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Autore: Elly_46    27/02/2017    3 recensioni
Questa storia è una Fremione con l'aggiunta della Drinny poichè sono le mie coppie preferite e sono convinta che avrebbero potuto esserci. La storia parte dalla fine delle vacanze estive alla tana, prima dell'inizio del quinto anno di Hermione e Draco,il quarto per Ginny e il settimo per i gemelli.
Dal capitolo 13-
> disse lui sbattendolo violentemente sul tavolo e trafiggendola con lo sguardo. A Ginny scappò un’altra lacrima e Draco si sentì debole
Genere: Drammatico, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Fred Weasley, Ginny Weasley, Hermione Granger | Coppie: Draco/Ginny, Fred Weasley/Hermione Granger
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Un anno dopo . . .
 
 


<< Ginny >>. La voce di Luna spiccò tra le altre mille dei ragazzi che si dirigevano all’esterno della sala grande dopo la fine della cena.
<< Ehi >> le sorrise la rossa di rimando mettendosi accanto alla bionda tutta sorrisi felici.
<< Ci pensi che questa è la nostra ultima notte qui ? >> disse ancora la corvonero.
<< E’ strano in un certo senso, ma non vedo l’ora di tornare a casa >> rispose la grifona.
<< Non vedi l’ora di tornare da Draco, direi >> ridacchiò Luna.
<< Potrei dire lo stesso di te, sai ? Neville ti scrive praticamente tutti i giorni >>
<< E’ solo dolce >> fece lei facendo ridere Ginny. Insieme si diressero ai giardini per poi passare davanti la casa di Hagrid che le salutò calorosamente. La prima volta che l’aveva visto gli arrivava praticamente sotto al bacino, ora poteva vantarsi di arrivare alla sua barba. Sorrise pensandoci, pensando a come tutto fosse così diverso da allora.  Arrivarono piano al lago nero sedendosi in riva. L’acqua era tranquilla, sembrava quasi immobile. La luce della luna risplendeva limpida e bianco-argentea sulla superfice creando un gioco di luci e ombre da mozzare il fiato. Ginny sospirò ricordando ogni cosa, ogni istante che aveva passato in quel castello negli ultimi sette anni. Il primo anno l’avrebbe anche cancellato volendo, ma pensandoci su scosse il capo. Era pur sempre parte di ciò che era diventata. Ricordò il suo primo bacio con Michael al terzo anno, poi la cotta per Harry che cresceva con lei. Avrebbe scommesso che quando si erano messi assieme non si sarebbero mai separati. E poi. Poi era arrivato lui. Un angelo biondo tanto bello quanto letale. Draco era tutto ciò che avrebbe mai potuto desiderare, era in ogni suo respiro, in ogni suo battito. E sorrise come sempre pensando a lui.
<< Pensi al tuo bel principe biondo ? >> la richiamò Luna ridacchiando.
<< Già. Mi manca >>  rispose semplicemente lei.
<< Vi siete visti da poco >>
<< Non lo vedo da due mesi, Luna. E’ difficile vedersi, ma domani torneremo a casa. Stavolta per sempre >> disse la rossa sicura.
<< Anch’io non vedo Neville da un po’. Hanno il loro bel da fare >> disse la bionda scrollando le spalle. Ginny annuì. Era vero. Dopo la fine della guerra ognuno era tornato a casa propria per stare con la propria famiglia, per piangere i propri cari. Anche loro avevano pianto. Avevano perso Remus e Thonks. Molti ragazzi non avevano fatto ritorno alle loro case, e aveva visto il dolore sui volti dei familiari nell’apprendere la notizia. La seconda guerra magica era stata la guerra dei ragazzi. Ne erano morti più di quanti ne fossero sopravvissuti, e la cosa le metteva tristezza. La scuola era stata ricostruita con l’aiuto di tutti, e con un po’ di magia non ci era voluto molto. Le ferite. Quelle non sarebbero state così veloci da cancellare.  A settembre era riaperta, per ricominciare da dove si erano fermati, ma senza dimenticare ciò che era stato. La Mcgranitt era la nuova preside, e la cosa non poteva che farle piacere. Erano tornate solo lei, Luna ed Hermione. La riccia però era tornata a casa la settimana prima, autorizzata a sostenere i MAGO prima degli altri, e Ginny era sicura che stava già studiando per entrare al ministero. Ron ed Harry avevano accettato di buon grado il fatto di poter accedere alla scuola per Auror senza i MAGO e ormai il loro primo anno era quasi finito. Neville aveva deciso di studiare erbologia, ci avrebbe scommesso. Fred e George continuavano a fare soldi con il negozio che fruttava sempre di più, mentre suo padre ora era viceministro della Magia, e lei ne era profondamente orgogliosa. Lavanda aveva intrapreso gli studi di trasfigurazione, e giurò di vedere sul viso della preside la sorpresa e la felicità per quella notizia.  Fleur avrebbe partorito di lì a un mese più o meno e sua madre era super eccitata, così come tutti del resto. Sarebbe stata una femmina. Non vedeva l’ora di scoprire il nome, suo fratello non le aveva detto nulla. Il suo Draco invece, lui aveva sorpreso tutti ancora una volta. Aveva deciso dopo infiniti dubbi di iscriversi alla scuola per Medimago, voleva fare qualcosa che aiutasse le persone per davvero. Lei semplicemente gli era saltata addosso abbracciandolo. Si vedevano spesso, di solito almeno una volta al mese lui andava a trovarla, ma ultimamente era diventato difficile perché lei aveva i MAGO e il ragazzo i suoi esami. Sorrise ripensando a quando poche settimane dopo la fine della guerra aveva deciso di portare Draco a casa sua per farlo conoscere ai suoi genitori. Il biondo si era mostrato subito intelligente e affascinante come suo solito accattivandosi subito sua madre. Suo padre aveva approvato un secondo dopo aver visto come il biondo la guardava, confermando ciò che aveva detto davanti a tutti. A distanza di un anno sua madre considerava Draco suo figlio più di Ron e degli altri, cosa che a Ron sembrava ancora assurda, sebbene avesse creato un rapporto con il ragazzo, così come tutti del resto. Lei aveva passato un paio di settimane a Malfoy Manor durante l’estate. Narcissa l’adorava, la ritrovava più come un’amica che come una suocera e ne era felice. Lucius era in prigione a pagare per i suoi crimini. Sapeva ovviamente tutto, e una volta era andata con Draco e sua madre a trovarlo facendo le presentazioni ufficiali. Malfoy Senior aveva semplicemente approvato, mostrandosi pentito di ciò che aveva fatto in passato, e orgoglioso di ciò che il figlio aveva fatto.  Alzò il viso verso la luna prendendo un bel respiro e scoppiando a ridere di colpo facendo accigliare la bionda accanto a lei che era intenta a lanciare ciottoli nel lago.
<< Perché ridi come  una pazza ? >> chiese curiosa.
<< Pensavo a quando Fred ha chiesto a Draco se si tingeva i capelli >> rise tra le lacrime la rossa.
<< Beh, direi che la fattura che si è beccato è stata una bella risposta >> rise anche lei ricordando quella scena. Era successo a Natale, e le risate avevano praticamente paralizzato tutta la famiglia.
<< Un po’ di tempo fa avevo detto a Fred che se lo avesse fatto Draco non l’avrebbe presa bene >> continuò la rossa.
<< Merlino, è stato esilarante >>
<< A volte li guardo e li trovo così diversi, eppure sono diventati migliori amici >> disse poi Ginny smettendo di ridere, ma sempre con un sorriso sul volto. Fred e Draco erano praticamente diventati come Ron ed Harry. Solo molto più ”sexy e intelligenti” come diceva suo fratello. Lei sapeva bene quanto in realtà a Draco mancasse Blaise. Mancava a tutti, ma non negava di essere felice che proprio Fred fosse l’amico di cui il biondo avesse bisogno.   
<< Credo che fosse destino. A guardarli bene non sembrano così diversi >> suggerì Luna, e lei si ritrovò ad annuire.
<< Allora – disse poi con un sospiro voltandosi a guardare il castello alle loro spalle, immerso nel buio della notte, ma con le luci soffuse che fuoriuscivano dalle finestre – domani si torna a casa >>
<< Credo che questa sarà sempre un po’ casa nostra >> mormorò Luna.
<< Si. E’ il posto in cui siamo cresciute, dove ci siamo incontrati tutti e siamo diventati amici, una famiglia. E’ il posto in cui ci siamo innamorati >> continuò la rossa.
<< Che ne dici di andare ? >> disse poi Luna alzandosi e tendendole la mano che la rossa afferrò prontamente.
<< Andiamo >>  disse Ginny alzando gli occhi al cielo.
 
 
 
 
 
 
 



<< Oh mio Dio, non vedevo l’ora di vederti >> urlò Ginny saltandogli letteralmente in braccio non appena scese dal treno.
<< Ah si ? E io che credevo di non esserti mancato >> ridacchiò il biondo.
<< Mi mancheresti anche se non ti conoscessi >> sorrise lei sporgendosi subito dopo per dargli un bacio che lo fece ridacchiare felice, come ogni volta.
<< Come mai sei qui da solo ? >> chiese poi la rossa girandosi a guardare alle sue spalle.
<< Perché tua madre sta dando di matto non vedendo l’ora di vederti. Ha cucinato per un esercito e quindi sono venuto a prenderti da solo per sfuggire a tutto quel trambusto >> disse Draco facendola scoppiare a ridere.
<< Ancora non ti sei abituato ? >> sussurrò divertita.
<< Weasley, sono cresciuto in una casa enorme, anzi un castello, ed ero praticamente sempre da solo fatta eccezione per Blaise. E’ ovvio che una casa piena di persone non sia il mio forte. Ma inizia a piacermi >> disse il biondo facendola sorridere e mettendole un braccio intorno alla vita.
<< Allora ? Come va con il corso ? >>
<< Benissimo, mi piace davvero molto. Ho dato due esami in più degli altri. Così possiamo stare più tempo assieme >>
<< Davvero ? E che hai in mente ? >>  sussurrò maliziosa.
<< Secondo te, Weasley ?>>
<< Non chiamarmi Weasley >> disse ridendo. Sapeva che lo faceva apposta. Si divertiva a prendere in giro Ron per quello.
<< D’accordo – ridacchiò – andiamo prima che tua madre pensi che siamo scappati >>
<< Ne saresti capace >>
<< Ovvio. Ma se vuoi la tua sorpresa, dobbiamo proprio andare >> disse poi Draco facendole spalancare gli occhi.
<< Sei crudele. Perché mi hai detto che ho una sorpresa ? Ora non resisto >> sbottò.
<< Lo so. Ma risparmiati le fatiche. Lo sanno solo Fred e i tuoi. Ma terranno la bocca chiusa >>
<< Serpe >> lo chiamò lei.
<< Ma tu ami questa serpe >> sorrise lui divertito abbracciandola da dietro e lasciandole un bacio languido.  Ginny rise. Non poteva farne a meno. Se solo ripensava alla guerra, a tutto quello che avevano passato in quegli anni le veniva un crampo allo stomaco. La paura di non farcela era stata troppa. A volte ancora sognava il momento in cui Voldemort lo aveva chiamato e lei che lo aveva trattenuto non potendolo lasciare andare in quel modo. Se fosse andata diversamente non sarebbe riuscita ad andare avanti, ne era sicura. Draco le era entrato ovunque, nel cuore, nell’anima. Perdere lui sarebbe stato come perdere la parte di se stessa che le permetteva di vivere davvero. Sarebbe morta dal dolore.
<< Ehi ? >> la richiamò lui.
<< Scusa. Stavo pensando >> sussurrò subito rivolgendogli un sorriso, ma lui la conosceva toppo bene per bersela in quel modo e lei lo sapeva.
<< Stai bene ? >> le chiese infatti dopo nemmeno qualche secondo.
<< Si. Adesso si. Perché tu sei con me, e non c’è niente che vorrei di più >>  disse sorridendogli davvero e stavolta lui annuì traendola a se con maggior forza e abbracciandola.
<< E’ lo stesso per me, scricciolo >> le disse con le labbra tra i capelli. Amava quando la chiamava in quel modo. Era qualcosa di esclusivamente loro, non lo faceva mai in pubblico, ma solo quando erano soli. Stando abbracciata a lui Draco si smaterializzò portandoli direttamente davanti casa Weasley, e lei vi si fiondò dentro non appena udì la risata di Fred echeggiare per tutta l’abitazione. Quando spalancò la porta non diede nemmeno il tempo agli altri di vederla che si catapultò in braccio al fratello e caddero a terra ridendo. Draco poggiato vicino alla porta li fissava divertito, ma scuotendo il capo rassegnato. Niente avrebbe cambiato quei due, e nemmeno avrebbe voluto che qualcosa cambiasse.
<< La mia schiena >> borbottò poi Fred continuando a ridacchiare.
<< Piantala. Non ti sei fatto niente >> rispose la rossa continuando ad abbracciare il fratello nonostante fossero a terra, e gli altri li guardavano divertiti, sebbene con cipiglio.
<< Ginny >> urlò Molly entrando nel salotto e vedendo la figlia.
<< Perché siete a terra ? >> chiese Ron arrivando dietro la madre.
<< E’ una nuova moda. Si sta sdraiati per terra e ci si saluta >> rispose subito Fred serissimo. Draco si mise una mano davanti alla bocca per evitare di ridere, e vide Weasley pensarci davvero. Percy dall’altro lato della stanza che si schiaffava una mano in fronte incredulo.
<< Sul serio ? >>  chiese infatti il ragazzo avvicinandosi ai due che scoppiarono a ridere.
<< Morgana, Ron. Ti sembra una cosa possibile ? >> disse Hermione alzando gli occhi al cielo.
<< Tesoro, non tutti sono intelligenti come te. Abbi pazienza con Ronnino >> le disse Fred alzandosi finalmente dal pavimento insieme alla sorella, e raggiungendo la riccia le diede un bacio leggero che la fece sorridere.
<< Beh, in ogni caso, ciao Ginny >> disse Ron abbracciando la sorella che ricambiò stretta e felice. Draco rimase lì ad osservare la numerosa famiglia salutare Ginny, mentre Fred accanto a lui gli diceva che cosa aveva provato in laboratorio con George quel giorno. Molly aveva praticamente stritolato la sua ragazza, cosa che lo fece sorridere divertito visto che sembrava sul punto di soffocarla. Arthur l’aveva abbracciata lo stesso, ma con meno ardore della moglie. Hermione invece, come prevedibile, non le diede nemmeno il tempo di salutarla che le chiese come erano andati i MAGO suoi e di Luna. La rossa rise rispondendole e elencandole le domande che le erano state poste e degli ottimi risultati. Lavanda apparve poi al centro del salotto e saltò praticamente addosso a Ginny stritolandola facendola scoppiare a ridere. Mentre le due si lanciavano in un racconto particolareggiato dell’ultimo periodo, Ginny si voltò verso di lui e gli sorrise. Draco ricambiò il gesto, sentendosi a casa.
 
 
 
 
 







<< Andrà bene vero ?  Dimmi che andrà bene o potrei svenire >> disse Molly al marito che accanto a lei le carezzava la
schiena con immane pazienza.
<< Certo che andrà bene >> disse il marito con un sorriso che parve calmarla.
<< Ma quanto ci mettono ? Non credevo che ci volesse così tanto per far nascere un bambino >> disse Ron incrociando le braccia al petto. Lavanda vicino a lui ridacchiò dandogli un bacio su una guancia.
<< Certo che ci vuole tempo, non può mica uscire in due minuti. Alcune persone restano in travaglio anche due giorni >> disse Draco al rosso che sembrò sbiancare.
<< Due giorni ? Con quel dolore ? >> disse l’ex grifone impanicato.
<< Lo dico sempre che voi uomini non capite nulla del dolore >> disse Lavanda annuendo.
<< Puoi dirlo forte >> acconsentì Hermione. La riccia era la più calma di tutti insieme al biondo. Draco sembrava perfettamente a suo agio, passava quasi tutti i giorni in ospedale per i suoi studi, quindi non era la prima volta che assisteva a una cosa del genere. Per gli altri invece era una novità assoluta. Bill era dentro insieme a Fleur e stava sicuramente impazzendo, Ginny se lo sentiva. Era tornata da Hogwarts un paio di settimane prima, e quella mattina avevano ricevuto la chiamata di Bill che diceva che a Fleur si erano rotte le acque. La bambina stava nascendo con tre settimane di anticipo. Si erano precipitati tutti lì di corsa. Harry sarebbe arrivato a momenti, infatti era al ministero a fare chissà cosa. George e Angelina con il pigiama addosso, tanto che Fred li aveva presi in giro beccandosi un cazzotto dal gemello che però non smise di ridere lo stesso con lui. Si erano cambiati ed erano ritornati in meno di dieci minuti.  D’improvviso le porte della sala parto si aprirono e ne uscì un Bill leggermente sudato. Tutti si fiondarono davanti a lui in attesa. Il rosso prese un sospiro e iniziò a parlare.
<< La bambina è podalica, ci vorrà un po’ di tempo in più >> disse velocemente. Stava per continuare ma un urlo di Fleur lo fece rientrare dentro di corsa.
<< Mio Dio, che vuol dire ? Sta male ? >> disse Ron che era sul punto di svenire.
<< Podalica. Vuol dire che la sua posizione è con i piedi in avanti per uscire invece che con la testa. Devono solo fare più attenzione >> spiegò il biondo. Ron lo fissava come se fosse un alieno.
<< Draco, ha ragione – disse Hermione sorridendo – non c’è nulla di cui preoccuparsi >>
<< Non l’avevo mai sentito quel termine >> disse Ginny al biondo. Lui le sorrise.
<< E’ raro. In genere i bambini si mettono in posizione da soli per il parto e quindi in quella giusta. Ma capita che a volte sbaglino posizione >> spiegò meglio.
<< Sarà bellissima >> disse poi Ginny non facendosi sentire da nessuno che non fosse il biondo. Draco le sorrise e l’abbracciò da dietro.
<< I nostri saranno ancora più belli >> le sussurrò in un orecchio facendola arrossire a perdifiato.  Stava per rispondergli quando un “pop” li fece girare, vedendo Harry arrivare in quel momento.
<< E’ nata ? >> disse in direzione loro. Draco scosse il capo in diniego e il moro sorrise.
<< Ho fatto in tempo allora >> disse.          
<< E’ podalica >> disse poi Ron. Il moro sbiancò e Draco rise. Non si meravigliava più che quei due fossero migliori amici. Dopo qualche altra ora, in cui non mancarono bisticci tra Ron e Fred che facevano spazientire Lavanda ed Hermione, e non poche occhiatacce ad Harry che si divertiva a vederli litigare, Bill spalancò la porta con un sorriso così radioso da accecarli tutti. Aveva tra le braccia un fagottino avvolto in una coperta rosa. Stava dormendo placidamente, si avvicinarono tutti di gran carriera osservando quello spettacolo chiamato vita.
<< Wow >> sussurrò Ron emozionato.
<< E’ stupenda >> disse Hermione.
<< Ha preso tutto da suo zio >> risposero all’unisono Fred e George facendo ridacchiare Bill.
<< Vi presento Victoire Weasley  >> disse poi il rosso.
<< Victoire ? >> chiese Draco con un sorriso e l’altro annuì ricambiando lo sguardo consapevole.
<< E’ bellissima >> disse Ginny intrecciando le dita con il biondo che gliele strinse.
<< Direi che non vi è nome più azzeccato >> disse Harry, facendo nascere un sorriso a tutti. Era un nome semplice, ma dai molteplici significati.  Quella sera quando tornarono a casa, Draco trattenne Ginny sul portico mentre Fred gli faceva l’occhiolino e si chiudeva la porta alle spalle.
<< Draco ? E’ tutto ok ? >> chiese la rossa quando vide che il biondo sembrava cercare le parole adatte e una strana sensazione si fece spazio nel suo stomaco.
<< Si. Ho solo bisogno di parlarti >> disse lui.
<< Dimmi, sono qui >>
<< Ricordi della sorpresa di cui ti ho parlato alla stazione qualche settimana fa ? >> chiese Draco.
<< Certo. Non ho insistito, dovresti ringraziarmi >> fece lei fiera e lui le sorrise divertito.
<< Volevo dirtelo tra qualche giorno, ma poi ci ho ripensato. Oggi è il giorno giusto, insomma ci siamo svegliati tranquillamente come se nulla fosse, e poi siamo dovuti scappare in ospedale e alla fine della giornata abbiamo avuto una nuova vita che si aggiungeva alle nostre, e ho pensato che non ci sarebbe stato momento più perfetto di questo >> buttò fuori il biondo.
<< Draco, cos….>>
<< Vieni a vivere con me >> disse tutto d’un fiato il biondo. Ginny rimase con gli occhi spalancati, incredula. Non si aspettava una sorpresa di quel genere.
<< Ne ho parlato con i tuoi – riprese subito il biondo – e loro sono d’accordo perché sanno che non ti farei mai del male e non ti lascerebbero andare via con nessuno di cui non si fidino e io sono orgoglioso di avere la loro fiducia, e la tua. Ho avuto voti alti agli esami e mi hanno proposto di spostare il mio corso in Irlanda, è molto avanzato come studio e la mia media me lo permette e ho pensato di accettare. So che è egoista chiedertelo perché non potremmo tornare tanto spesso e quindi vuol dire che non potremmo vedere sempre la tua famiglia. Mi sono informato anche per il tuo corso. Con i tuoi voti puoi prendere i corsi da avvocato dove vuoi, insomma è quello che vuoi fare, giusto ? E poi ho delle proprietà lì quindi saremmo già a casa nostra. Non voglio obbligarti a venire con me, ma la verità  è che io senza di te non posso vivere. Non sarei io se non avessi te al mio fianco perché noi, insieme, siamo ciò che ci rende “noi”. E ti amo, ti amo talmente tanto e non voglio separarmi da te >> concluse il biondo con il cuore in gola. Aveva parlato così velocemente da non ricordarsi più che aveva detto. Sperava solo che Ginny non lo ritenesse egoista e basta. La ragazza cercò di assimilare tutte quelle parole in maniera costante. Non rispose subito. Si avvicinò di più al biondo e quando fu a pochi centimetri da lui si alzò sulle punte dandogli un bacio a stampo.
<< Verrei ovunque con te. A patto che tu sia insieme a me, Draco >> sussurrò sulle sue labbra guardandolo con occhi limpidi e uno sguardo che lo fece innamorare ancora di più.
<< E’ un si ? >> disse lui ingoiando il groppo che aveva in gola.
<< Si, è un si, amore mio >> rispose Ginny sentendosi poi abbracciare e sollevare, cosa che la fece ridere al vento tiepido della sera.
<< Dio, se ti amo >> rispose Draco baciandola come se non ci fosse più possibilità di farlo.
<< Ti amo anch’io >> disse lei sulle sue labbra.
<< Allora, dovremmo dire a tutti che partiamo. La villa è vuota. Voglio che la arrediamo assieme, così sarà nostra >> disse lui facendole illuminare gli occhi.
<< Credo che stavolta Ron ci resterà secco >> ridacchiò lei.
<< Allora che aspettiamo ? Non vedo l’ora di vederlo >> disse lui prendendola per mano ed entrando in casa.
 
 
 
 
 
 
 








Stava gironzolando per la tana con passo felpato, sebbene non avesse motivo di far piano. In fondo, non c’era nessuno in casa fatta eccezione per lui ed Hermione. La riccia al momento però, si trovava ancora al ministero per delle faccende da sbrigare insieme a un’altra ragazza del suo corso. George era a casa sua con Angelina, i suoi erano andati a villa conchiglia per dare una mano a Bill e Fleur con la bambina. Sorrise al pensiero. Erano già passati tre mesi e quella pulce cresceva a vista d’occhio. Draco e Ginny erano partiti per Dublino un mese e mezzo prima, si sentiva con la sorella e col migliore amico almeno una volta a settimana. Erano felici, e lui era felice che tra tutti la sua sorellina stesse con l’ex serpe, anche se ora che erano via gli mancava averli in torno. Con  quel ragazzo era sicuro che Ginny sarebbe diventata un avvocato coi fiocchi. Ron era in vacanza con Lavanda da qualche parte in Francia, probabilmente doveva riprendersi ancora dalla notizia di Ginny e Draco, o meglio, della sua sorellina che andava a vivere col suo ragazzo lontano da loro. Quando i due lo avevano detto Ron era svenuto e lui aveva chiesto a Hermione di fargli una foto ricordo, ma la sua Mione non l’aveva trovato divertente, peccato. Harry ultimamente spariva spesso. Sospettava che avesse qualcuno, ma per il momento il moro non faceva trapelare informazioni. Forse solo Ron sapeva qualcosa. Sarebbero stati via qualche giorno e lui ne era relativamente felice. C’era una cosa che doveva fare. E doveva farla subito. Avere casa Weasley vuota non era cosa da tutti i giorni. Si mise una maglietta a mezze maniche e tirando fuori la bacchetta diede inizio al suo piano. Ne aveva parlato solo con Draco e col gemello che gli avevano dato ottimi consigli, ora doveva solo dare il meglio di se. Quando Hermione tornò a casa quella sera, c’era uno strano silenzio in giro, e non era dovuto al fatto che non ci fosse nessuno in casa. Solitamente la sola presenza di Fred bastava a movimentare le cose come si ci fossero dieci persone in giro. Si guardò attorno vedendo che del ragazzo non vi era traccia. Stava per chiamarlo quando una luce attirò la sua attenzione. Lo strano bagliore proveniva dal salotto. Vi entrò con cautela, preoccupata che fosse qualche altro strambo esperimento di George, stavolta gliele avrebbe suonate davvero. Quando vide cosa fosse a provocare quella fioca luce ebbe un tuffo al cuore. Una rosa rossa stava fluttuando nell’aria, al centro della stanza, accerchiata da questo strato di luce aranciata. Si avvicinò fino a sfiorarla, e la rosa si tramutò al suo tocco in uno scatolo abbastanza ampio. Lo prese con mani tremanti, il cuore le batteva a mille, non sapeva nemmeno spiegare da dove proveniva tutto quel trambusto che sentiva nello stomaco, nelle ossa, ovunque. Aprì lo scatolo con cura e quello che vide la portò a mettersi una mano alla bocca incredula. All’interno vi era il vestito del ballo del ceppo. O meglio, era lo stesso abito, solo più grande, per rendere merito alle sue forme. E poi il colore. Era dello stesso rosso della rosa di poco prima. Lo prese tra le mani togliendolo dallo scatolo, sul cui fondo vi erano un paio di scarpe alte, e un biglietto. Lo prese e lo aprì con cura, quasi avesse paura di rovinarlo.
 

So che quando hai visto la rosa probabilmente sarai rimasta sorpresa, o almeno spero. Il mio intento era esattamente quello. La prima volta che ti ho visto, ma visto davvero, avevi quel vestito. E’ stato in quel momento che mi sono reso conto che forse nella mia vita mancava qualcosa. Vorrei che lo indossassi, così ti renderesti conto di come ti vedo io. Indossalo, e poi lascia cadere questo biglietto a terra. Fidati di me, Mione.
 
 

Hermione sorrise leggendo, arrossendo anche. Non pensava che Fred l’avesse notata già al ballo, ma fu grata di questo. Lo amava, e sapeva che a volte lei non capiva come fosse stato possibile che qualcuno come lui avesse davvero guardato lei. Eppure eccola lì, con lo stomaco sottosopra dovuto proprio a quel ragazzo che era parte di lei. Fece come aveva detto il biglietto e indossò l’abito, mise le scarpe e slacciò i capelli che teneva legati, lasciando ai suoi boccoli l’opportunità di caderle liberi e morbidi sulla schiena. Si voltò incontrando il suo riflesso nella vetrata, illuminata da quel bagliore, e si meravigliò di se stessa. Era davvero lei ? Era davvero così che Fred la vedeva ?  Si voltò e lasciò cadere il biglietto, e una sferetta di luce la condusse fuori, sul portico. Apparve un’altra rosa rossa, e lei sorrise scuotendo il capo. Non sapeva dove il rosso volesse arrivare, eppure quella scena era la stessa, l’aveva già vissuta, solo che ora era tutto diverso. Erano cambiate tante cose. Prese la rosa tra le mani  e proprio come allora, una scritta luminosa le apparve dinnanzi.
 
 


Ora capisci cosa intendo ? E’ così che ti vedo. Semplice, piccola, ma perfetta. Non permetterei mai a nessuno di portarti via da me. Sei la sola cosa che mi permette di respirare davvero.
 
 


Ebbe un sussulto al cuore. Si sentiva così anche lei. Il fatto che lui fosse suo la faceva sentire protetta, aveva conosciuto l’amore grazie a lui. Ogni cosa che avesse mai sperimentato o provato, era sempre grazie a Fred. Lui le aveva fatto capire come ci si dovesse sentire quando si amava qualcuno. Voler proteggere quella persona ad ogni costo, talmente tanto da mettere la sua vita davanti alla tua. Lei l’avrebbe fatto, avrebbe dato la sua vita se avesse avuto la certezza che Fred sarebbe stato bene, al sicuro. E lui avrebbe fatto lo stesso per lei. La scritta svanì in una spirale, e una pallina di luce la condusse ancora di più all’aperto, facendola scendere nel giardino e percorrerne una buona parte. Lì apparve un’altra rosa che lei prese tra le mani. Anche stavolta, la scritta apparve, chiara e luminosa.
 
 



Io ho bisogno di te, sai ? Mi tieni ancorato alla vita. Mi fai credere che dopo tanta sofferenza, ci sia qualcosa di buono per ognuno di noi. E tu, tu sei la mia cosa buona. Siamo completamente diversi, io non toccherei un libro nemmeno sotto tortura, e tu saresti capace di iniziarlo e finirlo in una sola notte, un giorno mi dirai il tuo segreto. Siamo diversi, eppure potrei soffocare se tu ti allontanassi da me, e a volte vorrei picchiarmi io stesso, credimi. Penso che tu meriteresti anche di meglio se volessi, eppure io sono egoista, non posso concedermi il lusso di pensarti lontana, perché io e te siamo fatti per stare insieme. Siamo indissolubili.
 
 
 



Indissolubili. Forse era solo così che potevano essere descritti. Davvero erano diversi, ma diverso non è sinonimo di sbagliato. E se quello di innamorarsi di Fred fosse stato uno sbaglio, l’avrebbe rifatto. Quando aveva visto quel muro crollare su di lui il giorno della battaglia, una parte di lei era morta. Aveva sentito letteralmente l’anima sbalzarle fuori dal petto e abbandonarsi al dolore. E poi, quando lo aveva visto oltre la nube di polvere intero e illeso, aveva percepito le gambe crollare. Non sapeva nemmeno dire dove avesse trovato la forza di correre da lui perché in  quel momento aveva sentito la voglia incessante e necessaria di lanciarsi per terra e piangere. Piangere perché lui stava bene.  Un’altra sfera di luce apparve, e stavolta la condusse fin dietro la casa, e sorrise vedendo che la stava conducendo all’albero. Quel salice. Era simbolo di ogni cosa li riguardasse. Vi arrivò ai piedi e la sfera scomparve divenendo una rosa. La prese, e la scritta prese vita.
 
 


Mi sei entrata dentro. In ogni modo possibile. Sei in ogni parte di me. . . Nelle ossa, nel cuore, nell’anima, sotto la pelle. Se potessi tirarmi fuori il cuore vedresti che batte solo perché sei tu a farlo battere. Questo salice ha più di mille anni. Ha visto tante cose, più di quante la storia ne ricordi, e ha visto anche noi. E’ testimone di ciò che eravamo, di ciò che siamo e di ciò che avremo. Perché se non l’avessi capito, o se ti fosse sfuggito, io voglio averti per sempre. E se ci fosse un dopo, anche allora. 
 
 




La scritta sparì nel nulla. Per un attimo ci fu solo buio, ed Hermione poteva sentire ancora le ultime parole vorticarle nella mente. Sentiva la tiepida brezza di fine estate solleticarle la pelle. L’aria frizzante di metà settembre che deliziava l’aria col profumo del salice. All’improvviso il buio scomparve, e il salice parve illuminarsi di mille lucine, sembravano quelle degli alberi di natale, e ciò le fece spuntare un sorriso sincero sul volto. Sentì un leggero fruscio e poi i suoi occhi vennero coperti da un paio di mani che conosceva perfettamente. Un tocco così singolare e presente che l’avrebbe riconosciuto tra mille.
<< Ti chiederei di indovinare, ma credo tu lo sappia già >>  sentì la voce calda di Fred carezzarle l’orecchio. Sorrise voltandosi verso di lui e guardandolo. La stava ammirando stregato, sembrava quasi in preda a una strana magia che non gli permetteva di toglierle gli occhi di dosso. Indossava un pantalone scuro e una camicia bianca che faceva sembrare il suo sorriso ancora più luminoso.
<< L’ultima volta le rose erano diciassette. Stavolta solo tre. Perché ? >> gli chiese lei piano. Quasi un sussurro che sparì nel vento, ma lui lo sentì forte e chiaro e le fece un sorriso che sembrava volesse competere con la luminosità del salice di fianco a loro.
<< Perché sono tre anni  che sto con te, tre anni che aspetto di fare questo >> le sussurrò lui inginocchiandosi. Hermione sentì il cuore iniziare a pompare più velocemente, e per un secondo credette davvero che sarebbe potuto uscirle dal petto. La gola le si seccò e le gambe divennero molli.
<< Quando ti ho dato quell’anello la prima volta non ti ho fatto quella domanda, volevo solo che tu sentissi quanto io ti volessi, e che fosse la promessa che ti avrei sempre voluta. Quando durante la guerra te l’ho chiesto, è stato perché lo volevo davvero, come l’ho sempre voluto. So che poi non ne abbiamo parlato perché non era il momento giusto. Abbiamo perso amici, delle persone ed era giusto rispettare anche il dolore. Ma io voglio vivere la mia vita Mione, e la mia vita non è vita se non ci sei tu. So che in un certo senso mi avevi già dato una risposta, ma meritavi un momento migliore di quello in cui stavamo praticamente per morire – disse Fred con un sorriso sicuro, di chi sa esattamente qual è il suo posto – come ti ho detto prima, sei in ogni parte di me. Senza di te non posso esserci io. Ho bisogno che tu sia mia in ogni modo possibile, Mione. Sei stata la prima che io abbia mai amato, che mi abbia sconvolto al punto da cambiare in meglio solo per essere alla tua altezza anche se tu non mi hai mai chiesto nulla. Non voglio più essere solo il tuo ragazzo, voglio essere tuo marito, e passare la mia vita con te. Avere una famiglia e vivere ogni giorno al tuo fianco, sapendo che non finirà mai. Perché dovrà sparire ogni cosa dalla faccia della terra prima che io smetta di amarti. Io ti amo, Herm. Vuoi sposarmi ? >> . Fred si fermò. Il cuore che saltellava come impazzito, e uno sguardo carico d’amore e di speranza che fece diventare gli occhi di Hermione lucidi e limpidi. Si inginocchiò arrivando alla sua altezza e piantò gli occhi nei suoi. Una lacrima le scese lungo la guancia e sorrise. Si avvicinò a lui e unì le sue labbra sulle sue con una leggera pressione che lo fece sciogliere. La mano su cui brillava l’anello che non toglieva mai dal suo dito era lì, e brillava alla luce del salice.
<< Lo prendo per un si >> le disse sorridendole sulle labbra.
<< Per te è sempre si, Fred >> disse Hermione tornando a baciarlo. Il rosso si alzò passandole una mano sotto le cosce e prendendola in braccio, per poi condurla verso casa.
<< Non siamo ancora sposati >>  gli fece presente lei quando erano in procinto di passare la porta di casa in quel classico modo.
<< Amo il tuo essere saccente >> disse Fred ridacchiando e mordendole il labbro.
 
 
 
 
 
 
 
 
6 mesi dopo . . .
 



<< Siamo in ritardo, anzi no in ritardissimo >>  disse Ginny correndo da una parte all’altra del grande salone.
<< Siamo in perfetto orario, Gin >> ridacchiò Draco vedendola indossare le scarpe saltellando ovunque. Erano nove mesi che vivevano assieme a Dublino. L’Irlanda era magica, l’aria era completamente diversa da quella che si respirava in Inghilterra. Più serena, persino più magica se possibile. E l’inverno appena trascorso era stato qualcosa di semplicemente magnifico. Il paesaggio bianco li aveva incantati. Aveva scelto bene nel trasferirsi lì, e poi Ginny adorava già la loro vita e quel posto. Anche se rischiava di non arrivare a domani se non si sbrigavano. Si voltò a guardarla e sorrise, come ogni giorno della sua vita. Era splendida. Indossava un abito lungo ma scollato sulla schiena fino a sopra il bacino di colore blu intenso. Il corpetto ricoperto da gioielli bianchi e lucenti al di sotto del seno. Si appurò mentalmente di ringraziare Hermione per aver scelto quel colore e quell’abito per i vestiti delle damigelle.
<< Andiamo. Non vorrei arrivare tardi al matrimonio della mia migliore amica e di mio fratello >> disse la ragazza porgendogli il braccio. Lui le scoccò un bacio e le mise un boccolo dietro l’orecchio, per poi prenderla sottobraccio e smaterializzarsi. Quando a Settembre Fred gli aveva inviato una lettere dicendogli “Missione compiuta” era scoppiato a ridere. E qualche giorno dopo erano andati a casa Weasley, così che Hermione e Fred potessero annunciare a tutti la notizia. Ginny era praticamente esplosa dalla gioia e per poco non strozzò il fratello. Quando comparvero davanti casa Weasley si imbatterono in Lavanda e Luna che vestite come Ginny stavano confabulando qualcosa sui fiori.
<< Eccovi, finalmente – disse Luna – Hermione  ha bisogno di noi, e Fred sta per dare di matto. Ho sentito George che diceva di volersi uccidere >> 
<< Vado io da tuo fratello >> disse Draco facendole l’occhiolino e sparendo dalla loro vista.
<< Direi che Marzo non è il miglior mese per sposarsi, ma sono stati fortunati il tempo è splendido >>  disse Lavanda.
<< Già. Sarà una bellissima cerimonia >> commentò Luna vedendo gli addobbi. Hermione era stata perfetta. I colori scelti erano il bianco e il blu che ornava i tavoli e le sedie. I fiori persino avevano quelle sfumature che la fecero sorridere.
<< Credo che se non ci sbrighiamo, Hermione potrebbe incendiare tutto >> disse Lavanda sentendo la voce della riccia.
<< Ok, andiamo allora >> disse Ginny dirigendosi lì con le altre due. 
 
 
 
 
 
 




<< Stai bene ? >> chiese Draco entrando nella stanza di Fred. George si voltò a guardarlo sorridendogli e facendogli cenno che il gemello stesse per morire.
<< SI, tutto ok >> mentì spudoratamente.
<< Non ti credo >> dissero all’unisono Draco e George scoppiando poi a ridere.
<< Ehi, non rubarmi il gemello – disse a Draco – e tu non rubarmi il migliore amico – disse al gemello >>
<< Ok >> dissero di nuovo insieme e quello li fissò offeso ma divertito.
<< Andrà bene, Freddie. Ho dato di matto anch’io, ma è andata bene >>
<< Mettila così, se lei non scappa è tutto ok. Tu ci guadagni >> disse Draco.
<< E’ così che farai con Ginny ? >>  ribeccò l’altro.
<< Quando succederà sono sicuro che non impazzirò. Amo tua sorella e lei ama me, incredibilmente, quindi a meno che lei non scappi, sono a posto >> rise il biondo. Fred prese un sospiro e ridacchiò. I due si fissarono straniti.
<< Perché ridi ora ? >> chiese George.
<< Credevo fossi pazzo al tuo matrimonio, ora ti capisco >> rispose l’altro.
<< Quindi ti sposi o no ? >> buttò il biondo.
<< Mi sposo >> disse sicuro il rosso.
<< Allora, mi sa che ti tocca scendere >> ridacchiò il gemello. Il rosso mise la giacca, la sistemò, e si diresse di sotto insieme al biondo e al gemello che lo seguivano. Se provava a scappare lo avrebbero atterrato, se lo sentiva.
 
 
 
 
 
 
 


<< Sei bellissima >> le disse Ron abbracciandola stretto.
<< Se ti sentisse Fred potrebbe ucciderti >> rise Hermione  << Ma grazie >>
<< Ora non hai scuse per cui non possa chiamarti cognatina >> le disse ancora il ragazzo ridendo.
<< E’ vero. Ti voglio bene, Ron >>
<< Anch’io >> le disse lasciandola andare.
<< Non so che dire. Sei perfetta, e Fred è fortunato. Lo sai che se ti facesse soffrire dovresti solo chiamarci >> disse Harry. Hermione annuì sorridendo e lo tirò per un abbraccio a cui il moro non si sottrasse.
<< Ne abbiamo passate così tante noi tre che mi sembra ancora surreale essere qui per il tuo matrimonio >> disse Ron grattandosi il capo.
<< Merlino è assurdo. Noi stiamo frequentando il corso per auror, tu hai una ragazza che ami e sei felice, abbiamo salvato il mondo, e tu  . . . >> disse Harry.
<<  E io sto per sposarmi >> rise Hermione scuotendo le spalle e portandosi le mani sotto gli occhi, le veniva da piangere.
<< Oh, Herm, non piangere >> disse Ron allarmato.
<< Tutti piangono ai matrimoni >> disse lei ridendo e piangendo contemporaneamente.
<< Si, ma non la sposa >> rise Harry incredulo.
<< Venite qui >> disse la riccia abbracciandoli tutti e due. Si strinsero tutti e tre forte. Rivivendo tutta la loro amicizia, quello non sarebbe mai cambiato. Sentirono bussare alla porta e si scostarono rimanendo abbracciati. Fecero capolino dalla porta Luna, Lavanda e Ginny che già vestite e pronte fissarono i tre con cipiglio divertito.
<< Tutto bene ? >> chiese Lavanda.
<< Si. Ora si >> disse Hermione guardando sorridendo Ron ed Harry che ricambiarono.
<< Bene >> sorrise Luna.
<< Siete bellissime. I vestiti vi stanno da Dio >> disse Hermione guardandole felice.
<< E’ vero. State proprio bene >> disse Harry.
<< Puoi dirlo forte – rise Lavanda – Draco era restio a mollare Ginny >>
<< Immagino >> sbuffò Ron, ma con aria divertita.
<< Beh, i vestiti sono belli. Ma devo ammetterlo Herm, abbastanza scomodi. Ho dovuto chiedere a Draco di chiudermelo >> disse Ginny alzando gli occhi al cielo.
<< Ginny >> disse Ron diventando rosso.
<< Cosa ? Merlino, Ron. Viviamo assieme da nove mesi. Credi forse che dormiamo in stanze separate o che giochiamo a carte la sera ? >> rise la rossa della faccia scioccata del fratello. Harry ed Hermione si scambiarono un sorriso divertito e uno sguardo complice. Quelle erano cose che non sarebbero cambiate, e che non si sarebbero mai stancati di vedere.  
<< Herm, mi chiedevo – buttò lì Ginny – non è che sei incinta ? >>. La mora sbiancò.
<< No, certo che no. Perché ? >> chiese.
<< Curiosità. Non mi sarei mai aspettata che proprio tu ti sposassi a diciotto anni. Ho sempre pensato che mi avresti rimproverato se l’avessi fatto io >> disse la rossa abbracciandola. Hermione ricambiò ridacchiando.
<< Credo siano le conseguenze dell’amore. Tu ne hai diciassette e convivi già con Draco >>
<< Credo che dopo tutto ciò che abbiamo passato, ci sentiamo molto più vissuti dell’età che abbiamo >> disse Luna, mentre vedevano Molly entrare nella stanza e portarsi un fazzoletto agli occhi e asciugarsi le lacrime dell’emozione nel vedere Hermione nel suo vestito che scendeva perfetto sul corpetto, e poi morbido fino in giù.
<< Sei bellissima >> le disse Molly abbracciandola. Hermione si commosse di nuove e gli altri le sorrisero. Harry e Ron le fecero segno avviandosi giù per le scale.
<< Fred non avrebbe potuto fare scelta migliore. E come ti dissi tempo fa, te lo dico anche ora. Grazie per quello che hai fatto per lui >>
<< Grazie, Molly >>  disse la riccia abbracciando la donna, che ormai era divenuta una seconda madre.
<< Beh, basta lacrime. E’ un giorno di festa. Direi che è ora, i tuoi genitori sono anche arrivati, Hermione >> continuò la donna.
<< Ok – si disse l’ex grifona – andiamo. Ora o mai più >>  disse ridacchiando. Prese il bouquet da sopra il letto e si avviò per le scale seguita dalle ragazze.
 
 
 
 
 
 
 



<< Sei la cosa più bella che io abbia mai visto >> le sussurrò in un orecchio lasciato scoperto dai lunghi boccoli che le cadevano morbidi.
<< Lo dici solo perché ora sono tua moglie >> ribeccò lei facendogli una linguaccia che lo fece ridacchiare. Si scostò appena facendole fare una giravolta, per poi riportarla a se.
<< L’ultima volta che abbiamo ballato qui sono dovuta scappare >> continuò Hermione.
<< Se volevi scappare dovevi farlo un paio d’ore fa, cioccolatino >> le bisbigliò Fred.
<< Potrei sempre scappare adesso >>
<< No, spiacente. Il tempo è scaduto. Ora sei mia, in tutto e per tutto >> disse il rosso con sguardo serio.
<< Stavi aspettando solo questo, immagino >>
<< Certo che si. Ora potrò far vedere a tutti quanto è bella mia moglie. E quando vedranno l’anello dovranno girare al largo >> disse Fred con un ghigno che non prometteva nulla di buono.
<< Scemo >> ridacchiò lei.
<< Mi ami >> le soffiò sul collo lasciandole poi un bacio che la fece rabbrividire. Lei scosse il capo per evitare che qualcuno notasse il suo leggero rossore e posò il capo sul petto di quel ragazzo magnifico, che ora era suo marito.
<< Anche tu mi ami >> disse allora.
<< Sarebbe impossibile non amarmi >> rise Fred. La canzone suonava più lentamente, segno che stava per finire.
<< Sarebbe stato impossibile che io non mi innamorassi di te >> disse Hermione sollevando il capo e incrociando quegli occhi ambra così intensi, che ora la stavano guardando davvero come fosse l’unica cosa presente davanti a se. Lui l’attirò a se baciandola con impeto, mentre qualcuno, probabilmente George insieme a Draco lanciavano un fischio che la fece sorridere. Si scostarono e la canzone cessò, mentre il salice in lontananza sembrava risplendere di luce propria.
 
 
 


4 anni dopo  . . .
 




<< Fred >> urlò Hermione da sopra le scale della loro casa nella Londra magica. La testa rossa in questione sbucò oltre il muro che dava sulla cucina con un sopracciglio alzato. La mora alzò gli occhi al cielo a quel gesto. Lo aveva ereditato da Draco ovviamente, un po’ come Ginny.
<< Dimmi, Mione >> rispose quello che era suo marito da ben quattro anni. Sorrise.
<< Ho fame >> piagnucolò lei, mentre l’altro sorrise vedendo che la ragazza si teneva il pancione con una mano.
<< Cosa vuoi ? >>  chiese gentilmente ridacchiando.
<< Cioccolata calda >> rispose subito la riccia sorridendo.
<< Ma siamo a Luglio >> rispose il rosso spalancando gli occhi.
<< E con questo ? Vuoi dire che ti annoio ? >> riprese pigliata, e lui si passò una mano sulla faccia.
<< No. Non mi annoieresti mai >> rise, mentre qualcosa gli toccava la gamba. Abbassò lo sguardo portandolo su un esserino dalla chioma bruna e scompigliata.
<< Julian >> disse prendendo il bambino in braccio. Il bimbo sorrise con i pochi dentini che aveva muovendo una tenerezza in lui che lo sciolse. Julian aveva due anni, lo avevano avuto due anni dopo il matrimonio e lui per poco non era svenuto dall’emozione. Era un bambino molto vivace, sebbene assomigliasse in maniera esorbitante ad Hermione, con tutti quei capelli spettinati. Gli ricordava sua moglie quando l’aveva vista la prima volta. Sorrise, per poi voltarsi verso le scale da dove ora proveniva un singhiozzo.
<< Che c’è ? Ti sei fatta male ? >> chiese allarmato, ma l’altra scosse la testa.
<< Sono solo emozionata. Siete così carini insieme >> disse in un nuovo singhiozzo. Fred si aprì in un tenero sorriso, e mise giù il bambino.
<< Perché non vai dalla mamma ? Io preparo la cioccolata >> disse. Julian annuì prima di crucciare lo sguardo.
<< Papà ? >> chiese con la voce squillante.
<< Che c’è ? >>
<< Quando posso giocare con la sorellina ? Quando posso vederla ? >> chiese a raffica. Ecco. Tale e quale ad Hermione.
<< Tra un mese, Julian >> gli disse ridacchiando. Gli occhi del bambino si aprirono a un tratto del tutto luminosi e si apprestò ad arrampicarsi su per le scale dove Hermione lo attendeva. Quando si avvicinò, posò la manina sul pancione della riccia che lo fissò scioccata.
<< Ho visto papà farlo. La sento, mamma >>  esultò tutto felice con il sorriso sdentato.
<< Oh, vieni qui, amore mio >> lo prese in braccio coccolandolo. La risata di Julian arrivò alle orecchie di Fred che dalla cucina si sentì l’uomo più fortunato del mondo.
 
 
 
 
 
 





<<  Mamma, Jules stava per uccidere Cam >> urlò Elizabeth dal giardino. Hermione si precipitò fuori presa dal panico, ma quando vide Cameron sulle spalle di Julian prese un sospiro.
<< Morgana, Lizzy mi hai fatto prendere un colpo >> disse Hermione. La bambina ridacchiò. I capelli rossi boccolosi che si muovevano col vento.
<< Non è divertente >> ribeccò la madre.
<< Perché no ? >> disse lei innocente. Per essere una bambina di sei anni era fin troppo sveglia, ed Hermione si chiese se fosse destino che tra tre figli la più pestifera fosse l’unica femmina. Julian aveva otto anni, Elizabeth sei e Cameron tre. Per essere il più piccolo era il più tranquillo dei tre. Capelli rossicci come la sorella, ma un po’ più scuri e occhi come i suoi. Julian era come lei, amava leggere e scoprire sempre nuove cose. Ma a differenza sua trovava divertente trasgredire le regole. Fred. Ovviamente. Elizabeth, beh, era davvero la copia sputata del padre. Non stava un attimo ferma, e non si meraviglia del fatto che tra mille zii da adorare il suo preferito fosse Draco, cosa di cui il biondo non faceva che vantarsi con Ron. Sorrise divertita della cosa, era singolare vederli ancora battibeccare dopo anni.
<< Perché potrebbe farsi male, davvero >> rispose Fred al posto suo.
<< Stavamo solo giocando, papà >> disse Julian.
<< Posso andare da zio Draco ? >> chiese poi Lizzy.
<< Sei andata ieri >> disse la riccia.
<< E allora ? Dai papà, mi diverto >> disse ancora rivolta a Fred. Hermione alzò un cipiglio, lui cedeva sempre. Non riusciva a dirle di no.
<< Io voglio andare da zio George >> disse allora Julian.
<< Io tia Lavanna >> urlò Cam facendo coprire le orecchie a tutti. Il bambino si sbilanciò dalle spalle di Julian e stava per cadere. Fred non fece in tempo a tirar fuori la bacchetta che Cameron atterrò come sospeso. Fred ed Hermione si bloccarono all’istante fissando Julian ed Elizabeth che si guardavano.
<< Credo – farfugliò Julian – di essere stato io >>
<< Come hai fatto ? Insegnamelo >> disse Lizzy avvinghiandosi al braccio del fratello che scrollò le spalle.
<< Non lo so come ho fatto >>
<< Beh, è stato provvidenziale. State più attenti >> li riprese Hermione con il cuore che tornava al suo posto.
<< Anch’io voglio usare la magia >> borbottò la bambina.
<< Credo che non ci vorrà molto prima che inizi anche tu >> disse il padre divertito facendole illuminare gli occhi. Hermione si passò una mano sulla fronte. Non voleva nemmeno pensare al momento in cui ad Elizabeth sarebbero comparsi i poteri. Se pensava a ciò che combinavano Fred e George da piccoli, era la fine.  Pensò a Neville e Luna, la loro figlia, Alice, come la madre di Neville era una bambina calmissima. Capelli biondi e occhi scuri. Angelina invece, si lamentava come lei pensò ridendo. Jane, la loro primogenita era come George, praticamente una peste. Infatti Fred ci andava a nozze per prendere in giro Angelina. Mentre il secondogenito Nikolas, era come sua madre. Capelli nerissimi e occhi verdi, ma una spiccata intelligenza, a volte metteva in difficoltà persino il padre. E in questo caso era Hermione a ridere.
 
 
 
 
 
 



<< Lo sai che ti amo, vero ? >> chiese Fred in un suo orecchio facendola sorridere.
<< Lo so – rispose Hermione – e ti amo anch’io >>
<< Oh, lo so bene >> ridacchiò lui facendola arrossire. L’abbracciò stretta. Era sempre così, dopo tutti quegli anni ancora riusciva a farla arrossire come nulla fosse. Era una cosa che amava, oltre alle altre mille che amava di lei.
<< La casa sembra così vuota >> sussurrò poi la riccia.
<< Non ci vorrà molto prima che ritornino. Sono sicuro che poi non vedrai l’ora che se ne vadano di nuovo >> rise il rosso.
<< Non  è vero. E’ solo che mi mancano, e sono via da solo un mese >> disse ancora la mora. L’aria di ottobre era piuttosto fresca, iniziava a far freddo. Era strano ritrovarsi in una casa così grande da soli, di nuovo loro due soli. Erano anni che non lo erano più. Il mese prima Cameron era salito sul treno con i fratelli. Aveva iniziato il suo primo anno ad Hogwarts ed era super eccitato. Ovviamente era finito in grifondoro come gli altri due, e loro ne erano fieri. Elizabeth ne combinava di tutti i colori, ed oramai al suo quarto anno, anche la Mcgranitt ci aveva fatto l’abitudine. Era sicura che si chiedesse ancora oggi come fosse possibile che fosse figlia sua. Ma almeno Cam e Julian erano l’esatto opposto. Julian era al sesto anno e aveva i voti più alti dell’istituto, sebbene facesse a gara con sua cugina.  Era tranquilla per Cameron, aveva i suoi fratelli con se, e poi era impossibile non volergli bene. Pensò anche a Lizzy con un sorriso divertito, se non ci fosse Julian probabilmente impazzirebbe. Andava matta per il suo “Jules”, da sempre. Era sicura che Julian dovesse far passare il test alla sorella per qualsiasi ragazza avrebbe scelto. Si coprivano le spalle a vicenda, e non poteva chiedere di più.
<< A Natale ti pentirai di averli voluti qui >> rise il rosso, sapendo benissimo quello che accadeva tutti i natali.
<< Vedremo >> disse lei sicura.
<< Vuoi scommettere, Mione ? >> disse Fred con un ghigno.
<< Certo >> fece lei porgendogli la mano. Lui la prese sorridendo e la strinse.
<< Bene >> fece sicuro di se, con una faccia tutt’altro che positiva.
<< Perché sorridi ? >>
<< L’ultima volta che ho scommesso con te, ho vinto >>
<< E quando sarebbe stata ? >>
<< Quando ti ho detto che saresti stata mia, in un modo o nell’altro. Ricordo perfettamente di averti trascinata in un passaggio segreto >> rise il rosso facendola arrossire.
<< Non c’era scritto da nessuna parte che avresti vinto >>
<< Io credo di si >>
<< Una scritta così l’avrei ricordata, sai ? >> fece lei pigliata.
<< Non avresti potuto vederla >> ribeccò il Weasley.
<< E perché no ? >> chiese la riccia poco convinta.
<< Era scritto nel mio cuore, Herm. Poteva finire solo in un modo >> le sussurrò sulle labbra, facendole battere il cuore all’impazzata.
<< Non è giusto. Quando dici cose così  . . . >> lasciò in sospeso.
<< Lo so >> ridacchiò lui dandole poi un bacio facendola stendere sul letto. Continuò a mordicchiarla facendola ridere. Era il suono più bello che Fred avesse mai sentito. Hermione gli morse un lobo. E per la prima volta, ringraziò che la casa fosse vuota.
 
 
 
 
 
 
 


<< Te l’ho detto che avrei vinto io >> sorrise vittorioso Fred vicino all’albero di Natale.
<< Non è giusto >> ribeccò lei.
<< Invece si >>
<< Ti odio >> sbottò la mora.
<< Non è vero, mi ami >> sorrise abbracciandola.
<< Per tua sfortuna, si. Ti amo, Fred Weasley >> disse Hermione.
<< Allora sono felice di essere l’uomo più sfortunato del mondo >> ridacchiò dandole un altro infinito bacio. Un bacio che sapeva di loro, della loro storia, della loro vita. Di ogni singolo giorno avessero vissuto  assieme, e di tutti quelli che dovevano ancora venire. 
 

 









Eccola che ritorna con le mani nel sacco! Lo so, probabilmente mi odiate perché sono cattiva e non aggiorno, e poi me ne esco con questi capitoli. Voglio scusarmi, perché sono tre mesi che non aggiornavo, ma purtroppo la sessione invernale mi ha occupato davvero tutto il tempo. Ora sono ricominciati i corsi e quindi ho avuto modo di poter scrivere liberamente. Spero davvero tanto che il capitolo vi sia piaciuto e so che vi state chiedendo perché sia così diverso. Come avrete notato è basato principalmente sulla Fremione, e un excursus della loro vita. Ho scelto di fare così perché mi piaceva l’idea, e spero davvero che sia piaciuto anche voi. Sto anche per dirvi una cosa che non riesco a credere nemmeno io perché sembra davvero strano, ma credo lo abbiate capito. Nel capitolo non c’è molta Drinny perché il prossimo sarà su di loro, e sarà l’ultimo. Quindi, si, avete capito bene. Questo era il penultimo capitolo. Detto ciò mi aspetto tante recensioni, è un bel po’ che non ci sentiamo. Alla prossima, per l’ultimo atto, baci
Elly

  
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