Eccomi qui, e dopo neanche troppo tempo dalla prima pubblicazione, presto mi deciderò a pubblicare anche gli altri capitoli, ma ci tenevo ad aggiungere questa intro: da questo capitolo non seguirò più la numerazione originale della challenge, dato che Alex e Aidan avranno un modo loro di viversi la loro storia XD. Nulla seguirà la normale prassi, o quasi.
All'inizio pensavo di scriverla in ordine sparso, ma è più forte di me, quindi seguirò l'ordine degli eventi della storia (se mai la riprenderò in mano XD).
E niente, spero vi piaccia.
A presto, e grazie a Spettro94 per la recensione ^^
Shera ♥
02- Incrociare gli sguardi
Turchia
Per un attimo, sentii il cuore fermarsi.
Il ragazzo che mi aveva già aiutata a Roma, era in piedi di fronte a me. Con voce ferma e autorevole, intimò agli uomini che avevano tentato di aggredirmi, di andarsene.
A un certo punto, smise di parlare loro in inglese, e cominciò invece a parlargli in turco. Cosa gli avesse detto rimaneva per me un mistero, ma la paura nello sguardo dei tre non aveva bisogno di ulteriori spiegazioni. I tre sparirono in fretta e furia, ed ero certa che se mai li avessi ancora rivisti, questi avrebbero evitato anche solo di incrociare il mio sguardo per paura di imbattersi di nuovo in lui.
Nonostante il pericolo fosse passato, le mie gambe non volevano saperne di rimettermi in piedi, e il ragazzo allungò una mano verso di me per aiutarmi ancora una volta. Incoraggiata da Luc, la afferrai e mi rimisi in sesto.
- Non dovresti avventurarti nella zona del Suq1 da sola. - disse lui con freddezza.
Mi risentii per il suo tono quasi accusatorio, ma non appena incrociai il suo sguardo, finii con lo specchiarmi in quegli occhi cremisi, molto simili a quelli di Luc. Una sola parola poteva descriverli: magnetici.
Provai a parlare, ma le parole non mi uscivano: ero come ipnotizzata da quello sguardo così distante, eppure sembrava quasi che quel ragazzo fosse sollevato.
- A dire il vero non sono sola. - dissi schiarendomi la voce. Luc mi guardò come per dire “E adesso cosa pensi di dirgli?” - Io e il mio amico ci saremmo dovuti incontrare qui al mercato, ma mi ha inviato poco fa un messaggio in cui mi diceva che era arrivato in albergo e che mi aspettava lì.
Il ragazzo guardò prima me, e poi il suo sguardo si spostò velocemente verso la stradina che riportava al Suq, l'unica via d'uscita da quel vicolo cieco in cui ero stata trascinata.
Fu davvero una cosa strana. Luc si trovava proprio al centro della strada e, per un instante, mi parve quasi che il ragazzo potesse vederlo.
- Mi pare evidente che non possa lasciarti qui da sola. Non voglio averti sulla coscienza e, per questo, ti accompagnerò fino al tuo alloggio.
- Come, prego? - il suo tono e le sue parole non mi piacquero per nulla. Sembrava quasi che si stesse rivolgendo a una ragazzina di neanche dieci anni, incapace di badare a se stessa.
Era vero che senza di lui non avrei fatto una bella fine, ma, dopo quella brutta esperienza, avrei certamente usato molta più prudenza, e avrei raggiunto il mio albergo senza perdermi fra i mercatini. Non volevo fare la parte dell'ingrata, così cercai di essere cortese. - Ti ringrazio per ciò che hai fatto prima, ma non serve che tu ti prodighi ancora per me. E comunque, non vedo come la mia incolumità possa essere di tuo interesse.
- Avendoti salvata una volta, non posso certo lasciarti sola, non qui almeno. Una volta in albergo non sarà più affare mio, è vero, ma fino ad allora è una mia responsabilità. Altrimenti il mio salvataggio avrebbe avuto poco senso. - A quelle parole, mi sentii ribollire. Chi credeva di essere?
- Ti ringrazio, - risposi piccata, - ma rifiuto. Buon proseg― - Mi ero già mossa per tornare sulla strada principale, ma lui mi sbarrò il cammino, frapponendosi fra me e l'unica uscita. - Spostati. - dissi spazientita, ma il ragazzo scosse la testa. I suoi occhi rossicci mi guardarono seri.
- Non ho chiesto il tuo permesso. Ti accompagnerò, che tu lo voglia o meno. - Lo guardai furiosa. - Fidati di me, questo posto non è sicuro: se la prendono sempre coi turisti che si aggirano da soli. Se il tuo amico, - mise molta, anzi, un'eccessiva enfasi nella parola “amico”, - fosse con te, non mi preoccuperei e continuerei per la mia strada, ma in questo caso non posso proprio permetterti di proseguire per conto tuo.
Luc mi sorrise e fluttuò al mio fianco “Fossi in te, accetterei”, mi sussurrò.
Sbuffai e mi arresi a quella inaspettata e sgradita soluzione.
Vidi il mio volto imbronciato riflesso nelle sue iridi cremisi, e anche se il suo viso sembrava impassibile, notai che i suoi occhi mi stavano sorridendo.