Storie originali > Romantico
Segui la storia  |       
Autore: NeverThink    02/06/2009    4 recensioni
Con la coda dell’occhio vidi Matteo avvicinarsi. La sua figura alta e slanciata si sedette accanto a me.
Si portò la sigaretta alle labbra, aspirando del fumo che piano poi si alzò, nell’aria primaverile, in spirali.
Ebbi un fremito, quando voltò il capo verso il mio viso.
Guardai per istanti che parvero eterni i suoi occhi verdi, oltre le sottili lenti degli occhiali.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2. The truth is hiding in my eyes

Matteo si allontanò da quelle panchine di marmo, dirigendosi verso la sua auto.
Alice, la sua ragazza, l’aveva chiamato. Era pronta per uscire, si, sarebbero usciti ancora, come ogni sera.
Si passò una mano fra i capelli corti, fino ad arrivare ad accarezzarsi la nuca.
Eppure una vocina nella testa del ragazzo diceva di fare marcia indietro.
Ma per quale motivo?
Non riusciva a darsi risposa, non riusciva a capire perché d’un tratto non desiderasse posare le sue labbra su quelle carnose di Alice, non desiderasse intensamente inebriarsi del suo profumo, non desiderasse perdersi nei suoi occhi marrone.
Sospirò, aprendo al portiera dell’auto. Mise in moto l’auto e si voltò un’ultima volta verso quelle panchine.
Fissò per un attimo un viso sorridente, una ragazza che parlava con un ragazzo alto circa trenta centimetri più di lei. Scherzavano come fanno i bambini, dandosi spallante e spinte. I capelli scuri le ricadeva in dolci onde sulle spalle, mentre i grandi occhi brillavano, come stelle, alla luce del lampione.
Istintivamente Matteo sorrise, scuotendo appena il capo.
Perché? Perché non era Alice ciò che in quel momento desiderava?
Si allontanò, ignaro di ciò che il destino gli riservava.

“Ma che hai fatto ai capelli? Sembra che ti abbia leccato una mucca!”, esclamai tirando un leggero spintone a Stefano, l’amico-torre che mi era accanto.
“Perché non ti piacciono”, chiese toccandoseli appena.
“No.”, dissi scuotendo il capo.
Alzò un sopracciglio, “Ma vattene, và.” , disse dandomi dando un leggero spintone.
“Ehi!”, lo ripresi io imitandolo, senza però spostarlo di nemmeno un centimetro. “Si ma non è giusto. Mi ci vuole un camion per spostarti.”, continuai incrociando le braccia al petto.
“Non è colpa mia se sono una montagna e tu alta appena un metro e sessanta.”
“Sono un metro e sessantadue, per la cronaca.”, dissi prima di tirarli una spallata, questa volta facendolo arretrare un po’.
“Ahi, mi hai fatto male!”, esclamò accarezzandosi il braccio.
“Ah! Ce l’ho fatta!”, gridai entusiasta.
“Così però mi rompi un timpano!”
“Oh, scusa.”, dissi grattandomi la nuca. Mi voltai e qualcosa attirò la mia attenzione. La macchina di Matteo piano si allontanava. Lo stomaco mi si chiuse in una dolorosa morsa, l’aria che respiravo fu come mi schiacciasse il petto, mentre una ferita invisibile, lì accanto al cuore, cominciava a bruciare.
Da quanto non faceva così male? Da quanto la sua assenza non mi faceva mancare il respiro?
E’ difficile dimenticare una persona che per mesi è stata al centro del tuo intero universo, una persona che ti ha dato tanto, involontariamente. Una persona che all’inizio ti era solo amica, quella stessa persona che ha rapito il tuo cuore, senza nemmeno saperlo.
Mille volte avrei voluto dire a Matteo ciò che il mio cuore cantava, ma non ne avevo mai avuto il coraggio.
Mi dicevo ‘Perché rovinare un’amicizia?’, solo quando lei arrivò nella sua vita, mi resi conto di aver sbagliato, di aver sbagliato alla grande.
E quando vidi le loro labbra incontrarsi, il mio cuore per un istante si fermò, spezzandosi, frantumandosi. Una ferita che per mesi brucò, ma che credevo fosse guarita. E me ne resi conto solo allora, quando il suo era vicinissimo al mio, quando potevo sentire il suo profumo perforarmi i polmoni, quando potevo sentire il calore del suo corpo accanto al mio.
Sospirai e quasi il petto mi fece male.
“Eleonora? Tutto okay?”, mi voltai verso Stefano, accennando un sorriso.
“Si. Sono solo un po’ stanca. Credo me ne andrò a casa.”
“Ma no, non puoi. Devi venire a casa mia, ricordi? La festa?”, chiese corrugando la fronte.
“Ah, è vero.”, ricordai mordicchiandomi il labbro inferiore.
“Dai, ragazza sciocca, vieni con me a prendere un gelato.”. E così, Stefano, circondandomi le spalle con un braccio mi condusse verso il bar più vicino.

Mi sedetti sul divano, sospirando. Tutti ballavano, giocavano si divertivano. Solitamente ero quella che amava divertirsi, allegra e solare, che scherzava a giocava, ma quella sera non ero dell’umore adatto.
Mi passai una mano fra i capelli, buttando all’indietro la testa.
Sentii il cuscino del divano piegarsi al peso di qualcuno, ma non mi curai di aprire gli occhi per vedere chi fosse.
“Di solito sei la prima a scatenarsi.”, nell’udire quella voce, il mio cuore perse un battito.
Lottai contro me stessa: non volevo aprire gli occhi. Vedere ancora una volta il suo viso, i suoi occhi mi avrebbe mandata ulteriormente in confusione, avrebbe ancora fatto bruciare i margini di quella ferita invisibile… ma fu inutile. Aprii gli occhi e trattenni il fiato quando i suoi occhi verdi di fusero con il nero dei miei.
“Di solito. Non sempre.”, dissi mordendomi il labbro inferiore.
“Implica il sempre.”
“Oggi non mi va, tutto qui.”
“Ancora nervosa?”, chiese con tenerezza. Il tono della mia voce si addolcì.
“Sono solo stanca.”, dissi buttando ancora indietro la testa e guardando davanti a me.
“Sei diversa.”, la sua voce era appena udibile, sovrastata dalla musica.
“Non sono diversa. Sono l’Eleonora di sempre.”, in realtà sapevo bene che non era così, non quella sera.
“Si, lo sei.”
“No, non lo sono.”
“Oh andiamo, Ely! Perché devi essere così testarda?”, sbuffò mettendosi dritto.
“Non sono testarda.”, risposi con tono duro, puntando i miei occhi nei suoi.
Feci un sussulto quando i suoi polpastrelli sfiorarono il dorso delle mia mano. Quel tocco ebbe la forza di una slavina, un contatto che mi mancava, un contatto che non vi era da tempo, da quando arrivò Alice. Un contatto che mi scatenò una tempesta dentro e che mi fece ricordare anche una volta, per la seconda in una sera, cosa avevo perso.
“Matteo, ti cercavo!”, velocemente ritrasse la mano alla voce squillante di Alice. I lunghi capelli ramati ondeggiarono quando si sedette sulle sue gambe, baciandolo a fior di labbra.
Una lenta pugnalata al cuore. Sale sull’invisibile ferita.
Avrei voluto scappare, evitare ai miei occhi quella scena, ma non ne avevo la forza. Era come fossi incollata a quel divano contro la mia volontà, e per quanto dentro di me lottassi… era inutile. Inerme rimasi, lì.
“Ciao Eleonora.”, disse lei in un sorriso, mostrandomi una schiera di denti perfetti e bianchissimi.
“Ciao.”, sussurrai con la bocca asciutta. Con la coda dell’occhio vidi Matteo guardarmi.
“Come stai? Tutto okay?”, chiese raggiante, abbracciandolo.
Deglutii rumorosamente, “Si.”, riuscii solo a dire. Lei sorrise.
“Ora, ehm… scusate ma vado a cercare Stefano.”, dissi trovando la forza per alarmi, scappare da lì.
“Siete molto uniti.”, sbottò acidamente Matteo. Mi voltai a guardalo, confusa dal suo tono di voce.
“Non è una cosa che ti riguarda.”, sussurrai con durezza, per poi allontanarmi.
E mi lascia alle spalle quell’immagine… le loro labbra che si univano, le loro mani che ti sfioravano.
Mi lascia alle spalle il suo viso, oramai marchiato a fuoco nelle mia mente.
Mi lascia alle spalle i suoi occhi verde smeraldo.
Mi lasciai alle spalle… Matteo.
Ma chi volevo prendere in giro?

*

Ed eccomi gente, ancora qui.
Anche questa storia non era prevista ma Erica mi ha dato spunto ed eccomi qui!
Una storia che dedico a quattro persone speciali,
a Erica (per te);
alla mia migliore amica, Honey;
a Dà, che mi manca tanto;
a nonna Pater, la mia dolce nonna Panter.

E ringrazio tutti coloro che hanno letto e soprattutto gli angeli che hanno recensito il capitolo precedente:

KeLsey: ciao! Visto? L’ho continuata! Credo tu sappia chi è ora questa Alice! Sono contenta sia piaciuto il capitolo precedente! Spero che questo non sia stato da meno, ci tengo tanto a sapere cosa ne pensi! Ti voglio bene, Eri (L)
Nessie93: ciao! Che piacere leggere una tua recensione anche qui! Davvero è la prima originale? Cavolo ne sono felicissima, davvero! Spero questo capitolo sia stato di tuo gradimento, lo spero davvero tanto! Cerco di rendere la ragazza il più reale possibile, un personaggio in cui tutti si possono rispecchiare. Grazie mille davvero! A presto! XD
fede_sganch: ciao! *-* che piace vederti anche qui! L’ho continuata alla fine, l’ispirazione ha avuto il sopravvento! Sono contenta ti piaccia! Fammi sapere di questo capitolo! Grazie mille per la recensione!
KikyCullen: ciao! Sono contenta ti sia piaciuta, davvero tanto! Spero ti sia piaciuto anche questo! Grazieeee mille per la recensione! A presto! *_*

A voi, con affetto Panda.

   
 
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Romantico / Vai alla pagina dell'autore: NeverThink