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Autore: MaDeSt    28/02/2017    4 recensioni
Non è necessario leggere il prologo ma è caldamente consigliato.
Sei ragazzini provenienti da un villaggio sperduto, cresciuti in un piccolo paradiso, ignoranti dell'orrore che li circonda, si ritrovano ad avere tra le mani sei uova di drago, di cui poi diventeranno amici... e la loro leggenda ha così inizio.
Dovranno salvare il mondo, ecco ciò che ci si aspetta da loro. Ma ne saranno all'altezza? Riusciranno a capire chi è il loro vero nemico prima che questo li distrugga?
[Pubblicazione interrotta. Non aggiornerò più questa storia su EFP, non aggiornerò i capitoli all'ultima versione, pubblicherò solo in privato per chi realmente è interessato a seguire la storia a causa di plagi e ispirazioni non autorizzate non tutelati a discapito del regolamento apparentemente ferreo. Trattandosi della mia unica storia, a cui lavoro da anni e a cui sono affezionata, non vale la pena rischiare. Chi fosse interessato a capire come seguire la storia troverà tutte le informazioni nelle note all'inizio dell'ultimo capitolo pubblicato. Risponderò comunque alle recensioni qualora dovessi riceverne, ma potrei accorgermene con del ritardo.]
Genere: Avventura, Drammatico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Dargovas'
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Il colore del titolo del capitolo corrisponde al colore della regione in cui la storia al momento si svolge, tenete d'occhio la mappa per sapere dove ci troviamo!

THE FIRST TRIAL

Dilettandosi in cucina a Layla tornò persino il buonumore finalmente lasciandosi da parte l’aggressione di quella mattina, mentre Cedric si chiuse in bagno di nuovo e lì rimase per tutta la durata della cena e anche la notte, passando gran parte del tempo a vomitare e lamentarsi di quanto stesse male nonostante non avesse quasi bevuto o mangiato.
Passando lì davanti Andrew lo prese in giro ricevendo in risposta solo un vago brontolio di disappunto che lo fece sbellicare dalle risate mentre saliva le scale per recarsi in camera propria. Suonò un poco il pianoforte prima di infilarsi sotto le coperte, e Susan s’intrufolò nella stanza per incoraggiarlo a migliorare e ascoltarlo suonare sdraiata sulla pancia sul letto di Cedric, col mento posato sulle braccia e facendo oscillare le gambe su e giù in alternanza seguendo il ritmo.

La sera prima avevano comprato alcune cose, tra cui latte e biscotti per la colazione. Mentre Susan scaldava la bevanda Andrew riprese a canzonare Cedric, ora perché aveva mal di testa, e il ragazzo lo lasciò divertire senza lamentarsi. Jennifer fece un timido tentativo di farsi raccontare come avesse passato la notte, ma l’occhiataccia di Layla la zittì quasi immediatamente e scelse di aspettare che la colazione fosse pronta fissando il tavolo di legno laccato.
Per tutto il tempo tra colazione e pranzo Mike Jennifer e Andrew discussero della scuola di magia mentre giocavano a carte, perché ormai il mese di Aendail era cominciato - a loro insaputa - e concordarono che sarebbe stato meglio almeno imparare la strada per arrivarci da casa loro. Nel frattempo gli altri tre si erano chiusi in cucina per preparare la crostata a Mike, immaginando che l’ultimo giorno del mese di Despada fosse prossimo o da poco passato.
Pranzarono festeggiando la festa della nascita di Mike che compiva dodici anni. Non ebbero occasione di fare grandi festeggiamenti, per non uscire di casa troppo tardi, ma Mike Jennifer Andrew e Susan ballarono e cantarono, scherzarono e si raccontarono barzellette per tutta la durata del pasto. Dopo un pranzo abbondante si decisero a uscire in strada dirigendosi subito verso la via Maestra per avere almeno un punto di riferimento in partenza.
Susan si lamentò di quanto fosse affollata e rumorosa chiedendo a Cedric di fargli allungare la strada pur di sfuggire al caos, mentre Mike obiettò che da lì avrebbero solo dovuto mantenere la direzione per raggiungere il cancello che introduceva nella seconda cerchia di mura. Alla fine optarono per la proposta maggiormente richiesta, ovvero allungare la strada ma allontanarsi dalla folla, ed entrambi i ragazzi più grandi tirarono un silenzioso sospiro di sollievo per aver scampato eventuali pericoli nascosti nei vicoli secondari.
Layla si guardava ancora intorno con eccessiva preoccupazione e stava appiccicata a meno di un piede da Cedric, quasi tentata di afferrargli un braccio e tenerselo stretto. Tale dettaglio sfuggì solo a lui e ad Andrew che era perso a guardarsi intorno allegramente come al solito, studiando gli abbigliamenti stravaganti dei passanti o le decorazioni e l’architettura degli edifici o le piante in vaso sui balconi.
Mike e Susan si scoprirono gelosi di ciò: Susan sapeva di provare qualcosa per il ragazzo, anche se probabilmente si trattava solo di una cotta momentanea; come anche Mike perché temeva di essersi davvero invaghito di Layla, e non voleva che qualcuno potesse far colpo su di lei prima che lui stesso ne avesse la possibilità; Jennifer invece si limitò a farsi più attenta e sospettosa riguardo l’insolito comportamento della ragazza, che normalmente non avrebbe mai avuto contatti con Cedric se non necessario.
Il ragazzo fu l’ultimo ad accorgersene, essendo impegnato a cercare di non perderli nella folla, e quindi in un primo momento pensò che la vicinanza della ragazza fosse dovuta al non volersi separare. Guardò Layla a dir poco sorpreso, non credendo possibile che volesse davvero stargli così vicino, ma senza che lei ebbe bisogno di parlare capì che era solo spaventata e si volse dall’altra parte tornando a crearsi un varco tra la folla come se lei non avesse fatto nulla.
Combattuta da emozioni contrastanti, Layla scelse di limitarsi a stringerli la manica della giacca: si sentì in qualche modo più sicura, ma nello stesso tempo non si trovava in eccessivo contatto con lui; il solo pensiero la spaventava a morte e non era certa di sapere il perché.
Quel piccolo gesto scatenò la gelosia di Mike e Susan che tuttavia dovettero rimanere in silenzio per non esporre a tutti i propri sentimenti, e si sentirono bruciare dentro dalla voglia di separarli con la forza, ma pur di non agire il ragazzino dovette mordersi la lingua.
Jennifer al contrario rise sotto i baffi credendo che si stessero innamorando l’uno dell’altra, e quindi la preoccupazione per il comportamento di lei e per ciò che poteva essergli successo quando erano tornati con le borse vuote svanì all’istante. Pensò anzi che si fossero appartati da qualche parte invece di fare la spesa e poi se ne fossero pentiti, e quel pensiero la fece ridere. Ma non diede spiegazioni agli altri e continuò a camminare con un largo sorriso stampato in faccia, finché tuttavia incontrò lo sguardo cupo di Mike e si pentì di aver trovato la situazione divertente. Gli si avvicinò e provò a consolarlo prendendolo per mano a sua volta, e il ragazzino la lasciò fare sospirando un poco più sollevato.
Lo stesso Cedric invece a quel contatto tremò e quasi si ritrasse, tuttavia incontrando nuovamente lo sguardo della ragazza la vide spaesata e intuì che avesse bisogno di sostegno - che non poteva chiedere agli altri, perché i più giovani non avrebbero mai dovuto sapere dell’aggressione. Quindi per la seconda volta tornò a fare finta di niente e la lasciò fare.
Una volta giunti al cancello che gli permetteva di entrare nella più esclusiva zona di Eunev dovettero rispondere a tutte le domande che le guardie gli fecero. Ne approfittarono per chiedere indicazioni su come raggiungere la scuola e cosa fare una volta lì, ma le guardie non seppero dirgli nulla perché al di fuori di chi vi studiava nessuno era a conoscenza dei segreti custoditi dalla struttura; la magia non era cosa per tutti e così doveva rimanere. Seppero solo che la scuola occupava l’intero distretto grigio della seconda cerchia di mura e che per entrare dovevano superare almeno una prova.
«Questa non ci voleva...» commentò Andrew angosciato una volta che le guardie li ebbero lasciati entrare richiudendo il cancello alle loro spalle.
Layla lasciò finalmente la giacca di Cedric con un sospiro sollevato, dicendosi che lì dov’erano ora non potevano esserci delinquenti, le guardie che pattugliavano le strade erano più numerose e chiunque volesse entrare dall’unico cancello veniva controllato con attenzione.
Le alte e strette torri della loro futura scuola erano ben visibili da ogni parte della seconda cerchia di mura, perciò non gli fu difficile capire come arrivarci. Le case e i negozi parevano più grandi, c’erano diversi enormi edifici la cui funzione ai ragazzini era sconosciuta, ma se capitava che passassero abbastanza vicini Cedric poteva leggere su cartelli o targhette di cosa si trattasse; Susan notò sbalordita che ad alcuni incroci c’erano dei cartelli che indicavano una direzione per raggiungere gli edifici più importanti. Videro delle alte guglie nere tra gli alti edifici, e dopo alcuni minuti capirono che si trattava di un’enorme cattedrale nel distretto del Corvo, non lontana dal cimitero principale, la sua grandezza li lasciò meravigliati: solo gli alberi della Foresta e i draghi adulti erano più grandi di quella magnifica costruzione piena di stretti pinnacoli e di nicchie riempite da statue.
Parlottavano tra loro così eccitati che a malapena si accorsero del tempo che passava, e in un battito di ciglia furono finalmente davanti alla loro scuola. Tutti si zittirono per guardare la cima della torre più alta, che pareva toccare le nuvole. Le parti della costruzione che riuscivano a vedere oltre le mura del distretto erano in gran parte in marmo grigio, alcune parti o dettagli erano di una meravigliosa pietra blu venata di azzurro, e le torri avevano infatti ognuna un colore diverso dalle altre. Non persero tempo a contare il numero di torri presenti, sicuri che alcune fossero nascoste alla loro vista da altre ancora.
Per accedervi si dovevano oltrepassare due cancelli di ferro invece di uno, incastrati sotto un arco a tutto sesto che attraversava le mura del distretto, e non sembrava esserci nessuno ad accoglierli - era il primo passaggio tra due distretti che trovavano incustodito da guardie armate.
Attesero diversi minuti, finché Andrew disse sconfortato: «E ora che facciamo?»
«Forse è un enigma? O la prova di cui hanno parlato le guardie?» propose Layla.
«E cosa dovremmo fare?» ribatté Mike confuso «Ci sono solo due cancelli sbarrati!»
Mentre gli altri discutevano e si scambiavano ognuno la propria idea per risolvere l’enigma, Cedric provò a toccare il cancello per vedere se fosse possibile aprirlo e la sua mano lo attraversò. Colto alla sprovvista fece un balzo indietro gridando, e quell’aperta dimostrazione di paura lasciò tutti gli altri basiti.
Il ragazzo si riprese in fretta sentendosi vulnerabile e osservato, scosse la testa e con la sua solita aria composta disse: «Il cancello è un’illusione.»
«Come l’hai capito?» esclamò Jennifer al contempo sorpresa ed eccitata.
«Beh ecco... non è che l’abbia capito. È stato un caso più che altro, volevo solo...»
«Grandioso! Andiamo!» lo interruppe Andrew entusiasta, le mani sollevate sopra la testa. Corse attraversando il primo cancello senza intoppi ma prima che gli altri potessero fermarlo andò a sbattere contro il secondo, che invece esisteva davvero.
Mike scoppiò a ridere quando cadde a terra, mentre il resto del gruppo attraversava il cancello immateriale sostando ora a metà tra i due sotto l’arco di pietra.
«Era ovvio che non potesse essere la stessa cosa per entrambi!» disse Layla con enfasi.
«Poteva anche non essere così.» sbuffò il ragazzino rialzandosi «Se tutti pensano come voi, sarebbe comprensibile rendere entrambi i cancelli immateriali, così chi la pensa come voi resta bloccato qui le ore senza riuscire a entrare!»
«Va bene, hai ragione, ma ora troviamo il modo di aprire quest’altro.» disse Susan con un sospiro, e cominciò a guardarsi intorno in cerca d’indizi; notò che le facce degli altri risultavano di un azzurro pallido, quasi spettrali, a causa della riflessione della luce del sole sulle pareti grigio-blu.
«Come facciamo ad aprirlo senza usare la magia?» si chiese Jennifer.
Andrew le rispose mentre si massaggiava il naso: «Forse può entrare solo chi la sa già usare.»
«E se dovessimo solo toccarlo per dimostrare che la magia scorre in noi?» propose Mike.
«Sì! Proviamo!» esclamò Susan lanciandosi sul cancello.
Lo toccarono tutti insieme e rimasero fermi per diverso tempo, immaginando che un breve tocco non avrebbe funzionato perché poteva anche essere accidentale. Ma attesero così diversi minuti in silenzio e in ansia senza che accadesse nulla.
«Pare non funzionare.» disse Layla sconfortata.
«Non vedo indovinelli da risolvere scritti da nessuna parte.» disse invece Jennifer guardandosi intorno con più attenzione, anche sotto i loro piedi, ma c’era solo pietra di un grigio leggermente tendente al blu.
«Qualche idea Cedric?» gli chiese Mike.
Lui inclinò leggermente la testa da un lato e sussurrò: «Forse.»
«Dillo!» esclamò subito Jennifer.
«Scassinarlo.» scherzò Andrew.
Cedric stette al gioco e disse: «Ci ho pensato.»
«Non sarebbe un’idea poi così malvagia...» rifletté Mike.
«E che se ne fanno in una scuola di magia di uno scassinatore?» domandò Susan contrariata.
«L’idea di toccarlo non era stupida.» riprese Cedric, ora serio «Ma forse ha ragione Andrew e si apre solo se si dimostra di saper usare la magia.»
Si guardarono tra loro preoccupati, nessuno voleva usarla dopo tutto quello che gli avevano detto a riguardo, tantomeno senza i draghi accanto. Toccarono nuovamente il cancello, poco convinti, ma nessuno sembrava voler essere il primo a usare la magia per paura di esagerare e sentirsi male, o svenire... o peggio ancora.
Layla diede una lievissima gomitata a Cedric, che la guardò, e lei fece un cenno quasi impercettibile con la testa indicando il cancello e fissando prima quello e poi il ragazzo con eloquenza.
«Non so se...» cominciò lui in modo che solo lei potesse sentire.
«L’hai già fatto tre volte.» rispose lei altrettanto piano.
«Sì ma... provavo emozioni a dir poco spaventose.»
«Allora proviamo insieme. Ripensiamo a ieri mattina.» disse, e senza attendere una sua risposta chiuse gli occhi e cercò di concentrarsi, sperando che lui avrebbe fatto lo stesso.
Non le fu difficile figurarsi alla perfezione ciò che era successo la mattina del giorno precedente, e alla fine fu la ragazza da sola a lasciarsi prendere dalle emozioni abbastanza da ricominciare a tremare. Quasi scoppiò a piangere sentendosi ancora quelle viscide mani addosso, le loro risate di scherno e gli insulti. Ciononostante riuscì a trattenersi per poter rimanere concentrata sulla magia, non l’aveva mai usata consapevolmente ma desiderava solo poter scacciare quegli uomini, voleva cambiare il suo ricordo, voleva che fosse stata lei ad allontanarli con la magia, non Cedric.
Le venne in mente che a quanto pareva la magia non poteva essere usata indossando dei guanti, quindi si tolse i propri e toccò nuovamente il ferro con più decisione, gli occhi chiusi per concentrarsi e non lasciar fuggire ricordi né emozioni.
Pochi attimi dopo intorno a loro si fece tutto buio, Susan gridò spaventata mentre si sentì mancare la terra sotto i piedi e Andrew prese la mano di Jennifer, che era vicina a lui, stringendola forte. Non riuscirono a vedere nulla per qualche tempo, dopodiché lentamente la luce tornò e la sensazione di cadere nel vuoto cessò, ma quando finalmente riuscirono a mettere a fuoco ciò che stavano vedendo capirono immediatamente di trovarsi da un’altra parte.

  
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