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Autore: Lullaby1992    17/02/2017    1 recensioni
Bene... nel Nothing#2 i nostri personaggi si sono sistemati e tutto era finito per il meglio... ma è proprio così? è davvero tutto finito? tutti i guai?
Ovviamente no, perchè è proprio nel momento in cui ci si sente più al sicuro che succedono le cose peggiori...
Genere: Commedia, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Itachi, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Obito Uchiha, Un po' tutti | Coppie: Asuma/Kurenai, Minato/Kushina, Obito/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Prima dell'inizio, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Nothing#2'
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Il mattino dopo, si ritrovarono di nuovo a cavallo.

Raimaru e Hina però, questa volta rimasero insieme, seguendo la folla di nobili, parlando affabilmente con tutti, però chiacchierando anche tra di loro.

Ora che il lavoro era svolto, potevano rilassarsi.

“Tu non partecipi alla caccia?” gli chiese Hina, dopo un po'.

“Dovrei?”

“Da quel che mi hai raccontato del tuo tempo con i lupi, ti hanno fatto cacciare spesso...”

“Mhpf. Non credo che ci sia molta soddisfazione a cacciare qui... la varietà di prede che c'è a Gekko è molto più ampia... e molto più difficile da catturare dei polli che ci sono qui.

Inoltre Zan'nin non approva che si uccida ciò che poi non si mangia.

Gli animali che ci sono qui, sono stati evidentemente allevati da uomini, e poi rilasciati per fare da bersagli a questi... signori. Si avvicinano troppo fiduciosamente”

Hina lo guardò un momento. Si, in effetti era cambiato parecchio... anche se questo non le faceva sentire meno farfalle nello stomaco a guardarlo.

“Insomma, lo troveresti poco stimolante, cacciare qui?” parafrasò.

Non era che l'argomento fosse poi così interessante... ma era per il semplice desiderio di... parlare con lui. Sentire la sua voce.

“La competizione non è un granché... insomma, qualsiasi Genin appena uscito dall'accademia saprebbe fare di meglio...” disse accennando con il mento verso alcuni nobili che ridevano, schiamazzando e facevano correre i cavalli appresso un pennuto. Una pernice, forse.

“Non posso darti torto...”

Il ragazzo estrasse un senbon dallo stivale per terminare le sofferenze di quella povera creatura, nel momento in cui venne sgraziatamente trafitta all'ala da una maldestra freccia.

E con un solo lancio preciso, la uccise.

“Allora... stasera c'è il Galà...” disse Hina, cambiando argomento.

“Non me lo ricordare...” mugugnò Raimaru.

Lei rise di cuore, cosa che questa volta fece girare il ragazzo a guardarla.

Le piaceva il suo sorriso, come gli piaceva la sua risata. Terminava sempre in una sorta di gorgheggio che gli sembravano un'armoniosa scala di note.

“Dai, non è poi così terribile...”

“Piuttosto, sei tu ad avermi sorpreso... e da quando hai imparato a ballare?”

Lei arrossì in modo delizioso, prendendo una graziosa sfumatura cremisi sulle guance.

“In verità... mi è sempre piaciuto. Qualche anno fa, io e Ryuko ci infiltravamo la sera nella scuola di danza per osservare...”

“Anche Ryuko?”

“Uhm-Uhm” disse lei a mo' di affermazione.

“Non lo sapevo...”

“Ehm... ecco, non l'abbiamo mai detto a nessuno. Siamo entrambe provenienti da una famiglia di ninja. Lòng sa danzare giusto perché faceva parte del 'pacchetto' che una nobile Hyuga deve saper fare... mia mamma neppure quello.

Insomma, la gente sembra che ti guardi... storto, quando esprimi un apprezzamento su queste cose. Come se solo perché siamo ninja non dovremmo saper far altro che rompere le cose...”

“Cosa che sia tu che mamma sapete fare benissimo...” la punzecchiò il ragazzo.

Lei gli fece una smorfietta, come per mettere un finto broncio, che fece sorridere il ragazzo.

Dei cani, usati di solito per battere il terreno e far levare in volo i volatili tra i cespugli, si insospettirono nel sentire un odore diverso dal solito.

Ginirokami, si era messo a sua volta a girovagare in cerca di qualcosa di interessante, visto che Hina e Raimaru si erano messi a parlare.

I due erano inequivocabilmente innamorati. Quando chiacchieravano tra di loro, il resto del mondo sembrava perdere sostanza e importanza per loro.

Era una cosa che Ginirokami capiva e non lo infastidiva. Raimaru era suo amico, ma questo non significava di certo che dovesse sempre stargli tra i piedi.

Anche se... quando era con lui provava sempre una sensazione strana. Che ancora non si spiegava. Una sorta di... devozione.

Ancora non capiva, ma stava prendendo una seria decisione di indagare nella questione.

Si stava di nuovo avvicinando ai due.

I cani però iniziarono a puntare lui. Forse attratti dal suo odore... diverso, ma non umano.

Si misero ad arrivare in massa intorno a lui, abbaiando come forsennati.

Il cavallo di Hina e un paio di nobili lì vicino però, presero ad imbizzarrirsi, spaventati dal fracasso dei cani, stranamente aggressivi.

Raimaru, reagì d'istinto. Senza pensare.

Mostrò i denti, ed emise un cupo brontolio di gola, molto simile a un ringhio, e proiettò verso i cani un'ondata di potere dello Yokai.

I cani, come tutti gli animali, sono istintivi. Le loro percezioni sono diverse da quelle degli umani. Loro videro solo un altro animale ringhiare contro di loro e il potere che li attraversò, un chakra che, essendo in parte anche misto all'energia naturale era ben chiara agli animali.

Si sentirono attraversare dallo sguardo bianco di quella strana creatura, e per loro fu ovvio di trovarsi di fronte ad un predatore più potente di tutti loro.

Si buttarono in terra a pancia all'aria guaendo, in segno di resa.

“Co-cosa hai fatto?” chiese Hina, allibita, riportando il cavallo alla tranquillità, mentre il capo-canile veniva a recuperare i cani, chiedendo scusa in continuazione per il loro strano comportamento, assicurando che non avevano mai fatto così prima d'ora.

“Non... non lo so. Ogni tanto le mie reazioni mi stupiscono tutt'ora...” mormorò Raimaru in risposta. Era davvero allibito anche lui.

“Credo che tu abbia usato quella che gli umani chiamano 'l'aura del cacciatore'. Me ne hanno parlato gli anziani...” intervenne Ginirokami.

“Davvero?” fece Raimaru.

“Cosa sarebbe?” domandò Hina incuriosita.

“Zan'nin me ne aveva accennato qualcosa... dal momento che non sono più interamente... ecco umano... alle volte posso diciamo... palesare maggiormente la mia natura diversa.

Gli animali sono più sensibili per certe cose”

“Ai loro occhi l'ondata di potere che Raimaru ha emesso senza volerlo è stato come... per un serpente scoprire che il topo che ha davanti, in realtà non è un topo ma una mangusta. Hanno capito di trovarsi di fronte a un predatore più forte di loro e si sono arresi”

“Ho reagito senza pensare... scusa”

“Mica è successo niente!” gli disse Hina con un sorriso. In verità lei era un po' affascinata da queste novità.

Invece Raimaru era turbato. Alle volte gli istinti che provenivano dalla sua 'parte nuova' erano così impulsivi che non ci pensava proprio, prima di agire. E aveva sempre paura che un giorno o l'altro, avrebbe finito con il fare una cazzata a causa di questa... impulsività.


Passarono il pomeriggio sui giochi da tavolo, Raimaru ancora un po' impensierito dagli eventi dalla mattinata, non si impegnò veramente, ma comunque, riuscì a tenere sul lastrico con la sua intelligenza buona parte dei nobili che lo sfidarono.

Quando finalmente arrivò sera, i sarti lo agghindarono con un abito sobrio e scuro.

Si sentiva irritato da quegli abiti così... rigidi. Privi di flessibilità che lo ingessavano nei movimenti.

Però ogni sua irritazione, si spense come una candela buttata in acqua non appena vide Hina.

La ragazza indossava un bellissimo abito blu scuro, con un leggero scollo, che le lasciava visibile il morbido incavo del collo.

Le maniche a tre quarti terminavano in un lungo pendente a 'v'.

I capelli erano raccolti in una crocchia che in qualche modo esaltavano i lineamenti raffinati della ragazza e il grazioso collo. Una sorta di catenella d'argento con delle stelline era stata poggiata sul capo fermata nei capelli, partendo dalla crocchia e rimaneva adagiata appena sopra la fronte, facendola sembrare una sorta di coroncina.

Il vestito era aderente nei fianchi, risaltandone la curva, sottolineando la vita flessuosa, e nel contempo la pienezza del seno senza però essere troppo malizioso.

Mentre poi terminava in un'ampia e bella gonna.

Si adeguava davvero a lei, raffinato ma non troppo elaborato. Grazioso ma senza eccessi. Ne esaltava la bellezza senza però essere volgare o lasciarne troppa pelle nuda.

Raimaru dovette ammettere di dover impiegare un lungo momento prima di ripristinare la connessione dei neuroni tra di loro, e ridare corrente al sistema nervoso che era andato un momento in blackout.

Hina fece una risatina nervosa. “Sembro una cretina?” domandò al ragazzo.

Non era da lei vestirsi così. Non si sentiva nemmeno sé stessa, conciata in quel modo.

Raimaru invece stava valutando il fatto che anche lei era cambiata molto in quell'anno in cui si era assentato. Era meno ragazza, più invece una giovane donna.

“Sembri una principessa” le rispose invece lui, a corto di altre parole.

“Quindi, mi farai l'onore di ballare con me? Anche se non ti piace?” le domandò lei. Ora l'utilità del ballare era venuta meno, essendo finita la missione.

“Scherzi? Mi toccherà farlo tutta la sera per evitare che un sacco di uomini troppo vecchi per la tua età ti sbavino addosso... anche se...”

Il ragazzo esitò un secondo, mentre porgeva galantemente il braccio alla ragazza, che s'affrettò a raggiungerlo.

“...non credo che la cosa mi dispiacerà troppo... visto che ci sei tu...”

La ragazza non riuscì più a trattenersi e lo baciò, lì dove si trovavano, lungo la tromba delle scale.

“Grazie Raimaru...”

“E di cosa?”

“Tu mi rendi felice” e mi fai sentire in pace con me stessa come poche altre volte in vita mia sono mai riuscita a essere... vuoi per via della volpe, vuoi per tante altre cose... pensò Hina senza dirlo ad alta voce.

Il ragazzo le baciò la fronte, prima di continuare la camminata verso la sala da ballo le disse  “Vederti sorridere è lo spettacolo più bello del mondo”

  
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