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Autore: Malinne    04/06/2009    1 recensioni
(OrochimaruxKabuto) Drabble. Un gioco di calcolo e di gelosia.
Viene anche raccontato il passato di Kabuto, la vita vissuta a Konoha con i Sannin e altri personaggi. Tutto incentrato sull'invidia e la gelosia che Orochimaru sa suscitare.
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Altri, Jiraya, Kabuto Yakushi, Orochimaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Emozioni

Sapevo come reagissero gli esseri umani, ma non sapevo quali potessero essere le reazioni di un mostro.
Era un fatto bizzarro, visto che credevo di amarne uno.
Le sue emozioni e i suoi pensieri erano qualcosa di incomprensibile.
Ogni tanto, mi sorprendevo ad immaginarlo sorridere, o infuriarsi, o ancora rattristarsi. Forse perché a volte avevo bisogno di renderlo più umano ai miei occhi. Non avevo una risposta precisa.
Più semplicemente, arrivavo a temere per la mia vita ogni volta che facevo un passo falso.
Lo avevo visto uccidere più volte e sapevo che non avrebbe esitato a farlo in un momento d’ira, come non avrebbe dubitato di sbarazzarsi di chiunque interferisse con i suoi piani, o anche solo per provare il piacevole brivido della morte.
Non sapevo esattamente quando fosse il momento di stargli più vicino o di allontanarmi, a volte dovevo aspettare un suo cenno d’approvazione per fare la mia mossa.
Se fosse stato felice avrei rischiato di intaccare il suo momento di gioia, se fosse stato furioso avrei rappresentato l’oggetto di sfogo. I miei nervi erano  costantemente a fior di pelle.
Non sapevo nemmeno se i mostri, dopotutto, potessero essere tristi o persino versare lacrime. Il pensiero che il mio maestro potesse piangere per me mi ripugnava e mi rallegrava allo stesso tempo. Nella mia mente lui era intoccabile, nella realtà smaniavo per vederlo vulnerabile.
Era un rompicapo.
Quindi facevo tacere il mio cuore, rassegnandomi ad amarlo da lontano e aspettando che fosse lui ad avvicinarsi a me.
La nostra relazione era troppo complessa persino per me, quello che affermava di amare un mostro pretendendo di essere umano.
Comunque, per quel che poteva valere, sapevo piangere. E non avrei esitato a farlo anche solo per sapere che ero stato io a suscitare quelle poche, vere emozioni che mostrava.





(300 parole)
***
Alla fine, ho deciso di continuare per qualche capitolo.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e tutti i fantasmi che hanno letto!

  
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