Rating: PG
Conteggio parole: 675 parole (W)
Genere: What if?
Note:
1. Il titolo viene dalla canzone dei Bon Jovi, sì.
2. Per la questione della ‘sistemazione’ nell’aldilà mi rifaccio esclusivamente a quanto detto in DB.
3. Devo davvero specificare da dove ho tirato fuori la storia del libro?
4. Se non capite che diamine sta succedendo, in fondo ci sono le note finali XD
Disclaimer: Vegeta non è mio purtroppo, ma appartiene ad Akira Toriyama che ne possiede ogni diritto. Ovviamente scrivendo su di lui non ci guadagno nulla ù.u
Introduzione: “Questa è tutta la tua vita, Vegeta” disse semplicemente il Re dell’Aldilà, poggiando l’enorme mano sulla copertina del libro. L’altro non sembrò scomporsi più di tanto alla notizia.
Tabella: Qui
It's my life
"La
storia della mia vita non è per i deboli di cuore."
(Spiderman)
Ignorando
il fitto chiacchiericcio che rimbombava intorno a lui, Vegeta percorse
il lungo corridoio con calma, tenendo lo sguardo alto e fiero come al
suo solito.
Re
Enma, seduto alla sua gigantesca scrivania, lo guardò
avvicinarsi, i
muscoli del volto induriti dalla preoccupazione: sapeva bene che con il
principe dei saiyan era difficile trattare.
Quando
infine l’altro fu vicino abbastanza, il sovrano del regno dei
morti si
schiarì rumorosamente la voce, facendo squittire di paura un
piccolo
gruppo di anime che oziavano accanto alla porta d’ingresso e
zittendo
tutti gli altri.
Il
saiyan incrociò le braccia e lo fissò con uno
sguardo impassibile,
mentre l’omone si chinava su un cassetto e ne estraeva un
grosso libro
dall’aria consunta.
I loro occhi si incrociarono
ancora una volta, nel silenzio innaturale dell’enorme stanza,
poi Re Enma si decise a parlare.
“Questa
è tutta la tua vita, Vegeta.” disse semplicemente
il Re dell’Aldilà,
poggiando l’enorme mano sulla copertina del libro.
L’altro non sembrò
scomporsi più di tanto alla notizia.
“Una lettura
interessante?” chiese infatti, mentre un leggero ghigno gli
piegava le labbra.
“Hai
fatto cose che…” iniziò Re Enma,
esitante, ma poi le parole vennero a
mancare. Gli era successo molte volte, nella sua lunghissima vita, di
avere a che fare con assassini senza scrupoli né rimorsi, ma
un caso
come quello non gli era capitato mai.
“Lo so,”
ribatté intanto il saiyan “la
storia della mia vita non è per i deboli di
cuore.” Lo disse con tono
canzonatorio, ma un’emozione indefinita balenò
come un lampo nei suoi
occhi.
Re Enma
sospirò pesantemente: non sapeva proprio cosa rispondere a
quell’affermazione, che peraltro condivideva del tutto,
quindi decise
di lasciar correre.
“Vegeta, tu
conosci le tue azioni.” continuò stancamente dopo
qualche istante.
“Ovviamente.”
replicò quello, aggrottando le sopracciglia.
“Il
tuo sacrificio finale non basta a cancellarle tutte: le colpe di cui ti
sei macchiato sono troppo grandi. Il paradiso non potrebbe mai aprirti
le sue porte.”
Il principe dei saiyan non
mostrò alcuna reazione a quelle parole.
“E
tuttavia,” riprese l’altro “sacrificando
la tua vita nel tentativo di
eliminare Majin Bu, hai dimostrato di possedere un cuore buono e uno
spirito di sacrificio che…”
“Risparmiati
queste idiozie.” sbottò immediatamente Vegeta,
interrompendolo.
Non
gl’importava se gli davano del mostro, ma che un solo,
singolo, momento
di debolezza gli appiccicasse addosso il bollino dell’eroe
non poteva
proprio sopportarlo. Quello che aveva fatto, lo aveva fatto per Bulma e
Trunks, e forse anche un po’ per sé stesso.
Gli
altri potevano interpretarlo come volevano, ma non c’era
stato alcun
eroismo nel farsi saltare in aria insieme a quel ciccione di gomma rosa.
Re Enma sospirò e
tentò di riformulare la frase.
“Quello
che volevo dire è che non meriti neanche di finire negli
inferi. Non
più, almeno.” concluse, facendo scrocchiare
nervosamente le grandi
dita.
“Troppo malvagio
per il paradiso, troppo redento per l’inferno.”
sogghignò Vegeta, in risposta. “Ironico quanto
basta, direi.”
“Dopo il nostro
colloquio verrai smistato insieme alle altre anime, e
successivamente…”
“Muso verde mi ha
già spiegato tutto. So che mi farete il lavaggio del
cervello.”
“È una
seconda possibilità, Vegeta.” ribatté
Re Enma, leggermente piccato. “Una possibilità per
vivere una vita diversa.” aggiunse poi,
con un tono che poteva passare quasi per gentile.
Il principe distolse lo
sguardo, pensieroso.
Aveva
sempre vissuto sfidando l’universo intero in una guerra
all’ultimo
respiro: la sua vita non era stata altro che una serie ininterrotta di
combattimenti, e la maggior parte dei suoi ricordi grondava sangue.
Dimenticare quelli non sarebbe stato troppo
spiacevole.
Poi
però c’erano quegli anni passati sulla terra. Non
erano molti, in
effetti non coprivano nemmeno un terzo della sua intera esistenza,
eppure…
“Avrei
preferito l’inferno.” sbottò infine,
senza rivolgersi a nessuno in
particolare. Lì perlomeno avrebbe potuto continuare a
combattere e a
tenersi il suo corpo e i suoi ricordi.
Re
Enma forse lo udì, e forse addirittura sospirò.
Vegeta non ci fece
caso, troppo impegnato ad osservare gli addetti allo smistamento che
gli si avvicinavano.
Nessun’altra vita
gli sarebbe mai andata altrettanto a genio come la propria.
*
Note finali: Dopo
essersi fatto saltare in aria, Vegeta avrebbe dovuto fare
più o meno
questa fine *indica la fanfic* Fortunatamente viene rispedito indietro
da Re Enma, così da fondersi con Kakaroth, salvare il mondo
e
blablabla.
Un ringraziamento collettivo alle
anime coraggiose che ancora seguono questa raccolta. In particolare
grazie a kamy,
ka93, Nicoranus83,
_S_t_a_r_,
lilac
e Sybelle che hanno recensito l'ultimo sclero
capitolo<333