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Autore: MiaBlack    26/02/2017    3 recensioni
La storia si colloca anni dopo a "What? realy? My..." Si lo so vi ho rotto le scatole con sta storia ma vi prendete pure lo spin off! xD
Sono passati anni da quando Oliver ha salvato la città da Slade. La città è più o meno tranquilla. Oliver ha abbandonato definitivamente il suo ruolo di di Green Arrow e anche Felicity ormai non scende più al covo da molto tempo. La città ha comunque bisogno di eroi che combattano per lei... Qualcuno di molto vicino a loro prende in cosegna i costumi: Arrow, BlackCanary e Arsenal tornano con nuovi volti e nuovi nemici da affrontare.
Nel loro pattugliare un ladro attirerà la loro attenzione e più di tutti quella della nuova BlackCanary.
Genere: Generale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Nuovo personaggio, Oliver Queen, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 7

 

 

Nonostante stesse arrivando il primo freddo quel pomeriggio le temperature erano ancora miti, il sole riscaldava e il vento non era più fastidioso del solito. Hope e Alex camminavano l'uno accanto all'altra senza però rivolgersi la parola, entrambi pensavano ai fatti propri incuranti della presenza dell'altra persona.

-Scusami. - disse all'improvvisso Alex interrompendo il silenzio e distogliendo Hope dai suoi pensieri.

-Per cosa? - secondo lei c'erano tante cose per cui lui avrebbe dovuto chiederle scusa, ma sicuramente lui non avrebbe concordato.

-Ti ho chiesto di venire a prendere un caffè con me ma ti sto praticamente ignorando. - il sorrisetto divertito e leggermente colpevole che gli increspò le labbra fece sorridere Hope la quale distolse lo guardo limitandosi ad alzare le spalle.

-Mi hai promesso un caffè, non una conversazione. Io sono qui solo per il caffè! -

-Mi pare giusto. Vieni, qui fanno un caffè delizioso, ma il loro vero punto di forza sono i muffin.- esclamò lui fermandosi davanti ad un negozio. Alex aprì la porta e lasciò che Hope passasse per prima. Da fuori il locale non sembrava niente di straordinario, anzi se non ci si faceva particolarmente attenzione poteva essere scambiato per un abitazione, il negozio aveva una porta in legno e alle finestre c'erano delle tende bianche, l'interno non era diverso dal fuori l'ambiente era stato arredato come un grande salotto: c'erano poltrone e divani con piccoli tavolini, un bancone con degli sgabelli in legno tagliava quasi a metà il locale, mentre in fondo, proprio dalla parte opposta della porta c'era il bancone che occupava tutta la parete.

-Buon pomeriggio ragazzi. - al banco c'era una signora anziana, Hope non si aspettava niente di diverso da quel luogo, quella vecchietta era perfettamente in tema con l'ambiente.

-Cosa posso darvi? - chiese ancora la donna sorridendo ai due, Alex rispose al sorriso avvicinandosi al bancone, la cassa era stata messa al centro e su un lato c'era la caffetteria mentre dalla parte opposta c'erano dolci e salati di ogni genere.

-Due caffè? - chiese rivolto a Hope, la quale però si stava ancora guardando attorno, alle pareti c'erano fotografie di quella che doveva essere la donna al di la del banco solo che era lei in versione giovane.

-Ehm, no per me un tea grazie. - rispose distogliendo l'attenzione dalle foto e avvicinandosi al bancone.

-Bene e per te giovanotto? -

-Un caffè. - la signora sorrise e si mise a preparare le due bevande, Alex guardava con curiosità la ragazza che non smetteva di guardarsi attorno.

-Questo posto sembra uscito da una favola, sembra la casetta della nonna di cappuccetto rosso. - commentò, mentre i suoi occhi scorrevano sulla parete dove un enorme libreria stracolma di libri occupava gran parte della parete.

-Grazie! È proprio quello che volevo ottenere. - rispose la signora posando il caffè davanti ad Alex.

-Beh c'è riuscita magnificamente. - quando anche il tea fu pronto Hope portò la sua attenzione sulla tazza e ne bevve un sorso.

I due ragazzi si sedettere su due sgabelli e sorseggiarono le loro bevande in sielnzio, Hope continuava a guardarsi attorno: ora che aveva studiato tutto il locale la sua attenzione si era rivolta ai clienti, quando era arrivata non ci aveva fatto troppo caso, ma quasi tutti i divanetti e i tavolini appartati erano occupati. Alexandre invece guardava fuori dalla finestra completamente assorbito dai suoi pensieri. Alex si riscosse quando a uno dei clienti scivolò di mano la tazza, il ragazzo scattò in piedi in posizione di guardia sorprendendo Hope che non si aspettava una reazione del genere.

-Scusa. - si limitò a dire imbarazzato tornando a sedersi.

-Da quanto ti alleni? - chiese Hope cercando di rompere quel silenzio, non le interessava conversare con lui, ma rimanere seduti al tavolo in silenzio era una situazione che non la metteva a suo agio.

-Da sempre, mia zia mi ha insiegnato la posizione di guardia prima ancora che imparassi a camminare. - Hope scoppiò a ridere, non conosceva la donna, ma sicuramente Sara se avesse potuto avrebbe fatto altrettando con lei.

-Tu come hai iniziato? -

-Mia zia era stufa di vedermi arrabbiata con il mondo e pronta a scoppiare, così ha deciso di portarmi in palestra a scaricare, ne ho prese un numero infinito ed era frustrante soprattutto per una come me, che non ha mai saputo cosa volesse dire non poter arrivare a qualcosa. Mi ha insegnato a combattere, a gestire la rabbia e la frustrazione. - sorrise al ricordo dei primi allenamenti, erano loro due sul tatami e per ogni colpo buono che dava ne riceveva uno in risposta, se il colpo non era buono ne riceveva anche tre o quattro.

-E' buffo come entrambi siamo stati indirizzati dalle nostre zie a questa disciplina. -

-Sara non è veramente mia zia.- ammise scollando le spalle, Sara non era sua zia ma forse le voleva più bene e le doveva molto di più che a una zia vera, adorava Thea, ma se doveva scegliere con chi passare il suo tempo avrebbe scelto sempre Sara e non perché al 90% lo avrebbe trascorso sul tatami, ma perché la sentiva più vicina a comprenderla.

-Aspetta... Sara? La proprietaria della palestra? -

-Si, è un amica di famiglia, non che ex ragazza di mio padre. Mi ha insegnato tutto lei e le devo molto. -

-Ex di tuo padre? Tua madre ha un ottimo autocontrollo a quanto pare. -

-Mia madre adora Sara, sono amiche e si vogliono bene e non potrei immaginare la mia vita senza lei. -

-Anche quella che chiamo io zia non è veramente mia zia era un amica di mia mamma, mi ha cresciuto lei e per me è la cosa più vicina ad una madre, anche se non si è mai comportata da mamma.-

-E i tuoi? - la domanda le uscì di getto, prima che si potesse rendere conto di quanto era inopportuna, Alex però non sembrò farci caso, sorrise appena e rispose tranquillamente.

-Mio padre è morto prima che io nascessi, mia madre invece quando io ero piccolo, non ho nessun ricordo di lei, era dovuta andare via per un po' e non è più tornata. - Hope annuì dispiaciuta, sapeva cosa voleva dire crescere senza un genitore, lei non aveva avuto suo padre per i primi anni, ma poi era tornato e nonostante tutti i problemi era rimasto con loro.

-Ti capisco: mio padre era stato dato per morto quando mia madre aspettava me e mio fratello... è tornato solo qualche anno dopo e noi lo abbiamo conosciuto quando avevamo sei anni. Siamo stati fortunati, lo sappiamo. -

-Molto.-

-Ora dimmi, perché ti sei fissato con me? - la domanda di Hope era posta con serietà ma con un tono leggero quasi divertito, stranamente non aveva voglia di essere aggressiva o cattiva.

-Sembri una ragazza interessante. Voglio dire, sei sveglia, intelligente, senza peli sulla lingua e sai combattere, non sono caratteristiche facili da trovare separatamente, figurarsi in una sola persona. -

-Tu hai chiesto di me a giro. -

-Si. - la frase della bionda non era proprio una domanda, ma Alex non si fece intimidire, aveva chiesto di lei, dopo che era sparita dal locale e aveva continuato a chiedere di lei anche dopo averla incrociata in palestra, voleva capire qualcosa in più su quella strana ragazza.

-E allora perché? -

-Perchè cosa? -

-Perchè sei qui con me? Perchè mi hai chiesto i venire a prendere un caffè, perché mi parli? - Hope non riusciva proprio a capirlo, la gente quando parlava di lei non usava mai termini molto lusinghieri, era una stronza senza cuore e ormai non faceva nulla per smentire la situazione.

-Ti poni la domanda sbagliata: perché non dovrei essere qui con te? Ti ripeto hai le qualità che mi piacciono e poi non ci credo. - aggiunse alzando il mento come a volerla sfidare a contraddirlo.

-Non ci credi? -

-No non ci credo, secondo me nessuno di loro ti conosce. Sicuramente hai fatto qualcosa a qualcuno, con il caratteraccio che ti ritrovi, ma questo sicuramente non giustifica tutte le voci che girano su di te. -

-O forse si. - Hope distolse lo sguardo imbarazzato, era stato un incidente non l'aveva fatto di proposito, quando aveva strattonato Shelly non era stata con l'intenzione di farle del male, ma non aveva ancora il controllo, non che ora l'avesse, ma sicuramente sapeva come gestire la situaizone.

-Non ci credo.-

-Dovresti chiedere a Shelly, lei ti dirà sicuramente di quanti e quali crimini mi sono macchiata. -

-Non so chi sia questa Kelly.. - Hope lo guardò sorpresa, Alex sembrava veramente che ci stesse pensando, a parte che le aveva sbagliato il nome.

-Shelly, non Kelly. -

-No... mi dispiace mai sentita, chi dovrebbe essere? Anzi no, non mi interessa. -

-Ti giuro che se è un suo piano per ferirmi, ti do il permesso di chiudere tutto qui e di dirle che il piano è perfettamente riuscito. - non riusciva a non essere diffidente, lo aveva visto con la ragazza come poteva non sapere chi fosse.

-Hope, non so chi sia! -

-Quella del Verdant. - Alex finalmente capì di chi stava parlando Hope e non riuscì a non storcere le labbra infastidito.

-Quella zecca? Senti, sembra ottusa e molto superficiale e poi detto tra noi, mi piaciono le ragazze con un po' di carattere che devo faticare per ottenere, quelle facili non mi attirano nemmeno un po'.-

-Tutti vogliono Shelly. -

-Bene, allora la lascio a questi tutti. Io voglio conoscere te. -

-Non ne valgo la pena... - dopo questa frase Hope si alzò dallo sgabello e uscì lasciando la tazza vuota sul bancone, tutte quelle frasi la stavano mandando in confusione, nessuno aveva mai sprecato un solo minuto per conoscerla e non riusciva a credere che questo tizio fosse serio.

-Ehy aspetta! Io non ti conosco, so a malapena chi sei. Non puoi liquidarmi solo perché sono stato cresciuto pensando con la mia testa. -

-Alex io … io sono una persona difficile, con una pessima reputazione, un pessimo carattere e molti problemi. Tu non vuoi veramente conoscermi. -

-Ti sbagli. Non mi interessa niente della tua reputazione, ti posso garantire che nemmeno la mia è così fantastica, ho un pessimo carattere anche io e i problemi beh ognuno a i suoi. - Hope rimase in silenzio continuando a studiarlo.

-Te l'ho detto che sono stato cresciuto da mia zia, beh diciamo che la sua famiglia ha un attività di famiglia nella quale mi hanno fatto entrare fin da piccolo. Non è un attività molto convenzionale, ma non mi sono mai lamentato, ma lei, non è contenta che io sia qui, anzi, nemmeno lo sapeva, ora l'ha scoperto e sta venendo a prendermi per ripotarmi a casa. -

-Cosa?-

-Ogni famiglia ha i suoi problemi, il padre di mia zia non ha preso bene il mio andarmene e anche mia zia, per loro è un tradimento. -

-Ma che accidenti di azienda avete? - Alex scoppiò a ridere, se sua zia avesse sentito parlare dell'attività di famiglia come un azienda si sarebbe sicuramente messa a ridere e poi l'avrebbe uccisa, si stava aprendo troppo con una perfetta estranea, doveva stare attento se sua zia avesse solo sospettato che lei sapeva avrebbe risolto a modo suo.

-Lascia stare. La tua famiglia invece? -

-Cosa c'entra la mia famiglia? -

-Il tuo cognome è ha caratteri cubitali su un palazzo al centro della città. -

-Beh quella è l'azienda della famiglia di mio padre e non abbiamo le mani in pasta solo li, anche il Verdant è nostro, lo ha aperto mio padre e ora lo gestisce sua sorella, la mia vera zia. Una quota della palestra è nostra, se ti sto ad elencare tutto quello in cui abbiamo investito non la finiremo più.-

-Mi stai dicendo che possedete mezza città? -

-Oh no! Ci spostiamo anche a Central City. - rispose candidamente lei, dopo l'arrivo di Felicity nell'azienda avevano inziato a investire in aziende e in piccole imprese finendo per avere quote in quasi tutte le più grandi aziende della città e andando a finire anche a Central city.

-Okay sei una ragazza potente...-

-No, mio padre e anche mia madre visto che sono soci, ma io non faccio nulla, la socetà non è mia. - finchè non si fosse meritata di gestire la socetà lei sarebbe stata semplicemente la figlia dei proprietari.

-Capisco il tuo ragionamento, visto che mia zia è l'unica erede di suo padre tutti pensano che sarà lei un giorno a gestirla e visto che mia zia non è intenzionata ad avere figli suoi, tutti pensano che sarò io alla fine ad avere il controllo, ma non è detto e soprattutto io non lo voglio. Sono qui per studiare e voglio farmi una vita diversa. -

-Ti capisco. Cosa studi? -

-Politica internazionale, tu invece? - Hope lo guardò un attimo sorpresa, quante possibilità c'erano che un ragazzo si interessasse a lei? E per di più che il ragazzo non solo fosse bello come un modello, ma che fosse anche capace di metterla ko e il tutto supportato da un cervello funzionante, doveva star sognando.

-Io ora studio economia. - si affrettò a rispondere così che Alex non potesse chiederle a cosa stesse pensando.

-Non mi pari molto vogliosa, sei stata costretta? - Hope sorrise in un certo senso era stata costretta dalla situazione, ma comunque nessuno le aveva puntato una pistola alla testa per costringerla a frequentare.

-Quando pensi di ereditare un azienda come quella della mia famiglia, sapere cosa sia un bilancio fa comodo, soprattutto se tuo fratello che sarà tuo socio alla pari ci metterà solo la faccia, perché il cervello l'ho ereditato solo io! - Robert non era stupido, ma purtroppo era più bravo in attività manuali piuttosto che a tenere un bilancio. Se lo mettevi a costruire frecce sarebbe stato capace anche di farlo ad occhi chiusi, ma un semplice calcolo fatto con un programma al pc dove si doveva solo inserire i dati puntualmente finiva con il computer bloccato.

-E se tu non volessi? - la domanda era semplice, ma nella sua semplicità nascondeva risvolti che per Hope non era facile spiegare.

-Ma io voglio. Il fatto che economia mi annoi a morte non vuol dire che io non voglia lavorare li, io non voglio essere l'amministratore delegato, io voglio lavorare nel reparto informatico o in quello di ricerca e sviluppo, per quello dico sempre che mio fratello ci mette la faccia e io il cervello.-

-E perché non hai scelto un indirizzo diverso. - Hope rise di gusto, si era dimenticata che Alex non poteva saperlo, forse quando aveva chiesto di lei nessuno si era sprecato a dirgli del suo quozziente intellettivo.

-Ma io l'ho fatto. Mi sono laureata al MIT, ma so anche che senza un po' di economia l'azienda potrebbe andare in fallimento nel giro di un anno, mio padre c'era quasi riuscito. -

-Aspetta! Tu hai si e no la mia età e mi stai dicendo che sei già laureata al MIT? - Alex la stava guardando incredulo e non aveva tutti i torti.

-Si, oltre all'azienda di mio padre ho ereditato il cervello di mia madre che lei ha ereditato da suo padre. Abbiamo un QI più alto della media, mi sono laureata quando i miei coetanei finivano le superiori, ho fatto anche un master e ora sto finendo economia. -

Senza che i due se ne accorgessero mentre parlavano erano finititi nel parco, in quel periodo visto l'arrivo del freddo non c'erano tante persone ed era il posto giusto per evitare di essere visti e di creare pettegolezzi indesiderati.

-Aspetta, okay avere un QI superiore alla media, ma qui stai omettendo quanto superiore.-

-Mia mamma e mio nonno hanno entrambi 140.. io uguale a loro. Il MIT è stato una passeggiata, molte cose me le aveva già insegnate mia mamma a casa.-

-Sono, senza parole. -

-Intimorito? - se non era la sua fama da cattiva ragazza a far scappare i ragazzi era il suo cervello, Alex la guardò dritta negl'occhi, sembrava quasi che non stesse battendo le palpebre, Hope sorpresa da quel comportamentò indetreggiò di qualche passo finendo contro la staccionata che divideva il sentiero dal laghetto.

-Nemmeno un po'.- rispose lui seguendo i suoi movimenti e rimanendo ad una vicinanza che Hope definiva eccessiva. Se solo avesse alzato il viso le loro labbra si sarebbero toccate, da quella distanza sentiva il profumo del bagnoschiuma che il ragazzo aveva usato e doveva ammettere che le piaceva. Alex si tirò indietro sorprendendo la ragazza che era convintissima che avrebbe provato a baciarla.

-Ti squilla il cellulare.- Hope si riprese dallo stato in cui era caduta, la vicinanza del moro l'aveva sconvolta tanto da non accorgersi del telefono che stava squillando.

-Pronto. -

“Hope... aiutami...”

-Sara! Dove... - ma orami l'amica non era più in linea, la chiamata era stata interrotta.

-Devo andare! -

-E' successo qualcosa? - Hope aveva iniziato a percorrere il sentiero che li aveva condotti fino a li.

-Una mia amica, non lo so.. -

-Hai detto Sara, non è...- la domanda rimase sorspesa a metà, nemmeno Alex sapeva perché stesse chiedendo se Sara era la stessa Sara della palestra.

-Oh, no no, è la ragazza con cui mi hai visto al caffè. Ora scusa devo andare. - Hope iniziò a velocezzare il passo.

-Ehy e se ti volessi contattare? - ora che la giovane sembrava essersi lasciata andare non poteva perdere un occasione come quella, doveva approfittarne, ma quel maledetto cellulare aveva rovinato i suoi piani.

-Chiamami! - urlò lei agitando il cellulare.

-Non ho il numero! -

-Trovalo! - urlato quello la bionda scomparve dalla sua visuale, se quella era una sfida l'avrebbe vinta, non avrebbe perso non era abituato a perdere, non quando in ballo c'era qualcosa che gli piaceva.

Continua

 

Eccoci anche alla fine del settimo capitolo, spero che la storia vi piaccia.
prima di lasciarvi volevo ringraziare Yogia_02 che continua imperterrita a recensirmi <3 grazie!! non sai che piacere mi fa sapere che la storia ti piace!!
Vi invito a recensire perchè come vi ho sempre detto sono le vostre recensioni a darmi la voglia di scrivere e sono quasi a fine dei capitoli pronti... U.U

un bacione
MiaBlack
   
 
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