Il letto di Jimin cigolò quando quest'ultimo si gettò sopra di peso.
Si mordeva le labbra a sangue, pur di non far uscire nessun suono, non
voleva che i suoi genitori salissero a controllare.
Le sue orecchie fischiavano, e gli facevano male.
Sarà per il viaggio in treno? O per le sue stesse urla?
Non poteva averglielo fatto, non lei.
Lui.
Aveva urlato.
Lo aveva spinto via con forza, sgranando gli occhi e con il cuore a mille.
Gli aveva detto che era un pazzo, che lui non lo conosceva. Gli aveva detto
di scostarsi perché stava aspettando una persona importante.
Poi aveva notato le lacrime sul suo viso.
"Tu....tu sei".
Il ragazzo biondo davanti a lui aveva annuito, continuando a singhiozzare.
Jimin aveva provato a indietreggiare, ma aveva finito solo per schiacciarsi
ulteriormente contro la colonna dietro di lui.
"No. No, non sei tu" aveva sussurrato, incapace di muoversi.
L'altro semplicemente lo guardava, alzando le mani in segno di resa.
Ed era lí che aveva gridato. Gli aveva gridato contro che lo odiava, che
era un pezzo di merda, che non si meritava una persona come lui.
E tante altre cose alle quali non vuole nemmeno ripensare.
"Mi aveva detto di amarmi, perché mi ha mentito?"
Non lo poteva sopportare.
Non aveva potuto dare il suo cuore alla prima persona che passava, non
doveva fidarsi.
Jungkook gli aveva detto che era un ingenuo, Taehyung che era troppo buono
e innocente per poter vedere del cattivo nelle persone.
In un impeto di ira prese in mano il cellulare, le lacrime a impedirgli
bene la visuale.
"Dimmi almeno chi cazzo sei, merito di sapere come si chiama lo stronzo che
mi ha spezzato il cuore" scrisse di getto, ormai non aveva piú niente da
perdere.
Pochi minuti dopo, seppur inaspettata, arrivò la risposta.
"Mi chiamo Min Yoongi".
Cosí freddo, com'era possibile che fosse stato capace di fargli questo?
Aveva preso in giro un ragazzino, si era divertito, lo aveva fatto andare
fino alla sua città per poi dirgli "era tutta una cazzata, sono un
ragazzo".
Voleva solo chiedergli il perché.
Che motivazione poteva avere se non quella di essere uno psicopatico, di
avere un qualche problema sociale.
Sentí il telefono vibrare.
Guardò la chat, aveva cambiato sia nome che foto su quello stupidissimo
sito.
Min Yoongi, maschio, 19anni, Daegu.
Vide una nota vocale.
No, non doveva, non voleva ascoltarla.
Doveva bloccarlo prima che fosse troppo tardi. Doveva chiudere quel
capitolo e cancellare quello stupido sito.
Come se gli leggesse nel pensiero il biondo gli scrisse un messaggio. 'No,
aspetta'.
Min Yoongi sta scrivendo.
Jimin continuava a guardare la chat, con il cuore in gola.
Erano passati due minuti.
5.
7.
Continuava a scrivere.
"Prima di bloccarmi ascoltala, l'ho scritta per te. Hai tutto il diritto di
odiarmi, cosí come io ho quello di continuare ad amarti. Addio Jiminie,
spero che un giorno mi perdonerai".
Perdonarlo? Perdonarlo?!
Al piú piccolo scappò una risata sarcastica, che venne subito sostituita da
dei singhiozzi nervosi e un pugno tirato al cuscino.
"Non ti perdonerò, mai. Addio Min Yoongi". Scrisse di getto, prima di
bloccare il ragazzo, vedendo cosí la sua foto diventare un cerchietto
bianco e vuoto.
Si sentí piú vuoto pure lui, al solo pensiero che fosse bastato un solo
giorno a distruggere il suo cuore e a cambiare la sua vita.
In peggio.
**************
Yoongi vide la nota audio rimanere blu, e la foto del suo, ormai ex,
sparire.
Se l'aspettava.
Chissà cosa penserà di lui.
Magari che é solo un gay pervertito che cerca di adescare ragazzini etero e
perdipiù minorenni.
Sospirò.
Jimin era troppo puro, e lui lo aveva rovinato.
Si sarebbe di nuovo fidato di qualcuno? Il cuore del ragazzo era spezzato
quanto il suo?
Il biondo sperava che l'altro lo odiasse almeno quanto lui odiava sé
stesso.
Odiandolo avrebbe potuto dimenticare.
Quindi Yoongi non l'avrebbe dimenticato.
***************
Nemmeno tre settimane dopo la loro rottura Jimin aveva smesso di entrare in
quello stupido sito di incontri.
Voleva staccarsi, ma allo stesso tempo non voleva farlo.
Yoongi era bloccato, sí, ma le chat erano ancora lí. Compresa quella nota
audio che non aveva ancora ascoltato.
No, non lo aveva perdonato.
Si era solo abituato alla sua assenza.
Forse.
Lo aveva sbloccato per un paio di minuti un giorno, solo per vedere la sua
foto.
I capelli, ora color argento, incorniciavano un viso apparentemente tenero
e innocente.
Tutte cazzate, quel ragazzo era stato il demonio, altro che dolce e
innocente.
Ma Jimin non era riuscito a trattenersi dal farne lo screenshot.
********************
Yoongi si era sentito estremamente stupido.
Semplicemente si era svegliato quel giorno, aveva preso il primo treno, ed
era partito per Busan, ritrovandosi davanti al liceo di Jimin.
Non voleva fermarlo o parlargli, no, voleva solo vederlo all'uscita, anche
per soli due minuti.
Tanto non lo avrebbe riconosciuto no?
E anche se lo avesse fatto si sarebbe guadagnato una scenata e magari uno
schiaffo, idea che non disprezzava poi cosí tanto, pensando che comunque lo
avrebbe visto.
Era seduto su un muretto in disparte, poco fuori dal cortile della scuola.
Una grande sciarpa gli copriva il viso fino agli occhi, e i suoi piedi
dondolavano ritmicamente, un po' seguendo la musica che ascoltava tramite
le cuffiette, un po' per il nervosismo.
Vide i primi studenti farsi strada fuori dalla scuola. Tolse una
cuffietta.
Una testolina nera a lui conosciuta uscí dal cancello.
Riconosceva Jungkook, l'amico di Jimin.
Quindi anche lui doveva essere vicino.
Quel viso paffuto e dai lineamenti dolci era estremamente comune, ma non
per Yoongi.
Lo avrebbe riconosciuto ovunque.
Sorrise vedendo che anche Jimin sorrideva, a quanto pare stava bene, anche
senza di lui.
Quell'ultima realizzazione gli fece provare una stillettata di dolore al
centro del petto, ma Min scosse la testa come per scacciarla via. Non
poteva permettersi di essere egoista con l'unica persona che lo aveva amato
in vita sua.
E soprattutto che lo avesse amato.
****************
Lo zucchero non ne voleva davvero sapere di sciogliersi, così Taehyung
continuava a girare il cucchiaino nella tazzina con fare impaziente.
"Farai schizzare tutto fuori, hyung!" Si lamentò Jungkook storcendo la
bocca.
Il maggiore sembrava non ascoltarlo, troppo assorto nel suo caramel
macchiato.
Un leggero sbuffo gli fece sollevare lo sguardo.
"Ancora quel sito Jiminnie?"
Il moro annuì.
"Ha cambiato di nuovo foto?" Continuò.
Jimin annuì di nuovo.
"Dai, faccela vedere!" Esordì improvvisamente Tae, facendo sussultare gli
altri due dallo spavento.
Il moro si premette un dito sulle labbra, intimando all'amico di fare
silenzio. "No, e smettila di urlare".
"Dai, per favore, così se lo vedo potrò spaccargli la faccia!" Tentò
nuovamente agitando un pugno per aria.
Jungkook sbuffò ironico. "Ma se basta un soffio per stenderti!"
"Hey, guarda che sono un tuo hyu-"
"Va bene, ve la faccio vedere" li interruppe Jimin, passando ai due il
telefono.
Jungkook fece una smorfia di disapprovazione. "Non é male, ma non é il tuo
tipo, no, affatto".
Il moro scattò in piedi come una molla "é ovvio che non sia il mio tipo, le
ragazze sono il mio tipo!" Esclamò.
"Io l'ho già visto" disse Tae, lo sguardo fisso sul telefono e la bocca
socchiusa.
"Non é possibile perché vive a Daegu e..."
"No, io l'ho visto, ne sono sicuro" proseguì ancora guardando il telefono
come in trance. "Fuori da scuola. Almeno tre volte".
"Scherzi? Non può essere lui, non ha motivo di venire davanti a scuola".
"Forse vuole solo vederti" fece spallucce il suo amico.
"Non ha senso, non gli importa di me!" Jimin iniziava ad alterarsi di
fronte alla reazione dell'amico.
"Già non gli importa, continua a usare quel sito di incontri, fregando
qualche altra persona magari, posta selca in continuazione!" Intervenne
Jungkook.
"Magari lo fa perché spera che tu le guardi".
"Adesso basta" Jimin si alzò con fare calmo, ma i suoi occhi lucidi non
sfuggirono a Taehyung.
"Jiminie, io non volevo dire niente di sbagliato ma-"
"Tranquillo Tae, ho solo bisogno di andarmene adesso, okay?" Disse
congedandosi con un sorriso tirato.
Tae guardò Jungkook con aria tremendamente colpevole.
Il minore circondò la sua spalla con un braccio. "Non hai fatto niente di
male, é solo che ci soffre ancora molto, e non vorrei che si illudesse".
Taehyung annuì senza rispondere, prima di afferrare la tazza con il
cappuccino ancora fumante lasciato dal suo amico.
Lo bevve tutto d'un sorso, girandosi poi nuovamente verso l'altro. "Se
torna fuori da scuola distrai Jimin per un po'? Voglio parlarci".
Jungkook alzò gli occhi al cielo prima di baciargli via i baffi di schiuma
lasciati dal cappuccino. "Quanto sei testardo, Tae".
**************
Yoongi si trovava per l'ennesima volta davanti a quella maledetta scuola.
Il sorriso di Jimin gli creava dipendenza, non poteva farne a meno per
troppo tempo.
Gli studenti iniziarono a uscire, e il ragazzo dai capelli grigi alzó un
poco la testa, come al solito, per essere sicuro di non perderselo.
Mentre faceva scorrere lo sguardo sulla fila di studenti, peró, un paio di
occhi si agganciarono ai suoi.
Taehyung. Lo aveva riconosciuto dalle foto che Jimin gli mandava.
E sembrava averlo riconosciuto anche lui dato che sembrava avanzare verso
la sua direzione.
**************
Se i cinque mesi dopo la rottura erano sembrati lentissimi a Jimin, per
Yoongi erano stati un inferno.
Lui non è una di quelle persone che si buttano giù e sono tragici,
semplicemente aveva continuato a fare ció che faceva sempre.
Studiava, preparava i suoi progetti, usciva con Hoseok e componeva le sue
canzoni, con il massimo impegno, come sempre, per non pensare.
Ha provato piú volte a togliersi Jimin dalla testa.
Ma non puó piú fare a meno di chiedere a Tae come sta e cosa fa. Se
continuava a sorridere facendo sparire i suoi occhi, e se andava bene a
scuola.
Quel giorno Taehyung gli aveva ripetuto come sempre che Jimin stava bene.
Ed era felice.
Con la sua nuova ragazza.
***************
Jimin controlló il cellulare mentre correva, rischiando quasi di inciampare
per strada.
Era in ritardo, come al solito. Tae e Kookie l'avrebbero ucciso.
Spinse la porta del bar che fece un tintinnio, mentre cercava di riprendere
fiato e rendersi presentabile.
Nel loro solito tavolo non c'erano solo i suoi due migliori amici, come si
aspettava.
C'era una terza persona, che in quel momento lo fissava intensamente.
Min Yoongi era lì.
Si sentiva tradito, stupido, voleva solamente andarsene sbattendo la porta,
ma per qualche ragione inizió ad avanzare verso i tre.
Non riusciva a staccare gli occhi dal piú grande.
Lo vedeva quasi impassibile, con un'espressione indecifrabile, mentre
continuava a fissarlo come per leggergli l'anima.
I suoi amici ammutolirono improvvisamente.
"Non volevamo ingannarti Jimin, ma pensiamo che ci siano cose che debbano
essere chiarite una volta per tutte. Per il bene di entrambi. Per farti
andare avanti." Inizió Jungkook cauto.
"Sappiamo che non sei felice, e vogliamo che tu lo sia" sbottó Taehyung con
lo sguardo piú colpevole del mondo e gli occhi lucidi.
Kook gli strinse la mano sotto il tavolo.
"Non fare il testardo, so che ne hai bisogno, dopo andrà tutto meglio. So
che hai un milione di domande in testa. Hai la tua occasione per porle e
metterti il cuore in pace. Una volta per tutte". Disse il minore pacato.
"Spero che non sia una sceneggiata per..." Inizió Jimin, venendo subito
interrotto.
"Non ho intenzione di fare scenate pietose o di implorare il tuo perdono,
so che sarebbe inutile. Voglio solo che tu sappia tutta la verità" concluse
Yoongi.
Sapeva esattamente a cosa stava pensando, ancora prima che lo dicesse.
Come sempre.
Come prima.
La sua voce graffiante e bassa stonava terribilmente con quel viso così
delicato.
Jimin si sedette al tavolo senza dire una parola, mentre gli altri due si
alzarono e andarono via accennando un saluto.
Il momento di silenzio che seguì fu piuttosto imbarazzante.
Jimin continuava a giocherellare con il menú, sentendo gli occhi di Yoongi
su di lui.
Alzó lo sguardo per un secondo, incontrando due vortici neri.
Tutte le domande che voleva porgli scomparvero immediatamente.
"Forse vorresti chiedermi come mai ho creato un profilo falso con nome e
foto di una ragazza.. " inizió il maggiore titubante.
Il moro annuì, senza guardarlo negli occhi.
"Ti diró la pura verità per quanto stupida possa essere. Io e Hoseok ci
divertivamo semplicemente a prendere in giro depravati. Poi mi hai
contattato tu, e non sono piú riuscito a smettere di parlarti. Ho fatto una
cazzata."
"Quindi non sei un maniaco gay che approcia minorenni?"
Yoongi sbuffó una risata sarcastica. "No, hai solo due anni meno di me
Jimin, e non ero lì per approciare nessuno".
Il suo nome pronunciato da quella voce gli faceva sentire uno strano blocco
alla bocca dello stomaco.
"Sei gay?" Chiese il moro, pentendosi subito dopo della troppa confidenza
che si era preso.
Al diavolo la confidenza, era lui la vittima in tutto ció.
"Sono bisessuale" rispose l'altro facendo spallucce.
"Su cosa hai mentito esattamente?" Ormai tutte le domande gli erano
risalite come un vulcano in piena esplosione.
"Sul nome e sul sesso".
"Sei davvero all'università?"
"Sì"
"Perchè non me l'hai detto subito?"
"Perchè quando mi sono reso conto della cazzata che avevo fatto ero già
innamorato di te, non volevo perderti" snoccioló schietto.
"Perchè mi hai baciato?"
Yoongi perse per un secondo la sua impassibilità e arrossì quasi
impercettibilmente.
"Ho sempre voluto farlo, e quella sarebbe stata la mia unica occasione"
rispose aggiustandosi la frangia argentata che copriva parzialmente i suoi
occhi.
"Avresti potuto chiedermi il permesso, magari non sarei stato d'accordo"
sputó acido Jimin.
Yoongi ridacchió.
"I baci non si chiedono. Non sembravi così dispiaciuto prima di scoprire
che sono un ragazzo".
Jimin abbassó la testa.
Riconosceva in tutte quelle frecciatine il modo di comportarsi della sua ex
ragazza virtuale.
Doveva credere al fatto che non avesse mentito su altro?
Yoongi guardò l'orologio.
"Sto per perdere l'ultimo treno, Jimin, mi dispiace di dovermene già
andare. Volevo solo dirti che sono davvero felice di quanto tu sia
cresciuto in questo poco tempo. Sei riuscito a maturare e farti valere,
restando comunque te stesso. Ti ammiro. E sono contento per te"
Vide per la prima volta il suo sorriso.
Era sinceramente felice.
"Non ti chiedo scusa, perché so di essere imperdonabile. Ma se tu mi
dicessi di chiederti scusa un milione di volte per essere perdonato, io lo
farei."
Il maggiore disse questo mentre si apprestava a mettersi la sciarpa intorno
al collo con fare frettoloso.
Pagò la consumazione di entrambi, e uscí dal locale facendo un ultimo cenno
con la mano a Jimin.
Il moro non appena la porta si chiuse e il campanellino suonò si accasciò
su una delle sedie del bar, senza energie.
Si sentiva svuotato, ma non in senso positivo.
Si sentiva vuoto perché Yoongi non era più con lui.
***************
Tamburellava impazientemente per terra con il piede, seguendo il ritmo
della musica e guardando ogni tanto i tabelloni con le partenze.
Il suo treno era in ritardo di un quarto d'ora, 15 minuti che avrebbe
potuto passare con Jimin.
Sbuffò un'imprecazione prima di accomodarsi meglio su quella panchina e
accavallare le gambe con fare annoiato.
Sentí un tonfo accanto a lui, qualcuno si era seduto sulla sua panchina.
Roteò gli occhi.
Il suo pensiero era solo 'fa che non mi chieda informazioni, fa che non mi
chieda informazioni!'.
Sentí un ditino pigiargli la spalla.
Sbuffò girandosi con lo sguardo meno amichevole del mondo, e i suoi occhi
si sbarrarono trovandosi davanti un faccino paffuto e due sottili occhi
neri.
"Quindi te ne vai?" sussurrò Jimin timidamente, come se avesse paura di
disturbare.
Yoongi si tolse le cuffie e le ripiegò diligentemente, per poi infilarle
nella tasca della felpa.
"Già" rispose solo.
"Da dove te ne vai esattamente?"
Il maggiore alzò un sopracciglio confuso, e si prese qualche secondo per
decifrare l'espressione di Jimin.
Guance leggermente gonfiate, occhi lucidi, capelli spettinati e fiatone di
chi aveva corso.
"Intendo, te ne vai da Busan o dalla mia vita?"
Yoongi alzò le sopracciglia sorpreso dalla domanda. "Beh" esitò "direi che
é ora di andarmene da entrambe, non credi?".
"Perché?" chiese diretto il piùm piccolo, fissandolo negli occhi.
"Venivo qui con l'unico scopo di vedere se tu stessi bene. So che non
soffri più o almeno non come prima. Hai degli splendidi amici, una ragazza,
vai bene a scuola e a danza. Voglio provare a soffrire un po' di meno
anch'io, cercando di dimenticare. Non tornerò più a Busan. Sparirò come hai
sempre voluto".
Jimin rimase in silenzio.
Il suo sguardo era vuoto, guardava i binari del treno.
Sentí un rumore in lontananza, il treno stava per arrivare.
"Chi ha detto che per me hai sofferto abbastanza? Non siamo ancora pari,
Min Yoongi" sussurrò stringendo i pugni. "Non puoi decidere di non vedermi
più per non soffrire. Io verrò a Daegu."
Suga si girò verso di lui con sguardo esterrefatto, nel momento esatto in
cui arrivò il treno.
Si accorse delle lacrime che rigavano il volto di Jimin troppo tardi,
quando ormai doveva salire sul mezzo.
Salutò Jimin con un cenno del capo, salendo sul treno, continuando a
fissarlo dalle portiere aperte, con aria affranta.
Jimin si avvicinò al suo hyung a testa bassa.
Le sue mani tremavano, Yoongi aveva paura che volesse sferrargli un pugno.
Alzò lo sguardo, gli occhi neri annebbiati dalle lacrime erano uno
spettacolo tanto bello quando doloroso per Yoongi, non poteva sopportare
quella visione.
Gli poggiò le mani sul viso e fece scorrere i pollici sulle guance del
minore, asciugando le lacrime.
"Non smetterai di soffrire cosí in fretta, non smetterai di amarmi cosí"
singhiozzò prima di tirare il maggiore a se in un bacio tanto veloce quanto
dolce, prima che le portiere si chiudessero e una guardia intimasse a Jimin
di spostarsi dalla linea gialla.
*Angolo pseudo-autrice bho
Avevo detto che fooorse avrei pubblicato un seguito.
Ed eccolo qua!
Ovviamente la storia non è finita, ma il terzo e ultimo capitolo è già in
elaborazione.
Volevo farla durare solo due capitoli, giuro, ma sarebbe uscita troppo
lunga, e mi andava di far finire questo così, quindi GNEH.
Probabilmente non mi cacherà nessuno visto che pubblico dopo
anni-secoli-ere geologiche AHAH
Comunque grazie a chiunque leggerà questa ficcy 🌹❤
E i commenti sono sempre ben accetti, anche solo dei 'buuuh, datti
all'ippica'
-SwagMasta. 💕