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Autore: BarbraGleekPotter    10/02/2017    0 recensioni
Ma non si seduce un angelo; per averlo devi tagliargli le ali. Non puoi prendere un angelo e tenerlo per te, se non hai la cattiveria necessaria. Quindi se ha vinto lei, significa che io sono buona.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era lì, era arrivata. Era in cima alla vetta. Non solo toccava il cielo con un dito, era completamente avvolta da esso; allargando le braccia, avrebbe sentito il vento agitarle i vestiti, scuoterle i capelli, ulularle all'orecchio che ce l'aveva fatta. 

Lei, sì. Io invece ero rimasta a terra, con le ginocchia sbucciate e il viso rigato dalle lacrime, a guardare la mia bellissima rivale vittoriosa. Aveva vinto quello che io sognavo, che avevo sempre sognato e che continuo a sognare tutt'ora. E il peggio era che lo aveva fatto senza imbrogliare, senza ostacolarmi: semplicemente, era stata più brava di me. Più veloce nella scalata, più capace nel destreggiarsi tra le rocce, più accorta nel notare le crepe sul terreno...

Inutile dire che la odiavo con tutta me stessa. Avevamo combattuto ad armi pari, eppure lei ne era uscita vincente, mentre io non ne ero uscita affatto; ero ancora lì, sconfitta, accasciata sul suolo ruvido ai piedi della montagna, ma non ero pronta a rinunciare. Avevo perso, ma ero ancora dentro la sfida.

Come potevo rinunciare? Per mesi quella era stata la mia montagna, la mia scalata, il mio cammino verso la felicità... perché è questo il premio per chi arriva in cima: la felicità. 
Lassù abita infatti un angelo, una creatura celestiale di rara bellezza, incorrotto e incontaminato, pur abitando in questa Terra malvagia. Io lo chiamo semplicemente "angelo", perché non mi ha mai detto il suo nome, e non credo che ne abbia uno... ma dopotutto, "angelo" gli calza a pennello. 

Non saprei come descriverlo, tanto è incredibile la sua sola esistenza. Il colore dei suoi occhi, dei suoi capelli, della sua pelle... ha importanza conoscerli? Quando vedi qualcosa di meraviglioso, ti importa davvero sapere cos'è che ti attrae, oppure ti basta perderti nella sua contemplazione?
Quando stavo con il mio angelo, il mondo mi sembrava un posto migliore, ed ero contenta di essere viva. Forse avrei dovuto custodire gelosamente quell'amico prezioso, ma in fondo sono lieta di non averlo fatto: gli avrei schiacciato le ali piumate, e non sarebbe stato certo un bene.

Però neanche lasciarlo andare con tanta leggerezza è stata una mossa saggia; un giorno ero talmente piena di gioia dopo aver passato del tempo con lui che lo avevo salutato distrattamente, e non mi ero accorta che, mentre risaliva la montagna per tornarsene a casa, un'altra persona lo stava osservando da dietro i cespugli. 
Io non so bene cosa accadde quel giorno, poiché io me n'ero già andata, ma fu l'inizio della fine: il mio angelo conobbe Lucy, ed io caddi nell'oblio.

Lucy è... be', lei sì che si può descrivere, poiché è concreta, materiale. E molto bella.
Lucy è bella dalla punta dei capelli alla punta dei piedi. La sua vivacità, il suo modo provocante di muoversi, la scintilla nei suoi occhi grigi, ogni cosa di lei invoglia chiunque a conoscerla. Non posso certo biasimare il mio angelo per esserne stato incuriosito, lui che ha provato interesse persino per una persona piccola ed insignificante come me. Sin da quando ho saputo che avevano fatto amicizia mi sono agitata, temendo che avrebbe finito per preferire la compagnia di Lucy alla mia... mi sono rimproverata per essermi limitata a giocare con lui, sapendo che lei non avrebbe fatto altrettanto: se c'era una cosa di cui ero certa era che Lucy sarebbe andata oltre. A lei i giochi innocenti non piacciono, perché lei è un po' diabolica, e mette malizia ovunque.
Ma non si seduce un angelo; per averlo devi tagliargli le ali. Non puoi prendere un angelo e tenerlo per te, se non hai la cattiveria necessaria. Quindi se ha vinto lei, significa che io sono buona.
Scarsa consolazione, dato che ora Lucy è lassù, in cima alla montagna e con il vento tra i capelli... Lucy nel cielo tra i diamanti... ha vinto lei. 

Forse dovrei arrendermi davvero. Eppure non ci riesco. Non si tratta più di quello che voglio io: se avessi la certezza che il mio angelo sarà felice con Lucy, mi farei da parte. Ma so per certo che non è così, perché lei gli ha strappato le ali, e ora la sua schiena sanguina. Ed io lo sento piangere e lamentarsi ogni notte, così esco di casa e corro ai piedi della montagna, ma non riesco ad arrampicarmi al buio... così inciampo e cado, e per quanto ci provi, non riesco a salire più di qualche metro. E quando finalmente sorge il sole al mattino, il mio angelo cessa di piangere; ogni giorno mi aspetto di vedere dal basso che Lucy lo consola, stringendolo tra le sue braccia, e invece no, scorgo sempre e solo lei in piedi sulla vetta a guardare il panorama davanti a sé. Se solo si rendesse conto che il vero spettacolo è alle sue spalle...
Le basterebbe girarsi e guardare il mio angelo - scommetto che anche senza ali e con gli occhi gonfi di pianto è bello da morire - per trovare la felicità; ma lei non vuole la felicità, lei vuole i diamanti. 

Non sta bene parlar male di chi riesce laddove noi falliamo. Mi si direbbe che parlo attraverso l'invidia, e non il buonsenso. Dico solo che Lucy ha un po' di Lucifero in sé, perché solo una creatura perversa priverebbe un angelo della sua purezza senza il minimo rimorso.

Ma cosa posso farci io? Io piango e piango, ma non ho una soluzione. Sono ancora qui, seduta per terra con le ginocchia ammaccate... 
So che dovrei alzarmi e curarmi le ferite, ma se poi dovessi cadere di nuovo? So che non avrei la forza di rialzarmi, non senza il mio angelo che mi sprona a farlo con uno dei suoi sorrisi... e adesso lui non sorride più.

 
***
 
Mi alzo di scatto. Quel pensiero è un'illuminazione improvvisa come un fulmine che attraversa il cielo in piena estate. 

Il mio angelo non sorride più?
Devo salvarlo. 

Probabilmente non ha bisogno di me, ma io ho bisogno di aiutarlo, perché saperlo a terra e senza ali mi fa più male che starmene io stessa a terra, e le sue ferite sulla schiena mi bruciano più delle mie ginocchia, ed il suo pianto notturno copre il suono del mio cuore che si sgretola.

Mi faccio coraggio, consapevole di avere finalmente una missione, e inizio a scalare la montagna, tentando di ricordare dove avevo sbagliato l'ultima volta. Spero di essere cresciuta e di aver imparato dai miei errori... di certo non mi arrenderò finché non sarò arrivata in cima.

Forse non riuscirò a ridare le ali al mio angelo, ma - al contrario di Lucy - gli starò vicina. Gli insegnerò che non serve avere le ali se al proprio fianco si ha qualcuno che ti fa volare il cuore; questo dovrei saperlo bene, visto che è stato lui a farmi sentire così.
   
 
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