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Autore: Lady I H V E Byron    18/02/2017    1 recensioni
Scena della montagna tratta dallo spettacolo "I Corti di Aldo Giovanni e Giacomo", stile Dragon Age Origins.
Genere: Comico, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Alistair Therin, Merrill, Oghren, Sten, Zevran Arainai
Note: Missing Moments, Nonsense, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Aldo, Giovanni e Giacomo VS Dragon Age'
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Note dell'autrice: per quanti non sapessero, "Lyna" è il nome del Custode Grigio dalish, se vogliamo giocare DAO in veste di elfo femmina dalish... [MODIFICA] ho rinunciato a quell'idea e messo un personaggio che, effettivamente, si vede in DAO e anche in DAII...


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Era scesa la sera nel Ferelden.
Le Montagne Gelide avevano come assunto un’atmosfera tetra.
C’erano molte stelle nel cielo, tante da far venire il capogiro.
Zevran, per la cena, aveva cacciato un cervo, che poi venne cotto sul fuoco del falò.
Nonostante la piega che aveva preso la giornata, la sera stava procedendo tranquillamente.
O meglio, così sembrava.
Oghren, improvvisamente, scattò in piedi, allarmato.
-Ehi, cos’è stato? Ditemi che sono stato solo io a sentire uno strano rumore!- balbettò, nervoso.
L’elfo si voltò da una parte, con aria seria.
Dei passi si stavano facendo sempre più vicini. Sembravano calpestare continuamente delle foglie.
-Questo è un animale grosso…- mormorò l’ultimo.
Ciò non rassicurò il nano.
-I-io vado nella mia tenda!-
Alistair per poco non scoppiò a ridere.
-Ma che fifone sei, Oghren? Sarà un cervo.-
-No, bello mio. Dai passi, questo mi sa che è un animale su due zampe.- corresse Zevran, pronto a sguainare i pugnali –Un orso, forse.-
In quel momento, fu il Custode Grigio a deglutire ed indietreggiare.
-Ok… Sten, pensaci tu!- disse, spingendo il qunari in avanti.
-Perché io?-
-Tu sei alto quanto un orso. Cos’è per te un orso, rispetto a quanto abbiamo affrontato fin ora?-
-Questo non dovrebbe valere anche per te? Non hai affrontato anche un ogre?-
-Veramente gli ho sempre dato il colpo di grazia!-
-Sei davvero un codardo…-
-Scusa se ci tengo a vivere!-
-Ma che guerriero sei, Alistair?- aggiunse Oghren, con un pizzico di ironia nel suo nervosismo.
-Ha parlato l’impavido, ha parlato… Ma se ti basta una formichina per spaventarti.-
-Questo è un colpo basso, giovanotto.-
-Per forza è basso, tu sei un nano.-
-E NON SEI AFFATTO SPIRITOSO!-
-Smettetela di litigare!- li fermò Sten.
In quel momento, un’ombra fu intravista tra gli alberi, e si faceva sempre più vicina.
Spuntò fuori all’improvviso, allarmando i presenti.
-AHHH!!! CORRI, CORRI!!!- urlò Oghren, saltando, nervoso, e facendo allarmare i compagni -SALVATI ALMENO TU, ALISTAIR!!! CORRI!!!-
La figura di fronte a loro non era né un orso, tantomeno un Prole Oscura. Anzi, sembrava più spaventata di Oghren alla vista dei quattro uomini.
Il qunari richiamò tutto all’ordine, dando una piccola botta sulla testa del nano.
-Ma è una ragazza!-
-Deficiente…- aggiunse Alistair, rinfoderando la spada -“Salvati almeno tu!”…-
Era un’elfa, una dalish, a giudicare dai tatuaggi sul suo volto, vestita con un’armatura leggera, capelli bruni raccolti in tanti codini e occhi verde chiaro.
Notarono un bastone strano dietro di lei.
Forse era una maga.
Una maga dalish.
Sorrise cordialmente, una volta superato lo spavento, e salutò timidamente con la mano.
-Ehm… Aneth ara.-
-AHHHH!!! CORRI, CORRI!!!- urlò nuovamente Oghren, saltando.
Il Custode Grigio e Sten sospirarono, scuotendo la testa dall’imbarazzo, mentre Zevran riponeva le sue lame negli appositi foderi.
-Scusalo, è lo scemo del gruppo…- si scusò questi.
L’elfa sorrise di nuovo, prima di indicare i presenti, dicendo qualcosa nella sua lingua. Nessuno riuscì a comprenderla, ma dal tono, sembrava una domanda.
-Ma cosa dice?- domandò il nano, sottovoce.
Alistair ebbe come un’illuminazione: si voltò di scatto verso l’elfo.
-Zev! Tu sei un dalish.- si ricordò, spingendolo verso di lei –Quindi riesci a capirla, no?-
-Ehi, per esattezza, mia madre era dalish, ma questo non significa che sappia parlare o comprendere la loro lingua, eh!- protestò.
-Ma andiamo! Tra elfi vi comprendete sempre, no?-
Notando che il giovane di fronte a lui era della sua stessa razza, la ragazza si sentì più tranquilla.
Infatti lo prese per un braccio e lo allontanò di pochi passi dai compagni e gli parlò, ogni tanto guardando indietro.
Zevran la osservava in modo confuso, ma cercò di non farlo notare. Studiò dettagliatamente i lineamenti del volto di quell’elfa, i grandi occhi, che esprimevano dolcezza, i capelli marroni come il legno degli alberi e i tatuaggi sul suo volto. Graziosa, pensava.
-Ehi, Zevran.- lo fece svegliare il Custode Grigio –Chiedile come si chiama.-
-Ehm…-
-Eddai, Zev!-
L’elfo non aveva la più pallida idea di cosa dire.
-Zevran!-
-Zev!-
-Ehi, Zevran!- continuavano a dire i compagni, spronandolo a dire qualcosa in dalish.
-Ehm…-
-Ma dai! Ma la prima cosa che si impara in una lingua è come si chiama!- si lamentò Sten.
-Ma anche se sapessi il dalish, gigantone…- ribatté l’assassino -…secondo te insegnerebbero come si chiama lei? E che ne so io?!-
Ad assumere il ruolo della persona confusa, in quel momento, fu la ragazza dalish.
-Ma non lei “lei”!- corresse il qunari –“Lei” in generale!-
Quella discussione fece sorridere, divertita, l’elfa. Scoppiò in una fragorosa risata.
-Tu… non… parli mia lingua…?- disse, timidamente.
-Ah, ma allora parli la nostra lingua!- si stupì Zevran.
-Poco. Mia vostra lingua non buona.- proseguì lei -Tu dalish, ma no parli dalish?-
-No, mia madre dalish.- fu la risposta, scandendo bene le parole, per farsi comprendere –Io Zevran. Tu?-
-Io Merrill. E lui?- domandò, indicando Sten.
-Lui Sten. Lui qunari.- fu la risposta, simulando i muscoli e l’altezza dei qunari -Qunari… alti… forti…-
Anche Merrill lo imitò, piegando le braccia verso il basso e stringendo i pugni.
-Sì, qunari… Rrrhhh!- Sten si sentiva imbarazzato ad essere descritto in quel modo così goffo -E lui?-
-Lui Oghren. Lui nano.- mise la mano in basso per rendere l’idea -Piccolo.-
-Sì… lui piccolo nano…-
-Va’ che è bello sentirvi parlare…- commentò Oghren –Sono indeciso se considerarvi due bambini mentre pronunciano le loro prime parole o due idioti che si sono persi nelle Vie Profonde e si chiedono indicazioni a vicenda…-
-E lui?-
Alistair sentì il suo stomaco gelare, sapendo che si stava riferendo a lui. Non era abituato a ricevere le attenzioni del gentil sesso.
-Ah, lui shamlen…- rispose Zevran, sogghignando.
Anche Merrill ridacchiò.
-E tu dicevi di non sapere niente in dalish, eh, Zevran?- ribatté il giovane, incuriosito, ma anche offeso, a giudicare dalle reazioni dei due –Cosa significa “shamlen”?-
Fu ella a rispondere, senza smettere di ridacchiare.
-Come si dice…?- mormorò l’elfa, chiudendo gli occhi, come se stesse cercando di ricordare –Umano di merda?-
Anche Oghren si unì alle risate dei due elfi. Anche Sten volle unirsi, ma si trattenne. Dei suoni strani, tuttavia, uscivano dal suo naso e si copriva la bocca con una mano.
Alistair osservò tutti con aria offesa.
-Basta! Basta!- implorò il nano, toccandosi sotto le costole, ma senza smettere di ridere –Mi vengono le coliche!-
-Coliche?- domandò Merrill, confusa dalla parola –Zevran, cosa sono coliche?-
L’elfo si mise a riflettere.
-Ehm… le coliche, sì! Disturbi di intestino! Incontinenza! Voglia continua di andare nella latrina. Prim, pram!-
-No, non è la cagarella!- corresse il nano, la cui voce veniva coperta dalle risate dell’elfa, molto forti per un essere così minuto –Le coliche!-
Anche Alistair si mise a ridere, ed escogitò un’idea per vendicarsi di poco prima.
-Sì, oggi le coliche!- mise la mano sotto una costola e fece un piccolo balletto -Parappapapapà, rappapapapà!-
La ragazza apprezzò quel piccolo balletto, infatti lo imitò.
-Ora sei tu a non essere spiritoso…- brontolò il nano, incrociando le braccia.
-E quei movimenti non si confanno ad un futuro re…- aggiunse Sten, una volta ripreso il controllo delle sue emozioni.
-Oh, sentilo!- ribatté Alistair, osservando il qunari con aria seria –Adesso vuoi insegnarmi cosa deve fare o non fare un re? Già non lo voglio diventare…-
-Ma devi pensare al bene del Ferelden…-
-E uccidere i Prole Oscura non è già abbastanza?-
Merrill volle interrompere il discorso fra i due, scostandosi di poco per vedere le quattro tende.
-Scusate…- disse, con la sua voce lieve –Quelle… molto belle…-
-Ah, quelle? Sono le nostre tende.- spiegò Zevran, facendo un gesto che ricordava un triangolo.
-Tende? Ah, tende!-
Si rimise nuovamente a ridere. Il motivo era ignoto.
-Ragazzi, ma questa è fuori…- commentò Oghren, sottovoce.
-Piuttosto… tu niente zaino o tenda?- riprese l’elfo, controllando la schiena della sua pari. Aveva solo quello strano bastone, ma nient’altro.
-Io… tenda…? No. No.-
-Ho capito.-
-No!-
-Ehi, Oghren, avevi ragione, questa è fuori…-
-Io persa. Io non so dove andare.-
-Ma allora dove dormi?-
La domanda fu accompagnata da un gesto che ricordava una persona mentre dormiva.
-Dormi…? Ah, sì, dormi! Boh, mah? Chi sa?-
Riprese a ridere in modo strano, a voce molto alta.
Anche Alistair accennò una risata.
-Ai dalish non fa bene l’aria di montagna, vedo…- commentò –Se impazziscono tutti così…-
-Sarà spaesata…- la difese l’assassino -Ha detto che si è persa…-
Oghren non ne poteva più di quelle risate: serrò le labbra, fece un passo avanti e parlò.
-E comunque, tu…-
-PRAM, PRAM, PRAM, PRAM!- tagliò corto Merrill, ricordandosi quanto le era stato detto poco fa sul nano, prima di rivolgersi ad Alistair, canticchiando.
Questi aveva già capito tutto.
-Parappapapapà, rappapapapà!- cantò, eseguendo il balletto di poco prima.
Anche Zevran si mostrava divertito, e Sten continuava a nascondere i suoi sogghigni.
-TU… MI… STAI… SULLE… PALLE!- tagliò corto Oghren, battendosi il petto.
-Cosa significa…?- domandò l’elfa, ripetendo il gesto del nano.
-Che ce l’ha un po’ alte…- rispose Zevran, prima di indicare le tende –Comunque… tu, vuoi dormire in una tenda?-
-Dormire… in… tenda…?-
-Noi non possiamo lasciare te qui al freddo.-
-Freddo…?-
-Sì, freddo…- si strofinò le mani sulle braccia per essere più chiaro.
-Ah, sì! Freddo! Dormire in tenda! Sì! Ma serannas! Grazie!-
I tre rimanenti si guardarono l’un l’altro, non si sapeva se per eccitazione di avere una compagna nella propria tenda o per timore di passare la notte fuori.
-Ma… in quale…?-
-Quella lì è la più comoda, se vuoi.-
-Sì, ma serannas! Dareth shiral. Buonanotte.-
-Buonanotte.-
Baciò Zevran sulle guance senza pensarci due volte. L’elfo alzò le sopracciglia e sorrise ritraendo le labbra. Poi fu la volta di Alistair.
-Buonanotte.-
-B-buonanotte…-
Poi toccò a Sten.
-Buonanotte.-
-Buonanotte.-
Con stupore di tutti (forse compresi i lettori) si fece baciare. Solo dalla Custode Amell si faceva baciare, fino ad allora. Forse era per il fatto di aver preso in giro Oghren.
Questi, però, non fu baciato dall’elfa.
Gli era passato oltre, mormorando: -E prim, prim, prim, prim…-
 
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Dorian: Amatus, lo sai che ti vedo bene, oggi?
Il Toro di Ferro: Dici?
Krem: Per forza. Per la gioia di entrambi, l'ho messo a dieta. Infatti stasera gli preparo confettura di riso al miele, alge un po' marinate, sgombro di Amaranthine, lumache affogate, rane al salto, grana con gelato, sgroppino e dessert alla lavanda.
Il Toro di Ferro: ...gastrica.
   
 
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