Anime & Manga > L'Attacco dei Giganti
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Autore: Ellery    11/02/2017    4 recensioni
Da alcuni mesi, il comandante della Legione Esplorativa svanisce ogni notte di luna piena. Riappare al mattino, stanco e carico di segreti che non vuole condividere. C'è chi dice che abbia una amante e chi sospetta sia un Lupo Mannaro.
Dal testo:
"Un lupo mannaro? Levi aggrottò la fronte, perplesso: non aveva idea di cosa fosse. Non ne aveva mai sentito parlare, anche se come termine suonava alquanto spaventoso. Sicuramente, non era una buona cosa, ma Erwin gli sembrava tutto tranne che un lupo: non aveva la coda, né le orecchie a punta e men che meno sgozzava greggi di nascosto.
Batté le palpebre incerto, in attesa di delucidazioni; Hanji, tuttavia, sembrava troppo compiaciuta della propria intuizione per lanciarsi in qualche altra filippica: lo stava fissando con aria orgogliosa, tipica di chi sa d'aver fatto una grande scoperta.
“Che cazzo sarebbe?” domandò infine con uno sbuffo seccato."
Genere: Comico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Erwin Smith, Hanji Zoe, Levi Ackerman, Mike Zakarius, Nanaba
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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5. Luna piena

 

Erwin si cacciò il cappuccio in capo, piantando i talloni nei fianchi del cavallo. Aveva abbandonato la caserma da circa un quarto d'ora, ma da quando aveva varcato i cancelli, la sensazione d'essere osservato si era radicata nella sua mente.

Sentiva degli occhi puntati sulle proprie spalle, mentre alle orecchie continuava a giungere il rumore soffuso degli zoccoli sul terreno sconnesso.

Scosse il capo: erano solo illusioni, degli sciocchi presentimenti.

Sollevò lo sguardo al cielo scuro: nemmeno una nube rompeva lo splendore del cielo stellato, dove la luna spiccava tonda ed alta.

Era la sera giusta, lo sentiva. Avrebbe dovuto apportare un paio di modifiche ai suoi piani, ma presto tutto sarebbe ripartito correttamente.

Si diresse oltre la periferia del distretto, oltrepassando la porta del Wall Rose e ritrovandosi, poco dopo, nelle campagne all'interno della medesima cinta muraria. Proseguì verso destra, sino ad un piccolo villaggio, dove solo le luci di una casa erano ancora accese.

In una manciata di minuti raggiunse l'abitazione, scendendo prontamente di sella. Tese le orecchie, alla ricerca di qualche suono sinistro: nulla turbava la quiete della notte, se non il canto stonato di qualche uccello notturno.

Legò le redini alla bassa staccionata, marciando sino alla porta e picchiando due volte con il battente in bronzo; attese pazientemente lo schiudersi dell'uscio.

Una donna si affacciò all'ingresso, un sorriso smagliante dipinto sul volto paffuto. Era di una bellezza rara, dove le forme prosperose si associavano ad abiti grezzi e pratici: una gonna di semplice stoffa nocciola, una camicia scura ed un grembiule già sporco. I riccioli neri cadevano morbidi lungo le spalle e la schiena, fermati da un minuscolo cerchietto metallico.

“Sei venuto!” vi era una nota compiaciuta, nella voce calda ed affettuosa.

“Come ogni mese”

La donna afferrò una lanterna e gli fece cenno di seguirla, conducendolo verso il retro della dimora.


***
 

“Ha un'amante! Lo sapevo!”

Era peggio di quanto s'aspettava. Peggio ancora della licantropia: a quella, almeno, c'era una cura. O forse no, ma Hanji avrebbe potuto elaborare qualcosa; per i mali d'amore, tuttavia, non esisteva alcun rimedio.

Levi strinse le spade, tanto nervosamente da far sbiancare le nocche. Tutti questi misteri, questa segretezza per.. una contadinotta neppure tanto avvenente! Che aveva di grazioso, quell'arpia? Era grezza, sporca, con il naso da suino e gli occhi minuscoli da ratto. Un lupo mannaro sarebbe stato, senza dubbio, ben più gradito.

“Brutta puttana...” ringhiò a denti stretti, ricevendo poco dopo una gomitata nel fianco.

“Smettila di fare baccano. Vuoi che ci sentano?” Hanji lo stava fissando quasi irritata, mentre Mike e Nanaba bisticciavano a poca distanza:

“Possiamo anche tornarcene a casa” la giovane sembrava poco propensa all'idea di passare la notte fuori in cerca di effusioni amorose “è evidente che la licantropia non c'entra nulla”

“Che ne sai? Magari, anzi, lei è una mannara; potrebbe avergli trasmesso l'infezione durante...”

“Cosa? Una pomiciatina al chiaro di luna?”

“è assurdo! Se fossero amanti, non verrebbe a trovarla solo una volta al mese. Dico bene, Moblit?”
Quest'ultimo sollevò le mani con fare arrendevole:

“Io, in realtà, avrei preferito restarmene a casa. Il caposquadra mi ha obblig...”

“Che lagna sei!” di nuovo la voce della Zoe “Per una sera che esci, tutte queste rimostranze. Preferivi rimanere nella tua stanzetta a fare l'uncinetto?”

“Io non faccio l'uncinetto.”

“Beh, dovresti! È rilassante e...” Hanji si interruppe, guardandosi attorno perplessa “Dove è finito Levi?”


***

 

Levi si acquattò a ridosso dei un cespuglio, aguzzando lo sguardo per osservare tra i rami. La lanterna, posata a pochi passi da lui, emanava una luce debole, insufficiente per permettergli di vedere ogni dettaglio.

La donna si era chinata accanto ad Erwin e le braccia vicino al petto, chiuse a coppa sul seno:

“Dammi le tue mani” la sentì sussurrare.

Era troppo, decisamente. Quella sgualdrinella era già troppo vicina al comandante, per i suoi gusti, e si permetteva persino avance tanto spinte? Non lo avrebbe permesso. Quanto all'altro, che spendeva il tempo a fingersi impegnato tra rapporti e missioni, beh... non lo avrebbe risparmiato: che diamine gli passava per la testa? Non si rendeva conto che uno scandalo avrebbe potuto gettare fango sull'intero Corpo di Ricerca? Idiota! Non gli avrebbe permesso di buttare all'aria tutto quanto: spedizioni, finanziamenti, investimenti per le ricerche di Hanji. Non gli avrebbe permesso di rubargli ancora ore di sonno, notti passate a tormentarsi nel dubbio che fosse un maledetto licantropo, invece che un semplice donnaiolo.

Non riuscì a trattenersi dallo scattare in piedi, ignorando persino la voce di Hanji che, in lontananza, gli intimava di fermarsi. Non le badò, focalizzandosi esclusivamente sulla coppietta che, a lume di candela, si era infine voltata a guardarlo: richiamati dalle urla del caposquadra, dall'accorrere degli altri e dalla sua improvvisa apparizione.

“Togliti dai piedi!” sibilò, avanzando a passo svelto verso la coppietta. Si piantò a pochi passi, i pugni sui fianchi e lo sguardo a cercare le prove di un reato inesistente.

Tra le mani, la donna reggeva una piantina dalle foglioline fresche e verdeggianti; un bocciolo bianco capeggiava tra gli steli, mentre le radici apparivano avvolte da una matassa di terriccio.

Levi batté le palpebre, perplesso: una pianta? Ve ne erano altre di simili, disposte in file ordinate nel suolo umido. Alcune portavano già dei fiori aperti, con il candore dei petali a riflettere la pallida luce della lanterna.

“Prego?” la contadina lo riportò bruscamente alla realtà.

I suoi occhi si ritrovarono ad incrociare quelli severi del comandante.

“No, niente” trovò solo il coraggio di dire, mentre il tono seccato di Erwin spaccava il silenzio della notte:

“Cosa ci fai qui? Anzi... ci fate, visto che a quanto pare ti sei portato tutta la delegazione”

Gli altri erano rimasti in disparte, a qualche passo di distanza, forse sperando di mimetizzarsi con le ombre notturne.

Fu Hanji a prendere la parola:

“Eravamo preoccupati per te! Temevamo fossi un licantropo”

Quelle parole non sortirono alcun effetto. Erwin aggrottò la fronte, sempre più perplesso:

“Ossia?”

“Un lupo mannaro! È descritto in uno dei libri che mi hai regalato”

“Ah, ora ricordo. La leggenda dell'uomo che, durante la luna piena, si trasforma in lupo?” raccolse un cenno d'assenso “Che idiozia! Non posso accettare che abbiate creduto ad una storia simile; sono solo... racconti per i bambini”

“Io l'avevo detto che...”

“Moblit, stai zitto!” Hanji tornò a sbuffare, scuotendo appena le spalle “Beh, era una ipotesi fondata. Sparisci sempre durante la luna piena, da qualche mese rientri stanco e assonnato; i tuoi vestiti sono sempre macchiati di terra e...”

“Stavate cercando di scoprire se fossi un lupo mannaro?”

Come in un puzzle, tutti i pezzi tornarono ad incastrarsi nella mente del comandante: le posate d'argento, l'aconito, gli sciocchi tentativi di Mike di annusarlo.

“Beh... Levi pensava che avessi un'amante!”

Il capitano si sentì sprofondare:

“Non è vero!” mentì, mentre il buio celava il suo evidente imbarazzo “In ogni caso... non mi pare normale scappare così, di notte, senza dire a nessuno dove vai. Che cazzo fai in un orto a mezzanotte? Perché non ce lo hai detto?”

Colse Erwin allargare le braccia, con fare arrendevole: stava per ammettere le sue colpe? L'improvvisa voglia di giardinaggio serale che lo aveva colto?

“Agricoltura biodinamica” mormorò infine il comandante “Sfrutta le fasi della luna per favorire la crescita delle piante. La signora Clarke ne sta studiando gli effetti e si è offerta di insegnarmi alcune tecniche.” una pausa, lasciando che lo sguardo azzurro abbracciasse i presenti “Non volevo dirvelo per due motivi: primo, mi avreste preso in giro. Mike ti vedo già ridere sotto i baffi.” sollevò l'indice e poi il medio “Secondo: sono fragole, queste. Volevo coltivarle per voi, beh... per permettervi di mangiare frutta decente, di tanto in tanto. Tuttavia, non sono sicuro che funzionerà: per ora, le piantine stanno crescendo egregiamente, ma potrebbero non fruttificare.” richiuse la mano a pugno, poggiandola sulle ginocchia “Non volevo rischiare di deludervi o darvi false speranze”

Nessuno lo stava più ascoltando: Hanji stava assillando la signora Clarke, cercando di carpire i segreti di un buon orto, mentre Moblit cercava inutilmente di farla desistere. Mike e Nanaba ascoltavano distanti, cercando di trafugare qualche piantina già interrata.

Levi, infine, lo osservava con la solita aria imbronciata, divisa ora tra il sarcastico ed il sollevato: nessuna amante, fortunatamente. Solo uno strano modo di coltivare fragole.

“Fragole, mh?” bofonchiò il capitano, la punta del naso arricciata in una smorfia di disappunto “Peccato... potevi almeno coltivare del tè!”

  
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