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Autore: Yamicry    07/02/2017    3 recensioni
Il vento soffiava gelido, schiaffeggiava senza pietà alcuna i volti dei passanti ignari, sussurrava promesse di morte agli shinobi in allerta.
La notte scura pareva inglobare la luna scarlatta, le bestie tacevano timorose, gli spettri tornavano alle tombe. La stessa terra pareva prepararsi all'inevitabile.
-Wa buah buha -
-Guarda Minato, è bellissima....-
La tragedia che stava per compiersi fiorì macabra grazie al frutto del dolce amaro amore.
-KUSHINA RESISTI!-
Ad una forza portante l'amore è negato, una gravidanza si rivela il più grande peccato.
-RIDAMMI MIA FIGLIA!-
Un boato spezza il silenzio. Un ruggito graffia le orecchie, strazia l'anima e divora ogni speranza.
-Minato, ti prego... non farlo...-
Il fuoco che divampa dalle fauci demoniache divora ogni cosa, ingordo.
Le nove code presagio di distruzione fendono inquiete l'aria. La sente. La sua prigione non è ancora stata distrutta.
-Non condannarla a questo, non lei... non nostra figlia...-
Sulla groppa di un grande rospo, un giovane dalla bionda chioma si frappone fra i ruderi del villaggio e l'indomito demone.
-Non abbiamo altra scelta Kushina... -
Catene color dell'oro fioriscono dalla schiena della fanciulla scarlatta, per poi intrappolare come rovi il potente mostro.
Genere: Avventura, Slice of life, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai, Shoujo-ai | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sasuke Uchiha, Team 7, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Naruto prima serie
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Sasuke e Neji non poterono fare nulla se non seguire con lo sguardo la figura della compagna che veniva brutalmente sbalzata via da un’enorme serpente. La bestia dopo l’impatto, che aveva come minimo incrinato qualche costola alla rossa, si era lanciato all’inseguimento per completare l’opera.

I due mori non persero tempo e subito fecero per correre in soccorso dell’altra, ma una voce li raggelò dalla testa ai piedi.

- non vorrete mica lasciarmi da solo, vero? –

Paura. Una paura primitiva e violenta.

Sasuke sentiva il cuore battere forte, ribellarsi, tentare con prepotenza di sfondare il costato. I denti di Neji sbattevano violentemente tra di loro in una ritmica canzone di paura.

L’uomo, o la donna, dagli incredibili occhi di serpente, avrebbe potuto facilmente danzale su quella musica alle sue orecchie tanto soave. Avrebbe potuto muovervi passi precisi ed aggraziati, oppure rapidi e violenti, ma non fece nulla. Rimase fermo e sorridente ad osservare le sue succulente prede.

Una risata oltrepassò le labbra e la voce del serpente riscosse i due giovani dallo stato di momentaneo coma in cui erano caduti – Uchiha Sasuke e Hyuuga Neji… a giudicare dalle vostre reazione qualcuno vi ha già messi in guardia su di me… -

-Come sai che siamo? –

Sasuke non era mai stato di natura docile, ed il sapere che quell’essere non era a conoscenza delle abilità della sua compagna aveva rassicurato il suo animo e, almeno un minimo, placato il suo cuore.

Il moro non rispose, si limitò a ghignare più apertamente.

- allora… - il tono di voce di quell’essere aveva iniziato a cambiare timbro, propendendo più verso una voce maschile – venite con me con le buone – la pelle rosea del volto venne strappata come se non fosse altra che una di scarso valore – o preferite che venga a prendervi con le cattive? -

I due mori osservavano inorriditi il macabro spettacolo mentre anche i capelli prendevano una colorazione più scura, tingendosi totalmente di nero.

- ma si può sapere chi diavolo sei? – domandò lo Hyuuga assumendo la posizione d’attacco.

- io? – gli occhi d’oro da serpente vennero avvolti in una linea violacea che discendeva vicino al naso – io sono – i tratti, prima dolci, si fecero più marcati e taglienti, affascinanti perfino – Orochimaru. -

 

In contemporanea, da qualche parte nella foresta, un serpente se ne stava placidamente disteso al sole nel tentativo di digerire una preda per nulla sconfitta.

- BRUTTA BESTIACCIA! ASPETT BLAH! –

Rinchiusa nelle viscide interiora del serpente, Naruko si dimenava e pensava. Pensava intensamente ad un modo per uscire da quella disgustosa e maleodorante situazione.

I muscoli del serpente la stingevano nel tentativo di avere la meglio sulla sua strenua resistenza, ma la rossa era un osso duro e per quanto la fatica ed il panico iniziassero a farsi sentire, lei non mollava.

Ibiki, solamente il giorno precedente, aveva detto che per un ninja nervi saldi e sangue freddo erano essenziali e Naruko era sicura che, se l’avesse vista in quella situazione, l’avrebbe promossa anche senza bisogno di quel dannato pezzo di carta che per poco l’aveva fatta vomitare.

- … vomitare? – ripensando proprio alla nausea del giorno prima un sorriso malefico si disegnò sulle sue labbra.

- Tecnica della moltiplicazione superiore del corpo! –

Uno sbuffo di fumo bianco fuoriuscì dal serpente.

 

 

D’altra parte della foresta nel frattempo Neji e Sasuke avevano iniziato a vedersela brutta.

Bloccati al suolo i due giovani genin erano totalmente paralizzati, intrappolati in incubi raffiguranti morti spaventose e dolorose di cui loro erano i protagonisti.

- kukuku… la tecnica della morte visionaria è piuttosto efficace vero? – chiese ironico, conscio che per i due ragazzi era impossibile sentirlo. Quell’uomo tanto potente però, commise un errore banale. Aveva abbassato la guardia e la conseguenza fu il ritrovarsi sbattuto contro un albero dallo stesso serpente che aveva evocato in precedenza.

L’illusione di cui erano caduti vittime i due mori più giovani, si sciolse per incanto ed entrambi poterono finalmente tornare a mettere a fuoco il mondo reale.

- Naruko... – sussurrò Neji trovandosi la maleodorante ed appiccicosa compagnia al fianco, pronta a sostenere sia lui che l’altro moro che stava ancora tentando di placare il proprio respiro.

- tu... il serpente avrebbe dovuto divorarti... – sibilò il serpente osservando stranito quella ragazzina a cui prima non aveva dato particolare peso, ma che era riuscita a colpirlo (anche se in modo anticonvenzionale).

- effettivamente l'ha fatto! – confermò sorridendo sorniona - quindi mi sono fatta vomitare! – rivelò fiera di se, senza spegnere il proprio sorriso nonostante le occhiate allibite dei tre.

L’uomo dopo l’attimo di sorpresa ridacchiò e fece apparire sulle labbra il sorriso più dolce e falso del suo repertorio – allora, che ne dite di darmi il rotolo della terra? Poi me ne andrò e vi lacerò andar via senza torcervi un capello… - la voce era pacata, gentile e suadente, ma non abbastanza da ingannare una come Naruko.

Sasuke al contrario fece per tirare fuori il rotolo, ma subito la mano dell’altro moro lo bloccò e le parole di Naruko lo raggelarono – un predatore – la sua voce era calma come di rado l’aveva sentita – non abbandona la sua preda – forte e sicura come avrebbe voluto essere la sua – una volta che è ad un passo dal catturarla – era ciò che lui avrebbe voluto essere – MAI. – ma che non era.

- riprenditi papera imbecille, anche se gli lascerai il rotolo lui non lascerà noi. –

Mai come in quel momento Sasuke Uchiha aveva invidiato tanto qualcuno. Mai come in quell’istante si era reso conto della schiacciante superiorità della ragazza che amava ed odiava più di qualunque altra al mondo.

- ma che brava, hai perfettamente ra - - oh a proposito! – lo interruppe Naruko - mi sono persa le presentazioni, ma credo di aver capito che è lei, potrebbe darmi la conferma? –

Orochimaru la guardò con un sopracciglio alzato. Quella marmocchia aveva un che di famigliare, ma non riusciva proprio ad associarla a nessuno in quel momento, quindi mentre ci pensava, annuì distratto.

 - lei è Orochimaru, vero? – chiese senza perdere il tono fintamente allegro – il sennin dei serpenti della triade leggendaria –

Il moro maggiore, piacevolmente stupito, fece un cenno con il capo – vedo che hai studiato ragazzina. – confermò allargando il suo sorriso – puoi anche darmi del tu, non mi offendo. –

- ehehehe, va bene! – non smise di sorridere per un solo istante mentre con le mani mandava segnali hai due ragazzi alle sue spalle – però non chiamarmi ragazzina! – esclamò sbuffando mandando l’ultimo segno alle sue spalle – io sono Naruko! –

L’uomo serpente la guardò sempre più stupito, non capiva se quella ragazzina fosse stupida o… gettando uno sguardo oltre le piccole spalle di quella sorridente ragazza si rese conto che le sue prede originali erano tornate in sesto.

- beccata, eh? – chiese incrinando appena il suo sorriso.

- direi di sì. – confermò il serpente divertito ed irritato al contempo.

Sasuke e Neji balzarono via fra gli alberi e Naruko ed il sennin li seguirono con velocità superiore alla loro.

Neji e Sasuke si lanciarono un cenno d’intesa e sperarono solo che il folle piano tornato alla mente del suo ideatore originario, funzionasse, anche perché quella era l’unica combinazione in cui si erano allenati insieme.

- ora. – la voce di Naruko li raggiunse chiara e forte, ma fu udita anche da Orochimaru che inizialmente non comprese le loro intenzioni.

Neji, a sentire il via libera, lanciò degli shuriken che, a detta di Orochimaru, mancarono la sua persona per evitare di ferire la rossa, ancora troppo vicina a lui; purtroppo la sua ipotesi si rivelò sbagliata.

Agli shuriken erano stati legati dei fili estremamente resistenti, ma non esageratamente lunghi e proprio per questo Naruko non si era allontanata; dopo aver girato attorno all’albero alle spalle di Orochimaru, le due stelle arrivarono alle mani della ragazza che, con uno strattone poderoso, imprigionò la serpe, ormai legata come un salame, all’albero.

- Arte del Fuoco: Palla Di Fuoco Suprema! - 

Dalle labbra i Sasuke, che nel frattempo aveva accumulato chakra, fuoriuscì una palla di fuoco che si schiantò sul corpo imprigionato dell’uomo.

- FORZA! –

Naruko aveva lasciato una copia a stringere i fili e senza perdere un solo istante si fiondò nel fitto della foresta seguita dai suoi due compagni; purtroppo poté fare solo pochi chilometri prima di avvertire la sua copia scomparire.

- SI È-

La frase non venne completata. Con la coda dell’occhio vide Orochimaru, o meglio, la testa di Orochimaru salda ad un collo chilometrico, azzannare la spalla di Sasuke sotto lo sguardo allibito di Neji, a cui in seguitò toccò la stessa sorte.

Naruko faticò a seguire la scena, forse a causa dei capelli che le oscuravano la vista, forse per lo shock dovuto al suono delle ossa dei suoi compagni infrante contro gli alberi, o forse ancora per la rabbia funesta che si stava risvegliando in lei.

CRAK.

Il suo corpo non le apparteneva più, il delicato equilibrio che legava il suo lato più bestiale alla razionalità, si era spezzato.

Ed Orochimaru parve capire che qualcosa era cambiato, che fosse per il mostruoso intento omicida che avvertiva, o per l’alone di chakra rosso che avvolgeva quella figura sempre meno sconosciuta, non lo seppe. L’unica cosa di cui era certo, era che se fosse stato una persona comune, sarebbe morto. Il pugno di Naruko si abbatté su di lui con la violenza di un uragano; il setto nasale sbriciolato, diversi denti saltati, la mandibola fratturata e la testa piegata in una innaturale posizione. 

Se l’intento originale del moro era prendere quei marmocchi, l’incontro con la rossa aveva aggiunto alla sua lista una nuova preda che riuscì a mordere poco prima di scomparire inglobato dalla vegetazione. Doveva riflettere e soprattutto doveva assicurarsi di aver visto bene ciò che la ragazzina celava ancor più del mostro che si portava dentro.

Il dolore che dilaniava Naruko era atroce. Avvertiva il suo stesso chakra agitarsi dentro di lei, provando a fuoriuscire con la forza, incurante degli strati di vasi sanguinei, di muscoli e di nervi che ostacolavano il suo desiderio; le sembrava di sentire la pelle della schiena liquefarsi, come se qualcuno le stesse buttando dell’acido addosso; udiva i ringhi rabbiosi della volpe ed i suoi richiami furenti mentre combatteva con quel qualcosa di estraneo sia a lei che alla sua padrona.

Ma Naruko era forte, molto più di quanto chiunque potesse sospettare. Con parole rassicuranti aveva messo a tacere la volpe che, indemoniata, provava a neutralizzare il veleno del serpente; con una stretta dolce e decisa aveva avvolto i suoi compagni e li aveva condotti in una piccola grotta non molto lontana, stringendo i denti e sopportando il dolore che la invadeva.

Li aveva adagiati con delicatezza e aveva evocato in piccolo kit medico poi con movimenti delicati, aveva iniziato a curarli e solo in seguito aveva pensato a se stessa.

La sua pelle si faceva incandescente mentre il suo sangue sempre più gelido. Le sembrava che ogni respiro potesse essere l’ultimo, ma non demorse neanche per un solo attimo.

- kyuubi… ho bisogno del tuo aiuto… - un sussurro che venne udito da quella scontrosa belva che, per quanto scorbutica, mai le aveva negato il suo aiuto.

Un chakra color del fuoco prese ad avvolgerla in un pericoloso quanto rassicurante abbraccio. Sentiva le ossa iniziare il loro processo di rigenerazione ed i muscoli cominciare a rilegarsi tra di loro, ma in quel momento non era di se stessa che doveva occuparsi.

Non strafare, un umano deboluccio come te non può reggere ancora a lungo

- eheheheh… il tuo modo di preoccuparti è bizzarro come al solito… -

Sentì un ruggito nervoso, ma non vi badò troppo, aveva bisogno di concentrazione.

Il chakra del demone riprese a scorrere in lei con impeto, rifiutando di lasciare la ragazza in quelle condizioni e compensando la fuoriuscita del chakra azzurrino che man mano assumeva una colorazione verde smeraldo, tipica del chakra utilizzato dai medici.

- ei Kyuubi… - sussurrò Naruko – secondo te andrà tutto bene? –

Una piccola insicurezza che fece sorridere il grande demone dalle nove code

Si, andrà tutto bene… ora dormi, quei due sono fuori pericolo e se continui così non riuscirò a rimetterti in sesto

- ehehehe… lascio una copia a fare la guardia… - sussurrò componendo i sigilli e facendo apparire un’altra se stessa decisamente meno sfiancata dell’originale.

- ci penso io qui! – esclamò il clone sorridendo e mettendosi a sedere.

Su, ora non fare i capricci… voi umani siete troppo deboli per rifiutare il riposo

Naruko sorrise e si stese a pancia in giù, la schiena le doleva troppo. Avvertiva la sua temperatura alzarsi e la vista annebbiarsi…

Qualsiasi cosa abbia fatto quel serpente mi terrà occupato per un po'… se riesci a superare la notte poi starai meglio.

La principessa decaduta chiuse gli occhi e lasciò che la cavernosa voce dell’antica volpe la cullasse nell’oblio dei sogni.

 

 

 

 

  
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