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Autore: RosaDraco    06/02/2017    1 recensioni
Questo è un AU in cui tutti i dragon slayer sono in realtà dei draghi. Lucy, la protagonista, vive in una metropoli moderna dove nessuno crede più all’esistenza della magia, ma lei è una maga e sa che niente è come sembra. Questa è la storia di un incontro che cambierà la sua vita per sempre e della sua lotta per salvare Magnolia e Fairy Tail.
Genere: Mistero, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Lucy Heartphilia, Natsu, Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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I signori della guerra

Natsu e i suoi compagni saranno costretti ad affrontare ancora molti nemici per raggiungere Lucy: oggi ce ne sono quattro in fila pronti a combattere!


I signori della guerra

Central Park sembrava più vuota e spettrale che mai. Non c’era nessuno a passeggiare tra i suoi viali, nessuno steso sull’erba e nemmeno un turista. Il cielo grigio lanciava delle lunghe ombre nei vialetti e la neve nera di Invel cadeva giù senza sosta, avvolgendo ogni cosa nella sua patina gelida. Ma Natsu sapeva che in quel silenzio c’erano sei maghi spietati, pronti a tendergli un agguato. Sei pazzi, come Zeref, disposti a tutto per fermarlo. Quando avrebbero fatto la loro mossa?

A salvare Natsu e il suo gruppo fu soltanto la sua prontezza di riflessi. Il drago percepì un rumore sospetto e si fermò di colpo, ordinando ai suoi compagni di tornare indietro. Un attimo dopo delle punte di pietra sbucarono fuori dal terreno davanti a loro. Erano così affilate, che se li avessero colpiti, li avrebbero ridotti ad un colabrodo.

- Che diavolo è questa roba? - Imprecò Gajeel mentre le punte, crescevano, si espandevano e si trasformavano in colonne, innalzandosi verso il cielo per bloccargli la strada.

- Qualunque cosa siano ... - Disse Gildarts facendo scricchiolare le nocche - Ci penso io ad aprire un varco! - La sua magia, Crush, gli permetteva di disintegrare qualsiasi cosa, ma il mago non riuscì nemmeno a sfiorare la barriera. Un uomo schizzò fuori dal suo nascondiglio tra gli alberi e si avventò su di lui, colpendolo così forte da scagliarlo a terra. Era alto e robusto, ancor più di Gildarts, con indosso una corazza scura ed un mantello col cappuccio. Ma la cosa che lo rendeva più spaventoso e terrificante era la maschera con il ghigno di un orco che aveva sul viso.

- E così tu sei uno dei seguaci di Zeref? - Gli gridò il manager, stringendo il braccio dove era stato ferito dai guanti di metallo che lo Spriggan indossava. Ma il suo avversario non gli rispose, alzò una mano ed attivò la sua magia, attirando a sé tutto il sangue che riusciva ad estrarre dalla ferita di Gildarts. Il mago gridò per il dolore e provò a divincolarsi ma non sarebbe mai riuscito a difendersi da solo se non ci fosse stata Erza lì accanto.

- Fate attenzione: questa è Blood Magic! - Il master di Fairy Tail si lanciò all’attacco, con la spada sguainata, ma il suo avversario la evitò, facendo un passo indietro. A fermare Erza fu un’altra donna armata di spada. Aveva i capelli biondi, corti e mossi e degli occhi azzurri freddi come il ghiaccio. Quando le loro lame si scontrarono l’onda d’urto fece tremare tutto il parco ed il rumore si infilò nelle orecchie di Natsu, assordandolo.

- Non preoccuparti Bradman, mi occupo io di questa bellezza. - Disse la donna, leccandosi le labbra come un predatore affamato.

- Dimaria è sempre così egoista! - Esclamò a quel punto un’altra voce, quella di un uomo - E se Dimaria si prende il master di Fairy Tail, allora io mi prendo tutto il resto! -

- Accomodati pure Larcade. -

I maghi non fecero nemmeno in tempo a capire dove si trovava il loro avversario. Un’onda oscura travolse gli alberi e si abbatté su di loro, curvandosi come uno tsunami diabolico. Per fortuna Laxus era pronto a reagire e disperse il muro d’oscurità con uno dei suoi fulmini, mostrandogli finalmente la sagoma di chi li aveva attaccati: un uomo con dei lunghi capelli neri, la pelle pallidissima e lo sguardo di un folle.

Era evidente che non sarebbero riusciti a proseguire se non avessero prima sconfitto tutti gli Spriggan.

- Draghi! - Gridò Erza, mentre cercava di tener testa alla sua avversaria che premeva contro la spada con una forza impressionante - Continuate senza di noi! Trovate Lucy! -

Natsu conosceva abbastanza bene Erza per sapere che non aveva alcuna speranza di farla ragionare.

- Grazie. - Le disse - Ma fate attenzione. -

- Il vecchio August non vi lascerà passare! - Li minacciò Larcade. Per un attimo si erano quasi scordati del mago che gli aveva bloccato la strada con un muro di pietra. Natsu lo vide, fermo tra gli alberi che li aspettava. August aveva l’aspetto di un uomo anziano con i capelli bianchi e una barba candida e lunghissima. Indossava un mantello grigio ed in mano stringeva un bastone di legno tutto nodoso e contorto, proprio come uno stregone uscito da una favola.

Natsu inspirò, pronto per scagliare uno dei suoi ruggiti infuocati, e August alzò il suo bastone per respingerlo con un altro incantesimo, ma il vecchio non riuscì a colpirlo. Fu travolto e sbalzato via da qualcosa che si muoveva alla velocità della luce. Natsu ci mise qualche istante per capire che si trattava di Jellal. - Forza! - Lo spronò il master di Crime Sorcière - Non preoccupatevi per noi! -

Era più facile a dirsi che a farsi ma il Drago di Fuoco si sforzò di continuare a correre, seguito da Gajeel e Atlas.

- Heavenly Magic. - Constatò il vecchio August rialzandosi, mentre scuoteva via la polvere dai vestiti. Nonostante Jellal lo avesse colpito con un pugno in pieno viso, lo Spriggan non aveva nemmeno un graffio.

- La tua è una magia molto rara e difficile da controllare. Sono onorato di poter combattere contro qualcuno come te, ma sappi che non hai alcuna speranza di battermi! - Il mago vecchio picchiò la punta del bastone a terra e gli alberi di Central Park risposero subito al suo comando, animandosi come una foresta di piante stregate. Le loro radici sbucarono fuori dal terreno, bloccando Jellal per le caviglie e i rami si allungarono, afferrandolo per le braccia.

- Hai segnato la tua fine nell’istante esatto in cui hai deciso di colpirmi. - August toccò ancora col bastone a terra ed un cerchio magico apparve sotto i piedi di Jellal. Per un attimo le rune brillarono di un rosso intenso e poi esplosero, così forte da scuotere tutto il parco. Un incantesimo come quello avrebbe ridotto in pezzi una persona qualunque, ma quando il fumo si dissolse August scoprì che la sua vittima gli era sfuggita. Jellal era già dietro di lui, pronto a colpirlo. Ma quando il master di Crime Sorcière sferrò il pugno che aveva preparato le sue nocche colpirono una barriera dura come acciaio.

- È inutile ragazzino. - Sospirò il vecchio senza nemmeno girarsi a guardarlo. August batté nuovamente il bastone a terra e questa volta una scarica elettrica attraversò Jellal da capo a piedi, lasciandolo senza fiato. Ma lo Spriggan non aveva alcuna intenzione di fermarsi e gli puntò contro la sua arma magica, infierendo con una sfera oscura e poi con una raffica di lance ghiacciate. Gli attacchi di August sbalzarono letteralmente Jellal dalla parte opposta del sentiero, con la schiena contro gli alberi. Ma nemmeno il master di Crime Sorcière aveva alcuna intenzione di arrendersi: alzò le mani e raccolse tutta l’energia che aveva sulla punta delle dita. Al suo comando sette cerchi magici apparvero sospesi a mezz’aria e cominciarono a scintillare con la stessa forza di una stella. - Grand Chariot! -

Anche August alzò una mano, attivando una barriera per proteggersi, ma la magia di Jellal lo investì con la stessa forza di un treno, carbonizzando tutto quello che c’era sulla sua strada. Alberi, piante, pietre, lo stesso sentiero, tutto si vaporizzò all’istante e la forza dell’impatto spezzò anche la barriera del vecchio mago, spingendolo a terra. Peccato che un incantesimo come quello non fosse abbastanza per liberarsi di lui.

- Piccolo disgraziato! - Ringhiò lo Spriggan, più infuriato che mai, ed un turbine gelido si abbatté su Jellal, seguito da una fiammata incandescente e da una pioggia di schegge di metallo. August si fermò soltanto quando ormai il suo avversario non aveva più la forza per rialzarsi.

- Tutti gli Spriggan che lavorano al servizio di Zeref hanno una ragione personale che li spinge a sostenere il suo progetto. - Gli spiegò il vecchio - Prima di incontrarlo erano tutte persone disperate, senza un solo scopo nella vita e che hanno deciso di sfogare la loro rabbia distruggendo questo pianeta. Ma a me tutto questo non interessa, ho scelto di seguire Zeref col solo scopo di conoscere gli abissi della magia e di arrivare più in alto di chiunque altro. Ragazzo, tu non immagini nemmeno cosa ho visto io! -

- Stronzate! - Esclamò Jellal, usando tutta l’aria che gli rimaneva nei polmoni. - Anche io ero così quando ho conosciuto Hades! La mia vita faceva schifo, tutto faceva schifo! Non avevo una famiglia e nemmeno un posto dove stare! E anche io volevo distruggere questa dannata città! Volevo distruggerla dalle radici! Ed è questa la sola ragione per cui mi sono impegnato tanto a studiare la magia. Ma poi ho capito che non aveva senso prendersela con gli altri e che se volevo che le cose cambiassero allora dovevo rimboccarmi le maniche e darmi da fare. E lo sai cosa mi ha fatto cambiare idea? Ho incontrato una fata che mi ha insegnato a sperare. Proprio come Natsu che ha incontrato Lucy. Non permetterò a nessuno di mettersi sulla loro strada! - Jellal puntò due dita verso il basso ed August capì soltanto allora che il master di Crime Sorcière lo aveva attirato in trappola, spingendolo di proposito quanto più lontano possibile dai suoi compagni. Lo Spriggan alzò la testa, percependo una gigantesca energia magica incombere su di lui e vide le nuvole scure vorticare come impazzite. August lasciò cadere di colpo il bastone, alzando precipitosamente le mani per attivare una nuova barriera ma non riuscì a pronunciare la formula in tempo. Una vera e propria meteora si abbatté su di lui, come un giudizio divino, disintegrando tutte le sue difese e tutto ciò che gli stava intorno. Anche se aveva trascorso tanti anni accanto a Zeref il vecchio mago non aveva mai visto una cosa del genere e non aveva alcuna speranza di resistere ad un incantesimo così potente. In un sol colpo l’Heavenly Magic di Jellal spezzò tutti i suoi sogni d’ambizione e lo ripulì da tutta la magia nera che aveva assorbito, riducendolo in polvere.

- Non so cosa tu abbia visto nell’abisso della magia ma se questo è il risultato è meglio non guardarci. - Il master di Crime Sorcière si lasciò andare a terra con un sospiro, esausto. Dal punto in cui si trovava non riusciva a vedere cosa stesse accadendo sul campo della battaglia, ma poteva sentire chiaramente che i suoi compagni stavano ancora combattendo. Non poteva far altro che sperare nelle loro abilità ...

- Raging Bolt! - Laxus recitò la formula ed al suo comando un gigantesco fulmine piovve dal celo, ma Larcade lo schivò con un salto.

“ È veloce!” Pensò il mago di Fairy Tail mentre il suo avversario si gettava contro di lui con un pugno completamente avvolto d’ombre.

- Lightning Dragon's Iron Fist! - Anche Laxus reagì con un pugno, ma usando tutta l’elettricità che aveva a disposizione. Le nocche dei due avversari si scontrarono, facendo scintille mentre le rispettive magie cercavano di prevalere l’una sull’altra. Alla fine fu Laxus quello ad ottenere la vittoria, spingendo Larcade a terra.

- Lightning Dragon's Jaw! - Il mago di Fairy Tail provò ad approfittarne, sferrandogli il colpo di grazia ma non riuscì nemmeno a sfiorarlo. Il corpo dell’avversario si dissolse in una nuvola di pura oscurità, sfuggendogli tra le dita.

- Ahaah! Non puoi prendermi! - Laxus si girò di scatto verso la direzione da cui proveniva la voce ma ormai Larcade era già da un’altra parte.

- Io sono il più veloce degli Spriggan! La mia magia mi rende invulnerabile! - Laxus tornò a girarsi con uno scatto ma questa volta non riuscì a muovere nemmeno un passo.

- Che accidenti sta succedendo??? - Esclamò il mago: i sui piedi sembravano come incollati a terra. Laxus ci mise un po’ per capire che a causare lo strano fenomeno era la sua stessa ombra. Perché di colpo sembrava diventata di catrame sotto le suole? E perché diavolo si era rivoltata contro di lui?

- Ahaahah! Ma la mia Shade Magic non serve solo per difendersi! - Questa volta quando Laxus guardò tra gli alberi intravide la figura di Larcade che sghignazzava - Questa magia mi permette anche di uccidere i miei avversari senza nemmeno bisogno di toccarli. Black Abyss! - Larcade recitò la sua formula ed un cerchio magico scuro e profondissimo apparve intorno a Laxus. Il terreno sotto i piedi gli venne meno e l’oscurità cominciò a trascinarlo verso il basso con una forza irresistibile, proprio come un buco nero. Per salvarsi il mago fu costretto ad aggrapparsi al bordo con le unghie.

- Dannazione! - La spinta con cui l’oscurità lo attirava era così forte da impedirgli perfino di trasformare il suo corpo in elettricità e di sfuggire al suo campo gravitazionale. Se voleva liberarsi l’unica speranza che aveva era quella di abbattere il suo avversario e di abbatterlo in fretta.

- Bye bye, amico! - Larcade scoppiò in una grossa risata, ma non riuscì a chiudere il suo cerchio magico.

- Mercury Fulminate: Red Lightning! - Nemmeno Laxus aveva bisogno di toccare gli avversari per eliminarli. Larcade era il più veloce di tutti gli Spriggan, ma nemmeno lui poteva muoversi così veloce come l’incantesimo che Yuri Dreyar aveva elaborato tanti anni prima e che aveva trasmesso ai suoi eredi. Il fulmine rosso lo colpì e lo incenerì in pochi secondi. Il cerchio magico che aveva intrappolato Laxus si dissolse ed il mago si ritrovò a terra, in ginocchio, ma ancora tutto intero. Erza, Gildarts ed i loro avversari non si vedevano più e non aveva idea di cosa stesse accadendo loro ma prima di raggiungerli aveva bisogno di riprendere fiato.

- Sei brava con la spada ma mi domando se sei davvero capace di starmi dietro. - Dimaria liberò la sua arma da quella di Erza e tirò un affondo. Il master di Fairy Tail provò a parare il colpo ma non riuscì a fare abbastanza in fretta e la spada di Dimaria le incise un fianco. Erza si spostò istintivamente di lato. Si aspettava di vedere del sangue ma scoprì che in realtà la sua avversaria le aveva tagliato soltanto la stoffa del vestito senza nemmeno graffiare la pelle, con la stessa precisione di un chirurgo con un bisturi.

- Lo sai che sei proprio carina quando fai quella faccia confusa? -

Ridacchiò Dimaria prima di tornare all’attacco. Erza sollevò la spada, pronta a reagire ma la sua avversaria sparì nel nulla prima che le loro armi potessero scontrarsi.

- Veramente carina. -

Erza sentì la voce di Dimaria chiamarla da dietro e quando si girò scoprì che la donna era già arrivata dalla parte opposta del campo senza nemmeno che la vedesse. Stava ridendo ma Erza ci mise un po’ per capire qual’era il motivo. Dimaria le aveva ridotto i vestiti letteralmente a brandelli, tagliandoli a striscioline sottili. Perfino la sua spada era coperta di crepe e dopo qualche secondo si infranse in mille piccoli pezzi. Dannazione! Come faceva a muoversi così in fretta? Con un sol colpo, avrebbe potuto tagliarle la testa ma la Spriggan si stava divertendo a giocare con lei, come un gatto col topo.

- Lo sai? - Le propose la donna - Se decidessi di inginocchiarti e implorare pietà potrei anche risparmiarti la vita. Fino a che Lord Zeref non completa la sua missione, s’intende ... - Dimaria sollevò di nuovo la spada pronta a colpire ma qualcosa l’anticipò, colpendola alle spalle e scagliandola a terra in mezzo alla polvere.

- Mi dispiace ma sarai tu quella a inginocchiarsi e a implorare pietà. - A salvare Erza era stata Ultear, usando la sua sfera di cristallo. La maga le fece un sorriso - Sei davvero fortunata che sia riuscita a trovarti. La nostra amichetta usa Time Magic, guarda! - Ultear le indicò a destra ed Erza capì subito a cosa si riferiva: sospesa a mezz’aria c’era una foglia, caduta da uno degli alberi che avevano colpito durante il loro duello. Ma la foglia era completamente immobile, intrappolata in una specie di fermo immagine. Ecco spiegato come aveva fatto a colpirla tante volte senza che riuscisse a vederla!

-  Ma mi dispiace per lei. - Ridacchiò Ultear - Io sono molto più brava in questo campo. -

- Ah, è così? - Mormorò Dimaria, sollevando la faccia dalla polvere - Io non ci conterei tanto. - La maga si rialzò, raccogliendo tutto il potere che aveva e la sua aura esplose, travolgendo tutto ciò che c’era attorno a loro e minacciando di sbalzare via entrambe le maghe. Quando Erza riuscì finalmente a riaprire gli occhi, ripulendoli dalla polvere, scoprì che la sua avversaria aveva cambiato completamente aspetto, consumata dall’oscurità. Ormai non si vedeva più nulla del corpo di Dimaria, solo una sagoma coperta di rune. Nemmeno i capelli sembravano più i suoi, ma quelli di un’altra, neri e lunghi. La forza della sua aura li faceva ondeggiare, sollevandoli verso l’alto, mentre i suoi occhi scintillavano come due piccoli dischi dorati in mezzo all’ombra. Sembrava proprio un demone.

- Lord Zeref mi ha concesso un potere che va oltre quello di qualunque mortale. - Le spiegò Dimaria - Mi ha concesso i poteri di un dio: Chronos! Il Dio del Tempo! E voi due pagherete le conseguenze della sua ira! - Il potere emanato da Dimaria era così forte e così oscuro da far accapponare la pelle. Non c’era bisogno che le spiegasse cos’era per capire che erano in guai seri.

- Adesso è il tuo turno di mordere la polvere. -

- Stai attenta! - Gridò Erza ma Ultear non riuscì a fermare la sua avversaria.

- Parallel Worlds! - La sfera della maga si moltiplicò, producendo un gran numero di copie e tutte si scagliarono contro Dimaria, ma nemmeno una di loro riuscì ad andare a segno. La Spriggan scomparve e riapparve proprio dietro la restauratrice, colpendola alla schiena proprio come aveva fatto lei all’inizio del loro duello.

- Age Scratch. - Una fortissima scarica di dolore attraversò Ultear, più forte di qualunque dolore avesse mai provato in vita sua. L’incantesimo la lasciò senza fiato e la maga crollò a terra come un pezzo di legno.

- E tu ... -

Erza evocò in fretta una nuova spada per difendersi. Ma Dimaria ormai non aveva più bisogno di armi per colpire. La spriggan sollevò un dito e lo puntò contro di lei, trapassandole una gamba con un raggio d’energia. Erza gridò per il dolore e crollò anche lei in ginocchio, pigiandosi una mano sulla ferita.

- Distruggerò tutto personalmente. Non c’è alcun bisogno che Lord Zeref usi Stellar Memory. - Mormorò Dimaria, evocando ancor più potere attorno a lei. La sua aura bruciava, sibilava, distruggendo tutto quello che sfiorava come un tornado. Aveva perso il controllo?

Sembrava veramente una situazione disperata, ma fu proprio in quell’istante che Erza notò che attorno alla sua avversaria c’era qualcosa che non andava. La sua aura vorticava impazzita ma la polvere che sollevava non si muoveva con la stessa velocità della sua energia, ma molto, molto più lentamente.

- PRENDILA! - Le gridò Ultear, che con una mano pigiata a terra, stava usando tutto il potere che le rimaneva per rallentare il tempo. Erza non poteva sperare in un’occasione migliore, anzi, non poteva sperare in nessun’altra occasione. Raccolse la sua spada e si lanciò all’attacco, sforzandosi di ignorare il dolore alla gamba.

- Non puoi battere un dio! - Dimaria si preparò a scagliare un nuovo raggio d’energia, ancora più forte di quello di prima, ma ... mancò il bersaglio e la spada di Erza le si conficcò nello stomaco.

- Hai scelto male la tua avversaria. La mia spada può uccidere qualsiasi cosa, anche un dio, purché sia vivo. - Per un attimo Dimaria rimase ferma con gli occhi spalancati, come se la sua magia avesse paralizzato anche lei, poi svanì tutta d’un colpo lasciandosi dietro soltanto un fine strato di polvere nera.

Erza incespicò e fu costretta a piantare la sua spada a terra per mantenere l’equilibrio.

- La mia spada può uccidere anche un dio ... - Ripeté Ultear, sforzandosi di riprendere fiato - Questa la devo raccontare a Jellal ... -

Gildarts intravide in mezzo agli alberi del parco un turbine nero sollevarsi verso l’alto e dissolversi, portato via dal vento, ma non riuscì a capire di cosa si trattava. Il suo avversario, Bradman, continuava ad attaccarlo, sferrando un colpo dopo l’altro come una silenziosa macchina da guerra. Non c’era alcun modo di farlo ragionare, né di comunicare con lui. Che accidenti poteva fare per sbarazzarsi di un avversario del genere? Il punto forte di Gildarts erano gli attacchi fisici ma il mago non poteva avvicinarsi a causa della ferita sul braccio e da quella distanza si sentiva in svantaggio. Se solo fosse riuscito ad assestargli un colpo!

- Piantala, adesso! - Il manager raccolse una manciata di magia attorno a un pugno e lo schiantò a terra, causando una gigantesca esplosione. Il colpo travolse Bradman in pieno e Gildarts per un attimo si illuse di aver ottenuto finalmente la vittoria. Niente di più sbagliato. Quando la polvere sollevata dall’esplosione si dissolse, il manager scoprì che il suo avversario era ancora in piedi. Aveva i vestiti stracciati e ferite dappertutto ma la cosa non sembrava importagli affatto. Lo Spriggan sorrise, si passò una mano sul braccio sinistro, estraendo quanto più sangue poteva, ed il liquido si solidificò nel suo pugno, trasformandosi in un’alabarda.

- Sta usando il suo stesso sangue come arma? Ma è pazzo? - Esclamò Gildarts inorridito ma il suo avversario non gli diede ascolto, avventandosi su di lui. Il mago di Fairy Tail reagì, sgretolando l’arma di Bradman con un sol colpo, ma il sangue che la componeva si sciolse e si solidificò di nuovo, plasmando una nuova arma: una falce. Gildarts provò a scansarsi, ma la lama lo ferì a una mano e poi a una gamba. Era evidente che se intendeva vincere non poteva continuare con quel ritmo: scappare non serviva a nulla.

Gildarts indietreggiò, guadagnando un po’ di tempo per raccogliere tutta la magia che aveva intorno a un pugno. Quando Bradman si avventò su di lui non fece niente per evitarlo e lasciò che la sua falce gli affondasse in una spalla. Il dolore non aveva alcuna importanza: da quella distanza Bradman non poteva più sfuggirgli.

- Empyrean! - Gildarts colpì, concentrando tutta la magia che aveva in quel singolo pugno. Lo Spriggan venne colpito sotto il mento e scagliato in aria, così in alto che per un attimo sembrò che avesse preso il volo. Poi il mago oscuro piombò a terra scavando un vero e proprio cratere. La falce che aveva colpito Gildarts si sciolse, imbrattando il terreno ed il manager lanciò un sospiro di sollievo - Dannazione! Questi Spriggan erano davvero problematici, ma in fondo ... - Gildarts si morse la lingua non appena si accorse che Bradman si stava rialzando. Com’era possibile che riuscisse a stare ancora in piedi? Di cosa accidenti era fatto il suo corpo? Ma il destino del mago oscuro ormai era già segnato. Un’ombra si abbatté su di lui, precipitando giù dal cielo come un falco sulla preda ed una zampa gigantesca lo schiacciò, polverizzandolo all’istante.

- Per tutti gli spiriti! - Esclamò Gildarts quando capì che ad averlo appena salvato era stata Wendy, il Drago del Cielo Wendy. C’era un’enorme differenza tra la sua forma umana e quella reale. La dragonessa era davvero gigantesca con delle squame bianche e lucide, ma attorno alla testa aveva un soffice strato di pelliccia e le sue immense ali erano coperte di piume come quelle degli uccelli.

- Lo sai che sei davvero forte così? Perché non provi a far crescere anche la Wendy umana? - Le domandò il mago che, anche in mezzo ad una battaglia, non riusciva proprio a smettere di pensare alle donne.

“ Sicuro di non aver battuto anche la testa?” Gli domandò la dragonessa “ Non c’è tempo per scherzare, dobbiamo ancora combattere. Ne stanno arrivando altri ...”

E fu allora che Gildarts sentì che nell’aria c’era qualcosa che non andava. Un fitto, fitto rumore di passi ...
  
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