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Autore: Brit    24/02/2017    6 recensioni
Katie McGrath è un’attrice a tempo pieno che viene colta da una sfortuna dietro l’altra. Ha appena perso il fratello e la cognata in un terribile incidente e deve farsi carico di Nathan e Maddie, i suoi due nipoti. Incapace di prendersi cura di loro da sola cerca un’aiutante, però i due si rivelano dei combina guai capaci di far scappare tutte le tate. Ma la sua fortuna da irlandese non l’abbandona del tutto, per fortuna c’è Melissa Benoist.
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: FemSlash, Crack Pairing | Personaggi: Kara Danvers, Lena Luthor
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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KATHERINE MCGRATH POV
 
Non capivo cosa fosse successo. Eravamo tornate a casa, felici, mano nella mano. Avevamo aperto la porta e lei si era chinata a prendere una busta sul pavimento, che era stata fatta passare da sotto la porta.
L’aveva aperta e poi era scoppiata a piangere.
Ero subito corsa verso di lei e l’avevo presa tra le mie braccia. Nathan e Maddie erano sconvolti tanto quanto me. Anche se non capivamo il motivo di questo cambiamento d’umore così repentino, i bambini si avvicinarono e la abbracciarono. Maddie si fece prendere in braccio da Nathan, che le lasciò un bacino ed entrambi andarono nelle loro stanze. Ero sorpresa dalla loro dolcezza. Volevano davvero bene a Melissa.
La presi il polso e la condussi sul divano. Presi gentilmente la lettera tra le sue mani, che aveva completamente accartocciato.
La lessi silenziosamente. Melissa aveva fatto un provino proprio ieri mattina e… non era stata presa. Mi si spezzò il cuore.
“Mel..” la abbracciai di nuovo, mentre continuava a singhiozzare. Potevo capirlo. Era stato il suo primo provino, e la risposta negativa l’aveva spezzata. Era capitato pure a me ed avevo reagito nello stesso identico modo.
Lessi i nomi dei produttori. Li conoscevo, quei tre erano degli stronzi.
Di sicuro chissà quanto impegno ci aveva messo a studiare e ripetere tutte quelle battute; per poi cosa? Sentirsi solo dire un ‘le faremo sapere’.
Loro facevano così, non facevo un minimo sforzo per apprezzare il lavoro altrui.
Le accarezzai i capelli e le asciugai le lacrime.
“Mel, non preoccuparti. Non è questo stupido pezzo di carta che ti dice quanto vali. Okay?” le presi il viso tra le mani. Aveva gli occhi rossissimi e una faccia da piccolo cucciolo.
Le baciai la guancia, continuando a coccolarla. Mi appoggiai al divano e lei mise le gambe sulle mie cosce, appoggiando la testa al mio petto. Sembrava così piccola in questi momenti.
 
Incredibile come certe volte i ruoli si capovolgevano. Non molto tempo fa ero stata io a piangere su questo stesso divano, con Melissa a tranquillizzarmi.
Avevo realizzato che pure Melissa non era invincibile. Con tutta l’ansia accumulata per il provino, i comportamenti strani di sua madre, il viaggio e altri tanti sentimenti negativi, ora era esplosa.
“Mel? Melissa?” la chiamai, non sentendola più piangere.
Si sollevò a guardarmi: "Ho pensato portasse un po' più di fortuna lasciare il tuo indirizzo e non il mio." mi guardò triste. "E poi, se fosse successa una cosa del genere non sarei voluta essere da sola... ma con la mia famiglia."
Mi sciolsi alle sue parole e l'abbracciai forte. "Noi siamo sempre qui per te, Mel.", le baciai la guancia.
Le sorrisi dolcemente mentre lei andava a ad accarezzare il mio enorme cerotto sulla tempia.
“Ti piacerò comunque, anche con la cicatrice?” le chiesi, cercando di distrarla.
Annuì piano. “Mi piaceresti anche con un sacco di immondizia addosso. E poi.. le cicatrici sono sexy.”
Ridacchiai, per la sua espressione. Tolsi le sue gambe delle mie e mi alzai. Le porsi la mano e venne con me in cucina. Apparecchiai e ordinai del cibo cinese che in pochissimo tempo arrivò. Cenammo insieme e convinsi Melissa a restare anche per la notte. Le lasciai il bagno per farsi una doccia e le ridiedi il pigiama con l’unicorno che ormai era diventato suo.
Nel frattempo l’aspettai sul divano con i ragazzini che mi avevano subito chiesto come stesse. Spiegai la situazione e annuirono comprensivi. Melissa arrivò e le facemmo spazio in mezzo a noi, per poterla coccolare.
Verso le dieci andammo tutti a letto, stanchi della giornata.
Abbracciai Melissa tutta notte, non lasciandola neanche un istante. Avrei tanto voluto prendermi io tutto il suo dolore.
 
Il mattino dopo, mi convinsi che dovevo assolutamente fare qualcosa per lei, per farla sorridere.
Questi tipi di rifiuti se non li si scacciano subito, rimangono dentro per sempre. Lo sapevo meglio di lei.
Quando Melissa andò al corso mi piazzai al tavolo della cucina, a fissare la sua tazza.
Pensavo e pensavo, ma non avevo idee. Melissa era speciale e di conseguenza avrei dovuto preparare qualcosa di speciale. Ma cosa?
Cambiai stanza, mettendomi sul divano. Mi guardai attorno in cerca di ispirazione: mi soffermai sulla Play Station. Sorrisi ripensando a tutti i nostri balli e le nostre partite.
Mi alzai, passando un dito sui giochi appoggiati alla mensola sopra la televisione.
 
Ad un tratto un’idea mi colpì, come un fulmine a ciel sereno.
 
La tazza e la playstation.
 
Scoppiai a ridere da sola, felice della mia folle idea.
Sfregai le mani malvagiamente. Non mi restava che fare qualche telefonata ed organizzare il tutto.
 
Sarebbe stato il nostro primo appuntamento.
 
 
 
MELISSA BENOIST POV
 
Katie mi aveva dato il giorno libero. Me lo aveva comunicato telefonandomi, dicendomi che un giorno di pausa mi avrebbe fatto bene. Non ne ero molto convinta, soprattutto dal suo tono della voce: era strano, come se fremesse per qualcosa; decisi, comunque, di non pensarci troppo.
Mi invitò a casa per dopo cena, per stare tutti insieme e fare qualcosa di divertente. Ovviamente accettai.
Occupai tutta la mattinata al corso, a provare e riprovare le battute con i miei colleghi mentre nel pomeriggio mi rinchiusi nel mio buco di appartamento per ripetere le canzoni. Mi sentivo terribilmente a terra e svuotata, ma la parte combattiva di me continuava a spingermi a dare il massimo ed a convincermi del fatto che quei tre avessero perso una grande possibilità, scartandomi.
‘Un giorno sarai famosa, e piangeranno quando si ricorderanno che ti eri presentata e loro non ti avevano preso.’ continuavo a ripetermi, finendo a piangere tutte le volte. Il primo rifiuto era davvero difficile. Era un po’ come il primo cuore spezzato per un amore non ricambiato.
Mangiai davvero poco a cena e mi cambiai indossando una delle mie centinaia di camicie e un paio di jeans. Mi diressi a casa McGrath, parcheggiai la macchina ed entrai.
Rimasi un po’ perplessa notando il salotto mezzo buio.
“Buona sera Signorina Benoist!” mi si avvicinò Nathan in smoking.
Spalancai gli occhi mentre lui mi sorrideva a trentadue denti. Mi porse una rosa e lo ringraziai stranita.
“Che diamine sta succedendo in questa casa?” gli chiesi.
Ignorò la mia domanda, mentre dalla cucina arrivava Maddie, con un bellissimo vestitino floreale.
“Zia Katie ha detto di mettere questa! Non devi assolutamente toglierla!” mi porse una bandana. “Assolutamente.” ripeté Nathan, prendendola e legandomela sugli occhi.
“Ora che succede?” chiesi, ma non sentii nulla, nessun suono. Chiamai Maddie e Nathan, dove erano finiti?
Sentii finalmente dei passi, avvicinarsi verso di me. Era Katie, di sicuro. Riuscivo a sentire il suo profumo. Mi prese le mani e mi diede un piccolo bacio sulle labbra.
“Signorina Benoist.” Mi baciò di nuovo mentre sussurrava il mio cognome. Fui percorsa da mille brividi. Il non vedere rendeva tutto molto più intenso.
“Pronta?” mi chiese, tirandomi verso di lei. Mi prese a braccetto per non farmi sbandare.
“Per cosa?” chiesi curiosa.
“Vedrai.”
 
Salimmo in macchina e Katie partì. Solo Dio sapeva dove mi stesse portando. Accese la radio e si mise a canticchiare qualsiasi canzone passasse. Aveva una voce così bella che sarei stata ore ad ascoltarla.
Finalmente la macchina si fermò. Ascoltare Katie cantare non mi aveva fatto concentrare sulla durata del viaggio. Non avevo nessuna pista sul posto in cui mi stesse portando. La macchina si spense e, dopo poco, la portiera si aprì. Katie mi aiutò a scendere; camminammo per un paio di metri ed entrammo in un luogo chiuso. Mi fece fare qualche altro passo e si posizionò dietro di me, abbracciandomi da dietro.
“Benvenuta al nostro primo appuntamento, Melissa Benoist.” Mi sussurrò all’orecchio, togliendomi la fascia dagli occhi.
 
Sbattei un paio di volte gli occhi mentre si abituavano alla luce.
Non potevo crederci!
Mi guardai attorno: Katie mi aveva portata nel locale dove ci eravamo incontrate la prima volta, per il mio colloquio. Ma questa volta era diverso, tutti i tavolini erano stati tolti, ad eccezione del nostro che era nella stessa posizione dell'ultima volta.
Il locale era stato addobbato da candele e palloncini a forma di cuore, che creavano un'atmosfera davvero romantica.
Mi voltai verso di lei, incredula e commossa, e l'abbracciai forte.
"L’ho affittato per stasera. È tutto per noi, Mel." mi sorrise raggiante.
"Grazie, grazie, grazie." la strinsi forte cercando di trasmetterle tutta la mia gioia.
"Non ringraziarmi, non hai ancora visto nulla." mi prese per mano e ammiccò. Solo in quel momento notai quanto fosse bella: indossava un completo con giacca, sotto la quale non c'era la camicia. Avvampai al pensiero che sotto poteva non aver nulla.
Aveva lasciato i capelli lisci, slegati, che le ricadevano dolcemente sulle spalle.
Mi portò verso il tavolo, spostandomi la sedia. Ridacchiai per il suo comportamento da cavaliere.
Si sedette di fronte a me e le nostre mani subito si incontrarono. Ci sorridemmo felici, mentre una cameriera, l'unica persona oltre a noi nel locale, ci portava una grossa tazza per due di cioccolata fondente con panna, cacao e Smarties.
“L’hai presa così quando ci siamo incontrate. Me lo ricordo ancora, ero scandalizzata.” mi confessò, imbarazzata.
Scossi la testa sorridendo, le porsi un cucchiaino ed iniziammo a mangiarla guardandoci e sorridendoci come ebeti.
Al termine, Katie prese il tovagliolo per passarmelo sul naso. Evidentemente mi ero sporcata anche questa volta.
Si alzò ed il mio cuore prese a battere forte. Mica mi stava chiedendo di sposarla?! Non ero ancora pronta ad un passo del genere!
Mi porse la mano: “Posso avere l’onore di questo ballo, Signorina Benoist?”
Le presi la mano, mentre partiva una canzone romantica. Ridacchiai mentre mi tirava verso di lei. Era tutto perfetto: le sue mani sui miei fianchi, le braccia attorno al suo collo, le fronti unite, i battiti dei cuori sincronizzati, i respiri corti ed emozionati.
Danzammo lentamente, al centro del locale, ondeggiando ed ascoltando i nostri sentimenti e le nostre emozioni.
Poi, improvvisamente, partì una canzone che riconobbi dalle prime note: (I’ve Had) The Time Of My Life. La guardai con le lacrime agli occhi, mentre lei mi sorrideva compiaciuta. Non mi ero mai stata sentita così felice e completa in vita mia.
Misi una mano sulla sua nuca e la avvicinai a me. Le nostre labbra si incontrarono in un bacio dolce e pieno d’amore.
Mi staccai e le accarezzai i capelli. Si era anche tolta il cerotto, lasciando spazio ad una piccola linea chiara.
Mise le mani dietro la mia schiena e mi fece fare un casqué.
Mi risollevò, e si posizionò dietro di me. Senza rendercene veramente conto, stavamo ripetendo i passi del videogioco ma con i ruoli inversi.
Mi prese per mano, avvicinandomi a lei e mi baciò. Ci ristaccammo e mi fece fare una giravolta. Appoggiai la schiena al suo petto, e dondolammo con le nostre braccia incatenate.
Si inginocchiò di fronte a me. Risi, ricordando come ero stata io ad inginocchiarmi la prima volta.
Dovevo girarle intorno ma rimasi ipnotizzata dai suoi occhi, così verdi, scuri e pieni di passione. Si alzò, e mi afferrò la parte bassa della schiena per un altro casquè. Mi rialzò e la baciai con passione, appoggiando le mani sui suoi fianchi. Volevo sentirla il più possibile addosso a me. Le nostre lingue si incontrarono, mentre i nostri baci si facevano sempre più caldi e le nostre mani si aggrappavano al corpo dell’altra.
Mi staccai da lei, a corto di respiro. Appoggiai la fronte alla sua e, con il poco fiato rimasto, a fior di labbra le sussurrai di portarmi via.
“Cosa?” mi richiese, non avendo capito.
La guardai negli occhi. “Portami a casa.”
 
 
Abbandonammo il locale il più velocemente possibile. Entrammo in macchina, lei seduta al posto del guidatore, come nel viaggio di andata. Si mise la cintura, girò le chiavi mentre, impaziente, le mordevo il collo e passavo una mano lungo la sua coscia.
Le si spense la macchina. “Melissa…” mi chiamò mentre finalmente riusciva a farla partire. “Non riesco a concentrarmi così.”
“Guida.” le ordinai, non ammettendo repliche.
Non so come, ma riuscì a partire mentre continuavo ad accarezzarla ed a dedicarmi al suo collo.
Poteva sembrare esagerato, ma non riuscivo più ad aspettare. Sentire i suoi gemiti mentre continuava ad impegnarsi a guidare era troppo.
“Fermati.” le ordinai qualche minuto dopo.
“Melissa, non credo sia una buona ide-ah!” le morsi più forte il collo, convincendola.
Lasciai in pace Katie, che cercava un luogo appartato ed adatto. Ci fermammo con la macchina su una piccola collinetta, vicino ad una chiesetta non più usata.
Aprimmo la portiera e ci spostammo con fretta nei sedili posteriori. Avevamo appena chiuso le portiere che eravamo già praticamente l’una addosso all’altra.
Andai subito a slacciare il bottone di quella giacca così sexy. La sentii sussultare quando le mie mani si appoggiarono sui suoi seni nudi. Iniziai a massaggiare mentre le sue mani mi strapparono di dosso la camicetta. Vidi un bottone saltare via, ma non me ne importava nulla.
Me la sfilai, insieme al reggiseno, mentre lei si andava a togliere definitivamente la giacca. Si mise a cavalcioni su di me e mi baciò e succhiò il collo, lasciandomi dei segni violacei.
Chiusi gli occhi accarezzando la sua schiena mentre sentivo la sua mano sbottonare i miei jeans.
Si spostò per permettermi di abbassarli e si riposizionò seduta su di me.
Continuò a torturarmi il collo, mentre la sua mano sfiorava, da sopra gli slip, il centro del mio piacere.
Le presi la mano e la ficcai direttamente dentro. Non volevo aspettare. Le sue dita iniziarono a muoversi su di me, prima lentamente e poi sempre più veloce.
Sospirai di piacere, Katie era incredibile. Mi baciò; sentii la sua lingua nella mia bocca e la accolsi.
Mi aggrappai forte alla sua schiena, puntando le unghie nella sua pelle, quando due dita scivolarono dentro. Ansimai forte, mentre lei continuava a spingere sempre più forte.
Mossi il bacino verso le sue dita, cercando sempre più contatto e piacere e ci prendemmo per mano, incrociando le nostre dita.
Raggiunsi l’apice in poco tempo, sussurrando il suo nome e stringendola forte a me.
Avevo sentito tutta la sua passione.
Mi abbandonai sui sedili, abbracciando Katie ancora su di me.
Le presi il viso e la baciai ripetutamente, colmata d’amore. Le sorrisi, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Ci guardammo intensamente, senza dire nulla. Lasciammo parlare i nostri occhi, le nostre labbra e le nostre mani.
 
“Forse sarebbe meglio tornare a casa.” le dissi sottovoce poco dopo, baciandole l’angolo della bocca.
“Forse?” Katie alzò un sopracciglio.
Annuii convinta, cercando la sua giacca per coprirla. Stava iniziando a fare freddo.
“Per il secondo round.” la baciai, mordendole il labbro.
“Per il secondo round.” ripeté, guardandomi maliziosa.
Ci rivestimmo e tornammo a casa, gustandoci comodamente la seconda parte della nostra serata.
 
 
 
NOTE:
La vostra notte di fuoco è arrivata!! È stato davvero difficile scriverla, credetemi!
Ditemi un po’, cosa ne pensate? Katie è stata abbastanza romantica? Melissa l’ha ringraziata per bene?
Colgo l’occasione per ringraziarvi ancora tutti per seguire, recensire, adorare questa fanfiction!
A presto! Un abbraccio a tutti! *^*
PS: per l’abbigliamento di Katie mi sono ispirata alla grandiosa Paola Turci!
  
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