Day 3: Lipstick
Levy
era agitatissima.
Quella sera tutte le gilde che avevano partecipato alla lotta contro
i draghi avrebbero dovuto presentarsi al palazzo del re per il
ringraziamento ufficiale. Ci sarebbe stato anche un ballo e la
ragazza tremava al solo pensiero.
La sua amica Lucy e quasi
tutte le altre erano entusiaste, ma lei non aveva mai ballato, e
inoltre, non aveva niente da mettersi. Come avrebbe fatto quella
sera? Non aveva nemmeno il tempo per cercare qualcosa...
“Allora,
ragazze. Voi cosa
indosserete stasera?” chiese Mira con un gran sorriso
arrivando al
tavolo a cui erano sedute lei e alcune nakama.
Le altre iniziarono a
parlare chiedendo consigli alle compagne su cosa abbinare ai
rispettivi abiti e come comportarsi, mentre Levy si limitò a
sospirare pensando a tutti i vestiti inadatti del suo guardaroba.
“E
tu, Levy-chan? Non hai
ancora detto nulla...” disse Lucy, guardando preoccupata la
sua
aria un po' depressa.
“Qualcosa
non va, Levy?”
domandò gentilmente Lisanna, scambiando un'occhiata
interrogativa
con le amiche prima di riportare la propria attenzione su di lei.
La ragazza sospirò di nuovo
sconsolata prima di rispondere senza osare guardarle. Ora che ci
faceva caso, si sentiva decisamente patetica. Possibile che fosse
davvero l'unica alle prese con un problema simile?
“Io...
non ho nulla da
mettermi” confessò alla fine in un sussurro.
Per un attimo le altre
rimasero tutte zitte e Levy iniziò a temere che scoppiassero
a
ridere sentendosi ancora peggio.
“Ho
capito!” disse però
Lucy. “Qui serve un'immediata seduta di shopping
selvaggio!”
esclamò poi, alzandosi di scatto con una grinta incredibile
e
l'istantaneo appoggio delle compagne.
L'azzurra alzò piano la
testa fissando stupefatta la bionda. Cosa le stava succedendo? Non
l'aveva mai vista così...
Per un attimo rimase lì
imbambolata senza sapere cosa dire mentre Mira, al suo fianco,
enumerava l'occorrente contando sulle dita con espressione
pensierosa.
“Viene
con me, Levy-chan.
Tra poco avremo risolto il tuo problema!” disse la bionda con
un
sorriso incoraggiante tendendole una mano per aiutarla ad alzarsi.
“Ma
no, non è necessario.
Io... posso cavarmela da sola” si schermì
l'azzurra imbarazzata.
“Davvero, non c'è bisogno che ti scomodi. Anche tu
avrai da fare,
dopotutto. E anche voi...” continuò poi spostando
lo sguardo sulle
altre, ma non fece in tempo a finire il discorso che Mira intervenne
per dare manforte alla maga stellare.
“Lucy
ha ragione,
Levy-chan. Non puoi farcela a procurarti in tempo tutto l'occorrente
per la serata. Abbiamo solo poche ore prima di prendere il treno che
ci porterà a Crocus e se dovrai pensare a tutto da sola, non
ce la
farai mai. Verremo noi con te per aiutarti a scegliere il vestito e
gli accessori migliori. Sai che, modestamente, abbiamo occhio per
queste cose e insieme sarà più divertente. Per
noi non è
assolutamente un disturbo” disse con un gran sorriso, e
mentre
parlava, la turchina dovette ammettere che aveva ragione. Da sola a
poche ore dalla partenza sarebbe stato impossibile.
“D'accordo
allora. Vi
ringrazio” sussurrò con gratitudine sforzandosi
per ricambiare i
loro sorrisi radiosi.
“Ben
fatto, Levy-chan.
Vedrai che non te ne pentirai!” disse Mira entusiasta.
“Andiamo
o saremo
costrette a correre” concluse Lucy afferrando l'amica per un
braccio, chiaramente impaziente di cominciare.
L'azzurra fece appena in
tempo ad afferrare la borsa prima di essere letteralmente trascinata
fuori con uno strillo dalla bionda tra le risate e gli auguri delle
altre.
Mentre correva per
raggiungere le compagne che sfrecciavano verso la porta, Mira chiese
alla sorella di sostituirla per un po' al bar e Juvia e Lisanna,
ridacchiando, si diressero insieme dietro il bancone.
“E'
inutile, quando Mira
si mette in testa una cosa, è impossibile
resisterle” si disse la
più giovane degli Strauss sorridendo mentre afferrava dagli
scaffali
dei bicchieri per servire i nuovi clienti.
Nel
frattempo, le tre maghe
erano arrivate fuori e stavano decidendo come muoversi. C'era molto
lavoro da fare in poco tempo e non potevano permettersi errori. Entro
poche ore, sarebbero dovute tornare a casa a prendere i bagagli, e
per allora doveva essere tutto pronto.
Levy cercò di sorridere, ma
doveva ammettere che quelle due iniziavano a spaventarla. Sembravano
molto comprese nel loro ruolo e la ragazza pensò
terrorizzata a
tutti i posti in cui l'avrebbero fatta entrare e alla marea di
vestiti che le sarebbe toccato provare. Una cosa era certa
però: con
il loro aiuto, sarebbe stata elegantissima. Ma a cosa sarebbe servito
con una come lei? Sapeva di non avere molte speranze di attirare
l'attenzione dell'unica persona che avrebbe voluto al suo fianco, ma
un po' ci sperava comunque. Se le amiche fossero riuscite a
“trasformarla” per quanto possibile...
Chissà se da quella sera
anche un certo mago un po' burbero e scontroso avrebbe iniziato a
guardarla con occhi diversi?
“Andiamo,
Levy-chan?”
chiese Lucy preoccupata, distogliendola dai suoi pensieri.
“Sì,
certo” rispose
automaticamente la ragazza, sbattendo un paio di volte le palpebre
per schiarirsi la vista e cominciando a camminare in una direzione a
caso nella speranza che l'amica non notasse le sue guance rosse.
“Dove
stai andando? Il
negozio che cerchiamo è da quella parte” la
fermò Mira,
sforzandosi di non ridere.
“Cominciamo
bene...”
pensò Levy sconsolata sentendosi arrossire ancora di
più.
“Sei
sicura di star bene?
Sei tutta rossa in faccia... Forse hai la febbre” disse Lucy,
portandosi davanti a lei per vederla meglio.
“Ma
cosa dici, Lu-chan! E'
chiaro che cosa c'è” la interruppe l'albina
squadrando l'azzurra
con occhio critico e aprendosi in un sorriso che alla Scripter in
quel momento sembrò solo diabolico.
“Oh,
no. Eccola che
arriva...” pensò Levy disperata, preparandosi a
morire di
vergogna.
“Stai
tranquilla,
Levy-chan. Vedrai che con i nostri consigli, stasera si volteranno
tutti a guardarti passare. Non rimarrà indifferente,
vedrai” disse
però con tatto la modella, addolcendo il sorriso.
L'azzurra la guardò
sorpresa, con i grandi occhi scuri luminosi e le guance lievemente
arrossate mentre il cuore accelerava i suoi battiti e un sorriso
incredibile le illuminava il volto speranzoso.
“Lo...
pensi davvero?”
sussurrò la ragazza senza osare crederci fino in fondo.
“Garantito”
rispose Mira
sorridendo mentre anche Lucy, capita la situazione, si affrettava a
rassicurare a sua volta l'amica.
“Non
preoccuparti. Stasera
cadrà ai tuoi piedi” disse cospiratoria facendo
ridere anche le
altre.
“Forza,
ragazze,
mettiamoci al lavoro. Abbiamo una missione da compiere!” le
incoraggiò l'albina.
Poco
dopo, le tre
cominciarono i loro giri entrando in un mucchio di negozi per dare
un'occhiata generale ai vari abiti prima di decidere cosa comprare.
Levy osservò rapita i
vestiti ammirando le amiche in azione. Entrambe sapevano il fatto
loro ed erano delle ottime consigliere. Faticava ad ammetterlo anche
con se stessa, ma per la prima volta in vita sua, lo shopping la
stava facendo divertire. Doveva ricordarsi di chiedere sempre la loro
consulenza quando aveva bisogno di rinnovare il guardaroba...
Alla fine del giro, dopo
aver stabilito cosa comprare e dove, le ragazze entrarono in uno dei
negozi e chiesero di provare gli abiti selezionati.
Era il momento che Levy
temeva di più, ma sia pure un po' imbarazzata,
cominciò la sua
lotta con gonne, bottoni e laccetti.
La maggior parte degli abiti vennero subito
scartati all'unanimità. Ora restava solo l'ultimo.
“Speriamo
che questo
superi la prova. Non credo di poter reggere un altro giro nel prossimo
negozio” pensò
preoccupata la ragazza mentre si cambiava.
Prima di indossare il nuovo
abito, la maga lanciò un'occhiata al suo solito vestito
arancione e
si accorse che l'ultimo rimasto era quello che gli assomigliava di
più. Le sarebbe dispiaciuto scartare anche lui...
Quando fu pronta, la ragazza
si guardò un attimo allo specchio sorridendo alla sua
immagine
riflessa.
“Questa
sarà la volta
buona, lo sento” pensò, immaginandosi suo malgrado
mentre entrava
così in un salone tutto illuminato e pieno di gente.
“Serve
aiuto?” chiese
Lucy dall'esterno riscuotendola dalle sue fantasie.
“No,
sto arrivando” le
rispose Levy arrossendo un pochino e prendendo un bel respiro.
“Perfetta!”
esclamò
subito Mira vedendola uscire.
“Hai
ragione. Non potevamo
trovarne uno migliore!” le fece eco la bionda strappando un
sorriso
alla diretta interessata.
“Verissimo.
Mi piace
davvero tanto” pensò Levy dando la sua
approvazione prima di
rientrare un'ultima volta nel camerino.
Appena fu dentro, fece un
gran sorriso e si apprestò a togliere l'abito per andare
alla cassa.
Poco
dopo, le tre uscirono
soddisfatte dal negozio infilandosi in quello successivo.
“Se
non altro, qui non
dovrò fare mille prove” si disse l'azzurra con un
impercettibile
sospiro di sollievo ammirando le uniche scarpe che, a quel punto, si
sarebbero
intonate al vestito.
Presto le ragazze
terminarono soddisfatte i loro giri, ma prima che Levy potesse
ringraziare le amiche, Lucy la interruppe.
“Accidenti!
Abbiamo
dimenticato una cosa!” esclamò all'improvviso
dandosi una manata
sulla fronte e bloccandosi di colpo in mezzo al marciapiede.
“Ma
cosa dici, Lucy?
Abbiamo preso tutto. Il vestito, le scarpe, i gioielli, le mollette...
che altro serve?” ribattè l'albina confusa.
“Il
trucco, Mira-san!”
le ricordò la bionda incredula.
A quelle parole, la modella
rimase come folgorata. Proprio lei non aveva pensato a una cosa
simile?
“Oh
no, hai ragione! Che
disastro! Dobbiamo provvedere subito!” esclamò,
cercando con gli
occhi una profumeria che era sicura di aver visto prima passando.
Nel frattempo, Levy aveva
seguito la conversazione incredula e spaventata ma era giunto il
momento di fermare quelle due pazze scatenate.
“Aspettate
un attimo,
ragazze. Io... non mi sono mai truccata in vita mia. Non saprei
nemmeno da che parte cominciare. Non è il caso di affannarsi
anche
per questo” protestò debolmente.
“Questa
è un'occasione
speciale, Levy-chan. Devi fare un piccolo sforzo per apparire al
meglio” la rimproverò Lucy.
“Con
un velo di trucco
sarai ancora più carina e nessuno potrà
resisterti” disse Mira
maliziosa.
La Scripter arrossì ma
continuò a protestare. Apprezzava l'aiuto delle amiche, ma
ora
esageravano. E poi... lei aveva già sentito quelle parole da
Cana e
Lisanna qualche anno prima. Loro l'avevano rassicurata dicendole che
con i giusti accorgimenti avrebbe avuto tutta l'attenzione del
ragazzo per cui si era presa una cotta in quel periodo, ma alla fine
della serata aveva avuto solo il cuore spezzato. Sapeva che non era
colpa di nessuno se lui non avrebbe mai potuto vederla in quel modo,
ma dopo ore di “torture” per rendersi
più bella e affascinante,
aveva sperato in qualcosa di più. Invece aveva fatto solo da
tappezzeria mentre tutti gli altri ballavano, ridevano e si
divertivano. Avrebbe dovuto dirlo alle amiche?
“Lo
sai che ti daremo una
mano con i preparativi, vero?” insistette Lucy, che ormai
pensava
di aver capito quale fosse il vero problema.
“Sì
ma non ce n'è
bisogno” si schermì l'azzurra. Era vero che in
parte era perché
non avrebbe saputo cosa fare, ma il ricordo di quella serata era
ancora molto vivido e doloroso. E il mago che ora le faceva battere
il cuore all'impazzata si accorgeva di lei solo per prenderla in giro
e farla arrabbiare. Cosa le avrebbe detto se l'avesse vista
così?
“Non
fare la bambina,
Levy-chan. E' solo un po' di trucco. Vedrai che così quella
persona guarderà solo te per tutta la sera. Non
eri tu che
speravi di farti notare?” disse Mira e questa volta la maga
pensò
che forse non avevano tutti i torti a insistere tanto. Quella
situazione era ridicola e in fondo non poteva andar sempre male, no?
Gajeel a volte sembrava preoccuparsi per lei anche se aveva un modo
di dimostrarlo piuttosto insolito e anche Levy, bene o male, era
cresciuta rispetto ad allora. Qualche anno fa era ancora una bambina,
ma adesso, a pensarci bene, c'era anche qualcuno che la vedeva come
una donna. Pochi, è vero, ma era già qualcosa.
Davvero vestita e
truccata nel modo giusto avrebbe avuto più
possibilità anche con il
burbero Dragon Slayer?
“Dai,
andiamo. Fidati di
noi” continuò la modella dolcemente prendendola
per mano, e Levy
smise di opporsi. Le ragazze avevano ragione: doveva aver fiducia in
loro.
Presto furono nel negozio e
acquistarono tutto l'occorrente per poi correre a casa, stanche ma
soddisfatte, per ultimare i preparativi per il viaggio.
Una
volta al sicuro a Fairy
Hills, Levy si appoggiò esausta alla porta chiudendo gli
occhi per
raccogliere le idee.
“Tra
poche ore sarò a
Crocus e dovrò indossare questa roba. Per fortuna verranno
Mira e
Lucy ad aiutarmi, ma avrò davvero il coraggio di entrare?
Non ho mai
partecipato a un ballo e ho paura. E se inciampo? E se... nessuno
vorrà invitarmi a ballare?” si chiese nel panico.
Del resto,
sebbene sperasse con tutto il cuore di essere ben più che
una
semplice nakama per lui, non poteva sapere cosa ne pensasse realmente
Gajeel sul suo conto, e non era un mistero che lei fosse solo una
piccoletta destinata ad attirare poco l'attenzione. Il moro poteva
benissimo considerarla un'amica e desiderare un'altra al suo fianco.
Del resto, con intorno ragazze belle e formose come Lucy, Erza, Mira,
Cana e Juvia, chi mai avrebbe potuto interessarsi a un corpo minuto
come il suo?
La maga prese un respiro
profondo per calmarsi e si trascinò stancamente fino al
letto per
mettere in valigia gli acquisti, stando attenta a non stropicciare il
vestito.
Prima di chiudere, accarezzò
la morbida stoffa immaginandosi di nuovo mentre entrava nel salone e
fece un sorriso un po' triste.
“Spero
solo che le mie
amiche abbiano ragione” disse con un sospiro scuotendo la
testa per
liberarsi dei pensieri molesti.
Poco
dopo, l'intera gilda si
radunò alla stazione e salì in qualche modo sul
treno diretto a
Crocus tra le proteste dei Dragon Slayer.
Lucy si sedette con un
sospiro accanto a Natsu facendogli appoggiare la testa sulle sue
gambe e Levy si mise in disparte vicino al finestrino intenzionata a
leggere per tutto il viaggio. Come sempre, però, non fece
nemmeno in
tempo ad aprire il libro che venne raggiunta da Jet e Droy, che al
solito non perdevano occasione di starle vicino, e la ragazza
sospirò
impercettibilmente. Addio tranquillità...
I due cominciarono infatti a
chiacchierare e la turchina fu costretta a dar loro retta. Continuava
però a sentirsi osservata e di tanto in tanto lanciava
un'occhiata a
Gajeel, seduto con Lily poco più in là, che a
quanto pareva, non la
perdeva di vista un minuto. Per quale motivo la fissava tanto?
La Scripter arrossì un po'
e cercò di non farci caso, fingendo di rivolgere di nuovo
tutta la
sua attenzione a Jet e Droy, ma avrebbe dato tutto l'oro del mondo
per riuscire a chiedergli di unirsi a loro.
Il Dragon Slayer aveva
assunto subito un colorito verdognolo e alla ragazza sarebbe piaciuto
poter fare come Lucy e Natsu accarezzandolo per tutto il viaggio per
lenirgli le sofferenze.
Il pensiero la fece
arrossire violentemente, ma per fortuna i suoi amici sembravano aver
esaurito gli argomenti da trattare e Levy ne approfittò
subito per
aprire il suo libro e immergersi nella lettura. La storia
però non
riusciva a coinvolgerla del tutto e di tanto in tanto alzava gli
occhi incrociando per un attimo quelli rossi di Gajeel.
Sì, le sarebbe davvero
piaciuto chiedergli di sedersi lì con loro, ma come avrebbe
fatto?
La ragazza pensò allora
agli acquisti fatti quel giorno e pregò di nuovo che
facessero il
loro dovere, attirando finalmente l'attenzione dell'unica persona che
avrebbe voluto al suo fianco.
Dopo
quelle che le parvero
settimane, il treno arrivò a destinazione e la gilda si
diresse
all'albergo che le era stato destinato tra le raccomandazioni del
master di non combinare guai come al solito.
Appena furono soli nelle
rispettive stanze, Lucy e Mira presero le loro cose e si infilarono
in quella di Levy per prepararsi insieme, facendosi i complimenti a
vicenda.
Alla fine, la piccola maga
si guardò allo specchio e rimase a bocca aperta. Le due
amiche
avevano fatto un ottimo lavoro, e se non avesse saputo di essere
proprio lei, non ci avrebbe creduto.
“Che
ne pensi adesso?”
chiese Mira soddisfatta, sistemando meglio un ultimo ciuffo ribelle.
“Io...
non so davvero come
ringraziarvi. E' bellissimo” disse la Scripter commossa
trattenendo
a fatica le lacrime e prima di uscire, Lucy si fermò
augurandole
un'ultima volta “Buona fortuna” facendole
l'occhiolino.
Rimasta sola, l'azzurra si
rimirò di nuovo allo specchio da tutte le angolazioni prima
di
dirigersi verso la carrozza che l'avrebbe portata al castello insieme
alle sue amiche.
Intanto,
nel salone del
palazzo, Gajeel si aggirava nervosamente intorno al tavolo del buffet
cercando con gli occhi la piccola Scripter. Avrebbe voluto sedersi
più vicino a lei sul treno, ma all'ultimo momento aveva
esitato e
Jet e Droy l'avevano preceduto. Volendo, avrebbe potuto
tranquillamente farli sloggiare sedendosi comunque accanto alla
ragazza, ma sapeva che lei si sarebbe arrabbiata, e come avrebbe
fatto poi a farsi vedere di nuovo in giro dopo una simile scena?
Gajeel sbuffò irritato e in
quel momento vide che tutti si stavano voltando verso l'entrata.
Stavano arrivando le ragazze ma la sua attenzione fu attratta da una
in particolare: Levy McGarden.
La Scripter non gli era mai
sembrata così bella. Il lungo vestito di un arancione appena
più
tenue del solito con la gonna arricciata in fondo e le spalline che
scendevano morbide sulle spalle, decorato da piccole rose bianche, la
faceva sembrare una principessa e il Dragon Slayer si accorse che di
colpo gli si era seccata la bocca al solo vedere il suo sorriso
timido messo in evidenza da un po' di rossetto.
Mentre si beava di tanta
semplice bellezza, con la coda dell'occhio vide chissà come
Jet e
Droy che, superata la sorpresa, si dirigevano verso quella
meravigliosa creatura, e senza pensarci, li scostò entrambi
senza
tanti complimenti raggiungendola per primo.
Lei lo guardò sorpresa e
arrossì leggermente mentre lui la studiava da vicino,
notando il
ciondolo a forma di fiore che pendeva da una sottile catenina
d'argento adornandole il collo delicato, il braccialetto abbinato e
gli orecchini luccicanti, e infine le mollette sistemate tra i
capelli in punti strategici perché brillassero di mille
colori sotto
le luci della sala.
“Bellissima”
sussurrò
istintivamente senza smettere di guardarla e la ragazza
arrossì
ancora di più sorridendo radiosa.
“Grazie”
disse lei
sorpresa con gli occhi che brillavano e un'espressione dolcissima,
esultando in silenzio. Che le amiche avessero ragione a sostenere con
tanta convinzione che quella sera avrebbe fatto colpo?
“V-vuoi
ballare?” chiese
il ragazzo di getto, tanto per dire qualcosa, mordendosi poi la
lingua. Come gli era venuto in mente di farle una domanda simile? E
se lei avesse rifiutato?
La maga però accettò con
gioia e Gajeel, un po' impacciato, la prese per mano e la condusse al
centro della sala stringendola a sé.
Senza quasi rendersene
conto, Levy si ritrovò contro il petto del ragazzo con il
cuore in
tumulto e le guance arrossate.
Imbarazzata ma felice,
incrociò per un attimo gli sguardi di Lucy e Mira che le
sorrisero incoraggianti e
vittoriose e la Scripter, suo malgrado, ricambiò
appuntandosi
mentalmente di stritolarle entrambe in un abbraccio appena ne avesse
avuto l'occasione. In fondo, era solo grazie a loro se in quel
momento era tra le braccia di Gajeel come la principessa delle
favole.
Finalmente in pace con il
mondo, si rilassò contro il suo cavaliere e si
lasciò condurre da
lui sulle note di quella musica dolce che sperava avrebbe dato inizio
alla sua fiaba personale.
“Vorrei
che non finisse
mai” pensò commossa, chiudendo gli occhi per un
attimo prima di
alzare lo sguardo e incontrare quello del ragazzo.
I due si sorrisero
imbarazzati ma continuarono a ballare come se gli altri non
esistessero, incuranti dei mormorii dei compagni e dei membri delle
altre gilde.
La musica sembrò finire
troppo presto e i due si staccarono con il respiro leggermente
affannoso per l'emozione dirigendosi poi verso il tavolo del buffet.
Entrambi temevano che a quel
punto l'altro si allontanasse, ma incredibilmente rimasero insieme a
chiacchierare tra di loro e con gli altri maghi che qualche volta si
avvicinavano.
“Bel
colpo!” sussurrò
Lucy a un certo punto passando di fianco all'amica, che la
ringraziò
muovendo appena le labbra prima di dirigere di nuovo la sua
attenzione verso Gajeel che, dal canto suo, non riusciva a smettere
di guardarla. Com'era possibile che lei gli fosse rimasta vicina?
Aveva dunque ragione Lily a sostenere che anche la piccola Scripter
fosse interessata ad approfondire il loro rapporto?
Il Dragon Slayer studiò
ancora in silenzio il suo profilo mentre metteva un po' di cibo nel
piatto beandosi del suo profumo, e di nuovo si disse che non la
meritava. Qualunque altra ragazza, del resto, dopo aver ricevuto un
trattamento come quello che le aveva riservato lui al loro primo
incontro, sarebbe fuggita di corsa anche solo avvistandolo da
lontano, ma Levy McGarden era diversa dalla massa e forse era per
questo che lo attirava tanto. Da quando aveva posato gli occhi,
finalmente liberi dalla rabbia e dall'odio, su di lei, aveva capito
subito che quella dolce fatina era speciale, e nonostante i sensi di
colpa, non aveva potuto fare a meno di pensarla sempre di
più e
guardarla da lontano, desiderandola per sé e stuzzicandola
senza
pietà ogni volta che se ne presentava l'occasione solo per
vederla
rivolgergli la sua completa attenzione con la segreta speranza di
occupare i suoi pensieri almeno per un attimo visto che lui, di
sicuro, non avrebbe mai potuto ambire a niente di più.
Contrariamente a quanto chiunque sano di mente si sarebbe aspettato,
però, la piccola Scripter, nonostante le evidenti
arrabbiature che
le provocava rinfacciandole la sua statura e le sue scarse
capacità
in combattimento, gradiva comunque la sua compagnia cercandolo spesso
con gli occhi nel salone della gilda e aiutandolo come poteva le rare
volte che la sorte permetteva loro di stare insieme durante le
battaglie, e ora lei parlava e rideva con le amiche, felice e
rilassata, a soli pochi centimetri di distanza dal ragazzo che
l'aveva aggredita muovendo quelle labbra rese ancora più
seducenti
dal rossetto che già da tempo apparivano, decisamente non
richieste,
nei suoi sogni più segreti...
“Qualcosa
non va, Gajeel?”
giunse in quel momento alle sue orecchie una voce dolce e preoccupata
facendolo arrossire violentemente come se la ragazza avesse davvero
potuto conoscere i pensieri che gli affollavano la mente solo
guardandolo in faccia.
“Certo
che no, Gamberetto!
Cosa ti viene in mente?” si affrettò a rispondere,
più
bruscamente di quanto avesse voluto, distogliendo lo sguardo ma
osservandola comunque, suo malgrado, con la coda dell'occhio mentre
lei si imbronciava come sempre di fronte a quel nomignolo che
detestava.
“Mi
sembrava che avessi
un'espressione strana e mi sono preoccupata, ma evidentemente
è
tutto a posto” brontolò un po' offesa, facendo per
allontanarsi.
In realtà non era arrabbiata, ma quando poco prima si era
girata per
vedere come mai non rispondeva alla domanda che gli aveva rivolto,
l'aveva trovato intento a fissarla in un modo che l'aveva messa
tremendamente a disagio e in quel momento, con il cuore che le
batteva all'impazzata, voleva solo trovare Lucy o Mira per farsi
consigliare da una di loro. Le sembrava di averle viste passare poco
prima dopo aver ballato a lungo e pregava di trovarne almeno una da
sola disponibile ad ascoltarla.
“Ehi,
che ti prende
adesso?” la richiamò però lui.
“Non avevi detto di voler
prendere una pausa per poi tornare a ballare?” le
ricordò,
leggermente nel panico. D'accordo che sarebbe stato meglio per
entrambi rimanere lontani per un po', onde evitare che lui decidesse
di baciarla davanti a tutti facendosi togliere il saluto, ma non
sopportava l'idea che, tutt'a un tratto, avesse deciso di piantarlo
in asso per andare dagli altri due nakama che le stavano sempre
appiccicati come ombre. E per cosa, poi? Non era certo la prima volta
che la chiamava “Gamberetto” e le rispondeva in
maniera brusca,
no? Proprio non capiva perché mai questa volta dovesse
reagire in
quel modo...
“L-lo
so, m-ma... io
v-volevo solo... prendere un po' d'aria fresca... Fa caldo qui
dentro” balbettò Levy, tutta rossa in viso,
girandosi a guardarlo
con il cuore in gola. Se già prima era imbarazzata, adesso
credeva
davvero di morire. Una parte di lei era contenta che Gajeel le avesse
chiesto, a modo suo, di concedergli un altro ballo, ma il tono con il
quale le aveva ricordato una frase che aveva pronunciato poco prima
in un chiaro momento di follia, come se per lui fosse fondamentale
averla ancora tra le braccia...
“Basta,
Levy. Di sicuro
non voleva dire ciò che pensi... Hai frainteso
tutto!” cercava di
convincersi per calmare, almeno un po', il suo cuore impazzito, ma
ciò che era successo negli ultimi minuti non la aiutava per
niente a
non illudersi di aver appena conquistato, chissà come,
l'interesse
del suo amato Dragon Slayer. E pensare che pochi mesi prima aveva
dovuto aspettare che si mettessero in mezzo Jet e Droy, sempre in
competizione tra di loro per risvegliare il suo interesse, per
muovere con lui qualche passo di danza nel cortile della loro nuova
sede...
“Oh.
Capisco” disse
piano il moro in quel momento abbassando gli occhi per non mostrarle
la sua delusione.
Troppo preso dai suoi
pensieri imbarazzati, non notò subito l'intenso rossore
sulle sue
guance, ma mentre ascoltava i suoi passi che si allontanavano piano,
si rese conto dello strano miscuglio di emozioni contrastanti che
aveva visto per un attimo nei suoi occhi scuri e decise di seguirla.
Forse la piccoletta aveva davvero bisogno di allontanarsi dalla
confusione per un po' e non c'era nulla di male a seguirla per
controllare che stesse bene, giusto? Al limite, se lei per disgrazia
gli avesse fatto capire di non gradire la sua presenza, avrebbe
sempre potuto fingere, in qualche modo, di volersi riposare anche lui
da quel caos indescrivibile...
Nel frattempo Levy, ignara
di ciò che il suo sguardo e le sue guance rosse avessero
comunicato
al compagno, si chiedeva perché mai lui avesse deciso di
seguirla.
Gli aveva risposto in quel modo soltanto per essere libera di cercare
le sue amiche tra la folla, ma come avrebbe fatto adesso? Certo,
c'era sempre la possibilità che il ragazzo stesse andando in
quella
direzione per altri motivi, ma sentiva addosso i suoi occhi cremisi,
e non le andava di mentirgli. Con un sospiro non troppo scontento, in
realtà, si diresse allora verso il grande terrazzo che dava
sul
vasto giardino del castello cercando di non immaginare nessun
risvolto romantico per quella scena che non avrebbe stonato affatto
in un romanzo come quelli su cui lei ed Erza amavano sognare. Una
volta fuori, però, le fu molto difficile tenere a bada la
sua
fantasia...
La luna infatti splendeva
alta e bellissima in un cielo trapunto di stelle e tutte insieme
sembravano guardare amorevolmente, ammiccando di tanto in tanto, le
giovani coppie sicuramente radunatesi sotto le lori luci accarezzate
dal vento fresco per la stagione che faceva muovere le piante del
giardino reale spargendo ovunque il dolce profumo dei fiori.
La turchina fu scossa da un
brivido di emozione e si ritrovò a sorridere con aria
sognante
mentre avanzava lentamente, cogliendo a ogni passo un dolce
particolare in più, fino ad appoggiarsi al parapetto per
permettere
allo sguardo di spaziare fin dove riusciva.
Immersa nella contemplazione
di quella meraviglia, colse dietro di sé un'altra camminata
ben
diversa dalla sua che diede un'ulteriore spinta ai suoi sogni a occhi
aperti facendole aumentare i battiti cardiaci a un livello quasi
preoccupante.
“Perché
ha voluto
seguirmi fin qui?” si chiedeva intanto freneticamente con una
mano
appoggiata al petto per cercare di tenere a bada il suo cuore
impazzito, che sembrava invece deciso a schizzare fuori per
l'emozione. “E' mai possibile che voglia davvero rimanere
solo con
me per...” a questo punto trattenne il fiato con il viso
rossissimo
immaginando senza volerlo un romantico bacio al chiaro di luna.
“Stai
meglio, Gamberetto?”
le chiese a quel punto la voce leggermente preoccupata del Dragon
Slayer.
“Come?
Ah, sì... Certo,
tutto a posto. Niente di grave” rispose lei in fretta
resistendo
all'impulso di fuggire di corsa. Era ovviamente contenta di quel
risvolto inaspettato ma non era preparata a vedere realizzati i suoi
sogni così, di punto in bianco, e non sapeva come
comportarsi.
“Mhm...
Sai, Piccoletta?
Non credo proprio. Ti si potrebbe cuocere qualcosa sulle
guance”
insistette lui, ridacchiando senza volerlo per la sua battuta, mentre
le avvicinava una mano alla fronte per sentire se aveva la febbre.
Peccato che lei si arrabbiò per l'ultima frase fraintendendo
il
gesto...
“Ma
cosa dici? Non è
assolutamente vero e io sto benissimo!” replicò
risentita
stringendo i pugni e scostandosi da lui con gli occhi pieni di
lacrime e le guance ancora più rosse per l'imbarazzo e il
fastidio
appoggiandosi di nuovo al parapetto per guardare giù. Da non
crederci... Era mai possibile che quello stupido avesse sempre il
potere di rovinare tutto?
Nel frattempo il Dragon
Slayer la guardava stupito e leggermente ferito con la mano ancora
sollevata. Perché mai se l'era presa di nuovo? La battuta
forse
avrebbe fatto meglio a tenersela per un altro momento, d'accordo, ma
che motivo c'era di arrabbiarsi tanto? Evidentemente Lily si era
sbagliato e Levy non era affatto interessata a lui. Del resto, non
poteva biasimarla dopo ciò che le aveva fatto anni prima e
aver
accettato di ballare con lui per qualche minuto non significava
nulla. Era fin troppo chiaro che si era stancata di averlo intorno,
quindi era meglio lasciarla stare.
Con un impercettibile
sospiro, le lanciò un'ultima occhiata sentendo uno strano
peso sul
cuore, ma nonostante tutta la sua buona volontà, non
riuscì a
imporre alle sue gambe di mettersi in movimento. I suoi occhi non
volevano infatti lasciare il suo profilo minuto che proprio in quel
momento aveva alzato la testa permettendogli di scorgere il suo volto
illuminato dalla luce della luna mentre i riccioli azzurri si
muovevano allettanti al soffio del vento.
Trattenendo
inconsapevolmente il respiro, si ritrovò a fissare quei
capelli
sbarazzini sfuggiti chissà come all'elaborata acconciatura
cogliendo
di tanto in tanto qualche luccichio dovuto alle mollette
riscuotendosi solo quando lei, sentendosi osservata, si girò
appena
nella sua direzione con aria stupita e leggermente interrogativa.
Per un attimo si fissarono
con la fronte un po' aggrottata, entrambi immersi nei loro pensieri,
finché la turchina non si lasciò sfuggire un
dolce sorriso che lo
fece rilassare.
“C'è
qualcosa che non va,
Gajeel?” domandò poi con la massima
tranquillità possibile, sul
volto una strana espressione che non riuscì a decifrare,
costringendolo a imporre al proprio cervello di trovare alla svelta
una risposta sensata.
“No,
perché?” pronunciò
piano tornandole vicino, incoraggiato dal suo sorriso. Se le avesse
dato fastidio la sua presenza gliel'avrebbe fatto capire in qualche
modo, no?
“Mi
stavi guardando in
modo strano” gli rispose lei allo stesso modo scrollando
appena le
spalle per poi rivolgere di nuovo la sua attenzione al giardino sotto
di loro.
“Non
preoccuparti, stavo
solo pensando” borbottò senza guardarla, sperando
con tutto il
cuore che lei non insistesse.
“Capisco”
lo
tranquillizzò invece la giovane con un dolce sorriso
affrettandosi a
distogliere nuovamente lo sguardo quando il ragazzo alzò
appena gli
occhi incrociando i suoi.
Le sue guance ricominciarono
a scottare a quel punto e Levy, dopo aver dato un'occhiata al
grazioso ciondolo che le pendeva dal collo, prese un bel respiro e
rialzò la testa provando a concentrarsi sul panorama mentre
il
compagno riprendeva a guardarla con il fiato sospeso sorprendendosi
non poco quando si accorse di voler prendere quella ciocca sbarazzina
tra le dita per portarsela vicino al naso e aspirarne meglio il
profumo. Arrossì violentemente al pensiero e si
affrettò a cercare
qualcosa da dirle nella speranza di distrarsi da quei pensieri
decisamente inopportuni.
“Cerchi
qualcosa in
particolare, lassù?” le chiese con un
impercettibile sospiro di
sollievo quando si accorse che la turchina aveva ripreso a osservare
il manto oscuro sopra di loro.
“No,
niente. E' solo che
mi piace guardare le stelle quando ne ho la
possibilità” gli
rispose lei con un sorriso senza smettere di studiare la volta
celeste.
“Ci
sono troppe luci qui e
non si riesce a osservarle bene” ribattè il moro
riferendosi alle
molte fonti luminose che impedivano di gustarsi appieno il maestoso
spettacolo nonostante quello fosse in realtà uno dei punti
migliori
della città per osservarle al meglio.
“A
Fairy Hills è ancora
peggio, però. Lì di spazio ce n'è
molto meno” osservò l'azzurra
ingrandendo il sorriso.
“Forse
ti accontenti di
così poco perché non hai mai provato a osservarle
da fuori città”
ipotizzò lui dopo aver studiato quel vasto pezzo di cielo
con aria
critica per qualche secondo.
Levy lo guardò sorpresa ma
si riprese subito.
“Beh...
qualche volta l'ho
fatto, in realtà, ma in genere durante le missioni non mi
fermo
apposta in una foresta o in qualche luogo isolato” ammise con
un
leggero imbarazzo che non sfuggì al burbero Dragon Slayer,
che si
voltò a guardarla stupito. In effetti, avrebbe dovuto
aspettarsela
una risposta simile, dal momento che né lei né
quei due impiastri
dei suoi compagni di squadra erano molto forti in combattimento e che
le
foreste di notte potevano essere molto pericolose. Certo che se la
Scripter fosse venuta in missione con lui, qualche volta...
Arrossì di nuovo a quel
pensiero, ma non ebbe tempo di rimuginarci sopra perché la
voce
cristallina della sua nakama lo fece tornare alla realtà.
“Sembri
sapere bene com'è
il cielo notturno visto da luoghi isolati” stava infatti
osservando
Levy con un'ombra di divertimento nella voce. “Ammetto che
non ti
facevo interessato a questo genere di cose”
continuò subito dopo
senza riuscire a celare una leggera risatina e un sorriso contagioso.
“Infatti
è così” si
affrettò a chiarire lui, decisamente imbarazzato, ma un po'
troppo velocemente per
risultare credibile. “E' solo che io e Metallicana lo
facevamo
spesso quando ero piccolo. C'era un grosso spiazzo erboso vicino al
luogo in cui vivevamo nella foresta e a lui piaceva andarci dopo il
tramonto, prima di andare a dormire, insegnandomi i nomi delle
costellazioni e cose del genere” le spiegò poi con
un'ombra di
tristezza nella voce e nello sguardo, gli occhi fissi su quei punti
luminosi sopra di loro, mentre lei lo ascoltava seria e attenta. Non
sapeva perché le stava raccontando quelle cose, ma
stranamente gli
veniva naturale farlo, anche se ricordare quel periodo della sua vita
gli faceva male, in un certo senso. Lui poteva infatti fingere quanto
voleva che non gli importasse di essere stato abbandonato, ma in
realtà conosceva bene il sapore della nostalgia e quello
delle
lacrime, che allora erano scese in quantità mentre lo
cercava ovunque,
fermandosi solo la sera sotto un manto scuro improvvisamente lontano
e quasi minaccioso nonostante ormai lo conoscesse meglio della
maggior parte dei ragazzini della sua età. E forse il dolore
per
l'accaduto non gli era mai passato, visto che ancora adesso, a
distanza di anni, quel maestoso spettacolo gli procurava emozioni a
dir poco contrastanti, tra cui spiccava stranamente, qualche volta, la
segreta speranza di ritrovare un giorno il drago per chiedergli di
persona come gli fosse venuto in mente di piantarlo in asso
così.
Improvvisamente avvertì
qualcosa sul braccio che lo fece sussultare, e abbassando gli occhi,
vide Levy attaccata a lui con la testa appoggiata sul suo petto.
“Tuo
padre doveva essere
un bravo genitore, sai? Un po' mi dispiace non averlo potuto
conoscere... Anche se di sicuro sarà stato difficile
rinunciare a
lui in quel modo, sono certa però che avrà avuto
le sue ragioni per
lasciarti solo e che un giorno lo ritroverai. Magari anche prima di
quanto tu creda...” disse piano, sentendo le lacrime pungerle
fastidiosamente gli occhi mentre un nodo di commozione le serrava la
gola impedendole quasi di parlare, ma per fortuna riuscì a
mantenere
ferma la voce. Chi l'avrebbe mai detto il terribile Gajeel Redfox
nascondesse in realtà anche un animo sensibile che ancora
soffriva
per l'abbandono del suo drago? Aveva fatto fatica a credere ai suoi
occhi quando l'aveva visto così triste, ma forse in fondo
l'aveva
sempre saputo che lui era diverso da ciò che voleva far
credere ed
era felice di aver dato retta al suo istinto provando quindi a
conoscerlo meglio senza badare alle apparenze quando era entrato
nella gilda.
Il moro deglutì
silenziosamente a quella frase avvertendo l'impulso di staccarsi
bruscamente da lei e correre via ma le parole della turchina, per
quanto dolorose in un certo senso, gli avevano anche scaldato il
cuore, e il suo corpicino premuto contro il suo lo faceva sentire bene
per la prima volta dopo anni. Senza neanche accorgersene, la
circondò
con l'altro braccio ripromettendosi una volta di più di fare
tutto
quanto era in suo potere per proteggerla.
Ora fu il turno di Levy di
sussultare appena, arrossendo di nuovo e stringendo ulteriormente la
presa mentre alzava lo sguardo per vedere il suo viso.
“Grazie,
Gamberetto, ma
non credo accadrà mai. E' passato troppo tempo e forse
è meglio che
se ne stia dov'è, a questo punto” disse piano il
ragazzo.
“Non
ne sono così sicura
ma non importa. In fondo non è affar mio, e comunque
deciderà lui se
tornare oppure no” rispose lei dopo qualche secondo di
silenzio
abbassando di nuovo lo sguardo imbarazzata. Era più che
certa che
l'orgoglioso nakama la pensasse in realtà in maniera ben
diversa, visto che le aveva appena dimostrato con
quella confidenza quanto
sentisse
la mancanza del drago che lo aveva cresciuto per un po', ma ormai lo
conosceva abbastanza da sapere che era inutile insistere. Era molto
meglio godersi invece quel momento di tenerezza del tutto inaspettato
sperando non fosse l'unico che le sarebbe stato concesso visto che
tra le sue braccia forti si stava anche meglio del previsto...
I due non seppero mai quanto
tempo rimasero in quella posizione inseguendo ricordi e pensieri
mentre si beavano della vicinanza l'uno dell'altra nel luogo
più
intimo e romantico di tutto il castello, ma Levy era già sul
punto
di addormentarsi quando un lieve movimento del moro, accortosi
evidentemente della sua espressione rilassata e degli occhi chiusi,
non la riportò alla realtà facendoglieli sbattere
confusamente più
volte come se fosse una bambina. Fortunatamente, l'azzurra si
ricordò
dov'era e con chi prima di uscirsene con qualche frase stupida e
ridicola come le era già successo purtroppo quando qualcuno
la
riscuoteva di colpo, più o meno dolcemente, da uno stato
così
simile al sonno e questo bastò a farle ritrovare di colpo la
lucidità portandola a staccarsi subito per guardarlo
nonostante
l'imbarazzo. Come le era venuto in mente di accoccolarglisi contro in
quel modo dopo aver detto cose del genere? Avrebbe voluto fuggire
chissà dove per la vergogna ma il braccio del moro ancora
intorno
alla sua vita le impedì di allontanarsi del tutto facendo
sì che i
loro corpi rimanessero comunque sufficientemente in contatto da
sentire ancora il piacevole calore che emanavano facendole correre un
brivido lungo la schiena. E adesso? Si aspettava che Gajeel la
prendesse in giro per la figuraccia che aveva fatto
addormentandoglisi quasi addosso ma lui era troppo impegnato a
fissare il suo viso e i riflessi colorati delle mollette tra i
capelli alla luce naturale della luna e a quelle artificiali che
venivano del salone gremito di gente. Per non parlare poi delle sue
labbra più rosse del normale che erano rimaste socchiuse
invitandolo
ad assaggiarle...
Si guardarono per un po' con
il fiato sospeso finché una musica dolce non
arrivò alle loro
orecchie e Levy lanciò una veloce occhiata verso l'interno
con
un'espressione dubbiosa.
“Vuoi
rientrare,
Gamberetto?” le chiese Gajeel con un'ombra di dispiacere
nella
voce. Sapeva che il momento appena condiviso aveva certamente un
significato in cui ancora non osava sperare ma aveva paura che
tornando dagli altri l'incantesimo si sarebbe rotto portandoli di
nuovo l'uno lontano dall'altra e lui non voleva che ciò
accadesse.
“No”
sussurrò lei dopo
qualche secondo. “Si sta bene qui fuori” aggiunse
un istante più
tardi con lo sguardo rivolto verso il giardino, ma il compagno vide
fin troppo bene il malcelato desiderio di tornare a ballare e
improvvisamente ebbe un'idea.
“Mi
concederesti questo
ballo?” le chiese con un sorriso porgendole la mano mentre si
chiedeva da dove fosse spuntata una frase del genere.
La turchina lo guardò
sorpresa per un attimo prima di accettare con una risatina.
“Con
molto piacere”
rispose afferrandola con grazia e accennando un inchino prima di
mettersi nella posizione giusta per ballare, di nuovo tra quelle
braccia forti che mai avrebbe pensato di sentire così
delicate
intorno a sé, lasciandosi andare a quella musica dolce e
travolgente
che sapeva d'amore.
I due volteggiarono per un
po' nella loro sala da ballo personale continuando a sorridere come
se non avessero mai visto nulla di più bello di chi avevano
di
fronte, e quando essa finì, rimasero stretti l'uno all'altro
tenendosi per mano.
“Grazie,
Gajeel”
sussurrò Levy commossa con le lacrime agli occhi mentre
delle stelle
in miniatura le brillavano tra i capelli azzurri tutti scompigliati
dal vento, ma ora non furono quelle chiome ribelli in movimento ad
attirare l'attenzione del Dragon Slayer, bensì le sue labbra
rosse
che si muovevano seducenti.
“E'
tutta la sera che
aspetto di farlo” disse piano Gajeel pochi istanti dopo,
senza neanche rendersene conto,
abbassandosi verso il suo viso mentre lei, sorpresa, spalancava gli
occhi per un attimo per poi chiuderli subito non appena
sentì la
bocca del compagno sulla sua in un bacio dolce e delicato al chiaro
di luna che segnò l'inizio di una storia d'amore che solo
poche ore
prima sembrava destinata a rimanere un sogno irrealizzabile.
“Se
l'avessi saputo prima
che bastava così poco per convincerti a lasciarti
andare...” pensò
la turchina, ringraziando mentalmente Lucy e Mira prima di spegnere il
cervello e godersi quella marea di sensazioni nuove e travolgenti che
non sperava di poter mai provare con l'unico ragazzo che avesse mai
amato veramente sotto lo sguardo benevolo del cielo notturno.
Angolo
autrice:
Ciao
a tutti! Dopo secoli, ecco che aggiorno di nuovo anche questa
raccolta! Ormai non ci speravate più, vero? Purtroppo o per
fortuna,
però, ho deciso di riprenderla in mano! u.u
Mi
rendo conto di non aver centrato bene il prompt, forse, e che Gajeel
mi è venuto decisamente troppo OOC (del resto,
però,
rispettando il
suo caratteraccio, altro che ballare con Levy su un terrazzo e
parlare in quel modo sotto le stelle, giusto?!), ma non avevo idee, e
alla fine questo è il meglio che sono riuscita a fare. Spero
almeno
di avervi fatto divertire con questa mia (folle) modifica della
storia originale che, come avrete capito, si svolge a qualche tempo
di distanza dalla battaglia contro i draghi quando le gilde coinvolte
sono ormai già tornate alle loro sedi. Se ne avete voglia,
fatemi sapere
cosa ne pensate, ma sappiate che non rispondo di qualsiasi danno
causato da eccessiva presenza di fluff e/o disgusto! XD
Scherzi
a parte, ringrazio comunque di cuore tutti coloro che dedicano un po'
di tempo ai miei deliri, in particolare chi recensisce spronandomi a
continuare e (spero) a migliorare sempre di più, ma anche
chi ha
messo la raccolta tra le seguite/preferite/ricordate e chi ha letto
semplicemente. Grazie mille a tutti! *^* <3
Purtroppo,
dal momento che in questi giorni sto lavorando anche a un altro
progetto in un'altra sezione del sito e che ho poco tempo per me, non
so ancora quando aggiornerò, ma mi auguro di riuscirci al
più
presto.
Per
essere sempre informati sui miei folli progetti, vi invito a entrare,
se ne avete voglia, nel mio piccolo gruppo facebook su Fairy Tail e
non solo dove potrete conoscere anche altri appassionati dell'opera
di Hiro Mashima. Siamo in pochi, per ora, ma saremo comunque
felicissimi di accogliervi tra noi a questo indirizzo:
https://www.facebook.com/groups/1510227842609212/.
Vi aspettiamo numerosi!
Mi
sembra di non avere altro da dire, quindi vi do appuntamento al
più presto con la
prossima shot.
Buonanotte e sogni
d'oro, e buona giornata per domani!
Alla
prossima,
Ellygattina
P.S:
Spero di essermi spiegata bene, ma per il vestito di Levy mi sono
ispirata all'abito giallo di Belle ne “La Bella e la
Bestia”
limitandomi ad aggiungere delle piccole rose bianche sulla gonna e
sul petto nel punto in cui si incontrano le spalline. Vi assicuro che
mi sarebbe piaciuto disegnarvelo, ma date le mie scarsissime doti
artistiche, vi ho risparmiato la pena. Alla prossima, se deciderete di
seguirmi ancora! ;)