo stesso tono scherzoso di Naruto, ha ricambiato l'abbraccio come Naruto. Ma gli occhi con i quali continua a fissare Sasuke non sono di Naruto. L'Uchiha si avvicina ai due guardingo con i sensi tesi e immediatamente il biondo stringe la presa più forte su Sakura, come se avesse paura che Sasuke possa attaccarla e ferirla. Che buffo, è lo stesso motivo per cui il moro si è avvicinato.
Ma Naruto non potrebbe mai ferire Sakura,  giusto?
Sasuke nota immediatamente che accanto al Jinchuurike c'è Tsunade accompagnata da due ANBU, stanno poco distanti giusto per lasciare ai due amici la privacy necessaria ma comunque abbastanza vicini da poter intervenire.
"Sono così felice che tu sia potuto venire!" Sakura si stacca dall'abbraccio, ha i lacrimoni lungo le guance e un sorriso che parte da un'orecchia e finisce sull’altra l'altra "Ma come... quando...?" balbetta troppo felice per essere logica.
Kakashi la interrompe posandole una mano sulla spalla, è arrivato senza che Sakura se ne accorgesse e adesso che c'è anche lui Sasuke si sente abbastanza sicuro da far qualche altro passo. Ha come l'urgenza di cancellare quanto più spazio tra lui e Naruto.
Pessima mossa, però, il biondo si immobilizza subito, la mascella contratta. Finge di non notarlo mentre l'Hokage spiega soddisfatto:
"Ultimamente le cose stavano andando bene ed era giusto che venisse al nostro matrimonio. Per lui e per te"
Sasuke capisce che Sakura si sta trattenendo a forza da saltare ad abbracciare ancora il biondo. Nel frattempo si sono avvicinati anche altri loro amici, fra cui Hinata.
Sorride dolcemente. "Quindi sei potuto venire alla fine, Naruto-kun" poi si volta verso di lui "Ciao, Sas'ke-kun"
Sasuke fa un cenno. Secondo Kakashi lei è il suo miglior difensore quando Naruto perde il controllo e inizia a insultarlo, segretamente le è riconoscente. Non riesce a capire come una persona possa essere così altruista per uno sconosciuto.
"E quei braccialetti particolari?" domanda Ino indicando le braccia dell'Uzumaki. Sasuke aveva già notato i polsini ricoperti di sigilli.
Naruto fa un sorriso di circostanza. "Non sono ancora molto affidabile" e indica con un cenno Tsunade con i due ANBU poco lontani.
La cosa più dolorosa è che Naruto finge che Sasuke non ci sia, non gli ha rivolto più uno sguardo o altro da quando ha sciolto l'abbraccio con Sakura. Parla con gli altri gesticolando ma stando ben attento a non posare gli occhi sul moro, trema leggermente come se avesse i muscoli contratti. Anche la kunoichi sembra essersene accorta e fa saettare lo sguardo fra i due amici mentre domanda vivacemente:
"Quindi adesso ti potrò vedere più spesso?"
Naruto annuisce. "Certo, hanno detto che posso tornare a casa per ora. Anche se avrò sempre qualcuno a sorvegliarmi"
Sakura unisce i palmi delle mani portandole al petto e inclina la testa sorridendo morbida. "Ti prometto che andremo subito a mangiare ramen insieme come ai vecchi tempi!"
Naruto spalanca gli occhi ma poi il suo sguardo si adombra come colto da un brutto pensiero. "Verrà anche lui?" domanda brusco, l'atteggiamento completamente cambiato. Tutti si congelano assumendo una posa guardinga e Sasuke si sente improvvisamente al centro dell’attenzione.
Sakura spalanca brevemente gli occhi prima di fare un altro sorriso. “Sarebbe bello” dice dolcemente come se fosse rimasta ferita da quelle domanda brusca.
“Era bello anche quando ha cercato di ucciderti?” la provoca, poi sembra rendersi conto di quello che dice e chiude gli occhi scuotendo la testa, quando parla ha il tono di voce più controllato “Non capisco come tu possa stargli così tranquillamente vicino dopo tutto il male che ti, ci ha fatto”
 “Quello è il passato” replica pacata, lo sguardo più maturo e la voce leggermente più dura “E’ tornato e si è pentito. Questo dovrebbe contare qualcosa, no?”
 “Già, ci sono tante cose che dovrebbero contare qualcosa ma invece non contano affatto. Ci sono dei ricordi che non riesco a capire e non credo che siano stati modificati dai Chinoike” gli occhi blu saettano sul volto pallido di Sasuke pieni di diffidenza. Sasuke non sa cosa dire ma non abbassa lo sguardo, lo ricambia cercando di rimare apatico davanti a quelle insinuazioni che, sì, lo stanno ferendo.
Ha sempre pensato di non meritare il perdono di Naruto o Sakura, ma non si era mai reso conto di quanto dipendesse da quell’affetto incondizionato. Ora che l’Uzumaki glielo ha negato si sente... vuoto.
Sakura stringe le labbra in una linea sottile e si scosta dalla presa di Kakashi fronteggiando direttamente Naruto. Ha gli occhi verdi pieni di amarezza. “Io non ci credevo”
“A cosa?” chiede Naruto.
“A te” risponde “Se non l’avessi visto non ci avrei mai creduto” e volta lo sguardo verso Sasuke. Da quando Sakura ha iniziato a guardarlo con compassione? Non vuole più stare lì.
“Sono stanco” dice incolore, con il tono di voce basso e fermo, poi si volta per allontanarsi senza attendere una risposta.
 
**
Il sole filtra attraverso le fessure delle serrande chiuse creando dei fasci di luce che illuminano la penombra della stanza. Deve essere ancora mattina molto presto e tutto pare immobilizzato nel tempo. Sakura è appoggiata al ripiano della cucina mentre beve un bicchiere di latte e guarda il suo vestito da sposa abbandonato a terra. Non è sopravvissuto alle mani di Kakashi mentre la baciava e la trasportava in camera da letto.
È nuda, si copre solo con la camicia troppo larga che Kakashi ha indossato la sera prima e sorride come se si trovasse imprigionata dentro un sogno. Però il sorriso è mitigato dalla mestizia dello sguardo mentre pensa a Naruto. Sospira rimettendo il cartone del latte dentro il frigo nuovo e chiudendo l’anta. Ci hanno già attaccato delle foto con le calamite, quelle che spiccano sono le foto del Team Minato e del Team 7. Prende la loro foto di quando erano piccoli staccandola dai magneti e la studia con attenzione, erano adorabili, ogni volta che guarda quella foto sente una felice dolcezza e una genuina nostalgia per la sua infanzia finita troppo presto.
Naruto e Sasuke nella foto si stanno guardando in cagnesco, o meglio: il biondo sta guardando male il moro mentre questo fa di tutto per restare indifferente ma una smorfia contrariata fa comunque capolino sulle labbra. Sakura ama i suoi compagni di team, non sa come si possa tradurre quell’affetto a parole ma sa che nonostante tutti i suoi sforzi non potrà mai essere nel loro stesso piano. Non in senso di forza o volontà, è una questione proprio legata al loro essere. Naruto ha bisogno di Sasuke e Sasuke ha bisogno di Naruto, un’equazione molto elementare che ci ha messo anni a capire.
Sposta l’attenzione sulle due calamite che ha appoggiato accanto alla foto. Si sono unite come se non potessero stare lontane, sono attaccate da un’attrazione inevitabile.
Come Sasuke e Naruto, pensa afferrandole e facendo forza per dividerle. Se le avvicina anche solo di poco sente i due poli opposti tentare di raggiungersi come a voler scappare dalle sue dita. Negativo e positivo, Ying e Yang. Capovolge una delle due calamite così che entrambe le parti negative si stiano fronteggiando, ora si è creata una forza contraria. Si stanno respingendo con tutte le loro forze. A volte essere troppo uguali non va bene.
Delle mani le cingono i fianchi e sente Kakashi appoggiare un bacio sul suo collo. Le sorride contro la pelle. “’Giorno” le sussurra appoggiando il mento sulla spalla.
“Buongiorno” ricambia con un sorriso spontaneo e rilassa la schiena contro il petto di quello che, ora, è suo marito. Ha le vertigini nello stomaco a pensarci.
“Penso che dovrò parlare con Sasuke” gli rivela soprapensiero.
Sente le mani dell’Hokage stringere possessivamente i suoi fianchi superando la stoffa della camicia. “Potrà sopravvivere per un giorno” dice cercando di dissimulare il fastidio.
Sakura ride. “Geloso?” lo stuzzica portando una mano dietro di sé nel tentativo di accarezzargli una guancia ma tasta solo l’aria.
Kakashi stacca il mento dal suo collo per andare incontro alla carezza. “Io non sono un tipo geloso” nega.
“Come no” lo prende in giro “Infatti tu non hai minacciato nessun infermiere maschio di starmi lontano e non mi fai lavorare in team di sole donne”
“Non volevo ti infastidissero” si difende mentre il petto vibra in una risata mal contenuta. Sakura scioglie quell’abbraccio girandosi a fronteggiarlo.
“Bambini” dice “Mi sembra di essere circondata da dei bambini dell’asilo” e si alza sulle punte per baciargli brevemente il labbro inferiore.
“Prendilo come un allenamento per il futuro” le consiglia Kakashi “Signora Hatake
 A quell’appellativo Sakura non può impedirsi di arrossire e nasconde il viso sul petto dell’uomo per non far vedere l’espressione emozionata. Sente il cuore di Kakashi battere regolare vicino al suo orecchio ed è uno dei suoni più belli del mondo. Staccarsi da lui le sembra inconcepibile. Lo sguardo cade sui magneti abbandonati sulla cucina: si sono uniti nuovamente. Uno dei due poli negativa ha ruotato per far combaciare nuovamente quello positivo.
Come Sasuke e Naruto, pensa.   
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Sasuke è al tavolo del soggiorno a controllare vecchi rapporti. In quei giorni si è buttato nel lavoro nel tentativo di non pensare troppo a lungo a Naruto. Non è stato difficile, con il matrimonio alle porte nessuno aveva voglia di compilare scartoffie e lui si è accollato il dovere degli altri senza protestare, anzi ne è stato soddisfatto. Quella notte ha dormito poco, ovviamente. Non è più abituato a dormire da solo, è questo il punto; quando era tornato al villaggio Naruto si era messo a tallonarlo –vuoi per diffidenza che potesse scappare di nuovo o perché i kage pretendevano che fosse sorvegliato – e avevano preso addirittura il vizio di dormire assieme. Naruto lo stringeva sempre come se temesse che una volta risvegliato lui non potesse più esserci.
Non me ne vado da nessuna parte, protestava, però alla fine si è abituato, anzi meglio: si è assuefatto di quella costante presenza ingombrante e ora fatica a chiudere gli occhi.
Chi lo avrebbe mai detto, ad andare via sei stato proprio tu. E in un posto che non può raggiungere per di più.
Il campanello di Villa Uchiha suona e Sasuke sbava leggermente con la china, fa una smorfia infastidita alzandosi. Deve essere Shikamaru con nuovi fascicoli da riordinare, dovrebbe farlo al palazzo dell’Hokage ma preferisce lavorare nel silenzio di casa sua.
Invece quando apre la porta si ritrova davanti il caschetto rosa di Sakura.
“Yo, Sas’ke-baka” lo saluta sventolando una mano. Le sbatte la porta in faccia senza replicare, non ha nessuna voglia di parlare con Sakura. Sicuramente è lì per quello che è successo al matrimonio e no, non c’è niente da discutere e sinceramente della comprensione della rosa non se ne fa assolutamente nulla. Non le parlerà.
La stessa cosa non sembra pensarlo la kunoichi perché la porta viene sfondata da un poderoso pugno lasciandogli appena il tempo di scansarsi. Sakura entra nella casa come se non avesse appena scardinato una pesante tavola di quercia.
“Quella me la paghi” storce il naso infastidito dall’intrusione nei suoi spazi vitali.
Sakura sorride. “Avaro” e poi come se fosse a casa sua si dirige verso il soggiorno. Sasuke sospira e guarda l’uscio costretto a restare aperto. Un pochino gli mancano i tempi in cui bastava una sua occhiataccia a far desistere l’Haruno –perdon, l’Hatake. Adesso è Sakura Hatake – dall’infastidirlo.  
La kunoichi si siede tranquillamente su una delle sedie di legno e afferra il rapporto che stava compilando poco prima fissando distrattamente la scrittura ordinata dell’Uchiha. Ha i capelli rosa tirati dietro da una molletta e un maglioncino grigio chiaro palesemente trafugato dall’armadio di Kakashi.
“Lavori anche in riposo, neh?” inarca una sopracciglia esasperata.
Sasuke sospira rassegnato e si siede anche lui su una delle sedie. “Che cosa vuoi, Sakura?” le domanda insofferente tirando fuori un pacchetto di sigarette. Non potrà affrontare quella conversazione senza la nicotina in circolo.
“Non posso fare visita al mio migliore amico?” dissimula abilmente.
“Uno, non sono il tuo migliore amico. Due, togliti quel sorriso da finta tonta che non ci casca nessuno. E, tre, se mi stai disturbando senza una ragione precisa ti sbatto fuori immediatamente”
Sakura fa un sorriso stupito che copre con una manina. “Wow, non ti ho mai sentito dire una frase così lunga. Stai migliorando!”
Odia quando Sakura lo prende in giro, lo indispettisce e non sa mai come risponderle dietro.   
“E tu sei stata troppo a contatto con il dobe” ribatte piccato, ma appena lo dice si sente il respiro mozzato come se lo avessero colpito allo stomaco con un pugno fortissimo.
Sakura coglie subito l’impercettibile cambio di espressione dell’Uchiha e abbandona il sorriso canzonatorio assumendo una posa più seria.
“Non me lo aspettavo” ammette e non deve nemmeno specificare cosa, la sua presenza è palpabile nell’aria.
“Te lo avevo detto che mi odiava” risponde apatico soffiando il fumo dalle labbra.
“Ma è il modo in cui ti odia” specifica “Mi è così... familiare. Una volta mi sentivo così, quando ho capito che non avresti mai potuto ricambiare i miei sentimenti. Ma sapevo di essere ingiusta, che non era colpa tua”
Scrolla le spalle. “Semplicemente ora mi vede per come sono in realtà” si scansa appena in tempo prima che un cazzotto lo colpisca alla testa.
“Aah, baka” bercia esasperata  “E’ questo quello che pensi? Di meritare l’odio? Lasciami dire che non capisci proprio niente” appoggia la guancia al palmo della mano guardandolo con esasperazione e tenerezza.
Sasuke non se n’è reso conto ma per quel piccolo rimprovero ha fatto un broncio infantile sulle labbra, incrocia le braccia e distoglie lo sguardo dalla ragazza punto sul viso.
 “Cosa hai intenzione di fare?”chiede quindi,finalmente, Sakura. La domanda che attendeva da quando gli ha scardinato la porta.
“Io? Niente” replica secco.
La ragazza aggrotta l’ampia fronte e il suo sguardo lo invita a spiegarsi meglio.
“Che cosa ha fatto Naruto dopo che sono andato via?” le domanda.
Le labbra color pesca prendono una piega amara. “E’ stato strano. È come se si fosse messo a litigare con sé stesso. Hanno dovuto portarlo via”
“Vedi” alza il mento “La mia presenza gli fa perdere il controllo, devo stargli lontano finché non sarà abbastanza sicuro. In più, ora mi odia e non credo ci sia altro da aggiungere in merito” per lui la conversazione può anche finire lì, perciò riprende i fogli che stava riordinando prima deciso a ignorare la kunoichi fino alla fine dei suoi giorni, amen.
Sakura non sembra dello stesso avviso. “Ti odia perché gli hanno fatto il lavaggio del cervello”
Sasuke stringe le palpebre infastidito. “No, gli hanno solo aperto gli occhi. Gli hanno mostrato le cose da un’altra prospettiva e ha capito che ha tutti i diritti di odiarmi. Io, invece, non ho nessun diritto di pretendere il suo affetto”
L’Hatake alza gli occhi al cielo. “Invece sì che è tuo diritto. Avete un legame”
Quello è ancora più doloroso. “Lo hanno spezzato, Saku-ra” trema leggermente nel dire il nome della ragazza.
Se ne accorge allora addolcisce lo sguardo. “No, non lo hanno fatto, lo contraddice. Anche tu avevi pensato di esserci riuscito, poi Naruto ti ha fatto capire il contrario”
“Non ho comunque nessun diritto di impormi nella sua vita se non mi vuole”
“Perché? Pensi che Naruto avesse qualche diritto di farlo con te?” ride cristallina.
Sasuke è seriamente perplesso. “Non è così?”
Le labbra della ragazza si distendono in un sorriso materno e si alza dalla sedia raggiungendolo dall’altra parte del tavolo. Istintivamente Sasuke si irrigidisce.
“Sas’ke-kun” lo chiama con dolcezza e accarezzandogli la frangia “Sai, Naruto mi aveva promesso che ti avrebbe riportato da me e io, per tantissimo tempo, mi sono sentita malissimo all’idea di avergli messo sulle spalle un peso del genere, una promessa così dolorosa. Allora mi convinsi che se gli avesse detto che non volevo più che mantenesse quella promessa lui avrebbe smesso di soffrire e di rincorrerti. In realtà, lui mi rispose che avrebbe cercato comunque di riportarti a casa. Perché? Mi chiedevo. Non ha più motivo di farlo, ma allora perché? Non capivo. Allo stesso tempo era venuto a conoscenza della verità su tuo fratello e anche lui si domandava se davvero avesse il diritto di imporsi su di te dopo tutto...quello...” non terminò la frase “Però lui aveva deciso di volerti aiutare. Anche a costo di essere egoista. Lui voleva te, voleva salvarti e questo gli bastava, lo faceva solo per te. Io ci ho messo un po’ a capirlo” ammette accarezzandogli la guancia. Se chiude gli occhi può fingere che quella sia la mano di Mikoto, a volte è così facile illudersi e crogiolarsi nell’affetto materno di Sakura.
Ma sua madre è morta.
Scosta la guancia dalla carezza amareggiato. “Io non sono Naruto” ribatte.
Sakura si siede sul bordo del tavolo ciondolando le gambe. “Grazie tante, questo si era capito. E grazie al cielo, aggiungo”
L’Uchiha punta lo sguardo d’ossidiana su quello color prato, ha i lineamenti contratti. “Io non sono Naruto” ribadisce “Naruto è luce e affetto, per questo poteva contrastarmi. Il buio non si combatte con altro buio, Sakura. Lui sapeva sempre cosa dire, come comportarsi. Dei due è lui la speranza, io sono la vendetta. Ma ora che anche lui è odio come possiamo trovare l’equilibrio che ci faccia funzionare? È inutile, io non ne sono in grado. Non posso farcela”
Lo schiaffo lo colpisce senza che se ne renda conto, lo capisce solo quando sente la guancia bruciare e la mano di Sakura sollevata. Ha un espressione furiosa e determinata, la guarda stupito. Si sente come un bambino appena rimproverato dalla mamma perché è stato maleducato, si sente umiliato.
Non-dirlo-mai-più” sillaba lentamente la kunoichi “Non dire che è inutile, che non ne sei in grado. Non è vero e lo sai. Naruto non ha mai dubitato di se stesso e ora io ho bisogno che tu creda in te” gli prende la mano “Sas’ke-kun, mi serve che tu mi faccia una promessa. Non ti chiederò altro, ma ti prego: riporta Naruto indietro. Sono io quella che non può farlo, io non potrò mai essere nel vostro stesso piano per quanto io vi ami. Non sono mai stata in grado di salvarvi da voi stessi, non sarò mai in grado di capirvi fino in fondo” ha abbassato lo sguardo e ha gli occhi lucidi, ti prego non metterti a piangere “Potranno creare tutti i sigilli del mondo, ma solo tu potrai farlo tornare com’era. Solo tu. Quindi, per favore, Sas’ke-kun, non abbandonarlo solo perché hai paura” una solo lacrima rotola dalle ciglia chiare.
“Sakura” sfila la mano da quella presa gentile e ripete: “Il buio non si scaccia con il buio”
A quella affermazione la kunoichi fa una smorfia, come se si stesse sforzando di ridere, altre piccole lacrime si sono aggiunte alle prime. Tira fuori dalla tasca due magneti e Sasuke li fissa corrucciato mentre l’appoggia sulla tavola.
“Vedi?” chiede la ragazza mentre le due calamite si uniscono “Voi siete proprio così”
Sasuke annuisce. “Appunto. Polo positivo e polo negativo. Adesso però siamo poli negativi a contatto e quindi ci respingiamo”
“Hai ragione” ammette con sorpresa la rosa “Ma guarda cosa succede” e stacca le due calamite facendo combaciare i due poli negativi, ovviamente i due oggetti si allontano immediatamente senza nemmeno sfiorarsi. Poi, però, una delle due calamite ruota su se stessa mostrando di nuovo il polo positivo e l’altra magicamente attratta scivola verso di lei attaccandosi nuovamente.
“Hai visto?” chiede conferma “Spontaneamente una delle due calamite ha fatto in modo che tornassero ad essere positivo-negativo per potersi attrarre nuovamente. Quello che sto cercando di dirti, Sas’ke-baka, è che né tu o Naruto siete solo tenebra o sola luce. Siete formati da entrambi perché siete uguali, ma allo stesso tempo sono le vostre diversità ad attrarvi” si sistema un ciuffo rosa fuggito dalla forcina “Non è vero che tu sei solo buio e vendetta. Dentro di te c’è anche amore. Tu sei stato profondamente amato dalla tua famiglia, da Itachi, da Naruto e... sì, anche da me che ti piaccia o meno” fa una linguaccia per alleggerire la situazione “Dentro di te hai una grande riserva d’amore, devi solo imparare ad usarla e indirizzarla verso Naruto in modo che, come le calamite, possiate attrarvi nuovamente” termina.
Sasuke abbassa lo sguardo a terra e pensa a quelle parole. Pensa a tanto e anche troppo e inevitabilmente gli tornano davanti gli occhi blu pieni d’odio. Non può farcela, Sakura nutre troppa fiducia in lui come al solito. Non saprebbe nemmeno da dove iniziare, qualsiasi colpa di cui Naruto lo accuserà sarà giustissima e non avrà niente contro cui ribattere.
“Non ti prometto niente” dice comunque. Non è né un sì né un no, ma non se la sente di distruggere quella incondizionata quanto immotivata fiducia.
 
 
HELLO, IT’S ME!
Ammetto che non mi aspettavo tutto questo entusiasmo, sono felicissima!
 
Avevo una vaga idea di intitolare questa seconda parte “Sakura all’asilo nido” perché sì, le tocca sempre fare da ambasciatrice tra il dobe e il teme. Ho appunto questa headcanon di Sakura che si comporta come una mamma per i due baka aiutandoli a comprendere i loro sentimenti xD Soprattutto in questa storia volevo parlare dell’amicizia Sakura/Sasuke, è una friendship che mi sarebbe tanto piaciuto vedere. Loro due alleati contro Naruto che mangia solo ramen, mi sarei divertita troppo. Invece, anche se sono stati canonizzati, non è cambiato un cavolo c_c 
Ti odio, Kishimoto.
 
E, ah, avevo detto che durava tre capitoli massimo quattro? Scherzavo^^ durerà un tantino di più ma non esageratamente ehehehe. Però dai, già dal prossimo capitolo ci sarà qualche gioia per il narusasu. Prima Sasuke deve fare pace con il cervello, grazie al cielo Sakura lo prende a pedate sul sedere, bah.
 
Mhh, non mi sembra ci sia altro da dire. Come vi è sembrato i loro primo incontro? E il secondo? Fatemi sapere! E soprattutto, se avete qualche critica non fatevi remore, se sono costruttive le apprezzo molto!
 
A presto!
Hatta
   
 
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