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Autore: ellephedre    10/02/2017    5 recensioni
Mamoru le prime volte che vide Usagi, durante tutto l'arco della prima serie.
Non fu amore a prima vista.
Genere: Commedia, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mamoru/Marzio, Usagi/Bunny | Coppie: Mamoru/Usagi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Prima serie
Capitoli:
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primevoltechetividi11

  

12 - Ingenua

    

La volta dopo, trovai te ingenua e lei... interessante.

      

 

Rei Hino era un tormento.

Era bella, vivace e intelligente, ma al contempo autoritaria e prevaricatrice.

Negli incontri che aveva con lei, Hino parlava soprattutto di se stessa. A lui piaceva ascoltare, e trovava tenero che lei avesse tanto bisogno di qualcuno che le prestasse attenzione, ma aveva l'impressione che Hino non lo trovasse poi così interessante. Le piaceva il suo background - il fatto che lui vivesse in un bell'appartamento da solo e studiasse in un'università prestigiosa. Lei gradiva anche il fatto che fosse un ragazzo tranquillo e maturo. Ma al di fuori di ciò, non erano molto compatibili. Mamoru era convinto che anche Hino lo percepisse.

Quando lui rimaneva in silenzio, lei attaccava con un discorso qualunque, come se il non parlare fosse segno che qualcosa tra loro non andava per il verso giusto.

Avevano interessi opposti. A Hino piacevano la musica, i drama, i manga. A lui scienza, medicina, storia. Amavano entrambi il cinema, ma anche in quel comparto i loro gusti erano diversi: lui preferiva i drammi, lei i film d'azione o le commedie romantiche.

Sotto la facciata di eleganza e grazia, Hino era una ragazza molto normale, con gusti quasi... rozzi? Lui l'avrebbe apprezzata maggiormente se lei fosse stata più genuina nel porsi. Era così concentrata a sembrargli posata, ben educata e dolce che Mamoru sentiva di non conoscere ancora la vera Rei Hino.

Forse per questo accettava ancora di uscire con lei, per capire che tipo di ragazza fosse davvero.

Nonostante tutte le cose che non funzionavano nei loro incontri, Mamoru la considerava una creatura interessante. Ammirava soprattutto la sua determinazione: forse Hino non sapeva esattamente cosa voleva, o chi era, ma almeno aveva il coraggio di scegliere una strada qualunque e percorrerla. Era un atteggiamento più produttivo del suo, che apaticamente attendeva che le cose gli capitassero - almeno, a livello di relazioni personali.

In ogni caso, Hino non accettava rifiuti. Non gli dava nemmeno il tempo di formularli quando lo chiamava.

«Ciao, Mamoru-san! Sei libero questo pomeriggio?»

«Ciao, Rei-san. Ecco...»

«Questa volta ho pensato a una nuova libreria, con caffetteria annessa. Ne ho sentito parlare molto bene. Ci incontriamo al solito posto alle cinque?»

«Ah... okay.»

«Perfetto, non vedo l'ora di vederti!»

Forse erano quelle annotazioni dolci a convincerlo a incontrarla, di volta in volta. Era piacevole sentire che qualcuno aveva voglia di passare del tempo con lui.

Quando si vedevano, Mamoru non poteva fare a meno di notare quanto lei fosse bella. Quella di Hino era un'avvenenza ancora in via di formazione - il viso di lei era ancora un pochino troppo rotondo per essere maturo - ma i suoi tratti erano un piacere per gli occhi. Lui si riscopriva a guardarla e lei lo notava. Hino sorrideva, non si imbarazzava. Flirtava.

Era un'interazione stimolante. Gli spiaceva darle false speranze, ma trovava l'esperienza preziosa: esercitandosi in quelle situazioni non sarebbe stato completamente a disagio quando avesse dovuto flirtare con una ragazza che gli interessava sul serio.

Non aveva ancora avuto il coraggio di dire a Motoki che stava uscendo a con una ragazzina delle medie. Forse lui non lo avrebbe giudicato, ma Mamoru temeva la minima presa in giro: era sensibile sull'argomento.

Si scopriva a rispondere ad accuse che non gli erano ancora state mosse.

'Io ho un anno meno di te.'

'Non ho la tua esperienza.'

'Se vuoi proprio saperlo, non sono mai uscito con una ragazza.'

Ecco. Quella non era un'informazione che teneva a condividere con Motoki. Era abbastanza sicuro che il suo amico avesse intuito la verità, ma se ne avesse avuto la conferma, Mamoru non si sarebbe più sentito libero di parlargli da pari di ragazze. A Motoki sarebbe sembrato un novellino ansioso di sapere ogni volta che ascoltava con attenzione il racconto di come gli andavano le cose con Reika.

Scocciato dal bagliore del sole che si rifletteva sullo schermo della consolle, Mamoru tornò a indossare gli occhiali da sole, provando a concentrarsi sulla partita.

Quel gioco non era granché. Forse doveva tornare su Metal Slug, per cercare di battere il suo record.

«Ciao, Motoki-oniisan!»

Odango.

Era sola. Quindi la storiella col compagno di classe occhialuto non era approdata da nessuna parte.

Lei andò a parlare a Motoki. «Motoki-oniisan, non sai cosa mi è successo!»

«Ti vedo molto giù, Usagi-chan. Racconta.»

Quei due si comportavano davvero come se fossero un fratello e una sorella.
Mamoru evitò di palesare la sua presenza, benché fosse sicuro che Odango lo avesse visto. Si ignorarono di comune accordo.

«Motoki-oniisan, nessuno è gentile con me!»

«A chi ti riferisci?»

«Mia madre, mio fratello. Lu- Cioè, Ami. Nessuno mi capisce!» Odango si abbandonò su una sedia, gli occhi gettati al cielo. «È così sbagliato avere un sogno per il futuro?»

Motoki si incuriosì. «Oh. Hai deciso cosa vuoi fare da grande?»

«Esatto! Sai che il grande fotografo Kijin Shinokawa ha deciso di indire un casting per modelle?»

«Kijin Shinokawa... dove l'ho già sentito? Ah, aspetta. È il ragazzino che ha vinto il concorso di fotografia nazionale!»

«Proprio lui! Ho mandato una mia foto al suo studio, sai? Nel regolamento dice che possono candidarsi tutte le ragazze dai 13 ai 29 anni, quindi ho deciso di partecipare! Sarà un'esperienza bellissima! Appena ci ho pensato ho capito che sarebbe proprio adatto a me fare la modella!»
Mamoru trattenne uno scoppio di risa.

«Sono simpatica e abbastanza carina, no? Mi impegnerò tantissimo se mi scelgono. Studierò recitazione, canto, portamento-»

Veramente per fare i modelli non era necessario studiare, pensò Mamoru.

«Imparerò tutto il necessario! Ma appena sono andata a dirlo a mia madre, quell'antipatico di mio fratello Shingo si è intromesso dicendomi che non riuscirò mai a far avverare il mio sogno. Uffa, Motoki-oniisan! So che ci sono ragazze più belle, ma conta anche l'impegno, no? E quanto si desidera una cosa! Io la voglio tantissimo, non è giusto che pensino che fallirò ancora prima che abbia provato!»

Quell'ultimo discorso aveva un senso, anche se ovviamente il mestiere di modella era totalmente fuori dalla portata di Odango. Perché poi lei desiderava passare la vita a farsi fotografare? Era un sogno vuoto, così superficiale.

Motoki le stava già dicendo la sua. «Hai ragione, Usagi-chan. Non bisogna rinunciare in partenza solo perché si pensa che non andrà bene. L'importante è provare tutto ciò che si vuole.»

«Motoki-onisaan, tu sei l'unico che mi parla così gentilmente.»

C'era un motivo. Mamoru tolse gli occhiali. «Motoki ha ragione, ma ciò non toglie che ti scarteranno comunque. Certo, l'importante è partecipare.»

Capì di aver parlato con più sarcasmo di quanto aveva voluto, ma vedere le penne arruffate di Odango lo convinse a non moderarsi.

«Nessuno ha chiesto il tuo parere!»

«E io te lo dico comunque.» Bisognava pure che lei affrontasse la realtà prima o poi. Odango doveva maturare, come gran parte del mondo che li circondava. «Ultimamente uomini e donne hanno le idee un po' confuse. Pensano che basti conciarsi bene fuori per essere considerati belli. La bellezza, anche nelle ragazze, non è solo questione di estetica.»

Lasciò interdetta Odango. «E cosa sarebbe, allora?»

Era semplice. «Ciò che si ha dentro.» E se proprio doveva descrivere... «Una bella ragazza è una che sa essere coraggiosa e generosa, e che possiede forti ideali in cui credere.» Hm, lo aveva detto proprio bene.

Anche Odango era colpita. «Una ragazza coraggiosa?»

«Esatto. Ovviamente tu non hai nessuna di queste qualità.» Ma perché gli uscivano simili frasi?

Perché era un gioco, si rispose da solo guardando Odango. Lei, incapponendosi e rispondendogli a tono, giocava esattamente come voleva lui.

Gli mostrò una linguaccia. «Ma certo, figurarsi se sono così!»

In ogni caso, lei non era sola nella sua superficialità. «Per quanto riguarda il tuo fotografo, se gli va bene fotografare qualunque ragazza purché sia giovane, penso che sia un professionista di second'ordine - anzi, di terz'ordine, .»

Odango non lo resse più. «Basta, non voglio più vedere la tua faccia!» Impettita, uscì dalla sala giochi, senza neppure salutare il suo fratellone Motoki.

Mamoru si divertì a guardare la marcia che lei stava compiendo sul marciapiede.

Motoki aveva qualcosa da dire. «Non dovresti trattarla così, sai? È una ragazza, non è più una bambina.»

Il punto era proprio quello. «Lo so. Il fatto è che quando ci parlo finisco sempre col litigarci.» Odango tirava fuori... be', non il peggio di lui, ma qualcosa di lui che non mostrava ad altri. «Suppongo che non siamo molto compatibili.»

Motoki rilasciò uno sbuffo. «Se tu fossi meno caustico con lei, scopriresti che è una ragazza molto dolce.»

Dolce? «È troppo ingenua. Non dovresti assecondarla.»

«Perché? Alla sua età è giusto sognare.»

«Più si sogna, più è doloroso cadere.»

Motoki sospirò. «Parli come un vecchio, Mamoru.» Se ne andò, lasciandolo solo.

Mamoru non se la prese per il commento. Sì, era un vecchio-giovane. La vita lo aveva costretto a diventarlo.

Guardò le porte da cui Odango era uscita.

Meglio essere come lui che vivere nel mondo delle favole.

 

«Mamoru-san?»

Il giorno successivo si dimenticò di non rispondere al telefono. Si ritrovò con una smorfia in faccia nel rispondere a Rei Hino. «Ciao, Rei-san.» Provò a precederla. «Veramente oggi...»

«Come stai?»

«Ah... Bene.»

«È qualche giorno che non ti sento. Mi... mancava la tua voce.»

Lui sentì un fiotto di calore che saliva al viso. Non riuscì a dire nulla.

Udì un sorriso rapido di lei, un poco imbarazzato. «Come sta andando l'università?»

Hino non gli chiedeva di uscire? «Bene. Come al solito.»

«Sono contenta. Sai, ti chiamavo solo per parlare un po'. Mi sono resa conto che finora ti ho sempre tartassato per portarti fuori, quindi, per una volta...»

Sentirla così percettiva e consapevole gliela fece apprezzare molto più di quanto avesse creduto possibile. «A te come va con la scuola?»

«Bene! Sai, oggi in classe abbiamo parlato di...»

La ascoltò, con genuino interesse. E durante la conversazione si scoprì a pensare che, forse, l'esperienza che stava vivendo con Hino poteva non essere solo un esperimento.

Forse. Chissà.


 

12 - Ingenua - FINE

   


   

NdA: Non siate troppo gelose, fan di Usagi e Mamoru. Bisognava pur mostrare che da parte di Mamoru c'era stato un minimo interesse per Rei. Mi sto divertendo a descrivere la cosa: lui vede un sacco di difetti in Rei ma con qualche occasionale uscita lei riesce a tenere viva l'attenzione di lui, seppure sia ancora una ragazzina che a sua volta si sta appena avventurando nel mondo degli appuntamenti. Penso che sia questo che ci sia stato da principio, tra questi due.

Poi Mamoru tornerà a essere scocciato da lei. Rei, essendo più giovane (e testarda) ci metterà molto più tempo a rendersi conto che lui non è interessato quanto dovrebbe esserlo un fidanzato. Ma per ora andrà avanti così. Rei è decisa, Mamoru non sa bene come dirle di no e d'altronde non ne ha motivo: Usagi è ancora troppo Odango per sconvolgergli la vita. A quello arriveremo piano piano, insieme a lui ;)

Grazie per aver letto, fatemi sapere che ne pensate del capitolo!

 

ellephedre


   
 
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