Il mattino dopo, si ritrovarono di nuovo a
cavallo.
Raimaru e Hina però, questa volta rimasero
insieme, seguendo la folla di nobili, parlando affabilmente con tutti, però chiacchierando
anche tra di loro.
Ora che il lavoro era svolto, potevano rilassarsi.
“Tu non partecipi alla caccia?” gli chiese Hina,
dopo un po'.
“Dovrei?”
“Da quel che mi hai raccontato del tuo tempo con i
lupi, ti hanno fatto cacciare spesso...”
“Mhpf. Non credo che ci sia molta soddisfazione a
cacciare qui... la varietà di prede che c'è a Gekko è molto più ampia... e
molto più difficile da catturare dei polli che ci sono qui.
Inoltre Zan'nin non approva che si uccida ciò che
poi non si mangia.
Gli animali che ci sono qui, sono stati
evidentemente allevati da uomini, e poi rilasciati per fare da bersagli a
questi... signori. Si avvicinano troppo fiduciosamente”
Hina lo guardò un momento. Si, in effetti era
cambiato parecchio... anche se questo non le faceva sentire meno farfalle nello
stomaco a guardarlo.
“Insomma, lo troveresti poco stimolante, cacciare
qui?” parafrasò.
Non era che l'argomento fosse poi così
interessante... ma era per il semplice desiderio di... parlare con lui. Sentire
la sua voce.
“La competizione non è un granché... insomma,
qualsiasi Genin appena uscito dall'accademia saprebbe fare di meglio...” disse
accennando con il mento verso alcuni nobili che ridevano, schiamazzando e
facevano correre i cavalli appresso un pennuto. Una pernice, forse.
“Non posso darti torto...”
Il ragazzo estrasse un senbon dallo stivale per
terminare le sofferenze di quella povera creatura, nel momento in cui venne
sgraziatamente trafitta all'ala da una maldestra freccia.
E con un solo lancio preciso, la uccise.
“Allora... stasera c'è il Galà...” disse Hina,
cambiando argomento.
“Non me lo ricordare...” mugugnò Raimaru.
Lei rise di cuore, cosa che questa volta fece
girare il ragazzo a guardarla.
Le piaceva il suo sorriso, come gli piaceva la sua
risata. Terminava sempre in una sorta di gorgheggio che gli sembravano
un'armoniosa scala di note.
“Dai, non è poi così terribile...”
“Piuttosto, sei tu ad avermi sorpreso... e da
quando hai imparato a ballare?”
Lei arrossì in modo delizioso, prendendo una
graziosa sfumatura cremisi sulle guance.
“In verità... mi è sempre piaciuto. Qualche anno
fa, io e Ryuko ci infiltravamo la sera nella scuola di danza per osservare...”
“Anche Ryuko?”
“Uhm-Uhm” disse lei a mo' di affermazione.
“Non lo sapevo...”
“Ehm... ecco, non l'abbiamo mai detto a nessuno.
Siamo entrambe provenienti da una famiglia di ninja. Lòng sa danzare giusto
perché faceva parte del 'pacchetto' che una nobile Hyuga deve saper fare... mia
mamma neppure quello.
Insomma, la gente sembra che ti guardi... storto,
quando esprimi un apprezzamento su queste cose. Come se solo perché siamo ninja
non dovremmo saper far altro che rompere le cose...”
“Cosa che sia tu che mamma sapete fare
benissimo...” la punzecchiò il ragazzo.
Lei gli fece una smorfietta, come per mettere un
finto broncio, che fece sorridere il ragazzo.
Dei cani, usati di solito per battere il terreno e
far levare in volo i volatili tra i cespugli, si insospettirono nel sentire un
odore diverso dal solito.
Ginirokami, si era messo a sua volta a girovagare
in cerca di qualcosa di interessante, visto che Hina e Raimaru si erano messi a
parlare.
I due erano inequivocabilmente innamorati. Quando
chiacchieravano tra di loro, il resto del mondo sembrava perdere sostanza e
importanza per loro.
Era una cosa che Ginirokami capiva e non lo
infastidiva. Raimaru era suo amico, ma questo non significava di certo che
dovesse sempre stargli tra i piedi.
Anche se... quando era con lui provava sempre una
sensazione strana. Che ancora non si spiegava. Una sorta di... devozione.
Ancora non capiva, ma stava prendendo una seria
decisione di indagare nella questione.
Si stava di nuovo avvicinando ai due.
I cani però iniziarono a puntare lui. Forse
attratti dal suo odore... diverso, ma non umano.
Si misero ad arrivare in massa intorno a lui,
abbaiando come forsennati.
Il cavallo di Hina e un paio di nobili lì vicino
però, presero ad imbizzarrirsi, spaventati dal fracasso dei cani, stranamente
aggressivi.
Raimaru, reagì d'istinto. Senza pensare.
Mostrò i denti, ed emise un cupo brontolio di
gola, molto simile a un ringhio, e proiettò verso i cani un'ondata di potere
dello Yokai.
I cani, come tutti gli animali, sono istintivi. Le
loro percezioni sono diverse da quelle degli umani. Loro videro solo un altro
animale ringhiare contro di loro e il potere che li attraversò, un chakra che,
essendo in parte anche misto all'energia naturale era ben chiara agli animali.
Si sentirono attraversare dallo sguardo bianco di
quella strana creatura, e per loro fu ovvio di trovarsi di fronte ad un predatore
più potente di tutti loro.
Si buttarono in terra a pancia all'aria guaendo,
in segno di resa.
“Co-cosa hai fatto?” chiese Hina, allibita,
riportando il cavallo alla tranquillità, mentre il capo-canile veniva a
recuperare i cani, chiedendo scusa in continuazione per il loro strano
comportamento, assicurando che non avevano mai fatto così prima d'ora.
“Non... non lo so. Ogni tanto le mie reazioni mi
stupiscono tutt'ora...” mormorò Raimaru in risposta. Era davvero allibito anche
lui.
“Credo che tu abbia usato quella che gli umani
chiamano 'l'aura del cacciatore'. Me ne hanno parlato gli anziani...”
intervenne Ginirokami.
“Davvero?” fece Raimaru.
“Cosa sarebbe?” domandò Hina incuriosita.
“Zan'nin me ne aveva accennato qualcosa... dal
momento che non sono più interamente... ecco umano... alle volte posso
diciamo... palesare maggiormente la mia natura diversa.
Gli animali sono più sensibili per certe cose”
“Ai loro occhi l'ondata di potere che Raimaru ha
emesso senza volerlo è stato come... per un serpente scoprire che il topo che
ha davanti, in realtà non è un topo ma una mangusta. Hanno capito di trovarsi
di fronte a un predatore più forte di loro e si sono arresi”
“Ho reagito senza pensare... scusa”
“Mica è successo niente!” gli disse Hina con un
sorriso. In verità lei era un po' affascinata da queste novità.
Invece Raimaru era turbato. Alle volte gli istinti
che provenivano dalla sua 'parte nuova' erano così impulsivi che non ci pensava
proprio, prima di agire. E aveva sempre paura che un giorno o l'altro, avrebbe
finito con il fare una cazzata a causa di questa... impulsività.
Passarono il pomeriggio sui giochi da tavolo, Raimaru ancora un po'
impensierito dagli eventi dalla mattinata, non si impegnò veramente, ma
comunque, riuscì a tenere sul lastrico con la sua intelligenza buona parte dei
nobili che lo sfidarono.
Quando finalmente arrivò sera, i sarti lo
agghindarono con un abito sobrio e scuro.
Si sentiva irritato da quegli abiti così...
rigidi. Privi di flessibilità che lo ingessavano nei movimenti.
Però ogni sua irritazione, si spense come una
candela buttata in acqua non appena vide Hina.
La ragazza indossava un bellissimo abito blu
scuro, con un leggero scollo, che le lasciava visibile il morbido incavo del
collo.
Le maniche a tre quarti terminavano in un lungo
pendente a 'v'.
I capelli erano raccolti in una crocchia che in
qualche modo esaltavano i lineamenti raffinati della ragazza e il grazioso
collo. Una sorta di catenella d'argento con delle stelline era stata poggiata
sul capo fermata nei capelli, partendo dalla crocchia e rimaneva adagiata
appena sopra la fronte, facendola sembrare una sorta di coroncina.
Il vestito era aderente nei fianchi, risaltandone
la curva, sottolineando la vita flessuosa, e nel contempo la pienezza del seno
senza però essere troppo malizioso.
Mentre poi terminava in un'ampia e bella gonna.
Si adeguava davvero a lei, raffinato ma non troppo
elaborato. Grazioso ma senza eccessi. Ne esaltava la bellezza senza però essere
volgare o lasciarne troppa pelle nuda.
Raimaru dovette ammettere di dover impiegare un
lungo momento prima di ripristinare la connessione dei neuroni tra di loro, e
ridare corrente al sistema nervoso che era andato un momento in blackout.
Hina fece una risatina nervosa. “Sembro una
cretina?” domandò al ragazzo.
Non era da lei vestirsi così. Non si sentiva
nemmeno sé stessa, conciata in quel modo.
Raimaru invece stava valutando il fatto che anche
lei era cambiata molto in quell'anno in cui si era assentato. Era meno ragazza,
più invece una giovane donna.
“Sembri una principessa” le rispose invece lui, a
corto di altre parole.
“Quindi, mi farai l'onore di ballare con me? Anche
se non ti piace?” le domandò lei. Ora l'utilità del ballare era venuta meno,
essendo finita la missione.
“Scherzi? Mi toccherà farlo tutta la sera per
evitare che un sacco di uomini troppo vecchi per la tua età ti sbavino
addosso... anche se...”
Il ragazzo esitò un secondo, mentre porgeva
galantemente il braccio alla ragazza, che s'affrettò a raggiungerlo.
“...non credo che la cosa mi dispiacerà troppo...
visto che ci sei tu...”
La ragazza non riuscì più a trattenersi e lo
baciò, lì dove si trovavano, lungo la tromba delle scale.
“Grazie Raimaru...”
“E di cosa?”
“Tu mi rendi felice” e mi fai sentire in pace con
me stessa come poche altre volte in vita mia sono mai riuscita a essere... vuoi
per via della volpe, vuoi per tante altre cose... pensò Hina senza dirlo ad
alta voce.
Il ragazzo le baciò la fronte, prima di continuare
la camminata verso la sala da ballo le disse
“Vederti sorridere è lo spettacolo più bello del mondo”