Hem hem… salve a tutti!
Vi ricordate ancora di me vero?! o.O
Scusate per l’immenso ritardo! Anzi no
non scusatemi perché non solo ho fatto un ritardo di ben 5 mesi, ma adesso che
finalmente ho postato vi ho postato un capitolo di schifo!
Sono davvero molto mortificata, davvero,
per tutta questa attesa, ma a parte la scuola che c’entra sempre, ho dovuto
combattere contro la mia ispirazione che se ne è andata in vacanza prima del
tempo, e non è nemmeno tornata, visto il capitolo qui di sotto!
Vabbè la smetto di rompere (continuerò alla fine, non vi
preoccupate!XD) e vi lascio leggere in santa pace. Sono già pronta per i
pomodori!
LILY’S
DESIRE
Dormitorio Femminile di Grifondoro 20 Dicembre 1977
Nero, tanto nero.
Un fischio assordante le invadeva le
orecchie. Il buio la opprimeva e quel rumore fastidioso la stava facendo
impazzire. Si girava ad ogni piccolo fruscio che sentiva, impaurita, ma non
riusciva a vedere niente. Non sapeva neppure dove fosse, non sapeva se quella
era la sua camera oppure se si trovava in un altro luogo, sapeva solamente che
sentiva un grosso nodo in gola e un angoscia opprimente stringerle il petto.
Aveva un brutto presentimento e quel
fischio nelle orecchie non smetteva. Continuava e continuava, sempre più forte,
sempre più assordante. I fruscii intorno a lei aumentavano, sentì più volte
qualcosa di inconsistente sfiorarle le gambe, le braccia, i suoi capelli
svolazzavano al suo passaggio e lei, sempre più preoccupata, cercava invano di
capire cosa fosse. Ma la testa le girava, sentiva le gambe molli da non poter
camminare e la pesantezza del suo cuore la bloccava più di ogni altra cosa.
Stava per succedere qualcosa, lì a pochi passi da lei, ma non riusciva a capire
cosa. Non vedeva niente, non sentiva niente, a parte quei fruscii e quel fischio assordante che
via via si faceva sempre più forte e che somigliava
sempre di più a un urlo lacerante.
Lei era lì ferma, devastata dalla
paura, senza poter fare niente, senza poter evitare in alcun modo quello che
lì, vicino a lei, stava succedendo.
L’urlo nelle sue orecchie si fece
sempre più vicino, ma non riusciva a capire chi fosse a gridare. Riuscì a
fatica a muovere un passo in avanti, le mancò il respiro per un secondo, il
cuore aveva accelerato notevolmente i battiti, il respiro era affannato e i suoi
occhi verdi guardavano impotenti le tenebre che l’avvolgevano. L’urlo aumentò
di volume e lei si ritrovò a sperare che finisse presto, voleva solo che
tornasse il silenzio. Ansimava, tossiva, l’angoscia le premeva nel petto come
un macigno e lei non riusciva riprendersi, non riusciva ad uscire da quel buco
nero, voleva solo vedere la persona che soffriva così tanto.
E poi all’improvviso l’urlo arrivò al
culmine, si portò le mani alle orecchie e premette forte gridando anche lei per
il dolore.
E proprio quando credeva che non
sarebbe mai finito, tutto cessò. La nube nera intorno a lei si diradò e quello
che vide fu solo tanto bianco, tanta luce. Non era una stanza, non era niente,
sembrava un mondo astratto. Sbatté le palpebre più volte per abituarsi alla
luce accecante e quando li riaprì vide davanti a sé il corpo di James straziato
dalle ferite, inerme in una pozza di sangue rosso rubino, che contrastava con
tutto il candore di quel posto. L’angoscia che la opprimeva aumentò, le mancò
il respiro e a stento riuscì a sussurrare il nome del ragazzo. Quello
sentitala, devastato dal dolore, la guardò tutto insanguinato e con un filo di
voce parlò.
-
Lily… sto morendo…
Lei mosse un passò con le lacrime agli
occhi, che però rimanevano ferme lì senza scendere.
Non riusciva a piangere, né a gridare
né a parlare. Era troppo spaventata, troppo orripilata, voleva aiutarlo, salvarlo…
Quello era James, il suo dolce James…
Mosse un altro passo mentre la voce
distrutta e spezzata di James le arrivava fioca. La stava chiamando, la voleva
vicina, voleva aiuto.
Cercò di rispondere, ma dalla sua bocca
non uscì altro che un rantolo. E più camminava verso di lui più si sentiva
impotente, si sentiva opprimere dall’angoscia e dalla preoccupazione. Stava
quasi per toccare il suo viso, riuscì a vedere un fugace sorriso di James
appena la vide così vicina, e poi una forza incontrollabile la spinse indietro,
allontanandola da lui, portandola via.
Cercò di opporsi, cercò di tornare da
lui, ma tutti i suoi sforzi erano inutili. Quella strana entità la trascinava
indietro costringendola a voltare le spalle a James, obbligandola a lasciarlo
lì da solo, ferito, morente.
I loro occhi si incontrarono per quella che
sarebbe stata l’ultima volta, e gli occhi che prima erano stati caldi e profondi
di James adesso erano iniettati di sangue, freddi ed esausti. La vita di James
si stava spegnendo e lei stava andando via.
E proprio quando sentì che quella forza
che la spingeva indietro stava svanendo, vide gli occhi di James chiudersi per
l’ultima volta, la sua bocca esalare l’ultimo respiro. E questa volta l’urlo
che le uscì dalle labbra risuonò per tutto quello strano posto. Corse da lui,
ma quando arrivò, il suo Caposcuola Malandrino non c’era più, volato via, morto
senza nessuno vicino.
Solo. Sì solo, perché lei lo aveva
abbandonato.
Lily
si svegliò di soprassalto. Il suo corpo intrappolato dalle coperte si tirò su a
sedere e da fuori si sentì un ululato che le fece accapponare ancora di più la
pelle.
Il
nero della camera l’avvolgeva , opprimendola e ricordandole troppo il sogno
appena fatto. Guardò speranzosa verso la finestra, in cerca di un po’ di
luce e la trovò nella splendente luna
piena che illuminava il cielo.
Il
suo respiro affannato copriva i respiri delle sue compagne di stanza e non
riusciva a calmarsi, il ricordo di quel sogno era impresso come fuoco nella sua
mente.
Voleva
alzarsi, ma aveva la testa troppo offuscata, troppo confusa per fare qualsiasi
cosa. L’immagine di James a terra, agonizzante la perseguitava, la tormentava, non
riusciva a darsi pace.
Il
sangue, le sue ultime deboli richieste di aiuto, i suoi occhi belli che la
guardavano spenti, vuoti.
E
lei sentiva ancora quella fitta lacerante che le aveva straziato il cuore,
sentiva ancora quel groppo in gola che le mozzava il respiro, sentiva ancora
l’angoscia, la paura che l’avevano stretta in una morsa mortale non appena
aveva capito che lui se ne era andato per sempre.
Scosse
freneticamente la testa per cercare di scacciare via quell’immagine da lei.
Voleva solo dimenticare. James stava benissimo, non gli era accaduto niente,
dormiva beato nel suo letto, lei doveva solo calmarsi.
Portò
una mano sul petto seguendo il ritmo veloce del suo respiro. Con l’altra mano
tastò il comodino vicino al letto e trovò a tentoni la sua bacchetta.
-
Lumos.
La
punta si illuminò irradiando la stanza di una luce soffusa. Le sue compagne
dormivano beatamente e un raggio di luce illuminò l’orologio sulla parete che
segnava le quattro.
Decise
di scendere in Sala Comune a prendere un po’ d’acqua.
Scese
piano le scale e arrivò nella sala di ritrovo dei Grifoni. Nel camino ancora
ardeva un po’ di brace, ma la stanza era illuminata esclusivamente dalla luce
della luna.
Lily
si sedette sul divano e con un colpo di bacchetta fece apparire un bicchiere
d’acqua. Sorseggiava lenta mentre sentiva il suo corpo rilassarsi, anche se la
voglia di vedere James la stava sopraffacendo. Doveva essere sicura che lui
stesse bene, altrimenti non sarebbe più riuscita a prendere sonno.
Ma
che cosa poteva fare?
Di
certo non poteva andare nel dormitorio dei ragazzi in piena notte, anzi non ci
avrebbe messo più piede in vita sua.
Aveva
già provato, suo malgrado, il brivido di entrare nel dormitorio di James, e
aveva già visto non solo in che stato si trovava, caos era dir poco, ma anche
in che modo Sirius Black andava a dormire.
La
maggior parte delle ragazze della scuola avrebbe fatto carte false per vederlo,
ma lei no. Anzi vedere Sirius mezzo nudo non aveva fatto altro che metterla in
imbarazzo. Era rimasta pietrificata mentre vedeva Sirius uscire dal bagno con i
suoi mini mini boxer bianchi e molto trasparenti,
tutto tronfio. Di certo non si aspettava di vedere l’amore di tutta la vita del
suo migliore amico di fronte a lui.
Ma
la faccia di James, Lily non l’avrebbe mai scordata. Era esilarante. Era subito
andato a coprirle gli occhi con le mani e poi si era messo a gridare contro
Sirius e a lanciargli tutti i vestiti che gli capitavano sottomano.
La
risata cristallina di Lily inondò la sala silenziosa.
Le
bastava solo pensare a lui allegro e sorridente che tutto le sembrava migliore,
dimenticava subito ogni sua preoccupazione.
E
tutto partì da quel ricordo arrivato all’improvviso, tutto accadde in fretta ,e
lei cominciò a pensare a tutti i bei momenti passati in quell’ultimo mese, così
da dimenticare, da accantonare in un angolino piccolissimo della sua mente
quell’incubo che tanto l’aveva fatta preoccupare.
Ma
non sparì, rimase lì in agguato, pronto a tenderle una trappola.
Ma
troppo confusa dai sorrisi dolci che le si aprivano sulle labbra al solo
pensiero di James, lei non gli diede più peso. Infingarda la sua testa l’aveva
riportata a quel giorno di un mese prima, quando lei aveva suonato per lui.
Quel giorno che aveva capito quanto James l’amasse, quel giorno che il suo
amore per lei l’aveva travolta, sconvolta. Da quel giorno chi ancora non si era
abituato a vederli sempre insieme e pensava che prima o poi tutta quella pazzia
sarebbe finita, dovette ricredersi.
Erano
uniti. Più uniti che mai.
Non
c’era mattina che non facessero colazione insieme, non c’era lezione in cui non
si facessero le linguacce a distanza, non c’era pomeriggio che non studiassero
insieme o che non andassero a fare passeggiate tranquille in riva al lago, e
non c’era ora che non li si poteva sentire bisticciare in corridoio. Le vecchie
abitudini non si perdono mai del tutto!
Ma
Lily amava bisticciare con lui, le piaceva da matti dimostrargli di avere
ragione, un po’ meno quando era lei quella nel torto, ma si divertiva con lui e
ormai aveva perso il conto di tutte le volte in cui si era maledetta per aver
solo pensato di lasciarlo andare, di allontanarlo da lei. Era stata una
sciocca. Oramai non potevano dividersi, le loro vite erano così intrecciate da
sembrare quasi una sola.
E più volte in quel mese aveva cercato di
capire questo cosa comportasse, aveva tentato di rispondere a quella domanda
che si era fatta. Potevano stare insieme, loro due, e vivere felici con il loro
amore?
Non
era mai riuscita a darsi una risposta, come al solito. Era confusa, sentiva di
volergli più che bene, sentiva che il loro era un rapporto speciale, ma aveva
paura. Paura che non sarebbe andata a finire bene, paura di tornare a quei
tempi quando litigavano e basta, quando lei lo disprezzava.
Lily
sorrise malandrina e voltò lo sguardo verso la luna.
Disprezzare
James! Le sembrava così assurdo anche solo pensarlo adesso!
Adesso
che anche solo sentire la presenza di James al suo fianco la tranquillizzava,
sempre. Adesso che sentire il tocco leggero delle sue carezze, la morbidezza
dei suoi baci, sempre delicati, sempre dolci e gentili, mai troppo esigenti la
mandava in estasi.
La
baciava sulle guancie, sul naso, sulle mani per consolarla, per divertirla, per
amarla, ma sempre e solo per lei. James non cercava quei contatti per
soddisfare i suoi piaceri, lo faceva solo per lei. E questo Lily lo percepiva e
amava quei momenti, quando seduti sul divano lui la coccolava e la faceva
sentire bene con se stessa, con gli altri.
Se
era nervosa lui, anche solo con uno sguardo, riusciva a calmarla, era il suo
moderatore.
La
rabbia che prima quegli occhi grandi da cerbiatto, belli da far paura, le
provocavano ora invece riuscivano a sedarla, a reprimerla. E James con le sue
carezze, le sue parole, riusciva a portarla in un’altra dimensione, dove non
c’erano preoccupazioni, compiti, guerre, c’erano solo loro due.
D’altra
parte però da quel giorno, ogni volta che cercava di chiarire con se stessa i suoi sentimenti e
che puntualmente non ci riusciva, si sentiva in colpa. Non voleva illudere
James, non voleva farlo soffrire più di quanto in quegli anni non avesse già
fatto. Non era giusto che lei lo cercasse ogni giorno, non era giusto passare
tutti i giorni con lui, bearsi della sua presenza, delle sue coccole.
Lo
feriva così, lo sapeva. Perché quel desiderio che lui provava nei suoi
confronti non veniva mai completamente appagato.
Ma
lei era così egoista che solo l’idea di lasciarlo andare e di separarsi da lui
la faceva stare male. Non voleva.
Era
egoista, e si cullava del fatto che James continuasse a ripeterle che per lui
andava bene così. Si adagiava sulla convinzione che James cercava ogni giorno
di inculcarle che anche se lei avesse scelto un altro a lui sarebbe andato
bene. Voleva solo averla vicina, voleva solo starle vicino da amico.
Era
egoista sì, perché lei in una situazione del genere, non lo avrebbe mai
accettato. Lo avrebbe voluto solo per sé.
Arrossì
pensando alla sua voglia costante di averlo vicino. Non le era mai successo
prima, non aveva mai sentito tutto quell’impellente bisogno di una persona. E
non sapeva se fosse una sensazione giusta o sbagliata. Non riusciva a capire se
fosse giusto sentirsi completa, felice solo quando era insieme a lui.
Non
sapeva se dipendere così tanto da lui, dai suoi modi gentili, dalle sue battute,
dai suoi scherzi, da tutto ciò che si racchiudeva nella persona di James
Potter, fosse giusto per lei.
Per
lei che era sempre stata forte, orgogliosa, lei che non si era mai fatta
mettere i piedi in testa da nessuno, tanto meno da lui. Lei che gli faceva fare
figuracce davanti a tutta la scuola, lei che lo metteva in punizione, lei che
lo sgridava.
Come
poteva adesso la stessa Lily Evans dipendere da quella persona che aveva tanto
odiato per sei anni o che almeno aveva creduto di odiare?
Non
se lo spiegava per bene. Lui di sicuro era maturato, lei forse si era
ammorbidita, ma oltre questo c’era qualcosa altro che era scattato nella mente
di Lily. Un’attrazione, una passione, un interesse per quel ragazzo che prima
non aveva mai avuto.
E
quando, dopo tutto un ragionamento razionale, arrivava alla conclusione che
doveva cercare di distaccarsi un po’ da James perché non era da lei dipendere
da una persona, si stupiva di se stessa ammettendo che questa dipendenza non le
dispiaceva affatto.
Era
bello sapere che c’era una persona vicino a lei che la sosteneva, che la
aiutava, che la amava.
Era
bello dipendere dai suoi sorrisi, dalle sue parole, dai suoi gesti. Era bello
dipendere da James Potter, era bello sentirlo farsi giorno dopo giorno parte di
lei, era bello condividere con lui tutto, era bello stare con lui nel loro
mondo.
Lily
mandò indietro la testa sorridendo intenerita. E a testa in giù poté vedere a
terra, vicino il ritratto della signora Grassa, qualcosa rosso e oro. Si alzò
incuriosita e andò a vedere. Si chinò e vide che quel “qualcosa rosso e oro”
non era niente di meno che una sciarpa, che come l’etichetta diceva,
apparteneva a J.P.
Lily
sorrise scuotendo la testa.
Molto
probabilmente quello scemo nemmeno se ne era accorto di aver perso la sciarpa.
Anche se era molto strano che fosse proprio vicino al ritratto, Lily ricordava
che prima di andare a dormire lui non aveva la sciarpa al collo, e nemmeno a
cena. Un po’ stranita da questo fatto tornò al divano e si sdraiò, la sciarpa
avvolta intorno al suo collo. E fu solo grazie al profumo inebriante di James
se Lily cadde tranquilla nel mondo dei sogni. Dimentica di tutto. Anche di
quell’incubo che tanto l’aveva turbata.
Fu
il primo sole del mattino a svegliarla. Era ancora sdraiata sul divano della
Sala Comune, con la sciarpa di James al collo e gli occhi chiusi. E fu proprio
un raggio di luce più forte che la svegliò, illuminandole il volto. Alzò la
testa di scatto non riconoscendo in quel luogo il suo dormitorio e si girò più
volte a guardarsi intorno, per poi finalmente ricordare cosa era successo
quella notte. Si mise a sedere sul divano e si stiracchiò come una gatta,
guardò l’orologio sulla parete e vide che erano le sette. Aveva il tempo di
andarsi a preparare e per riportare la sciarpa a James. Alla prima ora c’era
Erbologia e l’aria fredda e pungente di dicembre sarebbe potuta costare a James
un raffreddore coi fiocchi. Ancora un po’ assonnata si alzò e si diresse verso
il suo dormitorio.
Erano
le sette e mezza quando una Lily fresca e vestita perfettamente della sua
uniforme si trovava davanti la porta dei Malandrini indecisa se bussare o meno.
Non voleva rischiare di incappare in uno spettacolo come quello dell’ultima
volta che c’era stata, ma voleva a tutti costi vedere James prima di scendere a
colazione. Mentre si preparava, quella mattina, quell’incubo che la notte prima
l’aveva sconvolta le era tornato in mente ed ora nel suo cuore si annidava un
cattivo presagio. Mossa da quel desiderio bussò più volte alla porta, ma
nessuno le rispose.
Provò
di nuovo, ma la camera dei Malandrini era silenziosa, fin troppo silenziosa a
dire il vero. Lily guardò l’orologio che segnava le sette e quaranta, era
impossibile che non si fossero ancora svegliati, soprattutto Remus. Armata del
coraggio Griffyndor mise una mano sulla maniglia ed aprì la porta.
La
camera era illuminata dai raggi del sole mattutino ed era più disordinata che
mai tranne che per i letti. Tutti e quattro erano perfettamente ordinati, come
se quella notte nessuno li avesse usati. Vuota.
Lily
guardò la stanza meravigliata e guardò di nuovo l’orologio, come per vedere se
in realtà era lei ad essere in ritardo. Ma adesso le lancette scoccavano le
sette e quarantacinque, lei era in orario, erano i Malandrini che,
incredibilmente, erano scesi in anticipo.
Ancora
un po’ meravigliata ridiscese le scale dei dormitori maschili e incontrò le sue
compagne di stanza, che proprio in quel momento erano giunte in Sala Comune.
Jess le saltò al collo abbracciandola e dandole il buongiorno.
Scese
in Sala Grande le ragazze presero posto nella lunga tavola dei Grifoni, una
però sembrava non darsi pace.
Voltava
la testa di qua e di là come se cercasse qualcuno.
-
Lily la vuoi piantare!
Esclamò
esasperata Lisa.
-
Ehm cosa?!
-
Lily non ci sono, non è mica la fine del mondo se non lo
vedi per cinque minuti eh!
La
rossa arrossì, Jess sapeva sempre come metterla in imbarazzo. Difatti tutte le
sue compagne di stanza scoppiarono in risatine giulive.
-
Jess smettila!
-
Lily ma io lo dico per te! Stai esagerando, non state nemmeno
insieme. Mi immagino cosa potrai fare una volta che vi deciderete a coronare il
vostro sogno d’amore! Sarai la gelosia fatta persona!
-
La vuoi finire, idiota!
Ancora
risate, ma Lily non le sopportava più. Aveva il cuore a mille per l’agitazione.
Dove diamine era James?
Non
era da lui sparire in quel modo, anzi, di solito la prima cosa che faceva la
mattina era andarla a salutare.
Era
successo forse qualcosa?
-
Non gli è successo niente Lily, sarà in giro a fare qualche
scherzo con gli altri. Hai visto dove ti porta tutto il tempo che passate
insieme? Non riesci più a vivere se non lo vedi una mattina!
Lily
la fulminò con lo sguardo.
-
Non sembra strano anche a te Jess? E poi ho un brutto
presentimento.
-
Dio Lily, stai calma!
-
Ho fatto un incubo orrendo sta notte. E stamattina sono
andata in camera loro e non c’erano ed i letti erano rifatti, come se nessuno
ci avesse dormito e poi arrivo qui e…
-
Arrivi qui e continui a farti le tue paranoie del cavolo!
Lily avranno deciso di fare qualche scherzo ai Serpeverde e si saranno
svegliati presto, tutto qui. Devi cercare di non dipendere così tanto da lui,
non puoi tenerlo sempre sotto controllo, non puoi averlo sempre vicino a te.
Lui ha i suoi amici e a volte non puoi rientrare nei loro piani, devi capirlo.
Lo
sguardo di Jess si addolcì, vedendo l’amica rabbuiarsi.
Era
così da egoisti, pensò Lily, volere al proprio fianco una persona, sempre e
solo per sé? Sì, era da egoisti, si
rispose. Ma non le importava.
Abbassò lo sguardo sconfitta. Voleva vederlo, aveva una voglia
matta di abbracciarlo, ma aveva ragione Jess. Lui aveva anche i suoi amici, lui
era il capo dei Malandrini e doveva occuparsi di loro, come si occupava di lei.
Era lei che doveva imparare a convivere con questa situazione, era lei che
doveva capire che non lo poteva avere sempre tutto per sé. C’era qualcosa che
univa i Malandrini di cui lei non faceva parte, un pezzo della vita di tutti e
quattro che era ignoto a tutti.
Anche se a malincuore
capì che non potevano stare sempre insieme e che non poteva, lei, condizionare
la vita di James Potter.
E poi con quale diritto poteva solo pensare di farlo? Non
erano mica fidanzati, lui aveva la sua vita e poteva anche uscire con qualche
ragazza senza dover rendere conto a lei di quello che faceva.
Subito si diede della stupida. Non lo avrebbe mai fatto, non
dopo tutto quello che le aveva detto. Però si sarebbe stancato di aspettare e
prima o poi quel giorno sarebbe potuto arrivare. E sarebbe stata tutta colpa sua e del suo
stramaledetto orgoglio che non la lasciava in pace e che non le permetteva di
capire cosa realmente provava.
Ma da egoista quale era, non pensava più di tanto a quello
che sarebbe potuto accadere, voleva solo vivere il presente con lui al proprio
fianco.
-
Ok, ho capito Jess! Ora andiamo a lezione.
-
Oh brava! Così si fa! E poi pensa che lo rivedrai tra poco
no? E se ti è mancato così tanto puoi anche sbaciucchiartelo per tutta l’ora di
Erbologia, tanto la Sprite non si accorge di niente!
-
Ma che dici? -
esclamò Lily rossa di vergogna – La vuoi smettere di dire queste cose?
-
E dai Lily, tanto lo sappiamo sia tu che io che ho ragione.
Devi solo trovare il coraggio di ammettere a te stessa che ti stai innamorando.
E Jess prese a camminare, lasciandola indietro immersa nei
suoi pensieri.
Si era innamorata? Lo amava? Era per questo che non riusciva
a non vederlo per nemmeno mezza giornata? Era per questo che lo voleva sempre
vicino a sé?
Ancora una volta la sua mente, la sua razionalità non
rispose, ma il suo cuore che batteva all’impazzata la diceva lunga. Decise di
lasciar perdere e si mise a correre per raggiungere le sue amiche che l’avevano
lasciata indietro.
Prima ora. Erbologia.
E lui non c’era.
Seconda e terza ora. Trasfigurazione.
E lui non c’era.
Quarta ora. Pozioni.
E lui non c’era.
Quinta ora. Difesa contro le Arti Oscure.
E lui non c’era.
Pranzo. E non c’era, non c’era.
-
Lily per favore la smetti! Non c’è, è inutile che continui a
voltarti!
-
Per favore Jess sta zitta! È da sta mattina che mi dici che
devo stare tranquilla, ma non c’è niente di cui stare tranquilli. È scomparso,
sono scomparsi. Possibile che per te sia tutto normale?!
-
Ne staranno combinando una delle loro, non c’è motivo di
agitarsi tanto…
-
E invece si! Tu non li conosci! Remus non avrebbe mai
permesso che tutti e quattro perdessero un giorno di lezione e James… James non
sarebbe sparito per una mattina intera senza dirmi niente. Forse hai ragione
tu, sono io che sono troppo abituata ad averlo vicino, ma lo conosco e se aveva
in mente di organizzare uno scherzo, anche se sa benissimo che non approvo, me
lo avrebbe detto!
-
Ok, ok. E cosa vorresti fare sentiamo? Cercarli per tutto il
castello?
-
Si, Jess. Anche in capo al mondo se necessario. È successo
qualcosa di brutto me lo sento e non mi metterò l’anima in pace finchè non li
trovo.
-
Buona ricerca allora!
-
Ci vediamo dopo.
E così la rossa se ne andò, lasciando basite le sue amiche.
Per Jess quella era un’esagerazione. Che diamine poteva essergli successo? Mica
potevano essere stati attaccati da un lupo mannaro!
Lily camminava
nervosa per i corridoi del castello senza una meta precisa. Non sapeva da dove
cominciare a cercare. Hogwarts era enorme e per di più i Malandrini conoscevano
passaggi segreti ignoti a tutti gli altri studenti. Decise di tornare in Sala
Comune per vedere se erano tornati in dormitorio.
La rossa era incavolata nera con Jess. Per quanto potesse
aver ragione sul fatto che lei non potesse controllare la vita di James, era
anche vero che lei non conosceva i Malandrini come li conosceva Lily. E quello
di sicuro non era un comportamento normale. Non era mai capitato che sparissero
così all’improvviso o per lo meno senza dire niente a lei.
E poi c’era sempre quell’incubo che la tormentava e che le opprimeva il cuore. Era un presagio,
di questo Lily ne era sicura. Era successo qualcosa a James.
Arrivata nel loro dormitorio Lily notò che non erano
tornati. Si voltò, fece per ridiscendere le scale, quando un ricordo le
illuminò la mente.
-
Remus hai un
aspetto orrendo! Sicuro di stare bene? Se vuoi ti accompagno da madama Chips.
-
No, grazie. Non
ti preoccupare Lily è tutto a posto.
L’infermeria!
Forse Remus si era sentito male ed avevano passato tutta la
giornata lì.
Ma perché non chiamarla, anche lei si era preoccupata per
Remus, anche lei era sua amica. Quella storia le puzzava, c’era di sicuro
qualcosa sotto.
Prese a correre veloce. Scese le scale a due a due ed uscì
come un razzo dal ritratto della signora Grassa.
Arrivata nel corridoio dell’Infermeria vide davanti a sé
Remus, Sirius e Peter.
Si sentì bene per un momento, giusto il tempo di realizzare
che James non c’era.
-
Hey! Sirius! Remus! Pete!
Li vide fermarsi, ma si irrigidirono non appena li chiamò.
Con un ultimo scatto li raggiunse e si posizionò davanti a loro. Si portò una
mano sulla bocca, orripilata da quello che stava vedendo.
Avevano delle occhiaie profondissime e Sirius e Peter avevano tagli su tutto il viso. Remus
sembrava stravolto ed i suoi occhi erano un mare di tristezza. Fu quello
sguardo a sconvolgere di più Lily. Era colpa, quella che vedeva nei suoi occhi?
Era strazio, dolore, delusione?
Tutti e tre la guardavano stupiti, sorpresi, spiazzati.
-
Che diamine avete fatto? Remus stai bene? Non ti vedo in forma… forse dovresti andare da madama Chips
e…
-
Non ti preoccupare Lily, sto bene. Madama Chips mi ha appena visitato, ha detto che ho bisogno solo
di un po’ di riposo.
-
Sei sicuro? Ma James? Dov’è James?
Quella domanda li lasciò senza parole. Sirius abbassò lo
sguardo, come anche Peter, gli occhi di Remus invece si riempirono di lacrime
amare. Lacrime che non fecero altro che
gettare Lily nella disperazione più totale. Le sue mani candide presero a
tremare, mentre la voglia di vederlo e abbracciarlo si faceva così impellente
da farle male al petto.
-
Sirius dov’è James? Che cosa è successo? Dove siete stati
per tutto questo tempo?
Ma il ragazzo rimaneva in silenzio. I suoi lineamenti
eleganti erano contratti da una smorfia di dolore e nei suoi occhi Lily poteva
leggere la paura.
-
Sir! Diamine volete rispondere?
La voce del ragazzo uscì fuori debole, era solo uno spettro
della voce scanzonata che era stata.
-
Lily devi stare calma! Non è successo niente, è tutto a
posto! Non ti…
-
Non provare a dirmi che non devo preoccuparmi! È da questa
mattina che non fanno altro che ripetermi le stesse cose. Non puoi pretendere
che dopo avervi visto conciati in questo modo io resti calma…
dimmi immediatamente dov’è James! Io ho il DIRITTO di saperlo Sirius! Non sei
il solo a volergli bene!
Urlò quasi, travolta dall’agitazione e dal dolore.
-
Ti prego…
Il suo sussurro arrivò nei loro cuori, fino a sfiorarli. Fu
Remus a parlare.
-
È successa una cosa questa notte, Lil. Eravamo fuori e James
è rimasto ferito.
Il mondo le crollò addosso. Il sogno, quel sogno, le occupò
di nuovo la mente. James, il sangue, il suo ultimo sorriso, i suoi occhi caldi
iniettati di sangue, il suo ultimo respiro…
Si voltò inconsciamente per andare in Infermeria quando una
mano la bloccò.
Il suo volto si trovò faccia a faccia con quello stanco e
smagrito di Remus. Cercò di pregarlo con lo sguardo, di fargli capire quanto
fosse importante per lei vederlo e assicurarsi che stesse bene.
Ma lui la trattenne con sempre maggiore forza.
-
Ti prego, Remus. Voglio vederlo.
-
Lo vedrai presto, Lil. Prima però voglio dirti una cosa, ed
è importantissimo per me che tu lo sappia prima di vedere James. Voglio che tu
sappia che cosa sono, prima di vedere quello che ho fatto.
La rossa rimase spiazzata da quelle parole, e si lasciò
trascinare in un aula lì vicino, obbediente. Con la coda dell’occhio vide
Sirius farle un sorriso,di scuse, ma anche rassicurante. Peter invece la
guardava con le lacrime agli occhi. Sempre più confusa Lily lasciò che la porta
si chiudesse dietro di lei.
La stanza era illuminata da piccole candele che per magia si
muovevano per l’aula. Remus si sedette su un banco e fece cenno a Lily di fare
altrettanto. Lei lo guardò curiosa e Remus, dopo aver preso un bel respiro,
cominciò a parlare.
-
La notte scorsa James è stato attaccato da un lupo mannaro.
La ragazza portò le mani alla bocca, visibilmente
terrorizzata. Le mani tremavano incondizionatamente e le gambe le divennero
molli. Non l’avrebbero retta se fosse stata in piedi. Dentro di lei il cuore
batteva a tremila e l’ansia che da quella notte non l’aveva abbandonata sembrò
centuplicarsi dentro di lei. Ma tutto lo stupore che aveva provato a quella
notizia fu niente quando Remus continuò a parlare.
-
E quel lupo mannaro, Lily, sono io.
Lei strabuzzò gli occhi mentre la sua mente si rifiutava di
crederci. Remus, il dolce Remus, lo studioso Prefetto, il Malandrino più calmo,
Remus il suo amico, Remus il suo confidente, come poteva una persona così buona
rinchiudere dentro di se un così orrendo segreto.
E lei era allora davvero così egoista da non accorgersi di
quello che le succedeva intorno? Era così preoccupata della sua vita da non
preoccuparsi di niente altro? Che razza di amica che era stata. Non aveva
capito niente, non si era accorta di niente.
E come quando dopo averla scoperta una cosa ti sembra ovvia,
così le passarono nella mente tutte quegli attimi, quei momenti, quelle frasi,
che magari avrebbero potuto farle capire qualcosa in più.
Remus che in quei sette anni si era ammalato spesso, una
volta ogni mese. Remus che andava sempre in giro malconcio, con le occhiaie e
lei che lo aveva reputato una persona
cagionevole. Severus che le diceva che era un lupo mannaro e lei che non
ci credeva. Le battute di Sirius e le occhiate di rimprovero di James.
-
Accidenti
Remus, azzanni quella carne come un lupo mannaro!
Come diavolo aveva fatto a non accorgersi di niente? Era
stata così insensibile, così egoista. L’unica cosa che riuscì a fare per farsi
perdonare fu andare ad abbracciarlo. Lo strinse forte a sé e tra le lacrime gli
chiedeva perdono. Perdono per non aver capito. E lui sconvolto da quel
corpicino esile che lo teneva stretto, rimase immobile, non capendo se fosse la
realtà. Piano la staccò da sé.
-
Lily hai capito cosa ho detto? Sono un lupo mannaro, sono un
mostro. Ho ferito quasi a morte James la scorsa notte, e nessuno dice che non
potrei rifarlo. E tu mi chiedi di perdonarti? Sei tu che dovresti perdonare me,
sei tu che dovresti fuggire via spaventata.
Lei gli sorrise dolce e Remus capì perché quegli occhi verdi
avessero stregato così tanto James.
-
E non sono più mostro io di te, che non ho capito per anni
il tuo dolore, che mi decantavo amica tua e che invece non ho capito che ti
portavi dietro un così grande fardello?
-
Non devi farti una colpa per questo Lily, sono io che…
-
E invece si, Remus. Tu mi sei stato vicino quando altri non
c’erano e non me ne frega niente di quello che sei, perché per me tu sei e
rimarrai l’amico buono e dolce che mi ha
sempre ascoltata e aiutata!
Gli accarezzò il viso e lo ripulì dalle lacrime che stavano
scendendo sulle sue gote. Lo abbracciò di nuovo e questa volta anche lui la
strinse a sé.
-
Ho attaccato James, Lily. L’ho quasi ammazzato. Come fai a
dire che non sono un mostro? Stavo per uccidere uno dei miei migliori amici.
-
Non lo hai fatto apposta, Remus. So che non lo avresti fatto
mai e anche James lo sa.
Solo pensare a lui le fece male. Pensare che stava per
perderlo. Scacciò subito via i quei pensieri e tornò ad occuparsi di Remus.
-
Vuoi raccontarmi la tua storia Remus Lupin?
Lui sorrise dolce.
-
Ti ho portata qui per questo!
Nel silenzio della stanza lui cominciò a parlare, a
raccontare la sua vita, e Lily, seduta di fronte a lui, lo guardava rapita.
Ero un bambino
quando fui morso. Lì in quel boschetto vicino casa. Un bimbo smarrito in una
notte tanto buia, illuminata solo dalla luna piena. Un ringhio dietro le mie
spalle e in un attimo solo dolore.
Non mi uccise solo perché voleva che fossi
condannato a quella vita da reietto. Mio padre aveva offeso quel lupo e lui per
vendicarsi aveva scelto me come sua preda. Mia madre e mio padre cercarono
qualsiasi rimedio, ma non ci fu niente da fare. I miei genitori cercarono di
far si che la mia infanzia fosse come quella di un bambino normale, ma anche
per un bimbo così piccolo non era difficile capire di essere un mostro.
Hogwarts per me
era un sogno irraggiungibile. Quale preside avrebbe accettato di mettere in
pericolo se stesso ed i suoi alunni?
Forse solo uno.
Albus Silente decise che avrei potuto frequentare la scuola se solo avessimo
preso delle precauzioni. Quell’anno, il mio primo anno, venne piantato nel
cortile della scuola il Platano Picchiatore e sotto di esso venne fatto scavare
un tunnel che portava nella Stamberga Strillante. Arrivato ad Hogwarts trovai,
inaspettatamente, tre grandi amici. Peter Minus, Sirius Black e James Potter.
Lily sorrise.
-
Quando lo hanno scoperto, Rem?
-
Al terzo anno. Ricordo ancora la scena. Ero terrorizzato
al’idea che avessero scoperto che cosa fossi. Erano gli unici amici che avessi
mai avuto e volevo loro un bene dell’anima. Ma loro, inaspettatamente mi
rimasero vicini, anzi Sirius e James erano elettrizzati all’idea di avere un
lupo mannaro per amico, e non vedevano l’ora di avere un incontro faccia a
faccia con la mia parte animale. Peter non era dello stesso avviso, giustamente
aggiungerei. Con le lacrime agli occhi mi disse che non mi avrebbe abbandonato
per niente al mondo ma che ci teneva ancora alla sua pelle e che preferiva
conoscere solo il mio lato umano.
-
Ma come hai fatto la scorsa notte ad attaccare James? Non
dirmi che è stato così incosciente da venire a cercarti! Lo sa benissimo che i
lupi mannari sono un pericolo per gli esseri umani.
Remus sorrise mesto.
-
E qui comincia la seconda parte del racconto.
Una settimana dopo quella scoperta, James entrò in camera con un sorriso a trentadue denti annunciando a tutti che aveva trovato il modo di aiutarmi. Mi sentii
così felice che credo non proverò mai più un’emozione del genere, ma fu per un secondo, perché dopo capii che non poteva essere vero, non
c’era nessun rimedio. I miei genitori avevano cercato per anni qualcosa per
aiutarmi e non avevano trovato niente. Il mio muso lungo e i
miei occhi tristi però non riuscirono a demoralizzare James, che sempre con quel sorriso radioso si avvicinò a me, mi mise le mani sulle spalle e mi guardò fisso negli occhi con uno sguardo serio. Mi disse:
-
Ti
avevo promesso che avrei trovato un rimedio per il “tuo piccolo problema
peloso” Rem, e ci sono riuscito.
-
Ma
che dici James? Non c’è nessun rimedio.
-
E
invece sì! - Mi disse sicuro – Noi
non possiamo starti vicini come umani
ma possiamo farlo come animali. I lupi mannari sono un pericolo solo per gli
uomini. Noi diventeremo Animagi.
Rimasi completamente colpito. Sirius e Peter ne erano
entusiasti e già progettavano le nostre possibili scorribande notturne, ma io
non potevo permetterglielo. Diventare Animagi era
molto pericoloso e loro rischiavano di morire. Cercai in tutti i modi di
dissuaderli ma non ci riuscii, discutere con loro era, ed è praticamente
impossibile. In due anni riuscirono a compiere
la trasformazione e le notti di luna piena sono diventate per me i momenti più
belli della mia adolescenza. In questi due anni i prati di
Hogwarts e di Hogsmeade sono animati dalle scorribande di un cane, un lupo, un
topo e un cervo.
Remus finì il suo racconto, mentre Lily
lo guardava con il viso coperto di lacrime e gli occhi rossi rossi.
-
Quel giorno
nacquero i Malandrini. Moony, Wormtail, Padfoot e…
-
Prongs.
Sussurrò Lily per lui.
Rimase incantata a guardarlo. Ecco
svelato il segreto dei Malandrini e lei si sentiva onorata e orgogliosa di fare
parte, seppure un pochino, di quella grande amicizia e di aver conosciuto
persone speciali come loro.
-
Mi dispiace Remus
se ti sei sentito costretto a rivelarmi tutto. Era il vostro segreto ed io non
c’entro niente.
Disse con lo sguardo puntato a terra,
mentre le lacrime continuavano a sgorgare dai suoi occhi di giada. Ma lui
sorrise e andò ad abbracciarla.
-
Non mi sono
sentito costretto, avevo solo paura che tu ti allontanassi da me. Per il resto
ormai fai parte del gruppo, sei quasi una Malandrina a tutti gli effetti ed in
qualche modo avremmo dovuto spiegarti come James si era fatto male.
James.
Come un fulmine quel nome le passò nella testa. Con il
racconto di Remus aveva quasi dimenticato che lui era in infermeria, ferito. Si
staccò delicatamente da Remus e gli posò un leggero bacio sulla guancia.
Lui capì e sussurrò:
-
Và da lui. È tutto il giorno che non fa che parlare di te.
-
Ma sta bene?
-
Adesso si. Questa notte però se l’è vista brutta.
-
Cosa è successo, Rem? Perché lo hai attaccato anche se era
trasformato?
-
Vedi Lily, con il passare del tempo non siamo rimasti più
solo nella Stamberga, ma siamo andati anche in giro per Hogsmeade. Siamo stati
degli incoscienti. Ieri sera ci siamo divisi ed io lontano da loro, ho
cominciato a seguire l’odore del sangue umano ed avevo trovato la mia preda quando
James è venuto a riprendermi. Solo che ero troppo offuscato dalla fame e così
c’è stata una lotta. Siamo stati degli stupidi, lo so, e poteva andare molto
peggio di come è andata. Se James non ce l’avesse fatta non me lo sarei mai
perdonato.
Lily lo abbracciò di nuovo per consolarlo.
-
Ora basta Moony! L’importante è che stiate tutti bene. James
è forte!
Lui sorrise lievemente all’uso di quel soprannome.
-
Vai.
Sussurrò di nuovo. E lei andò. Andò da James. Andò da
Prongs. Andò dal ragazzo meraviglioso che popolava le sue giornate.
La sua stramaledetta ragione si stava autopunendo, di nuovo,
per tutti gli anni passati a pensare a lui come uno stupido arrogante, tutti
gli anni che si era fermata a quella maschera senza mai andare oltre, senza mai
voler conoscere James l’amico fedele, James coraggioso, James leale, James
dolce e protettivo. Era lei la vera superficiale, lei la vera egoista e non
meritava tutto il bene, tutto l’amore che lui le dava.
Perché James era arrogante, certo, presuntuoso come pochi, e
di sicuro i sei anni in cui l’aveva fatta impazzire non potevano essere
cancellati. Ma se solo lei avesse messo da parte l’orgoglio solo una volta, e
fosse uscita con lui, avrebbe visto che oltre all’arrogante, presuntuoso,
stupido James Potter c’era una parte più nascosta, quasi timida a volte, che
faticava a venire fuori.
Lo avrebbe conosciuto prima, lo avrebbe capito prima.
Piano, quasi timorosa, aprì la porta dell’infermeria. Le
lacrime continuavano a scendere copiose dalle sue guance. La storia dei Malandrini
l’aveva colpita nel profondo del cuore, mai aveva visto amicizia più vera e più
sincera. Per Remus James, Sirius e Peter avevano violato la legge, ma non solo,
avevano rischiato la vita, e la rischiavano ogni luna piena, ma Lily era
sicura, che James era già pronto per la prossima luna, come Pad e Worm.
Avrebbero fatto di tutto per non lasciare un amico solo in difficoltà.
Fece due passi tremanti e lo vide, steso sul letto, a torso
nudo, con una spalla fasciata e grandi e profondi graffi sul torace. Il viso
era tutto graffiato e aveva un enorme cerotto sulla fronte.
Ma era bello. Di una bellezza così spiazzante e disarmante
che Lily sentì le gambe cedere. Era bello ed era vivo. Sano e salvo. Un po’
ammaccato certo, ma era lì che le sorrideva, con quel suo sorriso mozzafiato e
che la guardava con quegli occhi lucenti che solo lui aveva.
Tutta tremante Lily mosse qualche passo verso il letto,
esitante. Quando però il sorriso di James si allargò ancora di più, accelerò il
passo e gli si buttò tra le braccia.
Solo quando sentì i suoi lamenti, ricordò che era tutto
fasciato.
-
Oddio scusa! Ti ho fatto male? Sono una stupida! Non ne
combino una buona!
Con le mani lo accarezzava sul torace per assicurarsi di non
avergli fatto male, senza però rendersi conto che solo con quei gesti lo
mandava in paradiso.
Lui le prese il viso tra le mani e le sue dita si bagnarono
delle sue lacrime.
-
Hey hey hey!
Va tutto bene! Non mi hai fatto male. Piuttosto fatti abbracciare! Mi sei
mancata troppo.
E lei si lasciò trasportare da quelle calde braccia che
l’avevano rinchiusa nella prigione più bella in cui potesse essere. Non
ricordava nemmeno come si era ritrovata stesa sul letto del Cercatore, né come
la sua testa si fosse poggiata delicatamente sul petto del Grifone, sentiva solo
il cuore di James che batteva frenetico, come il suo del resto, e si beava di
quell’abbraccio.
Le lacrime infingarde continuavano a scendere copiose sulle
sue guance, scaricando tutta la tensione che aveva accumulato in quel giorno.
Ma non c’era motivo di piangere. Lui era lì con lei, che la stringeva, e non
c’era niente di meglio al mondo.
-
Remus mi ha raccontato tutto.
Sussurrò.
-
Lo so. Mi aveva detto che appena ti avrebbe incontrata ti
avrebbe detto tutto. Ha detto che era giusto così.
Rimasero per un po’ in silenzio, beandosi l’uno della
presenza dell’altra.
Fu lui a parlare per primo.
-
Mi dispiace di non averti detto niente. Se fosse stato per
me ti avrei detto tutto all’inizio, ma era Remus quello che doveva sentirsi
pronto e…
Lei gli mise un dito sulle labbra.
-
Shhhh… non devi darmi
nessuna spiegazione. Quello che hai, che avete, fatto per Remus è una cosa
bellissima James, ed io sono fiera di conoscere persone come voi. Sono fiera di
conoscere te! E non vedo di vederti trasformato…
Prongs!
Lui sorrise e lei sentì l’impellente voglia di baciarlo, di
baciarlo davvero, ma esitò. Codarda.
Lo abbracciò stretto e sussurrò:
-
Ti prego però, non farmi più una cosa del genere! Stanotte
ho fatto un incubo orrendo, poi questa mattina non ti ho visto ed ero
preoccupatissima. Non sapevo dove eri, non sapevo cosa fosse successo e Jess mi
prendeva in giro. È stata davvero una giornata da dimenticare.
Sentì la sua risata cristallina.
-
Perché Jess ti prendeva in giro?
Lily non rispose, si fece rossa rossa
e nascose la faccia nel torace del giovane.
-
Lily perché Jess ti prendeva in giro?
La sua voce era dolce, come sempre, solo un po’ affaticata.
-
Non te lo dico!
-
E perché no? Dai guardami Rossa!
Con due dita le alzò il mento ed i loro occhi
s’incrociarono.
Mare e monti. E lei sentì di nuovo la voglia di baciarlo, ma
non lo fece. Di nuovo. Sotto quello sguardo si sentiva spogliata, soggiogata, e
stregata si decise a parlare.
-
Dice che dipendo troppo da te, che non posso condizionarti
la vita e che non posso pretendere di averti sempre vicino, e ha ragione. Non
posso dare di matto solo perché per una mattina non ti vedo, non posso pensare
di averti sempre vicino perché tu hai i tuoi amici e non puoi dedicarti sempre
e solo a me e io sono egoista solo a pensarlo e…
-
Shhh. Jess è una
stupida.
Mormorò ed era vicinissimo. Le sue labbra leggere le
baciarono le gote, il mento, il nasino e passarono leggere come ali di farfalla
sopra le palpebre chiuse. E tremava lei al suo tocco, mentre le mani di lui
delicate le accarezzavano la schiena e la cullavano. E lei pensò che sarebbe
anche potuta morire così, tra le sue braccia. La baciava delicato come solo lui
sapeva fare e lei si lasciava andare alle sensazioni che le provocava. Ad un
centimetro dalle sue labbra le disse:
-
Tu PUOI condizionarmi la vita quanto ti pare Lily. Tu puoi
dipendere da me Lily, perché io ci sarò sempre per te e tu e solo tu puoi
pretendere di avermi sempre vicino. Non sei egoista piccola mia. Vuoi solo
avermi accanto a te e credimi se ti dico che questa per me è la cosa più
importante.
Solo sapere che mi vuoi accanto mi fa stare bene, e perché
dovresti essere egoista se con i tuoi gesti mi fai felice?
Lei incatenò i suoi occhi ai suoi e vi lesse dentro tanta
sincerità da disarmarla.
-
Non va bene però per te. Non è giusto che tu la pensi così.
Ne abbiamo già parlato James. Non è giusto che tu aspetti me all’infinito,
prima o poi ti stancherai e ci staremo male tutti e due.
-
Ma la vuoi smettere Evans! Non mi sono stancato per sette
anni, ti risulta tanto difficile credere che io non mi stancherò mai di te?
Lei lo guardò sorridendo. No, non era per niente difficile.
E nemmeno lei si sarebbe mai stancata di quelle braccia calde che
l’avvolgevano, dei suoi baci e delle sue carezze.
Jess poteva pensare quello che voleva, ma dipendere da James
Potter era la cosa più giusta che avesse
fatto nella sua vita.
-
Tu sei la persona più buona
e più speciale che io abbia mai conosciuto Prongs!
Esclamò. Sentire il suo respiro caldo sul viso la stava
facendo impazzire. Doveva solo avvicinarsi un po’, bastava solo spostare un po’
la testa e l’avrebbe baciato, finalmente, ma non lo fece. Era troppo codarda,
in situazioni come quella si chiese dove andava a finire il suo coraggio
Griffyndor. A distrarla dai suoi pensieri fu la voce di lui.
-
Attenta Miss Evans, potrei anche montarmi la testa!
Scoppiarono a ridere insieme, i loro occhi incrociati si
sorridevano. Lei arrossì sotto il suo sguardo, ma imprigionata non riuscì a
sottrarsi a lui. Con un dito le sfiorò una guancia e dolce lasciò una scia di
baci lungo la mandibola. Lei sospirò sperando e pregando che non finisse mai.
Le emozioni che sentiva dentro di lei erano inspiegabili.
Confusione, desiderio, passione, amore.
Tutte nel suo piccolo corpicino che stava scoppiando di
gioia solo nel sentire che lui, James, tremava sotto il suo tocco fragile.
Sotto le sue dita che passavano sul petto del giovane grifone, sentiva i
muscoli tendersi e i brividi fargli accapponare la pelle.
Le sembrava assurdo che fosse proprio lei a provocargli
emozioni del genere. Leggera come ali di farfalla lo accarezzava e toccava quei
graffi e quelle ferite che deturpavano quel corpo perfetto. Gli addominali si
contraevano al suo passaggio e il cuore di James non aveva tregua. Batteva
forte come non mai, ed era lei la causa di tutto quello. Era lei la causa di
tutta quell’agitazione. Sorrise felice e il suo sorriso si scontrò con quello
del ragazzo.
I suoi denti bianchissimi erano vicinissimi alla sua bocca e
poteva baciarlo, voleva baciarlo. Non riusciva a pensare a cosa più giusta da
fare in quel momento. Lei era pronta a vivere quella storia con lui, sentiva di
volerlo vicino per sempre e di volergli un bene dell’anima. Quasi
inconsciamente si avvicinò, lentamente. I loro respiri che s’incrociavano e si
mescolavano,i loro occhi che non si lasciavano nemmeno per un secondo, lui
sorrideva bello come il sole facendola sciogliere. Le mani di Lily, lente
risalirono fino ad arrivare al collo di James ed erano vicini, così vicini che
i loro nasi si toccavano. E mancava meno
di un centimetro a separarli quando Lily voltò la testa dandogli un bacio sulla
guancia.
Rimase per qualche secondo con le labbra premute contro la
pelle morbida di James, e nella sua testa si stava maledicendo in tutte le
lingue del mondo.
Era una stupida! Una grandissima, fottutissima stupida!
Che diamine le diceva quella testaccia dura?!
Aveva quasi timore a staccarsi e a guardare James negli
occhi. Non voleva leggervi la delusione, non voleva vedere se gli aveva fatto
del male.
Così piano si separò da lui e si mise a sedere sul letto,
senza guardarlo nemmeno per un istante.
Cadde tra loro un silenzio imbarazzato.
Fu James, naturalmente, a romperlo.
Le accarezzò una guancia, portando dietro l’orecchio una
ciocca di capelli ribelle.
-
Hey Rossa!
Sussurrò dolce. Lei, piano, timorosa, voltò la testa, e i suoi
smeraldi verdi, confusi e spersi lo stregarono.
-
Vieni qui.
Allungò un braccio verso di lei, circondandole le spalle e
costringendola a sdraiarsi vicino a lui.
Lily lo abbracciò stretto e lo guardò fisso negli occhi. Se
ci era rimasto male, lo aveva nascosto molto bene. La guardava rassicurante e
tranquillo, come se non fosse accaduto niente, come se lei non lo avesse prima
avvicinato e poi rifiutato. Era dolce e protettivo e comprensivo come sempre.
La ragazza non riuscì più a reggere il peso di quegli occhi
limpidi e sinceri, così abbassò la testa e la sprofondò nel suo torace.
Lo sentì sorridere e lei sussurrò un flebile “Mi dispiace”
che lo fece ridere ancora di più.
Furono i brividi ad avvertirla che si era avvicinato al suo
orecchio, brividi che aumentarono incredibilmente quando parlò.
-
Di cosa ti dispiace? Succederà, se succederà, quando è
giusto che accada, quando tu sarai pronta.
Lily alzò il viso e si scontrò con i suoi pozzi neri e
sorrise. Capiva sempre tutto, forse la capiva come neanche lei stessa sapeva
fare.
Occhi negli occhi si abbracciarono sempre più stretti e
tutti e due, ben presto, caddero tra le braccia di Morfeo.
Il giorno dopo
ci svegliammo abbracciati e fu il più bel risveglio della mia vita, fino ad
allora.
Quello che
provavo per James era amore, dovevo solo decidere di seguire il mio cuore, solo
seguire il mio istinto, perdere tutte le mie paure. Dovevo solo tirare fuori il
mio tanto decantato coraggio Gryffindor e sarei rimasta prigioniera delle sue
labbra, racchiusa dalle sue forti braccia calde e protettive. Solo un po’ di
coraggio e sarei rimasta incatenata al suo sguardo e questa volta, non per un
fuggente attimo, no, questa volta per sempre.
Ma quella sera
in infermeria rimasi sospesa tra quel desiderio e la mia ragione, cullata dal
suo abbraccio.
Hem… allora?!
Dovevo lasciare stare? Sono stata una pazza a pubblicarlo?
Vi fa talmente schifo da non riuscire nemmeno a dirlo?!
Ok basta con l’autocommiserazione!XD fatemi sapere che ne
pensate, e siate sinceri, ditemi quello che c’è che non va (TUTTO!) sono pronta
al peggio!
Però prima di lasciarvi devo spiegarvi per forza da dove è
uscita questa specie di capitolo!
Allora l’idea era carina, cioè almeno a me piaceva, ed anche
la cara lussissa mi aveva incoraggiata ( vabbè che quella santa donna mi incoraggia sempre!).
Insomma il punto centrale era che Lily, sempre più confusa
sui suoi sentimenti, scopre la storia dei malandrini. James è rimasto ferito in
una notte di luna piena, perché come dice Remus nel Prigioniero di Azkaban
molte volte hanno rischiato che Remus-lupo mannaro
uccidesse qualcuno ad Hogsmeade perché i nostri cari malandrini si facevano
prendere un po’ la mano dallo spirito avventuriero.
Naturalmente qualcuno gli doveva pur impedire di fare a
pezzi un innocente passante, e chi se non il temerario James Potter?
Poi il bacio! La storia parla di baci, ma qui non c’è nessun
bacio in particolare, il bacio che alla fine Lily non dà a James, rappresenta il desiderio che lei ha
di baciarlo, ma è ancora indecisa e ha paura. Quindi è il desiderio ad essere
descritto. Se i pensieri di Lily vi sembrano contorti e contraddittori almeno
in qualche cosa con questo capitolo sono riuscita, se invece vi sembrano
chiarissimi, non sono riuscita nemmeno in quello!XD
Fin qui ci siamo, la trama è semplice, volevo cercare di non
essere banale, cioè non volevo che lei scoprisse di Remus perché viene quasi
attaccata da lui e James la salva. Cioè non era una cosa tanto difficile da
scrivere. Le pippe mentali di Lily mi sembrava
facilissimo rappresentarle perché sono le stesse che mi faccio io ogni tanto,
quindi avevo un bell’esempio da seguire. o.O
La storia dei malandrini la so a memoria, visto che avrò
letto il terzo libro miliardi di volte, e continuerò a farlo finchè campo!,
quindi niente di così difficoltoso.
Ma no, naturalmente la mia ispirazione, i miei professori,
quella cavolo di matematica che rischiavo di rivedere questa estate, la mia
autostima di scrittrice sotto piedi dopo
che una supplente di italiano mi ha messo a un tema 6 e il terremoto si sono
tutti alleati contro di me e questa povera e innocente storia.
L’ho riscritto centomila volte perché non mi convinceva per
niente, alla fine siccome mi ero rotta e visto che ho capito che meglio di
così, questo “coso” non esce, mi sono detta: “Dai postalo! Male che va mi
lanciano qualcosa contro!”
E così eccolo qui. Ripeterò fino alla morte che non sono
assolutamente soddisfatta di questo capitolo, non è uscito come volevo e lo trovo
vuoto, senza senso e scritto pure male.
Quindi accetterò qualsiasi critica, anche dure se volete!
Sta volta me le merito tutte!
Adesso vi lascio, scusate lo sfogo! Vi prometto che il
prossimo capitolo, che spero arriverà a breve, sarà di gran lunga meglio di
questo! Davvero non è da me dare tutte queste giustificazioni, ma mi dà
fastidio quando qualcosa non esce come voglio io, e mi dispiacerebbe davvero
tanto deludervi.
Ora vi lascio davvero…
Baci a tutti!
Allora un grazie sincero a chi ha messo la storia nei
preferiti:
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2 - axel [Contatta]
3 - cassandra 287
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E un grazie
speciale a chi ha recensito:
Lady
Padfoot: grazie mille per la recensione… si la storia
è dolcissima, forse anche troppo, ma io sono più zuccherosa del miele, un po’ da
diabete!XD beh la stanza delle necessità mi ha sempre dato da pensare, e molto
probabilmente i Malandrini nemmeno sapevano della sua esistenza, ma per me è un
affronto solo pensarlo! Spero che ti piacerà lo stesso anche questa sottospecie
di capitolo… naturalmente la speranza che nessuno mi
tiri i pomodori è l’ultima a morire!XD grazie ancora baci…
Rose89:
davvero non ti piacevano le Lily/James e
la mia è la prima che ti attira?? O mio Dio grazie! Sei stata gentilissima... un grosso bacio e
alla prossima recensione…
Karmenpotter:
grazie mille per i complimenti e sono contentissima che la storia ti piaccia! Cosa
ne pensi di questo capitolo?? No il bacio ancora non c’è, ma arriverà
prestissimo! Alla prossima e ancora grazie…
Vavva:
grazie mille per tutti i complimenti… fammi sapere
che ne pensi di questo! Baci
FunnyPink:
ecco una nuova recensitrice! Grazie mille del tuo
commento. Si la storia è mielosa, ma è colpa del mio elevato tasso di zucchero
presente nel mio corpo! Sarò contenta di sapere cosa ne pensi del capitolo,
anche se io stessa non ne sono affatto convinta! Bacioni
Lussissa: hey Lucina!XD hai visto che ho postato finalmente?! Certo non
è quello che volevo però è già tanto che sono riuscita a finirlo! Allora lucina
fammi sapere che ne pensi eh! E dimmi che ne pensi di James in infermeria (
anche se credo vagamente di saperlo!XD)! credo che quella sia l’unica parte
decente! Ihihihih allora ci sentiamo domani per farci
una bella chiacchierata eh! Bacioni
Giusyangel:
grazie tantissimo per i complimenti…. E poi chi non
adora i Malandrini?!?! aspetto una nuova recensione per sapere che ne pensi!
Miss Rainbow: grazie mille! Arrossisco però con tutti questi
complimenti! Dimmi se ti piace anche questo (ne dubito!) baci e alla prossima!
PrincessMarauders: ciao e grazie tanto! Davvero la pensi come me sul bacio sulla fronte?! Oddio
ti amo!XD le mie amiche dicono che il bacio sulla fronte si dà ai morti o.O dimmi che ne pensi anche di questo! Baci
E per ultima
ma non meno importante XD eulalia_17: grazie mille, sono contenta che ti
piaccia! Alla prossima baci…
Naturalmente
un grazie di cuore va anche a chi legge e non recensisce, grazie mille!
Dopo che
sono passati 5 mesi spero davvero di ritrovare tutte le mie adorate lettrici! Vi
prego sono qui con la faccia da cuccioletta…. Baci a
tutti!
p.s. giuro
che è l’ultima cosa che dico…. Un grazie speciale
alla mia LUCINA (Lussissa)
che mi ha aiutata 20 minuti fa a trovare il titolo per questo capitolo…. GRAZIE MILLE DONNA! XD