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Autore: marta_granger    22/02/2017    1 recensioni
Hermione, Ron e Harry decidono di tornare a Hogwarts affrontare il settimo anno. Orgogliosi di poter definire quell'anno, l'anno della “tranquillità” prendono l'espresso per Hogwarts. Ma si sa, le cose non vanno mai come ci si aspetta...
Dopo la sconfitta di Voldermort molte cose sono cambiate. A questo avvenimento ognuno ha reagito in modo diverso. Il magico trio si scontrerà contro un nuovo vento. Nasceranno nuove amicizie e nuove rivalità. Tutte le case saranno pronte a reagire? E gli insegnanti? Chi ha il coraggio di combattere ancora?
Ma la vera domanda è: in tutto questo Hermione Granger e Draco Malfoy riusciranno a trovare una storia tutta per loro?
Chi non aprirà non saprà.
Dal testo:
-sveglia ragazzi!-esclamò Hermione ricevendo in risposta solo due grugniti.
-Hermione cara- disse Ginny guardando suo fratello e il suo ragazzo ronfare- tu sbagli metodo. Non si svegliano così due dormiglioni cronici... ma così!- tirò fuori la bacchetta e con sguardo maligno sussurrò -accio!- e in men che non si dica , la rossa si ritrovò in mano un mestolo e una pentola - SVEGLIA PIGRONI, SI DEVE PARTIRE PER HOGWARTS!-e iniziò a sbatterli
I ragazzi caddero dal letto.
Buona lettura!
Genere: Avventura, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Counting Stars

Sotto la luna piena, Hermione vagava da sola nei corridoi per adempiere ai suoi doveri di caposcuola. Mancavano pochi minuti alla fine della sua ronda e le mancava da controllare la torre di Astronomia, la più alta del castello.


-Dimmi tutto ciò che ti affligge Weasley.- la prese in giro Theodore sedendosi a gambe incrociate sul pavimento freddo di pietra. Ginny lo guardò male -Perché devo iniziare io?- si lamentò.

-Perché è venuta a te in mente questo malsano accordo.-

-Sinceramente non mi viene da parlare così.-

-Sei una rompi palle!- si lamentò lui.

-Scusa tanto. Allora inizia tu se ci tieni tanto!- si arrabbiò lei. Cavolo ma che le era saltato in mente?

-Okay okay. Ricordiamoci che ci stiamo aiutando a vicenda. Ho io la soluzione che fa al caso nostro.- Si alzò e si diresse verso la porta.

-Ma dove stai andando?- quel vigliacco stava scappando.

-Torno subito.- e uscì lasciandola sola. Ginny guardò contrariata la porta. Sapeva che sarebbe stata lì inutilmente ad aspettarlo. Dopotutto i Serpeverde non sapevano fare altro che scappare. Pensava davvero di aver trovato qualcuno come lei, ma si sbagliava, era evidente. Si sdraiò sul pavimento a guardare il soffitto.

 

Hermione controllò la stanza da cima a fondo. La ronda era finita ed era ora per lei di tornare a Grifondoro. Una brezza leggera le sfiorò il volto, sollevandole il mantello. Rabbrividì girandosi verso le imponenti arcate. Era da un sacco di tempo che non saliva lì, su quella torre. Da prima della morte di Silente. Come ipnotizzata si avvicinò al muro e si sedette con fatica sulla balaustra di pietra antica. Guardò in basso, cercando di stare aggrappata il più possibile alla colonna di pietra. Guardò il buio sotto di sé. Le piaceva stare lì, sull'orlo di un precipizio. Da un lato la luce, la salvezza e dall'altro il buio, la paura. Poteva perdere l'equilibrio da un momento all'altro e cadere giù, giù, giù. VOLARE. Un ultimo salto. Lasciarsi andare. Buttarsi a capofitto giù verso l'ignoto con lo sguardo verso l'alto, le braccia aperto e i capelli che seguivano il soffio del vento. Le faceva paura ma allo stesso tempo le procurava brividi di piacere lungo tutta la colonna vertebrale. Un babbano di certo sarebbe morto, ma un mago? Era un attimo tirar fuori la bacchetta e pronunciare l'incantesimo giusto. Ma la mente sarebbe stata lucida abbastanza in quella situazione? L'ignoto. Era questa la cosa che la attraeva di più. Si mise seduta con la schiena appoggiata alla piccola colonna e con lo sguardo verso il cielo. Quella notte era limpido e le stelle erano ben visibili, segno che il giorno seguente un timido sole di fine estate avrebbe governato su quell'infinito cielo senza che neanche una nuvola tentasse di buttarlo giù dal suo trono. Amava guardare il cielo stellato. Primo o poi tutti alzano testa e rimangono incantati a guardare quel mondo dell'immensamente grande. Da piccola si divertiva a fare un gioco: contare. Alzava il naso al cielo e iniziava a contare una per una tutte le pagliuzze nel cielo. Uno, due, tre... era inevitabile perdere il conto eppure ogni volta ci provava. Sarebbe stata ore e ore a guardare quell'immenso e misterioso cielo stellato. Era bello pensare che era di tutti. Maghi, babbani, elfi... bastava uno sguardo per farlo proprio. La affascinava, stare lì, ora, fregandosene delle regole, in quel punto, con ai lati vita e morte. Angoscia e fascino, paura e desiderio. Si, desiderio e voglia di conoscere quello che aveva davanti. Quell'estate presa da un momento di pazzia aveva letto la Divina commedia tradotta malamente in inglese. C'era un parola che l'aveva colpita: stelle. L'opera finiva così. Per essere precisi le tre cantiche, inferno, purgatorio e paradiso, finivano così, con la parola “stelle”. Si era domandata perché avesse fatto questa scelta l'autore. Voleva forse chiedere al lettore di alzare la testa verso il cielo e di osservarle? Ma perché? Cosa nascondevano? Rimase lì a godersi quello spettacolo naturale incantata dalla luminosità della luna piena.

 

-Rieccomi!- Urlò Theodore. Ginny sobbalzò al suono della sua voce. Alzò la testa e lo vide sorridere con una bottiglia di Firewisky in mano. Le sue labbra, a sua volta, si piegarono verso l'alto. Era davvero ritornato come aveva detto. Forse dopotutto non tutti i Serpverde erano così male.

-Ti vuoi ubriacare?- gli domandò divertita.

-Rendiamo la cosa interessante.- si sedette davanti a lei e dopo aver fatto un lungo sorso le passò la bottiglia.

 

 

Hermione si passò la mano tra i capelli sorridendo alla luna. Il suo attimo di libertà era terminato. Era stata lì fin troppo. Doveva tornare ai dormitori prima di essere beccata da Gazza o da un professore. Scese dal muretto e lanciò un ultimo sguardo alle stelle quando un tonfo alle sue spalle attirò la sua attenzione, facendola girare di scatto. Vide l'ombra di qualcuno vicino alla porta della torre. Il cuore perse un battito e la ragazza si diede della sciocca. Era stata scoperta. Immediatamente si immaginò la voce autoritaria della McGranitt che le ordinava di fare le valigie e tornarsene a casa. Sospirò e con lo sguardo basso, fece un passo avanti, pronta per affrontare la sua condanna. Dopo il suo primo passo però l'altra figura arretrò. Hermione alzò la testa dubbiosa. Se era un professore perché arretrava? Gli occhi le si illuminarono. Forse non era nei guai, quello che aveva davanti non era altro che un alunno come lei. A testa alta continuò ad avanzare mentre la sagoma, coperta dall'ombra, cercò di allontanarsi il più velocemente possibile. Il cervello della ragazza si attivò immediatamente. In un battibaleno si lanciò sulla figura e le afferrò il braccio mentre con l'altra mano si affretto a pronunciare la formula per accendere la bacchetta.

 

 

Ginny traballando si alzò in piedi ridendo -balliamo!- esclamò divertita sotto gli occhi stupiti di Theodore. -Non ho voglia.- la ragazza lo guardò male -Come sei noioso Nott.- stranamente il ragazzo si mise a ridere -magari un'altra volta Weasley.- Ginny alzò le spalle iniziando a girare su se stessa canticchiando una melodia.

-Te l'hanno mai detto che sei stonata?- la prese in girò Nott guardandola da sdraiato con la bottiglia vuota in mano.-qualche volta.- rispose incurante.

 

 

Draco stava vagando per il giardino. L'orario della ronda era terminato ormai da diversi minuti, ma non aveva voglia di tornare al suo dormitorio. In quella prima settimana di scuola il duello contro Bole non era stato un avvenimento isolato. Aveva dovuto affrontare tre ragazzi e persino una ragazza. A quanto pareva i suoi genitori avevano fatto torto a più di una famiglia. Alzò la testa al cielo e vide la torre di Astronomia che incombeva con tutta la sua altezza. Era iniziato tutta quella notte, su quella torre. Quel desiderio di cambiare, di non voler più essere un mangiamorte. Eppure aveva avuto paura e aveva continuato ad essere quello che Lord Voldemort aveva deciso per lui. Poche volte la sua umanità aveva preso il sopravvento da quella notte sulla torre. Una di queste era accaduta quando avevano portato Harry Potter i suoi amici a casa sua e sua zia Bellatrix gli aveva chiesto se erano loro. In quel momento una voce dentro gli aveva urlato di fare la cosa giusta. E così l'aveva fatta. Ma cos'era quell'attimo di umanità in confronto a un mare di scelte sbagliate? Aveva combattuto e la sua codardia aveva vinto ancora una volta. Forse se lo meritava davvero tutto quello che gli stava succedendo. Con passo veloce rientrò nel castello e si diresse verso la torre più alta di Hogwarts con mille ricordi che gli roteavano nella mente. Solo un uomo gli aveva dato fiducia e aveva lasciato un segno indelebile dentro di lui.

 

Draco, Draco, tu non sei un assassino»

«Come fa a saperlo?» reagì Malfoy.

 

Salì le scale.

 

«Lei non sa di che cosa sono capace» insistette Malfoy con più forza, «lei non sa che cosa ho fatto!»

«E invece sì» rispose Silente in tono mite. «Hai quasi ucciso Katie Bell e Ronald Weasley. È tutto l’anno che, con crescente disperazione, cerchi di uccidermi. Perdonami, Draco, ma sono stati deboli tentativi… così deboli, in verità, che mi chiedo se tu ci metta davvero tutto te stesso…»

 

cambiò corridoio con la bacchetta alla mano.

 

«Capisco» continuò Silente con gentilezza. «Hai paura di agire finché loro non sono con te».

«Io non ho paura!» ringhiò Malfoy, ma non fece nulla per colpire Silente. «Dovrebbe averne lei!»

«Perché? Non credo che mi ucciderai, Draco. Uccidere non è nemmeno lontanamente facile come credono gli innocenti…»

 

Sentì dei passi venire dalla sua parte e si nascose dietro a una colonna con il cuore in gola.

 

«Ho preso anche l’idea di avvelenare l’idromele dalla sporca Mezzosangue Granger, l’ho sentita dire in biblioteca che Gazza non sa riconoscere le pozioni…»

«Ti prego di non usare quel linguaggio davanti a me» lo interruppe Silente.

«Le importa che io dica ‘sporca Mezzosangue’ quando sto per ucciderla?»

«Sì»

 

Con la testa appoggiata alla colonna, socchiuse gli occhi per un attimo. Quel vecchio aveva ragione. Aveva sempre avuto ragione.

 

«Resta poco tempo, a ogni modo» riprese Silente.

«Quindi consideriamo le tue alternative, Draco».

«Le mie alternative!» gridò Malfoy. «Sono qui con una bacchetta… sto per ucciderla…»

«Mio caro ragazzo, smettiamo di prenderci in giro. Se fossi in grado di uccidermi, l’avresti fatto subito dopo avermi Disarmato, non ti saresti fermato a fare questa piacevole chiacchierata».

«Io non ho alternative!» esclamò Malfoy, all’improvviso bianco come Silente. «Devo farlo! Lui mi ucciderà! Ucciderà tutta la mia famiglia!»

«Mi rendo conto della gravità della tua posizione» convenne Silente. «Perché credi che non ti abbia affrontato prima d’ora se no? Perché sapevo che saresti stato ucciso se Lord Voldemort avesse compreso che sospettavo di te»Malfoy sussultò sentendo pronunciare quel nome. «Sapevo della tua missione, ma non ho osato parlartene nel caso che usasse la Legilimanzia contro di te» continuò Silente. «Ma ora possiamo parlare chiaro… non è stato fatto alcun male, non hai ferito nessuno, anche se devi solo alla fortuna se le tue vittime sono sopravvissute… Io posso aiutarti, Draco…»

«Non può, invece» ribatté Malfoy. Ormai la sua bacchetta tremava incontrollabilmente. «Nessuno può aiutarmi. Mi ha detto che se non lo faccio mi ucciderà. Non ho scelta»

«Passa dalla parte giusta, Draco. Possiamo nasconderti meglio di quanto tu possa immaginare. E, cosa più importante, manderò dei membri dell’Ordine da tua madre stanotte, per nascondere anche lei. Tuo padre per ora è al sicuro ad Azkaban… Quando verrà il momento potremo proteggere anche lui… Passa dalla parte giusta, Draco… tu non sei un assassino…» Malfoy fissò il Preside, sbalordito. «Ma sono arrivato fino a qui, no?» disse lentamente. «Credevano che sarei morto, e invece sono qui… e lei è in mio potere… Ho la bacchetta in pugno… Lei è qui, a chiedermi pietà…»

«No, Draco» ribatté Silente, tranquillo. «È la mia pietà, non la tua, che conta adesso».

 

Aveva nascosto quei ricordi per troppo tempo. I rumori dei passi della figura senza volto erano ormai lontani. In poco tempo raggiunse la torre di Astronomia. Sentiva un desiderio impellente di stare dove tutto era iniziato.

 

 

Theodore guardò Ginny sedersi accanto a lui. La testa gli girava ma l'effetto dell'alcool stava lentamente sparendo, lasciando in fondo alla gola un retrogusto amaro.

-Era il primo giorno di scuola e tra i miei quaderni ho trovato un vecchio diario. L'ho sfogliato ma non c'era scritto nulla. Solo una cosa “di appartenenza a Tom Riddle”. - Iniziò a raccontare Ginny sorprendendo il ragazzo. Teneva la testa basta e giocava nervosamente con le mani. Evidentemente l'alcool gli aveva dato il coraggio di iniziare a confidarsi. Da sobria non lo avrebbe mai fatto. -Allora ero piuttosto insicura di me e subito feci mio quel diario. Scrissi i miei sentimenti e quello che provavo. Avevo capito che non era normale. Insomma, quale diario ti risponde?- Theodore la guardò. Non sapeva cosa dire.- Giorno per giorno gli confidavo tutto. In quel diario ingenuamente ho messo la mia anima e piano piano lui me l'ha succhiata via. Avevo vuoti di memoria sempre più frequenti e ben presto le aggressioni a scuola iniziarono.-

-Quindi sei stata veramente tu ad aprire la camera dei segreti?- chiese Theo con la voce impastata, sapendo la risposta. Lei annuì. In quel momento il Serpeverde prese coraggio. Lei si era aperta, ora toccava a lui.

-Mia madre è morta quando ero piccolo, da allora ho vissuto con mio padre...- Le loro voci rimbombavano nella camera dei segreti.

 

Draco entrò nella torre e immediatamente vide che era già occupata da una ragazza. Rimase immobile per non farsi scoprire. Era seduta sulla balaustra con il capo coperto dalle ombre della notte. Sembrava che dovesse cadere da un momento all'altro, eppure non sembrava preoccupata. Al contrario appariva a suo agio, incurante del fatto che potevano scoprirla da un momento all'altro. Guardava il cielo incantata con le braccia che circondavano alle gambe. Malfoy rimase in silenzio, quasi ipnotizzato a guardare il sorriso della ragazza rivolto alla luna piena. Assottigliò gli occhi per capire chi fosse , ma i suoi tentativi furono vani. Una folata di vento investì la ragazza in quel momento e lei si mise una mano tra i capelli ricci per sistemarli. Subito dopo la vide lanciare un ultima occhiata al cielo stellato per poi scendere sconsolata dal muretto. Decise di avvicinarsi per capire chi fosse quando la ragazza guardò preoccupata verso di lui sentendo il rumore dei suoi passi. Il chiarore la investì e Draco rimase sorpreso. La ragazza che aveva davanti non era altro che la Granger. Più volte chiuse e aprì gli occhi per accertarsi che fosse veramente lei. Rimase a fissarla un momento. L'aveva sorpresa in un momento di totale naturalezza in cui stava, per altro, trasgredendo le regole. Era quasi felice di scoprire che non era così perfetta come si dimostrava, tuttavia arretrò al suo avanzare. Non voleva che lo scoprisse a spiarla. Capì di aver commesso un errore quando lo sguardo della Grifondoro si trasformò da sconsolato e rassegnato a fiero e orgoglioso. Doveva andarsene subito. Fece alcuni passi veloci verso l'uscita ma la ragazza lo afferrò e una luce lo investì. Merda.

 

Ginny senza pensarci si avvicinò al Serpeverde.

-Che tipo è tua zia?- domandò curiosa. Quello che le aveva raccontato l'aveva colpita. Aveva immaginato qualcosa della sua storia ma non poteva sapere che fosse così. Voleva sapere di più. Lui alzò lo sguardo al soffitto, sdraiandosi sui gomiti. -è una forte alla fine.- sorrise.- è diversa da tutti i miei parenti, è questo che mi piace di più di lei. Ma a causa di questo tutti, dopo la morte di mia madre, l'hanno allontanata definitivamente.-

-Tua madre andava d'accordo con lei?-

-Non me lo ricordo. - rispose sincero ma cupo. Ginny si maledisse mentalmente. -Da quello che mi dice mia zia però andavano molto d'accordo. È stato mio padre, dopo il matrimonio, ad allontanarle. Non gli è mai piaciuta.-

-Da quello che ho capito tuo padre è, come dire, uno con idee ben precise.- indagò.

-Puoi pure dirlo che è un mangiamorte. Non mi offendo.- rise allo sguardo imbarazzato dell'altra.

-No, non volevo dire questo. Semplicemente viene da una famiglia di purosangue Serpeverde. Non penso che sia mai stato disposto ad accettare una persona come tua zia che vede il mondo diversamente e che per altro è di Tassorosso.-

-Non è l'unico errore che ha commesso o a quest'ora non sarebbe ad Azkaban.- Theodore non sapeva più cosa dire. Aveva confidato alla ragazza che negli ultimi anni aveva combattuto per staccarsi dagli ideali della sua famiglia purosangue e il suo unico aggancio per non pentirsi era proprio sua zia. Vagamente le ricordava sua madre. Le linee del viso, la voce dolce. Forse era stato proprio questo a farlo avvicinare e affezionare. Come aveva fatto sua madre a sposare uno come suo padre proprio non lo sapeva.

Ginny interruppe i suoi pensieri- sai mi ricordi una persona.-

-Chi?- domandò sorpreso.

-Sirius Black.- rispose con sincerità mentre lui strabuzzava gli occhi – Il pluriomicida Sirius Black?- lei annuì.- Scusa se te lo dico, ma io voglio proprio allontanarmi dall'essere un assassino. Non mi sembra l'esempio più giusto.- sembrava quasi offeso e le labbra di Ginny si aprirono in un sorriso.

-Non è come pensi. Lui era innocente.-

-Come fai a saperlo.-

-L'ho conosciuto di persona e abbiamo vissuto insieme per un' estate intera. Ti posso assicurare che non tutto è come appare.-

-Questa è bella! E come mai lo conosci?- Ginny si morse la lingua. Non poteva dirglielo. Harry non avrebbe voluto. Theodore si accorse del suo blocco e un po' infastidito disse -tranquilla. Ho capito che non ti fidi ancora di me.-

-Non è per questo. Dopo le cose che mi hai detto, che ci siamo detti, non potrei mai.-

-Allora qual'è il problema?-

-Harry-

-Potter?-

-Non so se la prenderebbe bene sapere che te l'ho raccontato. Poche persone lo sanno.-

-Sai che io non glielo andrei mai a dire.- Lei sospirò. Si, si poteva fidare dopotutto.

-Sirius era il padrino di Harry. È stato mandato ingiustamente a Azkaban. Non è stato lui a uccidere quei babbani. Dopo che è scappato l'abbiamo aiutato.-

-Perché era?- domandò sorpreso.

-è morto al mio quarto anno. Quando eravamo nell'ufficio misteri.- Tutti sapevano che erano stati lì. Dopo quell'episodio Voldemort era uscito allo scoperto e il mondo magico aveva iniziato a credere a Harry e Silente.

-Allora non è bello essere paragonato a lui.-cercò di sdrammatizzare Theodore.

-Non è questo il punto. Tu sapevi che era di Grifondoro?- continuò lei.

Il ragazzo sgranò gli occhi.- Grifondoro? Un Black?- Ginny annuì.- Quando era ragazzo è pure scappato dalla sua famiglia.- Theodore lo guardava sbalordito, assimilando tutte le informazioni- ha avuto il coraggio di scappare dagli ideali puristi della sua famiglia. Ha combattuto contro tutto quello contro cui stai combattendo anche tu.- Il ragazzo stette in silenzio per qualche secondo e poi rispose ironico -Peccato che lui fosse un coraggioso Grifondoro mentre io un Serpeverde vigliacco.-

-no, tu sei un Corvonero intelligente.- sorrise incoraggiante la ragazza, ricordandogli che il cappello era stato indeciso fino alla fine. Lui scosse la testa- eppure sono stato smistato a Serpeverde.- le ricordò.

-Solo perché lo hai chiesto. Il cappello parlante tiene conto di quello che si desidera e tu in quel momento volevi essere smistato tra le serpi a tutti i costi per non deludere tuo padre.- Theodore rimase lì in silenzio a riflettere. Poi si alzò e allungò la mano per aiutare la ragazza seduta -direi che per oggi può bastare Weasley. Magari riprendiamo un altro giorno.- lei sorrise e si aggrappò alla mano quando un rumore assordante attirò l'attenzione di entrambi.

"We'll be, we'll be counting stars"
-Counting Stars, OneRepublic-
   
 
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