Videogiochi > Dragon Age
Segui la storia  |       
Autore: Lady I H V E Byron    16/02/2017    2 recensioni
Scena della montagna tratta dallo spettacolo "I Corti di Aldo Giovanni e Giacomo", stile Dragon Age Origins.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alistair Therin, Merrill, Oghren, Sten, Zevran Arainai
Note: Missing Moments, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Aldo, Giovanni e Giacomo VS Dragon Age'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

--------------------------------------------

 
Quasi imbarazzato, Zevran scese dalla conca.
-Beh, io… lo sapevo che c’era il sentiero…-
Oghren lo guardò minatorio.
-LO SAPEVI?!- tuonò –MA CHE CORAGGIO HAI DI DIRLO ADESSO?! PERCHE’ NON ABBIAMO PRESO IL SENTIERO?!-
-Ma per farvi fare un’esperienza nuova…-
-E NON TI SEI PRESO NEMMENO LA BRIGA DI CHIEDERE IL NOSTRO PARERE?!-
-Senti, quanto è fatto è fatto. Non possiamo tornare indietro. Soddisfatto?-
-Per niente! Sono stanco!-
Sten sbuffò, senza dire altro, mentre Alistair non faceva altro che osservare il nano, ridacchiando.
-Ehi, Zev, ma quanto si è cagato sotto il nostro “cielofobo”?-
-Davvero spiritoso…- fu la risposta, maleducata –Volevo vedere te lì, cretino…-
-Beh, io ho scelto la via facile… Non è mica facile scalare le Montagne Gelide, specie con tutta questa neve. Dovremo accendere un bel fuoco, tanto per cominciare, e montare le tende, o si morirà di freddo, stanotte.-
-Giusta osservazione…- commentò Zevran –Sten, tu vai a raccogliere della legna per il fuoco. Alistair, visto che sei il più riposato di tutti noi, monterai le tende.-
Il Custode Grigio alzò le sopracciglia.
-Perché devo montare io le tende?-
-Perché Sten sta andando a prendere la legna.-
Seguì un ringhio, ma non da parte di Sten.
-Va bene, ho capito.- sbuffò Alistair -Poso lo zaino e mi metto all’opera… voi rilassatevi pure, stronzoni…-
Non era mai stato pratico di cose simili. Per lui era più facile combattere da solo contro un intero esercito di Prole Oscura, che montare una tenda per la notte.
-Piuttosto…- proseguì l’elfo –Come siamo messi a provviste?-
-Io ho portato da bere!- rispose il nano.
-E per quanto riguarda il mangiare?-
Nessuna risposta.
Un breve momento di imbarazzo regnò in quello spiazzo solitario.
-Non ci pensava Alistair al cibo?-
Sentendosi di nuovo chiamato, il giovane si voltò.
-Io? Oghren, avevi detto che avresti pensato tu alle provviste!- ribatté.
-Io ho detto che avrei pensato alle bevande!-
-Alistair, ma sbaglio o il tuo zaino è vuoto?- osservò Zevran, con aria sospetta.
Infatti, lo zaino sfilato dal citato si era praticamente piegato su se stesso.
-Tu mi hai detto “Porta lo zaino.”…-
Sten batté nuovamente le mani sui fianchi.
-Mi sembra di essere circondato da deficienti!- si lamentò, prima di dirigersi verso un luogo dove avrebbe preso della legna per il fuoco –Io l’ho anche detto agli Amell, come fanno a vivere con dei deficienti come voi! Oghren e Alistair, insieme, non fanno nemmeno un cervello! Anzi, mettiamoci anche te, Zevran, così siamo a posto! Io… io non ho parole…-
-Ma perché in ogni cosa che faccio, risulto sempre un idiota…?- rifletté il Custode Grigio, mentre prendeva un lenzuolo bianco dallo zaino di Sten, in cui vi erano le parti che componevano le quattro tende in cui avrebbero dormito.
Zevran richiamò tutto all’ordine, mentre riavvolgeva la corda.
-Pazienza. Mangeremo bacche, muschi, licheni, o uccidiamo un animale e ce lo cuociamo al fuoco, come facciamo di solito.-
-Sì, certo… un beneficio per il mio mal di pancia!- aggiunse Oghren, incrociando le braccia –E me lo dice sempre Wynne, che se ne intende di queste cose. E’ una bravissima curatrice, quella buona donna…-
-Curatrice?- derise Zevran -Ma se tra un po’ ti ci vogliono quindici anni per curare un raffreddore, con tutte le malattie che dici di esserti preso da quando sei uscito dalla città sotterranea…-
-Già, e come se non bastasse, ho anche problemi nella digestione, come faccio?-
-Allora facciamo anche trenta!-
Sten era già tornato con dei rami secchi sulle mani e Zevran contribuì nell’accendere il fuoco, strofinando uno dei suoi pugnali su un sasso, creando delle scintille.
Alistair era ancora alle prese con la prima tenda. Cercava di distendere il lenzuolo, ma per qualche strano motivo, come il suo zaino, appena toccato terra si piegava su se stesso.
Oghren, ormai ripreso dal nervosismo di poco prima, era rimasto ad ammirare il paesaggio che si stagliava su Haven: i raggi del sole del tramonto stavano accarezzando la neve che si posava sopra i tetti del villaggio. E non solo: anche gli alberi, i sentieri… Uno spettacolo che non potevi credere che sarebbe stato distrutto dai Prole Oscura.
-Però, Zevran…- mormorò, facendo avvicinare l’elfo –Devo dire che, nonostante tutto, hai scelto un bel posto, in montagna.-
-Come li scelgo io i posti di montagna, non c’è nessuno al mondo.- si vantò l’altro –Il vantaggio di essere stato un Corvo, è quello di aver viaggiato e scoperto posti nuovi, a volte belli. Dovrei essere chiamato il Re della Montagna! A proposito… ho qualcosa che ti solleverà ulteriormente il morale…-
Senza pensarci due volte, tirò fuori due sigari. Il nano si illuminò.
-No! Li hai ripresi! E’ erba buona?-
-Non saprei, perché non lo scopriamo?-
Accesero i propri sigari con il fuoco del falò e aspirarono. Uscì del fumo dalle loro bocche, seguito da una lieve tosse del nano.
-Per la Pietra! E’ forte da spaccarti la gola questa roba qua!-
Sten annusò il loro fumo.
-Ma cosa fate, voi due, FUMATE?!- esclamò, scattando in piedi –Ci siamo arrampicati per mille metri e voi due fumate?!-
In sua difesa, Zevran mostrò il suo sigaro.
-C’è! Ma vuoi mettere come si sente un sigaro del Rivaini a mille metri di altezza, al freddo e al gelo?-
La risposta non si fece attendere: il qunari, dopo aver inarcato per mezzo secondo gli angoli della bocca verso il basso, strappò i sigari dalle mani dei compagni e li calpestò sotto i suoi piedi.
-Guarda come si sentono, guarda. Guarda.- intimò, indicando in basso.
Anche Oghren diede un’occhiata.
-Io direi non troppo bene.- commentò, indifferente. In realtà, era stufo di urlare. O meglio, era stanco.
L’elfo, invece, assunse uno sguardo dispiaciuto.
-Dieci sovrane calpestate così…-
Alistair stava quasi perdendo la pazienza con il lenzuolo. Per renderlo perfettamente aderente al suolo, dovette ricorrere ad una soluzione quasi estrema, nonché bizzarra: fermò due angoli con i piedi e gli altri due li strinse nelle mani.
“Speriamo che il terreno non sia così duro come sembra…” pensò, prima di fare un lungo respiro di concentrazione –Ultimo tentativo… Hop!-
Si sbilanciò in avanti, cadendo prono. Il lenzuolo era finalmente disteso come voleva, ma aveva rischiato di rompersi qualche osso o compromettere la zona importante.
Zevran e Oghren ridacchiarono, appena scoprirono cosa aveva causato quell’improvviso tonfo.
-Guarda che non è una bambola di pezza a grandezza uomo…!- osservò Sten, disgustato da quanto aveva appena visto.
Il Custode Grigio si rialzò, a fatica.
-Me ne sono accorto… Che male…-
-Sentite, io vado ad aiutarlo, altrimenti si passa veramente la notte al freddo…- si offrì il qunari, avvicinandosi a quest’ultimo.
Privati dei loro sigari, il nano e l’elfo dovevano trovare altro con cui passare il tempo.
-Ehi, Oghren… visto che non ti piace guardare il cielo… vieni a vedere lo strapiombo…-
Si avvicinarono cauti sul ciglio del burrone: era veramente ripido, oltre ad essere alto.
-Per la Pietra, abbiamo visto altezze più ripide nelle Vie Profonde, ma mi vengono ugualmente i brividi…-
-Saranno mille metri.-
-Lo hai detto…-
Nella mente di Zevran passò come un lampo: uno scherzo da fare al compagno.
Sorrise in modo furbo, prima di dare una lieve spinta alla “vittima”.
-OCCHIO!-
-MA DAI!-
Per fortuna, il nano fu abbastanza veloce da risalire, o sarebbe caduto, spiaccicato sulla neve delle Montagne Gelide.
-MA SEI STRONZO O COSA?!-
L’elfo non faceva altro che ridere alla sua reazione.
Alistair volle dire la sua, mentre Sten lo aiutava con la sistemazione della base della prima tenda.
-Fuma, fuma!- disse, alzando la testa –Hai visto che fa male?-
-Ma cosa c’entra il fumo?! Lo sapete tutti che sto soffrendo di attacchi al cuore!-
-Ma non mi dire…- aggiunse Zevran, sorpreso.
-Già, mio caro. Mi basta poco per spaventarmi, qua in superficie, allora sei scemo!-
-Non lo sapevo…-
-Sì, dici così, ma per un assassino, scherzi del genere non fanno né caldo né freddo…-
Non aveva torto: l’ex-Corvo aveva ammazzato molta gente in modi simili, prima di prender parte al Flagello.
Per forza non gli faceva né caldo né freddo.
Nel frattempo, il Custode Grigio stava preparando la base per la seconda tenda, ma tutta la legna che serviva gli sfuggiva di mano e nel tentativo di raccoglierla, ne cadeva altra.
-Cosa stai facendo? Stai preparando la casella del Tria?- lo umiliò Sten, appena finito di sistemare la prima tenda.
L’altro fece uno sguardo come se stesse dicendo “Boh?”
-Che spettacolo, raga…!- continuò Zevran, ammirando nuovamente il paesaggio. Ma qualcosa catturò la sua attenzione –Oghren! Una marmotta!-
-No! Una marmotta?! Non ne ho mai vista una! Dov’è?!-
-Laggiù! Vedi!-
-Alistair, vieni a vedere!-
Era da quando aveva sentito “marmotta” che Alistair aveva abbandonato il suo lavoro, per avvicinarsi ai due compagni e cercare di vedere quello che avevano avvistato, lasciando Sten a montare la tenda.
-E’ una sentinella quella!-
-Là! Sul masso grosso! Guarda come si alza!-
-Guarda che bella, Alistair!-
-E sta scendendo di lì!-
-Accidenti, è andata in tana…-
Alistair non aveva visto niente. Era rimasto con lo sguardo un po’ spaesato.
-No… fum! Andata via come quel pesce… come si chiama…? Anguilla! Accidenti!- imprecò il nano.
-No, è una marmotta, quindi è andata via come una marmotta…- corresse l’elfo.
-Alistair… dovevi vedere che belle cornina muschiate che aveva… quattro qui e quattro qui, bellissime, davvero…-
-Ma che cazzo di animale hai visto?! Come fa la marmotta ad avere quattro cornina muschiate, dai?!-
-Era… un po’ lontana, ho visto male…-
-Passi, ma il pelo liscio…-
Il giovane si batté le mani, contraendo le labbra.
-Per il Creatore, me la sono persa…!- disse, tornando al lavoro.
-Per la Pietra… non sapevo che qui in superficie ci fossero tali…-
-No…! Ma quello…!- tagliò nuovamente corto Zevran, puntando il dito su un’altra zona del paesaggio –Lo stambecco!-
-Nooo! Lo stambecco!-
-Che bello!-
-Alistair, guarda, là sul crinale!-
Il giovane tornò di nuovo dai compagni. Cercò di seguire i loro indici per vedere l’animale.
-Ed è anche maschio!-
-Lì, guarda lì!-
-E’ andato! E’ andato!-
-No!!! Accidenti!-
Niente. Alistair non aveva ancora visto niente.
Quella situazione si stava facendo sempre più fastidiosa.
Zevran e Oghren si stavano godendo le bellezze della natura e lui no.
-Alistair, che spettacolo!- esclamò il secondo, ancora euforico –Saltava come un grillo e, ad un certo punto, fum! Via come un’anguilla!-
-Anche lui…- aggiunse il primo, sottovoce.
-Dovevi vedere che belle corna muschiate che aveva! Partivano qui dalla testa e scendevano in giù fino fuori.-
-MA CHE CAZZO DI ANIMALI VEDI?! Come fa lo stambecco ad avere le corna rivolte verso il basso, dai?! Avrai visto un pettine…-
-Ehh…- si giustificò l’altro –Quest’aria fredda della montagna mi da fastidio agli occhi. Non riesco a vedere bene.-
-No, sei talmente ubriaco che vedi le immagini distorte!-
Il Custode Grigio era molto frustrato.
-Sì, ma…!- esclamò –Voglio dire… N-non è ch-ch-che… mh! C’è, qu-qu-quando v-v-v…- seguirono dei versi, che dovevano essere parole. Non era bravo a parlare, quando era sotto stress.
-Alistair…- lo zittì Sten –Ti conviene smettere, prima che ti si annodi la lingua! Aiutami a tenere fermo questo palo, piuttosto…-
Era la cosa migliore da fare e lo sapeva anche lui.
-Magnifico…- commentò il nano, sorridendo per la prima volta in tutta la giornata –Non avevo mai visto questi animali…-
-Non è poss…!- Zevran indicò qualcos’altro –Il muflone!-
-NO!!! IL MUFLONE!!!-
Almeno un animale, Alistair doveva vederlo.
Scattò verso i compagni con un balzo alto circa mezzo metro, atterrando sulle loro braccia. Cercò nuovamente di seguire i loro indici, più dell’elfo che del nano.
-Sono due, Alistair!-
-Guardali, Alistair! Lì, guarda, lì!-
-Sono maschio e femmina!-
-Lì! Lì!-
-Andati, andati…!-
-No…!!! Per la Pietra…-
Ancora niente. Il Custode Grigio si era messo persino in punta di piedi pur di vedere.
-Alistair, che spettacolo! Ad un certo punto… fum! Via come due anguille! Dovevi vedere che orecchie enormi che avevano…-
Il qunari si mise una mano sul volto, e l’elfo osservò Oghren confuso.
-Cioè, abbiamo visto l’unico animale con le corna grosse e tu gli vedi le orecchie?!- volle chiarire -Ma chiedi a Wynne di curarti gli occhi o a Morrigan di cambiarteli!-
Alistair protestò di nuovo.
-SI’, MA…! ANCHE VOI! C’E’, IO CHE NO… UNO INDICA DI LA’ E L’ALTRO…! M-MA…!- uscirono altri versi dalla sua bocca.
Decise, a quel punto di tornare a montare l’ultima tenda.

-------------------------------------


(Stacco pubblicitario)


Aveline (con in braccio suo figlio neonato): Allora, posso offrirvi qualcosa per festeggiare?
Merrill: Oh, sì, grazie! *rivolta al neonato* Oh, ma che visetto carino che hai, Wesley!
Varric: Ma perché? Intero non ti piace?
   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Dragon Age / Vai alla pagina dell'autore: Lady I H V E Byron