Emozioni
Sapevo
come reagissero gli esseri umani, ma non sapevo quali potessero essere le
reazioni di un mostro.
Era un fatto bizzarro, visto che credevo di amarne
uno.
Le sue emozioni e i suoi pensieri erano qualcosa di
incomprensibile.
Ogni tanto, mi sorprendevo ad immaginarlo sorridere, o
infuriarsi, o ancora rattristarsi. Forse perché a volte avevo bisogno di
renderlo più umano ai miei occhi. Non avevo una risposta precisa.
Più
semplicemente, arrivavo a temere per la mia vita ogni volta che facevo un passo
falso.
Lo avevo visto uccidere più volte e sapevo che non avrebbe esitato a
farlo in un momento d’ira, come non avrebbe dubitato di sbarazzarsi di chiunque
interferisse con i suoi piani, o anche solo per provare il piacevole brivido
della morte.
Non sapevo esattamente quando fosse il momento di stargli più
vicino o di allontanarmi, a volte dovevo aspettare un suo cenno d’approvazione
per fare la mia mossa.
Se fosse stato felice avrei rischiato di intaccare il
suo momento di gioia, se fosse stato furioso avrei rappresentato l’oggetto di
sfogo. I miei nervi erano
costantemente a fior di pelle.
Non sapevo nemmeno se i mostri,
dopotutto, potessero essere tristi o persino versare lacrime. Il pensiero che il
mio maestro potesse piangere per me mi ripugnava e mi rallegrava allo stesso
tempo. Nella mia mente lui era intoccabile, nella realtà smaniavo per vederlo
vulnerabile.
Era un rompicapo.
Quindi facevo tacere il mio cuore,
rassegnandomi ad amarlo da lontano e aspettando che fosse lui ad avvicinarsi a
me.
La nostra relazione era troppo complessa persino per me, quello che
affermava di amare un mostro pretendendo di essere umano.
Comunque, per quel
che poteva valere, sapevo piangere. E non avrei esitato a farlo anche solo per
sapere che ero stato io a suscitare quelle poche, vere emozioni che
mostrava.
(300 parole)
***
Alla fine, ho deciso di continuare per
qualche capitolo.
Ringrazio tutti quelli che hanno recensito e tutti i
fantasmi che hanno letto!