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Autore: swimmer5    06/02/2017    2 recensioni
È giunta l'ora di un nuovo anno scolastico alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Lo scopo di Hinata è chiaro fin da subito: vuole, una volta per tutte, fare chiarezza sui suoi sentimenti e dichiararsi a Kageyama, ma le cose non andranno come previsto... O forse sì?
Tra Quidditch, incantesimi, pozioni, duelli e gite a Hogsmeade, l’obiettivo è uno solo. Passare i G.U.F.O. e i M.A.G.O.? No: conquistare la persona amata!
Hogwarts!AU
[Principalmente KageHina e YamaYachi; DaiSuga, AsaNoya, BokuAka, in seguito potrebbero aggiungersi altre coppie]
Genere: Comico, Fantasy, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Shouyou Hinata, Tadashi Yamaguchi, Tobio Kageyama, Un po' tutti, Yachi Hitoka
Note: AU, Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo IV
Sezione Proibita



Perché ho accettato?
Un’unica, concisa domanda risuonava nella mente di Daichi. Perché aveva accettato?
Era troppo. Troppo per un tipo come lui.
Era troppo perfino per un Serpeverde come Koushi.
Ma Daichi aveva accettato, nonostante sapesse che se il custode di Hogwarts, il Preside o – peggio – il professor Nekomata li avrebbe beccati lì, tutto ciò che aveva costruito in sette anni, inclusa la sua reputazione (era capitano della squadra di Quidditch dei Grifondoro, prefetto e uno dei migliori del corso) sarebbero andati – per essere educati – beatamente a quel paese, a un passo dal diploma. E non voleva neanche immaginare l’esorbitante quantità di punti che sarebbero stati tolti alla sua Casa, per causa sua, per una cosa così stupida e imbarazzante.
«Portare un Mantello dell’Invisibilità no, eh?» ironizzò Daichi, lanciando un’ultima occhiata al cordone che chiudeva il Reparto Proibito
«Un Mantello? Sul serio?» disse l’altro, accennando un mezzo sorriso. «Non dovrebbero scoprirci se non facciamo troppo rumore
Daichi s’immobilizzò, Suga si mise a ridacchiare.
«Shh! Perché ridacchi?»
«Perché pendi completamente dalle mie labbra» disse Koushi, «e perché sebbene tu ti stia ancora domandando del perché hai accettato la mia proposta, be’… il tuo corpo dice tutt’altro.»
E iniziò a lasciargli una scia di baci sul collo.
«Dannato di un Serpeverde...»
Sawamura non poteva negarlo. Passare del tempo insieme a Koushi nella Sezione Proibita della biblioteva di Hogwarts era troppo, dannazione, ma più Koushi lo accarezzava, lo toccava, lo assecondava, più Daichi realizzava quanto quella prospettiva fosse terribilmente eccitante.
Poi, gli venne di pensare a quando incontrò Koushi per la prima volta.
Si trattava della prima lezione di Pozioni in assoluto, al primo anno. Come tradizione, i Grifondoro affrontavano questa materia in compagnia dei Serpeverde.
Daichi si recò in aula in anticipo e si sedette in uno dei banchi della seconda fila accanto ad altri ragazzi, con cui condivideva il dormitorio.
Quel giorno, Sawamura squadrò i componenti della Casa rivale uno ad uno.
Si soffermò a osservare un ragazzo alto, dai capelli nerissimi e occhi color pece, già allora con un’espressione felina e guardigna. Un detestabile ghigno si espandeva sul suo viso e non appena egli ricambiò lo sguardo, Daichi si sentì leggermente a disagio; come prima impressione su di lui non era il massimo. Non avrebbe mai immaginato che nel corso degli anni, Tetsurou Kuroo sarebbe diventato un amico e il suo acerrimo rivale a Quidditch.
Accanto a lui uno studente leggermente più basso, di bell’aspetto e col naso all’insù. Espressione graziosa, capelli castani e perfettamente ondulati, occhi color nocciola: sì, quel bambino di undici anni era Tooru Oikawa. Infastidiva il suo compagno di banco – Iwaizumi Hajime, un Grifondoro capitato, per caso o per sfortuna, nelle grinfie di Tooru – bombardandolo di domande senza senso.
Ma la sua attenzione fu totalmente catturata da un altro ragazzo, due file più avanti.
Il viso angelico, l’espressione dolce e i capelli argentei non suggerivano l’appartenenza alla Casa dei Serpeverde, anzi. Daichi si chiese se il Cappello Parlante non avesse commesso un errore di valutazione durante lo Smistamento.
All’arrivo del professore decise comunque di trovarsi un posto e sedersi.
«Non mi aspetto che molti di voi apprezzino l’arte del preparare pozioni» proferì Nekomata. «Ai prediletti, io posso insegnare come stregare la mente e irretire i sensi. Mi aspetto che abbiate almeno sfogliato le prime pagine di Infusi e pozioni magiche. Partendo da questo presupposto, chi sa dirmi dove si trovano i Bezoar?»
Il ragazzino che Daichi stava fissando prima alzò la mano.
«Sì, signorino…?»
«Sugawara. Koushi Sugawara» rispose prontamente, abbassando la mano. «I Bezoar si trovano nella pancia delle capre.»

E così è quello il suo nome, pensò Daichi. Sugawara. Su-ga-wa-ra…
«Risposta esatta! Dieci punti a Serpeverde. Ora, poggiate sul tavolo i vostri calderoni, bacchette e bilancia…»
Sugawara sorrise soddisfatto e prese a eseguire le istruzioni. Daichi osservò meglio Koushi e notò un piccolo neo sotto l’occhio sinistro.
Lo definì adorabile.
«Sawamura-kun? Non hai il calderone? » Ikejiri, un suo compagno di casa, interruppe il suo flusso di pensieri.
«Ah, ehm, sì, è qua sotto…»


I primi cinque anni passarono tranquilli.
La prima volta che Daichi e Koushi si rivolsero la parola fu quasi per caso, a un incontro di Quidditch.
Daichi guardava meravigliato i giocatori più grandi dagli spalti, appoggiando le manine sulla ringhiera, sporgendosi leggermente. Era rimasto rapito dalle movenze di un Battitore che colpiva la Pluffa con una grande forza
«Forte il Battitore, vero? È Hidemi Tashiro, del terzo anno.»
Daichi si voltò e con sua sorpresa si ritrovò un viso già conosciuto. Era lui: il ragazzino della prima lezione di Pozioni. «Già. È bravissimo» convenne. «Anche tu appassionato di Quidditch, dunque?»
-
A quelle chiacchiere si suggeguirono i primi pomeriggi passati a studiare insieme, le prime marachelle, le prime lunghe chiacchierate.
«Perché parli con quel lurido Sanguemarcio?» chiese un giorno un allora tredicenne Oikawa al compagno di Casa.
«E tu perché non ti fai gli affari tuoi?» rispose a tono Sugawara.
Tooru parve offeso. «Sei amico con lui solo perché è carino!»
«Be’, non nego il fatto che sia carino!» e Koushi fece una linguaccia.
E poi le prime uscite, il primo bacio, le prime coccole sotto le stelle, la prima volta nello spogliatoio del Campo di Quidditch.

«Non potevamo aspettare Hogsmeade?» ansimò Sawamura, particolarmente accaldato.
«E’ proprio questo il problema, aspettare»sussurrò Sugawara sensualmente.
E poi il primo ti amo, le prime promesse, i primi litigi, i primi progetti per il futuro.
«Non sarà un problema per la tua famiglia? Un maschio come ragazzo e per giunta Nato Babbano?» Daichi esternò le sue preoccupazioni, giocando con i capelli argentei del Serpeverde.
«Al diavolo la mia famiglia» rispondeva Koushi, e tornava a baciarlo con più foga di prima.

Nella Sezione Proibita della biblioteca, gli schiocchi umidi di Koushi producevano un eco pazzesco.
«Ripetimi, com’è che siamo riusciti a entrare qui?» domandò Daichi.
«Oh, il custode è mio amico» rispose l’altro con nonchalance.
«…Non l’hai Confuso, vero?» si assicurò il Grifondoro.
Sugawara gli sorrise complice. «Forse un pochino.»
«Maledetto manipolatore…»
«Daichi, se m’insulti un’altra volta giuro che ti lascio a bocca asciutta.»
Sawamura deglutì rumorosamente. Non sapeva il perché di quella reazione; forse, per aver sentito la voce di Koushi così risoluta e autoritaria…
Daichi afferrò la cravatta verdeargento dell’altro e iniziò a sciogliere il nodo, ma Sugawara agguantò il suo polso e spiegò:
«Non oggi.»
Daichi apparve perplesso.
«In altre parole: il gioco lo dirigo io
Koushi gli stampò un piccolo bacio sulle labbra, poi s’inginocchiò davanti a lui e prese a sbottonargli i pantaloni.
«Oh…» fu l’unica cosa che riuscì a dire Daichi, eccitato come non mai.
Non appena Sugawara abbassò i pantaloni di Daichi, la sua erezione prorompente svettò proprio di fronte alla sua faccia.
«Oh, oh, oh, cosa abbiamo qui?» domandò, sorridendo maliziosamente. «E’ questo l’effetto che ti faccio?»
«Koushi…» gemette Sawamura quasi implorante, stanco di aspettare.
«Rispondimi Daichi, o non andrò avanti.»
«Ti odio!»
«Ti amo anch’io.»
«Sì, è questo l’effetto che mi fai» confessò Daichi, mentre una sensazione d’impotenza s’impossessava di lui.
«Bene…» Sugawara abbassò anche i boxer e circondò il membro del compagno con le sue dita affusolate. Cominciò a muovere ritmicamente la mano su e giù, beandosi dei gemiti di piacere di Daichi.
«Koushi… Più veloce…»
A un certo punto, decise che era arrivato il momento di passare al livello successivo. Stuzzicò il membro di Daichi con la lingua, dalla base alla punta; dopo questo giochetto preliminare, lo prese in bocca e iniziò a succhiare avidamente.
Daichi non resistette e venne, svuotandosi nella bocca di Koushi.
«Scusami…» mormorò imbarazzato.
«Non devi scusarti» lo rassicurò l’altro. «E non abbiamo ancora finito, Daichi.»
Sawamura lo guardava con occhi liquidi di piacere e aveva il respiro affannoso.
«Girati
Aveva ragione, Koushi: pendeva completamente dalle sue labbra.


 
*


Kageyama correva per raggiungere al più presto l’infermeria, subito dopo la partita. “Cosa è saltato in mente a quell’idiota? Catapultarsi dalla scopa per recuperare il Boccino a tutti i costi è proprio da lui. Riconosco che è stato un bel salvataggio, ma poteva farsi male sul serio, diamine! Quando me lo ritrovo faccia a faccia gliele canto e gliele suono.
Comunque, parlare con Hinata mi ha fatto bene. Sono contento per come abbiamo deciso di recuperare il nostro rapporto. Anche se, dopo la frase di ieri, non so assolutamente cosa aspettarmi da lui. Continuerà a corteggiarmi da lontano, o…?
Devo andare assolutamente a trovarlo.”



Hinata ingurgitò malvolentieri un intruglio giallognolo preparatogli dall'infermiera.
«Questo è per prevenire le infezioni» spiegò lei, mentre tagliava delle bende dall’altra parte della stanza.
Shouyou, fortunatamente, non aveva recato danni alla testa. Tuttavia, era atterrato sulle ginocchia e una di queste presentava una brutta contusione; come se non bastasse, una delle sue caviglie era malamente slogata.
«Permesso.» Tobio varcò la soglia dell’infermeria.
«Kageyama?!» esclamò incredulo Hinata.
«Cosa c’è?!» domandò l’altro infastidito.
«Niente, sono solo sorpreso di vederti qui» confessò.
«E’… questo che fanno gli amici, no?» disse titubante, sedendosi sul bordo del letto. «Se uno dei due cade l’altro deve andare a trovarlo.
«Beh sì, questo è sicuramente uno dei compiti degli amici.»
Kageyama guardò Hinata. I capelli arancioni erano spettinati e sia caviglia che ginocchio erano fasciati. Nonostante questo, però, non sembrava avere l’aria stanca o affranta. «Come stai? »
«Bene» rispose, «anche se dovrò restare qui fino a domani pomeriggio.»
«Sei stato un idiota. Mi spieghi come si fa a cadere da una scopa? Potevi restarci secco!» sbraitò.
«Io… io non lo so! Il Boccino era lì davanti a me, sono sceso in picchiata così velocemente che mi sono sbilanciato e ho perso l’equilibrio… credo.»
Tobio sospirò. «Mi sono preoccupato, stupido.»
Shouyou sorrise colpevole.
«Quello è Ossofast?» disse ancora Tobio, indicando una fialetta con un liquido perlaceo sul comodino di Hinata.
«Non lo so. L’ha appoggiato qui l’infermiera. Era infastidita, ha iniziato a borbottare cose tra sé quando l’ha portato.»
«Devi berlo allora.»
«E se è un veleno?» sussurrò Hinata, assottigliando lo sguardo.
«Non può mai essere un veleno, baka
«Cosa puoi sapere tu, Kageyama?! E se me l’avesse mandato un Cercatore delle altre Case per mettermi fuori gioco?»
«Primo: è improbabile che ci si metta a distillare veleni a Hogwarts. Secondo: non sentirti così importante, cretino!» Tobio colpì il Grifondoro alla testa.
«Ahi! Kageyama, sono caduto da una scopa meno di due ore fa!»
Il Corvonero si alzò, afferrò la boccetta e la porse all’amico. «Bevilo.»
«No.»
«Sei un bambino.»
«Fallo tu e vedi se non è un veleno.»
«Mi stai sfidando?»
Prima che Hinata potesse aprir bocca, Tobio prese la fialetta, la stappò e si bagnò appena le labbra di quel liquido bianco perlaceo.
Se entrambi si fossero impegnati di più in Pozioni, a quest’ora avrebbero evitato quell’inutile teatrino. E anche tanti, troppi guai.
Tobio ebbe un fremito; avvertì un brivido lungo la schiena e sentì il suo cuore smettere di battere.
Quest’ultimo riprese a farlo molto più velocemente di prima, quando Hinata gli domandò:
«Kageyama…? Ti senti bene?»
«Devo… devo andare» mormorò l’altro.  «Stammi bene, Hinata.»
Uscì dall’infermeria correndo. Aveva mal di testa e avvertiva uno strano calore nello stomaco. Percepiva una certa pesantezza nei suoi arti. Delle dolorose fitte lo colpirono allo sterno, tant'è che dovette premere quel punto con la mano più volte per tentare, invano, di lenire la sofferenza.
Nella sua mente c’era solo il colore arancione. Esplosioni di arancione che lo spazzavano via, onde di arancione che lo travolgevano con violenza, getti di arancione che gli perforavano il petto.
Raggiunse l’ingresso della sala comune. «Viene prima la bacchetta o il mago?» domandò la dama nel quadro.
«Un cerchio non ha mai inizio» borbottò spazientito, «e ora mi faccia passare.»
La dama rimase stupefatta e rifilò una serie d’insulti a Tobio e la sua generazione di giovani maghi.
Quest’ultimo varcò la soglia della Sala comune e trovarsi davanti all’imponente statua di Corinna Corvonero non lo aiutò a sentirsi meglio. Aveva il respiro affannoso e le mani sudate; nella sua testa, il caos.
Che sia stato…?, rifletté fra sé e sé. Si maledì per la sua stupidità e per la sua futile competitività.
Aveva bisogno di aiuto, ma a chi chiederlo?
Guardò di nuovo il busto marmoreo adornato con lo scintillante diadema, e tutt’ad un tratto gli venne l’illuminazione.
«Shimizu-san!» urlò, attirando a sé gli sguardi di tutti gli altri Corvonero presenti e andando dalla prefetta, che stava scribacchiando qualcosa su un quaderni. «Dove posso trovare Yachi-san?!»
*

«E così» disse Hitoka, cercando di riordinare i pensieri, «vuoi andare nella Sezione Proibita per trovare una contro pozione al Filtro d’Amore?»
Tadashi aveva restituito il libro alla ragazza e l’aveva congedata con un timido e imbarazzato cenno della mano (a Tobio, invece, rifilò un’occhiata di fuoco).
Mentre Kageyama raccontava ciò che gli era successo, i due Corvonero passeggiavano per il castello.
«Esatto» disse.
«Esiste già, anche se ci vogliono secoli per prepararla…»
«Appunto per questo devo cercare nella Sezione Proibita» disse Kageyama con ovvietà, «per trovare un rimedio alla svelta. Una pozione, una contro fattura, qualsiasi cosa!»
Hitoka rimase perplessa.
«E’ pericoloso, Kageyama-kun» lo ammonì, «e poi l’effetto del Filtro d’Amore svanisce in poche settimane.»
«Io devo farlo svanire adesso! Prima che…» s’interruppe.
«Prima che?»
«Lascia stare» tagliò corto Kageyama.
Yachi sospirò, provando compassione verso la disperata richiesta d’aiuto dell’amico.
«Potrei provare a chiedere un permesso al professor Shimada» disse titubante.
«Lo faresti davvero?»
Hitoka annuì.
«Grazie mille, Yachi-san!» Kageyama eseguì un profondo inchino.


*


«E questo cosa sarebbe, Bokuto-san?»
La prima reazione di Keiji una volta entrato nella Stanza delle Necessità fu sgomento. Un grande letto matrimoniale troneggiava nella camera, illuminata debolmente da candele fluttuanti.
«Be’ » iniziò a spiegare il Tassorosso, «ho pensato “Ho bisogno di una stanza per dimostrare ad Akaashi la vittoria della nostra scommessa” e… questo è il risultato.»
« Oh »  commentò Akaashi.
«Non… non ti piace?»
A Keiji scappò un risolino e si insultò mentalmente. «Mi piace, mi piace» confessò. Estrasse la bacchetta dalla tasca della veste, la puntò verso la serratura della porta e disse: «Colloportus! »
Keiji si gettò su Bokuto, baciandolo e scaraventandolo sul letto. Si mise sopra Koutarou, steso e sbalordito.
«Oya oya, Akaashi» Bokuto ribaltò le posizioni con un colpo di reni. Keiji era muscoloso, sì, ma in quanto a forza fisica, Koutarou era in grado di sovrastare l’altro.
«Sono io che ho vinto la scommessa» sussurrò, e riprese a baciarlo con più foga.
Si liberarono in fretta delle vesti, delle cravatte e dei pantaloni.
Koutarou amava toccare la pelle chiara e delicata di Akaashi.
Amava accarezzare i suoi morbidi capelli corvini.
Amava sentire la sua voce.
Lui amava Akaashi e tutte le milioni di cose che lo componevano. Il suo essere composto,  astuto, ingegnoso, saggio, studioso… e la lista di pregi avrebbe potuto continuare all’infinito.
«A che pensi?» gli chiese Keiji, particolarmente eccitato e accaldato.
«A quanto ti amo» rispose Bokuto, sfiorando con il dito l’elastico dei boxer dell’altro.
Le guance di Akaashi s’imporporarono ulteriormente. Bokuto amava anche il colorito che queste assumevano durante la loro intimità.
Koutarou si muoveva lentamente, spaziando per tutto il corpo: un bacio lì, un succhiotto là, un morso qui.
«Sbrigati…» lo implorò il Corvonero. «Mi stai facendo impazzire, Koutarou…»
«Come mi hai chiamato?» chiese, sorpreso.
«L’hai sentito » rispose infastidito.
Bokuto non parlò ulteriormente e sfilò i boxer di Akaashi.
«Bene» asserì, avvicinando pericolosamente il viso al membro di Keiji, «farò in modo che tu lo ripeta molte altre volte, stasera.»
*
Il giorno successivo, Kageyama era accasciato su una delle sedie della Sala comune a deprimersi e rimuginare. Come poteva essere stato così stupido e imprudente? Quella sottospecie di pozione poteva rivelarsi qualsiasi cosa: Ossofast, una Pozione Restringente, un Unguento... E invece no! Doveva essere per forza Amortentia. Anche se, a primo impatto, sembrava diversa dalla classica Amortentia...
Il suo umore migliorò notevolmente quando Yachi si precipitò da lui, sventolando soddisfatta un foglio di carta.
« Il permesso! Come hai fatto?!» A Tobio, incredulo, sembrava di avere davanti il proprio salvatore. Afferrò il permesso scritto, tastandolo più volte con le mani per verificare che fosse tutto vero e non soltanto un sogno.
«Gli ho detto che dovevo prendere in prestito il De Potentissimis Potionibus per un compito supplementare di Pozioni che il professor Nekomata mi aveva assegnato… E se l’è bevuta.»
«Grazie, Hitoka, non troverò mai il modo per sdebitarmi!» Kageyama si alzò dalla sedia e l’abbracciò di slancio per ringraziarla. «Ah, e scusa per ieri, mi sento ancora in colpa… ma ero talmente disperato…»
«Ieri quando?» chiese ingenuamente Hitoka.
«Quando… Tu e Yamaguchi… sì, insomma…» tentò di spiegare il ragazzo.
«Oh» fece la ragazza, capendo all’improvviso. «Oh, già… non… non devi preoccuparti, Kageyama-kun!»
«Sicura?»
«Sì» ripeté Hitoka. «Tanto mi vedo con lui, a Hogsmeade, e–»
«Hai un appuntamento a Hogsmeade?!»  strepitò il moro. «Con Yamaguchi?»
«Shhh! Fa silenzio, non voglio che lo sappia tutta la casa!» lo ammonì Yachi. «Senti, mi è scappato, okay? Non dirlo a nessuno.» 
Kageyama si sentì improvvisamente impotente. «Certo che no…»
«Menomale» sospirò la bionda.
«Vado, e grazie ancora, Yachi-san!»
«Di nulla!»
«Ah, e comunque» aggiunse Tobio, «buona fortuna perl’appuntamento. Da quello che mi dice Hinata, lui ha perso la testa per te. Bye bye!» e corse verso l’uscita della Sala comune.
«Grazie…» sussurrò appena lei, sprofondando nell’imbarazzo.


*


Kageyama camminava a passo svelto verso la biblioteca quando, una volta svoltato l’angolo, incappò nella fonte di tutti i suoi problemi.
«Sei sparito! Sono secoli che ti cerco!» gli urlò contro Hinata.
«Ehm…» farfugliò Kageyama. «Sei già guarito?»
«Cos’è quel foglio?» domandò l’altro, indicando il pezzo di carta.
«Un permesso firmato dal professor Shimada» disse Tobio in fretta, «devo andare nella Sezione Proibita per un compito di Pozioni che è piuttosto lungo, ci vediamo dopo!» lo congedò.
«Aspetta…!» provò a fermarlo Hinata, ma l’altro era già partito verso la sua destinazione.


Sebbene la bibliotecaria fosse rimasta perplessa quando Tobio le esibì il permesso scritto, acconsentì e così egli fu in grado di rovistare tra i volumi della Sezione Proibita.
Provò con tutti i volumi di Guida pratica alle controfatture e tutti i libri possibili di pozioni, e tentò perfino con Le Forze Oscure: Guida all’autoprotezione.
Nulla sembrava facesse al caso suo.
Diede un’occhiata all’orologio: le otto e mezza. A quest’ora la cena doveva essere già terminata – pazienza, si disse, avrebbe scroccato qualcosa da Yaku e Akaashi.
Uscì affranto dalla biblioteca e per poco non ebbe un attacco cardiaco.
«Kageyama!» la voce di Hinata lo fece sobbalzare.
«BOKE! Mi hai fatto prendere uno spavento!»
«Mi devi delle spiegazioni!»esclamò.
«Aspetta» fece mente locale Tobio, «hai aspettato tutto questo tempo qua fuori?»
«Sì, ma questo non è importante!» sbottò spazientito il più basso. «Kageyama, perché sei scappato via in quel modo? Cos’era quella pozione?!»
«Provi ancora qualcosa per me?» domandò improvvisamente il moro.
Shouyou parve immobilizzarsi per qualche istante.«F-faccio io le domande» provò a difendersi.
«Rispondi prima alla mia, e poi puoi farmi tutte le domande che vuoi. Provi ancora qualcosa per me?»
«Io… be’… sì, certo, devo riconquistarti. Ricordi, in biblioteca?»
«Sì » sussurrò l’altro, «eccome se lo ricordo.»
E istintivamente si avventò sulle sue labbra, catturandole in un bacio.
Dapprima Hinata s’irrigidì a quel contatto così improvviso, ma poi si lasciò andare quando la sua lingua incontrò quella dell’altro. Avere Kageyama tra le sue braccia era il suo desiderio più profondo, lo aveva bramato da moltissimo tempo e adesso finalmente era lì.
In quel corridoio, illuminato soltanto dalle candele appese al muro.
Le nobildonne nei quadri assistevano alla scena sinceramente addolcite, i cavalieri e i signori guardavano la scena disgustati.
Shouyou e Tobio erano talmente coinvolti in quel bacio, da non sentire i passi di una persona riecheggiare nel corridoio.
Di lì passò Ittetsu Takeda, direttore dei Tassorosso, il quale si bloccò alla vista dei due giovani maghi.
Oh, pensò, ecco perché Ukai mi aveva chiesto
Il più silenziosamente possibile, cercò di dileguarsi nella penombra: quella notte, per raggiungere il suo ufficio, avrebbe utilizzato sicuramente un’altra via.






Note dell'autrice
SCUSATE per il mostruoso ritardo, semplicemente mi sono accorta di non riuscire ad aggiornare entro le due settimane che mi ero prefissata all'inizio (ma forse perché gennaio è stato un mese infernale). Ora che le acque sono più "tranquille" scriverò a manetta per non sparire di nuovo per un mese intero xD
Spero che il capitolo vi sia piaciuto. Grazie a tutti i lettori di questa storia, chi segue e recensisce, ma soprattutto un grazie speciale va a Yukikura <3
Alla prossima.
Swimmer

 
   
 
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