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Autore: Yechan    07/02/2017    2 recensioni
Dal racconto:
-Sei tu la causa del suo comportamento, non l'hai ancora capito?- Disse mentre si mise le mani in tasca e incominció a camminare.
-No, non riesco a capirlo.- Risposi.
Non capivo sul serio, non riuscivo a comprendere il suo comportamento cosí infantile. Ogni settimana lo beccavo con una ragazza diversa e tutte le volte che ci incrociavano per i corridoi della scuola o per strada, lui mi ignorava del tutto. Eppure prima pensavo che fossimo buoni amici..
-Davvero, non lo capisci? Non ti facevo cosí ingenua.- rise ed io lo guardai male.
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TRAMA:
Mi chiamo Mizuki Sawada e sono una ragazza di 18 anni. Frequento il penultimo anno (ancora) della scuola superiore della città di Inazuma, la Raimon high school. Sono una semplice adolescente che studia e lavora la sera in un minimarket.
Pensavo che vivere da soli fosse la cosa più eccezionale per un'adolescente come me.. ma ora ho realizzato che essere adulti... fa schifo.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ibuki Munemasa, Nozaki Sakura, Nuovo personaggio, Shindou Takuto, Tsurugi Kyousuke
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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16. Possiamo parlare?

Pov. Mizuki Sawada.

"Mi piaci..."

Era da un paio di giorni che non riuscivo a non pensare a quelle parole, anzi, soprattutto al mio primo bacio.

"Davvero gli piaccio in quel senso?"

Tante domande invadevano la mia testa, e nessuna di queste aveva una risposta. L'unica persona che poteva far sparire i miei dubbi era proprio Tsurugi, ma in quei ultimi tre giorni non c'eravamo rivolti neanche una parola, solo sguardi.

Lui mi stava evitando ed io pure.

«Buongiorno!»

Sentii all'improvviso una voce dietro di me, mi girai e mi ritrovai di fronte Nozaki con un sorriso dipinto sul suo volto.

«Ehi.» la salutai.

«Scusa se sono in ritardo, ma la prof mi ha fermata. Comunque, ti stai ancora nascondendo qui?» mi chiese Nozaki, sedendosi accanto a me.

In quei ultimi giorni non avevo fatto altro che scappare e rifugiarmi in un posto isolato nel cortile della scuola, con la semplice scusa che dovevo incontrarmi con Nozaki.

«Non so che dirgli. È complicato. »

«Se doveste parlare, probabilmente lui confesserebbe ancora che tu gli piaci. - rispose ed io per poco non mi strozzai con la mia stessa saliva.

«Era ubriaco, probabilmente si sarà confuso. »

«Mizuki, smettila. Lo sai benissimo che gli piaci. »

Sospirai fortemente. Aveva ragione, io gli piacevo, ma avevo preferito pensare il contrario.

«Davvero... non so che fare. -

Il problema erano i miei sentimenti, poiché io non provavo niente per lui e l'idea di ferirlo mi faceva sentire in colpa.

«Tsurugi sarebbe perfetto per te. Perché non gli dai una possibilità?»

Le parole di Nozaki mi fecero venire in mente quelle volte che passavo del tempo con il mio compagno di classe. Mi piaceva stare con lui, era divertente, mi faceva sentire a mio agio e ogni volta che mi sentivo giù, lui cercava di risollevarmi il morale.

«Ma io...»

«A te non piace, lo so. Però potresti sempre provare, magari facendo così finirai per innamorarti di lui.» disse, in quel momento sentii il mio viso andare in fiamme.

«Innamorarmi? Io?»

Nozaki annuì, scoppiando a ridere.

«Magari ti toglieresti dalla testa Shindou. Lui non fa per te...» disse, smettendo di ridere.

«Shindou? Cosa c'entra lui?»chiesi, sentendo le mie orecchie riscaldarsi piano piano.

«Me ne sono accorta al festival, si nota che ti piace tanto e non provare a negarlo.» disse, quasi in tono minaccioso.

Persino Nozaki l'aveva capito, l'avevano capito quasi tutti! Mi portai le mani al viso imbarazzata. In quel momento stavo morendo dalla vergogna.

«Ti prego non dirlo a nessuno.» mormorai.

«Tranquilla, terrò la bocca chiusa. Però ti consiglierei di dimenticarlo.»

Alzai un sopracciglio confusa, perché mai avrei dovuto rinunciare a lui? A me in fondo piaceva e tanto.

«Lo dici perché sei amica di Akane?» domandai.

«No, l'ho detto anche a lei di rinunciare. Lo sai che Shindou, appena finisce le superiori, si trasferirà in Italia?»

«C-cosa?»  dissi, alzandomi di soprassalto.

Non l'avrei più rivisto.

«Mizuki, ascoltami bene. Shindou è un bel ragazzo, lo ammetto, ma davvero... è complicato. Lui pensa solo alla sua carriera da calciatore e agli studi, stando con lui finiresti solo per soffrire e basta.»

In quel momento mi sentii davvero confusa, non sapevo se crederle o meno. Però mi fece pensare a quanto Shindou ed io fossimo diversi. Lui amava il calcio, voleva diventare qualcuno, mentre io non provavo interesse in nessuno sport e l'unica cosa che volevo era una vita decente, niente di più e niente di meno. Io non puntavo a nulla, a differenza sua.

Sospirai pesantemente, volevo andare a casa e dormire per non pensare più a niente.

«Dammi retta, dimentica Shindou. Tsurugi sarà capace di farti felice.»

Alzai lo sguardo verso il cielo, era nuvoloso, forse quel giorno avrebbe piovuto ed io non avevo portato l'ombrello. Perché era così complicato?
L'unica cosa che volevo era passare un anno tranquillo.

«Cosa dovrei fare? » domandai, con un tono di voce quasi disperato. Nozaki aveva più esperienza di me in queste cose.

«Tu temi di perderlo, rifiutandolo sicuramente succederà. Invece, se dovessi dargli una piccola chance, causeresti meno danni e magari andrà meglio di quanto pensi.»

Prima che potessi rispondere, la campanella suonò e fummo costrette a tornare in classe.

«Pensaci bene!» esclamò Nozaki prima di salire le scale.

Avevo tante cose a cui pensare e la mia testa stava per scoppiare, avrei voluto tanto fingere di star male e rifugiarmi in infermeria.

Sospirai per la terza volta - ripetere continuamente la stessa formula è ben più evidente e tedioso di una semplice ripetizione e mi avviai verso la mia classe, non avevo per niente voglia di assistere alla lezione di storia, inoltre non sopportavo nemmeno il professore.

"Se davvero fingessi di stare male?" Pensai, mentre rallentavo il passo. Mi sentivo stanca e giù di morale, stando in classe probabilmente sarebbe stato peggio. Decisi dunque di dirigermi in infermeria, pensando a cosa raccontare all'infermiera.

Mentre percorrevo il corridoio, mi guardavo attorno, sperando di non ritrovarmi il professore di storia davanti, se mi avesse scoperto sicuramente mi avrebbe rimandato in classe.

Per mia fortuna non incontrai il mio insegnante, ma invece di lui mi trovai Tsurugi, il quale aveva un'espressione smarrita, come se avesse visto un fantasma.

«Ciao...» dissi, cercando di stare calma, ma in quel momento avrei voluto solo sotterrarmi sotto terra.

Tsurugi mi guardò fisso per qualche secondo, come se stesse cercando le parole giuste da dire.

«Non vai in classe?» chiese.

«Ehm... non mi sento tanto bene, quindi vado in infermeria per vedere se hanno qualcosa da darmi.» risposi.

«Ah...» disse semplicemente.

Entrambi eravamo imbarazzati, infatti nessuno dei due osava guardare l'altro per più di due secondi negli occhi. Era una situazione strana e incomoda, inoltre il silenzio che si formò tra di noi la rendeva ancor più pesante.

«Meglio che vada...»

Decisi di parlare, era insopportabile quel silenzio ed io avevo bisogno di riposare.

«Aspetta.» disse Tsurugi, prendendomi improvvisamente dal polso. Lo guardai sorpresa, sentendo le mie guance andare in fiamme.

«Tranquillo, non scappo.» dissi, ridacchiando piano per nascondere il mio imbarazzo.

«Scusa...» lasciò il mio polso, mettendo un'espressione seria, fin troppo seria.

Deglutii piano e sorrisi, perché sentivo il mio cuore battere così forte? Perché ero così agitata!?

«Il prof sarà già arrivato in classe, non dovresti andare?» feci, mettendomi a braccia conserte, sperando che Tsurugi ritornasse in classe. Mi sentivo troppo a disagio in quel momento.

«Possiamo parlare dopo, alla fine delle lezioni?» domandò, ed io sgranai gli occhi incredula. Non mi aspettavo che me lo chiedesse.

Annuii lentamente. -Incontriamoci davanti al cancello.» dissi, per poi andarmene in infermeria.

Stava succedendo davvero, dovevo incontrarlo dopo le lezioni davanti al cancello. In quel momento sentivo scoppiarmi la testa, dovevo trovare un modo per non rovinare tutto con Tsurugi. L'ultima cosa che volevo era perderlo.

Dall'essere un semplice compagno di classe, stava diventando qualcuno d'importante.

Pov. Tsurugi Kyosuke.

"Incontriamoci davanti al cancello."

Le parole di Sawada continuavano a ronzarmi in testa, fra qualche ora ci saremmo dovuti incontrare per parlare.

«Ragazzi, andate a pagina... -

Il professore incominciò a parlare, ma io non gli prestai molta attenzione. La mia testa era concentrata su altro.

"Cosa dovrei dire?" Pensai, mentre giravo le pagine di storia a caso.

Per prima cosa mi sarei dovuto scusare, ma poi? Saremmo dovuti tornare ad essere amici come prima? Come se niente fosse accaduto?

Lei forse lo avrebbe voluto...

«Tsurugi, ci sei?» bisbigliò la mia vicina di banco.

«Aoi! Smettila di distrarre i tuoi compagni.- la richiamò l'insegnante, facendo arrossire leggermente la ragazza.

«Ma non ho fatto niente!» protestò, e l'insegnante la sgridò ancora un volta.

Ridacchiai piano, Aoi non aveva fatto niente di male in fondo, però avevamo un professore così severo che non sopportava il minimo rumore durante le sue spiegazioni.

Infine le lezioni ripresero e il prof continuò a spiegare, mentre io affondai nei miei pensieri, finché all'improvviso non si aprì la porta della nostra classe ed entrò Sawada.

«Sawada, come mai entri ora?» domandò il prof.

«Stavo male prof, sono andata in infermeria per prendere qualcosa...» rispose la corvina che poi si diresse al suo posto che si trovava dietro di me.

«Capisco, Tsurugi mostra a Sawada dove siamo arrivati.» mi disse il prof, facendomi segno di girarmi verso la mia compagna.

Non sapevo dove fossimo arrivati, ma mi voltai comunque verso di lei, che mi guardava imbarazzata.

«Ehm... sinceramente non so dove siamo arrivati...» ammisi a bassa voce, e lei rise piano.

«Tranquillo, fa niente. Chiederò a Tenma.» disse, indicando col capo il suo vicino di banco che sembrava essere nel mondo dei sogni.

«Non penso che lui lo sappia...» feci, ridacchiando e lei pure.

«Voi dure in fondo! Pensate che sia divertente la prima guerra mondiale?!» esclamò il prof, quasi furioso. -Fuori dalla mia classe! - esclamò ancora.

Sawada ed io non protestammo, né dicemmo nulla, ci alzammo dai nostri posti e ci dirigemmo verso l'uscita della classe. Entrambi sapevamo che era inutile aprire bocca.

«Non ci credo... ci ha cacciati davvero.»  disse la corvina ridendo.

«Era proprio arrabbiato.»

«Già, ma ora cosa facciamo?» domandò appoggiandosi al muro.

«Non ne ho idea...» mi portai una mano dietro la nuca.

«Ci toccherà aspettare...» sospirò, sedendosi per terra e tirando fuori il cellulare.

«Già...» dissi, sedendomi anche io però dall'altra parte del corridoio.

Rimanemmo così per quasi un mezz'ora, finché un nostro compagno non ci chiamò per rientrare dentro, per nostra fortuna il prof si era calmato e continuammo la lezione tranquillamente.

"Avrei potuto parlarle..." pensai, mentre stringevo la matita. Feci un lungo sospiro, mancava poco al suono della campanella e dopo di ciò ci sarebbe rimasta solo un'ora.

L'ultima campanella era suonata da circa dieci minuti, ed io ero ancora in classe con Aoi e Tenma.

«Quindi dovete parlare?» domandò la manager della mia squadra, la quale sembrava abbastanza preoccupata.

«Si, fra qualche minuto dobbiamo trovarci davanti al cancello.» dissi, Sawada in quel momento si trovava in aula professori con la nostra coordinatrice di classe.

«Capito... » rispose semplicemente.

Sapevo che Aoi era convinta che Sawada mi avrebbe rifiutato. Dopotutto a lei piaceva Shindou.

«Tsurugi, qualunque cosa accada sappi che io sono dalla tua parte.» mi diede una pacca sulla spalla Tenma. Risi piano, sembrava che stessi partendo per una guerra.

«Grazie, comunque ora devo andare. Ci vediamo.» dissi, per poi andare via.

Mentre mi dirigevo al punto d'incontro, sentivo l'ansia impossessarsi di me piano piano e, ad ogni passo che facevo, il desiderio di tornare indietro aumentava.

Sapevo meglio di chiunque altro a cosa stavo andando incontro, però non potevo indietreggiare, ormai non potevo più ripensarci.

Mi fermai un attimo per controllare l'ora, probabilmente Sawada era già fuori ad aspettarmi.

«Tsurugi!» sentii improvvisamente una voce dietro di me chiamarmi, era la corvina che mi veniva incontro.

«Ah ciao... pensavo che avessi già finito con la prof...» dissi e lei semplicemente sorrise.

«Sono uscita prima, va bene se parliamo qui? Fuori fa freddo.» chiese, spostando una ciocca di capelli dietro l'orecchio.

«Certo...» dissi. Ci trovavamo davanti agli armadietti, non c'era quasi nessuno, solo alcuni ragazzi che però si trovavano fuori, mentre i professori erano nell'aula per gli insegnanti a svolgere le loro mansioni.

«Io volevo scusarmi per quello che è successo alla festa...» incominciai a parlare.

Sawada mi guardò per qualche istante senza dire nulla, finché non sospirò piano e scrollò le spalle.

«Hai bevuto un po' troppo quella sera, non eri in te. Quindi potremmo lasciarci indietro questa storia...» disse con un tono di voce abbastanza tranquillo, ma si vedeva che era agitata quanto me.

«Non posso, mi spiace.» risposi e lei sgranò gli occhi sorpresa.

Per me era impossibile fare finta che non fosse accaduto nulla, entrambi sapevamo benissimo che la nostra amicizia non sarebbe stata più la stessa.

«Ah... capisco...» mormorò, abbassando lo sguardo.

Feci un passo verso di lei, accorciando così di poco la distanza tra noi due.

«Ormai l'avrai capito, no? Tu mi piaci.» confessai, e lei immediatamente arretrò di un passo, guardandomi incredula.

«Davvero?» fece, ed io annuii notando le sue guance arrossarsi sempre di più.

«Ho bisogno di una risposta...» dissi, avvicinandomi a lei e poggiando le mie mani sulle sue spalle. Avevo accorciato ancora una volta la distanza fra di noi e temevo che, facendo così, lei fuggisse via, ma mi sbaglia: lei era ancora lì che mi scrutava attentamente con quei suoi occhi color nocciola.

«Vorresti provarci?» domandai, sentendo il mio cuore battere all'impazzata, come se fra qualche istante sarebbe uscito via. Era la prima volta che provavo tale sensazione.

In quel momento stavo provando molte cose, pausa, ansia, vergogna, tristezza...

«Tsurugi... io... è difficile...» parlò, abbassando lo sguardo. Sapevo a dove voleva arrivare, lei mi vedeva ancora come un amico, niente di più e niente di meno.

Sospirai, mettendo giù le mani e ritraendomi indietro.

«Non c'è bisogno che tu aggiunga altro, ho capito. Tranquilla.» dissi, cercando di sorridere.

«Lasciami finire... » fece Sawada, afferrandomi il polso.

La guardai stranito, non mi doveva alcuna spiegazione. Avevo capito, che voleva rimanere mia amica.

«Tranquilla, non è necessario.» dissi, ma lei scosse la testa e mi strinse la presa.

«Io non ho detto ancora nulla! Voglio provarci!» esclamò, guardandomi dritto negli occhi.

Sgranai gli occhi sorpreso.

«Eh...?»

«Hai sentito bene, non farmelo ripetere...» mormorò, abbassando lo sguardo e lasciando andare il mio polso.

In quel momento tra di noi calò un silenzio imbarazzante, non sapevo cosa dire, non ero preparato, io mi aspettavo un rifiuto. Pensavo che lei mi avrebbe chiesto di rimanere amici.

«Sawada.» la chiamai, lei alzò il suo sguardo, era rossa in viso e i suoi occhi erano tanto lucidi che quasi mi persi ad osservarli. «Grazie...» dissi, avvicinandomi per poi attrarla me e abbracciarla.

In quel istante sentii un'immensa gioia avvolgermi, tanto che sembrava irreale.

Pov. Ibuki Munemasa.

«Ragazzi, dato che domani non abbiamo niente, vi va di andare fuori a mangiare?» chiese un mio compagno, mentre scendevamo le scale.

«Mi spiace, ma oggi devo tornare presto.» dissi, non avevo molta voglia di uscire. Avevo passato una giornata pesante, tra verifiche e interrogazioni la mia testa stava per scoppiare.

«Oh! Oh!» esclamò un mio compagno, fermandosi improvvisamente e quasi ci faceva cadere tutti dalle scale. -È in un corso una confessione.- continuò, abbassando la voce e voltandosi verso di noi.

«E quindi?» feci, scendendo le scale, ma mi fermai appena vidi chi si stava confessando.

«Non può essere...» mormorai, sgranando gli occhi incredulo. Il ragazzo che si stava confessando era Tsurugi.

«Ma quella non è Sawada?» parlò un vecchio compagno di classe della corvina.

«Si è lei! Si sta confessando a Tsurugi.»

«Ma è più piccolo di lei.»

«È impazzita, le fan di Tsurugi la linceranno.»

I miei compagni incominciarono a sparare le loro solite stupidaggini, mentre io non smettevo di osservare Sawada, che aveva leggermente le guance arrossate e con lo sguardo fisso sul mio compagno di Tsurugi.

«Ibuki, che hai?» mi chiese uno di loro.

«Nulla...» risposi, cercando di capire che si stessero dicendo i due, fino a quando Tsurugi non si avvicinò di più alla corvina.

Sentii il sangue ribollire dentro di me, in quel istante volevo andare dritto da loro e portarmi via Sawada.

Tuttavia mi trattenni, strinsi i pugni e rimasi a guardare attento.

«Voglio provarci!» esclamò improvvisamente Sawada, che era rossa in viso come non mai.

Spalancai gli occhi sbigottito, speravo che non l'avesse detto veramente e che fosse solo un scherzo.

«Ragazzi, che fate?»

Sentii una voce parlare dietro di noi, mi voltai e vidi Kirino in cima alle scale che ci guardava incuriosito.

«Vieni e vedrai.» parlò un mio compagno, che gli fece segno di scendere.

Kirino scese velocemente le scale e venne vicino a me. Anche lui rimase sconcertato da quello che si ritrovo davanti.

«Mi spiace Ibuki.» disse a bassa voce, poggiando una mano sulla mia spalla come segno di conforto.

Lo guardai turbato, lo sapeva? Probabilmente sarà stato Shindou ad averglielo raccontato.

Poi si chiedevano perché non lo sopportassi.

«Per cosa? Non è successo niente.» risposi freddo, e lui semplicemente sospirò.

«Non c'è bisogno che tu finga.» disse, portandosi una mano dietro la nuca.

«Lascia stare. Io vado.»

«Vengo con te!» esclamò Kirino, attirando così l'attenzione dei miei compagni di classe, di Tsurugi e Sawada.

«Ciao ragazzi, noi andiamo!» fece Kirino, tirandomi da un braccio.

Il mio sguardo si incrociò con quello di Sawada per qualche secondo, ma lei si voltò subito poiché Tsurugi le stava dicendo qualcosa.

Sospirai, l'avevo persa.

«Dovrai dimenticarla ora.» disse Kirino, lasciando andare il mio braccio.

Aveva ragione, io non facevo parte del suo mondo e lo sapevo bene, solo che una parte di me non voleva arrendersi.

«Avanti Ibuki! Hai solo 18 anni, non puoi deprimerti per una ragazza.» continuò Kirino, tirandomi qualche pacca sulla pacca.

«Già...» risposi semplicemente.

«Su con il morale, questo fine settimana abbiamo una partita!» esclamò.

Io lo guardai e basta, Kirino in quel momento stava cercando di consolarmi, e di farmi distrarre con qualcos'altro. Solo che la mia testa continuava a mostrarmi Sawada e Tsurugi abbracciati come una coppia.

Come avrei fatto nei giorni successivi con lei? Evitarla oppure far finta di niente?

 

Angolo dell'autrice ritardataria.

Sono in un periodo di meeeerda (scusate la parola, ma non so più come definire le mie giornate).

La scuola é davvero un carcere!!

Comunque caro popolo, spero che il capitolo vi sia piaciuto, che non vi abbia annoiato e che continuiate con questa storia!

Vi ringrazio tantissimo per le recensioni, mi motivate tanto...!😭

Poi... come al solito ringrazio la mia beta-reader Seth! Grazie cara :3

Buona serata e al prossimo capitolo!

Ps. Domanda: sará amore vero tra Tsurugi e Sawada? O lo diventerá? 😯😮

   
 
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